Giulia Moro

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Stress: amico o nemico?
Ricerca sulla differenza tra eustress e distress e
sull’effetto della nostra mentalità sulle risposte del nostro
corpo.
Lavoro di maturità di Giulia Moro
Docente responsabile: Prof. Luca Paltrinieri
Lavoro di maturità 2014
Liceo Lugano 1
Via Carlo Cattaneo 4
6900 Lugano
___________________________________________________________________________
1. Indice
1.
Indice ..................................................................................................................................... 1
1.
Abstract.................................................................................................................................. 3
2.
Introduzione ........................................................................................................................... 4
3.
Lo stress negativo: distress .................................................................................................... 6
3.1.
Definizione di stress e di stressore ................................................................................. 6
3.2.
Le risposte allo stress ..................................................................................................... 7
3.3.
Funzionamento dell’asse HPA ....................................................................................... 8
3.3.1.
Il CRH: molecola fondamentale per il corretto funzionamento dell’asse HPA ...... 14
3.3.2.
L’ACTH................................................................................................................... 18
3.3.3.
La regolazione dell’asse HPA: alcuni strutture, circuiti e molecole implicate........ 18
3.4.
4.
5.
3.3.3.1.
Alcune strutture implicate nella regolazione dello stress ........................... 18
3.3.3.2.
Il sistema limbico........................................................................................ 20
3.3.3.3.
Molecole periferiche che regolano l’asse HPA .......................................... 21
3.3.3.4.
I glucocorticoidi .......................................................................................... 22
3.3.3.5.
La regolazione dell’asse HPA da parte di neuropeptidi e neurotrasmettitori
22
Gli effetti fisiologici legati allo stress .......................................................................... 24
3.4.1.
La pressione sanguigna ............................................................................................ 24
3.4.2.
I prodotti ormonali ................................................................................................... 25
3.4.3.
Il sistema immunitario ............................................................................................. 25
3.4.4.
Il cortisolo: effetti sul corpo e alcune informazioni generali sulla molecola .......... 26
Lo stress positivo: eustress .................................................................................................. 28
4.1.
Introduzione: definizione di eustress ............................................................................ 28
4.2.
Benefici di eustress sul nostro organismo .................................................................... 29
4.3.
Percezione dello stress e livelli salivari di cortisolo..................................................... 30
4.4.
Il Trier Social Stress Test ............................................................................................. 32
Eustress e distress a confronto: quanto la nostra percezione dello stress può influenzare
le risposte del nostro corpo? .............................................................................................. 34
5.1.
Scopo ............................................................................................................................ 34
5.2.
Ipotesi iniziale .............................................................................................................. 34
5.3.
Scelta degli individui .................................................................................................... 35
5.3.1.
Scelta di individui per l’esperimento alla Franklin University (gruppo 2) ............. 36
5.3.2.
Scelta di individui stressati cronicamente (gruppo 3) ............................................. 37
5.3.3.
Scelta di individui gruppo di controllo .................................................................... 38
5.4.
Condizioni preliminari per gli individui da seguire prima dell’esperimento ............... 39
___________________________________________________________________________
Pagina 1
___________________________________________________________________________
5.5.
Procedimento ................................................................................................................ 41
5.5.1.
Metodo per la misurazione dei livelli di cortisolo salivari ...................................... 41
5.5.2.
Procedimento per gli studenti di Franklin University ............................................. 42
A.
Percezione individuale dello stato di stress e del suo effetto ............................. 42
B.
Video eustress – distress ..................................................................................... 44
5.5.3.
Procedimento per gli individui stressati e per il gruppo di controllo ...................... 48
5.5.4.
Metodologia dell’analisi statistica dei risultati ........................................................ 49
5.6.
Risultati attesi ............................................................................................................... 51
5.6.1.
Risultati attesi per il gruppo di Franklin University ................................................ 51
5.6.2.
Risultati attesi per il gruppo di individui stressati cronicamente............................. 51
5.7.
Possibili imprecisioni per i tre gruppi .......................................................................... 52
5.7.1.
Possibili imprecisioni per il gruppo degli allievi di Franklin University ................ 53
5.7.2.
Possibili imprecisioni per il gruppo di controllo ..................................................... 53
5.7.3.
Possibili imprecisioni per il gruppo di individui stressati negativamente ............... 53
5.8.
Risultati ........................................................................................................................ 54
5.8.1.
Risultati questionari Franklin University ............................................................... 54
5.8.1.1.
Questionario cura dentale ........................................................................... 54
5.8.1.2.
Questionario stress ...................................................................................... 58
5.8.2.
Risultati questionari del gruppo di stress cronico e no stress ................................. 62
5.8.3.
Risultati livelli di cortisolo ..................................................................................... 67
5.9.
5.8.3.1.
Risultati Franklin University ...................................................................... 67
5.8.3.2.
Risultati dei gruppi di individui stressati cronicamente e no stress ............ 79
Discussione dei risultati................................................................................................ 83
5.9.1.
Discussione dati Franklin University ...................................................................... 83
5.9.2.
Discussione risultati gruppo individui stressati cronicamente ............................... 85
5.9.3.
Discussione risultati gruppo individui no stress ...................................................... 87
6.
Conclusioni .......................................................................................................................... 88
7.
Ringraziamenti .................................................................................................................... 89
8.
Bibliografia .......................................................................................................................... 90
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Pagina 2
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1. Abstract
In questo lavoro di maturità è stato trattato il tema dello stress, più in particolare
dell’eustress, con una parte consistente dedicata all’influenza della nostra concezione
riguardo allo stress sulla nostra salute. Il lavoro di maturità è suddiviso in tre capitoli
principali: nel primo viene affrontato il tema dello stress negativo, del funzionamento delle
risposte allo stress e degli effetti negativi che lo stress può avere sulla nostra salute; il
secondo capitolo è dedicato all’eustress, alla sua definizione, ai suoi possibili benefici sulla
nostra salute e ad un’introduzione sul tema dell’influenza della nostra percezione sullo stress
sulla nostra salute, affrontato poi approfonditamente nel terzo capitolo principale del lavoro
di maturità, dedicato ai vari esperimenti svolti su questo tema. Come primo esperimento,
sono stati misurati i livelli di cortisolo (ormone principale delle risposte allo stress) di individui
che sostengono di essere stressati cronicamente e confrontati con il loro stress percepito
(misurato tramite un apposito formulario con domande specifiche sulla quantità di stress
vissuta al momento dell’esperimento). Non è stato trovato, però, nessun legame tra queste
due categorie di dati. Sono anche stati misurati i livelli di cortisolo di un gruppo di controllo,
composto da due individui che dovrebbero sperimentare la minore quantità di stress
possibile nella propria vita. Anche questo gruppo ha avuto dei risultati infelici: i livelli di
cortisolo dei due individui non erano totalmente conformi all’ipotesi iniziale secondo cui i
livelli di cortisolo del gruppo di controllo dovrebbero essere più bassi rispetto agli altri due
gruppi, in quanto non sono influenzati da fattori di stress. L’esperimento più consistente
svolto è quello sulla possibile influenza della mentalità riguardo allo stress sulle risposte del
nostro corpo. Sono stati effettuati due prelievi di cortisolo salivare su un gruppo di studenti
della Franklin University, prima e dopo un presunto test a sorpresa per verificare la
variazione dei livelli di cortisolo durante una situazione di stress. Gli studenti sono stati divisi
in due gruppi: un gruppo che dovrebbe avere una mentalità positiva riguardo allo stress e un
gruppo che dovrebbe avere una mentalità negativa per verificare se le risposte allo stress
dei due gruppi sono diverse. La bibliografia presente su questo tema indica, infatti, che una
mentalità positiva sullo stress può portare ad un rilascio più sano di cortisolo [26].
L’esperimento svolto durante l’esame di maturità sembra confermare le conclusioni degli
studiosi: è stato riscontrato che il gruppo di studenti con una mentalità positiva riguardo allo
stress ha avuto una minore variazione nei livelli di cortisolo rispetto al gruppo di individui con
una mentalità negativa di stress e che hanno dunque avuto una risposta allo stress più sana.
Ciò che ci dice l’esperimento e la bibliografia su questo tema è rivoluzionario: con un
semplice accorgimento, possiamo trasformare lo stress, come un amico in grado di aiutarci
nelle situazioni più difficili.
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2. Introduzione
Tutti hanno già vissuto una situazione stressante nella loro vita, hanno sentito gli effetti delle
potenti risposte che il nostro corpo mette in atto per ristabilire l’omeostasi
[1]
perduta a causa
di un avvenimento che altera la quiete della nostra vita. La risposta allo stress, infatti, è
l’insieme degli adattamenti fisiologici destinati a ristabilire l’equilibrio emotivo e psicologico,
perduto a causa di un fattore di stress, ovvero un qualunque evento capace di disturbare
l’omeostasi del nostro organismo [1]. Questi mutamenti attuati dal nostro organismo (a cui
partecipano principalmente il sistema ormonale e il sistema nervoso) da anni sono stati visti
come negativi per la salute, come qualcosa che ci nuoce. Se, però, ci fossero dei casi in cui
questa non fosse la realtà? Se lo stress a breve termine potesse avere degli effetti positivi
sul corpo? È ciò che mostrano alcune ricerche rivoluzionarie svolte recentemente sugli effetti
che una situazione stressante ha sul nostro corpo e sulla nostra salute. La maggior parte
delle persone vedono lo stress ancora in modo negativo, ma queste nuove scoperte
cambiano la concezione precedente dello stress. Il termine che è stato coniato per
descrivere questo nuovo tipo di stress è eustress, ovvero stress positivo, contrapposto al
distress, ovvero lo stress negativo [1].
Ho scoperto il significato della parola eustress guardano un podcast sullo stress positivo, e
mi sono subito interessata. Mi sono sorti numerosi interrogativi, a cui ho cercato di dare
risposta. Partendo dal filmato, infatti, ho trovato tanti articoli scientifici inerenti allo stress
positivo e ho cominciato ad approfondire il tema. Prima, però, è stato necessario capire
come funzionano i circuiti dello stress del nostro corpo e i processi che portano al
ristabilimento dell’omeostasi. Nel corso del lavoro di maturità, è stato attuato un esperimento
con lo scopo di ricercare l’influenza della mentalità sulla salute. Ci sono testimonianze,
infatti, che indicano come una mentalità positiva sullo stress possa portare ad una risposta
allo stress più sana [26]. La ricerca della ripetizione dei risultati ottenuti da questo studio è
stato posto come uno degli obiettivi per il lavoro di maturità.
[1]
L’omeostasi è l’attitudine propria degli organismi viventi a mantenere costante il valore di
alcuni parametri interni, che tende di continuo a essere modificato da vari fattori interni e
esterni.Vi sono numerosi centri di controllo per il mantenimento dell’omeostasi, tra cui il
sistema nervoso centrale e il sistema endocrino [32]
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In questo lavoro, si è cercata risposta alle seguenti domande:
-
Cos’è l’eustress?
-
Qual’è la differenza tra eustress e distress?
-
Quali esperimenti sono stati svolti per arrivare alla concezione di stress positivo?
-
Quali effetti positivi può avere sul nostro corpo una situazione stressante?
-
Esiste un legame tra la nostra concezione di stress e le risposte del nostro corpo?
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3. Lo stress negativo: distress
Prima di affrontare il tema principale del lavoro di maturità, è importante rispondere ad
alcune domande preliminari: cos’è lo stress? Come fa il nostro corpo a contrastarlo? Che
effetti puó avere sulla nostra salute?
3.1. Definizione di stress e di stressore
Il termine stress è una parola di uso quotidiano ed esistono dunque molte definizioni
complementari tra di loro, che hanno però la stessa validità, per definirla. Ad esempio,
questo termine può indicare l’incontro o la semplice anticipazione di difficoltà o avversità
[36]. Una seconda definizione plausibile indica che lo stress consiste in una qualsiasi
situazione che tende a disturbare l’equilibrio tra un organismo vivente e il suo ambiente [15].
Infine un fattore di stress può essere definito come qualunque evento capace di disturbare
l’omeostasi del nostro corpo. Nei mammiferi, tipicamente, questa serie di cambiamenti
fisiologici corrisponde a ciò che definiamo come stress [1].
Esistono varie tipologie di stress, tra cui lo stress acuto (reazione a una minaccia immediata;
la minaccia può essere percepita anche subconsciamente [17]), lo stress cronico (che
consiste in una situazione prolungata di stress [17]) e lo stress psicologico (che intercorre
quando eventi o stimoli ambientali sono superiori alle facoltà di sopravvivenza percepite
dall’individuo [18]).
Simile alla definizione di stress è quella di stressore. Uno stressore può essere definito,
infatti, come uno stimolo che attiva l’asse[2] ipotalamo-ipofisi-surrenale (abbreviato con la
sigla HPA; il suo funzionamento verrà trattato nel capitolo 3.3.) e/o il sistema nervoso
simpatico per aiutare l’organismo ad adattarsi fisiologicamente per rispondere a una
minaccia [18].
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3.2. Le risposte allo stress
Per contrastare gli effetti che lo stress provoca sul nostro organismo, il nostro corpo mette in
atto una serie di cambiamenti con lo scopo di ristabilire la situazione di omeostasi iniziale,
chiamati risposte allo stress. La risposta allo stress, infatti, può essere definita come
l’insieme degli adattamenti destinati a ristabilire l’equilibrio perduto [1].
Alcune caratteristiche principali delle risposte allo stress sono [4]:
-
comprendono il comportamento d’evitamento, ovvero un meccanismo di difesa per
cui un individuo si rifiuta di fronteggiare situazioni, oggetti o persone che generano
angoscia in quanto stimolano impulsi inconsci [9]
-
c’è un aumento della vigilanza e dell’attivazione mentale
-
avviene l’attivazione della divisione simpatica del sistema nervoso autonomo
-
avviene il rilascio di cortisolo da parte delle ghiandole surrenali
La risposta allo stress, inoltre, può essere scatenata non solo da un evento concreto, ma
anche dalla sua semplice anticipazione [1]. Ad esempio, il giorno prima di un esame
importante ci si può sentire stressati, sapendo cosa ci aspetta l’indomani, anche se manca
ancora molto tempo prima della situazione stessa.
Le risposte allo stress includono l’attivazione del sistema nervoso autonomo (che porta ad
un aumento nell’attività cardiovascolare e respiratoria), dei cambiamenti comportamentali
(che portano all’arousal
[1]
,alla difesa e a reazioni di fuga) e risposte endocrine, la più
importante delle quali è l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrenale (che media la
risposta allo stress). Queste risposte sono coordinate da passaggi neurali nel cervello che
portano al rilascio di neurotrasmettitori e neuropeptidi nell’ipotalamo e nelle aree limbiche
(capitolo 3.3.3.2.) [6]. In particolare avviene l’attivazione del sistema nervoso autonomo,
suddiviso in sistema simpatico e parasimpatico. Il primo gioca un ruolo principalmente nella
preparazione dell’individuo a intense attività che includono un ampio consumo di energia,
mentre il secondo ha il compito opposto, ovvero quello di preparare il nostro corpo a
svolgere attività atte a conservare zuccheri. É dunque il sistema simpatico quello
maggiormente coinvolto nelle risposte allo stress [5]. Principalmente, infatti, esso ha il ruolo
di mobilizzare il corpo nelle risposte immediate allo stress, ma è comunque sempre attivo a
un livello basilare per mantenere l’omeostasi [7].
[1]
Stato generale di attivazione e reattività del sistema nervoso, in risposta a stimoli interni
(soggettivi) o esterni (ambientali e sociali) [33].
[2]
Un numero di ghiande in contatto tra loro tramite segnali mandati in una precisa sequenza
[7].
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Uno dei termini più usati in riferimento alle risposte allo stress è fight-or-flight response
(tradotto dall’inglese con risposta combatti e fuggi), ovvero la prima reazione messa in atto
dal corpo di un individuo davanti a una situazione di stress acuto. La risposta fight-or-flight
porta alle caratteristiche solitamente associate allo stress, tra cui accelerazione del battito
cardiaco, liberazione di riserve energetiche per i muscoli e aumento della velocità del
respiro. Se la causa di stress non viene eliminata, possono nascere problemi di salute
(capitolo 3.4.) [7].
3.3. Funzionamento dell’asse HPA
L’asse principale lungo cui agiscono le risposte allo stress è chiamato asse ipotalamo-ipofisisurrenale, abbreviato con HPA (dall’inglese hypothalamic–pituitary–adrenal axis). Esso
regola la secrezione di cortisolo da parte della ghiandola surrenale per contrastare lo stress.
Il primo elemento dell’asse HPA è l’ipotalamo, una struttura dell’encefalo che si trova in
stretto contatto sia con il sistema endocrino, sia con il sistema nervoso. Esso è composto da
un insieme di vari nuclei distinti ed è considerato come il centro di controllo principale del
sistema endocrino [5]. L’ipotalamo, però, gioca un ruolo fondamentale anche nella
regolazione dell’omeostasi. Riceve infatti stimoli nervosi da numerose parti del corpo: se
sussiste una deviazione dai parametri basali, l’ipotalamo regola i processi messi in atto dal
corpo per riportarli alla normalità, usufruendo di una seconda struttura: l’ipofisi (Figura 1)
[42].
[35]
Figura 1: immagine dell’ipotalamo con i vari nuclei che lo compongono e dell’ipofisi, composto dalla pituitaria
anteriore e dalla pituitaria posteriore.
L’ipofisi (chiamata anche ghiandola pituitaria) fa parte del sistema endocrino ed è composta
da un lobo anteriore (chiamato adenoipofisi) e da un lobo posteriore (chiamato neuroipofisi).
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L’adenoipofisi, a sua volta, è composta da cellule endocrine che sintetizzano e secernono
direttamente nel circolo sanguigno numerosi ormoni, mentre la neuroipofisi è composta da
neuroni [5]. La comunicazione tra ipotalamo e ipofisi avviene tramite una struttura chiamata
infundibulum (Figura 2), ovvero un prolungamento che conduce gli assoni dei neuroni
presenti nell’ipotalamo all’ipofisi [7].
[43]
Figura 2: immagine dell’infundibulm, zona attraverso cui avviene la comunicazione tra ipotalamo e ipofisi.
La comunicazione tra l’ipotalamo e l’ipofisi avviene diversamente tra la neuroipofisi e
l’adenoipofisi. Nel primo caso, essa avviene tramite delle cellule neurosecretrici che si
estendono attraverso l’infundibulum. Quando stimolati, i neuroni neurosecretori rilasciano gli
ormoni immagazzinati al loro interno in una rete di capillari all’interno della neuroipofisi [42].
Nel caso dell’adenoipofisi, invece, la comunicazione avviene grazie a degli ormoni inibitori e
stimolatori che sono prodotti da neuroni neurosecretori dell’ipotalamo e che vengono portati
a destinazione tramite dei vasi sanguigni dell’infundibulum. Le molecole provenienti
dall’ipotalamo stimolano l’adenoipofisi a produrre nuovi ormoni, tra cui l’ormone tireotropo,
l’ormone follicolo stimolante e l’ormone adrenocorticotropo (abbreviato con ACTH), uno degli
ormoni principali che regolano il funzionamento dell’asse HPA [5]. L’ACTH viene rilasciato
sotto stimolo delle molecole di CRH, prodotte a loro volta dall’ipotalamo e immesse nei vasi
sanguigni dell’infundibulum per raggiungere l’adenoipofisi [42] .
L’ACTH rilasciato dall’adenoipofisi entra nella circolazione sanguigna, raggiungendo una
nuova struttura del sistema endocrino: le ghiandole surrenali (o surrene). Come dice il nome,
esse si trovano sopra i reni. Ognuna delle due ghiandole surrenali è composta da due zone
con funzioni diverse, chiamate midollare surrenale e corticale surrenale [42].
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[44]
Figura 3: le due ghiandole surrenali; ogni ghiandola, a sua volta, è composta dalla zona corticale e dalla zona
midollare.
Entrambe le zone che compongono le ghiandole surrenali (Figura 3) rivestono un ruolo
importante nelle risposte allo stress. La midollare surrenale produce due ormoni necessari
per la fight-or-flight response: l’adrenalina e la noradrenalina, implicate nelle risposte allo
stress acuto. La midollare surrenale viene stimolata da impulsi nervosi derivanti
dall’ipotalamo che passano attraverso il midollo spinale. In questo modo, la reazione sarà
molto veloce, permettendo all’individuo di fuggire davanti ad una situazione pericolosa. La
corticale surrenale, invece, attornia la midollare surrenale e secreta ormoni responsabili per
la risposta lenta allo stress, che sarà però anche più duratura. Essa, a differenza delle
midollare surrenale, viene stimolata dalle molecole di ACTH rilasciati dall’adenoipofisi. In
risposta a questi ormoni, la corticale surrenale rilascia due tipi di molecole:i mineralcorticoidi
(che agiscono principalmente sull’equilibrio idrico e salino dell’individuo) e i glucocorticoidi
(che agiscono soprattutto aumentando la disponibilità di glucosio le cellule, promuovendo la
sua sintesi), molecole fondamentali per la mediazione delle risposte allo stress [5]. Uno dei
glucocorticoidi più importanti per la risposta fisiologica allo stress è il cortisolo, che verrà
analizzato nel capitolo 3.4.4.
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[34]
Figura 4: immagine riassuntiva del funzionamento dell’asse HPA: il CRH mette in comunicazione l’ipotalamo con
l’ipofisi anteriore, l’ACTH mette in comunicazione quest’ultima struttura con la corticale surrenale, che a sua volta
media il rilascio di cortisolo.
