Stress: amico o nemico? Ricerca sulla differenza tra eustress e distress e sull’effetto della nostra mentalità sulle risposte del nostro corpo. Lavoro di maturità di Giulia Moro Docente responsabile: Prof. Luca Paltrinieri Lavoro di maturità 2014 Liceo Lugano 1 Via Carlo Cattaneo 4 6900 Lugano ___________________________________________________________________________ 1. Indice 1. Indice ..................................................................................................................................... 1 1. Abstract.................................................................................................................................. 3 2. Introduzione ........................................................................................................................... 4 3. Lo stress negativo: distress .................................................................................................... 6 3.1. Definizione di stress e di stressore ................................................................................. 6 3.2. Le risposte allo stress ..................................................................................................... 7 3.3. Funzionamento dell’asse HPA ....................................................................................... 8 3.3.1. Il CRH: molecola fondamentale per il corretto funzionamento dell’asse HPA ...... 14 3.3.2. L’ACTH................................................................................................................... 18 3.3.3. La regolazione dell’asse HPA: alcuni strutture, circuiti e molecole implicate........ 18 3.4. 4. 5. 3.3.3.1. Alcune strutture implicate nella regolazione dello stress ........................... 18 3.3.3.2. Il sistema limbico........................................................................................ 20 3.3.3.3. Molecole periferiche che regolano l’asse HPA .......................................... 21 3.3.3.4. I glucocorticoidi .......................................................................................... 22 3.3.3.5. La regolazione dell’asse HPA da parte di neuropeptidi e neurotrasmettitori 22 Gli effetti fisiologici legati allo stress .......................................................................... 24 3.4.1. La pressione sanguigna ............................................................................................ 24 3.4.2. I prodotti ormonali ................................................................................................... 25 3.4.3. Il sistema immunitario ............................................................................................. 25 3.4.4. Il cortisolo: effetti sul corpo e alcune informazioni generali sulla molecola .......... 26 Lo stress positivo: eustress .................................................................................................. 28 4.1. Introduzione: definizione di eustress ............................................................................ 28 4.2. Benefici di eustress sul nostro organismo .................................................................... 29 4.3. Percezione dello stress e livelli salivari di cortisolo..................................................... 30 4.4. Il Trier Social Stress Test ............................................................................................. 32 Eustress e distress a confronto: quanto la nostra percezione dello stress può influenzare le risposte del nostro corpo? .............................................................................................. 34 5.1. Scopo ............................................................................................................................ 34 5.2. Ipotesi iniziale .............................................................................................................. 34 5.3. Scelta degli individui .................................................................................................... 35 5.3.1. Scelta di individui per l’esperimento alla Franklin University (gruppo 2) ............. 36 5.3.2. Scelta di individui stressati cronicamente (gruppo 3) ............................................. 37 5.3.3. Scelta di individui gruppo di controllo .................................................................... 38 5.4. Condizioni preliminari per gli individui da seguire prima dell’esperimento ............... 39 ___________________________________________________________________________ Pagina 1 ___________________________________________________________________________ 5.5. Procedimento ................................................................................................................ 41 5.5.1. Metodo per la misurazione dei livelli di cortisolo salivari ...................................... 41 5.5.2. Procedimento per gli studenti di Franklin University ............................................. 42 A. Percezione individuale dello stato di stress e del suo effetto ............................. 42 B. Video eustress – distress ..................................................................................... 44 5.5.3. Procedimento per gli individui stressati e per il gruppo di controllo ...................... 48 5.5.4. Metodologia dell’analisi statistica dei risultati ........................................................ 49 5.6. Risultati attesi ............................................................................................................... 51 5.6.1. Risultati attesi per il gruppo di Franklin University ................................................ 51 5.6.2. Risultati attesi per il gruppo di individui stressati cronicamente............................. 51 5.7. Possibili imprecisioni per i tre gruppi .......................................................................... 52 5.7.1. Possibili imprecisioni per il gruppo degli allievi di Franklin University ................ 53 5.7.2. Possibili imprecisioni per il gruppo di controllo ..................................................... 53 5.7.3. Possibili imprecisioni per il gruppo di individui stressati negativamente ............... 53 5.8. Risultati ........................................................................................................................ 54 5.8.1. Risultati questionari Franklin University ............................................................... 54 5.8.1.1. Questionario cura dentale ........................................................................... 54 5.8.1.2. Questionario stress ...................................................................................... 58 5.8.2. Risultati questionari del gruppo di stress cronico e no stress ................................. 62 5.8.3. Risultati livelli di cortisolo ..................................................................................... 67 5.9. 5.8.3.1. Risultati Franklin University ...................................................................... 67 5.8.3.2. Risultati dei gruppi di individui stressati cronicamente e no stress ............ 79 Discussione dei risultati................................................................................................ 83 5.9.1. Discussione dati Franklin University ...................................................................... 83 5.9.2. Discussione risultati gruppo individui stressati cronicamente ............................... 85 5.9.3. Discussione risultati gruppo individui no stress ...................................................... 87 6. Conclusioni .......................................................................................................................... 88 7. Ringraziamenti .................................................................................................................... 89 8. Bibliografia .......................................................................................................................... 90 ___________________________________________________________________________ Pagina 2 ___________________________________________________________________________ 1. Abstract In questo lavoro di maturità è stato trattato il tema dello stress, più in particolare dell’eustress, con una parte consistente dedicata all’influenza della nostra concezione riguardo allo stress sulla nostra salute. Il lavoro di maturità è suddiviso in tre capitoli principali: nel primo viene affrontato il tema dello stress negativo, del funzionamento delle risposte allo stress e degli effetti negativi che lo stress può avere sulla nostra salute; il secondo capitolo è dedicato all’eustress, alla sua definizione, ai suoi possibili benefici sulla nostra salute e ad un’introduzione sul tema dell’influenza della nostra percezione sullo stress sulla nostra salute, affrontato poi approfonditamente nel terzo capitolo principale del lavoro di maturità, dedicato ai vari esperimenti svolti su questo tema. Come primo esperimento, sono stati misurati i livelli di cortisolo (ormone principale delle risposte allo stress) di individui che sostengono di essere stressati cronicamente e confrontati con il loro stress percepito (misurato tramite un apposito formulario con domande specifiche sulla quantità di stress vissuta al momento dell’esperimento). Non è stato trovato, però, nessun legame tra queste due categorie di dati. Sono anche stati misurati i livelli di cortisolo di un gruppo di controllo, composto da due individui che dovrebbero sperimentare la minore quantità di stress possibile nella propria vita. Anche questo gruppo ha avuto dei risultati infelici: i livelli di cortisolo dei due individui non erano totalmente conformi all’ipotesi iniziale secondo cui i livelli di cortisolo del gruppo di controllo dovrebbero essere più bassi rispetto agli altri due gruppi, in quanto non sono influenzati da fattori di stress. L’esperimento più consistente svolto è quello sulla possibile influenza della mentalità riguardo allo stress sulle risposte del nostro corpo. Sono stati effettuati due prelievi di cortisolo salivare su un gruppo di studenti della Franklin University, prima e dopo un presunto test a sorpresa per verificare la variazione dei livelli di cortisolo durante una situazione di stress. Gli studenti sono stati divisi in due gruppi: un gruppo che dovrebbe avere una mentalità positiva riguardo allo stress e un gruppo che dovrebbe avere una mentalità negativa per verificare se le risposte allo stress dei due gruppi sono diverse. La bibliografia presente su questo tema indica, infatti, che una mentalità positiva sullo stress può portare ad un rilascio più sano di cortisolo [26]. L’esperimento svolto durante l’esame di maturità sembra confermare le conclusioni degli studiosi: è stato riscontrato che il gruppo di studenti con una mentalità positiva riguardo allo stress ha avuto una minore variazione nei livelli di cortisolo rispetto al gruppo di individui con una mentalità negativa di stress e che hanno dunque avuto una risposta allo stress più sana. Ciò che ci dice l’esperimento e la bibliografia su questo tema è rivoluzionario: con un semplice accorgimento, possiamo trasformare lo stress, come un amico in grado di aiutarci nelle situazioni più difficili. ___________________________________________________________________________ Pagina 3 ___________________________________________________________________________ 2. Introduzione Tutti hanno già vissuto una situazione stressante nella loro vita, hanno sentito gli effetti delle potenti risposte che il nostro corpo mette in atto per ristabilire l’omeostasi [1] perduta a causa di un avvenimento che altera la quiete della nostra vita. La risposta allo stress, infatti, è l’insieme degli adattamenti fisiologici destinati a ristabilire l’equilibrio emotivo e psicologico, perduto a causa di un fattore di stress, ovvero un qualunque evento capace di disturbare l’omeostasi del nostro organismo [1]. Questi mutamenti attuati dal nostro organismo (a cui partecipano principalmente il sistema ormonale e il sistema nervoso) da anni sono stati visti come negativi per la salute, come qualcosa che ci nuoce. Se, però, ci fossero dei casi in cui questa non fosse la realtà? Se lo stress a breve termine potesse avere degli effetti positivi sul corpo? È ciò che mostrano alcune ricerche rivoluzionarie svolte recentemente sugli effetti che una situazione stressante ha sul nostro corpo e sulla nostra salute. La maggior parte delle persone vedono lo stress ancora in modo negativo, ma queste nuove scoperte cambiano la concezione precedente dello stress. Il termine che è stato coniato per descrivere questo nuovo tipo di stress è eustress, ovvero stress positivo, contrapposto al distress, ovvero lo stress negativo [1]. Ho scoperto il significato della parola eustress guardano un podcast sullo stress positivo, e mi sono subito interessata. Mi sono sorti numerosi interrogativi, a cui ho cercato di dare risposta. Partendo dal filmato, infatti, ho trovato tanti articoli scientifici inerenti allo stress positivo e ho cominciato ad approfondire il tema. Prima, però, è stato necessario capire come funzionano i circuiti dello stress del nostro corpo e i processi che portano al ristabilimento dell’omeostasi. Nel corso del lavoro di maturità, è stato attuato un esperimento con lo scopo di ricercare l’influenza della mentalità sulla salute. Ci sono testimonianze, infatti, che indicano come una mentalità positiva sullo stress possa portare ad una risposta allo stress più sana [26]. La ricerca della ripetizione dei risultati ottenuti da questo studio è stato posto come uno degli obiettivi per il lavoro di maturità. [1] L’omeostasi è l’attitudine propria degli organismi viventi a mantenere costante il valore di alcuni parametri interni, che tende di continuo a essere modificato da vari fattori interni e esterni.Vi sono numerosi centri di controllo per il mantenimento dell’omeostasi, tra cui il sistema nervoso centrale e il sistema endocrino [32] ___________________________________________________________________________ Pagina 4 ___________________________________________________________________________ In questo lavoro, si è cercata risposta alle seguenti domande: - Cos’è l’eustress? - Qual’è la differenza tra eustress e distress? - Quali esperimenti sono stati svolti per arrivare alla concezione di stress positivo? - Quali effetti positivi può avere sul nostro corpo una situazione stressante? - Esiste un legame tra la nostra concezione di stress e le risposte del nostro corpo? ___________________________________________________________________________ Pagina 5 ___________________________________________________________________________ 3. Lo stress negativo: distress Prima di affrontare il tema principale del lavoro di maturità, è importante rispondere ad alcune domande preliminari: cos’è lo stress? Come fa il nostro corpo a contrastarlo? Che effetti puó avere sulla nostra salute? 3.1. Definizione di stress e di stressore Il termine stress è una parola di uso quotidiano ed esistono dunque molte definizioni complementari tra di loro, che hanno però la stessa validità, per definirla. Ad esempio, questo termine può indicare l’incontro o la semplice anticipazione di difficoltà o avversità [36]. Una seconda definizione plausibile indica che lo stress consiste in una qualsiasi situazione che tende a disturbare l’equilibrio tra un organismo vivente e il suo ambiente [15]. Infine un fattore di stress può essere definito come qualunque evento capace di disturbare l’omeostasi del nostro corpo. Nei mammiferi, tipicamente, questa serie di cambiamenti fisiologici corrisponde a ciò che definiamo come stress [1]. Esistono varie tipologie di stress, tra cui lo stress acuto (reazione a una minaccia immediata; la minaccia può essere percepita anche subconsciamente [17]), lo stress cronico (che consiste in una situazione prolungata di stress [17]) e lo stress psicologico (che intercorre quando eventi o stimoli ambientali sono superiori alle facoltà di sopravvivenza percepite dall’individuo [18]). Simile alla definizione di stress è quella di stressore. Uno stressore può essere definito, infatti, come uno stimolo che attiva l’asse[2] ipotalamo-ipofisi-surrenale (abbreviato con la sigla HPA; il suo funzionamento verrà trattato nel capitolo 3.3.) e/o il sistema nervoso simpatico per aiutare l’organismo ad adattarsi fisiologicamente per rispondere a una minaccia [18]. ___________________________________________________________________________ Pagina 6 ___________________________________________________________________________ 3.2. Le risposte allo stress Per contrastare gli effetti che lo stress provoca sul nostro organismo, il nostro corpo mette in atto una serie di cambiamenti con lo scopo di ristabilire la situazione di omeostasi iniziale, chiamati risposte allo stress. La risposta allo stress, infatti, può essere definita come l’insieme degli adattamenti destinati a ristabilire l’equilibrio perduto [1]. Alcune caratteristiche principali delle risposte allo stress sono [4]: - comprendono il comportamento d’evitamento, ovvero un meccanismo di difesa per cui un individuo si rifiuta di fronteggiare situazioni, oggetti o persone che generano angoscia in quanto stimolano impulsi inconsci [9] - c’è un aumento della vigilanza e dell’attivazione mentale - avviene l’attivazione della divisione simpatica del sistema nervoso autonomo - avviene il rilascio di cortisolo da parte delle ghiandole surrenali La risposta allo stress, inoltre, può essere scatenata non solo da un evento concreto, ma anche dalla sua semplice anticipazione [1]. Ad esempio, il giorno prima di un esame importante ci si può sentire stressati, sapendo cosa ci aspetta l’indomani, anche se manca ancora molto tempo prima della situazione stessa. Le risposte allo stress includono l’attivazione del sistema nervoso autonomo (che porta ad un aumento nell’attività cardiovascolare e respiratoria), dei cambiamenti comportamentali (che portano all’arousal [1] ,alla difesa e a reazioni di fuga) e risposte endocrine, la più importante delle quali è l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrenale (che media la risposta allo stress). Queste risposte sono coordinate da passaggi neurali nel cervello che portano al rilascio di neurotrasmettitori e neuropeptidi nell’ipotalamo e nelle aree limbiche (capitolo 3.3.3.2.) [6]. In particolare avviene l’attivazione del sistema nervoso autonomo, suddiviso in sistema simpatico e parasimpatico. Il primo gioca un ruolo principalmente nella preparazione dell’individuo a intense attività che includono un ampio consumo di energia, mentre il secondo ha il compito opposto, ovvero quello di preparare il nostro corpo a svolgere attività atte a conservare zuccheri. É dunque il sistema simpatico quello maggiormente coinvolto nelle risposte allo stress [5]. Principalmente, infatti, esso ha il ruolo di mobilizzare il corpo nelle risposte immediate allo stress, ma è comunque sempre attivo a un livello basilare per mantenere l’omeostasi [7]. [1] Stato generale di attivazione e reattività del sistema nervoso, in risposta a stimoli interni (soggettivi) o esterni (ambientali e sociali) [33]. [2] Un numero di ghiande in contatto tra loro tramite segnali mandati in una precisa sequenza [7]. ___________________________________________________________________________ Pagina 7 ___________________________________________________________________________ Uno dei termini più usati in riferimento alle risposte allo stress è fight-or-flight response (tradotto dall’inglese con risposta combatti e fuggi), ovvero la prima reazione messa in atto dal corpo di un individuo davanti a una situazione di stress acuto. La risposta fight-or-flight porta alle caratteristiche solitamente associate allo stress, tra cui accelerazione del battito cardiaco, liberazione di riserve energetiche per i muscoli e aumento della velocità del respiro. Se la causa di stress non viene eliminata, possono nascere problemi di salute (capitolo 3.4.) [7]. 