Il RISORGIMENTO E L’UNITÀ D’ITALIA
Con tale termine s’intende il Risorgere di una coscienza nazionale nel popolo italiano; cioè la
CONSAPEVOLEZZA CHE ESISTEVA UN’UNICA LINGUA, UN’UNICA RELIGIONE e
UN’UNICA IDENTITÀ CULTURALE nei vari popoli che abitavano il territorio nazionale.
Inoltre questa consapevolezza avrebbe portato a LIBERARSI DAL DOMINO DELLE FORZE
STRANIERE CHE OPPRIMEVANO LA NOSTRA PENISOLA PER CREARE UNO STATO
NAZIONALE CHE POTESSE FRONTEGGIARE E FOSSE IN GRADO DI DIFENDERSI
DAGLI STATI VICINI (Francia, Austria, Prussia, ecc.)
Questa consapevolezza nacque incredibilmente per “merito” di Napoleone Bonaparte.
 Perché Napoleone, pur senza volerlo, ebbe un ruolo non del tutto indifferente nel processo che
portò all’unità d’Italia?
Napoleone, quando ancora era un giovane ufficiale, proprio negli ultimi anni della Rivoluzione
francese, calò in Italia conquistandone la parte centro settentrionale.
Una volta che si stanziò in Italia, creò, nel nord, una serie di piccole Repubbliche (Repubblica
Cispadana, Repubblica Transalpina, Repubblica Cisalpina, ecc.) che ILLUSERO le popolazioni,
convinte di aver trovato finalmente la LIBERTÀ dalle forze straniere e dalle monarchie assolute che
fino a quel momento avevano dominato la nostra Penisola.
Ma l’illusione durò pochi anni perché poi Napoleone tolse le libertà e le inserì direttamente sotto i
suoi domini.
In pratica:
NAPOLEONE
CONQUISTATORE
LIBERATORE
Perché “libera” parte dei territori del
Nord Italia dalla dominazione austriaca
e dalle varie monarchie assolute,
istituendo al loro posto una serie di
Repubbliche.
Questo portò inizialmente ad avere
gli stessi diritti che avevano
ottenuto i francesi dopo la Rivoluzione.
Ad Esempio: tre poteri separati,
repubblica al posto della Monarchia,
abolizione del Regime feudale,
libertà di stampa, pensiero, parola, ecc;
Inoltre, cosa fondamentale, i cittadini
di queste piccole repubbliche presero
coscienza che le leggi alle quali finora
avevano obbedito non erano né
immutabili, né derivanti da volontà divina,
ma semplicemente frutto della
prepotenza della Nobiltà e
delle varie monarchie
sparse per tutta Italia.
Perché dopo aver illuso
il popolo e aver fatto credere ai
cittadini che egli era venuto per
portare la libertà e l’uguaglianza
nella nostra nazione, dimostrò quasi
da subito quali erano i suoi veri obiettivi,
e cioè: Annettersi i vari Staterelli
dell’Italia del Nord per espandere
il proprio dominio. Inoltre soppresse
la libertà di stampa, di pensiero e di
parola, cancellando ben presto
dalla carta geo politica italiana
le varie Repubbliche, inserendo al loro
posto il Regno d’Italia.
In poche parole la popolazione della
Italia settentrionale era passata dal
dominio austriaco a quello francese.
Per questo Napoleone venne considerato
da iniziale liberatore a odioso
conquistatore.
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Quando si parla degli anni che vanno dal 1820 al 1870 circa, bisogna tenere presente alcuni concetti
fondamentali di questa fase storica. Essi sono:
Il LIBERALISMO (forma di pensiero politico al cui interno possiamo dividere le correnti politiche
dei DEMOCRATICI e dei LIBERALI MODERATI), l’idea di NAZIONALISMO, le
SOCIETÀ SEGRETE e, soprattutto per ’Italia e Germania, l’importanza decisiva del
ROMANTICISMO.