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Schema sul funzionamento dell’asse HPA [25]
STRESS
IPOTALAMO
CRH
IPOFISI
ACTH
SURRENE
CORTICALE
SURRENALE
MIDOLLARE
SURRENALE
ADRENALINA
NORADRENALINA
RISPOSTA IMMEDIATA ALLO
STRESS
CORTICOSTEROIDI
RISPOSTA LENTA/
DURATURA ALLO
STRESS
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Schema di approfondimento della risposta lenta allo stress: [31]
INFORMAZIONI
SENSORIALI
STRESS
S
CORTECCIA
PREFRONTALE
AMIGDALA
IPOTALAMO
IPPOCAMPO
FEEDBACK
NEGATIVO
(QUANTITÀ
DI
CORTISOLO
)
CRH
ADENOIPOFISI
ACTH
CORTECCIA
SURRENALE
CORTISOLO
RISPOSTA LENTA/
DURATURA ALLO
STRESS
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Dopo aver analizzato il funzionamento dell’asse HPA e delle risposte allo stress, è
opportuno vedere più nel dettaglio le molecole implicate nel suo funzionamento. Innanzitutto,
cominciamo ad approfondire la molecola di CRH, elemento fondamentale per il corretto
funzionamento dell’asse HPA. Il CRH media la comunicazione tra ipotalamo e ipofisi.
3.3.1. Il CRH: molecola fondamentale per il corretto funzionamento
dell’asse HPA
Il CRH (abbreviazione per corticotropin releasing hormone) è un ormone essenziale per
l’adattamento allo stress in quanto media il funzionamento dell’asse HPA (stimolando la
secrezione e la sintesi dell’ormone ACTH da parte dell’ipofisi anteriore), permettendo
dunque il corretto funzionamento delle risposte allo stress [6].
Il CRH è una molecola che si trova in vari luoghi del nostro corpo. La fonte principale delle
sue molecole è il nucleo paraventricolare dell’ipotalamo (abbreviato con PVN) (Figura 5) [6].
[35]
Figura 5: mmagine dell’ipotalamo e delle zone in cui è suddiviso, assieme all’ipofisi anteriore e posteriore. In
rosso è evidenziato la zona PVN dell’ipotalamo.
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Il PVN è suddiviso in (Figura 6) [6]:
-
Neuroni parvocellulari
[1]
del CRH anteriori e medio-dorsali: hanno proiezioni verso
l’ipofisi. Rilasciano inoltre VP (vasopressina) nella circolazione dell’ipofisi in risposta
allo stress. Questi neuroni sono classificati come parvocellulari in quanto hanno
piccola dimensione.
-
Neuroni dorsolaterali: anche essi hanno proiezioni verso l’ipofisi. Rilasciano peptidi
alla circolazione periferica. Rispondono inoltre a fattori di stress osmotici e nonosmotici (uno stress osmotico si verifica quando la concentrazione delle molecole
interne e quella delle molecole esterne alla cellula sono diverse; in questo caso
l’ambiente intracellulare viene alterato in quanto l’acqua scorre sia all’interno che
all’esterno della cellula; ad esempio, quando la cellula si trova in un ambiente
ipertonico, l’acqua defluirà dalla cellula verso l’ambiente esterno, provocando quindi
una perdita di acqua e il suo successivo restringimento, ciò che può portare a un
conseguente danno al DNA che porta alla morte cellulare [7]). In particolare, in
questa suddivisione si trovano i neuroni ossitocinergici, che sono importanti per
modulare la risposta allo stress in quanto regolano il rilascio di ossitocina
-
Neuroni autonomi, distribuiti in zone dorsali, ventrali e laterali: hanno proiezioni verso
la colonna vertebrale e il tronco encefalico. Sono responsabili della regolazione del
sistema simpatico-adrenale.
[1]
Il termine parvocellulare deriva dal latino Parvus, ovvero piccolo. Infatti questi neuroni
sono di dimensioni minori rispetto ai neuroni magnocellulari, che sono di dimensioni
superiori. [7]
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[60]
Figura 6: suddivisione del PVN nelle varie tipologie di neuroni.
Le molecole di CRH e, di conseguenza, anche quelle di m-RNA CRH, sono però presenti
anche in altre regioni cerebrali (molte di cui fanno parte del sistema limbico) e in altre
strutture relazionate con le risposte allo stress, come ad esempio nell’amigdala, nel locus
coeruleus, nel cortex cerebrale, nel cerebellum e nei neuroni della colonna vertebrale
(Figura 7). In queste strutture il CRH ha il ruolo di neurotrasmettitore e media le risposte
comportamentali allo stress [6].
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[37]
Figura 7: strutture del cervello dove si trova una grande quantità di molecole di CRH, assieme al cortex cerebrale
e ai neuroni della colonna vertebrale.
I neuroni CRH vengono attivati grazie a segnali provenienti dal tronco encefalico e dal
sistema limbico. Lo stress causa una rapida attivazione di processi neurali legati al PVN
(abbreviazione del nucleo paraventricolare). Questo porta a un rapido rilascio di CRH nella
circolazione ipofisaria. Il rilascio è seguito da una nuova sintesi del polipeptide per riempire i
depositi ormai vuoti. La rapida attività trascrizionale è importante per creare nuovo m-RNA
del CRH per sostituire quello usato nella fabbricazione di nuovo CRH [6].
Nonostante il ruolo fondamentale giocato dal CRH in situazioni di stress, anche la
limitazione della quantità di questo ormone è essenziale per mantenere la salute. Infatti una
produzione eccessiva di CRH può portare a malattie non solo perché stimola
eccessivamente l’asse HPA, ma anche perché ha effetti diretti sul cervello, portando ad
ansia e depressione. La trascrizione del CRH viene limitata da cambiamenti in circuiti
neuronali stimolatori ed inibitori, da glucocorticoidi e da meccanismi di feedback (di tipo
negativo) intracellulari. Gli antagonisti del CRH agiscono su specifici recettori, provocano il
blocco del sito del recettore del CRH e fermando quindi il conseguente rilascio di ACTH e
cortisolo [7]. Con un’inibizione della quantità di CRH, avviene anche uno smorzamento delle
risposte allo stress mediate dalle molecole di ACTH [6].
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Fino ad ora abbiamo visto cosa succede in una situazione di stress. È stato scoperto, però,
che i livelli di CRH variano giornalmente, senza avere l’influenza di fattori esterni. In
condizioni di normalità, l’attività dei neuroni CRH è bassa e segue dei ritmi circadiani (ovvero
un ritmo caratterizzato da un periodo di circa 24 ore). L’attività dell’asse HPA, quindi, varia di
giorno e di notte. L’attività trascrizionale di CRH, inoltre, è in relazione con le variazioni
giornaliere della quantità di ACTH e di corticosterone nel circolo sanguigno. Infatti l’aumento,
a causa del ritmo circadiano, dell’attività dell’asse HPA dipende probabilmente dal rilascio di
CRH. I ritmi circadiani che influenzano i neuroni di CRH sono mantenuti in assenza di
glucocorticoidi, ma un aumento sostanziale di quest’ultimi porta ad un’abolizione dei ritmi
diurni [6].
I ritmi circadiani del cortisolo sono illustrati nell’immagine del capitolo 5.7.
3.3.2. L’ACTH
Un’altra molecola indispensabile per il corretto funzionamento dell’asse HPA è l’ACTH. Il
CRH viene rilasciato nei vasi sanguigni dell’infundibulum, percorrendo il breve tragitto verso
l’adenoipofisi dove stimola il rilascio di ACTH. L’ACTH, successivamente, entra nella
circolazione generale e viaggia verso la corticale surrenale dove stimola il rilascio di
cortisolo. Altre azioni dell’ACTH sono la mobilitazione dell’energia immagazzinata e
l’inibizione del sistema immunitario [4].
3.3.3. La regolazione dell’asse HPA: alcuni strutture, circuiti e
molecole implicate
3.3.3.1.
Alcune strutture implicate nella regolazione dello stress
Molte strutture del nostro corpo sono implicate nella risposta allo stress, regolando l’asse
HPA. Alcune di esse sono (Figura 8) [6]:
-
Ippocampo: le sostanze rilasciate da questa struttura hanno un ruolo inibitore
dell’asse HPA e delle risposte autonome a stress psicologici. Input dall’ippocampo
raggiungono indirettamente il PVN tramite il subicolo ventrale se esso agisce
sull’asse HPA e tramite la corteccia prefrontale se esso influenza le attività
autonome. Riduce la durata delle risposte dell’asse HPA e non la loro potenza.
-
Amigdala: contiene un’alta quantità di neuroni CRH. È fondamentale per le risposte
comportamentali dovute a fattori di stress e per l’integrazione di risposte autonome in
caso di stress psicologico. Le zone basolaterali e mediali dell’amigdala stimolano
l’asse HPA.
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-
Stria terminalis: il nucleo basale della stria terminalis è un centro integrativo per input
limbici diretti al PVN; infatti molti degli input provenienti dalla corteccia frontale,
dall’amigdala e dall’area preottica e diretti al PVN passano per i neuroni di questo
nucleo. Zone diverse della stria terminalis hanno a dipendenza effetti inibitori ed
effetti eccitatori. I neuroni eccitatori sono GABAergici, mentre i segnali inibitori
intercorrono tramite un’inibizione degli interneuroni GABAergici periventricolari.
-
Proiezioni da altre zone dell’ipotalamo e di altre strutture verso il PVN: anche
proiezioni dalle zona ventromediale, dorsolmediale e posteriore dell’ipotalamo, da
zone del talamo, dell’amigdala e della zona incerta influenzano l’attività dell’asse
HPA.
-
Nucleo rafe: in esso sono presenti i neuroni serotoninergici, che usano la serotonina
come neurotrasmettitore. Hanno un effetto stimolatore. Gli effetti della serotonina
possono essere indiretti, tramite l’inibizione dei neuroni GABAergici, oppure diretti,
tramite recettori 2C nei neuroni CRH.
-
Nucleo paraventricolare del talamo: funge da centro da cui passano input stimolatori
e inibitori dell’asse HPA.
[6]
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[37]
Figura 8: strutture implicate nelle risposte allo stress nella zona cerebrale.
3.3.3.2.
Il sistema limbico
Numerose strutture che, come visto nel paragrafo precedente, modulano la risposta allo
stress fanno parte del sistema limbico, ad esempio l’amigdala, l’ipotalamo e l’ippocampo
(Figura 9).
Il sistema limbico è un insieme di strutture cerebrali con numerose funzioni fondamentali, tra
cui la regolazione delle emozioni, del comportamento, della memoria a lungo termine e
dell’olfatto [7].
È importante dedicare un paragrafo al sistema limbico in quanto molte sue strutture giocano
un ruolo fondamentale nelle risposte allo stress. L’amigdala, l’ipotalamo e l’ippocampo,
infatti, sono tutte strutture che fanno parte del sistema limbico. L’ippocampo ha un ruolo
inibitorio per l’asse HPA. Quando viene stimolato, infatti, avviene una diminuzione nella
secrezione di glucucorticoidi e se danneggiato si riscontra un aumento nei livelli di ACTH
rilasciato nel corpo, prova che indica che questa struttura gioca un ruolo nell’inibizione
dell’asse HPA. L’amigdala, a differenza dell’ippocampo, attiva l’asse HPA [39].
___________________________________________________________________________
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___________________________________________________________________________
[40]
Figura 9: il sistema limbico.
3.3.3.3.
Molecole periferiche che regolano l’asse HPA
Le risposte allo stress sono inoltre regolate da segnali ormonali periferici che includono
peptidi, steroidi e glucocorticoidi. Alcuni fattori periferici non riescono a passare le barriere
del sangue del cervello, ma agiscono tramite dei circuiti neurali che partono da organi
esterni al cervello. Alcuni esempi di molecole periferiche che regolano l’azione dell’asse
HPA sono [6]:
-
Angiotestina II: polipeptide che viene prodotto in situazioni di stress. Un’elevata
quantità di angiotestina II nel sangue stimola l’azione dell’HPA tramite circuiti neurali
diretti al PVN. Può stimolare il rilascio di CRH tramite recettori collocati sui neuroni
CRH. Regola inoltre l’omeostasi cardiovascolare durante alterazioni del volume
sanguigno e dell’acqua.
-
Prolattina periferica: ha un effetto inibitorio sull’azione dell’HPA.
-
Citochine: sono potenti stimolatrici dell’HPA. Agiscono direttamente sull’ipofisi e
stimolano il rilascio di CRH e la sua trascrizione.
-
[6]
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Pagina 21
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3.3.3.4.
I glucocorticoidi
Fondamentali per la regolazione dell’attività dell’HPA sono inoltre i glucocorticoidi. La
rimozione di glucocorticoidi endogeni rende le risposte mediate dall’ACTH più violente,
mentre la somministrazione cronica di glucocorticoidi ha l’effetto opposto. Questi
cambiamenti nell’asse HPA sono paralleli a cambiamenti nei livelli di m-RNA CRH,
indicazione che il neurone CRH è uno dei bersagli del meccanismo di feedback dei
glucocorticoidi. Questi ultimi modulano la reattività di neuroni parvocellulari in risposta allo
stress e l’attivazione della trascrizione delle molecole di m-RNA CRH. La somministrazione
di glucocorticoidi riduce la secrezione di ACTH e i livelli di m-RNA CRH nell’ipotalamo,
affievolendo quindi le risposte allo stress. I glucocorticoidi inibiscono l’azione dei neuroni
CRH in siti molteplici, agendo in particolare sull’attività di circuiti neuronali stimolatori per il
PVN. I recettori per i glucocorticoidi, giocano inoltre un ruolo nell’inibizione di stress
psicologici ma non di quelli sistemici (ovvero che intaccano tutto l’organismo). Essi si
trovano nella corteccia prefrontale, nell’amigdala e nell’ippocampo, ma anche nel PVN e sui
neuroni CRH. Una sottoespressione dei recettori per i glucocorticoidi nell’ippocampo porta
ad un feedback negativo insufficiente. Ci sono numerosi studi, infatti, che provano come lo
stress, specialmente se sperimentato in gioventù, abbia delle conseguenze a lungo termine
sull’attività e sul comportamento dell’asse HPA e dunque sulle risposte a stressori nel corso
della nostra vita.
Queste variazioni sono dovute non solo dalla sotto espressione dei
recettori per i glucocorticoidi nell’ippocampo, ma anche da una variazione del neurone per il
CRH stesso [6].
I glucocorticoidi inibiscono la trascrizione di CRH nei neuroni CRH del PVN, ma non si
conoscono i precisi meccanismi degli effetti inibitori. Essi riescono a regolare l’espressione
di geni CRH tramite interazione proteina-proteina o legandosi direttamente con elementi di
risposta. La presenza di glucocorticoidi, però, non è indispensabile per limitare la
trascrizione: la trascrizione può essere soppressa anche senza la loro influenza, ad esempio
da una serie di molecole [6].
3.3.3.5.
La regolazione dell’asse HPA da parte di neuropeptidi e
neurotrasmettitori
Anche alcuni neuropeptidi sono implicati nella regolazione dell’espressione dei neuroni
CRH. Alcuni esempi sono [6]:
-
CRH: ha un effetto autoinibitorio (quindi di feedback negativo). La dimostrazione di
questo è che sotto stress i recettori per il CRH aumentano notevolmente di numero.
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Inoltre lo stress induce il legame tra i recettori CRHR1 m-RNA e CRH, annullando
dunque l’effetto molecola, che si autoinibisce.
-
Vasopressina e ossitocina: inibiscono la secrezione e l’espressione di CRH.
-
PACAP (sigla per pituary adenylate cyclase-activating peptide): stimola il neurone
CRH durante lo stress.
-
Oressina: stimola arousal e attività dell’asse HPA, stimolando il rilascio di CRH.
-
Grelina: stimola la secrezione di ACTH. Inoltre stimola direttamente il neurone CRH.
-
Nesfatina-1: la sua espressione aumenta durante lo stress. Potenzia l’attivazione
dell’asse HPA.
[6]
Input afferenti al PVN portano al rilascio di
un gran numero di neurotrasmettitori e
neuropeptidi (ad esempio GABA, serotonina, angiotestina II, PACAP e CRH stesso). Questi
fattori interagiscono con i recettori sul neurone CRH, portando a trasduzione del segnale.
Alcuni esempi di neurotrasmettitori che agiscono nei circuiti dello stress sono:
-
Norepinefrina: è uno dei due principali neurotrasmettitori. Stimola i neuroni CRH
tramite i recettori adrenergici alfa 1.
-
Acido glutamminico: è uno dei due principali neurotrasmettitori. L’acido glutamminico
è il neurotrasmettitore eccitatore più presente nel sistema nervoso centrale e media il
rilascio veloce di CRH nella circolazione dell’ipofisi.
-
Serotonina: stimola il neurone CRH direttamente tramite recettori del tipo 2C,
presenti sui neuroni CRH.
-
AMP ciclico: segnalazioni tramite questa molecola sono fondamentali per
l’attivazione della trascrizione. Inoltre l’AMP ciclico nel PVN provoca un innalzamento
dei livelli di ACTH; questo indica che l’AMP ciclico induce il rilascio di CRH. La
produzione di AMP ciclico viene stimolata dal CRH e dal PACAP, che agiscono su
recettori che si trovano sul neurone CRH.
[6]
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3.4. Gli effetti fisiologici legati allo stress
Le risposte allo stress sono fondamentali per portare all’omeostasi, e sono dunque una
risorsa molto preziosa. Queste risposte, però, possono portare al sorgere di problemi di
salute, causati in primo luogo dalla situazione stressante stessa. La maggior parte delle
persone sanno che lo stress, infatti, se presente a lungo termine, può portare a gravi
problemi di salute. Esso è stato infatti collegato alle sei cause principali di morte, ovvero
malattie cardiache, incidenti, cancro, malattie al fegato, malattie polmonari e suicidio [26].
Oltre a problemi fisiologici, lo stress può portare anche a malattie mentali come ansia e
depressione. Dopo aver trattato il funzionamento e la regolazione dei processi che il nostro
organismo mette in atto per contrastare lo stress, in questo capitolo tratterò di alcune
conseguenze che lo stress può avere sul nostro corpo, in particolare sulla pressione
sanguigna, sul sistema immunitario e sui prodotti ormonali.
3.4.1. La pressione sanguigna
Situazioni di stress possono causare un innalzamento temporaneo della pressione
sanguigna.
Durante una risposta allo stress, infatti, un insieme di ormoni porta ad un aumento del battito
cardiaco ed a un restringimento dei vasi sanguigni. Non c’è nessuna prova, però, che lo
stress stesso sia la causa di un innalzamento duraturo della pressione sanguigna; è invece
possibile che siano altre abitudini connesse con esso (consumo di bevande alcoliche,
mancanza di sonno, nutrizione malsana) a causare un innalzamento dei livelli normali.
Nonostante questo, la somma di numerosi innalzamenti temporanei della pressione
sanguigna a causa di uno stress a breve termine può portare allo sviluppo di problemi
duraturi di pressione troppo elevata [10].
Uno stress cronico porta invece a cambiamenti nei parametri basali di pressione sanguigna,
dovuti a differenze nella natura dello stressore, nella sua durata e nei meccanismi messi in
atto per mantenere la pressione sanguigna all’interno dei parametri corretti [13].
Anche il cortisolo è essenziale per il mantenimento di parametri di pressione sanguigna
normali e in eccesso produce ipertensione. Non è però ancora chiaro come il cortisolo possa
portare all’ipertensione [16].
Anche uno stress puramente psicologico può portare a problemi di salute, come, ad
esempio, un aumento del rischio di ipertensione [11].
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3.4.2. I prodotti ormonali
In situazioni di stress, è possibile osservare una variazione della presenza e della
concentrazione di differenti ormoni. Le risposte allo stress sono spesso associate, infatti, ad
una maggiore secrezione di numerosi di essi. Alcuni esempi di ormoni la cui concentrazione
aumenta in risposta allo stress sono i glucocorticoidi, l’ormone della crescita e la prolattina.
Essi hanno l’effetto di incrementare la mobilitazione di energia e adattare l’individuo alle sue
nuove circostanze. Un esempio di categoria di ormoni il cui rilascio è stimolato durante le
risposte allo stress sono le catecolammine. Questa categoria comprende, ad esempio,
l’adrenalina, la noradrenalina e la dopamina. Questi ormoni portano ad un aumento del
flusso sanguigno nei muscoli scheletrici, alla ritenzione di sodio ed ad una riduzione di
motilità intestinale, elementi che contribuiscono al raggiungimento di una risposta allo stress
adeguata. Un secondo esempio di ormone la cui concentrazione aumenta in risposta allo
stress è la vasopressina. Essa stimola la secrezione di ACTH da parte dell’ipofisi,
potenziando l’effetto del CRH. Altri esempi di ormoni la cui concentrazione varia in rapporto
all’arrivo di uno stressore sono le gonadotropine, gli ormoni tiroidei, l’ormone della crescita,
la prolattina e l’insulina [15]. Questi cambiamenti nei livelli ormonali sono fondamentali per il
corretto funzionamento delle risposte allo stress. Gli ormoni elencati differiscono per i vari
effetti che hanno sulla regolazione di molti processi e su strutture corporee. Tutti però, se lo
stress non viene eliminato, portano a possibili patologie e problemi di salute, oppure ad un
deterioramento delle condizioni di malattia preesistenti [15]. Ad esempio, il rilascio di
catecolammine per un periodo prolungato porta a problemi di salute legati a insonnia,
nervosismo e diminuzione dell’efficacia del sistema immunitario (che porta ad un
infiammazione cronica di alcuni organi) [56]. Livelli eccessivi di vasopressina, invece,
possono portare a malattie come iponatremia (malattia in cui in cui la concentrazione del
sodio nel plasma sanguigno è più bassa del normale [7]). L’innalzamento dei livelli di
prolattina può portare alla condizione chiamata iperprolattinemia, che porta a cambiamenti
nel ciclo mestruale nelle donne e infertilità negli uomini [7].
