Il Monitoraggio terapeutico dei FAE 1. Presupposti farmacologici Perché ? L’effetto del farmaco non è facilmente misurabile sulla base dei soli segni clinici o di parametri strumentali o di laboratorio; il trattamento è spesso profilattico; l’aggiustamento della dose è spesso difficile sulla sola base clinica; è frequente l’utilizzo di politerapie. 2. Requisiti metodologici Come ? Il farmaco deve aver raggiunto nell’organismo una condizione di equilibrio fra la quantità assorbita e quella eliminata. Dopo ogni modifica dello schema posologico (dose, coterapia), aspettare sempre il tempo necessario al raggiungimento di una nuova condizione di equilibrio dei farmaci prima di richiederne il monitoraggio (vedi figura). TEMPO DI EQUILIBRIO 0 3 4 5 Tabella 2. FAE per i quali è disponibile il TDM nel nostro Laboratorio ed il relativo range di riferimento delle concentrazioni plasmatiche Principio attivo misurato Acido Valproico GIORNI 7 8 9 Accurata registrazione dei dati clinico-terapeutici dei pazienti. 10 11 12 1 3 14 21 Carbamazepina Carbamazepina-epossido (metabolita) Farmaco Variabilità cinetica interindividuale Potenziale d’interazione Fluttuazioni interdose delle conc. Utilità TDM Acido Valproico alta alto marcate ++ Carbamazepina alta alto moderatemarcate +++ Etosuccimide moderata basso moderate + Felbamato alta alto moderate ++ Fenitoina alta alto modeste ++++ Fenobarbitale moderata alto assenti ++ Gabapentin alta (specie alle dosi più alte) non rilevante marcate + Lacosamide bassa basso moderate + Lamotrigina alta alto moderatemarcate +++ Levetiracetam moderata basso marcate + Mono idrossi derivato dell’ moderata oxcarbazepina moderato moderate ++ Pregabalin bassa non rilevante marcate + Primidone moderata alto assenti ++ Rufinamide alta alto moderate +++ Tiagabina moderata alto marcate + Topiramato moderata alto moderate ++ Zonisamide alta alto non rilevanti ++ Tabella 1. Alcune delle caratteristiche farmacocinetiche dei principali FAE da considerare in relazione al monitoraggio terapeutico (TDM) I farmaci candidati al monitoraggio sono caratterizzati da: uno stretto indice terapeutico; un’ampia variabilità cinetica interindividuale; un alto potenziale d’interazione; una modesta trasformazione in metaboliti attivi; un meccanismo d’azione reversibile. ACIDO LAMOTRIGINA VALPROICO GABAPENTIN LACOSAMIDE LEVETIRACETAM MONO IDROSSI DERIVATO DELL’ OXCARBAZEPINA PREGABALIN RUFINAMIDE TIAGABINA ETOSUCCIMIDE ZONISAMIDE FENOBARBITALE PRIMIDONE FENITOINA* CARBAMAZEPINA FELBAMATO TOPIRAMATO Clobazam Norclobazam (metabolita) Etosuccimide Felbamato Fenitoina Fenobarbitale *cinetica dose dipendente I prelievi per la misura delle concentrazioni plasmatiche del farmaco devono essere eseguiti a tempi fissi rispetto all’orario di somministrazione delle dosi. Attenzione a quei farmaci che presentano fluttuazioni importanti delle concentrazioni nell’arco della giornata (Tab.1) Condizioni standardizzate di prelievo, raccolta e conservazione dei campioni plasmatici: Prelievo di base (ore 8-9), prima di assumere le eventuali dosi della mattina; non occorre essere a digiuno Eventualmente 2 prelievi (secondo prelievo a distanza di 2-4 ore dall’assunzione della dose del mattino) per farmaci con ampie fluttuazioni delle concentrazioni nell’intervallo fra le dosi Possibilità di prelievi in concomitanza di fenomeni di tossicità verosimilmente relati alle concentrazioni “al picco” del farmaco Prelevare 5 mL di sangue in provetta eparinata Il dosaggio può essere effettuato anche su siero Centrifugazione a temperatura ambiente Separazione del plasma e conservazione dei campioni plasmatici in frigorifero (4-8 °C); il plasma può essere conservato in frigorifero anche per 2 settimane Per periodi più lunghi, conservazione a –20° C Metodi analitici affidabili e riproducibili, per poter essere d’aiuto nei processi decisionali. Gabapentin Lacosamide Lamotrigina Levetiracetam Mono idrossi derivato dell’ oxcarbazepina (metabolita Specialità medicinale Depakin®, Depakin Chrono®, Depamag®, Depamide® Tegretol®, Carbamazepina equivalente Frisium® Range di riferimento (µg/mL) 40-100 5-12 Non definito Non definito Zarontin®, Petinimid® Taloxa® Dintoina® 40-80 40-80 10-25 Gardenale®, Luminale®, Mysoline® 15-30 Neurontin®, Gabapentin equivalente Vimpat® Lamictal® Lamotrigina equivalente Keppra®, Levetiracetam equivalente Tolep® 6-20 5-20 3-15 10-40 12-35 attivo) Pregabalin Rufinamide Topiramato Zonisamide Lyrica® Inovelon® Topamax®, Sincronil®, Topiramato equivalente Zonegran® 3-9 10-30 3-20 10-30 Come interpretare il range di