POINT BREAK La biopsia endomiocardica nella miocardite acuta: per alcuni ma non per tutti i pazienti Enrico Ammirati1, Manlio Cipriani1, Edgardo Bonacina2, Andrea Garascia1, Fabrizio Oliva3 1 Cardiologia 2 - Insufficienza Cardiaca e Trapianto, 2Servizio di Anatomia Patologica, 3Unità di Cure Intensive Cardiologiche, Dipartimento Cardiotoracovascolare “A. De Gasperis”, A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Milano Endomyocardial biopsy (EMB) is the gold standard for the diagnosis of myocarditis. Patients with clinical presentation consistent with myocarditis and acute heart failure should undergo EMB, in particular to exclude giant-cell myocarditis or necrotizing eosinophilic myocarditis that are life-threatening conditions. The indication for EMB is debatable in case of suspected myocarditis with infarct-like presentation and preserved left ventricular ejection fraction. In fact, in this group of patients the prognosis is fairly good, and the clinical advantage to reach a histological diagnosis by means of an invasive procedure with potential complications such as EMB is limited. In this article we discuss the indication for EMB in the light of current guidelines based on existing consensus documents. Key words. Endomyocardial biopsy; Eosinophilic myocarditis; Giant-cell myocarditis; Myocarditis. G Ital Cardiol 2015;16(10):539-543 La biopsia endomiocardica (BEM) per via transvenosa è stata eseguita per la prima volta nel 1962 da Sakakibara e Konno1 ed è utilizzata routinariamente in molti centri per la diagnosi precoce di rigetto nei pazienti sottoposti a trapianto cardiaco2. La maggior parte dei centri ad alto volume di BEM sono centri trapianto, poiché ogni paziente viene sottoposto in media a circa 13 BEM nel primo anno dal trapianto cardiaco. La BEM ha inoltre un ruolo fondamentale nella diagnosi di certezza di miocardite essendo in grado di identificare sottogruppi istologici con evoluzione e prognosi molto diverse. La BEM è spesso anche dirimente per la caratterizzazione di cardiomiopatie infiltrative e da accumulo3. INDICAZIONI ALLA BIOPSIA ENDOMIOCARDICA BASATE SUI DOCUMENTI DI CONSENSO Nel 2012 il gruppo di anatomo-patologi cardiovascolari europei ha pubblicato un documento in cui sono state definite chiaramente le modalità di processazione e di analisi dei campioni cardiaci per le diverse patologie cardiache, tra cui la miocardite4. Questo documento costituisce un’estensione della Consensus sulle BEM apparso sul Giornale nel 20095. Nel 2007 tre società – American Heart Association (AHA), American College of Cardiology (ACC), European Society of Cardiology (ESC) – hanno in maniera congiunta pubblicato le indicazioni per l’esecuzione della BEM identificando 14 scenari in cui l’esame può avere un’utilità clinica6. Tra questi scenari due situazioni hanno una classe di raccomandazione I con li- © 2015 Il Pensiero Scientifico Editore Ricevuto 08.06.2015; accettato 06.07.2015. Gli autori dichiarano nessun conflitto di interessi. Per la corrispondenza: Dr. Enrico Ammirati Dipartimento Cardiotoracovascolare “A. De Gasperis”, A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Piazza Ospedale Maggiore 3, 20162 Milano e-mail: [email protected] vello di evidenza B. La prima è la nuova insorgenza di scompenso cardiaco di durata <2 settimane con camere cardiache di dimensioni normali o dilatazione del ventricolo sinistro, nel contesto di un quadro di instabilità emodinamica. Da uno studio retrospettivo condotto su 851 biopsie dal 2000 al 2009 al Johns Hopkins Hospital di Baltimora la maggior parte delle diagnosi in questo scenario sono state miocarditi7. Il secondo scenario identificato è quello di scompenso cardiaco di nuova insorgenza di durata tra 2 settimane e 3 mesi, associato a dilatazione del ventricolo sinistro e nuove aritmie ventricolari, blocco atrioventricolare di secondo o terzo grado e/o non risposta alla terapia dello scompenso instaurata da 1-2 settimane. La diagnosi principale anche in questo gruppo è stata la miocardite, ed in particolare la diagnosi di sarcoidosi cardiaca, che costituisce una forma granulomatosa non caseosa di miocardite7-9. Un terzo scenario in cui la BEM viene raccomandata è il quadro di scompenso cardiaco con cardiomiopatia di qualsiasi durata associata a reazione allergica e/o eosinofilia (classe di raccomandazione IIa, livello di evidenza