DIPARTIMENTO :
U . O .: G ASTROENTEROLOGIA
2- P ROF . D ARIO C ONTE
Il ruolo dell’ecografia intestinale nei pazienti con malattie dell’apparato digerente
Da circa 15 anni presso l’U.O. di Gastroenterologia 2 (Direttore Prof Dario Conte – Responsabili
Dott.ssa Mirella Fraquelli e Dott.ssa Sara Massironi) viene eseguita, con tecnica peculiare e
strumentazione dedicata (sonda ad alta frequenza da 5 e 12 MHz) l’ecografia intestinale che riveste
un ruolo fondamentale sia nella diagnosi che nel follow up di differenti patologie gastroenteriche
acute e croniche. L’esame viene effettuato a digiuno (per cibi e solidi) da almeno sei ore (se
necessario potrà essere chiesto al paziente di assumere una modica quantità di liquidi prima
dell’esame). Si tratta di una tecnica non invasiva, poco costosa, facilmente ripetibile.
Si sono osservati ottimi risultati soprattutto nella valutazione dei pazienti affetti da malattie
infiammatorie intestinali (malattia di Crohn e colite ulcerosa).
Nella diagnosi di malattia di Crohn, secondo i lavori disponibili nella letteratura scientifica, i range
di sensibilità e specificità variano dal 75 al 94% e dal 67 al 100% , rispettivamente. I segni
ecografici riscontrati sono: ispessimento parietale delle anse intestinali a livello ileale o del colon
(spessore >3 mm), perdita della normale stratificazione della parete dell’intestino, riduzione del
contenuto luminale e aumento della vascolarizzazione parietale. Segni indiretti sono: liquido tra le
anse, linfoadenomegalie in sede mesenteriale adiacenti al tratto intestinale patologico e alterazioni
vascolari a livello del distretto splancnico. L’ecografia si è anche rivelata accurata nell’identificare
le complicanze della malattia di Crohn (stenosi, ascessi e fistole). I range di sensibilità e specificità
riportati sono stati rispettivamente del 74-100% e 91–100% per le stenosi, del 83-100% e 87-100%
per gli ascessi e del 50 – 87% e 90 – 95% per le fistole. La colite ulcerosa interessa il colon in
maniera più o meno estesa partendo dal retto. Può essere sospettata ecograficamente per la
presenza di ispessimento parietale con alterazioni ecostrutturali della parete, restringimento
luminale , perdita dell’austratura colica e alterazioni dei flussi vascolari a livello del distretto
splancnico. Nel sospetto di un’appendicite acuta (caratteristiche operative dell’ecografia nella
diagnosi di appendicopatia acuta sono del 86–100 % per la sensibilità e del 75-90 % per la
specificità) l’utilizzo dell’ecografia è importante non solo per confermare la diagnosi ma anche per
porre diagnosi differenziale con altre condizioni (patologie a carico dell’ovaio destro, dell’ultima
ansa ileale, dell’uretere destro etc). Nella malattia celiaca sono state descritte sia alterazioni
morfologiche delle anse intestinali sia alterazioni della vascolarizzazione splancnica. Esse
scompaiono a breve distanza dall’esclusione del glutine dalla dieta. Inoltre è possibile monitorare le
complicanze della celiachia, come il linfoma intestinale e la digiunoileite ulcerativa.
Sono disponibili in letteratura case reports che descrivono i quadri ecografici riscontrati nell’ambito
di TBC intestinale, gastroenterite eosinofila, malattia di Whipple, enterite da raggi.
L’ecografia delle anse intestinali è utile anche nella diagnosi (in presenza di un quadro clinico
compatibile) e nel monitoraggio delle patologie infettive acute del tratto gastroenterico, sebbene si
osservino reperti non specifici (epato- splenomegalia , lesioni focali viscerali, adenomegalie, ma
anche ispessimento delle anse intestinali).
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