MODERATI = Orientamento politico all’interno della corrente liberale, che aveva come elementi
caratterizzanti:
 LIBERISMO ECONOMICO (cioè l’economia gestita dagli imprenditori privati e non dallo Stato
 La MONARCHIA COSTITUZIONALE (cioè una Monarchia nella quale fossero separati i Tre
poteri; legislativo, esecutivo e giudiziario)
 SUFFRAGIO RISTRETTO (cioè erano per libere elezioni ma solo per una parte, la borghesia,
della popolazione)
DEMOCRATICI = Orientamento politico all’interno della corrente liberale, che aveva come
elementi caratterizzanti:
 LIBERISMO ECONOMICO
 LA REPUBBLICA
 SUFFRAGIO UNIVERSALE (Cioè erano per libere elezioni nelle quali potesse avere diritto di
voto TUTTO QUANTO IL POPOLO MAGGIORENNE E DI SESSO MASCHILE)
SOCIETÀ SEGRETE = Associazioni di numerose persone che si riunivano in segreto per cercare
di capovolgere le forme di governo di un determinato territorio. In Italia, queste società segrete,
furono fondamentali per unire tutti coloro che volevano liberare l’Italia dalle dominazioni straniere.
Le prima società segreta fu la CARBONERIA (moti del ‘20/21 e del 30’/’31), poi fu la volta di
quelle fondate da Mazzini, e cioè LA GIOVINE ITALIA e la GIOVINE EUROPA.
NAZIONALISMO = Identificazione di un popolo che vive in un determinato territorio (ad
esempio l’Italia) con una religione, una lingua e una cultura comune a tutti gli abitanti. In Italia vi
fu, dunque, la volontà di CACCIARE LO STRANIERO (Austriaci a nord e Regno dei Borboni al
sud) e recuperare Roma e le regioni centrali d’Italia, che erano sotto il dominio dello Stato della
Chiesa, formando UN UNICO STATO al posto dei molti staterelli nei quali era frazionata oramai
da molti secoli la nostra Penisola.
ROMANTICISMO = Movimento culturale, sorto in Germania alla fine del sec. XVIII e
diffusosi in tutta Europa, che si contrappone all’Illuminismo e al Neoclassicismo. Infatti, mentre
questi due precedenti correnti di pensiero esaltavano la ragione, il Romanticismo, invece, esalta il
sentimento, la fantasia, la spiritualità, l'originalità creativa, l’irrazionalità, mentre, sul terreno
politico, formulava i concetti di nazione e di indipendenza nazionale.
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MOTI DEL 1821 e del 1831
• Che cosa intendiamo con il termine MOTI?
○ Intendiamo una RIBELLIONE DI UNA PARTE DELLA POPOLAZIONE ALL’INTERNO DI UN
TERRITORIO, MA SENZA ASSUMERE LE DIMENSIONI DI UNA VERA RIVOLUZIONE.
Questi moti si estesero in tutta Europa. I protagonisti principali furono i militari e la Borghesia nostalgici di
Napoleone e contrari al ritorno delle Monarchie assolutiste.
Tuttavia, questi moti, furono facilmente repressi dalle forze delle varie monarchie, ma lasciarono segni
importanti nella storia d’Italia e d’Europa, facendo capire che il popolo avrebbe lottato fino in fondo per
riconquistare i diritti acquisiti con la Rivoluzione Francese. In Italia, inoltre, incominciò a formarsi una
coscienza nazionale, la consapevolezza, insomma, che bisognava continuare a lottare per liberare
l’Italia dalle dominazioni straniere.
Tutti questi avvenimenti storici possono essere inseriti all’interno di una fase ben precisa, ovvero quella del
PRE RISORGIMENTO.
Il RISORGIMENTO vero e proprio, invece, è quel periodo di tempo che va dal 1848 al 1870 e al cui interno
troviamo:
LA PRIMA GUERRA DI INDIPENDENZA (1848/1849)
LA SECONDA GUERRA DI INDIPENDENZA E LA SPEDIZIONE DEI MILLE (1859/1861)
LA TERZA GUERRA DI INDIPENDENZA (1866)
LA PRESA DI ROMA (1870)
LE RIVOLUZIONI DEL 1848
Questo è un anno FONDAMENTALE per gran parte dell’Europa.
Al giorno d’oggi è ancora un’abitudine dire: “È scoppiato un ’48! “ per indicare che è accaduto
qualcosa di piuttosto forte; un gran caos, insomma!
Rivolte più importanti scoppiano in Francia, Italia e nell’Impero asburgico (cioè nell’impero
AUSTRIACO).
