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Regione Friuli Venezia Giulia
DOCUMENTO SULLA ADERENZA ALLA TERAPIA DEI PAZIENTI CRONICI E FRAGILI
La scarsa aderenza alle prescrizioni del medico è la principale causa di non efficacia delle terapie
farmacologiche ed è associata a un aumento degli interventi di assistenza sanitaria, della morbilità
e della mortalità, rappresentando un danno sia per i pazienti che per il sistema sanitario e per la
società.
Per aderenza alla terapia si intende il conformarsi del paziente alle raccomandazioni del medico
riguardo ai tempi, alle dosi e alla frequenza nell’assunzione del farmaco per l’intero ciclo di
terapia.
Maggior aderenza significa infatti minor rischio di ospedalizzazione, minori complicanze associate
alla malattia, maggiore sicurezza ed efficacia dei trattamenti e riduzione dei costi per le terapie.
Com’è ormai noto, la popolazione anziana è quella più a rischio sotto il profilo dell’aderenza alle
terapie, specie in compresenza di più patologie. L’Italia è al secondo posto in Europa per indice di
vecchiaia, con intuibili conseguenze sull’assistenza sanitaria a causa del numero elevato dei malati
cronici. L’aderenza alle terapie è pertanto fondamentale per la sostenibilità del SSN.
Dalle analisi contenute nel Rapporto OsMed 2013, poco più della metà dei pazienti (55,1%) affetti
da ipertensione arteriosa assume il trattamento antipertensivo con continuità.
Recenti studi osservazionali rivelano che quasi il 50% dei pazienti in trattamento con antidepressivi
sospende il trattamento nei primi tre mesi di terapia ed oltre il 70% nei primi 6 mesi. I dati
provenienti dai database amministrativi delle ASL mostrano che nel 2012 la percentuale di pazienti
aderenti risulta solo del 38,4%, sebbene in lieve aumento rispetto agli anni precedenti (+2,9%
rispetto al 2011), mentre per gli antidiabetici la percentuale di pazienti aderenti al trattamento è
stata pari al 62,1%. Bassi livelli di aderenza al trattamento (14,3%), in lieve aumento rispetto al
2011 (+2,4%), si registrano anche per l’asma e la bronco-pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)."
(Fonte AIFA)
La cura centrata sul paziente
Risulta indispensabile includere nel trattamento e nella cura i bisogni e le preferenze del paziente
dandogli l’opportunità di prendere decisioni informate e condivise con il proprio professionista di
riferimento (il riferimento costante è il Medico di famiglia prescrittore).
Ad oggi la percezione e la difficoltà del paziente dopo una prescrizione per principio attivo è
descritta da una indagine CENSIS di novembre 2012: “L’impatto della prescrizione per principio
attivo sulla qualità delle cure”
• Il 57,6% dei cittadini intervistati dichiara di conoscere i farmaci che assume grazie al loro
nome commerciale, il 7,6% dal nome del principio attivo e quasi il 35% con entrambi i nomi
• Se cambiano aspetti del farmaco che viene assunto abitualmente si genera disagio nel
cittadino:
– Nome 73% - per anziani oltre 79%
– Confezione 57%
– Colore della compressa 54,2%
– Forma della compressa 50,7%
Al contempo, una indagine svolta in Veneto ha analizzato le prescrizioni e le sostituzioni con
equivalenti effettuate su un gruppo di pazienti in trattamento cronico, a cui è seguito un
dettagliato report pubblicato a fine 2011 sulla rivista Dialogo sui farmaci della ASL di Verona.
Dai risultati di questa “indagine sul campo” emerge la necessità di adottare soluzioni volte ad
assicurare la continuità terapeutica e la tutela della fragilità, con la collaborazione di tutte la parti
interessate: farmacisti, medici MG e Aziende sanitarie.
L'indagine si conclude con la necessità che le fragilità del paziente debbano essere “poste al
centro” del percorso terapeutico volto a garantire la continuità della terapia e la corretta
compliance delle modalità di assunzione.
Come fare per aumentare l'aderenza e persistenza del paziente in terapia?
Come Medici di Medicina Generale proponiamo che nel rispetto delle normative che regolano la
prescrizione dei farmaci, venga adottato in misura maggiore la protezione della prescrizione, sia
apponendo la clausola di Non sostituibilità, sia chiedendo ai farmacisti di sostenere la prescrizione
del medico.
Nel caso di prescrizioni ripetute di farmaci per trattamenti di patologie croniche chiediamo che si
preveda anche nella ricetta dematerializzata (quando andrà a regime in Regione FVG) la
prescrizione con il solo nome del farmaco in uso (sia esso Originator Brand, sia esso Generico di
marca X), come previsto dalla normativa in vigore.
La prescrizione di un farmaco e la sua dispensazione sono atti unici che
caratterizzano la complementarietà d'azione tra Medico e Farmacista e
non la sovrapponibilitá
Sia i medici sia i farmacisti (e le istituzioni) dovrebbero perciò operare
avendo a cuore che il paziente comprenda bene perché sta assumendo i
farmaci e quindi dovrebbero privilegiare soprattutto l'aderenza alla
terapia prescritta.
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