3.4.3. Il sistema immunitario
L’interazione tra il sistema nervoso centrale, il sistema endocrino e il sistema immunitario
può essere alterata da vari stressori. Uno studio ha dimostrato che stressori con azione
minore alle due ore (associati allo stress acuto) potrebbero potenziare alcuni aspetti del
sistema immunitario, a differenza da stressori cronici, che sono deleteri per il suo
funzionamento. Essi infatti possono aumentare la suscettibilità ad agenti infettivi, influenzare
la gravità di un’infiammazione, diminuire la risposta immunitaria ai vaccini (diminuendo
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dunque la loro efficacia) e aumentare la produzione di citochine (molecole pro infiammatorie
del sistema immunitario che fungono da segnali di comunicazione fra le cellule del sistema
immunitario e diversi organi e tessuti [7]). In una situazione di stress cronico, infatti, l’asse
HPA (che gioca un ruolo importante nella regolazione del sistema immuntario; assieme al
sistema nervoso simpatico, infatti, è la via immunoregolatrice principale che influenza la
risposta a un’influenza virale) viene attivato dagli stressori, provocando il rilascio di ormoni
surrenali e ipofisari, ad esempio adrenalina e noradrenalina, ACTH, cortisolo, ormone della
crescita
e
prolattina.
Questi
ormoni
possono
influenzare
quantitativamente
e
qualitativamente la risposta immunitaria, in quanto quasi tutte le cellule immunitarie hanno
recettori per uno o più degli ormoni associati con l’asse HPA. Ad esempio, i linfociti T e B, i
neutrofili, i monociti e i macrofagi hanno recettori per glucocorticoidi. Gli ormoni dello stress
possono agire direttamente sui recettori presenti sulle molecole del sistema immunitario,
rendendole inefficaci, oppure indirettamente agendo, ad esempio, sulla produzione di
citochine, molecole che modulano il funzionamento dell’immunità e la regolazione delle
infiammazioni e dell’ematopoiesi [18].
L’asse HPA è, assieme al sistema nervoso simpatico, la via immunoregolatrice principale
che influenza la risposta a un’influenza virale [18].
Sotto situazioni di stress cronico, inoltre, è stata riscontrata una deficienza nella risposta a
vaccini contro l’influenza e contro infezioni a livello di linfociti. È stato inoltre dimostrato che
lo stress può alterare la suscettibilità a infezioni del sistema respiratorio.
Lo stress intacca anche il contributo del sistema immunitario nella riparazione di ferite, in
quanto diminuisce la produzione di citochine, fondamentali nella protezione contro
infiammazioni e nel chiamare fagociti [18].
Stress cronico, inoltre, potrebbe accelerare il rischio di sviluppare patologie associate
all’invecchiamento prematuro della risposta immunitaria [18].
Sotto il capitolo degli effetti fisiologici legati allo stress, è importante parlare anche delle
conseguenze di una molecola fondamentale per la risposta allo stress: il cortisolo. Verranno
date alcune informazioni preliminari sulla molecola che serviranno anche per la seconda
parte del lavoro (relativa all’eustress).
3.4.4. Il cortisolo: effetti sul corpo e alcune informazioni generali
sulla molecola
Con l’attivazione dell’asse HPA in risposta a una situazione di stress avviene il rilascio di
cortisolo, un ormone fondamentale per la modulazione della risposta allo stress. Il cortisolo è
un ormone steroideo prodotto dalla corteccia surrenale. È l’ormone principale responsabile
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della risposta allo stress. La funzione predominante del cortisolo nel nostro organismo è di
ristabilire l’omeostasi dopo l’esposizione allo stress. Questa molecola agisce praticamente
su tutto il nostro corpo e impatta inoltre vari meccanismi omeostatici. Il suo rilascio, infatti, ha
effetti anche sulla memoria e sulla risposta immunitaria. Stimola inoltre la glucogenesi e
regola i livelli di glucosio presenti nel circolo sanguigno. Uno dei sui effetti benefici principali
sul corpo intercorre in periodi di digiuno, in quanto il cortisolo assicura un rifornimento
regolare di glucosio tramite la glucogenesi. Questo glucocorticoide, inoltre, regola gli ioni, in
particolare sodio e potassio. Esso infatti previene la perdita di sodio da parte della cellula e
accelera la secrezione di potassio. Questo aiuta nella regolazione di pH, riportandolo
all’equilibrio dopo un evento destabilizzante.
Il cortisolo ha però anche degli effetti sulla risposta immunitaria, in quanto
blocca la
proliferazione dei linfociti T, facendo sì che alcuni linfociti T non riescano più a riconoscere i
segnali delle interleuchine, molecole che attivano queste cellule del sistema immunitario.
Inibisce inoltre la risposta infiammatoria, in quanto arresta la secrezione di istamina. Questo
può mettere a rischio individui molto vulnerabili a infezioni che si trovano in situazioni di
stress. Il cortisolo gioca inoltre un ruolo fondamentale nella memoria. L’ippocampo, infatti,
contiene tanti recettori per il cortisolo. Un eccesso di questo glucocorticoide causa atrofia
(diminuzione dei tessuti e delle cellule) di questa zona del cervello. Riguardante lo stress, il
cortisolo partecipa in un circuito di inibizione, bloccando il rilascio di CRH, arrestando quindi
il funzionamento dell’asse HPA [32].
Livelli troppo elevati di cortisolo, causati da una attivazione eccessiva dell’asse HPA,
possono portare a problemi di salute o a comportamenti malsani. Alcuni di questi sono:
-
Iperglicemia
-
Tendenza ad accumulare grassi
-
Resistenza all’insulina
-
Correlazione negativa al colesterolo HDL
-
Immunità diminuita
[16]
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4. Lo stress positivo: eustress
4.1. Introduzione: definizione di eustress
Nel capitolo precedente sono stati esaminati gli aspetti negativi che lo stress ha sulla nostra
salute. Negli ultimi anni, però, una nuova concezione di stress ha cominciato a diffondersi
nella comunità scientifica, contrapponendosi alla sua definizione tradizionale, che assume il
nome di distress: quella di eustress. Il primo ad usare quest’ultimo termine è stato il medico
Hans Selye ed esso significa letteralmente “stress positivo”. Lo stress, infatti, non è solo
nocivo, ma può anche portare vantaggi al nostro organismo se presente in moderazione: le
varie risposte allo stress, ad esempio, sono dei meccanismi messi in moto dal nostro corpo
per rispondere a una minaccia e ci aiutano quindi ad affrontare una situazione al meglio.
Alcuni esempi di stress positivo sono la nascita di un figlio, il matrimonio e l’acquisto di una
nuova casa [47]. Queste situazioni hanno in comune che sono solitamente percepite come
un avvenimento positivo; sono però associate a stress nella loro preparazione o nel loro
raggiungimento. La nascita di un figlio, ad esempio, è probabilmente uno degli avvenimenti
più felici nella vita di un individuo. Esso, però, è associato allo stress dell’attesa e dei
preparativi per suo arrivo, alla paura dell’ignoto e alla responsabilità addossata ai genitori.
Uno stress acuto nelle prime fasi è quasi sempre eustress, portando quindi benefici, in
quanto vengono messi in moto meccanismi biologici con lo scopo di aiutare l’animale o la
persona ad affrontare una situazione (ovvero le risposte allo stress). Sia in casi di eustress
che in casi di distress, questi meccanismi sono uguali, ciò che li differenzia è che il primo
non arreca danni al nostro corpo, mentre il secondo, se non viene eliminato, può portare alla
nascita di problemi di salute. Una situazione di eustress, però, diventa negativa se perdura
per parecchie settimane, trasformandosi in distress: ci si può ammalare gravemente e
possono nascere i problemi visti nel capitolo precedente. Ognuno ha una tolleranza, un
limite diverso oltre al quale una situazione di eustress si trasforma in distress [3].
Riassumendo, dunque, lo stress accompagna qualsiasi situazione positiva o negativa che
richiede un adattamento comportamentale; qualsiasi cambiamento, positivo o negativo, è
stressante e la risposta fisiologica è uguale in entrambi i casi (eustress o distress) (Figura
10) [47] .
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[38]
Figura 10: l’immagine mostra come la differenza tra una situazione di eustress e una situazione di distress è la
fase finale: nel primo caso, i parametri ritornano alla normalità e non c’è pericolo, nel secondo caso, invece, i
livelli di stress rimango elevati, dunque possono nascere problemi di salute.
4.2. Benefici di eustress sul nostro organismo
Negli ultimi anni sono stati svolti esperimenti in numero sempre crescente per determinare
gli aspetti benefici che lo stress può avere sulla nostra salute. Ad esempio, è stato scoperto
che
nei ratti stress acuti di forza significante causano una proliferazione delle cellule
staminali nel cervello, portando alla produzione di nuove cellule nervose che, una volta
mature, acutizzano le loro facoltà mentali. A causa di stress cronico, considerato come
distress, invece, gli elevati livelli di glucocorticoidi presenti nel nostro organismo sopprimono
la produzione di nuovi neuroni nell’ippocampo, portando a un deterioramento della memoria
[22]. In particolare, è stato scoperto che uno stress acuto incrementa la proliferazione di
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cellule nell’ippocampo, una regione del cervello importante per la memoria (Figura 11). Non
sono ancora chiari, però, i meccanismi secondo cui accade questo fenomeno [19].
[24]
Figura 11: troppo poco stress può portare a depressione e noia, mentre troppo stress può causare ansietà e
problemi di salute. La quantità giusta di stress acuto (ovvero eustress) migliora le prestazioni cognitive e la
salute.
Altri studi mostrano invece come alcuni tipi di stress possano potenziare il sistema
immunitario (vedi capitolo 3.4.), diminuendo la probabilità di contrarre una malattia in un
periodo di stress. Sono però necessari ulteriori studi per determinare i meccanismi di questo
fenomeno [20].
4.3. Percezione dello stress e livelli salivari di cortisolo
Nell’arco degli scorsi decenni, si sono tenute numerose conferenze con lo scopo di
informare il pubblico su possibili soluzioni per ridurre o evitare una quantità eccessiva di
stress. Recentemente, però, un nuovo corpo di studio si sta concentrando su una nuova
soluzione per combattere i problemi di salute derivanti dallo stress: la percezione dello
stress, in inglese chiamata stress mindset [30]. Questo concetto può essere riassunto
dicendo che esso si tratta della nostra percezione riguardo allo stress, che può essere visto
come qualcosa di positivo con effetti benefici su produttività, salute, benessere, crescita e
apprendimento oppure come qualcosa di negativo, con conseguenze debilitanti su questi
parametri [26]. Sono stati svolti alcuni studi, infatti, che dimostrato come una concezione
negativa dello stress, ovvero come qualcosa che ci nuoce, porta a più problemi di salute
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rispetto a una concezione positiva di stress, ovvero come qualcosa che a breve termine ci
aiuta, ci stimola a risolvere al meglio una situazione (definizione corrispondente ad eustress)
[21] [23] [26].
Uno di questi studi si concentra sulla correlazione tra la quantità di stress, la percezione che
lo stress possa intaccare negativamente la salute e la mortalità in un campione
rappresentativo di adulti statunitensi. I risultati che hanno trovato i ricercatori sono
rivoluzionari: coloro che hanno un’idea negativa di stress e che sostengono di essere molto
stressati hanno 43% in più di probabilità di morire prematuramente; entrambi questi fattori,
inoltre, presi indipendentemente, hanno mostrato di avere un impatto negativo sulla
mortalità. Coloro che però hanno avuto molto stress nella loro vita, ma che lo considerano in
modo positivo, sono i meno propensi a decedere prematuramente [21].
Un altro studio mostra invece come coloro che sostengono che lo stress sia una causa di un
deterioramento della propria salute hanno una probabilità di riscontrare problemi cardiaci
2.12 volte superiore rispetto a coloro che credono che lo stress non abbia avuto nessun
effetto sulla propria salute [23].
Secondo un ulteriore studio, la nostra concezione di stress può portare a una variazione
nella risposta che il nostro corpo mette in moto per contrastarlo [26]. Questa ricerca, svolta
nel 2013 da alcuni scienziati dell’università di Yale, parte dal presupposto che quando un
individuo ha una concezione negativa di stress, il corpo di quest’ultimo sarà troppo poco
stimolato (nel caso cui la situazione stressante
viene evitata con successo o quando
vengono assunti medicamenti per contrattaccarlo; in questi due casi l’organismo non
riconosce di essere sotto stress) oppure troppo stimolato (quando si riscontra stress
aggiuntivo a causa della mentalità negativa riguardo allo stress) di fronte a una situazione
stressante. Al contrario, se un individuo ha una concezione positiva dello stress, è più
probabile che egli riceva una stimolazione ideale dal suo corpo, ovvero che esso sarà
abbastanza stimolato da affrontare al meglio le richieste e le minacce, ma non abbastanza
stimolato da compromettere il raggiungimento del risultato finale oppure da danneggiare
permanentemente la sua salute. La ricerca è divisa in tre studi, con tre scopi diversi:
1. Determinare la validità di un sistema di misurazione della concezione dello stress
composto da 8 diversi livelli, che spaziano tra la concezione che lo stress deve essere
evitato in quanto ha effetti negativi sulla salute e la concezione che gli effetti dello stress
sono positivi e devono essere sfruttati.
2. Verificare quanto la concezione che un individuo ha dello stress possa essere
modificata.
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3. Verificare che la concezione dello stress possa essere correlata con la salute e con le
prestazioni dell’individuo, misurando il suo effetto sui livelli di cortisolo in una situazione
di stress acuto.
Il terzo esperimento si basa sul presupposto che una iperattivazione dell’asse HPA porta a
livelli alti di cortisolo, che possono causare problemi fisiologici e psicologici, mentre una
ipoattivazione dell’asse HPA porta a un deterioramento del sistema immunitario e allo
sviluppo di problemi autoimmuni. L’ipotesi degli scienziati è che se un individuo ha una
concezione positiva dello stress, avrà un livello ottimale di cortisolo e quindi di stimolazione.
Gli individui che hanno partecipato all’esperimento sono degli studenti universitari con età
media di 19 anni. Gli scienziati hanno misurato il loro livello di cortisolo tre volte ad intervalli
di mezz’ora in una giornata normale (non stressante). Per creare una situazione di stress in
cui misurare nuovamente i livelli di cortisolo, gli scienziati hanno usato il Trier Social Test
(un protocollo semplice che ha lo scopo di indurre l’attivazione dell’asse HPA nella
maggioranza degli individui dello studio in modo consistente e riproducibile; è stato
dimostrato tramite vari studi che il TSST elimina alcune delle numerose variabili che
contribuiscono alle variazioni individuali nelle risposte allo stress). I risultati del terzo
esperimento mostrano che una concezione positiva di stress può equilibrare i livelli di
cortisolo nelle risposte allo stress con problemi di iperattivazione o ipoattivazione dell’asse
HPA, giocando dunque un ruolo importante nella prevenzione di problemi di salute legati a
situazioni stressanti [26].
4.4. Il Trier Social Stress Test
Per ricreare una situazione di stress, gli scienziati hanno usato il Trier Social Stress Test
(TSST) [27]. Questo test è un protocollo semplice che ha lo scopo di indurre l’attivazione
dell’asse HPA nella maggioranza degli individui dello studio in modo consistente e
riproducibile. È stato dimostrato tramite vari studi che il TSST elimina alcune delle numerose
variabili che contribuiscono alle differenze individuali nelle risposte allo stress. Il TSST
consiste in un periodo di anticipazione (10 minuti) e un periodo di esame (10 minuti), in cui i
soggetti devono fare una presentazione orale e dei calcoli aritmetici davanti ad un pubblico.
Prima dell’esperimento, gli individui vengono portati in una stanza per rilassarsi per 10 o 30
minuti. Successivamente vengono condotti in una seconda stanza e familiarizzati con ciò
che dovranno svolgere. In questa stanza sono già presenti tre persone sedute ad un tavolo
(di entrambi i sessi), una telecamera e un microfono. Viene chiesto agli individui di assumere
il ruolo di un candidato per un lavoro e che la sua idoneità per la posizione verrà determinata
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grazie al giudizio dei tre capi dell’azienda (le tre persone sedute al tavolo). Viene inoltre
detto che dopo un periodo di preparazione, essi dovranno presentarsi ai capi con un
discorso della durata di 5 minuti per convincerli di essere il/la candidato/a perfetto/a per il
lavoro. Viene anche annunciato che i capi dell’azienda sono formati per controllare il
comportamento non verbale, che il colloquio sarà filmato e che il video verrà analizzato
successivamente. Dopo queste istruzioni, gli individui vengono riportati nella stanza iniziale,
dove gli vengono dati 10 minuti per preparare il loro discorso usando carta e penna, ma con
il divieto di scrivere tutto ciò che intendono dire. Scaduto il tempo di preparazione, essi
vengono ricondotti nella seconda stanza e invitati a esporre il loro discorso per 5 minuti. Se
esso dura di meno, i giudici ricordano agli individui che essi hanno ancora tempo a
disposizione. Se non raggiungono ancora i 5 minuti, i capi restano in silenzio per 20 secondi
e poi chiedono delle domande preparate in precedenza. Al termine del tempo stabilito, i
giudici chiedono agli individui di sottrarre il numero 13 da 1.022 il più velocemente e
accuratamente possibile. Nel caso di errore, gli interrogati devono ricominciare a contare da
1.022. Dopo questo ultimo test, con durata di 5 minuti, i partecipanti allo studio vengono
ricondotti alla prima camera, dove vengono messi al corrente dello scopo dello studio e dove
viene detto che non sono stati registrati. Successivamente viene lasciato un periodo di
tempo tra i 30 ai 70 minuti per riposarsi e riprendersi. I campioni di cortisolo sono estratti con
una frequenza di 10-30 minuti. I risultati del TSST mostrano come tutti gli ormoni sono
presenti in livelli elevati dopo lo stress psicologico di parlare in pubblico. Il massimo livello di
cortisolo è stato misurato a 10 minuti dall’inizio del test (quindi 10 minuti dopo essere stati
portati nella stanza davanti ai capi e aver scoperto il loro compito). I livelli di cortisolo
salivare misurati durante il test sono aumentati tra 2 e 4 volte rispetto a quelli iniziali. In sei
studi differenti è stato dimostrato che questo protocollo induce cambiamenti consistenti nei
livelli di vari ormoni legati alle risposte allo stress, ad esempio ACTH, prolattina, epinefrina,
ormone della crescita, cortisolo salivare e sanguigno. È stato inoltre riscontrato un aumento
del battito cardiaco [27].
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5. Eustress e distress a confronto:
quanto la nostra percezione dello
stress può influenzare le risposte del
nostro corpo?
5.1. Scopo
Nell’esperimento svolto dagli scienziati dell’università di Yale, è stato elaborato un concetto
rivoluzionario: la nostra percezione dello stress può portare ad una variazione nelle risposte
stesse che il nostro corpo mette in atto per ritornare ad una situazione di omeostasi. Questo
implica che molti problemi di salute che sono causati da situazioni stressanti possono essere
evitati semplicemente da un cambiamento nella nostra mentalità. Quanto però la nostra
mentalità ha il potere di influire sui livelli di cortisolo? Quanto variano questi livelli?
Per rispondere a questi interrogativi, per il presente lavoro di maturità è stato ideato un
esperimento con lo scopo di determinare l’influenza della nostra percezione dello stress
sulle risposte del nostro corpo. Separatamente all’esperimento principale, sono anche stati
misurati i livelli di cortisolo di un gruppo di individui che sostengono di essere stressati
cronicamente a causa del lavoro o di una serie di fattori. I risultati delle analisi del prelievo
sono stati successivamente comparati con un gruppo di controllo di individui che non sono
soggetti a stressori, per vedere se si può notare una differenza apprezzabile nei livelli di
cortisolo salivare tra i due gruppi.
5.2. Ipotesi iniziale
L’ipotesi iniziale è che coloro che hanno una concezione positiva di stress hanno livelli di
cortisolo più bassi rispetto a coloro che sono convinti che esso abbia delle ripercussioni
negative sulla salute. Nel secondo caso, infatti, l’asse HPA sarebbe anche stimolato a
rilasciare cortisolo dallo stress psicologico aggiuntivo dovuto alla paura di contrarre problemi
di salute a causa dello stress subito e da un malessere generale dell’individuo.
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5.3. Scelta degli individui
I prelievi di cortisolo salivare sono stati effettuati su tre gruppi di persone:
-
su allievi di una classe della scuola Franklin University (per l’esperimento riguardo
alla percezione dello stress), di seguito “Gruppo 2”.
-
su un gruppo di controllo di individui che vivono una quantità irrilevante di stress, di
seguito “Gruppo di controllo”.
-
su un gruppo di individui che sostengono di essere stressati cronicamente, di seguito
“Gruppo 3”.
