Diapositiva 1 - FISIOTERAPIA

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CONTROLLO DEL MOVIMENTO E
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Organizzazione centrale normale di movimento, postura, tono ed equilibrio
ENCEFALO
VIE CENTRALI
FUNZIONE
MOTORIA
AZIONI
MUSCOLARI
Fascio piramidale
Via motrice
cortico spinale
diretta
Movimento
volontario
selettivo
(precisione)
Piccoli ms. della
mano (movimento
fine)
NEOCEREBELLO
Emisferi cerebellari e
nucleo denticolato
Movimento
volontario globale
ms. poliarticolari
(ruolo balistica)
catene cinetiche
muscolari
V.extrapiramidali
pallidali e sotto
ottico striate
PALEOCEREBELLO
Verme, globulo e
flocculo
Motricità
automatica
antigravitaria e
posturale
ms. monoarticolari
(sostegno
intersegmentario)
coppie mm.
antagonisti
V.extrapiramidali
del tronco
ARCHICEREBELLO
Nucleo fastigiale
Regolazione tonica
dell’equilibrio
ms. assiali e
cinturali
Neoencefalo
CORTECCIA
CEREBRALE
Area motrice
primaria
(Area 4)
Aree motrici
associative
(Aree 6,5,7,21 e
22)
Paleoencefalo
Nuclei grigi
cerebrali centrali
Archiencefalo
Tronco cerebrale
sostanza
reticolare,
nucleo vestibolare
MOVIMENTO
CERVELLETTO
regolazione
Fasci cortico
pontini
POSTURA
TONO
EQUILIBRIO
“Organigramma” del movimento volontario
Motricità volontaria selettiva
Motricità volontaria globale
A
B
Regolazione
posturale
D
N.Grigio centrale (striato)
C
Neostriato (Putamen)
midollo
Regolazione
temporo
spaziale
Paleostriato (Pallido)
A- mesencefalo
B- ponte
Via cortico reticolo spinale
tronco cervello
Corteccia cerebrale
Regolazione tonico
posturale facilitatoria
Regolazione
tonico posturale
inibitoria
Cervelletto
C- midollo allungato
Tronco cerebrale
D- cervelletto
Neocerebello
Paleocerebello
Archicerebello
Equilibrio
Fascio reticolo
spinale laterale
(nel midollo)
App.Vestibolare
Midollo
spinale
Fascio Piramidale
Vie Extra-Piramidali
SINDROMI MOTORIE
3 tipi di motilità
•volontaria
•automatica
•riflessa
2 tipi di controllo del movimento
•segmentale (unità motoria)
•encefalico
Controllo segmentale del movimento
Unità motoria.
3 CLASSI (tipi):
- Classe I: fibre rosse, prevalentemente aerobie e ricche di
mitocondri (slow oxidative); muscolo soleo
- Classe II B: fibre bianche anaerobie, più grandi, a
contrazione più veloce e sviluppanti tensione maggiore. Rapida
fatica (fast fatiguing); muscoli oculari estrinseci.
- Classe II A: fibre intermedie, aerobie ed anaerobie,
resistenti alla fatica (fast resistant).
Controllo segmentale del movimento
Reclutamento delle UM:
Modulazione di reclutamento (sommazione spaziale) +
Modulazione di frequenza (sommazione temporale).
Muscoli distali: soprattutto modulazione di frequenza (9-40 Hz)
Muscoli prossimali: modulazione spaziale (10-25 Hz).
Iniziale reclutamento di unità piccole; successivamente le più grandi,
meno resistenti alla fatica (principio dimensionale di Henneman).
Tetano.
Controllo segmentale del movimento
Tono muscolare:
la sensazione di resistenza apprezzata
dall’esaminatore alla mobilizzazione
passiva degli arti.
!! ATTENZIONE alla duplice componente:
elasticità intrinseca dei muscoli; riflesso di
stiramento.
Controllo segmentale del movimento
Funzione trofica:
lesioni del motoneurone alfa causano
riduzione di volume o trofismo del
muscolo (l' atrofia da non uso arriva solo
al 25-30%) per perdita dell’influenza
trofica dell’innervazione motoria.
CONTROLLO ENCEFALICO
•Aree motorie corticali e vie discendenti.
•Motoneuroni spinali: localizzati nel grigio
laterale o mediale.
-Mediali: innervano muscoli assiali di collo e tronco
-Laterali: arti, rispettivamente prossimali (sezione
mediale) e distali (sezione laterale).
CONTROLLO ENCEFALICO
Sistemi di fibre discendenti:
-Laterale: comprende sistema corticospinale laterale
e rubrospinale, innervante soprattutto muscoli distali e
direttamente sotto controllo corticale,
- Mediale: nel cordone ventro-mediale, innervante
muscoli prossimali e assiali; dipende dal tronco-encefalo
e controlla postura e deambulazione: fasci vestibolospinale, corticospinale ventrale, reticolo-spinale e tettospinale. Controllo corticale indiretto attraverso fasci
cortico-vestibolari, cortico-reticolari e cortico-tettali.
CONTROLLO ENCEFALICO
Sistema laterale.
Fascio piramidale: I neurone di moto,
origine nello strato V della corteccia
CONTROLLO ENCEFALICO
Sistema laterale.
Fascio piramidale: 1 milione di fibre,
1/3 da area 4 (motoria primaria)
1/3 area 6 (premotoria)
il resto da aree 1, 2, 3 (post-centrali)
e 5 (parietale posteriore).
CONTROLLO ENCEFALICO: sistema laterale
Fascio piramidale:
in realtà cortico-tronco-encefalico per i
nuclei III, IV, VI, V, VII superiore, IX,
X, XI: tutti a innervazione piramidale
bilaterale!
A livello midollare, innervante soprattutto
muscoli flessori.
CONTROLLO ENCEFALICO: sistema laterale
Fascio rubro-spinale:
dal nucleo rosso discende, dopo
decussazione, nel cordone laterale.
Controllo soprattutto dei muscoli
flessori.
CONTROLLO ENCEFALICO:
sistema ventro -mediale
Fascio piramidale diretto + vestibolospinale (dal nucleo di Deiters) ipsilaterale
(influenze labirintiche), + reticolo-spinale dal
ponte, tutti nel cordone ventrale.
Facilitanti sul tono muscolare, con eccitazione sui
muscoli estensori (ma reticolospinale laterale dal
bulbo è inibitorio)
Tetto-spinale dal collicolo superiore: presente
soprattutto nel midollo cervicale, controlla
spostamenti di capo ed occhi rispetto a stimoli uditivi
e visivi.
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni della
MOTRICITÀ VOLONTARIA
Alterazioni del
TONO
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni della MOTRICITÀ VOLONTARIA
IPOSTENIE
Paralisi centrale (del I neurone di moto).
Paralisi periferica (del II neurone di moto)
Paralisi muscolare
Emiplegia ed emiparesi
Monoplegia-paresi.
Tetraplegia-paresi (quadriplegia-paresi)
Paraplegia e paraparesi
Diplegia
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni Motricità Volontaria (STENIA)
Ipostenia:
Gradi MRC di forza elementare:
0/1= assenza o traccia di movimento
2= movimento senza gravità
3= movimento contro gravità
4= movimento contro resistenza
5= forza normale
Prova di Mingazzini e prova di Barrè
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni Motricità Volontaria (STENIA)
Paralisi centrale (del I neurone di moto).