A noi, però, interessa focalizzare l’attenzione sull’Italia, perché è proprio a partire dal 1848 che i
PATRIOTI (cioè coloro i quali volevano cacciare via lo straniero e far nascere una nuova PATRIA,
l’Italia) prendono maggiore consapevolezza della loro forza e sarà proprio da questo momento, con
la cosiddetta PRIMA GUERRA DI INDIPENDENZA, che possiamo parlare di RISORGIMENTO
vero e proprio.
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IL ’48 IN ITALIA
Come abbiamo già detto, L’Italia, in questo periodo, non è ancora una nazione, bensì una
serie di Staterelli, più o meno importanti, entro i quali si trovavano delle forme di governo e delle
dinastie regnanti assai differenti.
I Regni più importanti erano:
NORD ITALIA
Regno del PIEMONTE E DELLA SARDEGNA (Piemonte, Liguria e Sardegna) dinastia SAVOIA
Regno LOMBARDO-VENETO (Lombardia e Veneto ) sotto il dominio AUSTRIACO degli
ASBURGO –LORENA
GRANDUCATO DI TOSCANA (gran parte della Toscana) sotto LEOPOLDO III
CENTRO ITALIA
STATO DELLA CHIESA (Lazio, compresa ROMA, Marche, Umbria, parte Molise e Abruzzo)
Legazioni pontificie nel nord Italia: Bologna e Ferrara
SUD ITALIA
REGNO DELLE DUE SICILIE (Sicilia, Calabria, Puglia e Campania
compresa Napoli), sotto i BORBONI, ramo spagnolo
delle
DUE SICILIE
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 Qual è l’elemento che spinge i vari Stati a cercare l’unificazione?
○ La VOLONTÀ DI CACCIARE VIA LO STRANIERO DAL TERRITORIO ITALIANO!
 Quali sono le spinte che determinano la rivolta contro lo straniero?
○ - L’arrivo di Napoleone Bonaparte in Italia alla fine del 1700 che aveva entusiasmato gli abitanti
del Settentrione convinti, da quel momento in avanti, che, lottando strenuamente, si potessero
cacciare via, definitivamente, gli invasori.
- Gli esempi dei Moti del 1821 e del 1831 in tutta Europa.
- Il pensiero DEMOCRATICO, le idee di GIUSEPPE MAZZINI e le SOCIETÀ SEGRETE
- Il pensiero LIBERALE e la volontà della SEPARAZIONE DEI TRE POTERI
- Il NAZIONALISMO
- Il ROMANTICISMO
- Il Concetto di RISORGIMENTO
Lo so: queste cose le ho già scritte varie volte, ma meglio ripeterle all’infinito!! Anche perché come
dicono i latini: “repetita juvant” (ovvero “le cose ripetute aiutano” ) e, si sa, quanto voi studenti
abbiate bisogno che vi si ripetano le cose per farvele entrare nella capoccia…
LA PRIMA GUERRA D’INDIPENDENZA (1848)
La prima spinta verso la liberazione partì dal nord Italia e, quindi, il NEMICO DA CACCIARE
DOVEVA ESSERE L’AUSTRIA.
 Qual era lo Stato nel quale gli Asburgo – Lorena detenevano il potere?
○ Il LOMBARDO VENETO; e, quindi, le rivolte scoppiarono nelle due città principali di questo
regno:
MILANO per il Lombardo e VENEZIA per il Veneto.
In particolar modo a Milano, il popolo e i borghesi si unirono per cacciare via gli oppressori
austriaci dando vita alle famosissime e gloriosissime
CINQUE GIORNATE DI MILANO (18 – 22 MARZO 1848).
Gli Austriaci furono costretti a rifugiarsi in una piccola zona al confine fra Lombardia e Veneto e
questo fece sì che il Piemonte cercò di approfittarne per conquistare il Lombardo – Veneto e, così,
nel marzo 1848, anche tale stato dichiarò guerra all’Austria, affiancandosi ai rivoluzionari.