È importante indicare una precisazione riguardo al Gruppo 2 e al Gruppo 3. Il livello di
cortisolo del Gruppo 2 è stato misurato dopo uno stress acuto, ovvero dopo la prova scritta a
cui sono stati sottoposti i singoli individui, mentre il gruppo di individui stressati cronicamente
sono soggetti a stress cronico. Si vanno dunque a misurare due diverse tipologie di stress:
lo stress acuto e lo stress cronico. Gli allievi di Franklin University (Gruppo 2) possono
anch’essi essere affetti da stress cronico, dato da fattori esterni all’esperimento come
problemi familiari, esami o problemi legati alla vita personale che possono anch’essi essere
presenti. A questi fattori viene aggiunto uno stress acuto che innalza ulteriormente i livelli di
cortisolo.
Una grande variabile presente nella scelta degli individui è dovuta alla partecipazione sia di
uomini che di donne. È risaputo che i livelli di cortisolo salivari variano tra uomo e donna.
Infatti, i livelli di cortisolo nelle donne subiscono variazioni nell’arco del mese anche senza
stress in quanto il sistema ormonale risente dell’influenza del ciclo mestruale [46]. Le
risposte allo stress nelle donne sono attenuate nella fase follicolare del ciclo mestruale e
sono di livello simile a quello degli uomini nella fase luteinica [57]. Inoltre, è stato riscontrato
che gli uomini mostrano variazioni nei livelli di cortisolo da 1.5 a 2 volte maggiore rispetto
alle donne in situazioni di stress [27]. Gli studiosi hanno anche trovato che gli uomini
mostrano livelli di cortisolo più elevati delle donne in anticipazione a una situazione di stress
(si tratta dunque di uno stress psicologico), anche senza che questa venga affrontata. In
questa condizione, infatti, la concentrazione di cortisolo salivare misurato in individui di
sesso femminile non era differente rispetto a quella normale o era addirittura inferiore ai
livelli di base. I ricercatori hanno ipotizzato che questi risultati possano essere dovuti a
differenze in risposte cognitive o emotive a situazioni di stress psicologico, che a loro volta
potrebbero influenzare la secrezione di cortisolo [28]. Inoltre, i livelli mattutini e quelli serali di
questo ormone secondo uno studio svolto nel 2009 sono più elevati in individui di sesso
femminile; questi risultati sono però in contrasto con degli altri studi, in cui è stato riscontrato
il contrario. Sono dunque necessari ulteriori ricerche in questo campo [45].
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5.3.1. Scelta di individui per l’esperimento alla Franklin University
(gruppo 2)
Per quanto riguarda gli studenti della Franklin University, è stato scelto di svolgere
l’esperimento in una classe universitaria, siccome lo stress psicologico causato da un esame
è considerato come uno degli stressori più acuti, in quanto il suo esito è determinante nel
futuro degli allievi [57]. Inoltre, in una classe è semplice ricreare una situazione uguale per
tutti gli individui, sia per fattori ambientali come la temperatura dell’aula che per elementi
legati all’esperimento come l’aver assistito alla stessa lezione. È importante ricreare una
situazione il più simile possibile per tutti gli individui per limitare fattori che potrebbero
intaccare la precisione dei risultati.
Un secondo vantaggio di compiere l’esperimento in una scuola è la limitazione della fascia di
età degli individui (in questo caso tra i 18 e i 23 anni, tra il massimo e il minimo di età ci sono
dunque 5 anni di differenza). La classe in cui si è svolto l’esperimento è composta da 7
maschi e 12 femmine. L’università è stata contattata tramite delle conoscenze con la
psicologa dell’istituto. Non è stata attuata una selezione sul sesso degli individui, in quanto è
stato ritenuto interessante anche verificare come i livelli di cortisolo variano tra maschi e
femmine.
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I partecipanti all’esperimento inizialmente erano 19, uno di essi (l’individuo 2), però, il giorno
dei prelievi di cortisolo era assente, e hanno dunque partecipato all’esperimento solo 18
studenti.
Individuo
Età
Sesso
1
18
M
2
19
M
3
21
M
4
19
F
5
21
F
6
23
M
7
20
F
8
19
F
9
22
F
10
20
F
11
17
F
12
19
M
13
19
M
14
18
F
15
19
F
16
18
F
17
19
F
18
23
M
19
19
F
Tabella 1: lista degli individui
della Franklin University che
hanno
partecipato
all’esperimento con sesso ed
età (7maschi e 12 femmine)
5.3.2. Scelta di individui stressati cronicamente (gruppo 3)
Anche in questo caso sono stati scelti sia maschi che femmine, per permettere poi un
confronto tra questi dati e i risultati della Franklin University. I presunti individui stressati
cronicamente sono di due categorie, studenti liceali e lavoratori e appartengono dunque a
due fasce di età diverse. Questo permette di indagare su un possibile legame non solo
riguardo alla variazione dei livelli di cortisolo secondo l’età, ma anche sulla differenza tra lo
stress percepito nel mondo lavorativo e in quello scolastico.
Gli individui stressati cronicamente sono 17, 7 allievi liceali (S 12-18) e 10 lavoratori (S 111).
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I test salivari monouso per il Gruppo 3 sono stati marcati con un numero da 1 a 18 e dalla
lettera S per differenziarli dal gruppo di controllo e dagli allievi di Franklin University.
Individuo
Età
Sesso
S1
S3
S4
S5
S6
S7
S8
S9
S 10
S 11
S 12
S 13
S 14
S 15
S 16
S 17
S 18
42
42
42
42
43
30
55
47
40
48
18
17
17
18
18
19
18
F
M
F
F
F
M
F
M
F
F
F
F
F
F
F
M
F
Tabella 2: lista di individui nel gruppo
stressati cronicamente con età e sesso
5.3.3. Scelta di individui gruppo di controllo
Gli individui di questo gruppo sono persone che sostengono di vivere uno stile di vita con
una minima presenza di stress. Questo gruppo dovrebbe avere i livelli di cortisolo salivari
coincidenti (o quasi) con i parametri basali, dunque senza alcuna presenza di stress che li
influenzi.
Sono stati scelti due individui maschi, in quanto i loro livelli di cortisolo non sono soggetti a
fluttuazioni dovute al sistema ormonale come quelli femminili.
Individuo
Età
Sesso
NS 1
NS 3
52
44
M
M
Tabella 3: lista di individui del
gruppo di controllo con età e sesso
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5.4. Condizioni preliminari per gli individui da seguire
prima dell’esperimento
Idealmente, per ottenere i risultati più precisi possibili, i partecipanti devono sottostare ai
seguenti requisiti:
-
Non fumare per almeno un’ora prima dell’esperimento [27]: il tabacco ha una grande
influenza su numerosi processi biologici, tra cui anche sul funzionamento del sistema
endocrino. Recettori nicotinici sono presenti in numero cospicuo nel sistema nervoso
e nei tessuti periferici. In un esperimento svolto nel 2005, sono stati misurati i livelli di
cortisolo salivare in un gruppo di fumatori e di non-fumatori. I risultati
dell’esperimento
mostrano
che
i
livelli
di
cortisolo
nei
fumatori
sono
significativamente più elevati nell’arco della giornata (circa 40 % più alti) rispetto ai
non-fumatori. Il fatto di fumare, dunque, è una variabile non indifferente nei livelli di
cortisolo salivare [48]. L’effetto stimolante della nicotina sull’asse HPA è dovuto al
fatto che questa sostanza imita gli effetti di neurotrasmettitori (ad esempio
dell‘acetilcolina, un neurotrasmettitore responsabile per la trasmissione nervosa sia a
livello di sistema nervoso centrale che di sistema nervoso periferico [7]) o porta al
rilascio stesso di neurotrasmettitori come dopamina e seratonina, che modulano la
risposta allo stress. L’azione neurotrasmettitrice della nicotina porta ad un aumento
nei livelli di ACTH, che, a sua volta, porta ad un aumento nei livelli di cortisolo [49].
-
Non assumere droghe (ad esempio cannabis) per almeno un’ora prima
dell’esperimento [27]: similmente all’effetto della nicotina sull’asse HPA, le sostanze
contenute nelle droghe come cannabis possono agire da neurotrasmettitori, portando
ad uno squilibrio nei livelli di cortisolo [50].
-
Non mangiare per almeno un’ora prima dell’esperimento [27]: anche i pasti assunti
durante il giorno possono portare ad una variazione consistente nei livelli di cortisolo.
In particolare, l’incremento dei livelli di cortisolo è correlato con la quantità di proteina
ingerita. Un pasto ricco di proteine, infatti porta ad un rialzo nei livelli di cortisolo,
mentre uno carente di questa macromolecola non porta a variazioni di livelli
nell’ormone. Il motivo dell’incremento potrebbe essere dovuto a dei meccanismi
omeostatici attivati dal nostro corpo in seguito ad un cospicuo apporto di
amminoacidi [55].
-
Non consumare bevande alcoliche per almeno un’ora prima dell’esperimento [27]:
come le altre droghe, l’alcool ha un effetto significativo sull’asse HPA. Infatti, è stato
riscontrato che l’aumento nei livelli di glucocorticoidi causati dalla consumazione di
bevande alcoliche è maggiore dell’aumento causato da una situazione stressante.
L’alcool agisce sull’asse HPA con un effetto disinibitorio: sopprime le cellule nervose
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responsabili per l’inibizione dell’asse HPA, portando dunque ad una sua attivazione e
innalzando i livelli di cortisolo [51].
-
Non bere bibite contenenti caffeina per almeno un’ora prima dell’esperimento: la
caffeina attiva l’asse HPA, elevando i livelli di glucocorticoidi e portando dunque
anche ad un rialzo nei livelli di cortisolo [53]. Ha un effetto diretto sul PVN, portando
ad un aumento nel rilascio sia di CRH che di ACTH. È stato dimostrato che i livelli
tornano a parametri basali dopo un’ora dall’assunzione di una piccola dose di
caffeina; è dunque sensato astenersi dal bere bibite contenenti caffeina per almeno
un’ora prima dell’esperimento [54].
-
Non avere malattie legate al sistema ormonale [46]: le malattie del sistema endocrino
portano ad uno sfasamento nei normali cicli ormonali dell’organismo. Queste
variazioni possono portare ad un cambiamento nei livelli abituali di cortisolo e
dunque influire sui risultati dell’esperimento.
-
Non avere contratto infezioni di recente [46]: quando abbiamo un’infezione, avviene il
rilascio di citochine, molecole pro infiammatorie del sistema immunitario che fungono
da segnali di comunicazione fra le cellule del sistema immunitario e diversi organi e
tessuti [7]. Le citochine stimolano il rilascio di glucocorticoidi, che a loro volta
stimolano l’asse HPA. Ciò porta a livelli di cortisolo salivari più alti rispetto ai
parametri basali [52].
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5.5. Procedimento
5.5.1. Metodo per la misurazione dei livelli di cortisolo salivari
Per tutti i tre gruppi, è stato svolto un prelievo di saliva per misurare i livelli di cortisolo. È
stato preferito misurare i livelli di cortisolo salivare rispetto a quelli del plasma in quanto il
prelievo di saliva non è invasivo rispetto al prelievo di un campione di sangue. Inoltre,
proprio a causa delle sue caratteristiche non invasive, il prelievo di cortisolo salivare elimina
la variabile di stress aggiuntivo che può accompagnare il prelievo di sangue e che potrebbe
portare ad un innalzamento dei livelli di cortisolo, che si allontanerebbero dalla norma e
quindi intercorrerebbero a diminuire la precisione e l’attendibilità dei dati ottenuti [48].
La saliva è stata prelevata con l’utilizzo di test salivari monouso (Figura 12), forniti dalla ditta
farmaceutica svizzera Viollier, uffici di Lugano.
[59]
Figura 12: composizione di un test salivare monouso
I test salivari monouso sono composti da un contenitore esterno rigido che protegge un
contenitore intermedio, al cui interno è conservato il tampone ovattato da masticare.
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[58]
Figura 13: procedimento per il prelievo di saliva usando i test salivari monouso.
I passi per il corretto prelievo di saliva sono (Figura 13) [58]:
4. Separare il contenitore intermedio della Salivette ed estrarre il tampone ovattato
5. Inserire il tampone ovattato nella bocca del/ della paziente
6. Masticare leggermente il tampone ovattato per almeno un minuto
7. Inserire il tampone ovattato nel contenitore intermedio
8. Chiudere il contenitore intermedio ad inserire nella Salivette, chiudere bene la salivette
5.5.2. Procedimento per gli studenti di Franklin University
A. Percezione individuale dello stato di stress e del suo effetto
Per l’esperimento è stato necessario effettuare due prelievi di cortisolo salivare per ogni
studente. Per il secondo prelievo, si è dovuto nascondere il vero motivo dell’estrazione di
saliva (ovvero l’analisi dei livelli di cortisolo), in quanto se esso fosse stato noto, non avrebbe
permesso la ricreazione di una
situazione di stress abbastanza credibile per indurre
un’attivazione dell’asse HPA a causa della situazione di stress. Il pretesto usato per il
prelievo è che esso ha lo scopo di misurare i livelli di flora batterica dentale per una ricerca
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in ambito dentistico. In questo modo è stato possibile prelevare la saliva per le analisi dei
livelli di cortisolo senza portare ad una loro variazione.
Il primo passo del procedimento è stato assicurarsi che tutti gli studenti della Franklin
University fossero d’accordo a partecipare all’esperimento. A questo scopo, il 3 novembre
2014 sono state consegnate le delibere alla classe (allegato 2), firmata lo stesso giorno da
ogni partecipante. Grazie alle firme sulle delibere, è stata creata una lista in cui ad ogni
studente è stato assegnato un numero (dunque da 1 a 19). Questo numero è poi stato
scritto su tutti i fogli consegnati agli allievi (questionario sulla cura dentale e questionario
sullo stress), per permettere di mantenere l’anonimato, ma anche di indagare un possibile
legame tra i risultati ottenuti e le risposte ai due questionari.
Il secondo passo della metodologia è stata la consegna agli allievi di un formulario con
domande generali sulla cura dentale avvenuta il 6 novembre (allegato 3). Ogni questionario
è stato numerato da 1 a 19 e non era presente il nome dell’allievo. Lo scopo del questionario
è stato quello di rendere più credibile il motivo dei prelievi di saliva annunciato agli allievi
(ovvero che le estrazioni sono effettuate per uno studio sulla flora batteria dentale), e di
accertarsi della percezione sullo stress di ogni studente. Oltre ad alcune domande generali
sulla cura dentale, infatti, nel formulario sono presenti anche tre domande fondamentali per
l’analisi dei risultati dei test salivari e per successive parti del procedimento. L’ultima
domanda del questionario è relativa alla percezione dello stress degli studenti. Questo primo
accertamento è stato necessario per una suddivisione dei partecipanti in due gruppi: un
gruppo di stress negativo e un gruppo di stress positivo. Il criterio usato per la suddivisione
degli studenti in due gruppi è stata la risposta all’ultima domanda del questionario sulla cura
dentale: <I beleve that stress can/ can’t have positive effects on my health> (traduzione:
credo che lo stress possa/ non possa avere effetti positivi sulla mia salute). Solo quattro
studenti hanno risposto affermativamente a questa domanda (indicando che secondo loro lo
stress può avere effetti positivi sulla loro salute). Siccome si è voluto creare un numero equo
di persone nei due gruppi e l’esperimento è anche atto ad indagare la differenza nei livelli di
cortisolo dei maschi e delle femmine, come secondo criterio per la scelta degli individui da
mettere nei due gruppi è stato scelto quello del sesso.
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Individuo
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
Gruppo eustress
Gruppo distress
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Tabella 4: lista degli individui nel gruppo di stress positivo e negativo. La divisione nei due gruppi è stata effettuata
secondo le risposte ad una domanda nel questionario sulla cura dentale
Nel gruppo eustress sono dunque presenti 10 allievi (3 maschi e 7 femmine), nel gruppo
distress 9 (4 maschi e 5 femmine).
B. Video eustress – distress
In un secondo momento, ai due gruppi, per e-mail, sono stati mandati due video separati:
uno concernente gli effetti benefici dello stress sulla salute [63], l’altro sui suoi effetti negativi
[64]. Quest’ultimo video è stato inviato al gruppo di stress negativo, mentre il video in cui
sono messi in luce gli positivi benefici dello stress è stato inviato all’altra metà della classe.
Questi video sono elementi fondamentali per il procedimento, in quanto l’esperimento si
basa sul presupposto che coloro che hanno visto il video sullo stress positivo avranno dei
livelli di cortisolo più bassi di coloro a cui è stato mandato il video sugli effetti negativi dello
stress sulla nostra salute, che dunque hanno una percezione negativa dello stress (anche
per questo si è chiesta la domanda sulla percezione dello stress, così da non mettere
individui con una percezione positiva dello stress nel gruppo distress). Lo scopo dei video,
dunque, è stato quello di portare ad una variazione nella mentalità dello stress degli allievi,
cambiandola da negativa a positiva. Il video sullo stress negativo era atto a creare una
concezione, se possibile, ancora più negativa dello stress o, se presente, di mantenerla tale.
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L’effetto dei video sulla percezione dello stress degli individui è stata poi verificata in un
questionario successivo.
La terza tappa del procedimento, dunque, è stato l’invio di un e-mail agli studenti con l’invito
di guardare il video sullo stress, di cui è stato mandato il link. L’invio delle e-mail è stato
effettuato l’11 novembre, due giorni prima dell’estrazione della saliva per far sì che i
partecipanti si ricordassero del contenuto dei video. L’e-mail è stato inviato dalla
professoressa per non insospettire i partecipanti sul vero soggetto dell’esperimento, dicendo
che sarebbe servito per la lezione successiva per una nuova unità sullo stress che sarebbe
cominciata dopo l’esperimento. Per assicurare che i partecipanti guardassero i video, nell’email è stato indicato che essi potevano essere interrogati sul contenuto dei video durante la
lezione successiva (ovvero la data dei prelievi di saliva). Nell’e-mail sono state anche
indicate le condizioni necessarie da seguire per partecipare all’esperimento (elencate in
precedenza). Sono state omesse le ultime due condizioni (non avere infezioni di recente e
non avere malattie legate al sistema ormonale), che sono però state verificate nel
questionario sulla cura dentale tramite due domande puntuali.
Riassumendo le tappe del procedimento prima del prelievo di saliva:
1. 03.11.14: consegna e firma della delibera
2. 06.11.14: consegna formulario sulla cura dentale
3. 11.11.14: invio dell’e-mail con i rispettivi video ai due gruppi di studenti
Le estrazioni di saliva sono stati eseguiti il 13 novembre. I prelievi sono stati svolti
direttamente in un’aula della Franklin University.
Ore 13.00: è cominciata la lezione, preceduta dai preparativi necessari per l’esperimento.
Nessun studente è arrivato in ritardo (tranne l’individuo 2 che era assente a causa di un
impegno sportivo) e la lezione è cominciata in orario. Prima dei prelievi di saliva, è stata
effettuata una breve introduzione di circa 7 minuti sulla flora batterica orale, per giustificare il
primo prelievo di cortisolo e per far sembrare credibile il motivo fittizio dell’esperimento.
Ore 13.07: sono stati consegnati i test salivari monouso (seguendo la lista che indica la
corrispondenza tra il nome e il numero assegnato ad ogni individuo), precedentemente
marcati con i numeri corrispondenti ad ogni individuo e con
una A (Figura 14), per
differenziare questi test salivari dai secondi prelievi effettuati (contrassegnati con lo stesso
numero, ma con una B).
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Figura 14: immagine dei test salivari di cortisolo marcati con il numero corrispondente ad ogni partecipante
all’esperimento e la denotazione a e b per distinguere i primi prelievi (a) e i secondi prelievi (b).
Prima della consegna dei test salivari, sono state date le indicazioni su come effettuare i
prelievi ed è stato chiesto agli studenti di attendere prima di iniziare a masticare, per
permettere di cronometrare esattamente un minuto di masticazione del tampone di ovattato.
Quando tutti gli studenti erano in possesso dei test salivari, è stato indicato loro di prendere
il tampone ovattato.
Ore 13.09: gli studenti hanno cominciato a masticare, fino a quando sono stati informati della
fine del minuto, avvenuto dunque alle 13.10.
Dopo il ritiro dei test salivari, gli studenti sono stati ringraziati per aver partecipato
all’esperimento ed è stato detto che quest’ultimo era giunto al termine.
Ore13.12: la professoressa della classe ha annunciato un test a sorpresa alla classe sulle
lezioni precedenti. Anche questo test a sorpresa è parte del procedimento, in quanto esso è
stato ideato per indurre una situazione di stress, per poi misurare la variazione nei livelli di
cortisolo tra una situazione di assenza e di presenza di stress.
Ore 13.13: è stato consegnato il foglio per il test a sorpresa e gli studenti hanno cominciato a
scrivere.
Ore 13.14: un minuto dopo la consegna del test a sorpresa, è stato annunciato che sarebbe
stato necessario effettuare un secondo prelievo di saliva. Sono stati consegnati dei nuovi
test salivari monouso (contrassegnati con lo stesso numero, ma con una B per distinguerli
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dai primi) ed è stato detto che gli studenti potevano masticare mentre scrivevano, ma che
dovevano aspettare prima di aprire i contenitori per permettere di cronometrare
precisamente un minuto.
Il secondo prelievo di cortisolo è stato effettuato tra le 13.16 e le 13.17. Dopo l’estrazione, gli
studenti hanno continuato a lavorare sul test.