-La paralisi colpisce diversi gruppi muscolari, non un singolo
muscolo;
-Ipertonia di tipo piramidale
-Iperreflessia profonda (ROT policinetici, clono)
-Riflessi superficiali diminuiti o patologici (Babinski)
-Atrofia assente o ridotta.
-Movimenti sincinetici.
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni Motricità Volontaria (STENIA)
Paralisi periferica (del II neurone di moto)
- Paralisi selettiva di singoli o gruppi di
muscoli (pattern)
- Ipotonia
- Iporeflessia profonda
- Ipo-atrofia muscolare
- Presenti fascicolazioni e fibrillazioni.
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni Motricità Volontaria (STENIA)
Paralisi muscolare.
- Interessamento selettivo di gruppi di muscoli, specie
prossimali, o distali
- Riflessi profondi diminuiti in rapporto alla forza
- Ipotonia
- Atrofia muscolare importante
- Sensibilità conservata
- Fascicolazioni assenti
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni Motricità Volontaria (STENIA)
Emiplegia ed emiparesi.
Abolizione o diminuzione della motilità volontaria di una metà del
corpo da lesione piramidale. Controlaterale; ipsilaterale nelle
lesioni midollari.
Risparmio di muscoli ad innervazione crociata (orbicolare delle
palpebre, laringei, respiratorii). Dissociazione automaticovolontaria per il facciale inferiore.
Postura: arto inferiore esteso, piede equino-varo, arti superiori
flessi intraruotati ed addotti con pronazione della mano.
Marcia falciante.
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni Motricità Volontaria (STENIA)
Monoplegia-paresi.
Di un solo arto, da lesione circoscritta corticale o plessuale o
midollare. Spesso muscoli distali.
Tetraplegia-paresi (quadriplegiaparesi).
Ai 4 arti, da lesione del tronco (base del ponte) o midollare, o
diffusa periferica.
Se midollare livello C2-C4, pura; se livello C5-C8, segni
motoneuronali arto superiore; C4-C5 interessamento del frenico.
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni Motricità Volontaria (STENIA)
Paraplegia e paraparesi.
Ai due arti inferiori, per lesione encefalica (lobulo paracentrale
bilaterale) o midollare o periferica.
Paraplegia in estensione: ipertono diffuso: lesione parziale
midollare.
Paraplegia in flessione: arti inferiori flessi: lesione totale.
Diplegia.
Paralisi di due parti simmetriche del corpo (lesioni bilaterali del
cervello o tronco).
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni del TONO
Ipertoniche
-piramidale, o spasticità
- extrapiramidale o rigidità
-paratonia, o gegenhalten, o negativismo motorio
-rigidità da decerebrazione
-rigidità da decorticazione
Ipotoniche
Miotoniche, crampiformi, tetaniche
TONO MUSCOLARE:
STATO DI TENSIONE PERMANENTE DI UN MUSCOLO STRIATO CHE
PERSISTE IN CONDIZIONI DI RILASCIAMENTO VOLONTARIO
È il risultato di un’attività riflessa midollare (sistema elementare)
controllata dall’attività di centri soprasegmentari che interviene nel
mantenere una postura o nell’eseguire un movimento (sia volontario che
automatico)
Controllo
Comparazione
Coordinazione
Analisi
Integrazione
MOTONEURONI
Unità Motoria (attivata)
_
_
+
INTERNEURONI
Feed-forward
Cellule di Renshaw
Servocontrollo del
gesto volontario
Attività
Golgi
FIBRE MUSCOLARI
% di attività
tensione/lunghezza
tensione/velocità
tensione sul muscolo
Scarica
fusale
Facilitazione dei SINERGICI
Organi
del Golgi
tensione sui tendini
reazione
al carico
CARICO
Inibizione anticipata
adattamento
inerzia
ammortizzazione
ANTAGONISTI
FUSI NM
Attività
fusale
% di attività
tensione/lunghezza
tensione/velocità
Movimento articolare
angolo all’articolazione
Attività dei propriocettori
intra-articolari
Recettori intra-articolari
(velocità-pressione)
Comando centrale dei motoneuroni alfa e gamma
COLLEGAMENTO
IN PARALLELO
Sotto l’azione del comando centrale le fibre intra ed extrafusali si
contraggono, stirano i fusi neuromuscolari provocando così un rinforzo
dell’attività extrafusale.
Nel corso di una contrazione muscolare il fuso viene deteso. Se una
resistenza si oppone all’accorciamento muscolare il comando gamma
provoca una contrazione intrafusale che rinforza l’attività del
motoneurone alfa (servo-assistenza).
Controllo centrale
COLLEGAMENTO IN
SERIE
G
Lo stiramento del fuso neuromuscolare (FNM) eccita la via Ia, provocando la risposta degli alfa motoneuroni
(MNa). Questo controllo monosinaptico può associarsi ad un’attività più tardiva e ripetitiva grazie
all’esistenza di collaterali multineuronali.
Un’ azione inibitrice si ottiene per mezzo di di interneuroni inibitori (Renshaw) o grazie all’attivazione della
via inibitoria Ib.
La maggior parte dei cicuiti sinaptici può essere modulata dal controllo centrale (l’innervazione gamma
risente fortemente dell’attività della Formazione Reticolare)
Lunghezza
a riposo
Stiramento
Contrazione
extrafusale
Contrazione
intrafusale
Fibra muscolare
extrafusale
Organo
tendineo
Nel ms. a riposo le
terminazioni dei fusi nm
(fibre Ia) scaricano, mentre
gli organi tendinei sono
muti (fibre Ib) (la soglia
degli organi del Golgi è più
elevata di quella dei fusi)
Fibra muscolare
intrafusale
Lo stiramento
muscolare
provoca l’aumento
dell’attività
elettrica dei fusi e
degli organi
tendinei
Durante la
contrazione isotonica
della ms. extrafusale i
fusi non scaricano
mentre sono
sollecitati gli organi
tendinei del Golgi
Contrazione intrafusale
consecutiva al comando
dei motoneuroni
Le fibre Ib non scaricano
mentre lo stiramento dei
fusi provoca un aumento
della attività Ia.
IL SISTEMA DI RENSHAW
Interneuroni inibitori
Ib
amn
Organo del Golgi stimolato
Agonista rilasciato
IR
amn
Antagonista contratto
Modificazioni morfologiche del muscolo e variazioni della
sua lunghezza in rapporto alla scarica gamma, Ia e Ib.