riferimento? Si tratta di un intervallo probabilistico di concentrazioni, con un limite inferiore al di sotto del quale una risposta terapeutica è verosimilmente improbabile ed un limite superiore al di sopra del quale esistono maggiori probabilità di comparsa di effetti tossici. Data l’ampia variabilità interindividuale, alcuni soggetti potranno mostrare una risposta terapeutica ottimale anche a concentrazioni al di fuori del range di riferimento ed altri presentare effetti tossici anche all’interno di questo range. I valori suggeriti del range non devono essere quindi utilizzati come guida assoluta alla terapia, ma devono inserirsi nel contesto clinico individuale ⇒ ciascun paziente ha il proprio intervallo terapeutico di concentrazioni. 3. Appropriatezza della richiesta Impostazione della terapia Ricerca terapia ottimale Mantenimento del controllo delle crisi Quando ? ● Modifica delle dosi ● Modifica della formulazione del farmaco (es., formulazioni equivalenti) ● ● ● ● Conferma dell’efficacia terapeutica Presenza di effetti tossici Mancata risposta al trattamento Modificazioni dello stato fisiologico (es., gravidanza) ● Presenza di malattie intercorrenti ● Possibilità d’interazione tra farmaci ● Sospetto di assunzione irregolare della terapia Il Monitoraggio terapeutico: da misura delle concentrazioni dei farmaci a strumento per la gestione della terapia Introdotto nei primi anni settanta, il monitoraggio delle concentrazioni plasmatiche (TDM) dei farmaci antiepilettici (FAE) è andato sempre più diffondendosi nella pratica clinica come strumento d’ausilio nella ottimizzazione dello schema posologico in ciascun paziente. Adeguata conoscenza delle proprietà cinetiche e dinamiche dei FAE 2. Assicurarsi che il laboratorio d’analisi adotti adeguate misure di controllo di qualità 3. Richiedere il TDM solo quando c’è un chiaro quesito clinico 4. Le concentrazioni dei FAE devono essere misurate in condizioni stazionarie 5. I prelievi ematici devono essere standardizzati rispetto al tempo di assunzione delle dosi 6. L’interpretazione dei risultati deve tener conto dell’intervallo di tempo dall’ultima dose somministrata e delle caratteristiche cinetiche dei FAE 7. Essere consapevoli che i “range di riferimento” hanno solo un significato probabilistico. Informare anche i pazienti riguardo ai limiti di tali range 8. Tenere in considerazione le situazioni che possono modificare la relazione concentrazione-effetto dei FAE (es. età avanzata, severità dell’epilessia, gravidanza) 9. Applicare il concetto che ciascun paziente ha il proprio “range terapeutico di concentrazioni” 10. Trattare il paziente, non la concentrazione plasmatica del farmaco e non prendere mai una decisione clinica solo sulla base dei valori di concentrazione! DIPARTIMENTO DI SCIENZE BIOMEDICHE E NEUROMOTORIE Questo opuscolo presenta, partendo dalla concreta esperienza del nostro Laboratorio, il razionale generale del monitoraggio terapeutico dei FAE e le procedure per il corretto utilizzo di questo stumento nella pratica clinica. Il MONITORAGGIO TERAPEUTICO dei FARMACI ANTIEPILETTICI: A chi è rivolto questo opuscolo? presupposti per una corretta applicazione, interpretazione e utilizzo Le dieci “regole d’oro” per il corretto utilizzo del TDM (Epilepsia, 49:1239-76, 2008) 1. ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITA’ DI BOLOGNA A tutti i professionisti (medici, infermieri, tecnici di laboratorio, farmacologi clinici) che con diverse competenze contribuiscono alla realizzazione del monitoraggio terapeutico. Requisiti metodologici Come ? L’obiettivo è riesaminare e condividere: presupposti farmacologici per la misura delle concentrazioni plasmatiche di tutti i FAE, “nuovi” e “vecchi”; requisiti metodologici per una corretta raccolta, analisi dei campioni plasmatici ed interpretazione dei risultati, con particolare riferimento al concetto di “range terapeutico”; Presupposti farmacologici Perché ? Appropriatezza della richiesta Quando appropriatezza delle richieste. Lo scopo è stimolare un approccio al TDM inteso non come semplice misura delle concentrazioni plasmatiche dei farmaci ma come vero e proprio strumento di gestione della terapia la cui efficacia è condizionata dal livello d’interazione e consapevolezza di tutte le professionalità coinvolte. Redazione: Manuela Contin, Monica Balboni Revisione 04, 27 dicembre 2012 Laboratorio di Neurofarmacologia Clinica Responsabile: Dott. Roberto Riva Via Ugo Foscolo, 7 - 40123 Bologna Tel. 051 2092750; Fax. 051 2092751 E-mail: [email protected] http://www.dibinem.unibo.it/it