ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI Con il termine Organismo Geneticamente Modificato si intendono soltanto gli organismi in cui parte del genoma sia stato modificato tramite le moderne tecniche di ingegneria genetica. Non sono considerati "organismi geneticamente modificati" tutti quegli organismi il cui patrimonio genetico viene modificato a seguito di processi spontanei Gli OGM vengono spesso indicati come organismi transgenici: i due termini non sono sinonimi in quanto il termine transgenesi si riferisce all'inserimento, nel genoma di un dato organismo, di geni provenienti da un organismo di specie diversa. Sono invece definiti OGM anche quegli organismi che risultano da modificazioni che non prevedono l'inserimento di alcun gene (es. sono OGM anche gli organismi dal cui genoma sono stati tolti dei geni) ll primo OGM moderno fu ottenuto nel 1972 da Stanley Norman Cohen (Stanford University School of Medicine) e Herbert Boyer (University of California, San Francisco). I due ricercatori, grazie all'uso combinato delle nuove tecniche di biologia molecolare che si stavano sviluppando in diversi laboratori, come l'uso dell'enzima ligasi (1967), degli enzimi di restrizione e della trasformazione batterica(1970-72), riuscirono per primi a clonare un gene di rana all'interno del batterio Escherichia coli, dimostrando che era possibile trasferire materiale genetico da un organismo ad un altro tramite l'utilizzo di vettori plasmidici in grado di autoreplicarsi Gli OGM vengono ottenuti attraverso l'uso di tecniche di ingegneria genetica che permettono di inserire, all'interno del genoma di un organismo, frammenti di DNA provenienti anche da altri organismi. Il DNA così ottenuto è definito DNA ricombinante. I frammenti di DNA da inserire vengono estratti dal genoma di origine attraverso l'uso di enzimi di restrizione, che funzionano come vere e proprie forbici molecolari, e inseriti in un vettore ricevente grazie ad un altro enzima: la DNA ligasi. Agricoltura Batteri Batteri che introdotti nel suolo ne migliorano le caratteristiche (es.: batteri azoto-fisatori) o proteggono le piante dal gelo (es.: batteri iceminus) Miceti Piante Animali Alimentazione Miglioramento delle pratiche agronomiche (es.: piante tolleranti allo stress idrico o salino, colture tolleranti a degli erbicidi) Introduzione di caratteri di resistenza specifica (es.: piante resistenti agli insetti o virus) Produzione di energia a varietà migliori Medicina Produzione di sostanze medicinali come l'insulina Industria Biorimedi (es.: battreri che degradano idrocarburi) Produzione di Enzimi usati nell'industria alimentare, miglioramento dei processi di fermentazione (es.: produzione della birra) Produzione di biomedicine Miglioramento delle qualità nutrizionali(es.: pomodoro a maturazione rallentata) Produzione di farmaci/composti in pianta Miglioramento delle caratteristiche richieste a livello industriale delle materie prime Produzione di animali con migliori caratteristiche nutrizionali o organolettiche (es.: latte senza lattosio) Produzione di biomedicine modelli per la ricerca su malattie umane animali donatori di organi per xenotrapianti Sintesi di molecole interessanti per l'industria (es.: proteina della ragnatela per produzione di fibre sintetiche ultraresistenti) I punti maggiormente controversi in relazione all'uso degli OGM in ambito agroalimentare riguardano i potenziali rischi per l'ambiente o per la salute umana e animale, la possibilità di coesistenza tra colture OGM e non-OGM e l'impatto economico-sociale della loro introduzione in aree rurali, soprattutto in paesi in via di sviluppo. Fin dai primi esperimenti utilizzando le tecniche di ingegneria genetica negli anni '70, si è considerato che, accanto ai potenziali benefici che la nuova tecnica poteva offrire, avrebbero potuto comparire nuovi rischi difficilmente prevedibili allo stato delle conoscenze. Già quando l'uso della tecnica era confinato all'ambiente del laboratorio, si temeva ad esempio che batteri normalmente innocui potessero trasformarsi in patogeni pericolosi per l'uomo a causa dell'introduzione in essi di geni della resistenza agli antibiotici, o che li rendessero in grado di produrre tossine, o che li trasformassero in agenti cancerogeni Quando poi sono state sviluppate piante geneticamente modificate per uso alimentare, si sono profilati alcuni rischi specifici legati a questa applicazione, in particolare rischi ambientali e per la salute. Oltre ai rischi ambientali e per la salute, valutabili attraverso la ricerca scientifica, l'introduzione di organismi geneticamente modificati (in particolare nel settore agroalimentare) può avere potenziali conseguenze economiche e sociali sullo sviluppo delle aree ad economia agricola in cui vengono coltivati. Tutti questi diversi elementi di rischio sono al centro di accesi dibattiti in corso a livelli nazionali e internazionali, creando spesso forti polarizzazioni all'interno dell'opinione pubblica e sollevando dibattiti anche nella comunità scientifica. Tra i temi più dibattuti, oltre ai paventati rischi sopra descritti, vi sono la legittimità di brevettare sequenze genetiche e gli organismi geneticamente modificati, pratica attualmente possibile in gran parte dei paesi sviluppati ed impegnati nella ricerca genetica, anche se con diverse limitazioni, e le implicazioni etiche legate all'uso di animali ingegnerizzati per fini sperimentali (ad esempio l'oncotopo), o all'uso di cellule embrionali umane a fini di ricerca (trasformazione, clonazione, chimerizzazione). In molti Paesi del mondo esiste un quadro di riferimento normativo che regola il settore OGM, per garantire la biosicurezza, ossia un utilizzo in rispetto dei necessari livelli di sicurezza ambientale, della salute umana e di quella animale. I principi legislativi di riferimento a livello internazionale in tema di biosicurezza sono contenuti all'interno del Protocollo di Cartagena.