Lunghezza
del muscolo
Scarica Ia
Scarica Ib
Attività g
I SISTEMI ELEMENTARI:
RIFLESSO MIOTATICO DI ESTENSIONE (COMPONENTE TONICA)
RIFLESSO MIOTATICO INVERSO
RISPOSTA (REAZIONE) DI ACCORCIAMENTO
I CENTRI SOPRASEGMENTARI DI CONTROLLO:
CENTRI FACILITATORI
CENTRI INIBITORI
RIFLESSO MIOTATICO DI ESTENSIONE
La componente tonica si manifesta dopo la componente fasica con una
contrazione muscolare persistente talvolta per tutto il tempo per cui il
muscolo è mantenuto stirato
COMPONENTI DELL’ARCO RIFLESSO:
• Recettori sensoriali: terminazioni anulo spirali del fuso
• Vie afferenti: fibre dirette tipo II e fibre collaterali tipo IA al midollo dalla
radice posteriore
• Area integrativa: sostanza grigia del midollo spinale (monosinaptica o
pauci sinaptica)
• Vie efferenti: assoni dei motoneuroni a che innervano le fibre extrafusali
CONTROLLORI DELL’ATTIVITÀ:
• Sistema g
modula la sensibilità del fuso neuromuscolare allo stiramento, la sua attività
dipende dalle strutture sovraspinali facilitatorie od inibitorie
• Circuito interneuronale di Renshaw
È un interneurone che inibisce l’attività del corpo del motoneurone a a livello
delle corna anteriori del midollo
RIFLESSO MIOTATICO INVERSO
Bisinaptico ha un’azione inibitoria sulla contrazione quando la tensione diviene
eccessiva
COMPONENTI DELL’ARCO RIFLESSO:
• Recettori sensoriali: corpuscoli tendinei del Golgi sensibili all’aumento di
tensione e non all’allungamento
• Vie afferenti: fibre dirette tipo IB con corpo cellulare nel ganglio spinale
• Area integrativa: sostanza grigia del midollo spinale un interneurone
inibitorio sul motoneurone a del muscolo agonista ed un interneurone
eccitatorio sul motoneurone a del muscolo antagonista
• Vie efferenti:
 inibitorie: assoni dei motoneuroni a che innervano le fibre extrafusali dei
muscoli agonisti
 eccitatorie: assoni dei motoneuroni a che innervano le fibre extrafusali
dei muscoli antagonisti
CENTRI SOVRASPINALI (O SUPERIORI)
CENTRI INIBITORI :
Regione mediana e paramediana bulbare
Nucleo rosso
Locus niger
Nucleo ventro laterale del talamo
Regione mediana e paramediana cerebellare
Corteccia cerebrale
CENTRI FACILITATORI :
Sostanza reticolare laterale
Nuclei vestibolari
Nuclei della linea mediana
Nuclei intralaminari del talamo
Nuclei grigi della base (pallido)
Emisferi cerebellari
CENTRI SOVRASPINALI REGOLATORI DEL TONO MUSCOLARE
Aree corticali soppressorie
Formazioni e segnali
FACILITATORI
del tono muscolare
Formazioni e segnali
INIBITORI
del tono muscolare
nn. della base
F.R.facilitatrice
F.R.inibitrice
Vie discendenti spinali
Agli inteneuroni archi riflessi
Ai gamma motoneuroni
Rigidità g e rigidità a  E’ dovuta ai segnali discendenti facilitatori provenienti
dalla sostanza reticolare che non raggiungono direttamente i motoneuroni a,
ma quelli g che portano in contrazione le fibre intrafusali.
CENTRI SOVRASPINALI INIBITORI E
FACILITATORI
CENTRI INIBITORI :
Regione mediana
e paramediana bulbare
Nucleo rosso
Locus niger
Nucleo ventro laterale del
talamo
Regione mediana
e paramediana cerebellare
Corteccia cerebrale
Corteccia
cerebrale
Nuclei intralaminari
del talamo
-
-
Nuclei grigi della base (pallido)
Nucleo ventro laterale
del talamo
Nuclei vestibolari
Nuclei della linea mediana
-+ +
--
Locus niger
Nucleo rosso
Sostanza reticolare
laterale
Regione mediana
e paramediana
cerebellare
-
+
+
+
+
Regione mediana
e paramediana
bulbare
Emisferi
cerebellari
CENTRI FACILITATORI :
Sostanza reticolare laterale
Nuclei vestibolari
Nuclei della linea mediana
Nuclei intralaminari del talamo
Nuclei grigi della base (pallido)
Emisferi cerebellari
CENTRI INIBITORI :
Regione mediana
e paramediana bulbare
Nucleo rosso
Locus niger
Nucleo ventro laterale del
talamo
Regione mediana
e paramediana cerebellare
Corteccia cerebrale
CENTRI SOVRASPINALI INIBITORI E FACILITATORI
Corteccia
cerebrale
Nuclei grigi
della base
(pallido)
Nuclei
intralaminari
del talamo
Emisferi
cerebellari
+
Nucleo ventro
laterale
del talamo
--
Locus niger
Nucleo rosso
+
Nuclei vestibolari
Nuclei della linea mediana
-
+
+
+
Sostanza
reticolare
laterale
Regione mediana
e paramediana
bulbare
+
Regione mediana
e paramediana
cerebellare
CENTRI FACILITATORI :
Sostanza reticolare laterale
Nuclei vestibolari
Nuclei della linea mediana
Nuclei intralaminari del talamo
Nuclei grigi della base (pallido)
Emisferi cerebellari
LOCALIZZAZIONE DEI NUCLEI TALAMICI FACILITATORI ED
INIBITORI NEL TAGLIO LONGITUDINALE
Nucleo
ventro
laterale
Nucleo dorso mediale
Nucleo ventro mediale
RAPPORTI TRA NUCLEI TALAMICI
(FACILITATORI E INIBITORI) E VIE MOTORIE
Localizzazione delle strutture della regione bulbo cerebello pontina
CERVELLETTO COME CIRCUITO MODULATORE AD ALTA FREQUENZA
LOCALIZZAZIONE DELLA SOSTANZA RETICOLARE LATERALE
(FACILITATORE DEL SISTEMA ATTIVATORE )
Sostanza
reticolare
laterale
VASCOLARIZZAZIONE CEREBRALE E CONTROLLO DEL TONO
PRINCIPALI VASI CONNESSI CON LE AREE DI CONTROLLO DEL TONO
Poligono di Willis ( aa. cerebrali anteriori, a.comunicante anteriore, aa. comunicanti, aa.cerebrali posteriori)..
arterie corticali,
arterie centrali -> nuclei della base e delle capsule interna. arterie corioidee
rami centrali della cerebrale anteriore -> arterie striate mediali
rami centrali della cerebrale media -> arterie striate anteriori laterali (nuclei
dei gangli della base: nucleo caudato, il nucleo lenticolare, parte del talamo e della
capsula interna, la capsula esterna) ipercinesie tipo corea
Circolo posteriore
L'arteria vertebrale ->l'arteria cerebellare infero posteriore,
-> porzione laterale del bulbo
L'arteria basilare ->l'arteria cerebellare infero-anteriore e superiore e
aa. pontine, n.vestibolare e orecchio interno
TONO POSTURALE
Deriva dall’adattamento e dal controllo di reazioni posturali elementari
 Reazione di accorciamento di Sherrington
 Riflessi tonici del collo
 Riflessi tonici del tronco (o lombari)
 Riflessi tonici labirintici
 Reazioni di sostegno
Reazione di accorciamento di Sherrington
(paradosso di Westphal)
contrazione riflessa di origine propriocettiva (recettori periarticolari) che
si manifesta quando l’angolo all’articolazione determinato da un
accorciamento passivo del muscolo supera un certo valore.
