APPUNTI DI CHIMICA Tavola periodica Prof.ssa Patrizia Moscatelli Liceo Scientifico Statale Vito Volterra Pagina 1 di 13 1 . Primi tentativi di classificazione Fino al 1600 erano conosciuti solo pochi elementi, gli elementi “nativi”, come ferro, rame, oro, argento, mercurio, carbonio, piombo, arsenico e pochi altri. Gli alchimisti per rappresentarli usavano simboli astratti e complessi, estremamente variabili da luogo a luogo e nel tempo. Solo ai primi dell'ottocento (1803), lo scienziato inglese Dalton elaborò una prima teoria atomica (atomo di Dalton, indivisibile) e cercò di dare un ordine agli elementi allora conosciuti, organizzando una prima rudimentale tavola periodica, nella quale sistemò i vari atomi in base ai loro pesi atomici riferiti all'idrogeno (calcolati però in modo ancora rudimentale); Dalton cercò anche una rappresentazione più semplice degli atomi, inscrivendo in un cerchietto simboli diversi per i diversi elementi. Per tale lavoro e per il lavoro sulle leggi ponderali (legge delle proporzioni multiple) Dalton è detto “il padre della chimica”. Johann Wolfgang Döbereiner Fra i primi scienziati che tentarono di mettere ordine fra gli elementi noti vi fu il chimico tedesco Johann Wolfgang Döbereiner (1780-1849). Egli nel 1828 aveva osservato che il bromo, un elemento scoperto due anni prima, era dotato di proprietà che sembravano essere intermedie fra quelle del cloro e quelle dello iodio. Non solo si notava in questi tre elementi una graduale variazione di alcune proprietà come il colore e la reattività, ma si era osservato anche che il peso atomico del bromo si trovava a metà strada fra quello del cloro e quello dello iodio. Poteva trattarsi di una coincidenza? Döbereiner andò alla ricerca di altri gruppi di tre elementi le cui proprietà si disponessero secondo una variazione regolare e in effetti notò che si assomigliavano fra loro anche litio, sodio e potassio, magnesio, calcio e stronzio. Propose allora la "teoria delle triadi" ma non riuscì a catalogare tutti gli elementi allora conosciuti (poco più di cinquanta) in triadi e molte masse atomiche erano ancora incerte, pertanto il suo lavoro non fu molto apprezzato anche perchè questo tipo di classificazione non aveva carattere generale in quanto si limitava all'analisi separata di pochi gruppi di elementi. APPUNTI DI CHIMICA Tavola periodica Prof.ssa Patrizia Moscatelli Liceo Scientifico Statale Vito Volterra Pagina 2 di 13 Primo Congresso Chimico Internazionale Dopo i primi infruttuosi tentativi nella prima metà del diciannovesimo secolo ci si rese conto che sperare di mettere ordine fra gli elementi era illusorio, in quanto vi era molta confusione relativamente ai loro pesi e al numero degli atomi presenti all’interno dei composti tanto che, spesso per uno stesso composto, venivano proposte formule del tutto diverse. Per fare chiarezza sull’argomento si decise allora di organizzare una conferenza di chimici di tutta Europa. Nel 1860 fu pertanto indetto, per la prima volta nella storia della scienza, un convegno internazionale che prese il nome di Primo Congresso Chimico Internazionale e si tenne a Karlsruhe in Germania. Vi presero parte circa centotrenta delegati i quali tuttavia si limitarono a discutere problemi generali della chimica che non portarono ad alcuna decisione positiva. In mezzo a tanto grigiore ebbe però notevole successo la relazione di Stanislao Cannizzaro, professore di chimica presso la Regia Università di Genova, il quale difese il principio di Avogadro (1811) che affermava: - Volumi uguali di gas diversi, nelle stesse condizioni di pressione e temperatura contengono lo stesso numero di molecole. Sulla base di tale principio Cannizzaro determinava il peso atomico degli elementi, rapportandolo con quello dell’idrogeno preso come riferimento. Tale metodo permetteva di raggiungere risultati estremamente precisi. Alla fine del congresso, quando i chimici si accinsero a tornare ai loro paesi nello stesso stato di confusione di idee di quando erano arrivati, Cannizzaro distribuì le dispense che utilizzava durante il corso di chimica che teneva a Genova. In esse erano espressi chiaramente i risultati a cui si sarebbe pervenuti accettando l’ipotesi di Avogadro nella