PAG EL L A D’ ES AME La scala dei grigi rivela le patologie intestinali Marina Bosisio L’ultrasonografia dell’intestino viene proposta nella patologia enterica per evitare le radiografie e l’endoscopia, che resta comunque il gold standard soprattutto quando biopsia ed esame istologico sono necessari per la diagnosi definitiva. L BOX 1 ’impiego degli ultrasuoni nell’esplorazione del tubo digerente è ostacolato dalle caratteristiche dell’organo: è cavo, contiene aria, è dotato di movimenti peristaltici ed è comprimibile. Tutto ciò rende difficile la lettura e l’interpretazione delle immagini, soprattutto per l’organo sano. La presenza di una patologia, infatti, modifica queste caratteristiche rendendo l’intestino più analizzabile anche con l’ecografia: la parete dell’organo si ispessisce (riducendo il lume e quindi la quantità d’aria in esso contenuta), risulta meno elastica e comprimibile e infine si riduce la peristalsi. La disponibilità di apparecchiature dotate di trasduttori ad alta frequenza per l’utilizzo anche nella patologia intestinale (O’Malley 2003), insieme all’esperienza dell’operatore, sono le premesse per effettuare l’esame. Il millefoglie digerente L’intestino è caratterizzato da un’immagine ecografica in cui si alternano cinque strati. La parte più superficiale della mucosa (quella a contatto col lume) è iperecogena. La parte più esterna della mucosa, è poi uno strato ipoecogeno, seguito da un altro strato iperecogeno che corrisponde alla La freccia indica una lesione nello sotto mucosa. Infine si trova uno strato strato ipoecogeno. La lesione è a carico del secondo strato. ipoecogeno, che è la parte muscolare, e lo strato iperecogeno più esterno, che è la sierosa con il grasso periviscerale. Lo spessore medio della parete intestinale è di 5 millimetri, ma fino a 7 millimetri viene considerato ancora normale; un ispessimento della parete maggiore di 1 centimetro è suggestivo di neoplasia. L’ecografia è indicata nei pazienti per i quali è rischiosa un’endoscopia, come i soggetti con pluripatologia o con grave deficit respiratorio o che non tollerano il carico di lassativi della preparazione alla colonscopia. DELIMITARE I CAMPI D’USO Nell’ambito della patologia intestinale, gli ultrasuoni vengono usati per la diagnosi differenziale dei casi dubbi di appendicite acuta (soprattutto nei bambini), per quella di morbo di Crohn e quella di celiachia. La diagnosi differenziale di appendicite acuta con ultrasuoni appare particolarmente interessante nei bambini, che nel 30-50 per cento dei casi presentano una forma atipica. Con l’esame è possibile evitare interventi chirurgici inutili e ridurre l’impiego della TC con il suo carico di radiazioni (Brennan 2006). La diagnosi di appendicite è confermata se si visualizza un’appendice distesa (diametro superiore a 6 millimetri) e non comprimibile, la presenza di appendicoliti, di fluido pericecale o periappendicolare e l’aumentata ecogenicità della parete appendicolare (secondaria all’infiammazione). L’American College of Radiology consiglia di effettuare lo screening con ecografia in tutte le appendiciti sospette, a meno che non si tratti di soggetti obesi, caso in cui è raccomandato l’impiego della TC (Terasawa 2004). Revisioni e metanalisi sul confronto tra ecografia e TC nella diagnosi di appendicite acuta concludono che la TC ha una sensibilità significativamente maggiore degli ultrasuoni: 94 vs 83 per cento negli adulti e 94 vs 88 per cento nei bambini. Diagnosing intestinal pathology Nei bambini, però, per il carico di radiazioni che la TC comporta, è comunque consigliabile l’ecografia: è stato, infatti, calcolato che, sottoponendo a ecografia invece che a TC 10.000 bambini, si risparmiano 13 futuri tumori a fronte di 280 falsi negativi per appendicite, mentre negli adulti, a fronte di 480 falsi negativi per appendicite, si risparmierebbero solo due tumori (Doria 2006). Anche per la diagnosi di appendicite, la validità dell’ecografia è dipendente dalla capacità dell’operatore di comprimere efficacemente le anse intestinali per spostarle e visualizzare correttamente l’appendice; se si usa la tecnica color doppler, si può vedere un suo eventuale aumento di perfusione. L’esame può risultare falsamente negativo se l’appendice è retrocecale, se c’è perforazione con gangrena, se l’interessamento è limitato al fondo, se c’è meteorismo o se il paziente è obeso. Occhio Clinico 2007; 7: 14 Key words intestine; ultrasonography Summary An ultrasound scan of the intestine is suggested in intestinal pathology, in particular appendicitis, Crohn’s disease, celiac disease, in order to avoid xrays and endoscopy. The latter, however, are still