(es. tendine del Tibiale anteriore durante la dorsiflessione del piede o
tendine del bicipite nella flessione passiva del gomito)
Esagerato nell’ipertonia extrapiramidale e nelle distonie, diminuito od
abolito nell’ipotonia
Riflessi tonici del collo o di Magnus
Descritti nell’animale decerebrato possono comparire nell’uomo in
corso di ipertonie da lesione corticale
1 – la rotazione della testa provoca l’estensione degli arti del lato
facciale e la flessione degli arti del lato nucale
2 – l’ estensione della testa provoca l’estensione dei 4 arti
3 – la flessione della testa provoca la flessione dei 4 arti
Predominano negli arti superiori, hanno origine dai recettori legamentosi e
non muscolari, implicano l’integrità delle radici C1,C2,C3
Riflessi tonici del tronco (o lombari)
Determinati dal cambiamento di posizione del tronco rispetto al
bacino, predominano a livello degli arti inferiori
1 – l’estensione del rachide lombare provoca l’estensione dei 4 arti
2 – la flessione del rachide lombare provoca la flessione dei 4 arti
3 – la rotazione od il piegamento del tronco da un lato provoca la
flessione dell’arto superiore e l’estensione dell’arto inferiore omolaterali
e l’estensione dell’arto superiore e la flessione dell’arto inferiore
controlaterali
Riflessi tonici labirintici
Difficili da valutare clinicamente nell’uomo (sedia rotante),
aboliti nel soggetto con lesione labirintica
1 - testa al di sopra del piano orizzontale:
a. rinforzo del tono dei muscoli estensori
b. diminuzione del tono dei muscoli flessori
2 - testa al di sotto del piano orizzontale:
a. rinforzo del tono dei muscoli flessori
b. diminuzione del tono dei muscoli estensori
3 – soggetto in posizione eretta (180°):
a. facilitazione massimale dei muscoli flessori
b. facilitazione minimale dei muscoli estensori
4 – soggetto in posizione distesa (0°):
a. facilitazione massimale dei muscoli estensori
b. facilitazione minimale dei muscoli flessori
Reazioni di sostegno
Consistono nell’adattamento del tono dei diversi gruppi muscolari
in funzione della posizione del corpo.
Nella stazione eretta provocano un aumento del tono dei muscoli
antigravitari nel momento in cui si ha la perturbazione di una
posizione di equilibrio (spinta di Foix e Thévenard)
ALTERAZIONI DEL TONO MUSCOLARE
ESPRESSIONI CLINICHE
•IPERTONIE
•DISTONIE
•IPOTONIE
IPERTONIE
IPERTONIA PIRAMIDALE (SPASTICITÀ)
IPERTONIA EXTRAPIRAMIDALE
RIGIDITÀ DA DECEREBRAZIONE
RIGIDITÀ DA DECORTICAZIONE
RIGIDITÀ MENINGEA
IPERTONIE MIDOLLARI
SINDROME DELL’UOMO RIGIDO
CRAMPI
SD. DI ISAACS O NEUROMIOTONIA ACQUISITA
CONTRATTURE RIFLESSE
IPERTONIA PIRAMIDALE (SPASTICITÀ)_1
CAUSA:
esagerazione del RIFLESSO MIOTATICO di
ESTENSIONE, da iperattività delle fibre g,
liberate dall’inibizione corticale
DEFINIZIONE CLINICA
resistenza all’allungamento del muscolo che si
manifesta durante la mobilizzazione passiva di
un segmento di un arto
IPERTONIA PIRAMIDALE (SPASTICITÀ)_2
CARATTERISTICHE CLINICHE:
Appare solo dopo un certo angolo (variabile da soggetto a
soggetto) e si accentua man mano che si flette od estende
passivamente l’articolazione
Al termine del movimento passivo l’arto ritorna alla posizione di
partenza
Nel caso di spasticità lieve il fenomeno appare solo se il
movimento passivo ha una certa velocità
Fenomeno della “lama del temperino” (jerk) consiste nella caduta
brusca della resistenza all’allungamento provocata dall’innesco del
riflesso miotatico inverso che inibisce i motoneuroni
corrispondenti – è incostante
 IPERTONIA EXTRAPIRAMIDALE_1
CAUSA
esagerazione del RIFLESSO MIOTATICO di
ESTENSIONE (per cui predomina nei muscoli
antigravitari), da iperattività delle fibre g, liberate
dall’inibizione sottocorticale e da una esagerazione delle
reazioni di accorciamento
DEFINIZIONE CLINICA
resistenza continua ed omogenea all’allungamento passivo
del muscolo (a “tubo di piombo”)
 IPERTONIA EXTRAPIRAMIDALE_2
CARATTERISTICHE CLINICHE:
Caduta a tratti della contrazione nel corso del movimento passivo
(fenomeno della “ruota dentata”) dovuto all’innesco successivo del
riflesso miotatico inverso (non sempre evidenziabile)
Al termine del movimento passivo l’arto rimane nella posizione
raggiunta
L’ipertonia plastica si accentua nel corso dei movimenti controlaterali
(segno del “pugno chiuso” o “rinforzo” di Froment
Le reazioni di accorciamento sono esagerate con difficoltà a
mantenere l’equilibrio se perturbato
RIGIDITÀ DA DECEREBRAZIONE_1
ETIOLOGIA:
traumi cranici, impegno sottotentoriale da espanso emisferico o
peduncolare, meningiti (max. basali), emorragia cerebrale.
È l’espressione di una grave ma non irreversibile sofferenza del tronco
cerebrale
CAUSA:
Dovuta all’esagerazione del RIFLESSO MIOTATICO, per
ipereccitabilità delle fibre g
Provocata sperimentalmente (Sherrington) mediante sezione del tronco tra i corpi
quadrigemini anteriori e posteriori (sezione intercollicolare)
RIGIDITÀ DA DECEREBRAZIONE_2
Si manifesta soprattutto prossimalmente:
arti superiori estesi con mano flessa e pronata;
arti inferiori estesi addotti ed intrarotati,
talvolta spasmi in opistotono
RIGIDITÀ DA DECORTICAZIONE _1
CAUSA:
Dovuta all’esagerazione del RIFLESSO MIOTATICO, da
ipereccitabilità delle fibre g
ETIOLOGIA:
traumi cranici importanti, emorragia cerebrale estesa.
Rappresenta un segno prognostico grave
RIGIDITÀ DA DECORTICAZIONE_2
Si manifesta con:
arti superiori con gomito flesso ed aderente al tronco
polsi flessi e pronati;
arti inferiori estesi ed intrarotati,
Riflessi tonici del collo o di Magnus
Descritti nell’animale decerebrato possono comparire nell’uomo in
corso di ipertonie da lesione corticale
1 – la rotazione della testa provoca l’estensione degli arti del lato
facciale e la flessione degli arti del lato nucale
2 – l’ estensione della testa provoca l’estensione dei 4 arti
3 – la flessione della testa provoca la flessione dei 4 arti
Predominano negli arti superiori, hanno origine dai recettori legamentosi e
non muscolari, implicano l’integrità delle radici C1,C2,C3
RIGIDITÀ DA DECORTICAZIONE _3
RIFLESSI POSTURALI EVOCATI DAL MOVIMENTO DEL COLLO
(TONICI DEL COLLO O DI MAGNUS)
RIGIDITÀ MENINGEA_1
È UNA CONTRATTURA ANTALGICA DELLA MUSCOLATURA
DEL RACHIDE (il rachide tende a fissarsi per evitare lo
stiramenento delle meningi)
ETIOLOGIA: emorragia meningea, meningiti.