3.3. Funzionamento dell’asse HPA L’asse principale lungo cui agiscono le risposte allo stress è chiamato asse ipotalamo-ipofisisurrenale, abbreviato con HPA (dall’inglese hypothalamic–pituitary–adrenal axis). Esso regola la secrezione di cortisolo da parte della ghiandola surrenale per contrastare lo stress. Il primo elemento dell’asse HPA è l’ipotalamo, una struttura dell’encefalo che si trova in stretto contatto sia con il sistema endocrino, sia con il sistema nervoso. Esso è composto da un insieme di vari nuclei distinti ed è considerato come il centro di controllo principale del sistema endocrino [5]. L’ipotalamo, però, gioca un ruolo fondamentale anche nella regolazione dell’omeostasi. Riceve infatti stimoli nervosi da numerose parti del corpo: se sussiste una deviazione dai parametri basali, l’ipotalamo regola i processi messi in atto dal corpo per riportarli alla normalità, usufruendo di una seconda struttura: l’ipofisi (Figura 1) [42]. [35] Figura 1: immagine dell’ipotalamo con i vari nuclei che lo compongono e dell’ipofisi, composto dalla pituitaria anteriore e dalla pituitaria posteriore. L’ipofisi (chiamata anche ghiandola pituitaria) fa parte del sistema endocrino ed è composta da un lobo anteriore (chiamato adenoipofisi) e da un lobo posteriore (chiamato neuroipofisi). ___________________________________________________________________________ Pagina 8 ___________________________________________________________________________ L’adenoipofisi, a sua volta, è composta da cellule endocrine che sintetizzano e secernono direttamente nel circolo sanguigno numerosi ormoni, mentre la neuroipofisi è composta da neuroni [5]. La comunicazione tra ipotalamo e ipofisi avviene tramite una struttura chiamata infundibulum (Figura 2), ovvero un prolungamento che conduce gli assoni dei neuroni presenti nell’ipotalamo all’ipofisi [7]. [43] Figura 2: immagine dell’infundibulm, zona attraverso cui avviene la comunicazione tra ipotalamo e ipofisi. La comunicazione tra l’ipotalamo e l’ipofisi avviene diversamente tra la neuroipofisi e l’adenoipofisi. Nel primo caso, essa avviene tramite delle cellule neurosecretrici che si estendono attraverso l’infundibulum. Quando stimolati, i neuroni neurosecretori rilasciano gli ormoni immagazzinati al loro interno in una rete di capillari all’interno della neuroipofisi [42]. Nel caso dell’adenoipofisi, invece, la comunicazione avviene grazie a degli ormoni inibitori e stimolatori che sono prodotti da neuroni neurosecretori dell’ipotalamo e che vengono portati a destinazione tramite dei vasi sanguigni dell’infundibulum. Le molecole provenienti dall’ipotalamo stimolano l’adenoipofisi a produrre nuovi ormoni, tra cui l’ormone tireotropo, l’ormone follicolo stimolante e l’ormone adrenocorticotropo (abbreviato con ACTH), uno degli ormoni principali che regolano il funzionamento dell’asse HPA [5]. L’ACTH viene rilasciato sotto stimolo delle molecole di CRH, prodotte a loro volta dall’ipotalamo e immesse nei vasi sanguigni dell’infundibulum per raggiungere l’adenoipofisi [42] . L’ACTH rilasciato dall’adenoipofisi entra nella circolazione sanguigna, raggiungendo una nuova struttura del sistema endocrino: le ghiandole surrenali (o surrene). Come dice il nome, esse si trovano sopra i reni. Ognuna delle due ghiandole surrenali è composta da due zone con funzioni diverse, chiamate midollare surrenale e corticale surrenale [42]. ___________________________________________________________________________ Pagina 9 ___________________________________________________________________________ [44] Figura 3: le due ghiandole surrenali; ogni ghiandola, a sua volta, è composta dalla zona corticale e dalla zona midollare. Entrambe le zone che compongono le ghiandole surrenali (Figura 3) rivestono un ruolo importante nelle risposte allo stress. La midollare surrenale produce due ormoni necessari per la fight-or-flight response: l’adrenalina e la noradrenalina, implicate nelle risposte allo stress acuto. La midollare surrenale viene stimolata da impulsi nervosi derivanti dall’ipotalamo che passano attraverso il midollo spinale. In questo modo, la reazione sarà molto veloce, permettendo all’individuo di fuggire davanti ad una situazione pericolosa. La corticale surrenale, invece, attornia la midollare surrenale e secreta ormoni responsabili per la risposta lenta allo stress, che sarà però anche più duratura. Essa, a differenza delle midollare surrenale, viene stimolata dalle molecole di ACTH rilasciati dall’adenoipofisi. In risposta a questi ormoni, la corticale surrenale rilascia due tipi di molecole:i mineralcorticoidi (che agiscono principalmente sull’equilibrio idrico e salino dell’individuo) e i glucocorticoidi (che agiscono soprattutto aumentando la disponibilità di glucosio le cellule, promuovendo la sua sintesi), molecole fondamentali per la mediazione delle risposte allo stress [5]. Uno dei glucocorticoidi più importanti per la risposta fisiologica allo stress è il cortisolo, che verrà analizzato nel capitolo 3.4.4. ___________________________________________________________________________ Pagina 10 ___________________________________________________________________________ [34] Figura 4: immagine riassuntiva del funzionamento dell’asse HPA: il CRH mette in comunicazione l’ipotalamo con l’ipofisi anteriore, l’ACTH mette in comunicazione quest’ultima struttura con la corticale surrenale, che a sua volta media il rilascio di cortisolo. ___________________________________________________________________________ Pagina 11 ___________________________________________________________________________ Schema sul funzionamento dell’asse HPA [25] STRESS IPOTALAMO CRH IPOFISI ACTH SURRENE CORTICALE SURRENALE MIDOLLARE SURRENALE ADRENALINA NORADRENALINA RISPOSTA IMMEDIATA ALLO STRESS CORTICOSTEROIDI RISPOSTA LENTA/ DURATURA ALLO STRESS ___________________________________________________________________________ Pagina 12 ___________________________________________________________________________ Schema di approfondimento della risposta lenta allo stress: [31] INFORMAZIONI SENSORIALI STRESS S CORTECCIA PREFRONTALE AMIGDALA IPOTALAMO IPPOCAMPO FEEDBACK NEGATIVO (QUANTITÀ DI CORTISOLO ) CRH ADENOIPOFISI ACTH CORTECCIA SURRENALE CORTISOLO RISPOSTA LENTA/ DURATURA ALLO STRESS ___________________________________________________________________________ Pagina 13 ___________________________________________________________________________ Dopo aver analizzato il funzionamento dell’asse HPA e delle risposte allo stress, è opportuno vedere più nel dettaglio le molecole implicate nel suo funzionamento. Innanzitutto, cominciamo ad approfondire la molecola di CRH, elemento fondamentale per il corretto funzionamento dell’asse HPA. Il CRH media la comunicazione tra ipotalamo e ipofisi. 3.3.1. Il CRH: molecola fondamentale per il corretto funzionamento dell’asse HPA Il CRH (abbreviazione per corticotropin releasing hormone) è un ormone essenziale per l’adattamento allo stress in quanto media il funzionamento dell’asse HPA (stimolando la secrezione e la sintesi dell’ormone ACTH da parte dell’ipofisi anteriore), permettendo dunque il corretto funzionamento delle risposte allo stress [6]. Il CRH è una molecola che si trova in vari luoghi del nostro corpo. La fonte principale delle sue molecole è il nucleo paraventricolare dell’ipotalamo (abbreviato con PVN) (Figura 5) [6]. [35] Figura 5: mmagine dell’ipotalamo e delle zone in cui è suddiviso, assieme all’ipofisi anteriore e posteriore. In rosso è evidenziato la zona PVN dell’ipotalamo. ___________________________________________________________________________ Pagina 14 ___________________________________________________________________________ Il PVN è suddiviso in (Figura 6) [6]: - Neuroni parvocellulari [1] del CRH anteriori e medio-dorsali: hanno proiezioni verso l’ipofisi. Rilasciano inoltre VP (vasopressina) nella circolazione dell’ipofisi in risposta allo stress. Questi neuroni sono classificati come parvocellulari in quanto hanno piccola dimensione. - Neuroni dorsolaterali: anche essi hanno proiezioni verso l’ipofisi. Rilasciano peptidi alla circolazione periferica. Rispondono inoltre a fattori di stress osmotici e nonosmotici (uno stress osmotico si verifica quando la concentrazione delle molecole interne e quella delle molecole esterne alla cellula sono diverse; in questo caso l’ambiente intracellulare viene alterato in quanto l’acqua scorre sia all’interno che all’esterno della cellula; ad esempio, quando la cellula si trova in un ambiente ipertonico, l’acqua defluirà dalla cellula verso l’ambiente esterno, provocando quindi una perdita di acqua e il suo successivo restringimento, ciò che può portare a un conseguente danno al DNA che porta alla morte cellulare [7]). In particolare, in questa suddivisione si trovano i neuroni ossitocinergici, che sono importanti per modulare la risposta allo stress in quanto regolano il rilascio di ossitocina - Neuroni autonomi, distribuiti in zone dorsali, ventrali e laterali: hanno proiezioni verso la colonna vertebrale e il tronco encefalico. Sono responsabili della regolazione del sistema simpatico-adrenale. [1] Il termine parvocellulare deriva dal latino Parvus, ovvero piccolo. Infatti questi neuroni sono di dimensioni minori rispetto ai neuroni magnocellulari, che sono di dimensioni superiori. [7] ___________________________________________________________________________ Pagina 15 ___________________________________________________________________________ [60] Figura 6: suddivisione del PVN nelle varie tipologie di neuroni. Le molecole di CRH e, di conseguenza, anche quelle di m-RNA CRH, sono però presenti anche in altre regioni cerebrali (molte di cui fanno parte del sistema limbico) e in altre strutture relazionate con le risposte allo stress, come ad esempio nell’amigdala, nel locus coeruleus, nel cortex cerebrale, nel cerebellum e nei neuroni della colonna vertebrale (Figura 7). In queste strutture il CRH ha il ruolo di neurotrasmettitore e media le risposte comportamentali allo stress [6]. ___________________________________________________________________________ Pagina 16 ___________________________________________________________________________ [37] Figura 7: strutture del cervello dove si trova una grande quantità di molecole di CRH, assieme al cortex cerebrale e ai neuroni della colonna vertebrale. I neuroni CRH vengono attivati grazie a segnali provenienti dal tronco encefalico e dal sistema limbico. Lo stress causa una rapida attivazione di processi neurali legati al PVN (abbreviazione del nucleo paraventricolare). Questo porta a un rapido rilascio di CRH nella circolazione ipofisaria. Il rilascio è seguito da una nuova sintesi del polipeptide per riempire i depositi ormai vuoti. La rapida attività trascrizionale è importante per creare nuovo m-RNA del CRH per sostituire quello usato nella fabbricazione di nuovo CRH [6]. Nonostante il ruolo fondamentale giocato dal CRH in situazioni di stress, anche la limitazione della quantità di questo ormone è essenziale per mantenere la salute. Infatti una produzione eccessiva di CRH può portare a malattie non solo perché stimola eccessivamente l’asse HPA, ma anche perché ha effetti diretti sul cervello, portando ad ansia e depressione. La trascrizione del CRH viene limitata da cambiamenti in circuiti neuronali stimolatori ed inibitori, da glucocorticoidi e da meccanismi di feedback (di tipo negativo) intracellulari. Gli antagonisti del CRH agiscono su specifici recettori, provocano il blocco del sito del recettore del CRH e fermando quindi il conseguente rilascio di ACTH e cortisolo [7]. Con un’inibizione della quantità di CRH, avviene anche uno smorzamento delle risposte allo stress mediate dalle molecole di ACTH [6]. ___________________________________________________________________________ Pagina 17 ___________________________________________________________________________ Fino ad ora abbiamo visto cosa succede in una situazione di stress. È stato scoperto, però, che i livelli di CRH variano giornalmente, senza avere l’influenza di fattori esterni. In condizioni di normalità, l’attività dei neuroni CRH è bassa e segue dei ritmi circadiani (ovvero un ritmo caratterizzato da un periodo di circa 24 ore). L’attività dell’asse HPA, quindi, varia di giorno e di notte. L’attività trascrizionale di CRH, inoltre, è in relazione con le variazioni giornaliere della quantità di ACTH e di corticosterone nel circolo sanguigno. Infatti l’aumento, a causa del ritmo circadiano, dell’attività dell’asse HPA dipende probabilmente dal rilascio di CRH. I ritmi circadiani che influenzano i neuroni di CRH sono mantenuti in assenza di glucocorticoidi, ma un aumento sostanziale di quest’ultimi porta ad un’abolizione dei ritmi diurni [6]. I ritmi circadiani del cortisolo sono illustrati nell’immagine del capitolo 5.7. 3.3.2. L’ACTH Un’altra molecola indispensabile per il corretto funzionamento dell’asse HPA è l’ACTH. Il CRH viene rilasciato nei vasi sanguigni dell’infundibulum, percorrendo il breve tragitto verso l’adenoipofisi dove stimola il rilascio di ACTH. L’ACTH, successivamente, entra nella circolazione generale e viaggia verso la corticale surrenale dove stimola il rilascio di cortisolo. Altre azioni dell’ACTH sono la mobilitazione dell’energia immagazzinata e l’inibizione del sistema immunitario [4]. 3.3.3. La regolazione dell’asse HPA: alcuni strutture, circuiti e molecole implicate 3.3.3.1. Alcune strutture implicate nella regolazione dello stress Molte strutture del nostro corpo sono implicate nella risposta allo stress, regolando l’asse HPA. Alcune di esse sono (Figura 8) [6]: - Ippocampo: le sostanze rilasciate da questa struttura hanno un ruolo inibitore dell’asse HPA e delle risposte autonome a stress psicologici. Input dall’ippocampo raggiungono indirettamente il PVN tramite il subicolo ventrale se esso agisce sull’asse HPA e tramite la corteccia prefrontale se esso influenza le attività autonome. Riduce la durata delle risposte dell’asse HPA e non la loro potenza. - Amigdala: contiene un’alta quantità di neuroni CRH. È fondamentale per le risposte comportamentali dovute a fattori di stress e per l’integrazione di risposte autonome in caso di stress psicologico. Le zone basolaterali e mediali dell’amigdala stimolano l’asse HPA. ___________________________________________________________________________ Pagina 18 ___________________________________________________________________________ - Stria terminalis: il nucleo basale della stria terminalis è un centro integrativo per input limbici diretti al PVN; infatti molti degli input provenienti dalla corteccia frontale, dall’amigdala e dall’area preottica e diretti al PVN passano per i neuroni di questo nucleo. Zone diverse della stria terminalis hanno a dipendenza effetti inibitori ed effetti eccitatori. I neuroni eccitatori sono GABAergici, mentre i segnali inibitori intercorrono tramite un’inibizione degli interneuroni GABAergici periventricolari. - Proiezioni da altre zone dell’ipotalamo e di altre strutture verso il PVN: anche proiezioni dalle zona ventromediale, dorsolmediale e posteriore dell’ipotalamo, da zone del talamo, dell’amigdala e della zona incerta influenzano l’attività dell’asse HPA. - Nucleo rafe: in esso sono presenti i neuroni serotoninergici, che usano la serotonina come neurotrasmettitore. Hanno un effetto stimolatore. Gli effetti della serotonina possono essere indiretti, tramite l’inibizione dei neuroni GABAergici, oppure diretti, tramite recettori 2C nei neuroni CRH. - Nucleo paraventricolare del talamo: funge da centro da cui passano input stimolatori e inibitori dell’asse HPA. [6] ___________________________________________________________________________ Pagina 19 ___________________________________________________________________________ [37] Figura 8: strutture implicate nelle risposte allo stress nella zona cerebrale. 3.3.3.2. Il sistema limbico Numerose strutture che, come visto nel paragrafo precedente, modulano la risposta allo stress fanno parte del sistema limbico, ad esempio l’amigdala, l’ipotalamo e l’ippocampo (Figura 9). Il sistema limbico è un insieme di strutture cerebrali con numerose funzioni fondamentali, tra cui la regolazione delle emozioni, del comportamento, della memoria a lungo termine e dell’olfatto [7]. È importante dedicare un paragrafo al sistema limbico in quanto molte sue strutture giocano un ruolo fondamentale nelle risposte allo stress. L’amigdala, l’ipotalamo e l’ippocampo, infatti, sono tutte strutture che fanno parte del sistema limbico. L’ippocampo ha un ruolo inibitorio per l’asse HPA. Quando viene stimolato, infatti, avviene una diminuzione nella secrezione di glucucorticoidi e se danneggiato si riscontra un aumento nei livelli di ACTH rilasciato nel corpo, prova che indica che questa struttura gioca un ruolo nell’inibizione dell’asse HPA. L’amigdala, a differenza dell’ippocampo, attiva l’asse HPA [39]. ___________________________________________________________________________ Pagina 20 ___________________________________________________________________________ [40] Figura 9: il sistema limbico. 3.3.3.3. Molecole periferiche che regolano l’asse HPA Le risposte allo stress sono inoltre regolate da segnali ormonali periferici che includono peptidi, steroidi e glucocorticoidi. Alcuni fattori periferici non riescono a passare le barriere del sangue del cervello, ma agiscono tramite dei circuiti neurali che partono da organi esterni al cervello. Alcuni esempi di molecole periferiche che regolano l’azione dell’asse HPA sono [6]: - Angiotestina II: polipeptide che viene prodotto in situazioni di stress. Un’elevata quantità di angiotestina II nel sangue stimola l’azione dell’HPA tramite circuiti neurali diretti al PVN. Può stimolare il rilascio di CRH tramite recettori collocati sui neuroni CRH. Regola inoltre l’omeostasi cardiovascolare durante alterazioni del volume sanguigno e dell’acqua. - Prolattina periferica: ha un effetto inibitorio sull’azione dell’HPA. - Citochine: sono potenti stimolatrici dell’HPA. Agiscono direttamente sull’ipofisi e stimolano il rilascio di CRH e la sua trascrizione. - [6] ___________________________________________________________________________ Pagina 21 ___________________________________________________________________________ 3.3.3.4. I glucocorticoidi Fondamentali per la regolazione dell’attività dell’HPA sono inoltre i glucocorticoidi. La rimozione di glucocorticoidi endogeni rende le risposte mediate dall’ACTH più violente, mentre la somministrazione cronica di glucocorticoidi ha l’effetto opposto. Questi cambiamenti nell’asse HPA sono paralleli a cambiamenti nei livelli di m-RNA CRH, indicazione che il neurone CRH è uno dei bersagli del meccanismo di feedback dei glucocorticoidi. Questi ultimi modulano la reattività di neuroni parvocellulari in risposta allo stress e l’attivazione della trascrizione delle molecole di m-RNA CRH. La somministrazione di glucocorticoidi riduce la secrezione di ACTH e i livelli di m-RNA CRH nell’ipotalamo, affievolendo quindi le risposte allo stress. I glucocorticoidi inibiscono l’azione dei neuroni CRH in siti molteplici, agendo in particolare sull’attività di circuiti neuronali stimolatori per il PVN. I recettori per i glucocorticoidi, giocano inoltre un ruolo nell’inibizione di stress psicologici ma non di quelli sistemici (ovvero che intaccano tutto l’organismo). Essi si trovano nella corteccia prefrontale, nell’amigdala e nell’ippocampo, ma anche nel PVN e sui neuroni CRH. Una sottoespressione dei recettori per i glucocorticoidi nell’ippocampo porta ad un feedback negativo insufficiente. Ci sono numerosi studi, infatti, che provano come lo stress, specialmente se sperimentato in gioventù, abbia delle conseguenze a lungo termine sull’attività e sul comportamento dell’asse HPA e dunque sulle risposte a stressori nel corso della nostra vita. Queste variazioni sono dovute non solo dalla sotto espressione dei recettori per i glucocorticoidi nell’ippocampo, ma anche da una variazione del neurone per il CRH stesso [6]. I glucocorticoidi inibiscono la trascrizione di CRH nei neuroni CRH del PVN, ma non si conoscono i precisi meccanismi degli effetti inibitori. Essi riescono a regolare l’espressione di geni CRH tramite interazione proteina-proteina o legandosi direttamente con elementi di risposta. La presenza di glucocorticoidi, però, non è indispensabile per limitare la trascrizione: la trascrizione può essere soppressa anche senza la loro influenza, ad esempio da una serie di molecole [6]. 3.3.3.5. La regolazione dell’asse HPA da parte di neuropeptidi e neurotrasmettitori Anche alcuni neuropeptidi sono implicati nella regolazione dell’espressione dei neuroni CRH. Alcuni esempi sono [6]: - CRH: ha un effetto autoinibitorio (quindi di feedback negativo). La dimostrazione di questo è che sotto stress i recettori per il CRH aumentano notevolmente di numero. ___________________________________________________________________________ Pagina 22 ___________________________________________________________________________ Inoltre lo stress induce il legame tra i recettori CRHR1 m-RNA e CRH, annullando dunque l’effetto molecola, che si autoinibisce. - Vasopressina e ossitocina: inibiscono la secrezione e l’espressione di CRH. - PACAP (sigla per pituary adenylate cyclase-activating peptide): stimola il neurone CRH durante lo stress. - Oressina: stimola arousal e attività dell’asse HPA, stimolando il rilascio di CRH. - Grelina: stimola la secrezione di ACTH. Inoltre stimola direttamente il neurone CRH. - Nesfatina-1: la sua espressione aumenta durante lo stress. Potenzia l’attivazione dell’asse HPA. [6] Input afferenti al PVN portano al rilascio di un gran numero di neurotrasmettitori e neuropeptidi (ad esempio GABA, serotonina, angiotestina II, PACAP e CRH stesso). Questi fattori interagiscono con i recettori sul neurone CRH, portando a trasduzione del segnale. Alcuni esempi di neurotrasmettitori che agiscono nei circuiti dello stress sono: - Norepinefrina: è uno dei due principali neurotrasmettitori. Stimola i neuroni CRH tramite i recettori adrenergici alfa 1. - Acido glutamminico: è uno dei due principali neurotrasmettitori. L’acido glutamminico è il neurotrasmettitore eccitatore più presente nel sistema nervoso centrale e media il rilascio veloce di CRH nella circolazione dell’ipofisi. - Serotonina: stimola il neurone CRH direttamente tramite recettori del tipo 2C, presenti sui neuroni CRH. - AMP ciclico: segnalazioni tramite questa molecola sono fondamentali per l’attivazione della trascrizione. Inoltre l’AMP ciclico nel PVN provoca un innalzamento dei livelli di ACTH; questo indica che l’AMP ciclico induce il rilascio di CRH. La produzione di AMP ciclico viene stimolata dal CRH e dal PACAP, che agiscono su recettori che si trovano sul neurone CRH. [6] ___________________________________________________________________________ Pagina 23 ___________________________________________________________________________ 3.4. Gli effetti fisiologici legati allo stress Le risposte allo stress sono fondamentali per portare all’omeostasi, e sono dunque una risorsa molto preziosa. Queste risposte, però, possono portare al sorgere di problemi di salute, causati in primo luogo dalla situazione stressante stessa. La maggior parte delle persone sanno che lo stress, infatti, se presente a lungo termine, può portare a gravi problemi di salute. Esso è stato infatti collegato alle sei cause principali di morte, ovvero malattie cardiache, incidenti, cancro, malattie al fegato, malattie polmonari e suicidio [26]. Oltre a problemi fisiologici, lo stress può portare anche a malattie mentali come ansia e depressione. Dopo aver trattato il funzionamento e la regolazione dei processi che il nostro organismo mette in atto per contrastare lo stress, in questo capitolo tratterò di alcune conseguenze che lo stress può avere sul nostro corpo, in particolare sulla pressione sanguigna, sul sistema immunitario e sui prodotti ormonali. 3.4.1. La pressione sanguigna Situazioni di stress possono causare un innalzamento temporaneo della pressione sanguigna. Durante una risposta allo stress, infatti, un insieme di ormoni porta ad un aumento del battito cardiaco ed a un restringimento dei vasi sanguigni. Non c’è nessuna prova, però, che lo stress stesso sia la causa di un innalzamento duraturo della pressione sanguigna; è invece possibile che siano altre abitudini connesse con esso (consumo di bevande alcoliche, mancanza di sonno, nutrizione malsana) a causare un innalzamento dei livelli normali. Nonostante questo, la somma di numerosi innalzamenti temporanei della pressione sanguigna a causa di uno stress a breve termine può portare allo sviluppo di problemi duraturi di pressione troppo elevata [10]. Uno stress cronico porta invece a cambiamenti nei parametri basali di pressione sanguigna, dovuti a differenze nella natura dello stressore, nella sua durata e nei meccanismi messi in atto per mantenere la pressione sanguigna all’interno dei parametri corretti [13]. Anche il cortisolo è essenziale per il mantenimento di parametri di pressione sanguigna normali e in eccesso produce ipertensione. Non è però ancora chiaro come il cortisolo possa portare all’ipertensione [16]. Anche uno stress puramente psicologico può portare a problemi di salute, come, ad esempio, un aumento del rischio di ipertensione [11]. ___________________________________________________________________________ Pagina 24 ___________________________________________________________________________ 3.4.2. I prodotti ormonali In situazioni di stress, è possibile osservare una variazione della presenza e della concentrazione di differenti ormoni. Le risposte allo stress sono spesso associate, infatti, ad una maggiore secrezione di numerosi di essi. Alcuni esempi di ormoni la cui concentrazione aumenta in risposta allo stress sono i glucocorticoidi, l’ormone della crescita e la prolattina. Essi hanno l’effetto di incrementare la mobilitazione di energia e adattare l’individuo alle sue nuove circostanze. Un esempio di categoria di ormoni il cui rilascio è stimolato durante le risposte allo stress sono le catecolammine. Questa categoria comprende, ad esempio, l’adrenalina, la noradrenalina e la dopamina. Questi ormoni portano ad un aumento del flusso sanguigno nei muscoli scheletrici, alla ritenzione di sodio ed ad una riduzione di motilità intestinale, elementi che contribuiscono al raggiungimento di una risposta allo stress adeguata. Un secondo esempio di ormone la cui concentrazione aumenta in risposta allo stress è la vasopressina. Essa stimola la secrezione di ACTH da parte dell’ipofisi, potenziando l’effetto del CRH. Altri esempi di ormoni la cui concentrazione varia in rapporto all’arrivo di uno stressore sono le gonadotropine, gli ormoni tiroidei, l’ormone della crescita, la prolattina e l’insulina [15]. Questi cambiamenti nei livelli ormonali sono fondamentali per il corretto funzionamento delle risposte allo stress. Gli ormoni elencati differiscono per i vari effetti che hanno sulla regolazione di molti processi e su strutture corporee. Tutti però, se lo stress non viene eliminato, portano a possibili patologie e problemi di salute, oppure ad un deterioramento delle condizioni di malattia preesistenti [15]. Ad esempio, il rilascio di catecolammine per un periodo prolungato porta a problemi di salute legati a insonnia, nervosismo e diminuzione dell’efficacia del sistema immunitario (che porta ad un infiammazione cronica di alcuni organi) [56]. Livelli eccessivi di vasopressina, invece, possono portare a malattie come iponatremia (malattia in cui in cui la concentrazione del sodio nel plasma sanguigno è più bassa del normale [7]). L’innalzamento dei livelli di prolattina può portare alla condizione chiamata iperprolattinemia, che porta a cambiamenti nel ciclo mestruale nelle donne e infertilità negli uomini [7]. 