Ore 13.18: subito dopo aver ripreso le provette del secondo prelievo di cortisolo, è stato
indicato alla classe di smettere di scrivere e sono stati ritirati i fogli del test a sorpresa. Agli
studenti è stato rivelato il vero scopo dell’esperimento, ovvero che i prelievi di saliva non
erano stati effettuati per studiare la flora batterica orale, ma per uno studio sullo stress e più
precisamente sugli effetti della concezione dello stress sulla nostra salute.
È stato consegnato un nuovo questionario, questa volta inerente allo stress (allegato 4),
composto da tre parti:
a. le prime domande sono inerenti al loro stato di stress al momento delle estrazioni di
cortisolo (per poi trovare un legame tra le risposte alle domande e i risultati delle
analisi sul test salivare monouso);
b. la seconda invece è atta a verificare quanto la loro mentalità sullo stress fosse stata
cambiata grazie alla visione dei video (specialmente del video sullo stress positivo);
c. l’ultima parte del questionario comprende una domanda sulle loro reazioni di fronte
all’annuncio del test a sorpresa;
Successivamente è stata effettuata una breve presentazione powerpoint sul concetto di
eustress e sul funzionamento delle risposte allo stress ed è stato spiegato lo scopo del
lavoro di maturità, di durata complessiva di circa 30-40 minuti. In questo periodo di tempo è
inoltre stato proiettato il video sullo stress positivo, in quanto solo metà classe lo aveva
guardato (il gruppo stressato positivamente).
Dopo la presentazione, è stato lasciato spazio alle domande degli studenti.
Durante la presentazione e il periodo di domande, i test salivari sono stati conservati in frigo
per conservarli al meglio.
Subito dopo la partenza da Franklin University, le provette sono state portate alla Viollier.
___________________________________________________________________________
Pagina 47
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5.5.3. Procedimento per gli individui stressati e per il gruppo di
controllo
Il procedimento seguito per gli individui stressati e per il gruppo di controllo è, ovviamente,
diverso da quello seguito alla Franklin University. In questo caso, si è cercato un possibile
rapporto tra lo stress percepito, i livelli di cortisolo misurati e la percezione dello stress
dell’individuo.
Il procedimento seguito per i partecipanti che sostengono di essere stressati cronicamente e
il gruppo di controllo è uguale.
Ai due gruppi è stato consegnato un test salivare monouso (uno per ogni individuo). È stata
prelevata la saliva da 17 individui che sostenevano di essere stressati cronicamente e da 2
individui no stress (ovvero che sostengono di vivere una vita esente da stress). I partecipanti
dei due gruppi hanno anche riempito una delibera (allegato 1) e un formulario con domande
inerenti allo stress (uguale a quello per il procedimento della Franklin University, ma in
italiano) (allegato 5). I questionari sono stati compilati per poi riuscire a trovare un legame
tra i livelli di cortisolo e le risposte alle domande, dunque tra il livello di stress indicato dai
risultati delle analisi e lo stato di stress percepito dall’individuo.
Il gruppo di individui che sostengono di non essere stressati è un gruppo di controllo, ovvero
sono stati misurati i loro livelli di cortisolo per poi compararli con i risultati degli studenti del
gruppo di Franklin University (stress acuto) e i partecipanti stressati cronicamente.
I prelievi per i gruppi di individui stressati negativamente e no stress sono stati eseguiti in
varie date, e per motivi di comodità alcuni test salivari monouso sono stati consegnati
direttamente alle persone che, dopo essere state informate su come eseguire il prelievo di
saliva, lo hanno eseguito esse stesse.
Ai partecipanti dei due gruppi sono state indicate le condizioni da seguire per ottenere dei
risultati precisi (elencati nel capitolo 5.4.).
I prelievi dei vari gruppi di individui sono stati eseguiti tutti tra le 13.00 e le 13.15. Questo
lasso di tempo è stato scelto in base all’orario dei prelievi della Franklin University, in quanto
i livelli di cortisolo variano nell’arco della giornata seguendo un ritmo circadiano. Per avere
dei risultati più precisi possibile, è stato dunque necessario limitare l’orario.
Dopo i prelievi le provette sono state subito portate alla Viollier, dove sono state analizzate.
Gli individui dei due gruppi sono di entrambi i sessi, per permettere poi di confrontare i dati
con i risultati delle analisi dei test monouso del gruppo di Franklin University.
Le date dei vari prelievi per gli individui stressati e no stress sono:
A. NS 1: 12.11.14
B. NS 3: 13.11.14
C. S 1, S 3: 16.11
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D. S 4, S 5, S 6, S 7, S 8: 12.11.14
E. S 9, S 10, S 11: 15.11.14
F. S 12, S 13, S 14, S 15, S 16, S 17, S 18: 17.11.14
5.5.4. Metodologia dell’analisi statistica dei risultati
Al termine della raccolta e dell’elaborazione dei dati, si è proceduto all’analisi statistica
prendendo in esame tutte le osservazioni effettuate per i tre gruppi. I test statistici hanno
come scopo quello di generalizzare i risultati ottenuti dall’esperimento svolto all’intera
popolazione.
Dapprima sono stati tabulati i dati ottenuti dal laboratorio. In seguito si è effettuata un’analisi
sommaria tramite dei diagrammi a barre (istogrammi) e dei diagrammi a punti.
L’analisi dei grafici ha permesso di determinare se i dati seguono una distribuzione normale
o meno.
In seguito è stato effettuato un test delle ipotesi per verificare se vi è o meno una differenza
tra i risultati del primo prelievo di cortisolo ed i risultati del secondo prelievo per gli studenti
della Franklin University.
Le due ipotesi sono [61]:
H0: 𝜇2 − 𝜇1 = 0 (Ipotesi nulla: la media dei livelli di cortisolo del secondo prelievo è uguale
alla media dei livelli di cortisolo del primo prelievo)
Ha: 𝜇2 − 𝜇1 > 0 (Ipotesi alternativa: la media dei livelli di cortisolo del secondo prelievo è
maggiore alla media dei livelli di cortisolo del primo prelievo)
Nel caso di una distribuzione normale [61], per un livello di significatività del 95%, il test è il
seguente:
𝑧=
𝑥̅2 − 𝑥̅1
𝜎2 𝜎2
√ 1 + 2
𝑛1 𝑛2
Se z < 1.645 (il valore critico che leggiamo sull’apposita tabella), allora l’ipotesi nulla non
può essere rifiutata e quindi i risultati dei due prelievi sono, da un punto di vista statistico,
identici.
Se z > 1.645, allora vale l’ipotesi alternativa. Questo significa che la media del secondo
prelievo è significativamente superiore a quella del primo prelievo.
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Pagina 49
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Nel caso di dati non distribuiti normalmente [61], ed in particolare nel nostro caso, nel quale i
campioni sono piccoli, dobbiamo ricorrere a delle statistiche cosiddette non parametriche. Si
è optato per il test dei ranghi con segno di Wilcoxon.
Il procedimento è il seguente:

si calcola la differenza tra il livello di cortisolo del secondo prelievo ed il primo
prelievo;

si calcola il valore assoluto della differenza calcolata in precedenza;

si attribuisce un rango dal più piccolo al più grande valore;

si calcola la somma dei ranghi positivi e la somma dei ranghi negativi;

se la somma dei ranghi negativi è inferiore ad un valore che leggiamo sull’apposita
tabella (Figura 15), allora l’ipotesi nulla non può essere rifiutata, ossia, non vi è
differenza tra i due gruppi e quindi non vi è aumento del livello di cortisolo.
[63]
Figura 15: immagine con valori critici per il test dei ranghi con segno di Wilcoxon. I due cerchi in rosso
evidenziano i valori critici usati successivamente per il test delle ipotesi.
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5.6. Risultati attesi
5.6.1. Risultati attesi per il gruppo di Franklin University
Con l’analisi dei campioni di cortisolo salivare prelevati dagli allievi di Franklin University, mi
attendo di riscontrare che i livelli di cortisolo negli allievi del gruppo di eustress, dopo essere
stati stressati con il falso test a sorpresa, saranno minori rispetto a quelli degli individui del
gruppo dello stress negativo, posti nella stessa situazione. In entrambi i casi, mi aspetto che
i livelli di cortisolo salivari saranno maggiori durante la situazione di stress acuto rispetto ai
livelli misurati con il primo prelievo. Mi attendo che i maschi abbiano dei livelli di cortisolo
mediamente più alti rispetto alle ragazze, in quanto è stato riscontrato che individui di sesso
maschile sono più soggetti a variazioni nei livelli salivari di cortisolo rispetto a individui di
sesso femminile [27]. Mi attendo inoltre che ci sarà un legame tra i livelli misurati e la
quantità di stress indicata dal formulario.
5.6.2. Risultati attesi per il gruppo di individui stressati
cronicamente
Mi attendo che i livelli di cortisolo salivari misurati in questo gruppo di individui saranno più
elevati rispetto ai livelli di cortisolo salivare nel gruppo di controllo. Mi attendo inoltre che ci
sarà un legame tra i livelli misurati e la quantità di stress indicata dal formulario.
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5.7. Possibili imprecisioni per i tre gruppi
Ci sono alcuni fattori che possono portare a delle imprecisioni nei livelli di cortisolo salivare.
Alcuni di questi elementi sono comuni a tutti e tre i gruppi, mentre alcune imprecisioni sono
specifiche per ogni gruppo.
Le imprecisioni più sostanziali per tutti e tre i gruppi sono causate dai fattori elencati nel
capitolo 5.4. che, se non limitati, possono portare a squilibri considerevoli nei livelli
dell’ormone misurato e, più in generale, nel sistema ormonale.
Nel caso degli individui di sesso femminile, un’imprecisione sostanziale può essere data
dalla fase del ciclo mestruale in cui si trova l’individuo al momento del prelievo e
dall’assunzione di pillole anticoncezionali, che portano ad uno sballamento dei livelli
ormonali [46].
Una delle variabili più importanti che può portare a delle imprecisioni nei livelli di cortisolo è
data dai ritmi circadiani del cortisolo (Figura 16). I livelli di questo ormone, infatti, anche in
condizioni basali variano notevolmente.
[41]
Figura 16: ritmo circadiano del cortisolo: in ascissa si possono notare le quantità di moli, mentre in ordinata sono
indicati gli orari del giorno. I livelli di cortisolo si abbassano notevolmente tra le 17 e le 21 e scendono al loro
valore minimo attorno alle 3 di mattina.
Un’altra possibile imprecisione che potrebbe sussistere nel gruppo degli allievi di Franklin
University e il gruppo di individui stressati negativamente è dovuto al formulario fornito. Esso
permette di formulare delle considerazioni generali sulla quantità di stress percepito
dall’individuo, ma non fornisce dei dati precisi. Inoltre, gli individui possono indicare delle
risposte che non corrispondono alla loro reale condizione (indicando, ad esempio, di non
riscontrare un qualche elemento nella lista delle domande quando invece hanno riscontrato
la situazione indicata nello scorso periodo di tempo).
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5.7.1. Possibili imprecisioni per il gruppo degli allievi di Franklin
University
Oltre all’imprecisione causata dalla incorretta limitazione dei fattori precedenti, un’altra
possibile imprecisione può essere dovuta all’importanza che ogni individuo conferisce al
compito scritto: ci saranno casi di allievi che sono molto preoccupati di ricevere una nota
positiva ed altri che, invece, si stresseranno meno davanti a questa situazione.
Idealmente, il test a sorpresa dovrebbe essere una presentazione orale, per ricreare una
situazione percepita come la più stressante possibile. È stato dimostrato, infatti, che esami
scritti causano un’attivazione dell’asse HPA inferiore rispetto agli esami orali, che portano a
ansietà e stress maggiore [57]. È stato effettuato, però, un test scritto per motivi di tempo.
5.7.2. Possibili imprecisioni per il gruppo di controllo
Questo gruppo di individui dovrebbe condurre una vita il più possibile esente da stress.
Anche essi, però, interagiscono con il mondo esterno, e sono dunque suscettibili agli infiniti
stressori che riceviamo ogni giorno. Ciò che li distingue è la loro mentalità e la loro filosofia
di vita. Essi conducono infatti una vita cercando di evitare lo stress in tutti i modi possibili.
Anche loro subiscono l’influenza degli stressori, che dunque attivano l’asse HPA portando al
rilascio di cortisolo, allontanando i livelli di quest’ultimo dai livelli basali.
5.7.3. Possibili imprecisioni per il gruppo di individui stressati
negativamente
L’imprecisione più importante che può sussistere in questo gruppo corrisponde nel fatto che
un individuo che sostiene di essere stressato negativamente e nel questionario fornito
dimostra di esserlo in base alle risposte fornite, potrebbe in realtà avere livelli di cortisolo
bassi in basi alle analisi e dunque diversi da quelli indicati (maggiori o minori).
Inoltre i livelli di cortisolo misurati vengono comparati con quelli del gruppo di controllo. Ogni
individuo, però, ha dei livelli di cortisolo basali caratteristici. L’attivazione dell’asse HPA,
infatti, è soggettiva e dipende da molti fattori, tra cui gli stressori vissuti nell’infanzia e la
genetica. È dunque difficile, in base a livelli di cortisolo di persone diverse, stabilire quanto
essi sono realmente stressati.
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5.8. Risultati
Questo capitolo sui risultati è stato suddiviso in tre parti: i risultati per il gruppo della Franklin
University, per i gruppi stressati negativamente e per il gruppo di controllo. Queste ultime
due sottocategorie sono state messe assieme in quanto hanno un procedimento simile. Il
capitolo sui risultati del gruppo di studenti della Franklin University, inoltre, è stato suddiviso
in base ai risultati dei due formulari compilati dagli studenti.
5.8.1. Risultati questionari Franklin University
5.8.1.1.
Questionario cura dentale
Un primo risultato interessante riguarda le risposte alle due domande inerenti allo stress
presenti nel formulario sulla pulizia dentale (allegato 3). La prima domanda inerente allo
stress è <I am very/ not/ mildly stressed> (traduzione in italiano: sono molto/ non sono/ sono
leggermente stressata). La risposta a questa domanda fornisce già un’informazione iniziale
sullo stato di stress dell’individuo nel momento in cui ha riempito il formulario, ovvero
esattamente una settimana prima del prelievo di cortisolo.
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Le risposte degli allievi a questa domanda sono:
Individuo
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
Very
Not
Mildly
x
x
x
x
x
x
x
X
X
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Tabella 5: risposta di ogni individuo alla domanda sul
questionario inerente alla cura dentale riguardo allo
stato di stress percepito al momento:
I am very/ not/ mildly stressed
La seconda domanda riguardo allo stress sul questionario sulla cura dentale è inerente al
concetto di eustress: <I beleve that stress can/ can’t have positive effects on my health>
(traduzione in italiano: credo che lo stress abbia/ non abbia effetti positivi sulla mia salute).
La risposta a questa domanda fornisce delle informazioni fondamentali sulla concezione
dello stress di ogni individuo. Questa domanda è stata inserita nel questionario per poi
dividere gli individui in due gruppi durante il procedimento dell’esperimento: nel gruppo di
stress positivo e nel gruppo di stress negativo. Gli studenti che credono che lo stress possa
avere degli aspetti positivi per la nostra salute sono stati messi nel primo gruppo, gli altri nel
secondo.
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Le risposte alla domanda sono:
Individuo
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
Can
Can't
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Tabella 6: risposta degli studenti alla
domanda sugli effetti benefici dello stress sul
nostro organismo:
I beleve that stress can/ can’t have positive
effects on my health
È interessante notare che solo quattro studenti sul 19 hanno indicato di avere una
concezione positiva dello stress. Questo dato potrebbe essere generalizzato, indicando che
la maggior parte delle persone hanno una concezione negativa dello stress e che sono in
pochi, invece, che pensano che lo stress possa anche portare dei benefici alla salute.
Le altre domande del formulario sono fondamentali, invece, per l’elaborazione successiva
dei dati, in quanto esse si riferiscono a possibili infezioni o problemi ormonali, che, come
scritto precedentemente, possono portare a imprecisioni nei dati.
Le risposte degli studenti alla domanda sulle infezioni <I have/ have not experienced any
infections recently> (traduzione in italiano: ho/ non ho avuto infezioni di recente) offrono
informazioni su possibili imprecisioni nei risultati. Come indicato prima, è stato scoperto che
avere avuto infezioni nel periodo appena precedente ai prelievi di cortisolo porta a
imprecisioni [46].
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Le risposte alla domanda sulle infezioni sono:
Individuo
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
Have
Have not
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Tabella 7: lista di individui e risposta
alla domanda
I have/ have not experienced any
infections recently
La seconda domanda inserita per ottenere delle informazioni per l’elaborazione successiva
dei dati è quella inerente ai problemi ormonali:
<I have/ don’t have any hormonal problems>
(traduzione in italiano: ho/ non ho nessun problema ormonale).
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Pagina 57
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Le risposte dei vari individui alla domanda sui problemi ormonali sono:
Individuo
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
Have
Don't
have
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
Tabella 8: risposte degli individui alla
domanda
I have/ don’t have any hormonal
problems
Le risposte degli individui alle domande sul questionario sulla cura dentale sono poi state
usate per elaborare i dati ottenuti dalle estrazioni di cortisolo.
5.8.1.2.
Questionario stress
Come indicato precedentemente, il questionario sullo stress (allegato 4) è composto da tre
parti:
1. le prime affermazioni sono inerenti allo stato di stress dei partecipanti al momento
delle estrazioni di cortisolo,
2.
la seconda parte è atta a verificare quanto la mentalità degli individui sullo stress
fosse stata cambiata grazie alla visione dei video sullo stress positivo e negativo e
comprende dunque delle affermazioni sulla loro percezione dello stress,
3. la terza parte del questionario comprende una domanda sulle loro reazioni di fronte
all’annuncio del test a sorpresa.
In particolare, la prima parte del questionario è composta da 30 domande generali sullo
stato psichico e fisico degli individui. I partecipanti hanno risposto indicando I don’t
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experience/ i can relate to this (traduzione in italiano: non mi capita/ mi capita) alle varie
affermazioni. A dipendenza dal numero di crocette indicate per queste due categorie, si può
capire la quantità di stress percepita dagli individui: i partecipanti che hanno indicato non mi
capita nella maggior parte delle caselle, non mostrano molti dei sintomi legati allo stress
presenti nelle affermazioni e dunque non sono particolarmente stressati; coloro che invece
hanno indicato in vari casi mi capita, hanno, teoricamente, una quantità di stress più elevata.
Un possibile problema è che molti dei sintomi indicati nel questionario possono anche
essere legati ad altri problemi di salute, non solo allo stress. Il numero di caselle I don’t
experience/ i can relate to this riempite dai vari partecipanti nella prima parte del
questionario sono:
Individuo
I don’t experience this
I can relate to this
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
14
16
Assente
25
19
18
24
17
8
13
17
22
17
22
22
23
18
21
18
11
5
11
12
6
13
22
17
13
8
13
8
8
7
12
9
12
19
Tabella 9: numero di risposte I don’t experience this/ I can relate to
this alle domande sui sintomi dello stress nel questionario sullo stress
Ordinando gli individui in base al numero di risposte date alla colonna I can relate to this, si
può creare una classifica del numero di sintomi dello stress che i partecipanti hanno indicato
di avere nel periodo in cui è stato svolto l’esperimento. La lista degli individui in ordine
crescente di stress percepito (in base dunque al numero di risposte I can relate to this) ci
indica dunque quali individui presentano un alto numero di sintomi legati allo stress e sono
perciò molto stressati e quali, invece, sostengono di non avere un numero elevato di sintomi
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Pagina 59
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legati allo stress e che quindi non stanno vivendo una situazione di stress particolarmente
critica.
Individuo
I don’t experience this
I can relate to this
3
6
15
11
13
14
17
4
5
16
18
7
10
12
1
9
19
8
2
25
24
23
22
22
22
21
19
18
18
18
17
17
17
14
13
11
8
5
6
7
8
8
8
9
11
12
12
12
13
13
13
16
17
19
22
Assente
Tabella 10: numero di risposte alle affermazioni indicate con I can
relate to this nel questionario sullo stress. Questa classifica ci indica
quali individui presentano il maggior numero di sintomi dello stress e
quelli che invece percepiscono una minor quantità di stress. In giallo
sono indicati i quattro individui con un numero superiore a 15 di
risposte I can relate to this.
Guardando questa tabella, si può notare che la maggior parte degli studenti ha un numero di
sintomi inferiore a 15 (ovvero ha risposto I can relate to this a meno della metà delle
domande), solo quattro individui (evidenziati in giallo) hanno superato questo numero.
La seconda parte del questionario è atta a verificare quanto la mentalità sullo stress degli
individui fosse stata cambiata grazie alla visione dei video sullo stress positivo e negativo
tramite delle affermazioni sulla loro mentalità. In particolare, le frasi sono riferite all’eustress
e su quanto lo stress possa avere delle conseguenze positive o negative sulla salute.
In questa parte del questionario, gli individui hanno messo una crocetta nella casella del si o
del no di fianco ad una serie di affermazioni sulla mentalità. Le risposte a queste
affermazioni sono fondamentali per la successiva elaborazione dei dati perché permettono
di confrontare i livelli di cortisolo misurati e la percezione dello stress indicata dagli individui
nelle risposte alle domande. Le prime quattro affermazioni sullo stress sono negative,
ovvero se i partecipanti rispondo si, significa che hanno una percezione negativa dello
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stress. Le risposte alla quinta e alla sesta affermazione, sono invertite: se l’individuo
risponde affermativamente, significa che ha una percezione positiva dello stress. L’ultima
affermazione è riferita al termine eustress e se i partecipanti ne avessero già sentito parlare.