Poiché al Piemonte a agli insorti del nord Italia si affiancano nella battaglia anche altre forze,
presenti nel resto del territorio nazionale, questa guerra viene definita come la
PRIMA GUERRA D’INDIPENDENZA, perché c’è la volontà di LIBERARE IL
LOMBARDO VENETO E TUTTO IL RESTANTE NORD ITALIA DALLA
DOMINAZIONE AUSTRIACA.
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Tuttavia l’illusione dei patrioti durò poco, in quanto tutti si accorsero che a Carlo Alberto (il
sovrano del Regno del Piemonte e della Sardegna), interessava SOLO ANNETTERSI IL
LOMBARDO VENETO per ingrandire e rafforzare il regno del Piemonte e non gli interessava
minimamente liberare il resto della Penisola.
Dopo cinque mesi d’assedio Milano e Venezia vennero riprese dagli austriaci.
Le rivolte, però, che si erano estese si estesero anche in altre parti d’Italia, colpirono anche a Roma,
dove papa Pio IX fu costretto a fuggire e si formò una Repubblica governata dai democratici, che
vinsero le elezioni politiche del gennaio 1849 a SUFFRAGIO UNIVERSALE e nelle cui file
vennero eletti anche Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi.
In questa circostanza morì, in giovanissima età e dopo una lenta e atroce agonia, GOFFREDO
MAMELI, autore dell’inno d’Italia e grande eroe del nostro Risorgimento. Anche l’esperienza della
Repubblica di Roma terminò dopo pochi mesi, così Pio IX riprese possesso di tale città, mentre
Garibaldi fu costretto a scappare verso il nord Italia. Durante questa fuga, morì la sua amata e fedele
compagna, la famosissima ANITA GARIBALDI.
In conclusione si può sostenere che la I Guerra d’indipendenza aveva generato molte speranze per
la libertà e l’indipendenza della popolazione italiana, ma, alla fine, i vari tentativi dei rivoltosi erano
stati respinti.
SECONDA GUERRA D’INDIPENDENZA (1859)
Negli anni successivi alla fine della Prima guerra d’Indipendenza divenne protagonista assoluto
sulla scena politica CAVOUR. Era un liberale moderato e, dunque, favorevole ad un modello
politico monarchico costituzionale, così come effettivamente era il modello sabaudo.
Quando venne eletto Presidente del Consiglio (la carica che ha al giorno d’oggi in Italia Matteo
Renzi), si dimostrò un abilissimo politico e il Piemonte divenne, in pochi anni, una potenza molto
ricca e fu vista come il punto di riferimento dagli altri stati italiani.
La caratteristica fondamentale della sua strategia politica fu l’ABILITÀ DIPLOMATICA, che gli
servì spesso e volentieri per ottenere importanti successi. L’idea base di Cavour era quella di
riuscire a conquistare definitivamente il Lombardo Veneto mentre NON ERA INTERESSATO
AD UNIRE AL PIEMONTE IL RESTO D’ITALIA.
Ad ogni modo, la Seconda Guerra di Indipendenza, vide contrapposti il Regno del Piemonte,
alleatosi con la Francia, contro l’Austria.
• Per quale motivo la Francia si schierò a fianco del Regno del Piemonte ?
○ Grazie a Cavour. Infatti, questo abilissimo politico, fece credere ai francesi (che in quel momento
erano nuovamente tornati ad essere un Impero con a capo NAPOLEONE III, nipote di Bonaparte),
che l’Austria volesse estendere i propri possedimenti sulla Francia. Preso per vero quanto sostenuto
da Cavour, la Francia decise, quindi, di schierarsi col Piemonte.
Nell’aprile del 1859, dopo essere stata provocata dalle truppe piemontesi al confine, l’Austria
dichiarò guerra al Piemonte.
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Ebbe così inizio la SECONDA GUERRA D’INDIPENDENZA.
Due mesi dopo, nel giugno del 1859, nella battaglia di MAGENTA, che è una località al confine fra
il Piemonte e la Lombardia, l’esercito franco – piemontese sconfisse gli austriaci e si aprì la strada
verso Milano.
Inoltre, riuscirono a respingere gli attacchi austriaci nelle due famosissime battaglie di
SOLFERINO e SAN MARTINO (località collocabili fra Brescia e Verona).
Mentre la situazione volgeva al meglio, Napoleone III decise di ritirarsi dal conflitto poiché il
popolo francese non era affatto d’accordo con questa guerra.