NOTA BENE: la rigidità nucale compare anche quando le
amigdale cerebellari si impegnano nel foro occipitale per un
espanso cerebrale
RIGIDITÀ MENINGEA_2
Si manifesta con:
Rigidità nucale, segno di Kernig o di Brudzinski, Lasègue rinforzato
Rigidità globale (schiena a canna di fucile)
IPERTONIE DA DISTURBO NEUROMODULATORIO-1
Attribuite alla produzione anomala od inibizione di sostanze ad azione
neurotrasmettitrice lungo i vari assi della neuroconduzione muscolare
SINDROME DELL’UOMO RIGIDO, caratterizzata dall’attività continua e
contemporanea dei ms. agonisti ed antagonisti, sono presenti anticorpi anti
acido glutamico decarbossilasi (necessaria per la sintesi dell’ac. g
aminobuttirico), prob. Autoimmune
NEUROMIOTONIA ACQUISITA: caratterizzata da crampi, contratture
muscolari permanenti, prob. dovuta ad alterazione autoimmune dei canali K+
voltaggio dipendenti.
IPERTONIE DA DISTURBO NEUROMODULATORIO -2
Attribuite alla produzione anomala od inibizione di sostanze ad azione
neurotrasmettitrice lungo i vari assi della neuroconduzione muscolare
CRAMPI: contrazione muscolare dolorosa di intensità massimale e
parossistica, può conseguire ad affaticamento od essere espressione di
alterato metabolismo idrosalino (spasmofilia), in alcune neuropatie
periferiche, talvolta nel m.di Parkinson
CONTRATTURE RIFLESSE: di solito di origine antalgica sono mediate
dall’azione dei recettori cutanei, articolari o viscerali del dolore
IPOTONIE
Diminuzione della resistenza del muscolo all’allungamento passivo
LESIONI RADICOLARI E TRONCULARI
LESIONI MIDOLLARI
IPOTONIE CEREBELLARI
IPOTONIE DI ORIGINE CEREBRALE
AFFEZIONI MUSCOLARI
IPOTONIE DA LESIONI RADICOLARI E TRONCULARI
L’interruzione dell’arco riflesso elementare determina una paralisi con
ipotonia, esagerazione dell’oscillazione passiva e dell’iperestensibilità
IPOTONIE DA LESIONI MIDOLLARI
Riconoscono diversi meccanismi:
1 - lesione delle corna anteriori: (poliomielite ant.acuta), l’ipotonia è
gravissime
2- sezioni midollari acute: vi è ipotonia nella fase di shock spinale
3- lesioni cordonali posteriori; quasi mai isolate, spesso radicolo
cordonali (tabe, m.di Friedreich), in tal caso è difficile riconoscere la
componenete da danno muscolare
IPOTONIE CEREBELLARI
Caratterizzate da un esagerazione della resistenza al movimento
passivo mentre l’estensibilità è normale.
È legata al ritardo nella contrazione degli antagonisti che ha come
conseguenza una esagerazione nell’ampiezza ei movimenti e la loro
decomposizione
Si può assistere ad un ritardo ed ad un rallentamento (“passività”) in
tutti i tipi di movimento (riflesso, automatico e volontario) e nella
realizzazione di compiti motori complessi (scrivere, parlare
camminare)
IPOTONIE CEREBRALI
Caratteristica delle emiplegie flaccide si manifesta con una
esagerazione dell’oscillazione e un ampliamento del movimento passivo
(iperestensibilità). L’iperestensibilità è un segno di emiplegia frustra e
può comparire in modo paradossale nelle emiplegie spastiche.
Può manifestarsi anche in caso di lesione dei nuclei grigi della base
(corea ed atetosi), nell’atetsosi può essere mascherata da
un’esagerazione della reazione di accorciamento.
AFFEZIONI MUSCOLARI
Caratteristica delle distrofie muscolari e, soprattutto, delle miopatie
congenite benigne dell’infanzia (sd. della bambola di stracci) che si
manifestano con una gravissima ipotonia e deficit motorio
generalizzato
DISTONIE
SONO CAUSATE DA UNA ESAGERAZIONE DELLA REAZIONE DI
ACCORCIAMENTO:
il muscolo le cui inserzioni si avvicinano è sede di una attività che aumenta
progressivamente che persiste oltre la fine del movimento passivo fissando
l’arto in una posizione determinata ed ostacolando il movimento volontario in
senso inverso
Contrariamente alla spasticità od all’ipertonia extrapiramidale lo stiramento
passivo non rivela alcuna esagerazione del riflesso miotatico
Si manifestano con:
CONTRAZIONI MUSCOLARI PARASSITE CHE FISSANO UN ARTO, UN
SEGMENTO DI ARTO, I 4 ARTI O L’ASSE CORPOREO
Presentano modalità di espressione motoria diverse tra loro ma sono costanti
nello stesso paziente, scompaiono a riposo, sono scatenate da una reazione
posturale o da un movimento di cui intralciano la realizzazione
SINCINESIE E SINTONIE
MOVIMENTI INVOLONTARI O DI RINFORZO TONICO CHE
SI DETERMINANO IN UN GRUPPO MUSCOLARE IN
CORRISPONDENZA DI MOVIMENTI, GENERALMENTE
VOLONTARI E COSCIENTI, DI UN’ALTRA PARTE DEL CORPO
Si testano a soggetto disteso
SINCINESIE E SINTONIE GLOBALI
SINCINESIE DI COORDINAZIONE
SINCINESIE DI IMITAZIONE
SINCINESIE GLOBALI
Si osservano in emiplegici con un certo grado di spasticità
CONTRAZIONE PIÙ O MENO GENERALIZZATA DEI MUSCOLI
PLEGICI IN CONCOMITANZA DI UNO SFORZO ESEGUITO CON
L’ARTO SANO
SINTONIE GLOBALI
tipiche e ripetibili in un singolo soggetto
ESAGERAZIONE DELLA CONTRATTURA PREESISTENTE
Accentuazione della flessione dell’arto superiore e dell’estensione
dell’arto inferiore (più raramente il contrario)
Sono scatenate da un movimento dell’arto plegico o da cambiamenti di
posizione
SINCINESIE DI COORDINAZIONE
Si osservano in emiplegici con un certo grado di spasticità, colpiscono uno o più
arti
CONTRAZIONE INVOLONTARIA DI ALCUNI GRUPPI MUSCOLARI
PLEGICI IN CONCOMITANZA DELLA CONTRAZIONE DI GRUPPI
MUSCOLARI SINERGICI
• DI UN SOLO ARTO: generalmente l’inferiore, sono di tipo retrattivo. Il
tentativo di flessione della gamba sulla coscia determina un movimento
complesso di triplice flessione (sinergia d’ensemble)
• DI PIÙ ARTI: sono di solito sincinesie di allungamento crociate; la
(dorsi)flessione energica e contrastata del piede dal lato sano determina
l’estensione (flessione plantare) del piede plegico e la flessione delle dita.