3.4.3. Il sistema immunitario L’interazione tra il sistema nervoso centrale, il sistema endocrino e il sistema immunitario può essere alterata da vari stressori. Uno studio ha dimostrato che stressori con azione minore alle due ore (associati allo stress acuto) potrebbero potenziare alcuni aspetti del sistema immunitario, a differenza da stressori cronici, che sono deleteri per il suo funzionamento. Essi infatti possono aumentare la suscettibilità ad agenti infettivi, influenzare la gravità di un’infiammazione, diminuire la risposta immunitaria ai vaccini (diminuendo ___________________________________________________________________________ Pagina 25 ___________________________________________________________________________ dunque la loro efficacia) e aumentare la produzione di citochine (molecole pro infiammatorie del sistema immunitario che fungono da segnali di comunicazione fra le cellule del sistema immunitario e diversi organi e tessuti [7]). In una situazione di stress cronico, infatti, l’asse HPA (che gioca un ruolo importante nella regolazione del sistema immuntario; assieme al sistema nervoso simpatico, infatti, è la via immunoregolatrice principale che influenza la risposta a un’influenza virale) viene attivato dagli stressori, provocando il rilascio di ormoni surrenali e ipofisari, ad esempio adrenalina e noradrenalina, ACTH, cortisolo, ormone della crescita e prolattina. Questi ormoni possono influenzare quantitativamente e qualitativamente la risposta immunitaria, in quanto quasi tutte le cellule immunitarie hanno recettori per uno o più degli ormoni associati con l’asse HPA. Ad esempio, i linfociti T e B, i neutrofili, i monociti e i macrofagi hanno recettori per glucocorticoidi. Gli ormoni dello stress possono agire direttamente sui recettori presenti sulle molecole del sistema immunitario, rendendole inefficaci, oppure indirettamente agendo, ad esempio, sulla produzione di citochine, molecole che modulano il funzionamento dell’immunità e la regolazione delle infiammazioni e dell’ematopoiesi [18]. L’asse HPA è, assieme al sistema nervoso simpatico, la via immunoregolatrice principale che influenza la risposta a un’influenza virale [18]. Sotto situazioni di stress cronico, inoltre, è stata riscontrata una deficienza nella risposta a vaccini contro l’influenza e contro infezioni a livello di linfociti. È stato inoltre dimostrato che lo stress può alterare la suscettibilità a infezioni del sistema respiratorio. Lo stress intacca anche il contributo del sistema immunitario nella riparazione di ferite, in quanto diminuisce la produzione di citochine, fondamentali nella protezione contro infiammazioni e nel chiamare fagociti [18]. Stress cronico, inoltre, potrebbe accelerare il rischio di sviluppare patologie associate all’invecchiamento prematuro della risposta immunitaria [18]. Sotto il capitolo degli effetti fisiologici legati allo stress, è importante parlare anche delle conseguenze di una molecola fondamentale per la risposta allo stress: il cortisolo. Verranno date alcune informazioni preliminari sulla molecola che serviranno anche per la seconda parte del lavoro (relativa all’eustress). 3.4.4. Il cortisolo: effetti sul corpo e alcune informazioni generali sulla molecola Con l’attivazione dell’asse HPA in risposta a una situazione di stress avviene il rilascio di cortisolo, un ormone fondamentale per la modulazione della risposta allo stress. Il cortisolo è un ormone steroideo prodotto dalla corteccia surrenale. È l’ormone principale responsabile ___________________________________________________________________________ Pagina 26 ___________________________________________________________________________ della risposta allo stress. La funzione predominante del cortisolo nel nostro organismo è di ristabilire l’omeostasi dopo l’esposizione allo stress. Questa molecola agisce praticamente su tutto il nostro corpo e impatta inoltre vari meccanismi omeostatici. Il suo rilascio, infatti, ha effetti anche sulla memoria e sulla risposta immunitaria. Stimola inoltre la glucogenesi e regola i livelli di glucosio presenti nel circolo sanguigno. Uno dei sui effetti benefici principali sul corpo intercorre in periodi di digiuno, in quanto il cortisolo assicura un rifornimento regolare di glucosio tramite la glucogenesi. Questo glucocorticoide, inoltre, regola gli ioni, in particolare sodio e potassio. Esso infatti previene la perdita di sodio da parte della cellula e accelera la secrezione di potassio. Questo aiuta nella regolazione di pH, riportandolo all’equilibrio dopo un evento destabilizzante. Il cortisolo ha però anche degli effetti sulla risposta immunitaria, in quanto blocca la proliferazione dei linfociti T, facendo sì che alcuni linfociti T non riescano più a riconoscere i segnali delle interleuchine, molecole che attivano queste cellule del sistema immunitario. Inibisce inoltre la risposta infiammatoria, in quanto arresta la secrezione di istamina. Questo può mettere a rischio individui molto vulnerabili a infezioni che si trovano in situazioni di stress. Il cortisolo gioca inoltre un ruolo fondamentale nella memoria. L’ippocampo, infatti, contiene tanti recettori per il cortisolo. Un eccesso di questo glucocorticoide causa atrofia (diminuzione dei tessuti e delle cellule) di questa zona del cervello. Riguardante lo stress, il cortisolo partecipa in un circuito di inibizione, bloccando il rilascio di CRH, arrestando quindi il funzionamento dell’asse HPA [32]. Livelli troppo elevati di cortisolo, causati da una attivazione eccessiva dell’asse HPA, possono portare a problemi di salute o a comportamenti malsani. Alcuni di questi sono: - Iperglicemia - Tendenza ad accumulare grassi - Resistenza all’insulina - Correlazione negativa al colesterolo HDL - Immunità diminuita [16] ___________________________________________________________________________ Pagina 27 ___________________________________________________________________________ 4. Lo stress positivo: eustress 4.1. Introduzione: definizione di eustress Nel capitolo precedente sono stati esaminati gli aspetti negativi che lo stress ha sulla nostra salute. Negli ultimi anni, però, una nuova concezione di stress ha cominciato a diffondersi nella comunità scientifica, contrapponendosi alla sua definizione tradizionale, che assume il nome di distress: quella di eustress. Il primo ad usare quest’ultimo termine è stato il medico Hans Selye ed esso significa letteralmente “stress positivo”. Lo stress, infatti, non è solo nocivo, ma può anche portare vantaggi al nostro organismo se presente in moderazione: le varie risposte allo stress, ad esempio, sono dei meccanismi messi in moto dal nostro corpo per rispondere a una minaccia e ci aiutano quindi ad affrontare una situazione al meglio. Alcuni esempi di stress positivo sono la nascita di un figlio, il matrimonio e l’acquisto di una nuova casa [47]. Queste situazioni hanno in comune che sono solitamente percepite come un avvenimento positivo; sono però associate a stress nella loro preparazione o nel loro raggiungimento. La nascita di un figlio, ad esempio, è probabilmente uno degli avvenimenti più felici nella vita di un individuo. Esso, però, è associato allo stress dell’attesa e dei preparativi per suo arrivo, alla paura dell’ignoto e alla responsabilità addossata ai genitori. Uno stress acuto nelle prime fasi è quasi sempre eustress, portando quindi benefici, in quanto vengono messi in moto meccanismi biologici con lo scopo di aiutare l’animale o la persona ad affrontare una situazione (ovvero le risposte allo stress). Sia in casi di eustress che in casi di distress, questi meccanismi sono uguali, ciò che li differenzia è che il primo non arreca danni al nostro corpo, mentre il secondo, se non viene eliminato, può portare alla nascita di problemi di salute. Una situazione di eustress, però, diventa negativa se perdura per parecchie settimane, trasformandosi in distress: ci si può ammalare gravemente e possono nascere i problemi visti nel capitolo precedente. Ognuno ha una tolleranza, un limite diverso oltre al quale una situazione di eustress si trasforma in distress [3]. Riassumendo, dunque, lo stress accompagna qualsiasi situazione positiva o negativa che richiede un adattamento comportamentale; qualsiasi cambiamento, positivo o negativo, è stressante e la risposta fisiologica è uguale in entrambi i casi (eustress o distress) (Figura 10) [47] . ___________________________________________________________________________ Pagina 28 ___________________________________________________________________________ [38] Figura 10: l’immagine mostra come la differenza tra una situazione di eustress e una situazione di distress è la fase finale: nel primo caso, i parametri ritornano alla normalità e non c’è pericolo, nel secondo caso, invece, i livelli di stress rimango elevati, dunque possono nascere problemi di salute. 4.2. Benefici di eustress sul nostro organismo Negli ultimi anni sono stati svolti esperimenti in numero sempre crescente per determinare gli aspetti benefici che lo stress può avere sulla nostra salute. Ad esempio, è stato scoperto che nei ratti stress acuti di forza significante causano una proliferazione delle cellule staminali nel cervello, portando alla produzione di nuove cellule nervose che, una volta mature, acutizzano le loro facoltà mentali. A causa di stress cronico, considerato come distress, invece, gli elevati livelli di glucocorticoidi presenti nel nostro organismo sopprimono la produzione di nuovi neuroni nell’ippocampo, portando a un deterioramento della memoria [22]. In particolare, è stato scoperto che uno stress acuto incrementa la proliferazione di ___________________________________________________________________________ Pagina 29 ___________________________________________________________________________ cellule nell’ippocampo, una regione del cervello importante per la memoria (Figura 11). Non sono ancora chiari, però, i meccanismi secondo cui accade questo fenomeno [19]. [24] Figura 11: troppo poco stress può portare a depressione e noia, mentre troppo stress può causare ansietà e problemi di salute. La quantità giusta di stress acuto (ovvero eustress) migliora le prestazioni cognitive e la salute. Altri studi mostrano invece come alcuni tipi di stress possano potenziare il sistema immunitario (vedi capitolo 3.4.), diminuendo la probabilità di contrarre una malattia in un periodo di stress. Sono però necessari ulteriori studi per determinare i meccanismi di questo fenomeno [20]. 4.3. Percezione dello stress e livelli salivari di cortisolo Nell’arco degli scorsi decenni, si sono tenute numerose conferenze con lo scopo di informare il pubblico su possibili soluzioni per ridurre o evitare una quantità eccessiva di stress. Recentemente, però, un nuovo corpo di studio si sta concentrando su una nuova soluzione per combattere i problemi di salute derivanti dallo stress: la percezione dello stress, in inglese chiamata stress mindset [30]. Questo concetto può essere riassunto dicendo che esso si tratta della nostra percezione riguardo allo stress, che può essere visto come qualcosa di positivo con effetti benefici su produttività, salute, benessere, crescita e apprendimento oppure come qualcosa di negativo, con conseguenze debilitanti su questi parametri [26]. Sono stati svolti alcuni studi, infatti, che dimostrato come una concezione negativa dello stress, ovvero come qualcosa che ci nuoce, porta a più problemi di salute ___________________________________________________________________________ Pagina 30 ___________________________________________________________________________ rispetto a una concezione positiva di stress, ovvero come qualcosa che a breve termine ci aiuta, ci stimola a risolvere al meglio una situazione (definizione corrispondente ad eustress) [21] [23] [26]. Uno di questi studi si concentra sulla correlazione tra la quantità di stress, la percezione che lo stress possa intaccare negativamente la salute e la mortalità in un campione rappresentativo di adulti statunitensi. I risultati che hanno trovato i ricercatori sono rivoluzionari: coloro che hanno un’idea negativa di stress e che sostengono di essere molto stressati hanno 43% in più di probabilità di morire prematuramente; entrambi questi fattori, inoltre, presi indipendentemente, hanno mostrato di avere un impatto negativo sulla mortalità. Coloro che però hanno avuto molto stress nella loro vita, ma che lo considerano in modo positivo, sono i meno propensi a decedere prematuramente [21]. Un altro studio mostra invece come coloro che sostengono che lo stress sia una causa di un deterioramento della propria salute hanno una probabilità di riscontrare problemi cardiaci 2.12 volte superiore rispetto a coloro che credono che lo stress non abbia avuto nessun effetto sulla propria salute [23]. Secondo un ulteriore studio, la nostra concezione di stress può portare a una variazione nella risposta che il nostro corpo mette in moto per contrastarlo [26]. Questa ricerca, svolta nel 2013 da alcuni scienziati dell’università di Yale, parte dal presupposto che quando un individuo ha una concezione negativa di stress, il corpo di quest’ultimo sarà troppo poco stimolato (nel caso cui la situazione stressante viene evitata con successo o quando vengono assunti medicamenti per contrattaccarlo; in questi due casi l’organismo non riconosce di essere sotto stress) oppure troppo stimolato (quando si riscontra stress aggiuntivo a causa della mentalità negativa riguardo allo stress) di fronte a una situazione stressante. Al contrario, se un individuo ha una concezione positiva dello stress, è più probabile che egli riceva una stimolazione ideale dal suo corpo, ovvero che esso sarà abbastanza stimolato da affrontare al meglio le richieste e le minacce, ma non abbastanza stimolato da compromettere il raggiungimento del risultato finale oppure da danneggiare permanentemente la sua salute. La ricerca è divisa in tre studi, con tre scopi diversi: 1. Determinare la validità di un sistema di misurazione della concezione dello stress composto da 8 diversi livelli, che spaziano tra la concezione che lo stress deve essere evitato in quanto ha effetti negativi sulla salute e la concezione che gli effetti dello stress sono positivi e devono essere sfruttati. 2. Verificare quanto la concezione che un individuo ha dello stress possa essere modificata. ___________________________________________________________________________ Pagina 31 ___________________________________________________________________________ 3. Verificare che la concezione dello stress possa essere correlata con la salute e con le prestazioni dell’individuo, misurando il suo effetto sui livelli di cortisolo in una situazione di stress acuto. Il terzo esperimento si basa sul presupposto che una iperattivazione dell’asse HPA porta a livelli alti di cortisolo, che possono causare problemi fisiologici e psicologici, mentre una ipoattivazione dell’asse HPA porta a un deterioramento del sistema immunitario e allo sviluppo di problemi autoimmuni. L’ipotesi degli scienziati è che se un individuo ha una concezione positiva dello stress, avrà un livello ottimale di cortisolo e quindi di stimolazione. Gli individui che hanno partecipato all’esperimento sono degli studenti universitari con età media di 19 anni. Gli scienziati hanno misurato il loro livello di cortisolo tre volte ad intervalli di mezz’ora in una giornata normale (non stressante). Per creare una situazione di stress in cui misurare nuovamente i livelli di cortisolo, gli scienziati hanno usato il Trier Social Test (un protocollo semplice che ha lo scopo di indurre l’attivazione dell’asse HPA nella maggioranza degli individui dello studio in modo consistente e riproducibile; è stato dimostrato tramite vari studi che il TSST elimina alcune delle numerose variabili che contribuiscono alle variazioni individuali nelle risposte allo stress). I risultati del terzo esperimento mostrano che una concezione positiva di stress può equilibrare i livelli di cortisolo nelle risposte allo stress con problemi di iperattivazione o ipoattivazione dell’asse HPA, giocando dunque un ruolo importante nella prevenzione di problemi di salute legati a situazioni stressanti [26]. 4.4. Il Trier Social Stress Test Per ricreare una situazione di stress, gli scienziati hanno usato il Trier Social Stress Test (TSST) [27]. Questo test è un protocollo semplice che ha lo scopo di indurre l’attivazione dell’asse HPA nella maggioranza degli individui dello studio in modo consistente e riproducibile. È stato dimostrato tramite vari studi che il TSST elimina alcune delle numerose variabili che contribuiscono alle differenze individuali nelle risposte allo stress. Il TSST consiste in un periodo di anticipazione (10 minuti) e un periodo di esame (10 minuti), in cui i soggetti devono fare una presentazione orale e dei calcoli aritmetici davanti ad un pubblico. Prima dell’esperimento, gli individui vengono portati in una stanza per rilassarsi per 10 o 30 minuti. Successivamente vengono condotti in una seconda stanza e familiarizzati con ciò che dovranno svolgere. In questa stanza sono già presenti tre persone sedute ad un tavolo (di entrambi i sessi), una telecamera e un microfono. Viene chiesto agli individui di assumere il ruolo di un candidato per un lavoro e che la sua idoneità per la posizione verrà determinata ___________________________________________________________________________ Pagina 32 ___________________________________________________________________________ grazie al giudizio dei tre capi dell’azienda (le tre persone sedute al tavolo). Viene inoltre detto che dopo un periodo di preparazione, essi dovranno presentarsi ai capi con un discorso della durata di 5 minuti per convincerli di essere il/la candidato/a perfetto/a per il lavoro. Viene anche annunciato che i capi dell’azienda sono formati per controllare il comportamento non verbale, che il colloquio sarà filmato e che il video verrà analizzato successivamente. Dopo queste istruzioni, gli individui vengono riportati nella stanza iniziale, dove gli vengono dati 10 minuti per preparare il loro discorso usando carta e penna, ma con il divieto di scrivere tutto ciò che intendono dire. Scaduto il tempo di preparazione, essi vengono ricondotti nella seconda stanza e invitati a esporre il loro discorso per 5 minuti. Se esso dura di meno, i giudici ricordano agli individui che essi hanno ancora tempo a disposizione. Se non raggiungono ancora i 5 minuti, i capi restano in silenzio per 20 secondi e poi chiedono delle domande preparate in precedenza. Al termine del tempo stabilito, i giudici chiedono agli individui di sottrarre il numero 13 da 1.022 il più velocemente e accuratamente possibile. Nel caso di errore, gli interrogati devono ricominciare a contare da 1.022. Dopo questo ultimo test, con durata di 5 minuti, i partecipanti allo studio vengono ricondotti alla prima camera, dove vengono messi al corrente dello scopo dello studio e dove viene detto che non sono stati registrati. Successivamente viene lasciato un periodo di tempo tra i 30 ai 70 minuti per riposarsi e riprendersi. I campioni di cortisolo sono estratti con una frequenza di 10-30 minuti. I risultati del TSST mostrano come tutti gli ormoni sono presenti in livelli elevati dopo lo stress psicologico di parlare in pubblico. Il massimo livello di cortisolo è stato misurato a 10 minuti dall’inizio del test (quindi 10 minuti dopo essere stati portati nella stanza davanti ai capi e aver scoperto il loro compito). I livelli di cortisolo salivare misurati durante il test sono aumentati tra 2 e 4 volte rispetto a quelli iniziali. In sei studi differenti è stato dimostrato che questo protocollo induce cambiamenti consistenti nei livelli di vari ormoni legati alle risposte allo stress, ad esempio ACTH, prolattina, epinefrina, ormone della crescita, cortisolo salivare e sanguigno. È stato inoltre riscontrato un aumento del battito cardiaco [27]. ___________________________________________________________________________ Pagina 33 ___________________________________________________________________________ 5. Eustress e distress a confronto: quanto la nostra percezione dello stress può influenzare le risposte del nostro corpo? 5.1. Scopo Nell’esperimento svolto dagli scienziati dell’università di Yale, è stato elaborato un concetto rivoluzionario: la nostra percezione dello stress può portare ad una variazione nelle risposte stesse che il nostro corpo mette in atto per ritornare ad una situazione di omeostasi. Questo implica che molti problemi di salute che sono causati da situazioni stressanti possono essere evitati semplicemente da un cambiamento nella nostra mentalità. Quanto però la nostra mentalità ha il potere di influire sui livelli di cortisolo? Quanto variano questi livelli? Per rispondere a questi interrogativi, per il presente lavoro di maturità è stato ideato un esperimento con lo scopo di determinare l’influenza della nostra percezione dello stress sulle risposte del nostro corpo. Separatamente all’esperimento principale, sono anche stati misurati i livelli di cortisolo di un gruppo di individui che sostengono di essere stressati cronicamente a causa del lavoro o di una serie di fattori. I risultati delle analisi del prelievo sono stati successivamente comparati con un gruppo di controllo di individui che non sono soggetti a stressori, per vedere se si può notare una differenza apprezzabile nei livelli di cortisolo salivare tra i due gruppi. 