Affermazione 2
Affermazione 3
Affermazione 4
Affermazione 5
Affermazione 6
Affermazione 7
1
2
N
N
N
N
Assente
Y
Y
N
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
N
Y
N
N
N
N
N
N
N
N
Y
N
N
Y
N
N
Y
Y
N
N
N
N
N
N
N
N
N
Y
N
N
N
Y
N
Y
N
N
Y
N
N
Y
Y
N
N
N
N
N
Y
Y
N
N
N
N
N
N
N
N
N
N
N
N
N
N
Y
N
N
N
N
Y
Y
Y
N
Y
Y
Y
Y
Y
Y
Y
Y
Y
Y
Y
N
Y
N
Y
Y
N
Y
Y
Y
Y
Y
Y
Y
Y
Y
Y
Y
Y
Y
N
N
N
N
N
N
N
N
N
N
N
Y
N
N
N
N
N
Y
Individuo
Affermazione 1
Le risposte degli studenti sono:
Tabella 11:risposte alle domande nella seconda parte del questionario sullo stress
(N: no, Y: yes). Le caselle in giallo indicano le risposte alle affermazioni che rispecchiano la
mentalità di un individuo con una percezione positiva dello stress. Le caselle rosse indicano
gli studenti a cui è stato mandato il video sullo stress negativo, quelle in verde coloro che
hanno visto il video sullo stress positivo.
Guardando la tabella, si nota che la maggior parte degli studenti non hanno sentito il termine
eustress prima dell’esperimento. Si può inoltre concludere guardando il numero di caselle
gialle che la maggior parte di loro hanno una concezione positiva di stress. Guardando la
tabella, si può notare che in media gli individui del gruppo di stress positivo hanno risposto
alle affermazioni secondo una mentalità positiva di stress (la media delle caselle gialle per
gli individui nel gruppo di stress positivo è di 5.25, mentre per il gruppo di stress negativo la
media è di 4.6). Questo risultato ci potrebbe indicare che il video sulla percezione dello
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Pagina 61
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stress ha funzionato, in quanto la metà classe che l’ha visionato ha in media una percezione
più positiva dello stress. Il campione analizzato, però, è piccolo e questo risultato potrebbe
essere dovuto ad un caso. Inoltre l’individuo 19 ha una concezione molto negativa di stress,
che porta ad un abbassamento della media di tutto il gruppo.
La terza parte del questionario è composta da una domanda sulla reazione degli individui
all’annuncio del test a sorpresa, se si sono sentiti stressati e se il loro battito cardiaco è
aumentato di velocità. La maggior parte degli studenti ha indicato che si è sentita arrabbiata
per il presunto test a sorpresa. Alcuni individui hanno scritto che si sono sentiti stressati e
che il loro battito cardiaco è aumentato. Tre partecipanti hanno scritto di aver capito che il
test era fittizio in quanto avendo guardato il video sullo stress positivo, avevano intuito il vero
motivo dei prelievi di saliva.
5.8.2. Risultati questionari del gruppo di stress cronico e no
stress
I gruppi di individui stressati negativamente e no stress (ovvero il gruppo di controllo) hanno
anch’essi risposto ad un questionario con domande inerenti allo stress (allegato 4 e 5),
uguale a quello consegnato ai partecipanti della Franklin University. Alcuni di questi
formulari sono stati tradotti in italiano per motivi linguistici. Questo questionario, però, è
diviso solo in due parti: la prima è composta da affermazioni che rispecchiano sintomi
causati da una situazione di stress a cui gli individui hanno indicato se mi capita/ non mi
capita. Guardando il numero di domande a cui è stata data la risposta mi capita, si può
creare una classifica della quantità di stress percepita dall’individuo al momento del prelievo
di cortisolo. Le risposte dei partecipanti del gruppo no stress alla prima parte del
questionario sono:
Individuo
Mi capita
Non mi capita
NS 1
NS 3
2
1
26
27
Tabella 12: risposte mi capita/ non mi capita
alle affermazioni inerenti ai sintomi dello
stress del gruppo no stress.
Il numero di risposte mi capita/ non mi capita del gruppo no stress conferma il fatto che essi
vivono una vita con una quantità irrilevante di stress. Essi, infatti, non hanno la maggior
parte dei sintomi indicati nelle affermazioni. Le domande a cui hanno risposto sono 28
(rispetto alle 30 del questionario fornito al gruppo no stress) in quanto due affermazioni si
riferiscono alla scuola e sono dunque state tolte dal questionario. Secondo questi risultati, i
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livelli di cortisolo dell’individuo NS 1 e NS 2 dovrebbero essere molto bassi e rispecchiare il
livello basilare di cortisolo (senza la presenza di cortisolo).
Le risposte degli individui stressati alle affermazioni nella prima parte del questionario,
invece, sono:
Individuo
Mi capita
Non mi capita
S1
S3
S4
S5
S6
S7
S8
S9
S 10
S 11
S 12
S 13
S 14
S 15
S 16
S 17
S 18
6
4
18
21
21
14
6
8
20
15
11
5
7
19
7
14
10
23
26
12
9
9
16
24
22
10
15
19
25
23
11
23
16
20
Tabella 13: risposte al questionario degli
individui stressati alle affermazioni sui
sintomi dello stress
Guardando la tabella, si può notare che in realtà molti partecipanti non mostrano un gran
numero di sintomi dello stress. Questa tabella verrà poi usata per trovare un possibile
legame tra i livelli di cortisolo misurati e le risposte alle affermazioni.
___________________________________________________________________________
Pagina 63
___________________________________________________________________________
Mettendo gli individui in ordine crescente di numero di risposte mi capita (dunque in base ai
sintomi dello stress che sostengono di avere), si può poi effettuare più facilmente il
passaggio tra le risposte e i livelli di cortisolo:
Individuo
Mi capita
Non mi capita
S3
S 13
S1
S8
S 14
S 16
S9
S 18
S 12
S7
S 17
S 11
S4
S 15
S 10
S5
S6
4
5
6
6
7
7
8
10
11
14
14
15
18
19
20
21
21
26
25
23
24
23
23
22
20
19
16
16
15
12
11
10
9
9
Tabella 14: risposte degli individui alle
affermazioni inerenti ai sintomi dello stress
ordinati dal partecipante con meno risposte
mi capita a quello con più risposte mi capita
Come nel questionario per gli allievi di Franklin University, anche la seconda parte di quello
consegnato al gruppo no stress e al gruppo di individui stressato cronicamente è composto
da affermazioni inerenti alla mentalità dei partecipanti. Anche in questo caso, le prime
quattro affermazioni sullo stress sono negative, ovvero se i partecipanti rispondo si, significa
che hanno una percezione negativa dello stress. Le risposte alla quinta e alla sesta
affermazione, sono invertite: se l’individuo risponde affermativamente, significa che ha una
percezione positiva dello stress. L’ultima affermazione è riferita al termine eustress e se i
partecipanti ne avessero già sentito parlare.
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Pagina 64
___________________________________________________________________________
N
N
N
Affermazione 7
-
Affermazione 6
-
Affermazione 5
Affermazione 3
-
Affermazione 4
Affermazione 2
NS 1
NS 3
Affermazione 1
Individuo
Le risposte dei due individui no stress sono:
N
-
S
N
S
S
S
Tabella 15: con risposte degli individui no stress alla seconda parte del questionario. Le
caselle in giallo indicano le risposte alle affermazioni che rispecchiano la mentalità di un
individuo con una percezione positiva dello stress. N: no, S: si
Sia l’individuo NS 1 e NS 3, nella seconda parte del questionario hanno indicato che
secondo loro le affermazioni sulla mentalità dipendono sulla quantità di stress, ovvero che a
diverse quantità di stress corrispondono diverse conseguenze fisiologiche. L’individuo NS 1
non ha risposto alle domande accanto a cui ha indicato questa osservazione, mentre il
partecipante NS 3 ha riempito le caselle. Guardando le risposte alle affermazioni, si può
notare che l’individuo NS 1 ha una percezione positiva dello stress. Infatti l’indicazione
dell’affermazione 6 ci dice che ha già sentito parlare del termine eustress.
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Pagina 65
___________________________________________________________________________
Le risposte degli individui stressati cronicamente alla seconda parte del formulario, invece,
Individuo
Affermazione 1
Affermazione 2
Affermazione 3
Affermazione 4
Affermazione 5
Affermazione 6
Affermazione 7
sono:
S1
S3
S4
S5
S6
S7
S8
S9
S 10
S 11
S 12
S 13
S 14
S 15
S 16
S 17
S 18
N
S
S
N
N
N
S
S
S
N
S
S
N
N
N
N
N
N
S
S
S
N
N
S
S
S
S
S
N
N
S
N
N
N
N
N
N
S
N
N
S
S
N
S
S
S
N
S
N
N
N
N
N
N
N
N
S
S
S
S
N
N
N
N
N
N
N
N
N
S
S
N
S
S
S
S
S
S
N
S
S
S
S
S
S
N
S
S
N
S
S
S
S
S
S
N
S
S
S
S
S
S
N
N
N
N
N
N
N
N
S
S
N
N
N
N
N
S
S
Tabella 16: risposte degli individui del gruppo stressati cronicamente alla seconda parte del
questionario. Le caselle in giallo indicano le risposte alle affermazioni che rispecchiano la
mentalità di un individuo con una percezione positiva dello stress. N: no, S: si
Osservando la tabella, si può notare che la maggior parte degli individui ha una concezione
abbastanza positiva dello stress. Rispetto alla tabella con le risposte degli allievi della
Franklin University, si può notare che un maggior numero di persone nel gruppo di individui
stressati cronicamente hanno sentito parlare del termine eustress. Rispetto agli studenti,
però, essi hanno risposto ad un minor numero di affermazioni secondo una mentalità
positiva di stress, dunque si può dire che essi hanno una concezione più negativa rispetto al
gruppo di studenti. In media, gli studenti di Franklin University hanno risposto a 4.93
affermazioni secondo una concezione positiva di stress, mentre il gruppo di individui
stressati cronicamente hanno risposto in media a 4.06.
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Pagina 66
___________________________________________________________________________
5.8.3. Risultati livelli di cortisolo
I dati sono arrivati dalla Viollier mercoledì 3 dicembre 2014. In questo capitolo sono prima
trattati i dati dell’esperimento svolto alla Franklin University, successivamente sono
analizzati anche i risultati del gruppo di partecipanti stressati negativamente.
5.8.3.1.
Risultati Franklin University
I livelli di cortisolo misurati per gli studenti della Franklin College prima e dopo l’esperimento
sono:
Individuo
Concentrazione cortisolo (nmol/L) prima
Concentrazione cortisolo (nmol/L) dopo
1
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
5.684
10.017
4.772
3.824
4.572
2.522
5.353
6.223
6.466
10.583
6.55
2.324
2.306
4.057
3.296
8.914
7.753
6.868
6.278
12.392
3.758
3.873
4.981
2.372
5.081
6.372
6.039
14.185
6.189
2.132
2.277
4.276
3.426
6.864
7.615
10.169
Tabella 17: livelli di cortisolo misurati prima e dopo l’esperimento svolto alla Franklin University
I dati nella seconda colonna si riferiscono ai livelli di cortisolo misurati con il primo prelievo
(prima del test a sorpresa), mentre i dati nella terza colonna si riferiscono ai livelli di cortisolo
misurati con il secondo prelievo (dopo il test a sorpresa). I livelli di cortisolo sono misurati in
nmol/L, ovvero una concentrazione molare. Il simbolo n indica il prefisso SI per la potenza
10-9.
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Pagina 67
___________________________________________________________________________
Graficamente, i livelli di cortisolo misurati durante l’esperimento svolto alla Franklin
University prima e dopo il test a sorpresa sono:
15
14
13
Concentrazione (nmol/L)
12
11
Concentration (nmol/L)
Prima
10
9
Concentration (nmol/L)
Dopo
8
7
6
5
4
3
2
1
0
14 13
7
16
5
15
6
4
8
1
9
10 12 19 18 17
3
11
N. individuo
Grafico 1: Istogramma con livelli di cortisolo misurati prima e dopo il test a sorpresa. Le linee orizzontali indicano
la media dei livelli di cortisolo prima dell’esperimento (in rosso) e dopo l’esperimento (in verde)
Questo grafico indica i livelli di cortisolo salivare misurati agli studenti della Franklin
University prima e dopo l’esperimento. Le linee orizzontali rappresentano la media dei due
gruppi: la riga verde indica la media del gruppo di studenti dopo l’esperimento, quella rossa
prima dell’esperimento. Sull’asse delle ascisse è stato indicato il numero dell’individuo in
base a livelli di cortisolo iniziale crescenti. Numericamente, la media dei livelli di cortisolo
degli studenti prima del test a sorpresa è di 5.67 nmol/L, mentre la media dei livelli di
cortisolo degli stessi individui misurati dopo il test a sorpresa è di 6.02 nmol/L. Questi due
dati ci indicano che i livelli di cortisolo dopo l’esperimento sono aumentati in media del
6.07% rispetto a prima dell’esperimento. La linea orizzontale nel grafico che rappresenta la
media dei livelli dei due prelievi di cortisolo ci indica quali individui hanno livelli di cortisolo
sotto la media o sopra la media. Si può notare che dall’individuo 8, gli altri individui hanno
livelli sopra la media del prelievo preso in considerazione. La deviazione standard dei dati
del prelievo prima del test a sorpresa è di 2.51, mentre quella dei dati del prelievo dopo il
test a sorpresa è di 3.36. Anche la variabilità, dunque, risulta aumentata nel secondo
prelievo di cortisolo (dopo l’esperimento a sorpresa). Il coefficiente di variazione, infatti, nel
primo prelievo di cortisolo è di 44.3%, mentre nel secondo caso è di 55.8%.
___________________________________________________________________________
Pagina 68
___________________________________________________________________________
Confronto livelli di cortisolo Prima / Dopo
16
15
14
Concentrazione (nmol/L) Dopo
13
12
11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10 11 12 13 14 15 16
Concentrazione (nmol/L) Prima
Grafico 2: concentrazioni di cortisolo rilevati con il primo prelievo nell’asse delle ascisse e concentrazioni di
cortisolo del secondo prelievo nell’asse delle ordinate.
I punti sopra la linea obliqua (bisettrice) indicano individui la cui concentrazione di cortisolo è
aumentata passando dal primo prelievo al secondo, mentre i punti sotto la linea obliqua
indicano studenti la cui concentrazione di cortisolo è diminuita. La maggior parte dei punti è
vicino alla bisettrice. La correlazione, infatti, è del 0.93, dunque molto alta.
___________________________________________________________________________
Pagina 69
___________________________________________________________________________
Confronto livelli di cortisolo Prima / Dopo
16
15
14
13
Concentrazione (nmol/L) Dopo
12
11
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
Concentrazione (nmol/L) Prima
Grafico 3: concentrazioni di cortisolo rilevati con il primo prelievo nell’asse delle ascisse e concentrazioni di
cortisolo del secondo prelievo nell’asse delle ordinate
Il grafico 3 ci mostra, invece, i livelli di cortisolo del primo e del secondo prelievo in relazione
tra di loro. La linea orizzontale indica la media delle concentrazioni di cortisolo dopo il
presunto test a sorpresa, mentre la linea verticale indica la media dei livelli di cortisolo prima
del presunto test a sorpresa.
Per ipotesi, è stato assunto che coloro che hanno risposto ad un numero elevato di
affermazioni indicando che riescono a riconoscersi nelle frasi del questionario sullo stress
consegnato dopo il test a sorpresa, avranno dei livelli di cortisolo più elevati. È stato dunque
creato un grafico (grafico 4) per mettere alla prova questa ipotesi.
___________________________________________________________________________
Pagina 70
___________________________________________________________________________
Confronto Stress level / Livelli di cortisolo Prima
11
10
Concentrazione (nmol/L) Prima
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
Livello di stress (in percentuale)
Grafico 4: livello di stress (in percentuale) indicato nel questionario consegnato ai partecipanti nell’asse delle
ascisse e concentrazione di cortisolo del primo prelievo nell’asse delle ordinate
Per confrontare i livelli di cortisolo e le risposte al questionario, è stata calcolata la
percentuale di domande del questionario a cui è stato risposto affermativamente, nel grafico
indicato con livello di stress (numero di domande con risposte affermative diviso numero
totale di domande del questionario prese in considerazione in percentuale). Coloro che
dunque hanno una percentuale di stress più bassa, dovrebbero avere anche un livello di
cortisolo più basso. Sono stati usati i dati del primo prelievo di cortisolo in quanto essi non
erano ancora stati variati a causa del test a sorpresa e dovrebbero dunque rispecchiare i
dati presi con il questionario sullo stress. Osservando i punti nel grafico, si può notare che
non sono disposti ordinatamente: i dati presentano infatti una correlazione molto bassa tra di
loro (coefficiente di correlazione: -0.06).
Per analizzare il legame tra le risposte degli individui alle domande del questionario sullo
stress inerenti alla loro percezione (positiva o negativa) e la media della variazione tra il
primo e il secondo prelievo di cortisolo (per vedere dunque se ad una percezione positiva di
stress corrisponde una variazione nei livelli di cortisolo più bassa in una situazione
stressante rispetto ad una percezione negativa dello stress), i dati sono stati tabulati nella
tabella 18.
___________________________________________________________________________
Pagina 71
___________________________________________________________________________
Numero di risposte
secondo una percezione
positiva dello stress
Numero di individui
6
5
4
3
2
1
7
6
3
1
nessuno
1
Media variazione tra il
primo e il secondo
prelievo (nmol/L)
+ 0.5
+ 0.24
- 0.7
+ 0.05
+ 3.3
Tabella 18: numero di risposte alla domanda del formulario sullo stress sulla percezione allo
stress, numero di individui che hanno risposto con quel numero di risposte e media delle
variazione dei livelli di cortisolo prima e dopo il presunto test a sorpresa.
La colonna di sinistra della tabella 18 indica il numero di risposte alle affermazioni sul
questionario inerente allo stress sulla percezione del partecipante (in ordine decrescente), la
seconda colonna indica il numero di individui che hanno risposto con quel numero di
risposte alle affermazioni e l’ultima colonna indica la media della variazione nei livelli di
cortisolo tra il primo e il secondo prelievo (calcolati come somma della differenza tra i valori
del primo prelievo e i valori del secondo prelievo di ogni individuo diviso il numero di
individui).
Un altro dato significativo da confrontare è la media della variazione nei livelli di cortisolo tra
il primo e il secondo prelievo dei partecipanti nel gruppo di stress negativo e quello del
gruppo di individui stress positivo (che hanno dunque visto il video sullo stress positivo).
Media variazione livelli di cortisolo
(nmol/L)
Gruppo stress positivo
Gruppo stress negativo
+ 0.01
+ 0.61
Tabella 19: media della variazione nei livelli di cortisolo del
primo e del secondo prelievo per il gruppo di stress
positivo e il gruppo di stress negativo.
La media della variazione dei livelli di cortisolo per il gruppo di individui che hanno visto il
video sullo stress positivo è più bassa rispetto a quella di coloro che hanno visto il video
sullo stress negativo.
___________________________________________________________________________
Pagina 72
___________________________________________________________________________
Confronto tra media livelli di cortisolo gruppo stress positivo e
negativo prima e dopo test a sorpresa
8
7
6
5
4
3
2
1
0
1
2
Grafico 5: media livelli di cortisolo per il gruppo di distress (1) e quello di eustress (2) del primo (verde) e del
secondo (rosso) prelievo
Il grafico 5 ribadisce ciò che è stato indicato numericamente dalle medie della variazione tra
il prelievo di cortisolo prima e dopo dei gruppi di stress positivo e negativo. Si può notare che
per il gruppo che ha visto il video sullo stress negativo (le due colonne in 1) la variazione nei
livelli medi di cortisolo prima (in verde) e dopo (in rosso) è molto più alta rispetto al gruppo di
studenti che hanno visto il video sull’eustress (le due colonne in 2), in cui la media dei livelli
di cortisolo del primo prelievo (in verde) e del secondo prelievo (in rosso) è quasi nulla.
Per un’ulteriore elaborazione dei dati, sono anche stati confrontati i livelli di cortisolo dei
maschi con i livelli di cortisolo delle femmine. I livelli medi di cortisolo dei maschi e delle
femmine della Franklin University sono:
Maschi
Femmine
Media
variazione
(nmol/L)
Deviazione
standard
variazione
(nmol/L)
Media primo
prelievo
(nmol/L)
Deviazione
standard primo
prelievo
(nmol/L)
+ 0.45
1.01
6.15
2.65
+ 0.29
1.61
5.43
2.53
Tabella 20: media della variazione dei livelli di cortisolo, la deviazione standard
delle variazioni dei livelli di cortisolo tra il primo e il secondo prelievo, la media
della variazione dei livelli di cortisolo per i maschi nel primo prelievo e la
deviazione standard del primo prelievo per maschi e femmine.
Guardando i dati nella Tabella 20, si può notare che la media delle variazioni nei livelli di
cortisolo tra il primo e il secondo prelievo (dunque prima e dopo il presunto test a sorpresa)
è più alta nei maschi che nelle femmine. La deviazione standard dei valori della variazione
___________________________________________________________________________
Pagina 73
___________________________________________________________________________
dei livelli di cortisolo tra il primo e il secondo prelievo, invece, è più alto nei maschi che nelle
femmine. In media, gli studenti di sesso maschile dell’esperimento hanno avuto livelli del
primo prelievo di cortisolo più alti che le femmine. La deviazione standard nella media dei
livelli di cortisolo per i maschi e per le femmine, invece, sono molto simili.