sua totalità. “Fu come se un velo mi fosse calato dagli occhi – commentò il celebre chimico tedesco Julius Lothar Meyer (1830-1895), – sparirono in me tutte le incertezze e al loro posto subentrava la chiarezza piena di armonia”. J. A. Reina Newlands E fu proprio in seguito ai risultati scaturiti dal Congresso di Karlsruhe che il chimico inglese J. A. Reina Newlands (1837-1898) propose un sistema di classificazione basato sul peso atomico. Egli, disponendo gli elementi per peso atomico crescente, aveva notato che, con cadenza regolare, ad ogni otto di essi si ripetevano proprietà simili. Newlands, che aveva avuto un’educazione musicale, chiamò questa relazione "Legge delle ottave" per analogia con la scala musicale in cui l'ottava nota dà una percezione simile alla prima. Disponendo gli elementi in colonne verticali di sette unità quelli simili si venivano a trovare sistemati sulle stesse righe orizzontali. Il potassio, ad esempio, veniva a trovarsi vicino al sodio, il cloro cadeva sulla stessa riga APPUNTI DI CHIMICA Tavola periodica Prof.ssa Patrizia Moscatelli Liceo Scientifico Statale Vito Volterra Pagina 3 di 13 di bromo e iodio e il magnesio si sistemava a fianco del calcio. In altre parole, le triadi scoperte da Döbereiner si posizionavano spontaneamente su righe orizzontali. La sua proposta però venne accolta con scetticismo, da qualcuno addirittura ridicolizzata, e alla fine fu scartata, anche perché non tutte le righe contenevano elementi con proprietà effettivamente simili. Tale classificazione conteneva invece il germe del criterio ordinatore che in seguito si sarebbe dimostrato quello giusto e infatti, molti anni più tardi, quando la Tavola Periodica di Mendeleev era stata universalmente accettata, il lavoro del chimico inglese ebbe riconoscimento ufficiale. Julius Lothar Meyer Non conseguì miglior fortuna il chimico tedesco Meyer il quale, mettendo in correlazione la massa atomica con i volumi atomici (in pratica con le dimensioni degli atomi), ottenne un grafico nel quale un certo numero di proprietà fisiche relative ai singoli elementi si ripetevano con regolarità. Il grafico difatti presentava con regolarità picchi massimi e minimi e gli elementi che occupano sia i punti di valore massimo che quelli minimi mostravano comportamenti chimici analoghi. Purtroppo Meyer non riuscì però a spiegarne il motivo. Nel rispetto comunque di tale periodicità riscontrata, ordinò gli elementi conosciuti rispettando la massa atomica crescente e lasciando spazi vuoti per quelli non conosciuti. Il suo lavoro, per un ritardo nella pubblicazione, fu noto solo nel 1870: troppo tardi, perché un anno prima il chimico russo Dimitri Ivanovich Mendeleev (1834-1907) aveva pubblicato un lavoro analogo. Dmitrij Ivanovič Mendeleev Nel 1869 infatti Mendeleev pubblicò la sua "Tavola Periodica", una costruzione scientifica che rappresentò un lavoro di enorme importanza sia dal punto di vista pratico che teorico. - Pratico perchè l'opera di Mendeleev costituì la base della chimica moderna, fornendo non solo un quadro sintetico di tutti gli elementi noti, ma considerando anche analogie e differenze di comportamento in modo schematico Teorico per il modello di indubbio valore e significato scientifico. (Si consideri che venne prodotta quando le conoscenze sulla struttura intima della materia erano APPUNTI DI CHIMICA Tavola periodica Prof.ssa Patrizia Moscatelli Liceo Scientifico Statale Vito Volterra Pagina 4 di 13 ancora molto scarse) Il merito della scoperta della Tavola Periodica venne attribuito a Mendeleev invece che a Meyer non già per una semplice questione legata al ritardo della pubblicazione da parte dell’editore, ma per l’uso sensazionale che il chimico russo seppe fare del suo lavoro. Egli, con i pochi dati di osservazione di cui disponeva, dimostrando però doti di intuito veramente sorprendenti, riuscì ad ordinare i sessantatre elementi chimici noti a quel tempo in modo logico e coerente. Dallo schema proposto da Mendeleev trasse poi origine tutta una serie di applicazioni e di ricerche chimiche di gran lunga superiore alle poche nozioni sperimentali su cui il sistema stesso era stato edificato. Si riconosce a Mendeleev di: 1) aver pensato, come effettivamente