PE DIA RADICCHIO Cichorium intybus L. Generalità ET OI LE Il radicchio è un ortaggio a foglia, compreso nel gruppo delle cicorie, a prevalente consumo invernale. Vegetale tra i più apprezzati e rinomati per le ottime caratteristiche organolettiche, è stato sottoposto ad una serie di ibridazioni spontanee e di selezioni (naturali o indotte dagli orticoltori) che hanno portato a differenziazioni morfologiche, talora consistenti. Benché il radicchio venga prodotto in molte Regioni dell’Italia settentrionale, la sua coltivazione si è sviluppata soprattutto in Veneto grazie, per esempio, a speciali sistemi di “forzatura” messi a punto dai produttori locali. In base alle caratteristiche morfologiche della foglia, il radicchio, appartenente alla famiglia delle Asteracee, viene classificato in diversi gruppi. Distinguiamo, pertanto, i radicchi rossi, con foglie di colore variabile dal rosso intenso al rosso carminio e con nervatura centrale ben sviluppata e bianca, ed i radicchi variegati. Questi ultimi sono caratterizzati dalla presenza di foglie con variegatura di diversa forma ed intensità, di colore rosso e bianco; il colore di fondo delle foglie è verde-giallastro, mentre la nervatura centrale è, in genere, meno sviluppata. Per il particolare impiego terapeutico del radicchio in Bioterapia Nutrizionale (condizioni cliniche caratterizzate da sideropenia o da necessità di intenso stimolo metabolico ad opera del ferro) è necessario conoscere le caratteristiche di alcune varietà di questo vegetale, in modo da prescrivere quelle più adatte al paziente in trattamento. Rosso di Treviso - La pianta ha un fittone di media grandezza; le foglie, dapprima verdi, cominciano a diventare rosse in autunno e formano un cespo lungo e stretto a forma di fuso; con l’imbianchimento, quest’ultimo raggiunge una lunghezza di circa 20 centimetri. L’imbianchimento è una delle operazioni fondamentali per preparare il radicchio alla commercializzazione; esso consiste nel collocare le piante in ambiente buio, umido e moderatamente caldo. In queste condizioni, oltre ad ottenere pregiate caratteristiche organolettiche per effetto di particolari trasformazioni enzimatiche, si determina, a spese delle riserve radicali, lo sviluppo di nuove e tenere foglioline, prive di clorofilla e di sapore delicato. Il radicchio di Treviso è quello a foglie più lunghe, meno amaro rispetto ad altre varietà e molto adatto per la preparazione ai ferri. Rosso di Verona - Si ritiene derivi per selezione dal Rosso di Treviso, dal quale differisce perché più corto. Di forma sferoidale, ha foglie rotondeggianti, che in autunno si chiudono a formare un grumolo pieno e compatto; viene chiamato anche “bombolone”, per la sua caratteristica forma a palla. La nervatura principale è bianca e molto sviluppata; il lembo fogliare è rosso e privo di frastagliature ai margini. Il fittone è grosso e viene reciso con la toelettatura (asportazione delle foglie esterne alterate). In Bioterapia Nutrizionale viene utilizzato crudo in insalata, in quanto la cottura accentua il suo sapore particolarmente amaro. LE PE DIA Rosso di Chioggia - Sembra derivare dal Variegato di Castelfranco. Le foglie sono grandi, rotondeggianti, strettamente embricate a formare un grumolo di forma sferica, talora schiacciato all’apice; le dimensioni del grumolo, una volta raggiunta la maturazione, sono considerevoli. La nervatura principale è bianca, ma meno pronunciata rispetto a quella degli altri radicchi rossi, mentre le nervature secondarie sono più evidenti. Il fittone ha dimensioni ridotte e viene reciso a 6-7 centimetri. Variegato di Castelfranco - Considerato il radicchio migliore per quanto riguarda le caratteristiche organolettiche e nutrizionali, deriva dall’incrocio tra il Rosso di Treviso e l’Indivia scarola. La pianta