SINCINESIE DI IMITAZIONE
Tipiche della sindrome talamica e della sidrome parietale (da qualsiasi causa
ascesso, tumore, trauma), delle sindromi cerebellari, della corea di Huntington
e dell’atetosi
MOVIMENTI INVOLONTARI IN CONCOMITANZA DI MOVIMENTI
VOLONTARI ESEGUITI IN UN ALTRO ARTO
• OMOLATERALI: interessano i due arti dello stesso lato ad es.: la flesso
estensione di un piede provoca la flesso estensione della mano
• CONTROLATERALI : generalmente a carico dei segmenti distali; consistono
in un’imitazione più o meno completa dei movimenti volontari che persiste per
tutta la durata del movimento volontario
LE ATASSIE
steppage
base allargata
incoordinazione
DEFINIZIONE
DISTURBO DELLA COORDINAZIONE
FORZA MUSCOLARE CHE:
COMPROMETTE LA
DIREZIONE E
L’AMPIEZZA DEL
MOVIMENTO
VOLONTARIO
IN
ASSENZA
DI
DEFICIT
PERTURBA LE CONTRAZIONI
MUSCOLARI VOLONTARIE E
RIFLESSE
OSTACOLA GLI
AGGIUSTAMENTI POSTURALI
ED IL MANTENIMENTO DELLA
STAZIONE ERETTA
DI
BASI ANTOMO-FISIOLOGICHE DELLA COORDINAZIONE
DEI MOVIMENTI E DELLA STATICA
SISTEMA DI
INFORMAZIONE
POSIZIONE RISPETTO
ALL’AMBIENTE
SISTEMA DI
CONTROLLO
SISTEMA DI
ESECUZIONE
Come “funzionano” i vari componenti ?
COMPONENTI DEL:
SISTEMA DI
INFORMAZIONE
cervelletto
(sensibilità profonda incosciente)
corteccia parietale
(sensibilità profonda cosciente)
VIE DELLA SENSIBILITÀ PROFONDA
recettori
propriocettivi
periferici
Vie ottiche
Vie della sensibilità tattile
COMPONENTI DEL:
CORTECCIA
CEREBRALE
VIA PIRAMIDALE
(DIRETTA)
CORNA ANTERIORI
DEL MIDOLLO
EFFETTORI MUSCOLARI
SISTEMA DI
ESECUZIONE
È il sistema che origina
le diverse attività
motorie: volontarie,
automatiche o riflesse
VIE EXTRA
PIRAMIDALI
(INDIRETTE)
CENTRI RIFLESSI
(SISTEMA VESTIBOLARE)
COMPONENTI DEL:
SISTEMA DI
CONTROLLO
CERVELLETTO
NEOCEREBELLO:
(vie cortico cerebello corticali)
Controlla e coordina l’attività
VOLONTARIA
ARCHI E PALEO CEREBELLO:
(Vie vestibolo cerebellari
Vie medullo cerebellari)
Controlla e coordina la
STATICA aggiustando in
permanenza il TONO di
sostegno e di EQUILIBRIO
statico
QUELLO CHE NON PUÒ FARE UN ATASSICO
DIAGNOSI
Tests CLINICI: prova indice naso, marcia in allineamento,
prova di romberg
Tests strumentali: POSTUROGRAFIA è l’esame che
permette di registrare la proiezione del centro di gravità e
le oscillazioni antero-posteriori o laterali che presenta
nonchè la frequenza dioscillazione
Il controllo della stazione eretta:
Centro di
massa
modello a pendolo invertito
L’ equazione di sistema del pendolo invertito
umano:
Forza
peso
..
Ip   mgh  sin( )  t a
Angolo di
ondeggio
(sway)

Forza di reazione
al terreno
m
Ip
h
FV
g
Coppia alla
caviglia
ta
d
COM
FH
COP
COM: centro di massa;
COP: centro di pressione
angolo di oscillazione posturale,
massa del corpo
momento di inerzia del corpo
distanza del COM (Centro di Massa) dalla
caviglia
accelerazione di gravità
coppia totale della caviglia.
Il controllo della stazione eretta:
modello a pendolo invertito - stabilometria
P.C.
Pedana stabilometrica
Statochinesigramma
“GOMITOLO” del COP
Statochinesigramma normale
Statochinesigramma atassico
EZIOLOGIA DELLE
ATASSIE
DA MALATTIE GENETICHE ED EREDITARIE
EZIOLOGIA
DELLE
ATASSIE
• atassia teleangectasica,
• atassia di Friedreich,
• atassie spinocerebellari
• atassia di Charcot-Marie,
• atrofia cerebellare,
• atassia olivo-pontocerebellare,
ACQUISITE
 Lesioni del neurone sensitivo di 1° ordine:
•parte periferica (neuriti post virali, metobiliche o tossiche)
•parte endorachidea (tabe dorsale, lesioni cordonali posteriori
infettive o da radiazioni)
 Lesioni del neurone sensitivo di 2° ordine (o del tronco):
•lesioni bulbari e pontine
 Lesioni del neurone sensitivo di 3° ordine:
•lesioni talamiche, della corona raggiata della corteccia sensitiva
(atassia corticale)
DA MALATTIE GENETICHE ED
EREDITARIE
• atassia teleangectasica,
• atassia di Friedreich,
• atassie spinocerebellari
• atassia di Charcot-Marie,
• atrofia cerebellare,
• atassia olivo-pontocerebellare,
ACQUISITE
 Lesioni del neurone sensitivo di 1° ordine:
•parte periferica (neuriti post virali, metaboliche o
tossiche)
•parte endorachidea (tabe dorsale, lesioni cordonali
posteriori infettive o da radiazioni)
 Lesioni del neurone sensitivo di 2° ordine (o del
tronco):
•lesioni bulbari e pontine
 Lesioni del neurone sensitivo di 3° ordine:
•lesioni talamiche, della corona raggiata della corteccia
sensitiva (atassia corticale)
LE 3 PRINCIPALI FORME
CLINICHE DELLE
ATASSIE:
PRIMARIA
CEREBELLARE
VESTIBOLARE
LE 3 FORME CLINICHE DI ATASSIA
ATASSIA PRIMARIA :
turbe della coordinazione per danno della
sensibilità profonda
ATASSIA CEREBELLARE :
incoordinazione per danno cerebellare
ATASSIA VESTIBOLARE :
è un disequilibrio più che un’incoordinazione
ATASSIA primaria :
turbe della coordinazione per danno della sensibilità profonda
CLINICA:
Dalla posizione eretta IL MALATO OSCILLA, ad OCCHI CHIUSI tende
a cadere (Romberg +), il cammino è TALLONANTE per eccessivo slancio
anteriore del piede, le PROVE INDICE NASO E TALLONE GINOCCHIO
sono incerte e richiedono diversi tentativi per raggiungere il bersaglio
POSTUROGRAFIA:
ALLUNGAMENTO DELL’ELLISSE DI PROIEZIONE SIA SAGITTALE
CHE FRONTALE (ANCHE DI 4/5 VOLTE), NOTEVOLE
ACCENTUAZIONE AD OCCHI CHIUSI, PICCO LENTO DI
FREQUENZA A 1,5 Hz
ATASSIA CEREBELLARE :
CLINICA:
