Immersioni e mal di mare
gennaio 2013
Proprio nei safari subacquei gli amanti delle immersioni possono essere vittime del mal di mare. Per questo
sempre più spesso ci chiedono quali farmaci contro il mal di mare siano compatibili con le immersioni.
Il termine medico per mal di mare è cinetosi, tradotto letteralmente: mal di movimento. Come lascia presagire il nome stesso, questo
disturbo può presentarsi anche in auto, in aereo o in treno. I sintomi
come nausea, vomito, vertigini e sudorazione intensa possono, in
rari casi, portare anche al collasso circolatorio.
La causa risiede nel fatto che al cervello vengono trasmesse
informazioni contrastanti. Il senso dell’equilibrio trasmette il
seguente segnale: sotto di me tutto si muove; i piedi, però, dicono
un’altra cosa: il pavimento su cui sto è fermo e ben saldo. Presto o
tardi il cervello si arrenderà e manderà il seguente feed-back: mi
sento male!
Prevenzione
Per non arrivare a questo punto, e per prevenire a priori il mal di mare, vi daremo subito qualche semplice
consiglio pratico:
1. non mangiare e bere troppo prima di un’uscita in barca; lo stomaco troppo pieno, infatti, favorisce la
sensazione di nausea.
2. il consumo di caffè e di alcohol possono peggiorare la sensazione di nausea.
3. durante il tragitto in barca sostare al centro dell’imbarcazione e rimanere meno possibile sotto coperta,
guardare la linea dell’orizzonte e non fissare mai la parete della cabina, non leggere o assemblare
l’equipaggiamento per l’immersione subacquea.
4. entrare in acqua soltanto se non si avverte senso di nausea. Per esperienza si sa che con un moto ondoso
nella norma a partire da una profondità di 3-5 m non compare più alcun senso di nausea.
5. immediatamente prima di immergersi, bere una quantità sufficiente di liquidi (possibilmente acqua) ed
entrare quindi subito in acqua. Bere prima dell’immersione riduce notevolmente il rischio di una patologia
da decompressione, anche se dopo l’immersione dovesse ritornare il mal di mare e soltanto dopo
sopravvenissero nausea e vomito.
Misure farmacologiche
Purtroppo fino ad oggi non c’è alcun farmaco contro la cinetosi che sia veramente compatibile con le immersioni
subacquee. Malauguratamente tutti i farmaci hanno effetti collaterali sul sistema nervoso centrale, come senso di
spossatezza, rallentamento delle reazioni, disturbi della vista e della coordinazione o vertigini.
I cerotti transdermici alla scopolamina, di grande efficacia, compromettono, ad esempio, le reazioni della pupilla e
possono pertanto causare disturbi della vista e anche disorientamento; il tanto apprezzato Vomex A può portare,
oltre ad un rallentamento delle reazioni, a senso di stordimento e vertigini, entrambi sintomi che possono avere
gravissime conseguenze sott’acqua.
La naturopatia ha invece preparati a base di zenzero e l’omeopatia preparazioni di Cocculus D12;
in entrambi i casi i precedenti effetti collaterali non ci sono, la loro efficacia è, tuttavia, alquanto
controversa.
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Un’interessante alternativa è data dai cosiddetti “sea-bands“. Si
tratta di braccialetti elastici dotati di un bottoncino di plastica in
rilievo, disposto in modo da esercitare una leggera pressione
permanente sul lato interno del polso. Come si evince
dall’agopuntura, esattamente lì si trova un punto di pressione che
agisce contro la nausea. Negli equipaggi di panfili a vela d’alto mare
da competizione, su cui abbiamo testato questi braccialetti,
abbiamo constatato una significativa riduzione dei disturbi. Anche
per questo metodo mancano, tuttavia, evidenze scientifiche che ne
comprovino l’efficacia.
Bilancio conclusivo
Infine rimane almeno una piccola consolazione: le reazioni agli stimoli del movimento sono modificabili con
l’allenamento. Infatti, se le persone stanno abbastanza a lungo in mare, quasi tutte si abituano al movimento
oscillatorio delle onde, alcune prima, altre dopo. Gli astronauti, ad esempio, devono abituarsi a lavorare in assenza
di gravità; questa condizione fa sì che nello stomaco si percepisca la sensazione di essere costantemente in caduta
libera. Ogni astronauta impara a padroneggiare questa percezione nelle cosiddette “vomit comet” (termine
gergale usato dai medici aereonautici per designare gli aerei da allenamento ): effettuando continui e ripetuti
voli in picchiata da altezze considerevoli con questi aeroplani gli astronauti devono abituarsi a questa sensazione e
… ci riescono!