sarà, che le righe (periodi) non avrebbero dovuto avere tutte la stessa lunghezza 2) aver per prima cosa considerato le proprietà chimiche degli elementi, nella loro effettiva distribuzione lungo le righe, anche quando questa disposizione appariva in contrasto con l’ordine di massa atomica 3) aver previsto l’esistenza e alcune proprietà di scoperti elementi chimici allora non ancora 2 . Il sistema periodico di Mendeleev Mendeleev, disponendo gli elementi in funzione del loro peso atomico crescente, notò che si venivano a formare spontaneamente, ad intervalli fissi e ricorrenti, gruppi di essi con proprietà chimiche e fisiche comuni. Mendeleev racconta di avere scritto le proprietà degli atomi (densità, peso atomico, temperature di fusione e ebollizione) su cartoncini, e di avere riflettuto continuando a mescolare i cartoncini nei suoi viaggi in treno in Russia, facendo una sorta di “solitario chimico”, come lo chiamava lui, alla ricerca di una qualche correlazione. Fu però solo dopo il convegno di Karlsruhe nel 1860, grazie al metodo utilizzato da Cannizzaro, che Mendeleev riuscì, con grande pazienza, a misurare i pesi atomici esatti di molti elementi ed a organizzarli: si dice che Mendeleev la notte del 16 febbraio 1869 abbia sognato gli atomi fino ad allora conosciuti (circa una sessantina) disposti in una grande tavola, e il giorno dopo elaborò la sua prima tavola, ordinando gli elementi per gruppi nel rispetto di proprietà simili. Ad esempio pose il sodio sotto il litio ed il potassio sotto il sodio, e così via. Da allora si riscontrarono moltissime proprietà periodiche, ragion per cui la tavola periodica è chiamata “tavola periodica degli elementi” o “tavola di Mendeleev”, in onore allo scienziato. La tavola periodica di Mendeleev ordinava ancora gli elementi in base alla massa atomica (ossia a quante volte pesavano di più rispetto all'idrogeno), e li incolonnava in base alle caratteristiche simili privilegiando però, in alcuni casi, le analogie del APPUNTI DI CHIMICA Tavola periodica Prof.ssa Patrizia Moscatelli Liceo Scientifico Statale Vito Volterra Pagina 5 di 13 gruppo rispetto al peso. Ciò voleva dire che inconsapevolmente lo scienziato russo suggeriva (nonostante come già detto non si sapesse nulla in quel periodo della struttura atomica) che l'atomo non poteva considerarsi un semplice blocchetto di materia inerte, ma doveva possedere una struttura interna ordinata, poiché solo in questo modo si potevano giustificare le variazioni graduali delle proprietà chimiche e fisiche degli elementi al crescere del loro peso. Per esempio, litio, sodio e potassio, che stanno su righe diverse, ma nella stessa colonna, hanno proprietà simili, che non possono essere spiegate appellandosi semplicemente al crescere del loro peso. Per capire come Mendeleev operò nella classificazione, confrontiamo la sequenza degli elementi in una tavola periodica moderna e in quella di Mendeleev. I II III IV V VI VII VIII H Li Be B C N O F Na Mg Al Si P S Cl K Ca Sc Ti V Cr Mn Fe Co Ni Cu Zn Ga Ge As Se Br TAVOLA MODERNA I II III IV V VI VII VIII He Ne Ar Kr e e e valenza 1 valenza 2 valenza 3 valenza 4 0 H Li Na K Cu H He elem.di transizione Be B C N O F Ne e valenza 1 Mg Al Si P S Cl Ar e valenza 2 Ca Sc Ti V Cr Mn Fe Co Ni e valenza 3 Zn Ga Ge As Se Br Kr valenza 4 TAVOLA di MENDELEEV Nella prima riga pose da solo l’idrogeno, nella seconda i sette elementi Li, Be, B, C, N, O, F nel rispetto della massa atomica crescente. Aveva notato che il Litio reagiva una sola volta con l’Idrogeno (aveva quindi valenza uno. A quell’epoca per valenza si intendeva quante volte un elemento reagiva con un atomo di idrogeno). Il Berillio aveva valenza due, il Boro tre, il Carbonio quattro. Dopo tale valore la valenza andava a decrescere. L’Azoto quindi tre, l’Ossigeno due, il Fluoro uno. Gli elementi successivi Na, Mg, Al, Si, P, S, Cl venivano disposti in terza fila rispettando le analogie di valenza con quelli della colonna di appartenenza: così il Sodio (Na) sotto il Litio in quanto aveva valenza uno, il Magnesio (Mg) sotto il Berillio per la valenza due e via dicendo. Al quarto periodo il Potassio (K) sotto il sodio, il Calcio (Ca) sotto il Magnesio, lo Scandio (Sc) ancora non si