the gold standard, especially when a biopsy and histological test make a definitive diagnosis possible. ECHI DI ENTERITI CRONICHE Nel morbo di Crohn, l’infiammazione e la fibrosi producono uno scompaginamento della normale stratificazione e l’ispessimento della parete intestinale causa una rima anecogena che contorna l’iperecogenicità centrale. Le stenosi vengono viste come ispessimento marcato, con un lume ristretto iperecogeno, dilatazioni e iperperistalsi dei tratti sani adiacenti. La sensibilità e la specificità diagnostica dell’ecografia intestinale nel morbo di Crohn si aggirano rispettivamente intorno al 75-94 per cento e al 67-100 per cento nelle varie casistiche. Tale variabilità dipende dalla struttura in cui l’esame è stato effettuato e dal cut off stabilito (3 o 4 millimetri) per definire aumentato lo spessore della parete intestinale (Fraquelli 2005). Se i dati pubblicati derivano da studi multicentrici la sensibilità si riduce, a dimostrazione di quanto la procedura sia operatore dipendente. L’ecografia può essere utile per vedere gli ascessi nelle fasi conclamate della malattia ed è particolarmente sensibile nel trovare lesioni localizzate nel tratto terminale del piccolo intestino, mentre deve essere ancora confermato il suo ruolo nel monitoraggio dell’evoluzione della patologia (Ambrosini 2007). Nemmeno l’uso del Doppler, pur dimostrando un aumento di flusso, è in grado di mettere in relazione questo dato con la clinica: di conseguenza l’esame non è utile per valutare la risposta alla terapia. La metanalisi di un gruppo italiano ha affermato che il ruolo attuale degli ultrasuoni nella diagnosi del morbo nel Crohn dipende dalla prevalenza della malattia nella popolazione, cioè dalla probabilità pre test che si possa trattare di Crohn. Quando in un paziente tale probabilità è bassa, trovare uno spessore pari o inferiore ai 3 millimetri esclude la malattia. Quando è invece alta, uno spessore di 4 millimetri viene considerato segno di conferma diagnostica. Ora si sta anche valutando l’utilità dell’ecografia nel monitoraggio postchirurgico: la persistenza di un aumento di spessore della parete potrebbe essere segno di tendenza alla recidiva (Maconi 2006). L’OMBRA SCURA DELL’INTOLLERANZA AL GLUTINE Infine, un ulteriore campo d’impiego è la celiachia, il cui gold standard diagnostico resta comunque la biopsia intestinale. La caratteristica ecografica di questa malattia è una circolazione mesenterica iperdinamica, che torna normale nei soggetti sottoposti a dieta priva di glutine. I segni caratteristici della malattia sono l’aumentata peristalsi, i fluidi liberi addominali, l’intestino dilatato, l’ispessimento della parete intestinale, i linfonodi ingranditi, la dilatazione dell’arteria mesenterica superiore e della vena porta e la steatosi epatica. Alcuni segni sono molto specifici (aumento di volume della colecisti a digiuno, dei linfonodi mesenterici; versamento addominale) e altri molto sensibili (dilatazione intestinale e aumentata peristalsi), tanto che, se assenti, possono essere usati per l’esclusione diagnostica, specie se la probabilità pre test è bassa (Fraquelli 2006). In conclusione, oggi l’ecografia intestinale occupa un posto consolidato nella diagnosi della appendicite acuta atipica, soprattutto nel bambino. Per quanto riguarda il suo impiego nella patologia infiammatoria intestinale, però, non è al momento in grado di sostituire né la diagnostica per immagini a raggi X né quella endoscopica (utile per la conferma istologica). Va considerata sperimentale e non proponibile su larga scala come test di primo impiego. BIBLIOGRAFIA Ambrosini R et al. Inflammatory chronic disease of the colon: how to image. Eur J Radiol 2007; 61: 442. Fraquelli M et al. Accuracy of Ultrasonography in predicting celiac disease. Arch Intern Med 2004; 164: 169. Brennan GDG. Pediatric appendicitis: pathophysiology and appropriate use of diagnostic imaging. Can J Emerg Med 2006 ; 8: 425. Fraquelli M et al. Role of US in detection of Crohn Disease: meta-analysis. Radiology 2005; 236: 95. DoriaAS et al.USorCTfordiagnosis of appendicitis in children and adults?A meta-analysis. Radiology 2006; 241: 83. Fraquelli M et al. The role of ultrasonography in patients with celiac disease. World J Gastroenterol 2006; 12: 1001. Maconi G et al. Bowel ul- trasound in Crohn disease. Best Pract Res Clin Gastroenterol 2006; 20: 93. O’Malley ME et al. US of gastrointestinal tract abnormalities with CT correlation. Radiographics 2003; 23: 59. Terasawa T et al. Systematic review: computed tomography and ultrasonography to detect acute appendicitis in adults and adolescents. Ann Intern Med 2004; 141: 537. |