5.2. Ipotesi iniziale L’ipotesi iniziale è che coloro che hanno una concezione positiva di stress hanno livelli di cortisolo più bassi rispetto a coloro che sono convinti che esso abbia delle ripercussioni negative sulla salute. Nel secondo caso, infatti, l’asse HPA sarebbe anche stimolato a rilasciare cortisolo dallo stress psicologico aggiuntivo dovuto alla paura di contrarre problemi di salute a causa dello stress subito e da un malessere generale dell’individuo. ___________________________________________________________________________ Pagina 34 ___________________________________________________________________________ 5.3. Scelta degli individui I prelievi di cortisolo salivare sono stati effettuati su tre gruppi di persone: - su allievi di una classe della scuola Franklin University (per l’esperimento riguardo alla percezione dello stress), di seguito “Gruppo 2”. - su un gruppo di controllo di individui che vivono una quantità irrilevante di stress, di seguito “Gruppo di controllo”. - su un gruppo di individui che sostengono di essere stressati cronicamente, di seguito “Gruppo 3”. È importante indicare una precisazione riguardo al Gruppo 2 e al Gruppo 3. Il livello di cortisolo del Gruppo 2 è stato misurato dopo uno stress acuto, ovvero dopo la prova scritta a cui sono stati sottoposti i singoli individui, mentre il gruppo di individui stressati cronicamente sono soggetti a stress cronico. Si vanno dunque a misurare due diverse tipologie di stress: lo stress acuto e lo stress cronico. Gli allievi di Franklin University (Gruppo 2) possono anch’essi essere affetti da stress cronico, dato da fattori esterni all’esperimento come problemi familiari, esami o problemi legati alla vita personale che possono anch’essi essere presenti. A questi fattori viene aggiunto uno stress acuto che innalza ulteriormente i livelli di cortisolo. Una grande variabile presente nella scelta degli individui è dovuta alla partecipazione sia di uomini che di donne. È risaputo che i livelli di cortisolo salivari variano tra uomo e donna. Infatti, i livelli di cortisolo nelle donne subiscono variazioni nell’arco del mese anche senza stress in quanto il sistema ormonale risente dell’influenza del ciclo mestruale [46]. Le risposte allo stress nelle donne sono attenuate nella fase follicolare del ciclo mestruale e sono di livello simile a quello degli uomini nella fase luteinica [57]. Inoltre, è stato riscontrato che gli uomini mostrano variazioni nei livelli di cortisolo da 1.5 a 2 volte maggiore rispetto alle donne in situazioni di stress [27]. Gli studiosi hanno anche trovato che gli uomini mostrano livelli di cortisolo più elevati delle donne in anticipazione a una situazione di stress (si tratta dunque di uno stress psicologico), anche senza che questa venga affrontata. In questa condizione, infatti, la concentrazione di cortisolo salivare misurato in individui di sesso femminile non era differente rispetto a quella normale o era addirittura inferiore ai livelli di base. I ricercatori hanno ipotizzato che questi risultati possano essere dovuti a differenze in risposte cognitive o emotive a situazioni di stress psicologico, che a loro volta potrebbero influenzare la secrezione di cortisolo [28]. Inoltre, i livelli mattutini e quelli serali di questo ormone secondo uno studio svolto nel 2009 sono più elevati in individui di sesso femminile; questi risultati sono però in contrasto con degli altri studi, in cui è stato riscontrato il contrario. Sono dunque necessari ulteriori ricerche in questo campo [45]. ___________________________________________________________________________ Pagina 35 ___________________________________________________________________________ 5.3.1. Scelta di individui per l’esperimento alla Franklin University (gruppo 2) Per quanto riguarda gli studenti della Franklin University, è stato scelto di svolgere l’esperimento in una classe universitaria, siccome lo stress psicologico causato da un esame è considerato come uno degli stressori più acuti, in quanto il suo esito è determinante nel futuro degli allievi [57]. Inoltre, in una classe è semplice ricreare una situazione uguale per tutti gli individui, sia per fattori ambientali come la temperatura dell’aula che per elementi legati all’esperimento come l’aver assistito alla stessa lezione. È importante ricreare una situazione il più simile possibile per tutti gli individui per limitare fattori che potrebbero intaccare la precisione dei risultati. Un secondo vantaggio di compiere l’esperimento in una scuola è la limitazione della fascia di età degli individui (in questo caso tra i 18 e i 23 anni, tra il massimo e il minimo di età ci sono dunque 5 anni di differenza). La classe in cui si è svolto l’esperimento è composta da 7 maschi e 12 femmine. L’università è stata contattata tramite delle conoscenze con la psicologa dell’istituto. Non è stata attuata una selezione sul sesso degli individui, in quanto è stato ritenuto interessante anche verificare come i livelli di cortisolo variano tra maschi e femmine. ___________________________________________________________________________ Pagina 36 ___________________________________________________________________________ I partecipanti all’esperimento inizialmente erano 19, uno di essi (l’individuo 2), però, il giorno dei prelievi di cortisolo era assente, e hanno dunque partecipato all’esperimento solo 18 studenti. Individuo Età Sesso 1 18 M 2 19 M 3 21 M 4 19 F 5 21 F 6 23 M 7 20 F 8 19 F 9 22 F 10 20 F 11 17 F 12 19 M 13 19 M 14 18 F 15 19 F 16 18 F 17 19 F 18 23 M 19 19 F Tabella 1: lista degli individui della Franklin University che hanno partecipato all’esperimento con sesso ed età (7maschi e 12 femmine) 5.3.2. Scelta di individui stressati cronicamente (gruppo 3) Anche in questo caso sono stati scelti sia maschi che femmine, per permettere poi un confronto tra questi dati e i risultati della Franklin University. I presunti individui stressati cronicamente sono di due categorie, studenti liceali e lavoratori e appartengono dunque a due fasce di età diverse. Questo permette di indagare su un possibile legame non solo riguardo alla variazione dei livelli di cortisolo secondo l’età, ma anche sulla differenza tra lo stress percepito nel mondo lavorativo e in quello scolastico. Gli individui stressati cronicamente sono 17, 7 allievi liceali (S 12-18) e 10 lavoratori (S 111). ___________________________________________________________________________ Pagina 37 ___________________________________________________________________________ I test salivari monouso per il Gruppo 3 sono stati marcati con un numero da 1 a 18 e dalla lettera S per differenziarli dal gruppo di controllo e dagli allievi di Franklin University. Individuo Età Sesso S1 S3 S4 S5 S6 S7 S8 S9 S 10 S 11 S 12 S 13 S 14 S 15 S 16 S 17 S 18 42 42 42 42 43 30 55 47 40 48 18 17 17 18 18 19 18 F M F F F M F M F F F F F F F M F Tabella 2: lista di individui nel gruppo stressati cronicamente con età e sesso 5.3.3. Scelta di individui gruppo di controllo Gli individui di questo gruppo sono persone che sostengono di vivere uno stile di vita con una minima presenza di stress. Questo gruppo dovrebbe avere i livelli di cortisolo salivari coincidenti (o quasi) con i parametri basali, dunque senza alcuna presenza di stress che li influenzi. Sono stati scelti due individui maschi, in quanto i loro livelli di cortisolo non sono soggetti a fluttuazioni dovute al sistema ormonale come quelli femminili. Individuo Età Sesso NS 1 NS 3 52 44 M M Tabella 3: lista di individui del gruppo di controllo con età e sesso ___________________________________________________________________________ Pagina 38 ___________________________________________________________________________ 5.4. Condizioni preliminari per gli individui da seguire prima dell’esperimento Idealmente, per ottenere i risultati più precisi possibili, i partecipanti devono sottostare ai seguenti requisiti: - Non fumare per almeno un’ora prima dell’esperimento [27]: il tabacco ha una grande influenza su numerosi processi biologici, tra cui anche sul funzionamento del sistema endocrino. Recettori nicotinici sono presenti in numero cospicuo nel sistema nervoso e nei tessuti periferici. In un esperimento svolto nel 2005, sono stati misurati i livelli di cortisolo salivare in un gruppo di fumatori e di non-fumatori. I risultati dell’esperimento mostrano che i livelli di cortisolo nei fumatori sono significativamente più elevati nell’arco della giornata (circa 40 % più alti) rispetto ai non-fumatori. Il fatto di fumare, dunque, è una variabile non indifferente nei livelli di cortisolo salivare [48]. L’effetto stimolante della nicotina sull’asse HPA è dovuto al fatto che questa sostanza imita gli effetti di neurotrasmettitori (ad esempio dell‘acetilcolina, un neurotrasmettitore responsabile per la trasmissione nervosa sia a livello di sistema nervoso centrale che di sistema nervoso periferico [7]) o porta al rilascio stesso di neurotrasmettitori come dopamina e seratonina, che modulano la risposta allo stress. L’azione neurotrasmettitrice della nicotina porta ad un aumento nei livelli di ACTH, che, a sua volta, porta ad un aumento nei livelli di cortisolo [49]. - Non assumere droghe (ad esempio cannabis) per almeno un’ora prima dell’esperimento [27]: similmente all’effetto della nicotina sull’asse HPA, le sostanze contenute nelle droghe come cannabis possono agire da neurotrasmettitori, portando ad uno squilibrio nei livelli di cortisolo [50]. - Non mangiare per almeno un’ora prima dell’esperimento [27]: anche i pasti assunti durante il giorno possono portare ad una variazione consistente nei livelli di cortisolo. In particolare, l’incremento dei livelli di cortisolo è correlato con la quantità di proteina ingerita. Un pasto ricco di proteine, infatti porta ad un rialzo nei livelli di cortisolo, mentre uno carente di questa macromolecola non porta a variazioni di livelli nell’ormone. Il motivo dell’incremento potrebbe essere dovuto a dei meccanismi omeostatici attivati dal nostro corpo in seguito ad un cospicuo apporto di amminoacidi [55]. - Non consumare bevande alcoliche per almeno un’ora prima dell’esperimento [27]: come le altre droghe, l’alcool ha un effetto significativo sull’asse HPA. Infatti, è stato riscontrato che l’aumento nei livelli di glucocorticoidi causati dalla consumazione di bevande alcoliche è maggiore dell’aumento causato da una situazione stressante. L’alcool agisce sull’asse HPA con un effetto disinibitorio: sopprime le cellule nervose ___________________________________________________________________________ Pagina 39 ___________________________________________________________________________ responsabili per l’inibizione dell’asse HPA, portando dunque ad una sua attivazione e innalzando i livelli di cortisolo [51]. - Non bere bibite contenenti caffeina per almeno un’ora prima dell’esperimento: la caffeina attiva l’asse HPA, elevando i livelli di glucocorticoidi e portando dunque anche ad un rialzo nei livelli di cortisolo [53]. Ha un effetto diretto sul PVN, portando ad un aumento nel rilascio sia di CRH che di ACTH. È stato dimostrato che i livelli tornano a parametri basali dopo un’ora dall’assunzione di una piccola dose di caffeina; è dunque sensato astenersi dal bere bibite contenenti caffeina per almeno un’ora prima dell’esperimento [54]. - Non avere malattie legate al sistema ormonale [46]: le malattie del sistema endocrino portano ad uno sfasamento nei normali cicli ormonali dell’organismo. Queste variazioni possono portare ad un cambiamento nei livelli abituali di cortisolo e dunque influire sui risultati dell’esperimento. - Non avere contratto infezioni di recente [46]: quando abbiamo un’infezione, avviene il rilascio di citochine, molecole pro infiammatorie del sistema immunitario che fungono da segnali di comunicazione fra le cellule del sistema immunitario e diversi organi e tessuti [7]. Le citochine stimolano il rilascio di glucocorticoidi, che a loro volta stimolano l’asse HPA. Ciò porta a livelli di cortisolo salivari più alti rispetto ai parametri basali [52]. ___________________________________________________________________________ Pagina 40 ___________________________________________________________________________ 5.5. Procedimento 5.5.1. Metodo per la misurazione dei livelli di cortisolo salivari Per tutti i tre gruppi, è stato svolto un prelievo di saliva per misurare i livelli di cortisolo. È stato preferito misurare i livelli di cortisolo salivare rispetto a quelli del plasma in quanto il prelievo di saliva non è invasivo rispetto al prelievo di un campione di sangue. Inoltre, proprio a causa delle sue caratteristiche non invasive, il prelievo di cortisolo salivare elimina la variabile di stress aggiuntivo che può accompagnare il prelievo di sangue e che potrebbe portare ad un innalzamento dei livelli di cortisolo, che si allontanerebbero dalla norma e quindi intercorrerebbero a diminuire la precisione e l’attendibilità dei dati ottenuti [48]. La saliva è stata prelevata con l’utilizzo di test salivari monouso (Figura 12), forniti dalla ditta farmaceutica svizzera Viollier, uffici di Lugano. [59] Figura 12: composizione di un test salivare monouso I test salivari monouso sono composti da un contenitore esterno rigido che protegge un contenitore intermedio, al cui interno è conservato il tampone ovattato da masticare. ___________________________________________________________________________ Pagina 41 ___________________________________________________________________________ [58] Figura 13: procedimento per il prelievo di saliva usando i test salivari monouso. I passi per il corretto prelievo di saliva sono (Figura 13) [58]: 4. Separare il contenitore intermedio della Salivette ed estrarre il tampone ovattato 5. Inserire il tampone ovattato nella bocca del/ della paziente 6. Masticare leggermente il tampone ovattato per almeno un minuto 7. Inserire il tampone ovattato nel contenitore intermedio 8. Chiudere il contenitore intermedio ad inserire nella Salivette, chiudere bene la salivette 5.5.2. Procedimento per gli studenti di Franklin University A. Percezione individuale dello stato di stress e del suo effetto Per l’esperimento è stato necessario effettuare due prelievi di cortisolo salivare per ogni studente. Per il secondo prelievo, si è dovuto nascondere il vero motivo dell’estrazione di saliva (ovvero l’analisi dei livelli di cortisolo), in quanto se esso fosse stato noto, non avrebbe permesso la ricreazione di una situazione di stress abbastanza credibile per indurre un’attivazione dell’asse HPA a causa della situazione di stress. Il pretesto usato per il prelievo è che esso ha lo scopo di misurare i livelli di flora batterica dentale per una ricerca ___________________________________________________________________________ Pagina 42 ___________________________________________________________________________ in ambito dentistico. In questo modo è stato possibile prelevare la saliva per le analisi dei livelli di cortisolo senza portare ad una loro variazione. Il primo passo del procedimento è stato assicurarsi che tutti gli studenti della Franklin University fossero d’accordo a partecipare all’esperimento. A questo scopo, il 3 novembre 2014 sono state consegnate le delibere alla classe (allegato 2), firmata lo stesso giorno da ogni partecipante. Grazie alle firme sulle delibere, è stata creata una lista in cui ad ogni studente è stato assegnato un numero (dunque da 1 a 19). Questo numero è poi stato scritto su tutti i fogli consegnati agli allievi (questionario sulla cura dentale e questionario sullo stress), per permettere di mantenere l’anonimato, ma anche di indagare un possibile legame tra i risultati ottenuti e le risposte ai due questionari. Il secondo passo della metodologia è stata la consegna agli allievi di un formulario con domande generali sulla cura dentale avvenuta il 6 novembre (allegato 3). Ogni questionario è stato numerato da 1 a 19 e non era presente il nome dell’allievo. Lo scopo del questionario è stato quello di rendere più credibile il motivo dei prelievi di saliva annunciato agli allievi (ovvero che le estrazioni sono effettuate per uno studio sulla flora batteria dentale), e di accertarsi della percezione sullo stress di ogni studente. Oltre ad alcune domande generali sulla cura dentale, infatti, nel formulario sono presenti anche tre domande fondamentali per l’analisi dei risultati dei test salivari e per successive parti del procedimento. L’ultima domanda del questionario è relativa alla percezione dello stress degli studenti. Questo primo accertamento è stato necessario per una suddivisione dei partecipanti in due gruppi: un gruppo di stress negativo e un gruppo di stress positivo. Il criterio usato per la suddivisione degli studenti in due gruppi è stata la risposta all’ultima domanda del questionario sulla cura dentale: <I beleve that stress can/ can’t have positive effects on my health> (traduzione: credo che lo stress possa/ non possa avere effetti positivi sulla mia salute). Solo quattro studenti hanno risposto affermativamente a questa domanda (indicando che secondo loro lo stress può avere effetti positivi sulla loro salute). Siccome si è voluto creare un numero equo di persone nei due gruppi e l’esperimento è anche atto ad indagare la differenza nei livelli di cortisolo dei maschi e delle femmine, come secondo criterio per la scelta degli individui da mettere nei due gruppi è stato scelto quello del sesso. ___________________________________________________________________________ Pagina 43 ___________________________________________________________________________ Individuo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Gruppo eustress Gruppo distress x x x x x x x x x x x x x x x x x x x Tabella 4: lista degli individui nel gruppo di stress positivo e negativo. La divisione nei due gruppi è stata effettuata secondo le risposte ad una domanda nel questionario sulla cura dentale Nel gruppo eustress sono dunque presenti 10 allievi (3 maschi e 7 femmine), nel gruppo distress 9 (4 maschi e 5 femmine). B. Video eustress – distress In un secondo momento, ai due gruppi, per e-mail, sono stati mandati due video separati: uno concernente gli effetti benefici dello stress sulla salute [63], l’altro sui suoi effetti negativi [64]. Quest’ultimo video è stato inviato al gruppo di stress negativo, mentre il video in cui sono messi in luce gli positivi benefici dello stress è stato inviato all’altra metà della classe. Questi video sono elementi fondamentali per il procedimento, in quanto l’esperimento si basa sul presupposto che coloro che hanno visto il video sullo stress positivo avranno dei livelli di cortisolo più bassi di coloro a cui è stato mandato il video sugli effetti negativi dello stress sulla nostra salute, che dunque hanno una percezione negativa dello stress (anche per questo si è chiesta la domanda sulla percezione dello stress, così da non mettere individui con una percezione positiva dello stress nel gruppo distress). Lo scopo dei video, dunque, è stato quello di portare ad una variazione nella mentalità dello stress degli allievi, cambiandola da negativa a positiva. Il video sullo stress negativo era atto a creare una concezione, se possibile, ancora più negativa dello stress o, se presente, di mantenerla tale. ___________________________________________________________________________ Pagina 44 ___________________________________________________________________________ L’effetto dei video sulla percezione dello stress degli individui è stata poi verificata in un questionario successivo. La terza tappa del procedimento, dunque, è stato l’invio di un e-mail agli studenti con l’invito di guardare il video sullo stress, di cui è stato mandato il link. L’invio delle e-mail è stato effettuato l’11 novembre, due giorni prima dell’estrazione della saliva per far sì che i partecipanti si ricordassero del contenuto dei video. L’e-mail è stato inviato dalla professoressa per non insospettire i partecipanti sul vero soggetto dell’esperimento, dicendo che sarebbe servito per la lezione successiva per una nuova unità sullo stress che sarebbe cominciata dopo l’esperimento. Per assicurare che i partecipanti guardassero i video, nell’email è stato indicato che essi potevano essere interrogati sul contenuto dei video durante la lezione successiva (ovvero la data dei prelievi di saliva). Nell’e-mail sono state anche indicate le condizioni necessarie da seguire per partecipare all’esperimento (elencate in precedenza). Sono state omesse le ultime due condizioni (non avere infezioni di recente e non avere malattie legate al sistema ormonale), che sono però state verificate nel questionario sulla cura dentale tramite due domande puntuali. Riassumendo le tappe del procedimento prima del prelievo di saliva: 1. 03.11.14: consegna e firma della delibera 2. 06.11.14: consegna formulario sulla cura dentale 3. 