conosceva ed il Titanio (Ti) a valenza quattro non si allineava sotto l’alluminio, pertanto Mendeleev lasciò uno spazio vuoto, proseguendo con Ti, V, Cr, Mn. La triade ferro, nichel e cobalto presentava caratteristiche fisiche e chimiche tanto simili da indurre il chimico russo a sistemarli tutti e tre in un'unica casella, dopo il manganese, inaugurando, in questo modo, un'ottava colonna. Lo studio accurato di questi tre elementi e dei loro composti lo indusse inoltre ad invertire di posto nichel e cobalto, sistemando nell'ottava colonna i tre elementi nel seguente ordine: ferro, cobalto e nichel. Il criterio di privilegiare le caratteristiche chimiche piuttosto che la sequenza crescente delle masse atomiche fu applicato anche in altri casi come ad esempio per lo iodio ed il tellurio. Dopo la triade venivano in sequenza rame (Cu) e zinco (Zn) che furono ordinati rispettivamente al primo e secondo gruppo, nel rispetto del APPUNTI DI CHIMICA Tavola periodica Prof.ssa Patrizia Moscatelli Liceo Scientifico Statale Vito Volterra Pagina 6 di 13 criterio di valenza già adottato, anche se le caratteristiche di questi elementi erano molto lontane da quelle del gruppo di appartenenza. Pose di seguito due spazi vuoti per gli elementi allora sconosciuti Gallio e Germanio e completò il periodo con As, Se e Br. Questa iniziale classificazione fu successivamente rettificata perché gli elementi dallo scandio allo zinco, in tutto dieci, male si incolonnavano nei sette gruppi iniziali, pertanto Mendeleev ritenne opportuno spostare leggermente detti elementi, sdoppiando in pratica ciascun gruppo in due sottogruppi. Agli elementi di questo secondo gruppo fu dato il nome di elementi di transizione. Un’ulteriore conferma della validità del Sistema Periodico di Mendeleev si ebbe quando vennero scoperti gli elementi mancanti per i quali era stata già prevista la sistemazione. Questi elementi vennero chiamati scandio (Sc) (nominato da Mendeleev l’eka-boro perché reagiva tre volte con l’idrogeno come il boro), gallio (Ga) (l’ekaalluminio) e germanio (Ge) (l’eka-silicio) in onore della patria dei loro scopritori, rispettivamente la Scandinavia, la Francia e la Germania. Negli anni a seguire vennero scoperti nuovi elementi chimici tra cui alcuni gas nobili come (He, Ne e Ar), e quindi venne aggiunto alla tavola periodica il gruppo O, dove in seguito vennero situati tutti i gas nobili che via via vennero scoperti. 3 . Il sistema periodico in forma moderna La moderna Tavola Periodica degli elementi è stata ottenuta tenendo conto anche delle conoscenze della struttura atomica effettuate all'inizio dello scorso secolo. Essa ricalca, nelle linee essenziali, la precedente Tavola di Mendeleev, conservando la suddivisione in periodi e gruppi, ma si arricchisce ulteriormente di una struttura a blocchi. Nel 1968 Seaborg scorporò dalla tavola gli elementi delle terre rare (lantanidi ed attinidi), dandole la struttura moderna. Molti elementi vengono tutt'ora scoperti, generandoli per pochi secondi negli acceleratori di particelle (Acceleratore Lhc di Ginevra), anche se sono fortemente instabili e riescono a sopravvivere solo per pochi secondi. La tavola periodica è organizzata in colonne dette gruppi ed in righe dette periodi. Lungo ogni gruppo troviamo elementi che presentano caratteristiche chimico fisiche analoghe, e questo è ovvio se consideriamo che hanno stessa configurazione elettronica esterna; così gli elementi del primo gruppo avranno un solo elettrone all’ultimo livello, quelli del secondo due, quelli del terzo tre… Il periodo invece corrisponde all’ultimo livello energetico occupato dagli elettroni, chiaramente va da uno a sette, analogamente con il numero quantico principale n. Gli elementi sono ordinati per numero atomico crescente, cioè dall’idrogeno che ha un solo elettrone all’elio che ne ha due, al litio che ne ha tre e via dicendo. APPUNTI DI CHIMICA Tavola periodica Prof.ssa Patrizia Moscatelli Liceo Scientifico Statale Vito Volterra Pagina 7 di 13 Come gli elettroni rispettano i criteri energetici per il riempimento degli orbitali, così nella tavola troveremo a sinistra lungo la prima e seconda colonna (primo e secondo gruppo) gli elementi che riempiono il sottolivello s, a