C). Anche in questo gruppo la diagnosi principale dall’analisi retrospettiva di Bennett et al. è stata quella di miocardite, in particolare nella forma eosinofila6,7,10,11 (Tabella 1). Nel 2013 l’ESC ha pubblicato un “position statement” sulla diagnosi e gestione delle miocarditi confermando l’importanza della BEM nei pazienti con sospetta miocardite e instabilità emodinamica12. Il documento conferma l’importanza di identificare le forme di miocardite giganto-cellulare, eosinofila e di sarcoidosi cardiaca che, come noto, possono avere un decorso particolarmente sfavorevole e potersi quindi giovare di trattamenti specifici (Figura 1). Caforio et al.12 includono un nuovo gruppo di pazienti da candidare alla BEM, insieme alla coronarografia, ovvero quelle forme di miocardite a presentazioni simil-infartuali (con o senza sopraelevazione del tratto ST) e con incremento degli indici di necrosi cardiaca (aumento delle troponine), ma con frazione d’eiezione del ventricolo siniG ITAL CARDIOL | VOL 16 | OTTOBRE 2015 539 E AMMIRATI ET AL Tabella 1. Indicazioni alla biopsia endomiocardica secondo il documento AHA/ACC/ESC 20076 in scenari clinici dove la diagnosi più probabile è di miocardite secondo un’analisi retrospettiva di Bennett et al.7. Scenario Classe di raccomandazione e livello di evidenza Nuova insorgenza di scompenso cardiaco di durata <2 settimane con camere cardiache di dimensioni normali o dilatazione del ventricolo sinistro nel contesto di instabilità emodinamica. Nuova insorgenza di scompenso cardiaco di durata tra 2 settimane e 3 mesi prima associato a dilatazione del ventricolo sinistro e insorgenza di nuove aritmie ventricolari, o blocco atrioventricolare di secondo o terzo grado o non risposta alla terapia dello scompenso instaurata da 1-2 settimane. Scompenso cardiaco con cardiomiopatia dilatativa di qualsiasi durata associata a sospetta reazione allergica e/o eosinofilia. I, B I, B IIa, C Figura 1. Campioni di biopsie endomiocardiche di 2 soggetti che sono stati sottoposti a tale procedura nel sospetto di miocarditi fulminanti. Colorazioni in ematossilina ed eosina. A: miocardite gigantocellulare con evidenza di granulomi (frecce nere). B: miocardite eosinofila necrotizzante con infiltrati di eosinofili (frecce bianche). stro (FEVS) conservata indipendentemente dal fatto che la risonanza magnetica cardiaca (RMC) sia suggestiva o meno per miocardite. La forte raccomandazione degli autori all’esecuzione della biopsia anche in presenza di funzione ventricolare conservata sottende chiaramente alla convinzione che la diagnosi di miocardite non può che basarsi sul dato istologico. 540 G ITAL CARDIOL | VOL 16 | OTTOBRE 2015 LA BIOPSIA ENDOMIOCARDICA NEI PAZIENTI CON MIOCARDITE CON PRESENTAZIONE SIMIL-INFARTUALE Su questo specifico punto ci permettiamo di essere in disaccordo, non essendoci a nostro giudizio, come peraltro già segnalato in letteratura da altri autori13-15, ad oggi elementi così solidi per un atteggiamento così aggressivo. Riteniamo infatti che tra questi pazienti con clinica sospetta per miocardite, ma con FEVS conservata e in particolare in assenza di segni suggestivi per miocarditi alla RMC, la BEM non debba sempre essere raccomandata. Questo gruppo di pazienti è molto ampio e include soggetti in età pediatrica con prognosi molto favorevole nel breve e medio termine16. Da un’analisi retrospettiva eseguita nel nostro Centro di 70 miocarditi acute non fulminanti non si sono osservati decessi a circa 3 anni di follow-up in pazienti con storia clinica suggestiva per miocardite, marcatori di necrosi cardiaca positivi, RMC con segni di miocardite a presentazione simil-infartuale e conservata FEVS17. Rimangono ancora molte incertezze sul fatto che chi abbia avuto una miocardite possa poi sviluppare una cardiomiopatia su base infiammatoria. Tali entità sono distinte e probabilmente solo poche forme specifiche di miocarditi possono evolvere verso forme di cardiomiopatie infiammatorie12. Un esempio esplicito di questa affermazione può essere rappresentato dalle miocarditi eosinofile nei pazienti con sindrome di Churg-Strauss. Le miocarditi associate a questa sindrome possono recidivare evolvendo verso forme di cardiomiopatia su base infiammatoria che condizionano la prognosi di questi pazienti18,19. Va detto come questo gruppo con possibile sindrome di Churg-Strauss rientri nello