11.11.14: invio dell’e-mail con i rispettivi video ai due gruppi di studenti Le estrazioni di saliva sono stati eseguiti il 13 novembre. I prelievi sono stati svolti direttamente in un’aula della Franklin University. Ore 13.00: è cominciata la lezione, preceduta dai preparativi necessari per l’esperimento. Nessun studente è arrivato in ritardo (tranne l’individuo 2 che era assente a causa di un impegno sportivo) e la lezione è cominciata in orario. Prima dei prelievi di saliva, è stata effettuata una breve introduzione di circa 7 minuti sulla flora batterica orale, per giustificare il primo prelievo di cortisolo e per far sembrare credibile il motivo fittizio dell’esperimento. Ore 13.07: sono stati consegnati i test salivari monouso (seguendo la lista che indica la corrispondenza tra il nome e il numero assegnato ad ogni individuo), precedentemente marcati con i numeri corrispondenti ad ogni individuo e con una A (Figura 14), per differenziare questi test salivari dai secondi prelievi effettuati (contrassegnati con lo stesso numero, ma con una B). ___________________________________________________________________________ Pagina 45 ___________________________________________________________________________ Figura 14: immagine dei test salivari di cortisolo marcati con il numero corrispondente ad ogni partecipante all’esperimento e la denotazione a e b per distinguere i primi prelievi (a) e i secondi prelievi (b). Prima della consegna dei test salivari, sono state date le indicazioni su come effettuare i prelievi ed è stato chiesto agli studenti di attendere prima di iniziare a masticare, per permettere di cronometrare esattamente un minuto di masticazione del tampone di ovattato. Quando tutti gli studenti erano in possesso dei test salivari, è stato indicato loro di prendere il tampone ovattato. Ore 13.09: gli studenti hanno cominciato a masticare, fino a quando sono stati informati della fine del minuto, avvenuto dunque alle 13.10. Dopo il ritiro dei test salivari, gli studenti sono stati ringraziati per aver partecipato all’esperimento ed è stato detto che quest’ultimo era giunto al termine. Ore13.12: la professoressa della classe ha annunciato un test a sorpresa alla classe sulle lezioni precedenti. Anche questo test a sorpresa è parte del procedimento, in quanto esso è stato ideato per indurre una situazione di stress, per poi misurare la variazione nei livelli di cortisolo tra una situazione di assenza e di presenza di stress. Ore 13.13: è stato consegnato il foglio per il test a sorpresa e gli studenti hanno cominciato a scrivere. Ore 13.14: un minuto dopo la consegna del test a sorpresa, è stato annunciato che sarebbe stato necessario effettuare un secondo prelievo di saliva. Sono stati consegnati dei nuovi test salivari monouso (contrassegnati con lo stesso numero, ma con una B per distinguerli ___________________________________________________________________________ Pagina 46 ___________________________________________________________________________ dai primi) ed è stato detto che gli studenti potevano masticare mentre scrivevano, ma che dovevano aspettare prima di aprire i contenitori per permettere di cronometrare precisamente un minuto. Il secondo prelievo di cortisolo è stato effettuato tra le 13.16 e le 13.17. Dopo l’estrazione, gli studenti hanno continuato a lavorare sul test. Ore 13.18: subito dopo aver ripreso le provette del secondo prelievo di cortisolo, è stato indicato alla classe di smettere di scrivere e sono stati ritirati i fogli del test a sorpresa. Agli studenti è stato rivelato il vero scopo dell’esperimento, ovvero che i prelievi di saliva non erano stati effettuati per studiare la flora batterica orale, ma per uno studio sullo stress e più precisamente sugli effetti della concezione dello stress sulla nostra salute. È stato consegnato un nuovo questionario, questa volta inerente allo stress (allegato 4), composto da tre parti: a. le prime domande sono inerenti al loro stato di stress al momento delle estrazioni di cortisolo (per poi trovare un legame tra le risposte alle domande e i risultati delle analisi sul test salivare monouso); b. la seconda invece è atta a verificare quanto la loro mentalità sullo stress fosse stata cambiata grazie alla visione dei video (specialmente del video sullo stress positivo); c. l’ultima parte del questionario comprende una domanda sulle loro reazioni di fronte all’annuncio del test a sorpresa; Successivamente è stata effettuata una breve presentazione powerpoint sul concetto di eustress e sul funzionamento delle risposte allo stress ed è stato spiegato lo scopo del lavoro di maturità, di durata complessiva di circa 30-40 minuti. In questo periodo di tempo è inoltre stato proiettato il video sullo stress positivo, in quanto solo metà classe lo aveva guardato (il gruppo stressato positivamente). Dopo la presentazione, è stato lasciato spazio alle domande degli studenti. Durante la presentazione e il periodo di domande, i test salivari sono stati conservati in frigo per conservarli al meglio. Subito dopo la partenza da Franklin University, le provette sono state portate alla Viollier. ___________________________________________________________________________ Pagina 47 ___________________________________________________________________________ 5.5.3. Procedimento per gli individui stressati e per il gruppo di controllo Il procedimento seguito per gli individui stressati e per il gruppo di controllo è, ovviamente, diverso da quello seguito alla Franklin University. In questo caso, si è cercato un possibile rapporto tra lo stress percepito, i livelli di cortisolo misurati e la percezione dello stress dell’individuo. Il procedimento seguito per i partecipanti che sostengono di essere stressati cronicamente e il gruppo di controllo è uguale. Ai due gruppi è stato consegnato un test salivare monouso (uno per ogni individuo). È stata prelevata la saliva da 17 individui che sostenevano di essere stressati cronicamente e da 2 individui no stress (ovvero che sostengono di vivere una vita esente da stress). I partecipanti dei due gruppi hanno anche riempito una delibera (allegato 1) e un formulario con domande inerenti allo stress (uguale a quello per il procedimento della Franklin University, ma in italiano) (allegato 5). I questionari sono stati compilati per poi riuscire a trovare un legame tra i livelli di cortisolo e le risposte alle domande, dunque tra il livello di stress indicato dai risultati delle analisi e lo stato di stress percepito dall’individuo. Il gruppo di individui che sostengono di non essere stressati è un gruppo di controllo, ovvero sono stati misurati i loro livelli di cortisolo per poi compararli con i risultati degli studenti del gruppo di Franklin University (stress acuto) e i partecipanti stressati cronicamente. I prelievi per i gruppi di individui stressati negativamente e no stress sono stati eseguiti in varie date, e per motivi di comodità alcuni test salivari monouso sono stati consegnati direttamente alle persone che, dopo essere state informate su come eseguire il prelievo di saliva, lo hanno eseguito esse stesse. Ai partecipanti dei due gruppi sono state indicate le condizioni da seguire per ottenere dei risultati precisi (elencati nel capitolo 5.4.). I prelievi dei vari gruppi di individui sono stati eseguiti tutti tra le 13.00 e le 13.15. Questo lasso di tempo è stato scelto in base all’orario dei prelievi della Franklin University, in quanto i livelli di cortisolo variano nell’arco della giornata seguendo un ritmo circadiano. Per avere dei risultati più precisi possibile, è stato dunque necessario limitare l’orario. Dopo i prelievi le provette sono state subito portate alla Viollier, dove sono state analizzate. Gli individui dei due gruppi sono di entrambi i sessi, per permettere poi di confrontare i dati con i risultati delle analisi dei test monouso del gruppo di Franklin University. Le date dei vari prelievi per gli individui stressati e no stress sono: A. NS 1: 12.11.14 B. NS 3: 13.11.14 C. S 1, S 3: 16.11 ___________________________________________________________________________ Pagina 48 ___________________________________________________________________________ D. S 4, S 5, S 6, S 7, S 8: 12.11.14 E. S 9, S 10, S 11: 15.11.14 F. S 12, S 13, S 14, S 15, S 16, S 17, S 18: 17.11.14 5.5.4. Metodologia dell’analisi statistica dei risultati Al termine della raccolta e dell’elaborazione dei dati, si è proceduto all’analisi statistica prendendo in esame tutte le osservazioni effettuate per i tre gruppi. I test statistici hanno come scopo quello di generalizzare i risultati ottenuti dall’esperimento svolto all’intera popolazione. Dapprima sono stati tabulati i dati ottenuti dal laboratorio. In seguito si è effettuata un’analisi sommaria tramite dei diagrammi a barre (istogrammi) e dei diagrammi a punti. L’analisi dei grafici ha permesso di determinare se i dati seguono una distribuzione normale o meno. In seguito è stato effettuato un test delle ipotesi per verificare se vi è o meno una differenza tra i risultati del primo prelievo di cortisolo ed i risultati del secondo prelievo per gli studenti della Franklin University. Le due ipotesi sono [61]: H0: 𝜇2 − 𝜇1 = 0 (Ipotesi nulla: la media dei livelli di cortisolo del secondo prelievo è uguale alla media dei livelli di cortisolo del primo prelievo) Ha: 𝜇2 − 𝜇1 > 0 (Ipotesi alternativa: la media dei livelli di cortisolo del secondo prelievo è maggiore alla media dei livelli di cortisolo del primo prelievo) Nel caso di una distribuzione normale [61], per un livello di significatività del 95%, il test è il seguente: 𝑧= 𝑥̅2 − 𝑥̅1 𝜎2 𝜎2 √ 1 + 2 𝑛1 𝑛2 Se z < 1.645 (il valore critico che leggiamo sull’apposita tabella), allora l’ipotesi nulla non può essere rifiutata e quindi i risultati dei due prelievi sono, da un punto di vista statistico, identici. Se z > 1.645, allora vale l’ipotesi alternativa. Questo significa che la media del secondo prelievo è significativamente superiore a quella del primo prelievo. ___________________________________________________________________________ Pagina 49 ___________________________________________________________________________ Nel caso di dati non distribuiti normalmente [61], ed in particolare nel nostro caso, nel quale i campioni sono piccoli, dobbiamo ricorrere a delle statistiche cosiddette non parametriche. Si è optato per il test dei ranghi con segno di Wilcoxon. Il procedimento è il seguente: si calcola la differenza tra il livello di cortisolo del secondo prelievo ed il primo prelievo; si calcola il valore assoluto della differenza calcolata in precedenza; si attribuisce un rango dal più piccolo al più grande valore; si calcola la somma dei ranghi positivi e la somma dei ranghi negativi; se la somma dei ranghi negativi è inferiore ad un valore che leggiamo sull’apposita tabella (Figura 15), allora l’ipotesi nulla non può essere rifiutata, ossia, non vi è differenza tra i due gruppi e quindi non vi è aumento del livello di cortisolo. [63] Figura 15: immagine con valori critici per il test dei ranghi con segno di Wilcoxon. I due cerchi in rosso evidenziano i valori critici usati successivamente per il test delle ipotesi. ___________________________________________________________________________ Pagina 50 ___________________________________________________________________________ 5.6. Risultati attesi 5.6.1. Risultati attesi per il gruppo di Franklin University Con l’analisi dei campioni di cortisolo salivare prelevati dagli allievi di Franklin University, mi attendo di riscontrare che i livelli di cortisolo negli allievi del gruppo di eustress, dopo essere stati stressati con il falso test a sorpresa, saranno minori rispetto a quelli degli individui del gruppo dello stress negativo, posti nella stessa situazione. In entrambi i casi, mi aspetto che i livelli di cortisolo salivari saranno maggiori durante la situazione di stress acuto rispetto ai livelli misurati con il primo prelievo. Mi attendo che i maschi abbiano dei livelli di cortisolo mediamente più alti rispetto alle ragazze, in quanto è stato riscontrato che individui di sesso maschile sono più soggetti a variazioni nei livelli salivari di cortisolo rispetto a individui di sesso femminile [27]. Mi attendo inoltre che ci sarà un legame tra i livelli misurati e la quantità di stress indicata dal formulario. 5.6.2. Risultati attesi per il gruppo di individui stressati cronicamente Mi attendo che i livelli di cortisolo salivari misurati in questo gruppo di individui saranno più elevati rispetto ai livelli di cortisolo salivare nel gruppo di controllo. Mi attendo inoltre che ci sarà un legame tra i livelli misurati e la quantità di stress indicata dal formulario. ___________________________________________________________________________ Pagina 51 ___________________________________________________________________________ 5.7. Possibili imprecisioni per i tre gruppi Ci sono alcuni fattori che possono portare a delle imprecisioni nei livelli di cortisolo salivare. Alcuni di questi elementi sono comuni a tutti e tre i gruppi, mentre alcune imprecisioni sono specifiche per ogni gruppo. Le imprecisioni più sostanziali per tutti e tre i gruppi sono causate dai fattori elencati nel capitolo 5.4. che, se non limitati, possono portare a squilibri considerevoli nei livelli dell’ormone misurato e, più in generale, nel sistema ormonale. Nel caso degli individui di sesso femminile, un’imprecisione sostanziale può essere data dalla fase del ciclo mestruale in cui si trova l’individuo al momento del prelievo e dall’assunzione di pillole anticoncezionali, che portano ad uno sballamento dei livelli ormonali [46]. Una delle variabili più importanti che può portare a delle imprecisioni nei livelli di cortisolo è data dai ritmi circadiani del cortisolo (Figura 16). I livelli di questo ormone, infatti, anche in condizioni basali variano notevolmente. [41] Figura 16: ritmo circadiano del cortisolo: in ascissa si possono notare le quantità di moli, mentre in ordinata sono indicati gli orari del giorno. I livelli di cortisolo si abbassano notevolmente tra le 17 e le 21 e scendono al loro valore minimo attorno alle 3 di mattina. Un’altra possibile imprecisione che potrebbe sussistere nel gruppo degli allievi di Franklin University e il gruppo di individui stressati negativamente è dovuto al formulario fornito. Esso permette di formulare delle considerazioni generali sulla quantità di stress percepito dall’individuo, ma non fornisce dei dati precisi. Inoltre, gli individui possono indicare delle risposte che non corrispondono alla loro reale condizione (indicando, ad esempio, di non riscontrare un qualche elemento nella lista delle domande quando invece hanno riscontrato la situazione indicata nello scorso periodo di tempo). ___________________________________________________________________________ Pagina 52 ___________________________________________________________________________ 5.7.1. Possibili imprecisioni per il gruppo degli allievi di Franklin University Oltre all’imprecisione causata dalla incorretta limitazione dei fattori precedenti, un’altra possibile imprecisione può essere dovuta all’importanza che ogni individuo conferisce al compito scritto: ci saranno casi di allievi che sono molto preoccupati di ricevere una nota positiva ed altri che, invece, si stresseranno meno davanti a questa situazione. Idealmente, il test a sorpresa dovrebbe essere una presentazione orale, per ricreare una situazione percepita come la più stressante possibile. È stato dimostrato, infatti, che esami scritti causano un’attivazione dell’asse HPA inferiore rispetto agli esami orali, che portano a ansietà e stress maggiore [57]. È stato effettuato, però, un test scritto per motivi di tempo. 5.7.2. Possibili imprecisioni per il gruppo di controllo Questo gruppo di individui dovrebbe condurre una vita il più possibile esente da stress. Anche essi, però, interagiscono con il mondo esterno, e sono dunque suscettibili agli infiniti stressori che riceviamo ogni giorno. Ciò che li distingue è la loro mentalità e la loro filosofia di vita. Essi conducono infatti una vita cercando di evitare lo stress in tutti i modi possibili. Anche loro subiscono l’influenza degli stressori, che dunque attivano l’asse HPA portando al rilascio di cortisolo, allontanando i livelli di quest’ultimo dai livelli basali. 5.7.3. Possibili imprecisioni per il gruppo di individui stressati negativamente L’imprecisione più importante che può sussistere in questo gruppo corrisponde nel fatto che un individuo che sostiene di essere stressato negativamente e nel questionario fornito dimostra di esserlo in base alle risposte fornite, potrebbe in realtà avere livelli di cortisolo bassi in basi alle analisi e dunque diversi da quelli indicati (maggiori o minori). Inoltre i livelli di cortisolo misurati vengono comparati con quelli del gruppo di controllo. Ogni individuo, però, ha dei livelli di cortisolo basali caratteristici. L’attivazione dell’asse HPA, infatti, è soggettiva e dipende da molti fattori, tra cui gli stressori vissuti nell’infanzia e la genetica. È dunque difficile, in base a livelli di cortisolo di persone diverse, stabilire quanto essi sono realmente stressati. ___________________________________________________________________________ Pagina 53 ___________________________________________________________________________ 5.8. Risultati Questo capitolo sui risultati è stato suddiviso in tre parti: i risultati per il gruppo della Franklin University, per i gruppi stressati negativamente e per il gruppo di controllo. Queste ultime due sottocategorie sono state messe assieme in quanto hanno un procedimento simile. Il capitolo sui risultati del gruppo di studenti della Franklin University, inoltre, è stato suddiviso in base ai risultati dei due formulari compilati dagli studenti. 5.8.1. Risultati questionari Franklin University 5.8.1.1. Questionario cura dentale Un primo risultato interessante riguarda le risposte alle due domande inerenti allo stress presenti nel formulario sulla pulizia dentale (allegato 3). La prima domanda inerente allo stress è <I am very/ not/ mildly stressed> (traduzione in italiano: sono molto/ non sono/ sono leggermente stressata). La risposta a questa domanda fornisce già un’informazione iniziale sullo stato di stress dell’individuo nel momento in cui ha riempito il formulario, ovvero esattamente una settimana prima del prelievo di cortisolo. ___________________________________________________________________________ Pagina 54 ___________________________________________________________________________ Le risposte degli allievi a questa domanda sono: Individuo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Very Not Mildly x x x x x x x X X x x x x x x x x x Tabella 5: risposta di ogni individuo alla domanda sul questionario inerente alla cura dentale riguardo allo stato di stress percepito al momento: I am very/ not/ mildly stressed La seconda domanda riguardo allo stress sul questionario sulla cura dentale è inerente al concetto di eustress: <I beleve that stress can/ can’t have positive effects on my health> (traduzione in italiano: credo che lo stress abbia/ non abbia effetti positivi sulla mia salute). La risposta a questa domanda fornisce delle informazioni fondamentali sulla concezione dello stress di ogni individuo. Questa domanda è stata inserita nel questionario per poi dividere gli individui in due gruppi durante il procedimento dell’esperimento: nel gruppo di stress positivo e nel gruppo di stress negativo. Gli studenti che credono che lo stress possa avere degli aspetti positivi per la nostra salute sono stati messi nel primo gruppo, gli altri nel secondo. ___________________________________________________________________________ Pagina 55 ___________________________________________________________________________ Le risposte alla domanda sono: Individuo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Can Can't x x x x x x x x x x x x x x x x x x x Tabella 6: risposta degli studenti alla domanda sugli effetti benefici dello stress sul nostro organismo: I beleve that stress can/ can’t have positive effects on my health È interessante notare che solo quattro studenti sul 19 hanno indicato di avere una concezione positiva dello stress. Questo dato potrebbe essere generalizzato, indicando che la maggior parte delle persone hanno una concezione negativa dello stress e che sono in pochi, invece, che pensano che lo stress possa anche portare dei benefici alla salute. Le altre domande del formulario sono fondamentali, invece, per l’elaborazione successiva dei dati, in quanto esse si riferiscono a possibili infezioni o problemi ormonali, che, come scritto precedentemente, possono portare a imprecisioni nei dati. Le risposte degli studenti alla domanda sulle infezioni <I have/ have not experienced any infections recently> (traduzione in italiano: ho/ non ho avuto infezioni di recente) offrono informazioni su possibili imprecisioni nei risultati. Come indicato prima, è stato scoperto che avere avuto infezioni nel periodo appena precedente ai prelievi di cortisolo porta a imprecisioni [46]. ___________________________________________________________________________ Pagina 56 ___________________________________________________________________________ Le risposte alla domanda sulle infezioni sono: Individuo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Have Have not x x x x x x x x x x x x x x x x x x x Tabella 7: lista di individui e risposta alla domanda I have/ have not experienced any infections recently La seconda domanda inserita per ottenere delle informazioni per l’elaborazione successiva dei dati è quella inerente ai problemi ormonali: <I have/ don’t have any hormonal problems> (traduzione in italiano: ho/ non ho nessun problema ormonale). ___________________________________________________________________________ Pagina 57 ___________________________________________________________________________ Le risposte dei vari individui alla domanda sui problemi ormonali sono: Individuo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Have Don't have x x x x x x x x x x x x x x x x x x x Tabella 8: risposte degli individui alla domanda I have/ don’t have any hormonal problems Le risposte degli individui alle domande sul questionario sulla cura dentale sono poi state usate per elaborare i dati ottenuti dalle estrazioni di cortisolo. 5.8.1.2. Questionario stress Come indicato precedentemente, il questionario sullo stress (allegato 4) è composto da tre parti: 1. le prime affermazioni sono inerenti allo stato di stress dei partecipanti al momento delle estrazioni di cortisolo, 2. la seconda parte è atta a verificare quanto la mentalità degli individui sullo stress fosse stata cambiata grazie alla visione dei video sullo stress positivo e negativo e comprende dunque delle affermazioni sulla loro percezione dello stress, 3. la terza parte del questionario comprende una domanda sulle loro reazioni di fronte all’annuncio del test a sorpresa. In particolare, la prima parte del questionario è composta da 30 domande generali sullo stato psichico e fisico degli individui. I partecipanti hanno risposto indicando I don’t ___________________________________________________________________________ Pagina 58 ___________________________________________________________________________ experience/ i can relate to this (traduzione in italiano: non mi capita/ mi capita) alle varie affermazioni. A dipendenza dal numero di crocette indicate per queste due categorie, si può capire la quantità di stress percepita dagli individui: i partecipanti che hanno indicato non mi capita nella maggior parte delle caselle, non mostrano molti dei sintomi legati allo stress presenti nelle affermazioni e dunque non sono particolarmente stressati; coloro che invece hanno indicato in vari casi mi capita, hanno, teoricamente, una quantità di stress più elevata. Un possibile problema è che molti dei sintomi indicati nel questionario possono anche essere legati ad altri problemi di salute, non solo allo stress. Il numero di caselle I don’t experience/ i can relate to this riempite dai vari partecipanti nella prima parte del questionario sono: Individuo I don’t experience this I can relate to this 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 14 16 Assente 25 19 18 24 17 8 13 17 22 17 22 22 23 18 21 18 11 5 11 12 6 13 22 17 13 8 13 8 8 7 12 9 12 19 Tabella 9: numero di risposte I don’t experience this/ I can relate to this alle domande sui sintomi dello stress nel questionario sullo stress Ordinando gli individui in base al numero di risposte date alla colonna I can relate to this, si può creare una classifica del numero di sintomi dello stress che i partecipanti hanno indicato di avere nel periodo in cui è stato svolto l’esperimento. La lista degli individui in ordine crescente di stress percepito (in base dunque al numero di risposte I can relate to this) ci indica dunque quali individui presentano un alto numero di sintomi legati allo stress e sono perciò molto stressati e quali, invece, sostengono di non avere un numero elevato di sintomi ___________________________________________________________________________ Pagina 59 ___________________________________________________________________________ legati allo stress e che quindi non stanno vivendo una situazione di stress particolarmente critica. Individuo I don’t experience this I can relate to this 3 6 15 11 13 14 17 4 5 16 18 7 10 12 1 9 19 8 2 25 24 23 22 22 22 21 19 18 18 18 17 17 17 14 13 11 8 5 6 7 8 8 8 9 11 12 12 12 13 13 13 16 17 19 22 Assente Tabella 10: numero di risposte alle affermazioni indicate con I can relate to this nel questionario sullo stress. Questa classifica ci indica quali individui presentano il maggior numero di sintomi dello stress e quelli che invece percepiscono una minor quantità di stress. In giallo sono indicati i quattro individui con un numero superiore a 15 di risposte I can relate to this. Guardando questa tabella, si può notare che la maggior parte degli studenti ha un numero di sintomi inferiore a 15 (ovvero ha risposto I can relate to this a meno della metà delle domande), solo quattro individui (evidenziati in giallo) hanno superato questo numero. La seconda parte del questionario è atta a verificare quanto la mentalità sullo stress degli individui fosse stata cambiata grazie alla visione dei video sullo stress positivo e negativo tramite delle affermazioni sulla loro mentalità. In particolare, le frasi sono riferite all’eustress e su quanto lo stress possa avere delle conseguenze positive o negative sulla salute. In questa parte del questionario, gli individui hanno messo una crocetta nella casella del si o