presenta foglie grandi e rotondeggianti con margine frangiato; in autunno compaiono maculature di colore rosso-viola. La forzatura e l’imbianchimento determinano un accrescimento delle foglie centrali, che rimangono aperte, senza formare un grumolo. Il colore di queste foglie varia dal verde al bianco crema, con ampie variegature rosso-violacee. Nel complesso, la colorazione di questa pianta assume toni sfumati ed armonici che le hanno valso il soprannome di “insalata orchidea”. Le foglie sono croccanti e, poiché non formano il grumolo, risultano fragili anche alle manipolazioni. Il radicchio di Castelfranco è adatto sia crudo in insalata che cotto ai ferri. Variegato di Chioggia - Questa varietà deriva per incrocio e selezione dal Variegato di Castelfranco; le foglie sono rotondeggianti, grandi, ondulate e, a differenza di quelle del Variegato di Castelfranco, si rinserrano in modo da formare il grumolo di forma sferica, o leggermente allungata, simile a quello del Rosso di Chioggia. Sulla colorazione di fondo verde-gialla delle foglie, si formano screziature di colore variabile dal bianco al giallo, fino al rosso. La nervatura principale è poco pronunciata, il fittone è mediamente sviluppato. Questo radicchio non viene quasi mai sottoposto alla pratica dell’imbianchimento. OI Composizione e caratteristiche ET Disponibile sul mercato tutto l’anno, il radicchio ha proprietà depurative, blandamente diuretiche (caratteristica di tutte le verdure facenti parte della famiglia delle cicorie) e toniche per il suo contenuto in vitamina C, antociani, betacaroteni e ferro. Quando si acquista il radicchio, è opportuno fare attenzione che le foglie non siano appassite o troppo bagnate: il contenuto vitaminico dipende, infatti, dalla maggiore o minore freschezza. La varietà verde è quella più ricca di ferro, calcio, fosforo, vitamina A e vitamina C. In cucina, i vari tipi di radicchio si prestano a diversi impieghi; in particolare, le foglie si mangiano sia crude in insalate (anche miste) o in pinzimonio, sia cotte ai ferri e saltate in padella. Inoltre, possono rappresentare l’ingrediente principale dei risotti. Fra le verdure ricche di ferro, il radicchio occupa una delle prime posizioni, ma la biodisponibilità e la tollerabilità organica del suo ferro richiedono un sistema epato- Bioterapia Nutrizionale PE DIA biliare e renale perfettamente sano e funzionante. Infatti, la presenza degli antociani (rilevabile dal colore rosso scuro delle foglie) disturba il rene ed impegna l’epatocita in un lavoro metabolico notevole; questa condizione può essere aggravata dall’eccesso di ferro, soprattutto se il paziente presenta una ferritinemia superiore ai valori normali. Pertanto, sapendo che il fegato ed il rene sono gli organi emuntoriali principali, si intuisce che quando viene disturbata la loro funzione, essi non riescono a detossicare in modo sufficiente. Il radicchio è una verdura molto indicata nell’anemia sideropenica riscontrata nelle donne in gravidanza, negli adolescenti, nei soggetti defedati, nonchè nei pazienti oncologici anemici senza metastasi epatiche e dopo perdite emorragiche. In ogni caso, fattore indispensabile al suo impiego è una efficiente condizione organica di fegato e rene. Il radicchio si può impiegare crudo, come tutte le verdure a foglia, ma si presta anche a cotture ai ferri, cui consegue una concentrazione dei suoi principi nutritivi. OI LE Radicchio crudo La tollerabilità organica del ferro, per la presenza dell’acqua di vegetazione, è migliore se il radicchio viene consumato crudo. Esso è indicato nelle anemie emolitiche, nelle microcitemie oppure quando è ipotizzabile una fragilità della membrana dei globuli rossi; in questi casi può essere molto pericoloso il radicchio ai ferri, in quanto la sua concentrazione di