LA VIDEOCAPILLAROSCOPIA NELLA PRATICA CLINICA La

LA VIDEOCAPILLAROSCOPIA NELLA
PRATICA CLINICA
La videocapillaroscopia (VCP) rappresenta una
tecnica non invasiva che è entrata a far parte
degli
esami
diagnostici
indispensabili
nell'ambito delle vasculopatie periferiche ed in
particolare nelle microangiopatie funzionali del
microcircolo, coinvolgendo diverse competenze
cliniche quali l'angiologia, la dermatologia e la
reumatologia. Essa fornisce una minuziosa
descrizione
morfologica delle alterazioni
circolatorie in distretti spesso inaccessibili con
altre
indagini,
mi
riferisco
al
vallo
periungueale, la mucosa labiale e la mucosa
orale.
L'apparato della VCP è costituito da una
videocamera fissa PAL color, equipaggiata con
lenti a contatto da 100x fino a 1000x e le
immagini vengono registrate su PC. La
sorgente luminosa è fornita da una fonte a fibra
ottica a bassa potenza (100W). Le immagini
vengono osservate su monitor a colori ad alta
definizione e successivamente stampate.
L'esame va effettuato comunemente a livello
della plica periungueale a paziente seduto ed in
opportune condizioni ambientali, per limitare le
escursioni termiche che possono influenzare la
vasoreattività.
Malgrado
sia
opportuno
esaminare tutte le dita, viene privilegiata
l'osservazione del 3° e 4° dito di entrambe le
mani. Infatti la conformazione normale dei
capillari in tali distretti è a “forcina di capelli” o
ad “U rovesciata”, grazie al loro decorso
parallelo rispetto alla superficie corporea
esaminata (figura 1).
I più precoci segni di patologia sono l'alterata
distribuzione delle anse capillari, che
normalmente prevede un'omogeneità di
La videocapillaroscopia / 10.05.10
direzione definita a pettine ed una numerosità
(densità) definita in 10-15 anse per mm. Le più
comuni alterazioni descritte (figura 1)
includono ectasie del lume vasale, dilatazioni
localizzate in singoli distretti delle anse (branca
afferente ed efferente) o all'intero capillare
(megacapillare o ansa gigante). Inoltre si
ricercano le microemorragie e la perdita di
capillari contigui (area avascolare).
La morfologia delle anse può comunque variare
in funzione della sede esaminata, dell'età e del
sesso del soggetto. Pertanto, come ogni tecnica
di analisi in vivo, richiede una notevole
esperienza dell' operatore per distinguere
artefatti fisiologici ed anomalie aspecifiche da
alterazioni tipiche di malattia.
Le più comuni indicazioni della VCP includono
disturbi vasomotori del microcircolo, di cui il
più comune è il cosiddetto Fenomeno di
Raynaud (FR), espressione clinica di una crisi
ischemica
transitoria
causata
dalla
vasocostrizione delle arterie digitali, arteriole
precapillari e shunts artero-venosi cutanei. Esso
si manifesta generalmente alle mani ma può
colpire anche piedi, punta del naso, labbra,
lingua ed orecchie. Esordisce di solito ad una o
due dita per poi estendersi a tutte. Nella forma
tipica le punte delle dita diventano “bianche
cadaveriche” e successivamente per la
vasoparalisi cianotiche (blu-viola) ed infine
nella vasodilatazione reattiva rosse e tumefatte.
Spesso si associano acroparestesie inquadrabili
nella nota sindrome del tunnel carpale.
Il FR è presente nel 4-30% della popolazione,
soprattutto fra le donne fin dall'adolescenza. In
circa l'80% dei casi esso è un disturbo
funzionale primitivo del microcircolo a
prognosi benigna. Tuttavia è possibile che
possa manifestarsi in svariate condizioni
cliniche quali malattie del connettivo, vasculiti,
patologie del lavoro, malattie ematologiche,
malattie neurologiche, uso di farmaci.
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I più comuni fattori di rischio considerati
indicatori di possibili patologie associate al FR
sono l'esordio dopo i 30 anni, l'asimmetria dei
distretti colpiti (una sola mano), la presenza di
risposta autoimmune (positività degli anticorpi
antinucleo)
e
l'evidenza di anomalie
capillaroscopiche. Soprattutto questi ultime,
sono due preziosi ausili che il medico
generalista dovrebbe richiedere, avvalendosi
poi di un'opportuna consulenza specialistica
interdisciplinare, che non può prescindere dalla
iniziale compentenza reumatologica, essendo
tali patologie “nascoste” spesso di natura
autoimmune e di cui è necessaria un'adeguata
stadiazione in tempi brevi.
In conclusione la non invasività della VCP
pemette un'agevole ripetibilità tale da valutare
nel tempo l'evoluzione dei disturbi
microcircolatori e consentire un prezioso
monitoraggio della terapia praticata.
Dr Domenico Malesci
Specialista in Reumatologia,
Dottore di Ricerca in Immunologia Clinica
Figura 1: Quadri clinici capillaroscopici: a sinistra si osserva un reperto di omogeneità delle anse;
a destra varie tipiche anomalie nella loro forma e decorso.
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