del no di fianco ad una serie di affermazioni sulla mentalità. Le risposte a queste affermazioni sono fondamentali per la successiva elaborazione dei dati perché permettono di confrontare i livelli di cortisolo misurati e la percezione dello stress indicata dagli individui nelle risposte alle domande. Le prime quattro affermazioni sullo stress sono negative, ovvero se i partecipanti rispondo si, significa che hanno una percezione negativa dello ___________________________________________________________________________ Pagina 60 ___________________________________________________________________________ stress. Le risposte alla quinta e alla sesta affermazione, sono invertite: se l’individuo risponde affermativamente, significa che ha una percezione positiva dello stress. L’ultima affermazione è riferita al termine eustress e se i partecipanti ne avessero già sentito parlare. Affermazione 2 Affermazione 3 Affermazione 4 Affermazione 5 Affermazione 6 Affermazione 7 1 2 N N N N Assente Y Y N 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 N Y N N N N N N N N Y N N Y N N Y Y N N N N N N N N N Y N N N Y N Y N N Y N N Y Y N N N N N Y Y N N N N N N N N N N N N N N Y N N N N Y Y Y N Y Y Y Y Y Y Y Y Y Y Y N Y N Y Y N Y Y Y Y Y Y Y Y Y Y Y Y Y N N N N N N N N N N N Y N N N N N Y Individuo Affermazione 1 Le risposte degli studenti sono: Tabella 11:risposte alle domande nella seconda parte del questionario sullo stress (N: no, Y: yes). Le caselle in giallo indicano le risposte alle affermazioni che rispecchiano la mentalità di un individuo con una percezione positiva dello stress. Le caselle rosse indicano gli studenti a cui è stato mandato il video sullo stress negativo, quelle in verde coloro che hanno visto il video sullo stress positivo. Guardando la tabella, si nota che la maggior parte degli studenti non hanno sentito il termine eustress prima dell’esperimento. Si può inoltre concludere guardando il numero di caselle gialle che la maggior parte di loro hanno una concezione positiva di stress. Guardando la tabella, si può notare che in media gli individui del gruppo di stress positivo hanno risposto alle affermazioni secondo una mentalità positiva di stress (la media delle caselle gialle per gli individui nel gruppo di stress positivo è di 5.25, mentre per il gruppo di stress negativo la media è di 4.6). Questo risultato ci potrebbe indicare che il video sulla percezione dello ___________________________________________________________________________ Pagina 61 ___________________________________________________________________________ stress ha funzionato, in quanto la metà classe che l’ha visionato ha in media una percezione più positiva dello stress. Il campione analizzato, però, è piccolo e questo risultato potrebbe essere dovuto ad un caso. Inoltre l’individuo 19 ha una concezione molto negativa di stress, che porta ad un abbassamento della media di tutto il gruppo. La terza parte del questionario è composta da una domanda sulla reazione degli individui all’annuncio del test a sorpresa, se si sono sentiti stressati e se il loro battito cardiaco è aumentato di velocità. La maggior parte degli studenti ha indicato che si è sentita arrabbiata per il presunto test a sorpresa. Alcuni individui hanno scritto che si sono sentiti stressati e che il loro battito cardiaco è aumentato. Tre partecipanti hanno scritto di aver capito che il test era fittizio in quanto avendo guardato il video sullo stress positivo, avevano intuito il vero motivo dei prelievi di saliva. 5.8.2. Risultati questionari del gruppo di stress cronico e no stress I gruppi di individui stressati negativamente e no stress (ovvero il gruppo di controllo) hanno anch’essi risposto ad un questionario con domande inerenti allo stress (allegato 4 e 5), uguale a quello consegnato ai partecipanti della Franklin University. Alcuni di questi formulari sono stati tradotti in italiano per motivi linguistici. Questo questionario, però, è diviso solo in due parti: la prima è composta da affermazioni che rispecchiano sintomi causati da una situazione di stress a cui gli individui hanno indicato se mi capita/ non mi capita. Guardando il numero di domande a cui è stata data la risposta mi capita, si può creare una classifica della quantità di stress percepita dall’individuo al momento del prelievo di cortisolo. Le risposte dei partecipanti del gruppo no stress alla prima parte del questionario sono: Individuo Mi capita Non mi capita NS 1 NS 3 2 1 26 27 Tabella 12: risposte mi capita/ non mi capita alle affermazioni inerenti ai sintomi dello stress del gruppo no stress. Il numero di risposte mi capita/ non mi capita del gruppo no stress conferma il fatto che essi vivono una vita con una quantità irrilevante di stress. Essi, infatti, non hanno la maggior parte dei sintomi indicati nelle affermazioni. Le domande a cui hanno risposto sono 28 (rispetto alle 30 del questionario fornito al gruppo no stress) in quanto due affermazioni si riferiscono alla scuola e sono dunque state tolte dal questionario. Secondo questi risultati, i ___________________________________________________________________________ Pagina 62 ___________________________________________________________________________ livelli di cortisolo dell’individuo NS 1 e NS 2 dovrebbero essere molto bassi e rispecchiare il livello basilare di cortisolo (senza la presenza di cortisolo). Le risposte degli individui stressati alle affermazioni nella prima parte del questionario, invece, sono: Individuo Mi capita Non mi capita S1 S3 S4 S5 S6 S7 S8 S9 S 10 S 11 S 12 S 13 S 14 S 15 S 16 S 17 S 18 6 4 18 21 21 14 6 8 20 15 11 5 7 19 7 14 10 23 26 12 9 9 16 24 22 10 15 19 25 23 11 23 16 20 Tabella 13: risposte al questionario degli individui stressati alle affermazioni sui sintomi dello stress Guardando la tabella, si può notare che in realtà molti partecipanti non mostrano un gran numero di sintomi dello stress. Questa tabella verrà poi usata per trovare un possibile legame tra i livelli di cortisolo misurati e le risposte alle affermazioni. ___________________________________________________________________________ Pagina 63 ___________________________________________________________________________ Mettendo gli individui in ordine crescente di numero di risposte mi capita (dunque in base ai sintomi dello stress che sostengono di avere), si può poi effettuare più facilmente il passaggio tra le risposte e i livelli di cortisolo: Individuo Mi capita Non mi capita S3 S 13 S1 S8 S 14 S 16 S9 S 18 S 12 S7 S 17 S 11 S4 S 15 S 10 S5 S6 4 5 6 6 7 7 8 10 11 14 14 15 18 19 20 21 21 26 25 23 24 23 23 22 20 19 16 16 15 12 11 10 9 9 Tabella 14: risposte degli individui alle affermazioni inerenti ai sintomi dello stress ordinati dal partecipante con meno risposte mi capita a quello con più risposte mi capita Come nel questionario per gli allievi di Franklin University, anche la seconda parte di quello consegnato al gruppo no stress e al gruppo di individui stressato cronicamente è composto da affermazioni inerenti alla mentalità dei partecipanti. Anche in questo caso, le prime quattro affermazioni sullo stress sono negative, ovvero se i partecipanti rispondo si, significa che hanno una percezione negativa dello stress. Le risposte alla quinta e alla sesta affermazione, sono invertite: se l’individuo risponde affermativamente, significa che ha una percezione positiva dello stress. L’ultima affermazione è riferita al termine eustress e se i partecipanti ne avessero già sentito parlare. ___________________________________________________________________________ Pagina 64 ___________________________________________________________________________ N N N Affermazione 7 - Affermazione 6 - Affermazione 5 Affermazione 3 - Affermazione 4 Affermazione 2 NS 1 NS 3 Affermazione 1 Individuo Le risposte dei due individui no stress sono: N - S N S S S Tabella 15: con risposte degli individui no stress alla seconda parte del questionario. Le caselle in giallo indicano le risposte alle affermazioni che rispecchiano la mentalità di un individuo con una percezione positiva dello stress. N: no, S: si Sia l’individuo NS 1 e NS 3, nella seconda parte del questionario hanno indicato che secondo loro le affermazioni sulla mentalità dipendono sulla quantità di stress, ovvero che a diverse quantità di stress corrispondono diverse conseguenze fisiologiche. L’individuo NS 1 non ha risposto alle domande accanto a cui ha indicato questa osservazione, mentre il partecipante NS 3 ha riempito le caselle. Guardando le risposte alle affermazioni, si può notare che l’individuo NS 1 ha una percezione positiva dello stress. Infatti l’indicazione dell’affermazione 6 ci dice che ha già sentito parlare del termine eustress. ___________________________________________________________________________ Pagina 65 ___________________________________________________________________________ Le risposte degli individui stressati cronicamente alla seconda parte del formulario, invece, Individuo Affermazione 1 Affermazione 2 Affermazione 3 Affermazione 4 Affermazione 5 Affermazione 6 Affermazione 7 sono: S1 S3 S4 S5 S6 S7 S8 S9 S 10 S 11 S 12 S 13 S 14 S 15 S 16 S 17 S 18 N S S N N N S S S N S S N N N N N N S S S N N S S S S S N N S N N N N N N S N N S S N S S S N S N N N N N N N N S S S S N N N N N N N N N S S N S S S S S S N S S S S S S N S S N S S S S S S N S S S S S S N N N N N N N N S S N N N N N S S Tabella 16: risposte degli individui del gruppo stressati cronicamente alla seconda parte del questionario. Le caselle in giallo indicano le risposte alle affermazioni che rispecchiano la mentalità di un individuo con una percezione positiva dello stress. N: no, S: si Osservando la tabella, si può notare che la maggior parte degli individui ha una concezione abbastanza positiva dello stress. Rispetto alla tabella con le risposte degli allievi della Franklin University, si può notare che un maggior numero di persone nel gruppo di individui stressati cronicamente hanno sentito parlare del termine eustress. Rispetto agli studenti, però, essi hanno risposto ad un minor numero di affermazioni secondo una mentalità positiva di stress, dunque si può dire che essi hanno una concezione più negativa rispetto al gruppo di studenti. In media, gli studenti di Franklin University hanno risposto a 4.93 affermazioni secondo una concezione positiva di stress, mentre il gruppo di individui stressati cronicamente hanno risposto in media a 4.06. ___________________________________________________________________________ Pagina 66 ___________________________________________________________________________ 5.8.3. Risultati livelli di cortisolo I dati sono arrivati dalla Viollier mercoledì 3 dicembre 2014. In questo capitolo sono prima trattati i dati dell’esperimento svolto alla Franklin University, successivamente sono analizzati anche i risultati del gruppo di partecipanti stressati negativamente. 5.8.3.1. Risultati Franklin University I livelli di cortisolo misurati per gli studenti della Franklin College prima e dopo l’esperimento sono: Individuo Concentrazione cortisolo (nmol/L) prima Concentrazione cortisolo (nmol/L) dopo 1 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 5.684 10.017 4.772 3.824 4.572 2.522 5.353 6.223 6.466 10.583 6.55 2.324 2.306 4.057 3.296 8.914 7.753 6.868 6.278 12.392 3.758 3.873 4.981 2.372 5.081 6.372 6.039 14.185 6.189 2.132 2.277 4.276 3.426 6.864 7.615 10.169 Tabella 17: livelli di cortisolo misurati prima e dopo l’esperimento svolto alla Franklin University I dati nella seconda colonna si riferiscono ai livelli di cortisolo misurati con il primo prelievo (prima del test a sorpresa), mentre i dati nella terza colonna si riferiscono ai livelli di cortisolo misurati con il secondo prelievo (dopo il test a sorpresa). I livelli di cortisolo sono misurati in nmol/L, ovvero una concentrazione molare. Il simbolo n indica il prefisso SI per la potenza 10-9. ___________________________________________________________________________ Pagina 67 ___________________________________________________________________________ Graficamente, i livelli di cortisolo misurati durante l’esperimento svolto alla Franklin University prima e dopo il test a sorpresa sono: 15 14 13 Concentrazione (nmol/L) 12 11 Concentration (nmol/L) Prima 10 9 Concentration (nmol/L) Dopo 8 7 6 5 4 3 2 1 0 14 13 7 16 5 15 6 4 8 1 9 10 12 19 18 17 3 11 N. individuo Grafico 1: Istogramma con livelli di cortisolo misurati prima e dopo il test a sorpresa. Le linee orizzontali indicano la media dei livelli di cortisolo prima dell’esperimento (in rosso) e dopo l’esperimento (in verde) Questo grafico indica i livelli di cortisolo salivare misurati agli studenti della Franklin University prima e dopo l’esperimento. Le linee orizzontali rappresentano la media dei due gruppi: la riga verde indica la media del gruppo di studenti dopo l’esperimento, quella rossa prima dell’esperimento. Sull’asse delle ascisse è stato indicato il numero dell’individuo in base a livelli di cortisolo iniziale crescenti. Numericamente, la media dei livelli di cortisolo degli studenti prima del test a sorpresa è di 5.67 nmol/L, mentre la media dei livelli di cortisolo degli stessi individui misurati dopo il test a sorpresa è di 6.02 nmol/L. Questi due dati ci indicano che i livelli di cortisolo dopo l’esperimento sono aumentati in media del 6.07% rispetto a prima dell’esperimento. La linea orizzontale nel grafico che rappresenta la media dei livelli dei due prelievi di cortisolo ci indica quali individui hanno livelli di cortisolo sotto la media o sopra la media. Si può notare che dall’individuo 8, gli altri individui hanno livelli sopra la media del prelievo preso in considerazione. La deviazione standard dei dati del prelievo prima del test a sorpresa è di 2.51, mentre quella dei dati del prelievo dopo il test a sorpresa è di 3.36. Anche la variabilità, dunque, risulta aumentata nel secondo prelievo di cortisolo (dopo l’esperimento a sorpresa). Il coefficiente di variazione, infatti, nel primo prelievo di cortisolo è di 44.3%, mentre nel secondo caso è di 55.8%. ___________________________________________________________________________ Pagina 68 ___________________________________________________________________________ Confronto livelli di cortisolo Prima / Dopo 16 15 14 Concentrazione (nmol/L) Dopo 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Concentrazione (nmol/L) Prima Grafico 2: concentrazioni di cortisolo rilevati con il primo prelievo nell’asse delle ascisse e concentrazioni di cortisolo del secondo prelievo nell’asse delle ordinate. I punti sopra la linea obliqua (bisettrice) indicano individui la cui concentrazione di cortisolo è aumentata passando dal primo prelievo al secondo, mentre i punti sotto la linea obliqua indicano studenti la cui concentrazione di cortisolo è diminuita. La maggior parte dei punti è vicino alla bisettrice. La correlazione, infatti, è del 0.93, dunque molto alta. ___________________________________________________________________________ Pagina 69 ___________________________________________________________________________ Confronto livelli di cortisolo Prima / Dopo 16 15 14 13 Concentrazione (nmol/L) Dopo 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Concentrazione (nmol/L) Prima Grafico 3: concentrazioni di cortisolo rilevati con il primo prelievo nell’asse delle ascisse e concentrazioni di cortisolo del secondo prelievo nell’asse delle ordinate Il grafico 3 ci mostra, invece, i livelli di cortisolo del primo e del secondo prelievo in relazione tra di loro. La linea orizzontale indica la media delle concentrazioni di cortisolo dopo il presunto test a sorpresa, mentre la linea verticale indica la media dei livelli di cortisolo prima del presunto test a sorpresa. Per ipotesi, è stato assunto che coloro che hanno risposto ad un numero elevato di affermazioni indicando che riescono a riconoscersi nelle frasi del questionario sullo stress consegnato dopo il test a sorpresa, avranno dei livelli di cortisolo più elevati. È stato dunque creato un grafico (grafico 4) per mettere alla prova questa ipotesi. ___________________________________________________________________________ Pagina 70 ___________________________________________________________________________ Confronto Stress level / Livelli di cortisolo Prima 11 10 Concentrazione (nmol/L) Prima 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% Livello di stress (in percentuale) Grafico 4: livello di stress (in percentuale) indicato nel questionario consegnato ai partecipanti nell’asse delle ascisse e concentrazione di cortisolo del primo prelievo nell’asse delle ordinate Per confrontare i livelli di cortisolo e le risposte al questionario, è stata calcolata la percentuale di domande del questionario a cui è stato risposto affermativamente, nel grafico indicato con livello di stress (numero di domande con risposte affermative diviso numero totale di domande del questionario prese in considerazione in percentuale). Coloro che dunque hanno una percentuale di stress più bassa, dovrebbero avere anche un livello di cortisolo più basso. Sono stati usati i dati del primo prelievo di cortisolo in quanto essi non erano ancora stati variati a causa del test a sorpresa e dovrebbero dunque rispecchiare i dati presi con il questionario sullo stress. Osservando i punti nel grafico, si può notare che non sono disposti ordinatamente: i dati presentano infatti una correlazione molto bassa tra di loro (coefficiente di correlazione: -0.06). Per analizzare il legame tra le risposte degli individui alle domande del questionario sullo stress inerenti alla loro percezione (positiva o negativa) e la media della variazione tra il primo e il secondo prelievo di cortisolo (per vedere dunque se ad una percezione positiva di stress corrisponde una variazione nei livelli di cortisolo più bassa in una situazione stressante rispetto ad una percezione negativa dello stress), i dati sono stati tabulati nella tabella 18. ___________________________________________________________________________ Pagina 71 ___________________________________________________________________________ Numero di risposte secondo una percezione positiva dello stress Numero di individui 6 5 4 3 2 1 7 6 3 1 nessuno 1 Media variazione tra il primo e il secondo prelievo (nmol/L) + 0.5 + 0.24 - 0.7 + 0.05 + 3.3 Tabella 18: numero di risposte alla domanda del formulario sullo stress sulla percezione allo stress, numero di individui che hanno risposto con quel numero di risposte e media delle variazione dei livelli di cortisolo prima e dopo il presunto test a sorpresa. La colonna di sinistra della tabella 18 indica il numero di risposte alle affermazioni sul questionario inerente allo stress sulla percezione del partecipante (in ordine decrescente), la seconda colonna indica il numero di individui che hanno risposto con quel numero di risposte alle affermazioni e l’ultima colonna indica la media della variazione nei livelli di cortisolo tra il primo e il secondo prelievo (calcolati come somma della differenza tra i valori del primo prelievo e i valori del secondo prelievo di ogni individuo diviso il numero di individui). Un altro dato significativo da confrontare è la media della variazione nei livelli di cortisolo tra il primo e il secondo prelievo dei partecipanti nel gruppo di stress negativo e quello del gruppo di individui stress positivo (che hanno dunque visto il video sullo stress positivo). Media variazione livelli di cortisolo (nmol/L) Gruppo stress positivo Gruppo stress negativo + 0.01 + 0.61 Tabella 19: media della variazione nei livelli di cortisolo del primo e del secondo prelievo per il gruppo di stress positivo e il gruppo di stress negativo. La media della variazione dei livelli di cortisolo per il gruppo di individui che hanno visto il video sullo stress positivo è più bassa rispetto a quella di coloro che hanno visto il video sullo stress negativo. ___________________________________________________________________________ Pagina 72 ___________________________________________________________________________ Confronto tra media livelli di cortisolo gruppo stress positivo e negativo prima e dopo test a sorpresa 8 7 6 5 4 3 2 1 0 1 2 Grafico 5: media livelli di cortisolo per il gruppo di distress (1) e quello di eustress (2) del primo (verde) e del secondo (rosso) prelievo Il grafico 5 ribadisce ciò che è stato indicato numericamente dalle medie della variazione tra il prelievo di cortisolo prima e dopo dei gruppi di stress positivo e negativo. Si può notare che per il gruppo che ha visto il video sullo stress negativo (le due colonne in 1) la variazione nei livelli medi di cortisolo prima (in verde) e dopo (in rosso) è molto più alta rispetto al gruppo di studenti che hanno visto il video sull’eustress (le due colonne in 2), in cui la media dei livelli di cortisolo del primo prelievo (in verde) e del secondo prelievo (in rosso) è quasi nulla. Per un’ulteriore elaborazione dei dati, sono anche stati confrontati i livelli di cortisolo dei maschi con i livelli di cortisolo delle femmine. I livelli medi di cortisolo dei maschi e delle femmine della Franklin University sono: Maschi Femmine Media variazione (nmol/L) Deviazione standard variazione (nmol/L) Media primo prelievo (nmol/L) Deviazione standard primo prelievo (nmol/L) + 0.45 1.01 6.15 2.65 + 0.29 1.61 5.43 2.53 Tabella 20: media della variazione dei livelli di cortisolo, la deviazione standard delle variazioni dei livelli di cortisolo tra il primo e il secondo prelievo, la media della variazione dei livelli di cortisolo per i maschi nel primo prelievo e la deviazione standard del primo prelievo per maschi e femmine. Guardando i dati nella Tabella 20, si può notare che la media delle variazioni nei livelli di cortisolo tra il primo e il secondo prelievo (dunque prima e dopo il presunto test a sorpresa) è più alta nei maschi che nelle femmine. La deviazione standard dei valori della variazione ___________________________________________________________________________ Pagina 73 ___________________________________________________________________________ dei livelli di cortisolo tra il primo e il secondo prelievo, invece, è più alto nei maschi che nelle femmine. In media, gli studenti di sesso maschile dell’esperimento hanno avuto livelli del primo prelievo di cortisolo più alti che le femmine. La deviazione standard nella media dei livelli di cortisolo per i maschi e per le femmine, invece, sono molto simili. Per controllare l’attendibilità dei prelievi di cortisolo, è stato svolto un test delle ipotesi. L’ipotesi testata è la seguente: “I dati sono distribuiti normalmente?” Per rispondere a questa domanda si è proceduto nel seguente modo: - i dati del primo prelievo di cortisolo sono stati riportati in ordine crescente sull’asse delle ascisse; - la linea blu rappresenta la distribuzione delle frequenze cumulate (ogni prelievo rappresenta 1/18 di probabilità, dato che abbiamo 18 osservazioni), mentre la linea rossa rappresenta la distribuzione delle frequenze cumulate teorica di una distribuzione normale con media e deviazione standard pari a quelle dei dati analizzati. Test normalità serie Prima 100% 90% 80% Probabilità (%) 70% 60% 50% Frequenza cumulata (%) 40% Distribuzione normale 30% 20% 10% 0% 2 4 6 8 Concentrazione (nmol/L) Prima 10 Grafico 6: distribuzione dei dati del primo prelievo di cortisolo. La linea blu rappresenta la