Nel luglio 1859, Napoleone firmò l’Armistizio (pace) con l’Austria, e la Lombardia (solo la
Lombardia E NON IL VENETO!) venne ceduta al Piemonte.
Cavour aveva raggiunto (anche se non del tutto) il suo obbiettivo, ma anche lui non fu in grado di
prevedere quel che sarebbe accaduto da lì a breve.
• Cosa successe?
○ Accadde, infatti, che influenzati ed entusiasmati dai successi delle truppe franco – piemontesi,
gli altri Stati del Nord (e centro nord Italia) si sollevarono contro i loro regnanti. Per l’esattezza le
ribellioni si svilupparono nel:
GRANDUCATO DI FIRENZE, DUCATO DI MODENA, DUCATO DI PARMA, LEGAZIONI
PONTIFICIE (Bologna e Ferrara).
Queste rivolte, a differenza che in passato, videro saldamente uniti SIA I DEMOCRATICI SIA I
MODERATI e, questo, permise il successo di tali ribellioni, costringendo i sovrani di questi Stati a
fuggire, lasciandoli in mano ai rivoltosi.
E qui, avvenne, per l’appunto, un fatto imprevisto dallo stesso Cavour: in questi territori si decise
d’indire (cioè svolgere) delle votazioni per la possibile annessione (cioè unione) di esse al più
grande Regno del Piemonte. Cavour rimase stupefatto, ma non si oppose e così nel MARZO 1860,
avvennero le votazioni per PLEBISCITO (tutto il popolo chiamato a votare) e i risultati furono
LARGAMENTE FAVOREVOLI ALL’ANNESSIONE DI TALI STATI AL REGNO DEL
PIEMONTE.
Di fatto, senza nemmeno poterlo immaginare fino a qualche mese prima, Il regno del Piemonte si
ritrovò alla guida di tutto il Nord Italia.
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LA SPEDIZIONE DEI MILLE
Lo stato del Piemonte si avviava a diventare uno STATO NAZIONALE, cioè uno stato molto
grande e Stato guida del processo per l’unità d’Italia.
Una volta conquistato il Nord, mancavano all’appello l’intero Meridione, Roma e il Veneto.
 Che cosa avviene con la spedizione dei Mille?
Si LIBERA IL MERIDIONE dalla dinastia dei Borboni e lo si annette al resto d’Italia.
 Chi voleva liberare il Meridione?
○ I DEMOCRATICI, che avevano come scopo quello di UNIRE L’ITALIA, a differenza di Cavour
che pensava al potenziamento dello Stato del Piemonte.
 Chi fu il condottiero che guidò la Spedizione dei Mille?
○ GIUSEPPE GARIBALDI. Per il motivo che a guidarli vi fosse Garibaldi, i volontari partiti per
questa impresa vengono definiti GARIBALDINI.
 Da dove partirono?
○ GENOVA; più precisamente da QUARTO.
 Quanti erano?
○ Circa MILLE. Le voci più attendibili dicono 1071.
Da Genova partirono, la notte del 5 MAGGIO 1860, sulle navi chiamate PIEMONTE e
LOMBARDO, in circa 800, mentre gli altri si unirono a TALAMONE, cittadina toscana e prima
tappa della spedizione.
 Come avvenne lo sbarco?
○ Ripreso il viaggio, dopo la sosta a Talamone, arrivarono in Sicilia e sbarcarono a MARSALA.
Dopo di che, sempre nel maggio del 1860, ottennero una grande vittoria a CALATAFIMI; poi
PALERMO, dove Garibaldi proclamò decaduta la dinastia dei Borboni.
Garibaldi passò poi in Calabria, risalendo lentamente la Penisola senza incontrare particolari
resistenze e giungendo trionfalmente fino a NAPOLI.
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(IL PERCORSO DI GARIBALDI DA GENOVA AL VOLTURNO)
Cavour e i moderati (che erano rimasti a guardare cosa succedeva senza prendere parte al conflitto),
preoccupati dalla situazione che si stava verificando e, soprattutto, dalla possibilità che Garibaldi
attaccasse lo Stato della Chiesa per conquistare Roma (difesa da Napoleone III, amico e alleato del
Regno del Piemonte), decisero d’intervenire direttamente.
