LA PRIMA GUERRA MONDIALE Premessa: Venti di guerra Gli anni 1900-1914 furono chiamati dalla borghesia Belle époque, bei tempi. In realtà, però, l’epoca nascondeva minacciose tensioni: non solo nella lotta di classe o nelle battaglie femministe, ma anche nelle lotte tra i Paesi europei, dove stava prendendo piede il NAZIONALISMO, un atteggiamento di esaltazione esasperata della propria nazione. In Germania il nuovo Kaiser, Guglielmo II, aveva licenziato Bismarck. Guglielmo II credeva che la Germania fosse super sviluppata e imbattibile; era imbevuto di militarismo e cominciò a investire cifre da capogiro nelle spese militari (costruzione di una nuova flotta) L’Inghilterra si mise in stato di allarme, decisa a non perdere il suo primato sui mari. Un’altra nemica giurata della Germania era la Francia che odiava i Tedeschi dal 1870. Viveva nel mito della revanche, la rivincita sulla sconfitta di Sedan, e voleva riconquistare le due regioni perse, l’Alsazia e la Lorena. Poi c’era il “grande malato d’Europa”, l’Impero austro-ungarico (così chiamato per concedere agli Ungheresi pari dignità rispetto agli Austriaci). Lo teneva faticosamente l’imperatore Francesco Giuseppe. I problemi più gravi dell’Impero erano concentrati nella regione balcanica dove l’Impero turco-ottomano stava perdendo progressivamente i suoi territori. In Europa aveva perso la Grecia e la Serbia. Esaltati dal successo, i Serbi volevano allargarsi ancora impadronendosi della Bosnia, una regione musulmana appartenente alla Turchia, ma l’Austria li aveva preceduti e se l’era incamerata. Questa fu la scintilla che fece scoppiare la prima guerra mondiale. L’ostilità dei Serbi nei confronti dell’Austria derivava anche dal fatto che essi erano ortodossi, mentre gli Austriaci erano cattolici. Proprio per questo da sempre la Serbia era protetta dall’Impero russo, nemico quindi dell’Austria. Lì regnava ora lo zar Nicola II. GERMANIA FRANCIA Espansione a est, verso Sentimenti di le terre dell’impero REVANSCISMO; zarista; Golfo Persico e vuole conquistare Oceano Indiano (vs Alsazia e Lorena Inghilterra) RUSSIA Ambizioni verso i Balcani AUSTRIAUNGHERIA Mira a spegnere le aspirazioni della vicina Serbia GRAN BRETAGNA Guarda con preoccupazione alla crescita della potenza navale della Germania La scintilla 11 del mattino del 28 giugno 1914: uno studente di nome GAVRILO PRINCIP, affiliato alla Mano Nera, un’associazione terroristica serba che aveva sede a Belgrado, sparò a Sarajevo verso l’automobile che portava l’arciduca Francesco Ferdinando (nipote dell’imperatore d’Austria ed erede al trono) e la moglie. I due morirono sul colpo. L’imperatore d’Austria, avvertito dell’attentato con un telegramma, fu colto da una crisi di disperazione (negli ultimi anni era stato colpito da numerosi lutti). I suoi consiglieri lo esortarono invano a distinguere tra le responsabilità dell’associazione terroristica e quelle del governo serbo. L’imperatore non volle ragionare: ritenne il Regno di Serbia responsabile del crimine a tutti gli effetti e, con l’approvazione del kaiser Guglielmo II, dichiarò guerra alla Serbia. Lo zar Nicola II fu informato che la rappresaglia dell’Austria aveva lo scopo di annientare la Serbia e di annetterla all’Impero austro-ungarico. Questo la Russia non poteva assolutamente permetterlo. Il 30 luglio 1914 Nicola II ordinò la MOBILITAZIONE GENERALE, cioè la chiamata alle armi di tutti i soldati di leva. La mobilitazione della Russia diede alla Germania l’occasione che aspettava; a sua volta, il 1° agosto, mobilitò le sue forze armate. A ruota la seguirono Francia e Inghilterra. Il 5 agosto 1914 era ufficialmente scoppiata la Prima guerra mondiale o Grande guerra, che opponeva gli ALLEATI (Francia, Russia, Gran Bretagna e poi Giappone) agli IMPERI CENTRALI (Austria e Germania). L’Italia si dichiarò per il momento neutrale. Una guerra-lampo? L’Europa non sapeva quale strage si stava preparando e fu scossa da un’ondata di PATRIOTTISMO. Tutti erano convinti che questa sarebbe stata una guerra-lampo, cioè una guerra d’attacco che si sarebbe risolta in un’unica battaglia decisiva. Il 6 agosto i Tedeschi occuparono il Belgio e pochi giorni dopo entrarono in Francia; questo andava contro tutte le leggi internazionali, perché il Belgio si era dichiarato neutrale. All’inizio l’offensiva tedesca sul FRONTE OCCIDENTALE travolse i Francesi; ma quando sembrava che fossero vicini alla resa, i Francesi combatterono coraggiosamente sul fiume Marna per sei giorni e costrinsero i Tedeschi a indietreggiare. Il conflitto si trasformò così in una GUERRA DI TRINCEA, ovvero in un’estenuante guerra di logoramento, scandita da brevi, ma micidiali attacchi quotidiani, con perdite umane elevatissime. Nel 1916 un secondo attacco tedesco si concluse con 700 mila morti e nulla di fatto. Questo episodio va ricordato col nome di BATTAGLIA DI VERDUN (cinque mesi) L’Italia entra in guerra L’Italia si dichiarò inizialmente neutrale. Ma al suo interno diversi gruppi politici erano favorevoli all’intervento: i NAZIONALISTI, che avevano aderito alla causa dell’IRREDENTISMO e vedevano nel conflitto con l’Austria l’occasione per portare a compimento le conquiste risorgimentali, liberando Trento e Trieste; gli ANARCHICI che credevano che la guerra potesse portare al crollo dello Stato borghese; i CIRCOLI MILITARI che miravano ad accrescere il loro potere nel Paese. Tra i LIBERALI, alcuni propendevano per l’intervento perché temevano che l’Italia, rimanendo fuori dalla guerra, venisse esclusa dalla politica europea. Altri si schierarono con Giolitti, convinto NEUTRALISTA. Anche i SOCIALISTI rifiutavano l’idea della guerra e la Chiesa cattolica denunciò il pericolo dell’avventura bellica con il papa Benedetto XV. Ottenuto l’assenso di Vittorio Emanuele III, e all’insaputa del Parlamento, i ministri italiani condussero trattative segrete con l’Intesa e il 26 aprile del 1915 stipularono il PATTO DI LONDRA (con Francia, Russia e Gran Bretagna) che impegnava l’Italia a scendere in campo contro l’Austria. Così l’Italia, a fine guerra, avrebbe potuto ottenere Trentino, Alto Adige, Istria, Dalmazia e Trieste. Il 24 maggio 1915 l’Italia entrò in guerra. Nel frattempo i Fronti erano diventati quattro nella sola Europa, uno in Medio Oriente e uno in Estremo Oriente. Inoltre si combatteva la tragica “battaglia dell’Atlantico” dove i sommergibili tedeschi (una delle invenzioni della Prima guerra mondiale) affondavano sia le navi da guerra inglesi sia i convogli americani che portavano viveri e rifornimenti agli Alleati. Il generale Luigi Cadorna, comandante delle truppe italiane, tentò all’inizio una serie di attacchi che fallirono miseramente, poi schierò il grosso delle truppe lungo il FIUME ISONZO e sull’ALTOPIANO DEL CARSO, dove per più di un anno si svolse una logorante guerra di trincea che costò mezzo milione di morti. Tra il 24 ottobre e il 12 novembre 1917 le truppe italiane furono travolte dall’esercito austriaco che sfondò le linee italiane a CAPORETTO mettendo in fuga 700 mila uomini che letteralmente gettarono le armi e marciarono a ritroso per 150 km. Gli alti ufficiali riuscirono a reagire solo dopo giorni, facendo attestare le truppe sulla linea del fiume Piave. Il generale Cadorna fu sostituito dal generale ARMANDO DIAZ che riuscì a risollevare il morale dell’esercito. Perché la “Grande Guerra” diventa guerra mondiale? Innanzitutto le nazioni che avevano un impero coloniale furono costrette per mancanza di uomini ad arruolare anche i popoli colonizzati (gli Inglesi arruolarono un milione di Indiani) Alcune nazioni extraeuropee approfittarono dell’occasione per difendere i loro interessi: la TURCHIA entrò in guerra contro Francia e Inghilterra nella speranza che Germania e Russia la aiutassero a mantenere in vita il suo Impero; il GIAPPONE si schierò con gli Alleati per togliere alla Germania le sue colonie nel Pacifico. Infine, gli attacchi dei sottomarini tedeschi ai convogli americani che portavano aiuti agli Alleati provocarono l’intervento di STATI UNITI, BRASILE, altri Stati dell’America Latina e CINA. 1917: La Russia esce di scena La drammatica situazione delle truppe e la fame degli abitanti delle città fece scoppiare in Russia una serie di scioperi e manifestazioni violente di protesta. Lo zar fu deposto e arrestato e nel 1917 scoppiò una RIVOLUZIONE che portò al governo un partito marxista. Quest’ultimo decise di ritirarsi dalla guerra. 1917: entrano in scena gli Stati Uniti Nel 1917 il presidente degli Stati Uniti Wilson dichiarò guerra alla Germania. Nel gennaio del 1918 le truppe americane sbarcarono in Europa, con carri armati, vagoni, locomotive, cannoni, ospedali da campo e rifornimenti alimentari. Gli obiettivi degli Stati Uniti erano sostanzialmente due: 1. Uno economico, che era la necessità di ripristinare al più presto la libera circolazione delle merci tra America ed Europa; 2. Uno morale, cioè far rispettare il diritto all’AUTODETERMINAZIONE dei popoli, calpestato dalla Germania (che aveva invaso il Belgio neutrale) e dall’Austria (che si era annessa la Serbia). La vittoria degli Alleati Due milioni di Americani, insieme a Inglesi e Francesi, attaccarono i Tedeschi e li costrinsero a sgombrare la Francia e il Belgio. Intanto Armando Diaz sferrò un’offensiva che, grazie al valore dei diciottenni dell’ultima leva, si concluse con la disfatta dell’Austria a Vittorio Veneto. Il 4 novembre 1918 l’Austria firmava l’armistizio con l’Italia. Si arrese anche il Kaiser di Germania, costretto alla fuga dalla rivolta dei marinai della flotta e da manifestazioni operaie. Fu proclamata la repubblica che prese il nome di REPUBBLICA DI WEIMAR. L’11 novembre 1918 la Germania firmò la resa. Intanto si arrendeva anche la Turchia.