scenario delle indicazioni dell’AHA/ACC/ESC come prima descritto nelle forme con storia di allergia e/o eosinofilia. I dati presenti in letteratura mostrano come le miocarditi che si presentano con dolore toracico senza evidenza di pattern aritmici ventricolari o di disfunzione ventricolare sinistra hanno una prognosi favorevole. Infatti in una serie italiana di 82 casi di miocarditi diagnosticate con BEM (eseguite agli Ospedali Riuniti di Trieste) a 10 anni di follow-up non si sono avuti decessi o necessità di trapianto cardiaco16. In questo gruppo di pazienti l’età media alla presentazione era di 40 anni e la FEVS del 56%; va però detto che solo 9 pazienti avevano queste caratteristiche. Gli autori stessi specificano che nel corso del tempo hanno smesso di eseguire le BEM nei pazienti con dolore toracico all’esordio senza evidenza di disfunzione ventricolare sinistra, e per tale motivo questo campione è meno rappresentato rispetto alla realtà clinica dove è frequente la presentazione del paziente con miocardite con un quadro di dolore toracico. In uno studio di Kindermann et al.20 su 181 pazienti con sospetta miocardite virale con un follow-up di circa 5 anni i predittori sfavorevoli di prognosi (considerando come eventi la morte cardiaca e il trapianto cardiaco) sono stati la classe NYHA avanzata alla presentazione (III e IV), i segni di infiammazione all’immunoistochimica della BEM e l’assenza di trattamento con betabloccanti, mentre la positività dei criteri di Dallas per miocardite e la presenza di genoma virale non erano risultati dei predittori. Questo studio sottolinea ulteriormente come la presentazione clinica della miocardite con segni di scompenso cardiaco sia da considerare con la massima attenzione e quindi sia necessario un approfondimento con BEM per un corretto inquadramento e gestione di questo sottogruppo di pazienti. Va ricordato come per l’identificazione di infiltrati infiammatori cellulari l’esecuzione di una BEM nel ven- LA BIOPSIA ENDOMIOCARDICA NELLA MIOCARDITE ACUTA: SOLO PER ALCUNI tricolo destro è simile al biopsiare il ventricolo sinistro21, e uno dei fattori più importanti è eseguire un numero adeguato di campioni che deve essere superiore a 4. COMPLICANZE DELLA BIOPSIA ENDOMIOCARDICA In generale le BEM devono essere eseguite in centri ad alto volume per ridurre le potenziali complicanze. Infatti, in uno studio multicentrico giapponese su 9508 BEM si è osservato come la più alta incidenza di pericardiocentesi e necessità di posizionamento di pacemaker temporaneo nel medesimo giorno dell’esecuzione della BEM è avvenuto nei centri a medio o basso (<14 BEM/anno) volume di BEM rispetto a quelli ad alto volume (>37 BEM/anno)22. Da questo studio si è osservato che la necessità di pericardiocentesi è stato pari allo 0.25% delle procedure e il posizionamento di pacemaker temporaneo allo 0.70%. Va però ricordato che le miocarditi sono state i contesti clinici in cui con maggior frequenza si è verificata una delle due complicanze raggiungendo un tasso del 5%22. Da uno studio tedesco basato su un centro ad altissimo volume si è infat- ti visto che in caso di operatori molto esperti il tasso delle suddette complicanze può scendere allo 0.12%, con la necessità di solo due pericardiocentesi su 3048 BEM eseguite in 9 anni23. Inoltre i centri ad alto volume spesso sono gli stessi con gli anatomo-patologi più esperti nell’analisi dei campioni cardiaci e pertanto è più probabile che una corretta biopsia possa portare ad una diagnosi con una ricaduta clinica. Questi dati sottolineano quindi l’importanza di riferite i pazienti con sospetta miocardite che si presentano con scompenso cardiaco o shock cardiogeno o pattern aritmico ventricolare a centri di terzo livello specializzati nella gestione delle miocarditi24. CONCLUSIONI Tutti i pazienti adulti con sospetta miocardite ed instabilità emodinamica o elettrica associate a perdita di FEVS vanno primariamente stabilizzati emodinamicamente, anche con l’utilizzo di sistemi di assistenza al circolo, quali il contropulsatore aortico e/o l’ossigenazione extracorporea a membrana (ECMO) artero-venosa. Quanto prima deve essere eseguita una BEM in particola- Figura 2. Ruolo della biopsia endomiocardica nel contesto dell’algoritmo diagnostico-terapeutico della miocardite con shock. AV, atrioventricolare; BEM, biopsia endomiocardica; Bi/LVAD, dispositivo