Molti studi hanno dimostrato che i soggetti che presentano

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Molti studi hanno dimostrato che i soggetti che presentano determinate malattie, possiedono molto meno batteri rispetto alle persone sane! Per esempio, i seni paranasali di una persona che soffre di sinusite cronica, ospitano mediamente 900 specie batteriche, mentre in una persona sana queste sono circa 1200! Ciò ha suggerito ai ricercatori che, in presenza di gravi malattie intestinali, potesse essere necessario aumentare il numero dei batteri “buoni”, per sconfiggere quelli patogeni. È stato così che un gruppo di scienziati del Policlinico Gemelli di Roma, ha prelevato la comunità batterica intestinale di un individuo sano e l’ha “trapiantata” in un parente affetto da una grave infezione intestinale. Il risultato è stato sorprendente! L’individuo affetto da colite causata dal Clostridium difficile (un batterio ormai resistente agli antibiotici e perciò assai difficile da debellare) che aveva ricevuto il “trapianto” di batteri [trapianto fecale=aggiungere un po’ di feci all’acqua del clistere] aveva ottenuto un netto miglioramento della patologia, senza effetti avversi! In oltre 150 casi di trapianti di flora intestinale, avvenuti finora, tali risultati sono stati confermati, aprendo le porte a un nuovo trattamento efficace per molte patologie gravi. Per il momento la procedura viene effettuata solo nel caso di colite da Clostridium difficile, ma in futuro potrebbe curare malattie come il morbo di Crohn, la colite ulcerosa, l’insulino resistenza e l’obesità. Un altro aspetto da ricordare per comprendere l’influenza dell’intestino sullo stato di salute dell’intero organismo è la sua stretta interconnessione con il Sistema Nervoso. Durante la vita embrionale, una parte di neuroni si dirige verso la testa, l’altra verso l’addome, mantenendo una comunicazione tra di loro attraverso i neuroni del midollo spinale e del nervo vago. Il “cervello addominale” ha un numero elevatissimo di neuroni (oltre 100 milioni) ed è in continuo “dialogo” con il cervello. Il Sistema Nervoso Enterico, “addominale”, aiuta a fissare i ricordi legati alle emozioni. È la sede delle decisioni viscerali, spontanee, inconsapevoli e può soffrire anch’egli di stress e di nevrosi! Le cellule nervose di entrambi i sistemi, parlano la stessa “lingua chimica”, utilizzando gli stessi neurotrasmettitori. Ecco perché un intervento farmacologico sull’intestino ha effetti anche sul cervello e viceversa. Ed ecco perché chi soffre di problemi intestinali, molto frequentemente riferisce anche disturbi dell’umore o sintomi di tipo psicologico-­‐nervoso e perché persone stressate ed ansiose sono predisposte a ulcera, gastrite, colon irritabile e malattie infiammatorie intestinali. La medicina riconosce che l’umore ha un’influenza su alcune malattie dell’apparato gastro-­‐enterico, ma stenta ancora ad ammettere che i disturbi gastroenterici possano produrre disturbi dell’umore o della sfera psichica. Eppure esistono evidenze scientifiche a supporto di tale teoria. Infatti, è ormai provato che alla base della depressione è presente una carenza di una molecola nota con il nome di serotonina. I farmaci antidepressivi agiscono proprio aumentando la disponibilità di tale molecola. Ma la serotonina è prodotta per il 95% dalle cellule cromaffini dell’intestino! La serotonina regola i movimenti intestinali, l’attività digestiva, e i segnali di sazietà, nausea, appetito. Le malattie infiammatorie intestinali, causano alterazioni dei sistemi di riassorbimento e demolizione della serotonina, che portano nel tempo, ad un forte deficit di questa, con conseguente depressione. Non bisogna mai dimenticare che la digestione inizia nella testa, con una prima fase che si chiama “cefalica”, e che i “due cervelli” (Sistema Nervoso Centrale e Sistema Nervoso Enterico o Intestinale), cooperano attivamente per assicurare una buona digestione e, a sua volta, la qualità della nostra digestione e alimentazione ha effetti sull’equilibrio neuro-­‐endocrino del Cervello e perciò dell’intero organismo. Nonostante l’intestino sia un organo tanto importante e con un enorme impatto sullo stato di salute dell’intero organismo, spesso le persone e i medici sembrano scordarsi della sua esistenza. Non capita praticamente mai che un medico, durante la visita, faccia domande sulla regolarità intestinale e se il paziente riferisce che ha difficoltà ad evacuare regolarmente o che, 18
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