Garibaldi e i suoi seguaci, a quel punto, avevano due possibilità:
1) disinteressarsi dell’arrivo dell’esercito piemontese e marciare lo stesso verso Roma
2) Ritirarsi dal conflitto contro i Borboni
OTTOBRE 1860 - INCONTRO A TEANO (località presso Caserta, in Campania)
FRA GARIBALDI E VITTORIO EMANUELE II.
Incontro decisivo perché Garibaldi accettò di ritirarsi dal conflitto lasciando di fatto in mano al
regno del Piemonte il destino del futuro stato italiano.
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Così, il 17
MARZO 1861 -
NASCE IL REGNO DI ITALIA.
IL PRIMO PARLAMENTO NAZIONALE ITALIANO, eletto su base censitaria (in poche
parole a suffragio ristretto), PROCLAMÒ VITTORIO EMANUELE II PRIMO RE
D’ITALIA “PER GRAZIA DI DIO E VOLONTÀ DELLA NAZIONE” .
TORINO, in attesa della conquista di Roma, divenne la PRIMA CAPITALE D’ITALIA.
• Che cosa rimaneva ancora fuori ?
○ Beh, a questo punto dovreste oramai saperlo a memoria, ma dato che i più distratti potranno
ancora avere qualche dubbio… eccovi un’altra bella carta storica in cui sono messi in evidenza cosa
mancava…
VENETO
e
ROMA
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LA TERZA GUERRA D’INDIPENDENZA (1866)
 Che cosa si ottiene con la Terza Guerra d’Indipendenza?
○ Si recupera il VENETO, che da quel momento farà parte dell’Italia.
La cosa buffa è che il Regno d’Italia perse tutte, o quasi, le battaglie contro l’Austria.
• Come riuscì, allora, ad ottenere il Veneto?
○ Anche questa volta il meritò va quasi ed esclusivamente a quel genio della strategia e della politica che fu
Cavour. Egli, infatti, si alleò con la Prussia (piccolo Stato in grande espansione e dal quale nascerà la
Germania), che stava combattendo contro l’Austria per conquistare parti dei suoi territori. Alla fine, la
Prussia sconfisse l’Impero austriaco e poiché l’esercito del Regno d’Italia aveva tenute impegnate le truppe
austriache, in questo modo contribuì alla vittoria dell’alleato. Così, Con la PACE DI VIENNA (1866),
l’AUSTRIA CEDEVA IL VENETO ALL’ITALIA.
Rimaneva solo da conquistare Roma…
LA PRESA DI ROMA (1870)
Dopo l’unità d’Italia (Marzo 1861), i garibaldini tentarono a più riprese di conquistare Roma, ma i
tentativi fallirono perché i moderati non li aiutarono, in quanto preoccupati della reazione di
Napoleone III, difensore di questa città.
Tuttavia, la Prussia, che stava notevolmente allargando i propri confini nazionali, decise di
penetrare anche in territorio francese e questo fece scoppiare la guerra fra Francia e Prussia.
L’esercito prussiano, molto più forte e ben organizzato sul piano militare, non solo sconfisse i
francesi, ma addirittura si spinse fin dentro Parigi. Preoccupato da tale situazione, Napoleone III
richiamò anche le sue truppe presenti a Roma, impossibilitato oramai a difendere ad oltranza questa
città. Una volta che lo Stato della Chiesa si vide privato dell’aiuto francese, non riuscì ad opporre
difesa alcuna all’esercito italiano e ai garibaldini, che il 20 SETTEMBRE 1870, attraverso la
BRECCIA DI PORTA PIA, entrarono in Roma e la conquistarono.
Termina in questo modo il nostro Risorgimento, tuttavia, mancavano ancora
TRENTO e
TRIESTE.
Ed è per questo motivo che sciaguratamente, dannatamente, l’Italia deciderà di prendere parte
(sempre contro l’Austria!!) alla Prima Guerra Mondiale. Milioni furono i soldati (prevalentemente
giovanissimi), che morirono in questo drammatico conflitto, quello che il Papa di allora, il genovese
Giacomo Della Chiesa, BENEDETTO XV, definì come l’INUTILE STRAGE.
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