destra quelli che riempiono il sottolivello p, al centro quelli che riempiono i sottolivelli d ed f. I gruppi vengono indicati in due modi diversi, o con i numeri arabi, pertanto partendo da sinistra la numerazione procede da 1 a 18, oppure con numeri arabi seguiti dalla lettera A o B. I blocchi “s” e “p” vengono numerati da IA ad VIIIA partendo da sinistra, quelli “d” da IB ad VIIIB. Per la numerazione del blocco B c’è da fare una nota. Si inizia con il IIIB, in quanto gli elementi di tale colonna come quelli del gruppo IIIA perdono facilmente tre elettroni, segue il IVB per l’analogia con gli elementi del gruppo IVA in quanto facilmente gli elementi di tale colonna perdono quattro elettroni, così via fino al VIIB. L'VIIIB comprende le tre colonne del Fe-Co-Ni, data la similitudine tra i tre, come già indicato da Mendellev, segue il IB i cui elementi tendono a perdere 1 elettrone e IIB che tende a perderne due. Nomi particolari di gruppi e periodi Nella tavola alcuni gruppi hanno anche nomi particolari, che derivano dalla storia della chimica. Gli elementi del I gruppo sono detti anche “metalli alcalini”, metalli in quanto facilmente cedono elettroni dell’ultimo livello, alcalini per il loro carattere basico. Sono presenti nelle pile alcaline (es. Na, Li); quelli del II gruppo “metalli alcalino-terrosi” per l'abbondanza nella terra (es. calcare); quelli del III gruppo “terrosi”; “pnicogeni” da generatori di asfissia; “calcogeni” dal greco rame o ottone in quanto tali metalli si ricavavano da ossidi e solfuri, quelli del VII gruppo “alogeni” , termine che in greco significa “generatori di sali”, infatti molti sali come il sale da cucina, cloruro di sodio, derivano dalla facile reazione di questi elementi con diversi metalli. Infine gli elementi APPUNTI DI CHIMICA Tavola periodica Prof.ssa Patrizia Moscatelli Liceo Scientifico Statale Vito Volterra Pagina 8 di 13 dell' VIII gruppo “gas nobili” (o gas inerti, per la scarsa tendenza a combinarsi con altri elementi. I II EL. TRANSUR. III IV V VI VII VIII * ° 1 2 3 4 5 6 7 * ° 6 LANTANIDI (TERRE RARE) 7 ATTINIDI U PERIODO PICCOLISSIMO PERIODO PICCOLO PERIODO PICCOLO PERIODO LUNGO PERIODO LUNGO PERIODO LUNGHISSIMO P.LUNGHISSIMO (INCOMPL.) I periodi non hanno nomi particolari a parte: - i metalli del blocco d, che sono detti “elementi di transizione”, perché presentano proprietà intermedie agli elementi dell'estrema destra e sinistra della tavola - Gli elementi del blocco f, che sono detti “elementi di transizione interni”. In tale blocco si evidenziano due periodi: lantanidi detti anche elementi delle “terre rare” e gli attinidi in quanto seguono rispettivamente il lantanio e l’attinio, inserendosi quindi al sesto e settimo periodo. Il primo periodo è detto piccolissimo (o cortissimo) ed è formato di soli due elementi, l'idrogeno e l'elio; nei rispettivi atomi gli elettroni occupano l'orbitale s del primo livello energetico. Il secondo e terzo periodo sono detti piccoli (o corti) e sono formati di otto elementi ciascuno. Nei rispettivi atomi gli elettroni occupano i tre orbitali p del secondo e del terzo livello energetico, oltre che gli orbitali di tipo s più interni. Entrambi questi periodi iniziano con un metallo alcalino (litio e sodio, rispettivamente) e terminano con un gas inerte (neo e argo), con configurazione elettronica esterna s²p6, identica per entrambi. Seguono due grandi (o lunghi) periodi di 18 elementi ciascuno. Il primo di questi (il quarto in assoluto) inizia con il potassio (metallo alcalino) e termina con il kripto (gas nobile), mentre il secondo (il quinto in assoluto) va dal rubidio (metallo alcalino) allo xeno (gas nobile). In queste successioni di atomi, tra gli orbitali s e p, si inseriscono gli orbitali di tipo d che possono accogliere 10 elettroni. Ad essi corrispondono 10 elementi: i cosiddetti elementi di transizione. Si ricorderà che nella rappresentazione di Mendeleev gli elementi di transizione si trovavano in posizione atipica, mentre ora, come si può vedere, risultano organicamente inquadrati fra gli altri. Il sesto periodo viene designato con il nome di grandissimo (o lunghissimo) e contiene 32 elementi. Qui compaiono atomi che presentano elettroni sugli orbitali di tipo