di assistenza al circolo biventricolare/sinistro; CAD, malattia coronarica; CPAo, contropulsatore aortico; ECMO, ossigenazione extracorporea a membrana; ECO, ecocardiogramma; FEVS, frazione d’eiezione del ventricolo sinistro. Adattata da Kindermann et al.13. G ITAL CARDIOL | VOL 16 | OTTOBRE 2015 541 E AMMIRATI ET AL re per identificare le forme specifiche giganto-cellulare, eosinofila necrotizzante o sarcoidosi, che possono essere trattate con combinazioni immunosoppressive specifiche ma che possono anche necessitare di lunghi periodi di supporto meccanico al circolo prima di ottenere un recupero della FEVS, e talvolta non è nemmeno possibile25-28 (si veda l’algoritmo usato nel nostro Centro in Figura 2). In tutte le forme in cui la miocardite è fortemente sospettata per la presentazione clinica e i dati strumentali ECG, ecocardiografici e dall’aumento degli indici di necrosi cardiaci, se la FEVS è conservata o minimamente ridotta si preferisce eseguire prima una RMC e monitorizzare il paziente e l’andamento della FEVS. Qualora vi sia il sospetto di una malattia sistemica all’origine della miocardite (eosinofilia marcata sospetta per Churg-Strauss, linfonodi mediastinici ingranditi sospetti per sarcoidosi) si procede ad esecuzione di BEM, ma generalmente in presenza di segni alla RMC suggestivi per miocardite. In tutti i casi in cui la FEVS è conservata e i sintomi, spesso di tipo dolore toracico, sono regrediti non si sottopone il paziente a BEM, ma tutti vengono sottoposti a RMC per confermare la diagnosi, anche se rimarrà solo una diagnosi di probabilità e non di certezza istologica. Nei pazienti adulti con FEVS <40% con quadro clinico di presentazione di tipo miocarditico sia con presentazione tipo dolore toracico, che aritmico che di scompenso cardiaco si procede a BEM sempre che non si rilevino altre cause alla base della disfunzione contrattile, in particolare la presenza di coronaropatia all’angiografia. Una valutazione caso per caso deve invece essere riservata ai pazienti pediatrici, specie se molto piccoli, dove la procedura di BEM ha aumentati rischi e il paziente necessita di un supporto anestesiologico per essere sottoposto a tale esame. Riteniamo che l’approccio in cui la BEM viene riservata ai soggetti con sospetta miocardite più a rischio sia in grado di garantire un trattamento efficace e mirato riducendo le even- tuali complicanze di questa procedura, anche se nei centri ad alto volume ha un tasso di complicanze basso. Inoltre va ricordato che in centri esperti da un punto di vista della lettura dei campioni bioptici una diagnosi viene fornita solo nel 25% dei casi7. Quindi occorre ottimizzare al massimo la selezione dei pazienti che possono avere un beneficio diagnostico e clinico da tale procedura; e pertanto ci discostiamo in parte dai suggerimenti del documento dell’ESC del 2013 che dà indicazione ad eseguire una BEM anche nel sottogruppo di pazienti con FEVS conservata e presentazione simil-infartuale12. È possibile che tale atteggiamento possa essere riservato per ragioni di ricerca clinica in quei centri in cui si voglia osservare nel tempo il decorso clinico e l’andamento della FEVS dei soggetti con diagnosi istologica di miocardite. RIASSUNTO La biopsia endomiocardica (BEM) è considerata il “gold standard” per la diagnosi di miocardite. I pazienti con una presentazione clinica sospetta per miocardite e segni di scompenso cardiaco acuto dovrebbero essere sottoposti ad una BEM, in particolare al fine di escludere una sottostante miocardite a grandi cellule o una miocardite eosinofila necrotizzante, che sono condizioni ad elevata mortalità. L’indicazione alla BEM è motivo di discussione nei casi in cui la miocardite sospetta si presenta con segni simil-infartuali e con evidenza di conservata frazione d’eiezione ventricolare sinistra. Infatti, questo gruppo di pazienti ha una prognosi piuttosto buona, e il vantaggio clinico ottenibile da una diagnosi istologica per mezzo di una procedura invasiva con potenziali complicanze come la BEM è limitato. In questo articolo discuteremo delle indicazioni alla BEM alla luce dei documenti di consenso degli esperti esistenti. Parole chiave. Biopsia endomiocardica; Miocardite; Miocardite eosinofila; Miocardite giganto-cellulare. BIBLIOGRAFIA 1. Sakakibara S, Konno S. 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