ferro può determinare una ulteriore lisi delle emazie. Il radicchio crudo deve essere usato preferibilmente da solo; esso non si presta, se non in minime quantità, come componente delle insalate miste. Infatti, i suoi sali, veicolati dal ferro all’interno del globulo rosso e dell’epatocita, creano un rigonfiamento ed una tensione della membrana cellulare per imbibizione idrica. Perfino l’associazione con verdure diuretiche, quali la cipolla o il finocchio, può provocare questo tipo di danno biologico. Nel trattamento del diabete è consigliabile non associare una seconda verdura nella composizione del pasto, ma preferire un frutto compatibile con la condizione patologica di base, quale il kiwi, le fragole, i lamponi o i mirtilli. ET Radicchio ai ferri Si taglia in due o quattro parti il radicchio e lo si lascia cuocere su una piastra rovente; poi si condisce con sale ed olio. In questa modalità di impiego il radicchio perde quasi tutta l’acqua di vegetazione, per cui si verifica, a parità di peso, una concentrazione del ferro; quest’ultimo diventa più “aggressivo” e pericoloso per il fegato, soprattutto se in quest’organo è presente già una notevole quota di ferritina. PE DIA Radicchio al forno con formaggio Nella rettocolite ulcerosa in fase acuta (con tenesmo rettale e scariche ematiche), una soluzione bionutrizionale è quella di impiegare il radicchio cotto in forno con mozzarella o fontina. La finalità terapeutica è quella di sostenere ed integrare le perdite di ferro secondarie alle scariche emorragiche, frenando il suo assorbimento (e quindi gli eventuali effetti collaterali a carico del fegato) con un alimento complesso come il formaggio, che normalmente rallenta i processi digestivi per la sua ricchezza in lipidi saturi, in proteine e, soprattutto, in calcio; quest’ultimo riduce gli spasmi della muscolatura liscia intestinale e facilita i processi di coagulazione. Nei pazienti che potrebbero avere effetti collaterali secondari all’impiego del radicchio, si può proporre la stessa preparazione, sostituendo questa verdura con l’indivia belga (ricca in ferro, ma meno “aggressiva” per il fegato, in virtù della sua quota in zuccheri). ET OI LE Orzo e radicchio Si lava e si pone a bagno l’orzo almeno due ore prima di metterlo sul fuoco (preferibilmente nella stessa acqua). Dopo averlo fatto bollire per circa venti minuti, si aggiungerà il radicchio tagliato sottilmente. A fine cottura si aggiungono burro crudo, mezza tazza di crema di latte fresca e parmigiano. Questa preparazione è utile alle giovani in fase premestruale, per le donne in menopausa ed in tutti i soggetti convalescenti, specie dopo forme epidemiche debilitanti. L’orzo rappresenterà un alimento nutriente e non irritante per il tratto intestinale, nè per il fegato e per l’emuntorio renale. Il radicchio avrà il compito di potenziare il ferro già presente nell’orzo; entrambi renderanno la preparazione un vero e proprio farmaco antianemico di cui l’organismo si giova, anche per l’azione specificamente epatoprotettiva dell’orzo. Il burro ed il parmigiano, infine, apporteranno le quote proteica, lipidica e di sali minerali. 72 % 91.0 g 1.6 g 0 1.4 g 0.1 g 0.3 mg 36 mg 10 mg 240 mg 30 mg 0.07 mg 0.05 mg 0.30 mg tr 10 mg LE Parte edibile Acqua Carboidrati Amidi Proteine Lipidi Ferro Calcio Sodio Potassio Fosforo Tiamina Riboflavina Niacina Vit. A ret. eq. Vitamina C PE DIA Radicchio rosso Composizione per 100 g di parte edibile Radicchio verde Composizione per 100 g di parte edibile 95 % 88.1 g 0.5 g 0 1.9 g 0.5 g 7.8 mg 115 mg 45 mg 0.06 mg 0.53 mg 0.30 mg 542 microg 46 mg ET OI Parte edibile Acqua Carboidrati Amidi Proteine Lipidi Ferro Calcio Fosforo Tiamina Riboflavina Niacina Vit. A ret. eq. Vitamina C Tabelle di Composizione degli Alimenti Ist. Naz. della Nutrizione 1998