f. Gli orbitali di tipo f sono 7 e possono accogliere complessivamente 14 elettroni. Ad essi corrispondono 14 elementi, i cosiddetti Lantanidi, che presentano caratteristiche molto simili fra loro, tanto che a rigore dovrebbero occupare tutti la stessa casella, cioè quella del lantanio, il 57° elemento. Le terre rare, o lantanidi, costituiscono una serie di elementi che in questi ultimi anni stanno assumendo grande importanza commerciale e industriale per la produzione di magneti permanenti, di componenti dei televisori, di telefoni cellulari, ecc… Per esempio, l'indio è utilizzato per smartphone e pannelli fotovoltaici. APPUNTI DI CHIMICA Tavola periodica Prof.ssa Patrizia Moscatelli Liceo Scientifico Statale Vito Volterra Pagina 9 di 13 La lampadina a risparmio energetico illumina perché ha un rivestimento interno di lantanio, cerio, europio e terbio. Il lantanio viene utilizzato anche per obiettivi di macchine fotografiche ed altre lenti (vedi immagine dove operaio della Mongolia versa il lantanio). Lo schermo touch-screen è possibile grazie all'indio, che è trasparente e, contemporaneamente, conduce l'elettricità; pesa poco perchè c'è l'afnio utilizzato per chip sempre più piccoli e il tantalio per immagazzinare l'energia. Il televisore è a colori grazie all'europio (dà il rosso e il blu), il terbio (giallo e verde) con la collaborazione dell'ittrio. Il personal computer è così sottile e leggero, grazie al neodimio per i magneti, il tantalio per conservare energia, il disprosio per l'hard disc. E le tonnellate di bit che si ricevono le dobbiamo soprattutto all'erbio che accelera le comunicazioni via fibra ottica. La loro nomenclatura non deve in ogni caso trarre in inganno, in quanto le terre rare non sono poi così introvabili sulla superficie terrestre. In genere questi minerali, sono difficili da estrarre sia perché necessitano di procedure inquinanti per la loro raffinazione, sia perché sono mischiati ad elementi radioattivi. Per questo motivo nei Paesi occidentali è stata sospesa la loro estrazione, mentre la Cina (solo quest’ultima è disposta ad affrontare i costi e i vincoli di inquinamento ambientale che comporta l’estrazione) ha aumentato la propria produzione divenendo un Paese monopolista a livello globale. E’ per tale motivo che le sorti attuali dell’approvvigionamento mondiale di terre rare, sono in buona misura legate al monopolio cinese dell’estrazione e della produzione di questi minerali. Questa situazione, nell’arco di un decennio, sta diventando insostenibile in quanto la Cina utilizza il monopolio acquisito come arma economica nei confronti degli altri concorrenti. Inoltre, innalzando i prezzi delle terre rare, il Paese asiatico intende preservare le sue riserve. Vi sono quindi ragioni di tipo politico ed economico che spingono diversi Paesi tra cui Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud ed Unione Europea, alla ricerca di fonti alternative a questi materiali. Oltre che negli stessi Stati Uniti, le ricerche di fonti alternative di terre rare si stanno concentrando in Brasile, in alcuni Paesi asiatici come il Vietnam, e in Australia L'ultimo periodo, il settimo, è detto incompleto perché dovrebbe contenere 32 elementi come quello precedente, ma per il momento risulta monco. Esso inizia, come tutti gli altri periodi con un metallo alcalino, il francio, ma termina prima di arrivare al gas nobile, elemento che dovrebbe avere il numero 118. 4 . Proprietà periodiche nella tavola Si analizzeranno nella tavola le variazioni di volume, di energia e di reattività degli elementi lungo i gruppi ed i periodi. APPUNTI DI CHIMICA Tavola periodica Prof.ssa Patrizia Moscatelli Liceo Scientifico Statale Vito Volterra Pagina 10 di 13 Raggio atomico Procedendo lungo un gruppo il raggio atomico aumenta. Ciò è ovvio se si pensa che lungo un gruppo aumenta il livello energetico, gli elettroni sono quindi più lontani dal nucleo. Lungo un periodo invece il volume diminuisce. Ci muoviamo nell’ambito dello stesso livello energetico, ma proseguendo verso destra, aumentano gli elettroni da elemento ad elemento. Allo stesso tempo aumentano anche le cariche positive del nucleo, che esercitano un’attrazione sempre maggiore nei riguardi degli