distribuzione delle frequenze cumulate, mentre la linea rossa rappresenta la distribuzione delle frequenze cumulate di una distribuzione normale. Come è stato fatto per i dati del primo prelievo di cortisolo, è stata controllata la normalità dei dati del secondo prelievo di cortisolo seguendo la stessa metodologia indicata precedentemente. ___________________________________________________________________________ Pagina 74 ___________________________________________________________________________ Test normalità serie Dopo 1 0,9 0,8 Probabilità (%) 0,7 0,6 Frequenza (%) 0,5 Distribuzione normale 0,4 0,3 0,2 0,1 0 2 4 6 8 Concentrazione (nmol/L) Dopo 10 Grafico 7: distribuzione dei dati del primo prelievo di cortisolo. La linea blu rappresenta la distribuzione delle frequenze cumulate, mentre la linea rossa rappresenta la distribuzione delle frequenze cumulate di una distribuzione normale. Se i dati fossero distribuiti normalmente, la curva blu dovrebbe coincidere con la curva rossa. Nel grafico 6 la linea blu resta costantemente al di sopra, anche se vicina, della linea rossa. I dati nel Grafico 6 (dunque del primo prelievo di cortisolo) sembrerebbero essere distribuiti più normalmente rispetto ai dati del Grafico 7. Dato che il Grafico 7 non convince sulla normalità dei dati e che i campioni in esame sono piccoli, non possiamo ipotizzare la normalità dei dati. Per confermare quanto detto, i dati sono stati rappresentati negli istogrammi delle distribuzioni delle frequenze seguenti (Grafico 8 e 9). ___________________________________________________________________________ Pagina 75 ___________________________________________________________________________ Distribuzione delle frequenze del primo prelievo 4 3 2 1 13.5 - 14.5 12.5 - 13.5 11.5 - 12.5 10.5 - 11.5 9.5 - 10.5 8.5 - 9.5 7.5 - 8.5 6.5 - 7.5 5.5 - 6.5 4.5 - 5.5 3.5 - 4.5 2.5 - 3.5 1.5 - 2.5 0 Grafico 8: distribuzione delle frequenze dei dati del primo prelievo di cortisolo. I numeri nell’asse delle ordinate indicano il numero di dati nel range di concentrazione di cortisolo indicato nell’asse delle ascisse. Distribuzione delle frequenze del secondo prelievo 5 4 3 2 1 13.5 - 14.5 12.5 - 13.5 11.5 - 12.5 10.5 - 11.5 9.5 - 10.5 8.5 - 9.5 7.5 - 8.5 6.5 - 7.5 5.5 - 6.5 4.5 - 5.5 3.5 - 4.5 2.5 - 3.5 1.5 - 2.5 0 Grafico 9: distribuzione delle frequenze dei dati del secondo prelievo di cortisolo. I numeri nell’asse delle ordinate indicano il numero di dati nel range di concentrazione di cortisolo indicato nell’asse delle ascisse. In entrambi i grafici si può notare come la campana di Gauss sia obliqua a sinistra, ossia come i valori estremi dei prelievi di cortisolo siano i valori più alti (sono quelli responsabili dell’asimmetria della distribuzione). Dato che le due distribuzioni sono asimmetriche (in particolare la seconda) e che i campioni sono piccoli (n < 30), si è scelto un test non parametrico. ___________________________________________________________________________ Pagina 76 ___________________________________________________________________________ Dopo il controllo della normalità dei dati, è stato eseguito un test delle ipotesi per verificare l’attendibilità statistica dei dati. Come indicato nel capitolo sulla metodologia (5.5.4.), è stato usato un test statistico Wilcoxon. Sono stati effettuati due test delle ipotesi: sul gruppo di individui stress negativo e sul gruppo di individui stress positivo. Individuo A: Secondo prelievo di cortisolo (nmol/L) B: Primo prelievo di cortisolo (nmol/L) C: A-B Valore assoluto dati colonna C Rank dei dati: 1 dato più piccolo, 10 dato più grande Rank dati con segno negativo 1 6.278 5.684 0.594 0.594 5 3 12.392 10.017 2.375 2.375 8 4 3.758 4.772 -1.014 1.014 6 6 8 5.081 5.353 -0.272 0.272 3 3 11 14.185 10.583 3.602 3.602 10 12 6.189 6.55 -0.361 0.361 4 4 13 2.132 2.324 -0.192 0.192 2 2 16 3.426 3.296 0.13 0.13 1 17 6.864 8.914 -2.05 2.05 7 7 19 10.169 6.868 3.301 3.301 9 Tabella 21: test Wilcoxon per il gruppo di studenti stress negativo. Il test viene svolto sommando i numeri dell’ultima colonna e comparandoli con il valore critico, in questo caso 11. Per effettuare il test delle ipotesi, vengono sommati i numeri dell’ultima colonna (Rango dati con segno negativo). Per confermare l’attendibilità dei dati, la somma dei numeri dell’ultima colonna deve essere uguale o inferiore al valore critico, in questo caso di 11. La somma corrisponde a 22, numero molto superiore a 11. Questo ci dice che le conclusioni tratte dai dati dell’esperimento per il gruppo stress negativo non sono generalizzabili all’intera popolazione. ___________________________________________________________________________ Pagina 77 ___________________________________________________________________________ Analogamente, è stato svolto lo stesso test statistico sul gruppo di individui stress positivo. Individuo A: Secondo prelievo di cortisolo (nmol/L) B: Primo prelievo di cortisolo (nmol/L) C: A-B Valore assoluto dati colonna C Rank dei dati: 1 dato più piccolo, 10 dato più grande Rank dati con segno negativo 5 3.873 3.824 0.049 0.049 2 6 4.981 4.572 0.409 0.409 7 7 2.372 2.522 -0.15 0.15 5 5 9 6.372 6.223 0.149 0.149 4 10 6.039 6.466 -0.427 0.427 8 8 14 2.277 2.306 -0.029 0.029 1 1 15 4.276 4.057 0.219 0.219 6 18 7.615 7.753 -0.138 0.138 3 3 Tabella 22: test Wilcoxon per il gruppo di studenti stress negativo. Il test viene svolto sommando i numeri dell’ultima colonna e comparandoli con il valore critico, in questo caso 6. Il punto critico in questo caso è di 6. La somma dell’ultima colonna (Rango dati con segno negativo) corrisponde a 17, ben superiore dal valore necessario per rendere statisticamente attendibile i dati. Questo ci dice che le conclusioni tratte dai dati dell’esperimento per il gruppo stress negativo non sono generalizzabili all’intera popolazione. ___________________________________________________________________________ Pagina 78 ___________________________________________________________________________ 5.8.3.2. Risultati dei gruppi di individui stressati cronicamente e no stress Come per il gruppo di studenti della Franklin University, anche per il gruppo di individui stressati cronicamente e no stress sono state svolte delle elaborazioni dei dati ottenuti con il prelievo di saliva (in questo caso solo uno). I dati inerenti al primo prelievo di cortisolo salivare per il gruppo di individui stressati cronicamente sono: Individuo Concentrazione cortisolo (nmol/L) S1 5.361 S3 1.245 S4 2.061 S5 5.245 S6 0.885 S7 4.873 S8 3.372 S9 1.662 S10 0.932 S11 3.972 S12 1.885 S13 6.662 S14 6.499 S15 6.657 S16 5.544 S17 7.02 S18 10.659 Tabella 23: dati prelievo di cortisolo per il gruppo di individui stressati cronicamente La media dei livelli di cortisolo del gruppo di individui stressati cronicamente è del 4.38 nmol/L. Anche in questo caso, è stata controllata la presenza di un legame tra le risposte alle domande sul formulario dello stress sulla quantità di stress percepita al momento e i livelli di cortisolo misurati con il prelievo. ___________________________________________________________________________ Pagina 79 ___________________________________________________________________________ Confronto livello di stress/ dati prelievo cortisolo 11 10 9 Concentrazione (nmol/L) 8 7 6 5 4 3 2 1 0 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% Livello di stress Grafico 9: livello di stress (quantità di stress percepita dall’individuo in base alle risposte al questionario sullo stress) e i livelli di cortisolo salivari misurati con il prelievo Per confrontare i livelli di cortisolo e le risposte al questionario, è stata calcolata la percentuale di domande risposte affermativamente al questionario, nel grafico indicato con livello di stress. Coloro che dunque hanno una percentuale di stress più bassa, dovrebbero avere anche un livello di stress più basso. Guardando il grafico, si nota che i punti sembrano posti casualmente. Infatti la correlazione tra i dati è molto bassa: del -0.19. Anche nel caso degli individui stressati cronicamente, è stato controllato un possibile legame tra le risposte al questionario sullo stress inerenti alla percezione dello stress e i livelli di cortisolo salivare misurati con il prelievo. ___________________________________________________________________________ Pagina 80 ___________________________________________________________________________ Numero di risposte secondo una percezione positiva dello stress Numero di individui Media variazione tra il primo e il secondo prelievo (nmol/L) 6 5 4 3 2 1 5 1 6 1 2 2 + 6.12 + 4.87 + 4.33 + 0.93 + 2.03 + 3.57 Tabella 24: numero di risposte alla domanda del formulario sullo stress sulla percezione allo stress, numero di individui che hanno risposto con quel numero di risposte e media delle variazione dei livelli di cortisolo prima e dopo il presunto test a sorpresa Come è stato fatto nel caso della Franklin University, anche per il gruppo di individui stressati cronicamente sono stati confrontati i livelli di cortisolo dei maschi e delle femmine. Media prelievo (nmol/L) Deviazione standard prelievo (nmol/L) Maschi 4.59 2.79 Femmine 3.7 2.74 Tabella 25: media dei livelli di cortisolo riscontrati con il prelievo e la deviazione standard dei dati del prelievo per maschi e femmine Osservando i dati nella Tabella 25, si può notare come anche in questo caso, i livelli di cortisolo dei maschi sono mediamente più alti rispetto a quelli delle femmine. Anche in questo caso, inoltre, la deviazione standard dei dati per i maschi e per le femmine è quasi uguale. ___________________________________________________________________________ Pagina 81 ___________________________________________________________________________ Analizzeremo ora i dati rilevanti al prelievo di cortisolo dei due individui no stress. I dati relativi al prelievo di cortisolo per gli individui del gruppo no stress sono: Individuo Concentrazione di cortisolo (nmol/L) NS1 6,979 NS3 2,262 Tabella 26: dati relativi al prelievo di cortisolo salivare del gruppo di individui no stress Nel caso dell’individuo NS 3, egli ha risposto alle domande del questionario sullo stress secondo una concezione positiva di quest’ultimo: può dunque essere spiegato il livello basso di concentrazione di cortisolo rilevato con il prelievo anche se, come già indicato prima, questo gruppo dovrebbe vivere una vita praticamente esente da ogni stress. Un ulteriore confronto che può essere attuato è quello tra le età dei vari individui del gruppo di stressati cronicamente, ovvero tra i studenti liceali e i lavoratori. L’età degli studenti liceali è tra i 17 e i 19 anni, mentre per i lavoratori le età variano tra i 30 e i 55 anni. La media del gruppo di individui in età scolastica è del 2.96, mentre la media degli individui del gruppo di lavoratori è del 6.42. Si può dunque notare come le due medie sono molto diverse. ___________________________________________________________________________ Pagina 82 ___________________________________________________________________________ 5.9. Discussione dei risultati Questo capitolo è dedicato alla discussione dei risultati del capitolo precedente, ed è stato suddiviso in due sottopunti, dedicati all’elaborazione dei dati del gruppo di studenti della Franklin University e a quello del gruppo di individui stressati cronicamente o no stress. 5.9.1. Discussione dati Franklin University Osservando i grafici e le tabelle del capitolo precedente, si possono trarre molte conclusioni interessanti. Le possibili imprecisioni che possono avere intaccato l’attendibilità dei risultati sono elencati nel capito 5.7. Come prima analisi, si può confrontare la media del primo prelievo di cortisolo (5.67 nmol/L) con la media documentata dei livelli salivari di cortisolo (misurata alle 12.00), ovvero tra i 3.31 nmol/L a 8.28 nmol/L [62]. La media del primo prelievo risulta dunque conforme con l’intervallo dei livelli medi di cortisolo nella popolazione. Dalla tabella 17, si può calcolare la media dei due prelievi, che aumenta del 6.07% da prima a dopo il presunto test a sorpresa. Questo dato è conforme a ciò che ci si potrebbe aspettare, in quanto i livelli di cortisolo si alzano in risposta ad una situazione stressante. Anche la deviazione standard è aumentata dal primo al secondo prelievo (nel primo caso essa è di 2.51, nel secondo di 3.36). Questa situazione è ben visibile guardando il grafico 1. L’aumento della variabilità indica che sotto stress gli individui reagiscono diversamente. Inoltre l’aumento può essere anche dovuto ai diversi atteggiamenti degli studenti, che possono essere più o meno nervosi, davanti ad un test scritto. Osservando il grafico 2, possiamo notare un’alta correlazione tra i dati del primo e del secondo prelievo (numericamente essa è del 0.93). Sul grafico 3, inoltre, si vede che coloro che hanno un livello di cortisolo sotto la media nel primo prelievo, ce l’hanno anche nel secondo (si può infatti notare che quando un punto si trova a sinistra della linea verticale, esso è situato anche sotto la linea orizzontale; rispettivamente, se un punto si trova a destra della linea verticale, esso è situato sopra la linea orizzontale). Da questo fenomeno possiamo dedurre che coloro che avevano dei livelli di cortisolo sotto la media inizialmente, ce l’hanno anche dopo la situazione stressante e che dunque quest’ultima non ha avuto una grande influenza su questi valori. Osservando il grafico 4, invece, si può notare come i punti non hanno una correlazione alta tra di loro (infatti essa è del -0.06). L’ipotesi che potrebbe essere formulata in questo caso è che coloro che hanno un livello alto di stress (dunque un’alta percentuale nel grafico), presentano anche un alto livello di cortisolo. Dalla correlazione bassa, si può concludere che l’ipotesi non è confermata. Questo può essere dovuto a molti elementi, tra cui la generalità ___________________________________________________________________________ Pagina 83 ___________________________________________________________________________ delle domande del questionario, l’onestà dei partecipanti nel rispondere alle affermazioni, l’attenzione alle condizioni preliminari da seguire prima di partecipare all’esperimento e numerosi fattori stressanti esterni all’esperimento che possono portare ad una variazione nei livelli di cortisolo. Ci possono inoltre essere i problemi ormonali e le recenti infezioni documentate nelle tabelle 7 e 8 ad influenzare i consueti livelli di cortisolo. Un secondo risultato che mostra delle discrepanze con la possibile ipotesi che si potrebbe formulare, è quello della tabella 18, ovvero la relazione tra la percezione dello stress dell’individuo e la variazione dei livelli di cortisolo tra il primo e il secondo prelievo. Si potrebbe ipotizzare che coloro che secondo le risposte del formulario dovrebbero avere una percezione negativa dello stress hanno una variazione nei livelli di cortisolo più alta rispetto a coloro che hanno indicato di avere una percezione positiva dello stress, in quanto avrebbero dovuto vivere meglio il test a sorpresa. Guardando la tabella, si può notare che l’ipotesi non è verificata. Questo è dovuto principalmente al numero esiguo di individui in alcune categorie (ad esempio nell’ultima) e alla generalità delle affermazioni. Non si possono dunque considerare i dati come attendibili. Un risultato particolarmente interessante è quello del confronto tra la media della variazione dei livelli di cortisolo per il gruppo di individui stressati positivamente e il gruppo di individui stressati negativamente tra il primo e il secondo prelievo (tabella 19, riassunto graficamente nel grafico 5). Secondo l’ipotesi iniziale dell’esperimento, la media della variazione dei livelli di cortisolo prima e dopo il presunto test a sorpresa dovrebbero essere più bassi nel gruppo di stress positivo che in quello di stress negativo, in quanto dovrebbero avere una percezione più positiva sullo stress. Guardando i dati, si nota che l’ipotesi è verificata: la media della variazione dei livelli di cortisolo per il gruppo dei individui stress positivo è molto inferiore rispetto al gruppo di individui stress negativo. Si potrebbe dunque pensare che la visione del video sullo stress positivo abbia portato ad un cambiamento della mentalità degli studenti (questo è stato verificato nel capitolo 5.8.1.1.) e che questo cambiamento di mentalità abbia portato ad una diminuzione nei livelli di cortisolo e dunque ad una risposta allo stress più sana. Questo risultato, dunque, potrebbe portare alla conclusione che l’esperimento abbi funzionato, e che dunque un cambiamento di mentalità sullo stress porti a dei cambiamenti significativi nel rilascio di cortisolo da parte del nostro corpo. Come indicato nel capitolo precedente, però, la differenza riscontrata non è generalizzabile a tutta la popolazione ad un livello di confidenza del 95% (come spiegato nel capitolo 5.8.3.1.). Per confermare le conclusioni, dunque, sarebbe necessario ripetere l’esperimento cambiando alcuni parametri, ad esempio con un gruppo di partecipanti più consistente. Come indicato nel capitolo precedente, per un’ulteriore elaborazione dei dati sono state anche confrontati i dati dei prelievi degli studenti e delle studentesse. È stato riscontrato che ___________________________________________________________________________ Pagina 84 ___________________________________________________________________________ i livelli di cortisolo dei maschi in una situazione di stress è mediamente più alto di quello delle femmine [27]. I risultati dell’esperimento alla Franklin University confermano le conclusioni di questo esperimento, in quanto la media della variazione dei livelli di cortisolo tra il primo e il secondo prelievo dei i maschi è leggermente più alta rispetto a quella delle femmine. Questa conclusione, però, presenta la limitazione del numero esiguo di partecipanti. I risultati ottenuti sono conformi a quelli dell’esperimento svolto a Yale ([26]), descritto nel capitolo 4.3. L’ipotesi degli scienziati è stata che se un individuo ha una concezione positiva dello stress, avrà un livello ottimale di cortisolo e quindi di stimolazione. I risultati dell’esperimento svolto a Yale confermano l’ipotesi iniziale degli scienziati; mostrano infatti che una concezione positiva di stress può equilibrare i livelli di cortisolo nelle risposte allo stress con problemi di iperattivazione o ipoattivazione dell’asse HPA. Anche l’esperimento svolto alla Franklin Univeristy conferma questa ipotesi, in quanto, come già indicato in precedenza, i livelli di cortisolo in media dal primo al secondo prelievo si sono alzati meno nel gruppo di individui stressati positivamente rispetto a quelli stressati negativamente. I risultati dell’esperimento svolto alla Franklin University confermano dunque solo in parte i risultati attesi (5.8.1.1.): sono stati riscontrati variazione dei livelli di cortisolo mediamente più bassi nel gruppo di eustress rispetto al gruppo distress. Inoltre è stato riscontrato una variazione dei livelli di cortisolo mediamente più alta nei maschi rispetto che nelle femmine. Non c’è stato, però, nessun legame tra i livelli di cortisolo salivari misurati e la quantità di stress indicata dal formulario e tra la percezione di stress indicata nel formulario e i livelli di cortisolo misurati dal prelievo. 5.9.2. Discussione risultati gruppo individui stressati cronicamente Come nel paragrafo precedente, in questo capitolo vengono analizzati i dati relativi al gruppo di individui stressati cronicamente. Le possibili imprecisioni che possono avere intaccato l’attendibilità dei risultati sono elencati nel capito 5.7. La media del gruppo di individui stressati cronicamente (4.38 nmol/L) è conforme a quella media documentata alle 12.00 (tra i 3.31 nmol/L a 8.28 nmol/L) [62]. Confrontando la media di questo gruppo (4.38 nmol/L) con quella del gruppo di Franklin University (5.67 nmol/L), si nota che la media del gruppo di studenti della Franklin University è più alta di quella del gruppo di individui stressati cronicamente. Ci si sarebbe potrebbe aspettare, invece, il contrario, in quanto per definizione il gruppo di individui stressati cronicamente dovrebbe avere dei livelli di cortisolo salivare molto elevati. Questa discrepanza potrebbe essere dovuta al numero esiguo di partecipanti e alla reale situazione ___________________________________________________________________________ Pagina 85 ___________________________________________________________________________ di stress degli individui stressati cronicamente, che potrebbe non essere alla pari della reale quantità di stress in cui essi si trovavano al momento dell’esperimento, come è anche risultato dalle risposte al questionario sullo stress (si veda capitolo 5.8.2). Inoltre, alcuni individui in particolare contribuiscono all’abbassamento della media del gruppo con livelli di cortisolo molto bassi (in particolare gli individui S6 e S10, anche se sono presenti anche un alto numero di partecipanti con un livello di cortisolo inferiore a 3 nmol/L). Si potrebbe dunque concludere che questa parte dell’esperimento non ha funzionato, in quanto non è stata soddisfatta l’ipotesi che il gruppo di individui stressati cronicamente hanno livelli di cortisolo mediamente più alti degli altri due gruppi. Come per il gruppo di studenti della Franklin University, anche in questo caso è stato confrontato il livello di stress ricavato dalle domande del questionario e i dati del prelievo di cortisolo (grafico 9). Dal grafico, si può notare che, come per il gruppo della Franklin Univeristy, i punti risultano sparsi. La correlazione, infatti, è molto bassa (del .0.19). Questo risultato può essere dovuto agli stessi fattori elencati nel capitolo precedente (generalità delle domande del questionario, l’onestà dei partecipanti nel rispondere alle affermazioni, l’attenzione alle condizioni preliminari da seguire prima di partecipare all’esperimento e numerosi fattori stressanti esterni all’esperimento che possono portare ad una variazione nei livelli di cortisolo). È stato anche ricercato un possibile legame tra le risposte al questionario sullo stress inerenti alla percezione dello stress e i livelli di cortisolo salivare misurati con il prelievo per il gruppo di individui stressati cronicamente. Dalla tabella 24, si può notare che, come nel caso del gruppo della Franklin University, non c’è nessun legame apparente tra queste due categorie di dati. Questo è dovuto principalmente al numero esiguo di individui in alcune categorie (ad esempio nella seconda riga dall’alto) e alla generalità delle affermazioni nel questionario. Non si possono dunque considerare i dati come attendibili. Per un’ulteriore elaborazione dei dati, sono state calcolate le medie dei livelli di cortisolo salivare dei maschi e delle femmine. Dalle medie dei prelievi (raccolte nella tabella 25) dei maschi e delle femmine, si nota che in media gli individui di sesso maschile (4.59 nmol/L) hanno livelli di cortisolo più alti rispetto agli individui di sesso femminile (3.7 nmol/L). Questo risultato è analogo a quello riscontrato nel gruppo di individui della Franklin University, in cui nella tabella 20, si può notare che la media del primo prelievo è più alta per i maschi (6.15 nmol/L) rispetto che per le femmine (5.43 nmol/L). Confrontando i risultati dei prelievi di cortisolo per il gruppo di individui stressati cronicamente con i risultati attesi nel capitolo 5.6.2. si nota che i risultati attesi non sono stati confermati: i livelli di cortisolo del gruppo di individui stressati cronicamente non è maggiore del gruppo di studenti della Franklin University e, mediamente, nemmeno del gruppo di ___________________________________________________________________________ Pagina 86 ___________________________________________________________________________ individui no stress del gruppo di controllo. Inoltre non c’è stato nessun legame tra i livelli misurati e la quantità di stress indicata dal formulario. 