Per controllare l’attendibilità dei prelievi di cortisolo, è stato svolto un test delle ipotesi.
L’ipotesi testata è la seguente: “I dati sono distribuiti normalmente?”
Per rispondere a questa domanda si è proceduto nel seguente modo:
-
i dati del primo prelievo di cortisolo sono stati riportati in ordine crescente sull’asse
delle ascisse;
-
la linea blu rappresenta la distribuzione delle frequenze cumulate (ogni prelievo
rappresenta 1/18 di probabilità, dato che abbiamo 18 osservazioni), mentre la linea
rossa rappresenta la distribuzione delle frequenze cumulate teorica di una
distribuzione normale con media e deviazione standard pari a quelle dei dati
analizzati.
Test normalità serie Prima
100%
90%
80%
Probabilità (%)
70%
60%
50%
Frequenza
cumulata (%)
40%
Distribuzione
normale
30%
20%
10%
0%
2
4
6
8
Concentrazione (nmol/L) Prima
10
Grafico 6: distribuzione dei dati del primo prelievo di cortisolo. La linea blu rappresenta la distribuzione delle
frequenze cumulate, mentre la linea rossa rappresenta la distribuzione delle frequenze cumulate di una
distribuzione normale.
Come è stato fatto per i dati del primo prelievo di cortisolo, è stata controllata la normalità dei
dati del secondo prelievo di cortisolo seguendo la stessa metodologia indicata
precedentemente.
___________________________________________________________________________
Pagina 74
___________________________________________________________________________
Test normalità serie Dopo
1
0,9
0,8
Probabilità (%)
0,7
0,6
Frequenza (%)
0,5
Distribuzione
normale
0,4
0,3
0,2
0,1
0
2
4
6
8
Concentrazione (nmol/L) Dopo
10
Grafico 7: distribuzione dei dati del primo prelievo di cortisolo. La linea blu rappresenta la distribuzione delle
frequenze cumulate, mentre la linea rossa rappresenta la distribuzione delle frequenze cumulate di una
distribuzione normale.
Se i dati fossero distribuiti normalmente, la curva blu dovrebbe coincidere con la curva
rossa. Nel grafico 6 la linea blu resta costantemente al di sopra, anche se vicina, della linea
rossa. I dati nel Grafico 6 (dunque del primo prelievo di cortisolo) sembrerebbero essere
distribuiti più normalmente rispetto ai dati del Grafico 7. Dato che il Grafico 7 non convince
sulla normalità dei dati e che i campioni in esame sono piccoli, non possiamo ipotizzare la
normalità dei dati. Per confermare quanto detto, i dati sono stati rappresentati negli
istogrammi delle distribuzioni delle frequenze seguenti (Grafico 8 e 9).
___________________________________________________________________________
Pagina 75
___________________________________________________________________________
Distribuzione delle frequenze del primo
prelievo
4
3
2
1
13.5 - 14.5
12.5 - 13.5
11.5 - 12.5
10.5 - 11.5
9.5 - 10.5
8.5 - 9.5
7.5 - 8.5
6.5 - 7.5
5.5 - 6.5
4.5 - 5.5
3.5 - 4.5
2.5 - 3.5
1.5 - 2.5
0
Grafico 8: distribuzione delle frequenze dei dati del primo prelievo di cortisolo. I numeri nell’asse delle ordinate
indicano il numero di dati nel range di concentrazione di cortisolo indicato nell’asse delle ascisse.
Distribuzione delle frequenze del secondo
prelievo
5
4
3
2
1
13.5 - 14.5
12.5 - 13.5
11.5 - 12.5
10.5 - 11.5
9.5 - 10.5
8.5 - 9.5
7.5 - 8.5
6.5 - 7.5
5.5 - 6.5
4.5 - 5.5
3.5 - 4.5
2.5 - 3.5
1.5 - 2.5
0
Grafico 9: distribuzione delle frequenze dei dati del secondo prelievo di cortisolo. I numeri nell’asse delle ordinate
indicano il numero di dati nel range di concentrazione di cortisolo indicato nell’asse delle ascisse.
In entrambi i grafici si può notare come la campana di Gauss sia obliqua a sinistra, ossia
come i valori estremi dei prelievi di cortisolo siano i valori più alti (sono quelli responsabili
dell’asimmetria della distribuzione). Dato che le due distribuzioni sono asimmetriche (in
particolare la seconda) e che i campioni sono piccoli (n < 30), si è scelto un test non
parametrico.
___________________________________________________________________________
Pagina 76
___________________________________________________________________________
Dopo il controllo della normalità dei dati, è stato eseguito un test delle ipotesi per verificare
l’attendibilità statistica dei dati. Come indicato nel capitolo sulla metodologia (5.5.4.), è stato
usato un test statistico Wilcoxon. Sono stati effettuati due test delle ipotesi: sul gruppo di
individui stress negativo e sul gruppo di individui stress positivo.
Individuo
A:
Secondo
prelievo di
cortisolo
(nmol/L)
B: Primo
prelievo
di
cortisolo
(nmol/L)
C: A-B
Valore
assoluto
dati
colonna C
Rank dei
dati: 1 dato
più piccolo,
10 dato più
grande
Rank dati
con segno
negativo
1
6.278
5.684
0.594
0.594
5
3
12.392
10.017
2.375
2.375
8
4
3.758
4.772
-1.014
1.014
6
6
8
5.081
5.353
-0.272
0.272
3
3
11
14.185
10.583
3.602
3.602
10
12
6.189
6.55
-0.361
0.361
4
4
13
2.132
2.324
-0.192
0.192
2
2
16
3.426
3.296
0.13
0.13
1
17
6.864
8.914
-2.05
2.05
7
7
19
10.169
6.868
3.301
3.301
9
Tabella 21: test Wilcoxon per il gruppo di studenti stress negativo. Il test viene svolto
sommando i numeri dell’ultima colonna e comparandoli con il valore critico, in questo
caso 11.
Per effettuare il test delle ipotesi, vengono sommati i numeri dell’ultima colonna (Rango dati
con segno negativo). Per confermare l’attendibilità dei dati, la somma dei numeri dell’ultima
colonna deve essere uguale o inferiore al valore critico, in questo caso di 11. La somma
corrisponde a 22, numero molto superiore a 11. Questo ci dice che le conclusioni tratte dai
dati dell’esperimento per il gruppo stress negativo non sono generalizzabili all’intera
popolazione.
___________________________________________________________________________
Pagina 77
___________________________________________________________________________
Analogamente, è stato svolto lo stesso test statistico sul gruppo di individui stress positivo.
Individuo
A: Secondo
prelievo di
cortisolo
(nmol/L)
B: Primo
prelievo
di
cortisolo
(nmol/L)
C: A-B
Valore
assoluto
dati
colonna C
Rank dei
dati: 1 dato
più piccolo,
10 dato più
grande
Rank dati
con segno
negativo
5
3.873
3.824
0.049
0.049
2
6
4.981
4.572
0.409
0.409
7
7
2.372
2.522
-0.15
0.15
5
5
9
6.372
6.223
0.149
0.149
4
10
6.039
6.466 -0.427
0.427
8
8
14
2.277
2.306 -0.029
0.029
1
1
15
4.276
4.057
0.219
0.219
6
18
7.615
7.753 -0.138
0.138
3
3
Tabella 22: test Wilcoxon per il gruppo di studenti stress negativo. Il test viene svolto
sommando i numeri dell’ultima colonna e comparandoli con il valore critico, in questo
caso 6.
Il punto critico in questo caso è di 6. La somma dell’ultima colonna (Rango dati con segno
negativo) corrisponde a 17, ben superiore dal valore necessario per rendere statisticamente
attendibile i dati. Questo ci dice che le conclusioni tratte dai dati dell’esperimento per il
gruppo stress negativo non sono generalizzabili all’intera popolazione.
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Pagina 78
___________________________________________________________________________
5.8.3.2.
Risultati dei gruppi di individui stressati cronicamente e no stress
Come per il gruppo di studenti della Franklin University, anche per il gruppo di individui
stressati cronicamente e no stress sono state svolte delle elaborazioni dei dati ottenuti con il
prelievo di saliva (in questo caso solo uno).
I dati inerenti al primo prelievo di cortisolo salivare per il gruppo di individui stressati
cronicamente sono:
Individuo
Concentrazione cortisolo (nmol/L)
S1
5.361
S3
1.245
S4
2.061
S5
5.245
S6
0.885
S7
4.873
S8
3.372
S9
1.662
S10
0.932
S11
3.972
S12
1.885
S13
6.662
S14
6.499
S15
6.657
S16
5.544
S17
7.02
S18
10.659
Tabella 23: dati prelievo di cortisolo per il gruppo di individui
stressati cronicamente
La media dei livelli di cortisolo del gruppo di individui stressati cronicamente è del 4.38
nmol/L.
Anche in questo caso, è stata controllata la presenza di un legame tra le risposte alle
domande sul formulario dello stress sulla quantità di stress percepita al momento e i livelli di
cortisolo misurati con il prelievo.
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Confronto livello di stress/ dati prelievo cortisolo
11
10
9
Concentrazione (nmol/L)
8
7
6
5
4
3
2
1
0
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
Livello di stress
Grafico 9: livello di stress (quantità di stress percepita dall’individuo in base alle risposte al questionario sullo
stress) e i livelli di cortisolo salivari misurati con il prelievo
Per confrontare i livelli di cortisolo e le risposte al questionario, è stata calcolata la
percentuale di domande risposte affermativamente al questionario, nel grafico indicato con
livello di stress. Coloro che dunque hanno una percentuale di stress più bassa, dovrebbero
avere anche un livello di stress più basso. Guardando il grafico, si nota che i punti sembrano
posti casualmente. Infatti la correlazione tra i dati è molto bassa: del -0.19.
Anche nel caso degli individui stressati cronicamente, è stato controllato un possibile legame
tra le risposte al questionario sullo stress inerenti alla percezione dello stress e i livelli di
cortisolo salivare misurati con il prelievo.
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Pagina 80
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Numero di
risposte
secondo una
percezione
positiva dello
stress
Numero di
individui
Media
variazione tra
il primo e il
secondo
prelievo
(nmol/L)
6
5
4
3
2
1
5
1
6
1
2
2
+ 6.12
+ 4.87
+ 4.33
+ 0.93
+ 2.03
+ 3.57
Tabella 24: numero di risposte alla domanda del
formulario sullo stress sulla percezione allo stress,
numero di individui che hanno risposto con quel
numero di risposte e media delle variazione dei livelli
di cortisolo prima e dopo il presunto test a sorpresa
Come è stato fatto nel caso della Franklin University, anche per il gruppo di individui
stressati cronicamente sono stati confrontati i livelli di cortisolo dei maschi e delle femmine.
Media
prelievo
(nmol/L)
Deviazione
standard
prelievo
(nmol/L)
Maschi
4.59
2.79
Femmine
3.7
2.74
Tabella 25: media dei livelli di
cortisolo riscontrati con il prelievo e la
deviazione standard dei dati del
prelievo per maschi e femmine
Osservando i dati nella Tabella 25, si può notare come anche in questo caso, i livelli di
cortisolo dei maschi sono mediamente più alti rispetto a quelli delle femmine. Anche in
questo caso, inoltre, la deviazione standard dei dati per i maschi e per le femmine è quasi
uguale.
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Pagina 81
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Analizzeremo ora i dati rilevanti al prelievo di cortisolo dei due individui no stress.
I dati relativi al prelievo di cortisolo per gli individui del gruppo no stress sono:
Individuo
Concentrazione di cortisolo (nmol/L)
NS1
6,979
NS3
2,262
Tabella 26: dati relativi al prelievo di cortisolo salivare del
gruppo di individui no stress
Nel caso dell’individuo NS 3, egli ha risposto alle domande del questionario sullo stress
secondo una concezione positiva di quest’ultimo: può dunque essere spiegato il livello
basso di concentrazione di cortisolo rilevato con il prelievo anche se, come già indicato
prima, questo gruppo dovrebbe vivere una vita praticamente esente da ogni stress.
Un ulteriore confronto che può essere attuato è quello tra le età dei vari individui del gruppo
di stressati cronicamente, ovvero tra i studenti liceali e i lavoratori. L’età degli studenti liceali
è tra i 17 e i 19 anni, mentre per i lavoratori le età variano tra i 30 e i 55 anni. La media del
gruppo di individui in età scolastica è del 2.96, mentre la media degli individui del gruppo di
lavoratori è del 6.42. Si può dunque notare come le due medie sono molto diverse.
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5.9. Discussione dei risultati
Questo capitolo è dedicato alla discussione dei risultati del capitolo precedente, ed è stato
suddiviso in due sottopunti, dedicati all’elaborazione dei dati del gruppo di studenti della
Franklin University e a quello del gruppo di individui stressati cronicamente o no stress.
5.9.1. Discussione dati Franklin University
Osservando i grafici e le tabelle del capitolo precedente, si possono trarre molte conclusioni
interessanti. Le possibili imprecisioni che possono avere intaccato l’attendibilità dei risultati
sono elencati nel capito 5.7.
Come prima analisi, si può confrontare la media del primo prelievo di cortisolo (5.67 nmol/L)
con la media documentata dei livelli salivari di cortisolo (misurata alle 12.00), ovvero tra i
3.31 nmol/L a 8.28 nmol/L [62]. La media del primo prelievo risulta dunque conforme con
l’intervallo dei livelli medi di cortisolo nella popolazione.
Dalla tabella 17, si può calcolare la media dei due prelievi, che aumenta del 6.07% da prima
a dopo il presunto test a sorpresa. Questo dato è conforme a ciò che ci si potrebbe
aspettare, in quanto i livelli di cortisolo si alzano in risposta ad una situazione stressante.
Anche la deviazione standard è aumentata dal primo al secondo prelievo (nel primo caso
essa è di 2.51, nel secondo di 3.36). Questa situazione è ben visibile guardando il grafico 1.
L’aumento della variabilità indica che sotto stress gli individui reagiscono diversamente.
Inoltre l’aumento può essere anche dovuto ai diversi atteggiamenti degli
studenti, che
possono essere più o meno nervosi, davanti ad un test scritto.
Osservando il grafico 2, possiamo notare un’alta correlazione tra i dati del primo e del
secondo prelievo (numericamente essa è del 0.93). Sul grafico 3, inoltre, si vede che coloro
che hanno un livello di cortisolo sotto la media nel primo prelievo, ce l’hanno anche nel
secondo (si può infatti notare che quando un punto si trova a sinistra della linea verticale,
esso è situato anche sotto la linea orizzontale; rispettivamente, se un punto si trova a destra
della linea verticale, esso è situato sopra la linea orizzontale). Da questo fenomeno
possiamo dedurre che coloro che avevano dei livelli di cortisolo sotto la media inizialmente,
ce l’hanno anche dopo la situazione stressante e che dunque quest’ultima non ha avuto una
grande influenza su questi valori.
Osservando il grafico 4, invece, si può notare come i punti non hanno una correlazione alta
tra di loro (infatti essa è del -0.06). L’ipotesi che potrebbe essere formulata in questo caso è
che coloro che hanno un livello alto di stress (dunque un’alta percentuale nel grafico),
presentano anche un alto livello di cortisolo. Dalla correlazione bassa, si può concludere che
l’ipotesi non è confermata. Questo può essere dovuto a molti elementi, tra cui la generalità
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delle domande del questionario, l’onestà dei partecipanti nel rispondere alle affermazioni,
l’attenzione alle condizioni preliminari da seguire prima di partecipare all’esperimento e
numerosi fattori stressanti esterni all’esperimento che possono portare ad una variazione
nei livelli di cortisolo. Ci possono inoltre essere i problemi ormonali e le recenti infezioni
documentate nelle tabelle 7 e 8 ad influenzare i consueti livelli di cortisolo.
Un secondo risultato che mostra delle discrepanze con la possibile ipotesi che si potrebbe
formulare, è quello della tabella 18, ovvero la relazione tra la percezione dello stress
dell’individuo e la variazione dei livelli di cortisolo tra il primo e il secondo prelievo. Si
potrebbe ipotizzare che coloro che secondo le risposte del formulario dovrebbero avere una
percezione negativa dello stress hanno una variazione nei livelli di cortisolo più alta rispetto
a coloro che hanno indicato di avere una percezione positiva dello stress, in quanto
avrebbero dovuto vivere meglio il test a sorpresa. Guardando la tabella, si può notare che
l’ipotesi non è verificata. Questo è dovuto principalmente al numero esiguo di individui in
alcune categorie (ad esempio nell’ultima) e alla generalità delle affermazioni. Non si
possono dunque considerare i dati come attendibili.
Un risultato particolarmente interessante è quello del confronto tra la media della variazione
dei livelli di cortisolo per il gruppo di individui stressati positivamente e il gruppo di individui
stressati negativamente tra il primo e il secondo prelievo (tabella 19, riassunto graficamente
nel grafico 5). Secondo l’ipotesi iniziale dell’esperimento, la media della variazione dei livelli
di cortisolo prima e dopo il presunto test a sorpresa dovrebbero essere più bassi nel gruppo
di stress positivo che in quello di stress negativo, in quanto dovrebbero avere una
percezione più positiva sullo stress. Guardando i dati, si nota che l’ipotesi è verificata: la
media della variazione dei livelli di cortisolo per il gruppo dei individui stress positivo è molto
inferiore rispetto al gruppo di individui stress negativo. Si potrebbe dunque pensare che la
visione del video sullo stress positivo abbia portato ad un cambiamento della mentalità degli
studenti (questo è stato verificato nel capitolo 5.8.1.1.) e che questo cambiamento di
mentalità abbia portato ad una diminuzione nei livelli di cortisolo e dunque ad una risposta
allo stress più sana. Questo risultato, dunque, potrebbe portare alla conclusione che
l’esperimento abbi funzionato, e che dunque un cambiamento di mentalità sullo stress porti a
dei cambiamenti significativi nel rilascio di cortisolo da parte del nostro corpo. Come indicato
nel capitolo precedente, però, la differenza riscontrata non è generalizzabile a tutta la
popolazione ad un livello di confidenza del 95% (come spiegato nel capitolo 5.8.3.1.). Per
confermare le conclusioni, dunque, sarebbe necessario ripetere l’esperimento cambiando
alcuni parametri, ad esempio con un gruppo di partecipanti più consistente.
Come indicato nel capitolo precedente, per un’ulteriore elaborazione dei dati sono state
anche confrontati i dati dei prelievi degli studenti e delle studentesse. È stato riscontrato che
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Pagina 84
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i livelli di cortisolo dei maschi in una situazione di stress è mediamente più alto di quello
delle femmine [27]. I risultati dell’esperimento alla Franklin University confermano le
conclusioni di questo esperimento, in quanto la media della variazione dei livelli di cortisolo
tra il primo e il secondo prelievo dei i maschi è leggermente più alta rispetto a quella delle
femmine. Questa conclusione, però, presenta la limitazione del numero esiguo di
partecipanti.
I risultati ottenuti sono conformi a quelli dell’esperimento svolto a Yale ([26]), descritto nel
capitolo 4.3. L’ipotesi degli scienziati è stata che se un individuo ha una concezione positiva
dello stress, avrà un livello ottimale di cortisolo e quindi di stimolazione. I risultati
dell’esperimento svolto a Yale confermano l’ipotesi iniziale degli scienziati; mostrano infatti
che una concezione positiva di stress può equilibrare i livelli di cortisolo nelle risposte allo
stress con problemi di iperattivazione o ipoattivazione dell’asse HPA. Anche l’esperimento
svolto alla Franklin Univeristy conferma questa ipotesi, in quanto, come già indicato in
precedenza, i livelli di cortisolo in media dal primo al secondo prelievo si sono alzati meno
nel gruppo di individui stressati positivamente rispetto a quelli stressati negativamente.
I risultati dell’esperimento svolto alla Franklin University confermano dunque solo in parte i
risultati attesi (5.8.1.1.): sono stati riscontrati variazione dei livelli di cortisolo mediamente più
bassi nel gruppo di eustress rispetto al gruppo distress. Inoltre è stato riscontrato una
variazione dei livelli di cortisolo mediamente più alta nei maschi rispetto che nelle femmine.
Non c’è stato, però, nessun legame tra i livelli di cortisolo salivari misurati e la quantità di
stress indicata dal formulario e tra la percezione di stress indicata nel formulario e i livelli di
cortisolo misurati dal prelievo.
5.9.2. Discussione risultati gruppo individui stressati
cronicamente
Come nel paragrafo precedente, in questo capitolo vengono analizzati i dati relativi al gruppo
di individui stressati cronicamente. Le possibili imprecisioni che possono avere intaccato
l’attendibilità dei risultati sono elencati nel capito 5.7.
La media del gruppo di individui stressati cronicamente (4.38 nmol/L)
è conforme a quella
media documentata alle 12.00 (tra i 3.31 nmol/L a 8.28 nmol/L) [62].