elettroni esterni. Nel passaggio da specie atomica neutra a ione positivo o catione il volume diminuisce, perché non solo aumenta l’attrazione del nucleo nei riguardi degli elettroni che sono in numero minore, ma anche perché spesso l’atomo elimina tutti gli elettroni del livello esterno. In questo modo lo ione acquisisce una maggiore stabilità in quanto mantiene una configurazione elettronica estena completa al livello energetico inferiore. Nel passaggio da specie atomica neutra a ione negativo o anione il volume aumenta, in quanto i protoni, inferiori di numero agli elettroni, esercitano su questi una forza attrattiva minore. Energia di ionizzazione Si definisce energia di ionizzazione o potenziale di ionizzazione l’energia necessaria per allontanare uno o più elettroni dal livello energetico esterno. Lungo un gruppo, come abbiamo già detto, il volume atomico aumenta. Gli elettroni, con il crescere del numero atomico ocupano livelli a contenuto energetico sempre maggiore e quindi a distanze dal nucleo crescenti. L’azione attrattiva dei protoni APPUNTI DI CHIMICA Tavola periodica Prof.ssa Patrizia Moscatelli Liceo Scientifico Statale Vito Volterra Pagina 11 di 13 agisce quindi con minore intensità, pertanto allontanare l’elettrone esterno risulta sempre meno dispendioso sotto il profilo energetico. Lungo il periodo, la diminuzione del volume è responsabile di una maggiore forza attrattiva del nucleo. L’energia di ionizzazione richiesta aumenta man mano che il volume atomico si riduce. Possiamo affermare che l’energia di ionizzazione è pertanto inversamente proporzionale al volume. I gas perfetti, avendo l’ultimo livello energetico completo, hanno una stabilità che contrasta l’allontanamento degli elettroni, pertanto richiedono un’altissima energia di ionizzazione. Si definisce energia di seconda o di terza ionizzazione l’energia che occorre per allontanare un secondo o un ulteriore terzo elettrone. E’ chiaro che, per uno stesso elemento, l’energia di seconda o terza ionizzazione aumenta con l’aumentare degli elettroni sottratti al guscio esterno, in quanto, avendo già sottratto un elettrone, la specie non si presenta più neutra ma con carica positiva, pertanto le operazioni successive di allontanamento degli elettroni, risulteranno sempre più difficili. Elettronegatività Si definisce elettronegatività la capacità che ha un atomo di attirare a sé gli elettroni di legame. A differenza dell’energia di ionizzazione e dell’affinità elettronica che sono proprietà periodiche riguardanti una specie isolata, qui l’elettronegatività riguarda specie associate e quindi entità che non sono singole. Nelle specie isolate gli elettroni girano in orbitali atomici, quando contraggono un legame mettendo in comune gli elettroni dell’ultimo livello, gli elettroni ruoteranno intorno a tutta la molecola e quindi in orbitali molecolari. Gli elettroni condivisi ruotando intorno alle due specie chimiche saranno attratti dal nucleo più vicino rispetto a quello più lontano e quindi dall’elemento a volume atomico minore. Diremo quindi che lungo un gruppo l’elettronegatività diminuisce, lungo un periodo aumenta. E’ inversamente proporzionale al volume come nel caso del potenziale di ionizzazione. Dobbiamo però fare attenzione. Le scale che riportano i valori di elettronegatività sono basate sul confronto di molecole biatomiche associate con l’idrogeno. Si prende l’idrogeno come riferimento per il suo valore intermedio di elettronegatività tra metalli e non metalli (2,1 sulla scala di Pauling). Qualora dovessero legarsi specie chimiche diverse dall’idrogeno, la scala va utilizzata qualitativamente, cioè permetterà di capire quali tra i due elementi ha più elettronegatività, ma non rispetterà quantitativamente i valori riportati dalla tavola dato che l’elettronegatività di un elemento varia a seconda di quali e quanti elementi gli sono legati. Secondo le modalità descritte di variazione di elettronegatività nella tavola, possiamo affermare che gli elementi meno APPUNTI DI CHIMICA Tavola periodica Prof.ssa Patrizia Moscatelli Liceo Scientifico Statale Vito Volterra Pagina 12 di 13 elettronegativi saranno posizionati in basso a sinistra e quelli più elettronegativi in alto a destra (Non