Emilio Santoro Organismi Geneticamente Modificati (OGM) A cura di Emilio Santoro Gli organismi geneticamente modificati sono animali, piante o microorganismi il cui patrimonio genetico, o genoma, è stato modificato introducendo un gene, raramente più di uno, preso da un altro organismo. Talvolta la modificazione genetica può invece avvenire per asportazione di un gene. Gli organismi geneticamente modificati vengono prodotti e studiati per migliorare alcune caratteristiche della produzione di beni agricoli e animali, come la qualità, la resa, l’inattaccabilità da parte dei patogeni, la resistenza ad ambienti ostili e così via. Inoltre alcuni di essi sono stati prodotti per sopperire a carenze alimentari o per diffondere in maniera economica dei vaccini. Il loro impiego dunque rappresenta un grande avanzamento tecnologico. Cenni storici Appunti di Il primo OGM fu ottenuto nel 1973 da Stanley Cohen e Herbert Boyer. I primi animali transgenici furono topi, creati nel 1974 da Rudolf Jaenisch che riuscì a portare a termine la procedura di inserimento di un gene esterno all’interno degli embrioni. In seguito Jaenish dimostrò l’effettiva efficacia del processo di transgenesi: i topi non solo avevano integrato il DNA esterno, ma erano in grado di tramandare questo carattere alla progenie. I principali progressi nelle applicazioni pratiche delle biotecnologie in campo vegetale sono stati compiuti negli ultimi venti anni. In particolare, le biotecnologie vegetali hanno preso l’avvio dalla fusione delle metodiche di coltura in vitro di cellule e/o tessuti vegetali con la tecnologia del DNA ricombinante e con lo sviluppo di sistemi per inserire singoli geni direttamente nel nucleo cellulare. Nel 1994 venne autorizzata negli Stati Uniti la commercializzazione del primo prodotto di una pianta transgenica: il pomodoro Flavr Savr, caratterizzato da frutti che si mantenevano compatti anche a maturazione avanzata. 84 Settori di applicazione La modificazione del patrimonio genetico di un organismo (animale, vegetale o microrganismo) avviene grazie all’utilizzo delle tecniche biotecnologiche che comprendono applicazioni dell’ingegneria genetica e della biologia molecolare. Le nuove conoscenze in questo settore stanno consentendo la messa a punto di tecniche e di metodologie in grado di intervenire direttamente sul patrimonio genetico degli organismi viventi (uomo, piante, animali, microrganismi). I concetti su cui trovano fondamento le biotecnologie si basano sul fatto che ogni organismo possiede un proprio genoma, contenente tutte le informazioni utili alla sviluppo e costituito dal DNA. Quest’ultimo è paragonabile ad un alfabeto di quattro lettere (GATC) che, lette in sequenza, compongono i geni, assimilabili a “frasi” che codificano le proteine, costituenti principali di tutti gli organismi viventi. È importante richiamare l’attenzione sulla universalità del codice genetico, per la rilevanza che ha per la biotecnologia in generale. Il codice è universale in quanto una sequenza di DNA è interpretata allo stesso modo da tutti gli esseri viventi, dai batteri all’uomo. L’universalità del codice genetico e il fatto che, in generale, i processi che regolano la sintesi delle proteine sono comuni a tutti gli esseri viventi, ha reso possibile, ad esempio, inserire e far funzionare un gene batterico all’interno di una pianta. Le biotecnologie trovano applicazione in diversi campi. Medicina: sono utilizzate per produrre farmaci (insulina umana, ormone della crescita, interferone, interleuchine), vaccini (epatite B, influenza, pertosse), prodotti diagnostici (anticorpi monoclonali, sonde nucleotidiche), terapia genica. Zootecnia: in questo campo una delle applicazioni più importanti è stata la produzione dell’ormone somatotropo bovino grazie al quale si determina un aumento della quantità giornaliera di latte prodotta. Industria alimentare: le applicazioni più importanti riguardano la produzione di enzimi utilizzati per i ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 1/2008 Organismi Geneticamente Modificati (OGM) processi di trasformazione (mais, latticini, carne, bevande) e di conservazione degli alimenti. Uno degli enzimi ottenuti tramite le biotecnologie è la chimosina utilizzata per la produzione dei formaggi. Ambiente: l’applicazione delle biotecnologie è utilizzata per risolvere alcune tra le più urgenti problematiche ambientali quali lo smaltimento dei rifiuti, il trattamento delle emissioni gassose, il trattamento degli effluenti liquidi, la bonifica dei siti contaminati, e si basa sull’utilizzazione di microrganismi geneticamente modificati capaci di degradare composti e sostanze tossiche. Agricoltura: molte specie vegetali sono state modificate per ottenere piante capaci di resistere più efficacemente a stress ambientali, a patogeni e parassiti, e di tollerare alcuni erbicidi. Inoltre, si è intervenuti per realizzare piante con modificate caratteristiche nutrizionali. Le specie maggiormente utilizzate fino ad ora sono state il mais, la colza, la soia, il cotone e il riso. Il ruolo della ricerca scientifica e in particolare di quella pubblica non si deve quindi esaurire nella ricerca di nuove e vantaggiose applicazioni delle moderne biotecnologie, ma deve essere anche quello di valutare e prevenire i rischi connessi all’introduzione di tali tecniche nell’ambiente, in modo da dare delle risposte esaurienti e rassicuranti all’opinione pubblica. La Commissione Europea, secondo quanto stabilito dal Libro Bianco 2000, ha concluso nel 2003 la predisposizione del quadro normativo che regola il settore delle biotecnologie. Tale settore è direttamente correlato al quadro più generale relativo alla sicurezza alimentare comunitaria, le cui procedure di base sono descritte nel Regolamento n. 178/2002 che “Stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare”. Il quadro normativo comunitario è stato completato dal Regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo a “Alimenti e mangimi geneticamente modificati”, e dal Regolamento (CE) n. 1830/2003 del Parlamento Europeo e del Consiglio concernente “La tracciabilità e l’etichettatura di organismi geneticamente modificati e la tracciabilità di alimenti e mangimi ottenuti da organismi geneticamente modificati nonché recante modifica della direttiva 2001/18/CE”. Tali regolamenti si sono aggiunti alla normativa comunitaria preesistente, ovvero la direttiva n. 2001/18/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa a “Emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati e che abroga la dir. n. 90/220/CE”, che prevede le procedure di autorizzazione a fini sperimentali e di commercializzazione delle colture transgeniche. Per rendere più completo l’impianto normativo del settore, la Commissione UE ha emanato nel 2003 la Raccomandazione n. 2003/556/CE recante “Orientamenti per lo sviluppo di strategie nazionali e migliori pratiche per garantire la Coesistenza fra agricoltura convenzionale, agricoltura con metodo biologico e colture geneticamente modificate”, e nel 2004 due regolamenti: il Reg. (CE) n. 65/2004 della Commissione che “stabilisce un sistema per la determinazione e l’assegnazione di indicatori unici per gli organismi GM” e il Reg. (CE) n. 641/2004 della Commissione che reca “norme attuative del Reg. (CE) 1829/2003 sulla domanda di autorizzazione di nuovi alimenti e mangimi GM, la notifica dei preesistenti e la presenza accidentale di materiale GM oggetto di una valutazione favorevole del rischio”. Fonte: APAT [email protected] ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 1/2008 Appunti di Normativa UE 85