5.9.3. Discussione risultati gruppo individui no stress Come per i due gruppi precedenti, in questo paragrafo vengono discussi i due dati dei prelievi di cortisolo per i due individui del gruppo no stress. Guardando la tabella 26, si può notare come i due dati relativi al gruppo no stress, che dovrebbero vivere una vita con la minor quantità di stress possibile e che dunque dovrebbero avere dei livelli di cortisolo molto bassi, non sono del tutto coerenti con questa supposizione. Prima di tutto, si può vedere che tra i due individui i livelli di cortisolo misurati con il prelievo sono molto diversi tra di loro. Inoltre, l’individuo NS 1 ha dei livelli di cortisolo relativi alti. Questo potrebbe sussistere perché ogni individuo ha dei livelli caratteristici di cortisolo, che possono essere più o meno alti. È dunque inutile confrontare i livelli di cortisolo salivari del gruppo no stress con quelli degli altri due gruppi. Inoltre i livelli di cortisolo sono individuali e il loro valore può dipendere da numerosi fattori (elencati precedentemente nel lavoro di maturità). Confrontando i risultati dei prelievi degli individui no stress con i risultati attesi nel capitolo 5.6.2, si nota che essi sono confermati solo parzialmente: in uno degli individui stressato cronicamente è stato riscontrato un livello di cortisolo sotto la media registrata per le 12.00 (3.31 nmol/L a 8.28 nmol/L), mentre l’altro individuo ha dei livelli di cortisolo perfettamente nella media. ___________________________________________________________________________ Pagina 87 ___________________________________________________________________________ 6. Conclusioni Nel corso del lavoro di maturità, si è cercato di dare risposta alle domande inizialmente formulate nell’introduzione, in modo particolare all’ultimo quesito: esiste un legame tra la nostra concezione di stress e le risposte del nostro corpo? Secondo le conclusioni dell’esperimento svolto alla Franklin University (anche se le conclusioni non sono generalizzabili a tutta la popolazione), la risposta a questo interrogativo è affermativa: il nostro approccio allo stress può realmente portare ad un cambiamento nelle risposte del nostro corpo. Basta dunque un piccolo accorgimento nella nostra concezione dello stress, per portare dei benefici immensi alla nostra salute e al nostro benessere. Si è cercato anche di sfatare alcune false concezioni sullo stress come qualcosa di unicamente negativo, concezione largamente diffusa nella popolazione ma che non è totalmente veritiera: esso non è unicamente il nostro nemico (questo vale in modo particolare per lo stress acuto), ma è anche nostro amico, la nostra salvezza in molte situazioni. Senza una certa quantità stress, l’essere umano non riuscirebbe a sopravvivere. ___________________________________________________________________________ Pagina 88 ___________________________________________________________________________ 7. Ringraziamenti Questo lavoro di maturità è stato un percorso molto interessante, in cui le innumerevoli soddisfazioni hanno sorpassato di gran lunga gli ostacoli lungo il percorso e le difficoltà nella pianificazione iniziale dell’esperimento. Voglio ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutato nella realizzazione di questo lavoro di maturità. Innanzitutto, voglio ringraziare il Professor Paltrinieri per il suo sostegno e per l’aiuto nella stesura del procedimento. Un grande ringraziamento va alla Dottoressa Daria Gianella, professoressa alla Franklin University, per la sua disponibilità e per il suo aiuto prezioso nella stesura e nell’attuazione dell’esperimento. Un grande ringraziamento va anche al Dr. Gianni Soldati per il suo aiuto nella stesura del procedimento dell’esperimento e per la sua funzione da tramite con la ditta Viollier. Un ulteriore ringraziamento va ai miei genitori, Corbin e Claudio Moro, che sono stati di grande sostegno morale nell’arco di tutto il lavoro. Ringrazio anche di cuore tutti i partecipanti all’esperimento, che si sono molto gentilmente messi a disposizione per il mio lavoro di maturità e senza i quali la sua realizzazione sarebbe stata impossibile. ___________________________________________________________________________ Pagina 89 ___________________________________________________________________________ 8. Bibliografia Riviste: [1] Articolo: mente e cervello: <domare lo stress> (rivista n.7, gennaio-febbraio 2004, pp.4655) [2] Articolo: mente e cervello: <il cervello sotto stress> (rivista n.88, aprile 2012, pp.26-33) [3] Articolo: mente e cervello: <adrenalina, l’ultimo piacere> (rivista n.7, gennaio-febbraio 2004, pp.60-65) Libri: [4] Libro: <Neuroscienze. Esplorando il cervello> (di Mark F. Bear, Barry W. Connors, Michael A. Paradiso; Elsevier srl, 2007) [5] Libro: <Immagini della biologia> (di Neil A. Campbell, Jane B. Reece, Martha R. Taylor; 2010; editore linx) [61] Libro: <Statistics for business and economics> (di James T. McClave e P.George Benson; 1996, editore Dellen Macmillan) Review e articoli tratti da Internet: [6] <The molecular physiology of CRH neurons>, Greti Aguilera, Ying Liu; 2011 [10] <High blood pressure (hypertension)>, Mayo Clinic, 06.12.12, http://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/high-blood-pressure/in-depth/stress-and-highblood-pressure/art-20044190: [11] <Blood pressure reactivity to Psychological stress predicts hypertension in the CARDIA study>, Karen A. Matthews, Charles R. Katholi, Heather McCreath, Mary A. Whooley, David R. Williams, Sha Zhu, Jerry H. Markovitz, 2004 http://circ.ahajournals.org/content/110/1/74.long [12] <Association between the sympathetic firing path and anxiety level in patients with the metabolic syndrome and elevated blood pressure> Lambert E1, Dawood T, Straznicky N, Sari C, Schlaich M, Esler M, Lambert G, 2010 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20139772 [13] <T lymphocytes and Vascular Inflammation Contribute to Stress-Dependent Hypertension>, Paul J. Marvar, Antony Vinh, Salim Thabet, Heinrich E. Lob, Duke Geem, Kerry J. Ressler, David G. Harrison, 2013 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3354001/#R6 [14] <The sympathetic control of blood pressure>, Patrice G. Guyuenet, http://www.nature.com/nrn/journal/v7/n5/full/nrn1902.html [15] <Stress and hormones>, Salam Ranabir, K. Reetu, 2011 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1993964/ [16] <Cardiovascular Consequences of Cortisol Excess>, Judith A Whitworth, Paula M Williamson, George Mangos, John J Kelly, 2005 [17] <Stress>, university of Maryland medical center, http://umm.edu/health/medical/reports/articles/stress [18] <Stress-induced immune dysfunction: implications for health>, Ronald Glaser e Janice K. Kiecolt-Glaser, 2005. http://www.nature.com/nri/journal/v5/n3/full/nri1571.html, articolo completo: http://pni.osumc.edu/KG%20Publications%20(pdf)/167.pdf [19] <Acute stress enhances adult rat hippocampal neurogenesis and activation of newborn neurons via secreted astrocytic FGF2>, Kirby ED, Muroy SE, Sun WG, Covarrubias D, Leong MJ, Barchas LA, Kaufer D, 2013 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23599891 [20] <Positive Stress Effect on the Immune System>, Bastyr University, 2001 ___________________________________________________________________________ Pagina 90 ___________________________________________________________________________ http://www.bastyrcenter.org/content/view/696/ [21] <Does the perception that stress affects health matter? The association with health and mortality>, Keller A1, Litzelman K, Wisk LE, Maddox T, Cheng ER, Creswell PD, Witt WP, 2011 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22201278 [22] < Researchers find out why some stress is good for you>, Robert Sanders, Berkley University, 2013 https://newscenter.berkeley.edu/2013/04/16/researchers-find-out-why-some-stress-is-goodfor-you/ [23] <Increased risk of coronary heart disease among individuals reporting adverse impact of stress on their health: the Whitehall II prospective cohort study >, Hermann Nabil, Mika Kivimäki, G. David Batty, Martin J. Shipley, Annie Britton, Eric J. Brunner, Jussi Vahtera, Cédric Lemogne, Alexis Elbaz, Archana Singh-Manoux, 2013 http://eurheartj.oxfordjournals.org/content/early/2013/06/20/eurheartj.eht216 [26] <Rethinking stress: the role of mindsets in determining the stress response.>, Crum AJ, Salovey P, Achor S, 2013 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Rethinking+stress%3A+the+role+of+mindsets+i n+determining+the+stress+response, Link review completo: http://www.aliacrum.com/uploads/2/2/3/5/22351500/crum_rethinkingstress_jpsp_2013.pdf [27] <The ‘Trier Social Stress Test’ – A Tool for Investigating Psychobiological Stress Responses in a Laboratory Setting>, Kirschbaum C. Pirke K.-M. Hellhammer D.H, Trier University, 1993. http://www.karger.com/Article/Abstract/119004 Link testo completo: http://p113367.typo3server.info/uploads/media/lit9304.pdf [28] <Consistent sex differences in cortisol responses to psychological stress.>, Kirschbaum C1, Wüst S, Hellhammer D., 1992, http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/1454958 [29] <Attenuated cortisol response to psychological stress but not to CRH or ergometry in young habitual smokers>, Kirschbaum C1, Strasburger CJ, Langkrär J, 1993, http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8451256 [30] <Rethinking stress: changing mindsets to harness the enhancing effects of stress>, Alia Crum, Peter Salovey, Shawn Achor, Jeremy Rothstein, 2013, http://www.aliacrum.com/uploads/2/2/3/5/22351500/crum_changingmindsets_job_ur.pdf [32] <The Physiology of Stress: Cortisol and the Hypothalamic-Pituitary-Adrenal Axis>, Dartmouth undergraduate journal of science, 2010, http://dujs.dartmouth.edu/fall-2010/the-physiology-of-stress-cortisol-and-the-hypothalamicpituitary-adrenal-axis#.U9zGOPYcTWM [36] <How you can benefit from all your stress>, Heidi Grant Halvorson, Harvard University, 2013http://blogs.hbr.org/2013/03/how-you-can-benefit-from-all-y/ [39] <Limbic system mechanisms of stress regulation: Hypothalamo-pituitary-adrenocortical axis>, James P. Herman, Michelle M. Ostrander, Nancy K. Mueller, Helmer Figueiredo, 2005, http://www. .edu/~tres/plasticity2009/Herman.pdf [42] <The Hypothalamus and Pituitary Glands>, Cliffnotes, http://www.cliffsnotes.com/sciences/anatomy-and-physiology/the-endocrine-system/thehypothalamus-and-pituitary-glands [45] <Salivary cortisol differs with age and sex and shows inverse associations with WHR in Swedish women: a cross-sectional study>, Charlotte A Larsson1, Bo Gullberg, Lennart Råstam1, Ulf Lindblad, 2009 http://www.biomedcentral.com/1472-6823/9/16 [46] < Musica e stress: influenza della musica sulla risposta da stress in relazione al concetto di doping musicale>, Lavoro di maturità di Gaia Di Salvo, docenti responsabili: Laura De Biasio e Francesca Dellea, Liceo Lugano 1, 2013-2014 ___________________________________________________________________________ Pagina 91 ___________________________________________________________________________ [47] <Workplace Stress: Etiology and Consequences>,Thomas W. Colligan MSW & Eileen M. Higgins, 2008, http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1300/.VBHcCvmSySo#.VBKIP_mSySo, link articolo completo: http://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.1300/J490v21n02_07 [48] <Smoking, cortisol and nicotine>, Adrew Steptoe, Michael Ussher, 2005, http://michaelussher.com/publications/2006-Steptoe-Smoking-Cortisol-Nicotine.pdf [49] <Endocrine Effects of Tobacco Smoking >, Konstantinos Tziomalos, Faidon Charsoulis, 2005, http://www.medscape.com/viewarticle/496223_2 [50] <Drugs and HPA axis>, Alberto Giacinto Ambrogio, Francesca Pecori Giraldi, Francesco Cavagnini, 2008, http://home.comcast.net/~staticnrg/Cushings/HPA_Drugs.pdf [51] <The Physiology of Stress: Cortisol and the Hypothalamic-Pituitary-Adrenal Axis>, Michael Randall, Dartmouth University, 2010, http://dujs.dartmouth.edu/fall-2010/thephysiology-of-stress-cortisol-and-the-hypothalamic-pituitary-adrenal-axis#.VBQW0PmSySo [52] <Immune Modulation of the Hypothalamic-Pituitary-Adrenal (HPA) Axis during Viral Infection>, Marni N. Silverman, Brad D. Pearce, Christine A. Biron, And Andrew H. Miller, 2005 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1224723/ [53] <Caffeine Stimulation of Cortisol Secretion Across the Waking Hours in Relation to Caffeine Intake Levels>, William R. Lovallo, PhD, Thomas L. Whitsett, MD, Mustafa al'Absi, PhD, Bong Hee Sung, PhD, Andrea S. Vincent, PhD, and Michael F. Wilson, MD, 2005http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2257922/ [54] <Modulation of the hypothalamo-pituitary-adrenocortical axis by caffeine>, Michael D. Patz, Heidi E.W. Day, Andrew Burow, Serge Campeau, 2005, http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2409189/ [55] <Increased salivary cortisol reliably induced by a protein-rich midday meal> Gibson EL, Checkley S, Papadopoulos A, Poon L, Daley S, Wardle J, 1999 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10204975. Link articolo complete: file:///C:/Program%20Files%20(x86)/Google/Chrome/Application/37.0.2062.120/0c9605266e f9257d3b000000.pdf [56] <All About Catecholamines>, Elizabeth Scott, M.S., 2014, http://stress.about.com/od/stressmanagementglossary/g/All-About-Catecholamines.htm [57] <Effect of examination stress on mood, performance and cortisol levels in medical students>, Ruchi Singh, Manish Goyal, Sunita Tiwari, Archana Ghildiyal, Shankar M. Natt and Shobha Das, 2012, file:///C:/Program%20Files%20(x86)/Google/Chrome/Application/37.0.2062.124/EFFECT%2 0OF%20EXAMINATION%20STRESS%20ON%20MOOD,%20PERFORMANCE%20(1).pdf [62] <Saliva Reference Range Determination>, ZRT Laboratory, LLC, 2014 http://www.zrtlab.com/component/docman/doc_download/145-reference-rangedetermination.pdf. Definizioni: [7] Wikipedia [8] http://www.treccani.it/enciclopedia/interneurone_(Dizionario-di-Medicina) [9] http://www.treccani.it/enciclopedia/evitamento_(Dizionario-di-Medicina)/# [32] http://www.treccani.it/enciclopedia/omeostasi_(Dizionario-di-Medicina)/ [33] http://www.treccani.it/enciclopedia/arousal_(Enciclopedia-della-Scienza-e-dellaTecnica)/ Immagini e schemi: Immagine di copertina: tratta da http://examinedexistence.com/20-interesting-facts-aboutstress-2/ [24] Modificato da http://www.berkeley.edu/news2/2013/04/acutevschronicstress350.jpg [25] Informazioni per lo schema prese da [5] ___________________________________________________________________________ Pagina 92 ___________________________________________________________________________ [31] Informazioni per lo schema prese da [4] e [7] [34] Immagine modificata da http://www.studyblue.com/notes/note/n/stressbiology/deck/9534878 [35] Immagine modificata da http://www.yogatradizione.it/biologia.html [37] Immagine modificata da http://www.headinjury.com/brainmapx.htm [38] Immagine presa da http://www.fabiopratesi.it/2010/09/07/come-intervenire-per-curarelo-stress-cronico/ [40] Immagine presa da http://www.lorecalle.it/wpcontent/uploads/2011/12/sistemalimbico.jpg [41] Immagine presa da http://www.medicinasportonline.eu/misurare_stress.htm [43] Immagine presa da http://www.summagallicana.it/Volume3/C.XVIII.b.htm [44] Immagine modificata da http://www.yourdictionary.com/adrenal-gland [59] Immagine modificata da http://www.scotland.gov.uk/Resource/Img/325697/0095127.jpg [60] Immagine modificata da [6] [63] Immagine modificata da [61] Altro: [58] Informazioni tratte da schema descrittivo fornito dalla ditta Viollier in allegato con i test salivari [63] Link video effetti positivi stress: https://www.youtube.com/watch?v=RcGyVTAoXEU [64] Link video effetti negativi stress: https://www.youtube.com/watch?v=Q82kaoBnPcE ___________________________________________________________________________ Pagina 93 ___________________________________________________________________________ ALLEGATO 1: DELIBERA (IN ITALIANO) Il/la sottoscritto/a ________________ prende atto del progetto del lavoro di maturità di Giulia Moro che concerne il prelievo di saliva per successive analisi. L’unico parametro che verrà misurato sono i livelli di cortisolo. I risultati dell’analisi rimarranno anonime e saranno prontamente distrutte alla fine del lavoro di maturità. Letto e approvato il ______________ da ______________________________ ALLEGATO 2: INFORMED CONSENT I __________________ agree to participate in the collection of a saliva sample for analysis as part of Giulia’s thesis. The only substance that will be analyzed will be cortisol. The results of the analysis will remain completely anonymous and will be immediately discarded and destroyed at the termination of the thesis. By signing this for I agree to these conditions of participation. Read and approved the _________________ by____________________________ ___________________________________________________________________________ Pagina 94 ___________________________________________________________________________ ALLEGATO 3: QUESTIONARIO SU CURA DENTALE QUESTIONNAIRE: BACTERIA ANALYSIS: Full name: ________________________________________________ Date of birth: __________________ Nationality: ___________________________ Please underline the answer that most reflects your health in the past month: I brush my teeth _____ times a day. I floss regularly/ occasionally/ never. I believe I live in a healthy/ unhealthy environment. I have/ have not experienced any infections recently. I have/ don’t have any hormonal problems. I am very/ not/ mildly stressed. I believe that stress can/ can’t have positive effects on my health. ___________________________________________________________________________ Pagina 95 ___________________________________________________________________________ TRADUZIONE ALLEGATO 3: QUESTIONARIO SU CURA DENTALE Nome e cognome: ________________________________________________ Data di nascita: __________________ Nazionalità: ___________________________ Sottolinea la risposta che più rispecchia la tua salute nello scorso mese: Mi lavo i denti _____ volte al giorno. Passo il filo interdentale regolarmente/ occasionalmente/ mai. Credo che l’ambiente in cui vivo è sano/ malsano. Ho/ non ho avuto infezioni di recente. Ho/ non ho problemi ormonali. Sono molto/per nulla/leggermente stressato/a Credo che lo stress possa/ non possa avere effetti positivi sulla mia salute. ___________________________________________________________________________ Pagina 96 ___________________________________________________________________________ ALLEGATO 4: QUESTIONNAIRE ON STRESS QUESTIONNAIRE- STRESS Read the following phrases. Indicate if you can relate to these affirmations according to your situation in the past few weeks, ticking the according box. I can relate to I don’t experienc this this capita 1. I don’t care about anything anymore 2. I have digestive problems 3. I have a hard time staying focused 4. I easily lose control 5. I experience internal pain 6. I’m not interested in anything anymore 7. I’d like to be somewhere else 8. I make mistakes 9. I often have head aches 10. I’m tired of studying 11. I often get angry 12. I easily forget things 13. I suffer from allergies 14. I drink lots of alcoholic beverages 15. I smoke a lot 16. I eat a lot 17. I don’t feel very well 18. I believe that my teachers ask too much from me 19. I often feel tired and unmotivated 20. I’m often in contrast with my teachers ___________________________________________________________________________ Pagina 97 ___________________________________________________________________________ 21. I’m fed up with everyone’s requests 22. I suffer from back pain 23. Honestly, I feel depressed 24. It’s an effort being nice to people 25. I have insomnia problems 26. I feel a lack of energy 27. I sometimes feel like a robot 28. I’m nervous 29. I’m often in contrast with my parents 30. I often have neck and back pain Answer yes or no to these questions referring to your perception of stress: Yes 31. I see stress only as something negative 32. Stress doesn’t have any health benefit 33. Life without stress would be ideal 34. Stress is useless 35. I think that stress can help during a sports competition 36. I think that a moderate amount of stress can help during an exam 37. I’ve already heard of the term eustress Answer the following question: how did you feel when the teacher announced the test? Did you experience stress? Did your heart rate quicken? __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________ ___________________________________ ___________________________________________________________________________ Pagina 98 No ___________________________________________________________________________ ALLEGATO 5: QUESTIONARIO SULLO STRESS QUESTIONARIO- STRESS LAM Giulia Moro, Docente responsabile: Prof. Luca Paltrinieri, 2014 Leggete ognuna delle seguenti frasi. Indicate se tale frase può riferirsi alla vostra situazione nelle ultime settimane contrassegnando la casella corrispondente. Mi capita Non mi capita 1. Non m’importa più di niente capita 2. Ho problemi di digestione 3. Sono sempre trasognato (avere la “testa tra le nuvole”) 4. Perdo facilmente il controllo 5. Provo delle fitte (dolori interni) 6. Non trovo interesse più in niente 7. Vorrei trovarmi altrove 8. Faccio errori 9. Soffro spesso di mal di testa 10. Sono stufo del mio lavoro 11. Mi arrabbio molto spesso 12. Dimentico facilmente le cose 13. Soffro di problemi allergici 14. Bevo molte bevande alcoliche 15. Fumo molto 16. Mangio molto 17. Non mi sento bene 18. Credo che i docenti pretendando troppo ___________________________________________________________________________ Pagina 99 ___________________________________________________________________________ 19. Spesso mi sento stanco e svogliato 20. Spesso sono in disaccordo con i docenti 21. Sono stufo che tutti vogliano qualcosa da me 22. Soffro di dolori alla schiena 23. Francamente, mi sento depresso 24. È un vero sforzo essere gentili con le persone 25. Ho problemi d’insonnia 26. Mi sento svuotato di ogni energia 27. A volte mi sento un robot 28. Sono nervoso 29. Spesso sono in disaccordo con i miei genitori 30. Di frequente soffro di dolori al collo e alle spalle Rispondete sì o no alle seguenti domande, riflettendo sulla vostra concezione di Stress: Sì No 31. Vedo lo stress unicamente come qualcosa di negativo 32. Lo stress non ha nessun effetto benefico sulla salute 33. La vita senza alcuno stress sarebbe ideale 34. Lo stress è inutile 35. Penso che lo stress possa aiutare le prestazioni durante una 36. Penso che una piccola quantità di stress possa aiutare la concentrazione 37. Ho già sentito parlare del termine eustress ___________________________________________________________________________ Pagina 100