si considerano i gas perfetti che hanno elettronegatività zero). I comportamenti risultano più sfumati nelle zone centrali ed in quelle di confine tra metalli e non metalli. I metalli saranno sempre caratterizzati da bassa elettronegatività e i non metalli da alta. Affinità elettronica E’ l’energia sviluppata quando un atomo accetta un elettrone. Un valore positivo dell’affinità elettronica indica che tale energia viene rilasciata quando l’elettrone si lega a un atomo, mentre un valore negativo dice che per aggiungere l’elettrone all’atomo è necessario fornire energia. La figura mostra come varia l’affinità elettronica nell’ambito dei gruppi e dei periodi; si noterà che l’andamento è meno chiaramente periodico rispetto ai casi del raggio e dell’energia di ionizzazione. La tendenza è comunque percepibile, fatta eccezione per i gas nobili: le affinità elettroniche decrescono lungo un gruppo e aumentano lungo un periodo, difatti sono più elevate verso la porzione superiore destra della tavola periodica. Il motivo è legato alla configurazione elettronica esterna oltre alla distanza dell’elettrone dal nucleo. E’ chiaro che più l’elettrone è vicino al nucleo e maggiore sarà la tendenza di accettarlo, l’atomo in questo caso si stabilizza portandosi a bassi livelli energetici, cioè cedendo energia. Parallelamente va considerato che, se ad un elemento manca un elettrone per completare il livello l’atomo avrà una maggiore tendenza ad accettarlo. L’andamento difatti è particolarmente visibile nella parte superiore in prossimità dell’ossigeno, dello zolfo e degli alogeni. I gas nobili manifestano affinità elettronica negativa perché un elettrone che vi si addizioni dovrà occupare un orbitale esterno a un livello completo e lontano dal nucleo: tale processo richiede energia, e quindi l’affinità elettronica risulta negativa. Gli atomi del gruppo 16/VI co-me O o S hanno due singoletti negli orbitali p del proprio strato di valenza e possono perciò accettare ben due elettroni. L’affinità elettronica primaria è positiva, perché nel momento in cui l’elettrone si lega a O o a S si libera energia. Al contrario, l’aggiunta del secondo elettrone richiede energia, a causa della repulsione esercitata dalla carica negativa già presente in O– e in S–. Di fatto, quando all’atomo (neutro) O si lega il primo elettrone formando O–, si liberano 141 kJ · mol–1, mentre occorrono 844 kJ · mol–1 per aggiungere il secondo elettrone e formare O2–; in ultima analisi, per formare O2– da O occorrono 703 kJ · mol–1. APPUNTI DI CHIMICA Tavola periodica Prof.ssa Patrizia Moscatelli Liceo Scientifico Statale Vito Volterra Pagina 13 di 13 Carattere metallico Un'altra proprietà che nella tavola varia con periodicità è il carattere metallico. In chimica il carattere metallico è la capacità di un elemento di cedere elettroni, pertanto aumenta lungo un gruppo e diminuisce lungo il periodo essendo direttamente proporzionale al volume. Hanno quindi bassa affinità elettronica e basso potenziale di ionizzazione. CARATTERISTICHE DEI METALLI E DEI NON METALLI Metalli Non metalli Proprietà fisiche Buoni conduttori di calore e elettricità Cattivi conduttori di calore e elettricità Malleabili Non malleabili Duttili Non duttili Lucenti Non lucenti Generalmente solidi Solidi, liquidi o gas Alti punti di fusione Bassi punti d fusione Poco volatili Volatili Proprietà chimiche Reagiscono con gli acidi Non reagiscono con gli acidi Formano cationi Formano anioni Sono metalli quindi gli elementi del primo e secondo gruppo e gli elementi di transizione. Non metalli quelli dal IV al VII. Una prova del fatto che scendendo nel gruppo il carattere metallico aumenta è lo stato fisico degli alogeni, gli elementi del VII gruppo: scendendo nel VII gruppo si passa infatti dal fluoro e cloro (gassosi, tipici non metalli) al bromo (liquido) allo iodio un solido metallico, anche se ancora con forte carattere non metallico. Gli elementi del III gruppo hanno carattere intermedio , pertanto sono definiti semimetalli o anfoteri. La linea “a gradini”, un po' calcata, detta “linea degli anfoteri”, divide i metalli (a sinistra) dai non metalli (a destra). Tutti gli elementi che toccano tale linea sono detti “anfoteri” o “semimetalli”,