Il pz in stazione eretta allarga la sua base di appoggio con oscillazioni
che NON PEGGIORANO A OCCHI CHIUSI, marcia festinante a
traettoria sinuosa
POSTUROGRAFIA:
ALLUNGAMENTO DELL’ELLISSE DI PROIEZIONE SIA SAGITTALE
CHE FRONTALE (DI 2/3 VOLTE), NOTEVOLE ACCENTUAZIONE AD
OCCHI CHIUSI, PICCO LENTO DI FREQUENZA A 3 Hz
ATASSIA VESTIBOLARE :
CLINICA:
Il pz oscilla sia in stazione eretta che nel cammino con tendenza a cadere
(Romberg +) A OCCHI CHIUSI PEGGIORA, si presenta con una
lateropulsione sempre più marcata con lenta tendenza a cadere sempre
nello stesso verso, la marcia è zig zagante con conservazione della
direzione generale
POSTUROGRAFIA:
ALLUNGAMENTO DELL’ELLISSE DI PROIEZIONE (DI 2/3 VOLTE),
MARCATO SPOSTAMENTO LATERALE CHE PEGGIORA AD OCCHI
CHIUSI, PICCO LENTO DI FREQUENZA A 0,5 Hz
DA MALATTIE GENETICHE ED
EREDITARIE
• atassia teleangectasica,
• atassia di Friedreich,
• atassie spinocerebellari
• atassia di Charcot-Marie,
• atrofia cerebellare,
• atassia olivo-pontocerebellare,
ATASSIE DA DEFICIT DELLA SENSIBILITÀ PROFONDA
(propriocettive)
SUDDIVISIONE FUNZIONALE
Atassia statica:
non mantiene la stazione eretta (specie ad occhi chiusi)
Atassia cinetica:
incoordinazione ed esitazioni indice naso e tallone ginocchio
Atassia locomotoria:
marcia slanciata o tallonante
RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE PROPRIOCETTIVE
PRINCIPI GENERALI:
 SUPPLIRE LA CARENZA DI INFORMAZIONI
PROPRIOCETTIVE PROFONDE UTILIZZANDO ALTRE
INFORMAZIONI SENSORIALI MAX VISTA O TATTILI
 SVILUPPARE LE INFORMAZIONI PROPRIOCETTIVE
RESIDUE (OVE ESISTANO)
RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE PROPRIOCETTIVE
PRINCIPI GENERALI PER LA RIEDUCAZIONE DEL GESTO E DEL
PASSO:
NEL PRIMO PERIODO PER PRENDERE COSCIENZA DELLA
CONTRAZIONE MUSCOLARE ESERCIZI CONTRO RESISTENZA: UTILI
PER INIBIRE L’AZIONE DEGLI ANTAGONISTI
AMPIAMENTO DELL’ESCURSIONE ARTICOLARE EFFICACE
ATTRAVERSO ESERCIZI DI CONTRAZIONE / DECONTRAZIONE PER
ARCHI DI MOVIMENTO SEMPRE MAGGIORI (HANNO LO SCOPO DI
UTILIZZARE IL “RIFLESSO MIOTATICO RESTANTE”)
ESERCIZI PER DIMINUIRE IL POLIGONO DI APPOGGIO DURANTE
LA MARCIA E PER IL RECUPERO DELLA VELOCITÀ E DEL RITMO DI
MARCIA (TRAINING DEL PASSO)
RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE PROPRIOCETTIVE
PRINCIPI SPECIFICI PER LA RIEDUCAZIONE DELL’EQUILIBRIO :
SCOMPOSIZIONE DELLA SEQUENZA DI RADDRIZZAMENTO: SI
PARTE DALLA POSIZIONE QUADRUPEDICA, SEDUTA, IN GINOCCHIO
ED INFINE IN PIEDI
ESERCIZI SU PIANO STABILE: IL PZ. RESISTE ALLE SPINTE DEL
TERAPISTA IN TUTTE LE DIREZIONI DELLO SPAZIO, LA
PROGRESSIONE AVVIENE GIOCANDO SULL’ESCURSIONE DELLA
SPINTA E SULLA FREQUENZA DELLE SPINTE
ESERCIZI SU PIANO OSCILLANTE: IL PAZIENTE CERCA DI
MANTENERE L’EQUILIBRIO CONTRASTANDO LE OSCILLAZIONI DEL
PIANO ( SI PUÒ INIZIARE CON PAZIENTE SEDUTO SU PALLONE
BOBATH)
RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE PROPRIOCETTIVE
PRINCIPI SPECIFICI PER LA RIEDUCAZIONE DELLA STAZIONE
ERETTA:
BIOFEEDBACK POSTUROGRAFICO A PEDANA FISSA O MOBILE:
IL PZ. DEVE SEGUIRE I MOVIMENTI DI UN PUNTATORE SULLO
SCHERMO DEL COMPUTER
RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE PROPRIOCETTIVE
PRINCIPI SPECIFICI PER LA RIEDUCAZIONE DELLA MARCIA :
UTILIZZO DI REPERI VISIVI (DISEGNATI SUL PAVIMENTO –
CATENA CINETICA CHIUSA) OD UDITIVI (RITMO ED INTENSITÀ –
CATENA CINETICA APERTA)
ESERCIZI DI CONTROLLO DEL TRONCO DURANTE IL CAMMINO
UTILIZZANDO IL MOVIMENTO PENDOLARE DELLE BRACCIA CON
SPALLE E TRONCO IN AUTORILASCIAMENTO
PREVENZIONE DELLE CADUTE ANCHE CON ADATTAMENTI
AMBIENTALI (CONTROLLO DELLA VISTA, DELL’ILLUMINAZIONE,
DELLE SUPERFICI E DEGLI OSTACOLI)
RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE PROPRIOCETTIVE
PRINCIPI SPECIFICI PER L’ ESERCIZIO SEGMENTARIO:
COMINCIARE CON ESERCIZI A CATENA CINETICA CHIUSA CON
GESTI SEMPLICI MA DI ESCUZIONE RIGOROSA, AUMENTARE LA
COMPLESSITÀ DEL GESTO MAN MANO CHE IL PZ. DIMOSTRA DI
SAPER CONTROLLARE L’AMPIEZZA E L’ARRESTO DEL MOVIMENTO
(N.B.: SI RICHIEDE CHE IL PZ. NON PRESENTI DEFICIT ATTENTIVI)
ESERCIZI DI NEUROFACILITAZIONE PROPRIOCETTIVA (KABAT)
SI UTILIZZANO MOVIMENTI DI INVERSIONE LENTA SULLE
DIAGONALI DI UN SOLO ARTO O DEI DUE ARTI
CONTEMPORANEAMENTE – SERVONO A MIGLIORARE LA
COORDINAZIONE SEGMENTARIA
ACQUISITE
 Lesioni del neurone sensitivo di 1° ordine:
•parte periferica (neuriti post virali, metobiliche o
tossiche)
•parte endorachidea (tabe dorsale, lesioni cordonali
posteriori infettive o da radiazioni)
 Lesioni del neurone sensitivo di 2° ordine (o del
tronco):
•lesioni bulbari e pontine
 Lesioni del neurone sensitivo di 3° ordine:
•lesioni talamiche, della corona raggiata della corteccia
sensitiva (atassia corticale)
ATASSIE CEREBELLARI
SUDDIVISIONE FUNZIONALE
Atassia statica
Atassia cinetica
Atassia locomotoria
Atassia statica:
si manifesta con tremori, nella stazione eretta
la base di appoggio è allargata e l’intero corpo
oscilla lievemente ma incessantemente (senza
cadute), i muscoli posturali sono in costante
attività (danza dei tendini a livello del collo del
piede) i disturbi posturali NON sono aggravati
dalla chiusura degli occhi
Atassia cinetica:
il movimento è “disorganizzato” nel tempo (discronometria) la
messa in moto e l’arresto sono ritardati si ha incoordinazione
ed esitazioni (indice naso e tallone ginocchio)