Confrontando la media di questo gruppo (4.38 nmol/L) con quella del gruppo di Franklin
University (5.67 nmol/L), si nota che la media del gruppo di studenti della Franklin University
è più alta di quella del gruppo di individui stressati cronicamente. Ci si sarebbe potrebbe
aspettare, invece, il contrario, in quanto per definizione il gruppo di individui stressati
cronicamente dovrebbe avere dei livelli di cortisolo salivare molto elevati. Questa
discrepanza potrebbe essere dovuta al numero esiguo di partecipanti e alla reale situazione
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di stress degli individui stressati cronicamente, che potrebbe non essere alla pari della reale
quantità di stress in cui essi si trovavano al momento dell’esperimento, come è anche
risultato dalle risposte al questionario sullo stress (si veda capitolo 5.8.2). Inoltre, alcuni
individui in particolare contribuiscono all’abbassamento della media del gruppo con livelli di
cortisolo molto bassi (in particolare gli individui S6 e S10, anche se sono presenti anche un
alto numero di partecipanti con un livello di cortisolo inferiore a 3 nmol/L). Si potrebbe
dunque concludere che questa parte dell’esperimento non ha funzionato, in quanto non è
stata soddisfatta l’ipotesi che il gruppo di individui stressati cronicamente hanno livelli di
cortisolo mediamente più alti degli altri due gruppi.
Come per il gruppo di studenti della Franklin University, anche in questo caso è stato
confrontato il livello di stress ricavato dalle domande del questionario e i dati del prelievo di
cortisolo (grafico 9). Dal grafico, si può notare che, come per il gruppo della Franklin
Univeristy, i punti risultano sparsi. La correlazione, infatti, è molto bassa (del .0.19). Questo
risultato può essere dovuto agli stessi fattori elencati nel capitolo precedente (generalità
delle domande del questionario, l’onestà dei partecipanti nel rispondere alle affermazioni,
l’attenzione alle condizioni preliminari da seguire prima di partecipare all’esperimento e
numerosi fattori stressanti esterni all’esperimento che possono portare ad una variazione
nei livelli di cortisolo).
È stato anche ricercato un possibile legame tra le risposte al questionario sullo stress
inerenti alla percezione dello stress e i livelli di cortisolo salivare misurati con il prelievo per il
gruppo di individui stressati cronicamente. Dalla tabella 24, si può notare che, come nel caso
del gruppo della Franklin University, non c’è nessun legame apparente tra queste due
categorie di dati. Questo è dovuto principalmente al numero esiguo di individui in alcune
categorie (ad esempio nella seconda riga dall’alto) e alla generalità delle affermazioni nel
questionario. Non si possono dunque considerare i dati come attendibili.
Per un’ulteriore elaborazione dei dati, sono state calcolate le medie dei livelli di cortisolo
salivare dei maschi e delle femmine. Dalle medie dei prelievi (raccolte nella tabella 25) dei
maschi e delle femmine, si nota che in media gli individui di sesso maschile (4.59 nmol/L)
hanno livelli di cortisolo più alti rispetto agli individui di sesso femminile (3.7 nmol/L). Questo
risultato è analogo a quello riscontrato nel gruppo di individui della Franklin University, in cui
nella tabella 20, si può notare che la media del primo prelievo è più alta per i maschi (6.15
nmol/L) rispetto che per le femmine (5.43 nmol/L).
Confrontando i risultati dei prelievi di cortisolo per il gruppo di individui stressati
cronicamente con i risultati attesi nel capitolo 5.6.2. si nota che i risultati attesi non sono stati
confermati: i livelli di cortisolo del gruppo di individui stressati cronicamente non è maggiore
del gruppo di studenti della Franklin University e, mediamente, nemmeno del gruppo di
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individui no stress del gruppo di controllo. Inoltre non c’è stato nessun legame tra i livelli
misurati e la quantità di stress indicata dal formulario.
5.9.3. Discussione risultati gruppo individui no stress
Come per i due gruppi precedenti, in questo paragrafo vengono discussi i due dati dei
prelievi di cortisolo per i due individui del gruppo no stress.
Guardando la tabella 26, si può notare come i due dati relativi al gruppo no stress, che
dovrebbero vivere una vita con la minor quantità di stress possibile e che dunque
dovrebbero avere dei livelli di cortisolo molto bassi, non sono del tutto coerenti con questa
supposizione. Prima di tutto, si può vedere che tra i due individui i livelli di cortisolo misurati
con il prelievo sono molto diversi tra di loro. Inoltre, l’individuo NS 1 ha dei livelli di cortisolo
relativi alti. Questo potrebbe sussistere perché ogni individuo ha dei livelli caratteristici di
cortisolo, che possono essere più o meno alti. È dunque inutile confrontare i livelli di
cortisolo salivari del gruppo no stress con quelli degli altri due gruppi. Inoltre i livelli di
cortisolo sono individuali e il loro valore può dipendere da numerosi fattori (elencati
precedentemente nel lavoro di maturità).
Confrontando i risultati dei prelievi degli individui no stress con i risultati attesi nel capitolo
5.6.2, si nota che essi sono confermati solo parzialmente: in uno degli individui stressato
cronicamente è stato riscontrato un livello di cortisolo sotto la media registrata per le 12.00
(3.31 nmol/L a 8.28 nmol/L), mentre l’altro individuo ha dei livelli di cortisolo perfettamente
nella media.
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6. Conclusioni
Nel corso del lavoro di maturità, si è cercato di dare risposta alle domande inizialmente
formulate nell’introduzione, in modo particolare all’ultimo quesito: esiste un legame tra la
nostra concezione di stress e le risposte del nostro corpo? Secondo le conclusioni
dell’esperimento svolto alla Franklin University (anche se le conclusioni non sono
generalizzabili a tutta la popolazione), la risposta a questo interrogativo è affermativa: il
nostro approccio allo stress può realmente portare ad un cambiamento nelle risposte del
nostro corpo. Basta dunque un piccolo accorgimento nella nostra concezione dello stress,
per portare dei benefici immensi alla nostra salute e al nostro benessere. Si è cercato anche
di sfatare alcune false concezioni sullo stress come qualcosa di unicamente negativo,
concezione largamente diffusa nella popolazione ma che non è totalmente veritiera: esso
non è unicamente il nostro nemico (questo vale in modo particolare per lo stress acuto), ma
è anche nostro amico, la nostra salvezza in molte situazioni. Senza una certa quantità
stress, l’essere umano non riuscirebbe a sopravvivere.
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7. Ringraziamenti
Questo lavoro di maturità è stato un percorso molto interessante, in cui le innumerevoli
soddisfazioni hanno sorpassato di gran lunga gli ostacoli lungo il percorso e le difficoltà nella
pianificazione iniziale dell’esperimento. Voglio ringraziare tutte le persone che mi hanno
aiutato nella realizzazione di questo lavoro di maturità.
Innanzitutto, voglio ringraziare il Professor Paltrinieri per il suo sostegno e per l’aiuto nella
stesura del procedimento.
Un grande ringraziamento va alla Dottoressa Daria Gianella, professoressa alla Franklin
University, per la sua disponibilità e per il suo aiuto prezioso nella stesura e nell’attuazione
dell’esperimento.
Un grande ringraziamento va anche al Dr. Gianni Soldati per il suo aiuto nella stesura del
procedimento dell’esperimento e per la sua funzione da tramite con la ditta Viollier.
Un ulteriore ringraziamento va ai miei genitori, Corbin e Claudio Moro, che sono stati di
grande sostegno morale nell’arco di tutto il lavoro.
Ringrazio anche di cuore tutti i partecipanti all’esperimento, che si sono molto gentilmente
messi a disposizione per il mio lavoro di maturità e senza i quali la sua realizzazione
sarebbe stata impossibile.
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Pagina 89
___________________________________________________________________________
8. Bibliografia
Riviste:
[1] Articolo: mente e cervello: <domare lo stress> (rivista n.7, gennaio-febbraio 2004, pp.4655)
[2] Articolo: mente e cervello: <il cervello sotto stress> (rivista n.88, aprile 2012, pp.26-33)
[3] Articolo: mente e cervello: <adrenalina, l’ultimo piacere> (rivista n.7, gennaio-febbraio
2004, pp.60-65)
Libri:
[4] Libro: <Neuroscienze. Esplorando il cervello> (di Mark F. Bear, Barry W. Connors,
Michael A. Paradiso; Elsevier srl, 2007)
[5] Libro: <Immagini della biologia> (di Neil A. Campbell, Jane B. Reece, Martha R. Taylor;
2010; editore linx)
[61] Libro: <Statistics for business and economics> (di James T. McClave e P.George
Benson; 1996, editore Dellen Macmillan)
Review e articoli tratti da Internet:
[6] <The molecular physiology of CRH neurons>, Greti Aguilera, Ying Liu; 2011
[10] <High blood pressure (hypertension)>, Mayo Clinic, 06.12.12,
http://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/high-blood-pressure/in-depth/stress-and-highblood-pressure/art-20044190:
[11] <Blood pressure reactivity to Psychological stress predicts hypertension in the CARDIA
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R. Williams, Sha Zhu, Jerry H. Markovitz, 2004
http://circ.ahajournals.org/content/110/1/74.long
[12] <Association between the sympathetic firing path and anxiety level in patients with the
metabolic syndrome and elevated blood pressure> Lambert E1, Dawood T, Straznicky
N, Sari C, Schlaich M, Esler M, Lambert G, 2010
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20139772
[13] <T lymphocytes and Vascular Inflammation Contribute to Stress-Dependent
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http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3354001/#R6
[14] <The sympathetic control of blood pressure>, Patrice G. Guyuenet,
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[22] < Researchers find out why some stress is good for you>, Robert Sanders, Berkley
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[23] <Increased risk of coronary heart disease among individuals reporting adverse impact of
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[27] <The ‘Trier Social Stress Test’ – A Tool for Investigating Psychobiological Stress
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Link testo completo:
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[28] <Consistent sex differences in cortisol responses to psychological stress.>, Kirschbaum
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[30] <Rethinking stress: changing mindsets to harness the enhancing effects of stress>, Alia
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http://dujs.dartmouth.edu/fall-2010/the-physiology-of-stress-cortisol-and-the-hypothalamicpituitary-adrenal-axis#.U9zGOPYcTWM
[36] <How you can benefit from all your stress>, Heidi Grant Halvorson, Harvard University,
2013http://blogs.hbr.org/2013/03/how-you-can-benefit-from-all-y/
[39] <Limbic system mechanisms of stress regulation: Hypothalamo-pituitary-adrenocortical
axis>, James P. Herman, Michelle M. Ostrander, Nancy K. Mueller, Helmer Figueiredo,
2005, http://www.
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[42] <The Hypothalamus and Pituitary Glands>, Cliffnotes,
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[45] <Salivary cortisol differs with age and sex and shows inverse associations with WHR in
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Råstam1, Ulf Lindblad, 2009
http://www.biomedcentral.com/1472-6823/9/16
[46] < Musica e stress: influenza della musica sulla risposta da stress in relazione al
concetto di doping musicale>, Lavoro di maturità di Gaia Di Salvo, docenti responsabili:
Laura De Biasio e Francesca Dellea, Liceo Lugano 1, 2013-2014
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[47] <Workplace Stress: Etiology and Consequences>,Thomas W. Colligan MSW & Eileen
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completo: http://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.1300/J490v21n02_07
[48] <Smoking, cortisol and nicotine>, Adrew Steptoe, Michael Ussher, 2005, http://michaelussher.com/publications/2006-Steptoe-Smoking-Cortisol-Nicotine.pdf
[49] <Endocrine Effects of Tobacco Smoking >, Konstantinos Tziomalos, Faidon Charsoulis,
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[50] <Drugs and HPA axis>, Alberto Giacinto Ambrogio, Francesca Pecori Giraldi,
Francesco Cavagnini, 2008, http://home.comcast.net/~staticnrg/Cushings/HPA_Drugs.pdf
[51] <The Physiology of Stress: Cortisol and the Hypothalamic-Pituitary-Adrenal Axis>,
Michael Randall, Dartmouth University, 2010, http://dujs.dartmouth.edu/fall-2010/thephysiology-of-stress-cortisol-and-the-hypothalamic-pituitary-adrenal-axis#.VBQW0PmSySo
[52] <Immune Modulation of the Hypothalamic-Pituitary-Adrenal (HPA) Axis during Viral
Infection>, Marni N. Silverman, Brad D. Pearce, Christine A. Biron, And Andrew H. Miller,
2005 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1224723/
[53] <Caffeine Stimulation of Cortisol Secretion Across the Waking Hours in Relation to
Caffeine Intake Levels>, William R. Lovallo, PhD, Thomas L. Whitsett, MD, Mustafa al'Absi,
PhD, Bong Hee Sung, PhD, Andrea S. Vincent, PhD, and Michael F. Wilson, MD,
2005http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2257922/
[54] <Modulation of the hypothalamo-pituitary-adrenocortical axis by caffeine>, Michael D.
Patz, Heidi E.W. Day, Andrew Burow, Serge Campeau, 2005,
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[55] <Increased salivary cortisol reliably induced by a protein-rich midday meal>
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http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10204975. Link articolo complete:
file:///C:/Program%20Files%20(x86)/Google/Chrome/Application/37.0.2062.120/0c9605266e
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[56] <All About Catecholamines>, Elizabeth Scott, M.S., 2014,
http://stress.about.com/od/stressmanagementglossary/g/All-About-Catecholamines.htm
[57] <Effect of examination stress on mood, performance and cortisol levels in medical
students>, Ruchi Singh, Manish Goyal, Sunita Tiwari, Archana Ghildiyal, Shankar M. Natt
and Shobha Das, 2012,
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0OF%20EXAMINATION%20STRESS%20ON%20MOOD,%20PERFORMANCE%20(1).pdf
[62] <Saliva Reference Range Determination>, ZRT Laboratory, LLC, 2014
http://www.zrtlab.com/component/docman/doc_download/145-reference-rangedetermination.pdf.
Definizioni:
[7] Wikipedia
[8] http://www.treccani.it/enciclopedia/interneurone_(Dizionario-di-Medicina)
[9] http://www.treccani.it/enciclopedia/evitamento_(Dizionario-di-Medicina)/#
[32] http://www.treccani.it/enciclopedia/omeostasi_(Dizionario-di-Medicina)/
[33] http://www.treccani.it/enciclopedia/arousal_(Enciclopedia-della-Scienza-e-dellaTecnica)/
Immagini e schemi:
Immagine di copertina: tratta da http://examinedexistence.com/20-interesting-facts-aboutstress-2/
[24] Modificato da http://www.berkeley.edu/news2/2013/04/acutevschronicstress350.jpg
[25] Informazioni per lo schema prese da [5]
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Pagina 92
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[31] Informazioni per lo schema prese da [4] e [7]
[34] Immagine modificata da http://www.studyblue.com/notes/note/n/stressbiology/deck/9534878
[35] Immagine modificata da http://www.yogatradizione.it/biologia.html
[37] Immagine modificata da http://www.headinjury.com/brainmapx.htm
[38] Immagine presa da http://www.fabiopratesi.it/2010/09/07/come-intervenire-per-curarelo-stress-cronico/
[40] Immagine presa da http://www.lorecalle.it/wpcontent/uploads/2011/12/sistemalimbico.jpg
[41] Immagine presa da http://www.medicinasportonline.eu/misurare_stress.htm
[43] Immagine presa da http://www.summagallicana.it/Volume3/C.XVIII.b.htm
[44] Immagine modificata da http://www.yourdictionary.com/adrenal-gland
[59] Immagine modificata da http://www.scotland.gov.uk/Resource/Img/325697/0095127.jpg
[60] Immagine modificata da [6]
[63] Immagine modificata da [61]
Altro:
[58] Informazioni tratte da schema descrittivo fornito dalla ditta Viollier in allegato con i test
salivari
[63] Link video effetti positivi stress: https://www.youtube.com/watch?v=RcGyVTAoXEU
[64] Link video effetti negativi stress: https://www.youtube.com/watch?v=Q82kaoBnPcE
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Pagina 93
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ALLEGATO 1: DELIBERA (IN
ITALIANO)
Il/la sottoscritto/a ________________ prende atto del progetto del lavoro di maturità di Giulia Moro
che concerne il prelievo di saliva per successive analisi. L’unico parametro che verrà misurato sono i
livelli di cortisolo. I risultati dell’analisi rimarranno anonime e saranno prontamente distrutte alla
fine del lavoro di maturità.
Letto e approvato il ______________ da ______________________________
ALLEGATO 2: INFORMED CONSENT
I __________________ agree to participate in the collection of a saliva sample for analysis as part of
Giulia’s thesis. The only substance that will be analyzed will be cortisol. The results of the analysis
will remain completely anonymous and will be immediately discarded and destroyed at the
termination of the thesis.
By signing this for I agree to these conditions of participation.
Read and approved the _________________ by____________________________
___________________________________________________________________________
Pagina 94
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ALLEGATO 3: QUESTIONARIO SU
CURA DENTALE
QUESTIONNAIRE: BACTERIA ANALYSIS:
Full name: ________________________________________________
Date of birth: __________________
Nationality: ___________________________
Please underline the answer that most reflects your health in the past month:
I brush my teeth _____ times a day.
I floss regularly/ occasionally/ never.
I believe I live in a healthy/ unhealthy environment.
I have/ have not experienced any infections recently.
I have/ don’t have any hormonal problems.
I am very/ not/ mildly stressed.
I believe that stress can/ can’t have positive effects on my health.
___________________________________________________________________________
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TRADUZIONE ALLEGATO 3:
QUESTIONARIO SU CURA DENTALE
Nome e cognome: ________________________________________________
Data di nascita: __________________
Nazionalità: ___________________________
Sottolinea la risposta che più rispecchia la tua salute nello scorso mese:
Mi lavo i denti _____ volte al giorno.
Passo il filo interdentale regolarmente/ occasionalmente/ mai.
Credo che l’ambiente in cui vivo è sano/ malsano.
Ho/ non ho avuto infezioni di recente.
Ho/ non ho problemi ormonali.
Sono molto/per nulla/leggermente stressato/a
Credo che lo stress possa/ non possa avere effetti positivi sulla mia salute.
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ALLEGATO 4: QUESTIONNAIRE ON
STRESS
QUESTIONNAIRE- STRESS
Read the following phrases. Indicate if you can relate to these affirmations according to your
situation in the past few weeks, ticking the according box.
I can
relate to I don’t experienc
this
this
capita
1. I don’t care about anything anymore
2. I have digestive problems
3. I have a hard time staying focused
4. I easily lose control
5. I experience internal pain
6. I’m not interested in anything anymore
7. I’d like to be somewhere else
8. I make mistakes
9. I often have head aches
10. I’m tired of studying
11. I often get angry
12. I easily forget things
13. I suffer from allergies
14. I drink lots of alcoholic beverages
15. I smoke a lot
16. I eat a lot
17. I don’t feel very well
18. I believe that my teachers ask too much from me
19. I often feel tired and unmotivated
20. I’m often in contrast with my teachers
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21. I’m fed up with everyone’s requests
22. I suffer from back pain
23. Honestly, I feel depressed
24. It’s an effort being nice to people
25. I have insomnia problems
26. I feel a lack of energy
27. I sometimes feel like a robot
28. I’m nervous
29. I’m often in contrast with my parents
30. I often have neck and back pain
Answer yes or no to these questions referring to your perception of stress:
Yes
31. I see stress only as something negative
32. Stress doesn’t have any health benefit
33. Life without stress would be ideal
34. Stress is useless
35. I think that stress can help during a sports competition
36. I think that a moderate amount of stress can help during an exam
37. I’ve already heard of the term eustress
Answer the following question: how did you feel when the teacher announced the test? Did you
experience stress? Did your heart rate quicken?
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__________________________________________________________________________________
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No
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ALLEGATO 5: QUESTIONARIO SULLO
STRESS
QUESTIONARIO- STRESS
LAM Giulia Moro, Docente responsabile: Prof. Luca Paltrinieri, 2014
Leggete ognuna delle seguenti frasi. Indicate se tale frase può riferirsi alla vostra situazione nelle
ultime settimane contrassegnando la casella corrispondente.
Mi capita Non mi capita
1. Non m’importa più di niente
capita
2. Ho problemi di digestione
3. Sono sempre trasognato (avere la “testa tra le nuvole”)
4. Perdo facilmente il controllo
5. Provo delle fitte (dolori interni)
6. Non trovo interesse più in niente
7. Vorrei trovarmi altrove
8. Faccio errori
9. Soffro spesso di mal di testa
10. Sono stufo del mio lavoro
11. Mi arrabbio molto spesso
12. Dimentico facilmente le cose
13. Soffro di problemi allergici
14. Bevo molte bevande alcoliche
15. Fumo molto
16. Mangio molto
17. Non mi sento bene
18. Credo che i docenti pretendando troppo
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19. Spesso mi sento stanco e svogliato
20. Spesso sono in disaccordo con i docenti
21. Sono stufo che tutti vogliano qualcosa da me
22. Soffro di dolori alla schiena
23. Francamente, mi sento depresso
24. È un vero sforzo essere gentili con le persone
25. Ho problemi d’insonnia
26. Mi sento svuotato di ogni energia
27. A volte mi sento un robot
28. Sono nervoso
29. Spesso sono in disaccordo con i miei genitori
30. Di frequente soffro di dolori al collo e alle spalle
Rispondete sì o no alle seguenti domande, riflettendo sulla vostra concezione di
Stress:
Sì No
31. Vedo lo stress unicamente come qualcosa di negativo
32. Lo stress non ha nessun effetto benefico sulla salute
33. La vita senza alcuno stress sarebbe ideale
34. Lo stress è inutile
35. Penso che lo stress possa aiutare le prestazioni durante una
36. Penso che una piccola quantità di stress possa aiutare la concentrazione
37. Ho già sentito parlare del termine eustress
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