il movimento è “disorganizzato” nello spazio (ipermetria) il
gesto oltrepassa il bersaglio (prove indice naso e tallone
ginocchio)
I gesti complessi appaiono decomposti ed incoordinati
(asinergia)
I movimenti alternati rapidi sono impossibili (adiadococinesia)
prova delle “marionette”
Atassia locomotoria:
la marcia ha una traiettoria sinuosa, atteggiamento
del tronco verso l’avanti, braccia allargate (marcia
“festinante” o pseudo ubriaca). NON è influenzata
dalla chiusura degli occhi
RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE CEREBELLARI
PRINCIPI GENERALI:
 facilitare l’apprendimento del gesto corretto mediante
ripetizione (sia per la marcia che per le ADL)
 diminuire l’ampiezza delle oscillazioni nella stazione eretta e nel
gesto sviluppando il livello di contrazione muscolare. (perciò le
differenti attività vengono praticate di preferenza contro
resistenza)
RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE CEREBELLARI
PRINCIPI GENERALI PER LA RIEDUCAZIONE DEL GESTO :
Gli esercizi sono tesi al controllo del movimento in differenti posizioni
cominciando con esecuzioni molto lente.
Il rinforzo muscolare è possibile ed utile
Progressiva riduzione del poligono di appoggio (da posizione anche
quadrupedica sino alla monopodalica.
RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE CEREBELLARI
ESEMPIO DI PROGRAMMA RIABILITATIVO DALLA STAZIONE
ERETTA:
TRASFERIMENTO CONTROLLATO DEL PESO DEL CORPO AVANTI
DIETRO E DIETRO AVANTI
CONTROLLO DEI MOVIMENTI DEL BACINO
APERTURA E CHIUSURA DELLE GINOCCHIA
AVVICINAMENTO PROGRESSIVO DEI PIEDI
ESERCIZI PENDOLARI DELLE BRACCIA CON “MARCIA SUL POSTO”.
RIEDUCAZIONE DELLE ATASSIE CEREBELLARI
TECNICHE SPECIALI
“APPESANTIMENTO” CON LIEVI CARICHI DEI POLSI O DELLE
CAVIGLIE (MARCIA CON SOVRACCARICHI)
ESERCIZIO IN ACQUA PER SFRUTTARE LA MAGGIOR RESISTENZA
OPPOSTA DAL FLUIDO, NUOTO COORDINATO
METODO DI KABAT CON INVERSIONI LENTE A FORTE
CONTRASTO ED ESERCIZI DI STABILIZZIONE RITMICA (il contrasto
facilita il rinforzo dei ms. sinergici, la stab. ritmica stimola l’azione
coordinata dei gruppi agonisti/antagonisti)
METODO DI JACOBSON/MALONEY sottrazione sensoriale di un
organo sensitivo (ad es.: vista) per utilizzare i canali residui
RIASSUNTI
ALTERAZIONI DEL
TONO MUSCOLARE
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni del TONO
Ipertonie:
- piramidale, o spasticità:
(da ridotta
soglia del riflesso di stiramento, per disquilibrio tra via
reticolo-spinale dorsale vs reticolo-spinale
mediale+vestibolo-spinale) resistenza proporzionale alla
velocità di stiramento; può cessare all'improvviso a un certo
livello di stiramento (fenomeno del temperino);
interessa i muscoli antigravitari, con arto superiore flesso e
intraruotato, arto inferiore esteso e equino-varo.
Andatura falciante.
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni del TONO
Ipertonie:
- extrapiramidale o rigidità:
interessa
equalmente agonisti ed antagonisti; la resistenza alla
mobilizzazione è sempre eguale e il muscolo stirato conserva la
posizione (rigidità plastica o cerea, a tubo di piombo).
Fenomeno della ruota dentata
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni del TONO
Ipertonie:
- paratonia, o gegenhalten, o
negativismo motorio: resistenza
proporzionale alla forza di mobilizzazione impiegata
e tendente a mantenere la posizione artuale iniziale.
Impossibilità al rilasciamento volontario.
Localizzazione aspecifica (ictus, demenze, lesioni
frontali).
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni del TONO
- rigidità da decerebrazione:
rigidità
tonica dei muscoli antigravitari (da iperattività
vestibolare), in estensione e pronazione arti superiori
ed estensione e rotazione esterna arti inferiori.
Riflessi tonici del collo. Accessi tonici cerebellari (da
ipertensione in fossa cranica posteriore).
Lesioni del tronco dell'encefalo.
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni del TONO
rigidità da decorticazione: in
flessione degli arti superiori con adduzione, ed
estensione e rotazione interna degli arti inferiori.
Lesioni dei lobi frontali o talamo e gangli della base.
Evocabile da stimoli nocicettivi.
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni del TONO
Crampi muscolari.
Improvvisa contrazione muscolare visibile
e palpabile, dolorosa, che si riduce con lo
stiramento del muscolo affetto ed è
indotta dal raccorciamento.
Specie arti inferiori.
Multifattoriale (metabolica, elettrolitica,
neuropatica, famigliare)
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni del TONO
Tetania.
Nell'ipocalcemia e alcalosi: spesso
muscolatura distale (carpo-pedale), con
segno di Trousseau (mano di ostetrico alla
prova del laccio).
EMG: scariche di potenziali ripetitivi di
fibra (doppiette, triplette, multiplette).
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni del TONO
Miotonia.
Persistenza della contrazione muscolare
dopo la fine dello stimolo (volontario, da
percussione meccanica o da ago
elettromiografico).
EMG: tipica scarica miotonica.
Mioedema.
GRANDI SINDROMI MOTORIE
Alterazioni del TONO
Ipotonia.
Riduzione del tono con iperestensibilità
delle articolazioni.
Aspecifica: da lesioni muscolari, del nervo
periferico, midollari, cerebellari, ed
inizialmente nelle lesioni piramidali acute.
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