Brucella spp IN LACRIME, UMORE ACQUEO E VITREO DI PECORE INFETTE, ATTRAVERSO LA REAL-TIME PCR. Brucella spp (REAL-TIME PCR) INTO TEARS, AQUEOUS AND VITREOUS HUMOR OF INFECTED SHEEP DI PIETRO S., GALBO A.*, BONANNO G., DE DOMENICO A., REALE S.**, GIUDICE E. Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Università di Messina, *Azienda Unità Sanitaria Locale n° 5 – Messina, **I.Z.S. “A. Mirri” - Sicilia PAROLE CHIAVE: Brucella spp., fluidi oculari, real-time PCR, ovini. KEY WORDS: Brucella spp., ocular fluids, real-time PCR, ovine. RIASSUNTO Obiettivo del presente lavoro è stato quello di avvalersi della real-time PCR quale strumento di elevato valore diagnostico nel riscontro della Brucella spp. in lacrime, umore acqueo e corpo vitreo di pecore risultate positive ai test routinari impiegati nei piani di eradicazione della malattia. La real-time PCR è stata effettuata su n° 18 pecore risultate infette da Brucella spp. (esami sierologici); in particolare, il test biomolecolare è stato eseguito su n°18 campioni di lacrime e su n°36 campioni rispettivamente di umore acqueo e di vitreo. Il DNA di Brucella spp. è stato evidenziato in tutti i campioni lacrimali (100% di positività), in n° 29 campioni di umore acqueo (80% di positività), in n° 23 campioni di corpo vitreo (63% di positività). Sulla base dei risultati del presente lavoro è possibile affermare che la real-time PCR può essere applicata per l’evidenziazione della Brucella spp. nell’apparato oculare di pecore infette, quale test diagnostico altamente sensibile e specifico. SUMMARY The objective of this study is to apply the real-time Polymerase chain reaction (PCR) as a tool with a high diagnostic value to detect Brucella spp. in tears, aqueous and vitreous serum-positive to Brucella spp.. Real-time PCR assay was performed in n° 18 infected sheep: 18 lacrimal samples and respectively 36 aqueous and vitreous samples. Brucella DNA was detected in all lacrimal samples (positivity: 100%); in 29 aqueous (positivity: 80%); and in 23 vitreous samples (positivity: 63%). On the basis of the results it is possible to underline that real-time PCR can be applied to detect Brucella spp. in the ocular apparatus of infected sheep, as a diagnostic tool with high sensitivity and specificity. INTRODUZIONE Brucella spp., batterio Gram-, è responsabile di diverse affezioni acute e/o croniche nelle varie specie animali, uomo compreso. Nell’animale l’infezione può avvenire per via digerente, respiratoria, attraverso la mucosa oculo-congiuntivale, vaginale o attraverso soluzioni di continuo; nell’uomo si stabilisce sia per contatto diretto con animali e materiali infetti sia per via indiretta attraverso l’ingestione di materiale contaminato. Una volta all’interno dell’organismo ospite, il batterio, riconosciuto dalle cellule immunocompetenti, superata la barriera linfonodale, si riversa nel circolo ematico, dando luogo ad una batteriemia primaria con localizzazione in diversi organi (1). Prescindendo dalle più note lesioni che il microorganismo può determinare in organi e tessuti, una particolare menzione nell’uomo riguarda l’apparato oculare, dove Brucella spp. può determinare entità nosologiche di una certa importanza che se non diagnosticate in tempo possono sortire degli effetti alquanto gravi come: episcleriti, uveiti, neuropatie ottiche ed endoftalmiti (2), oltre a forme di cheratocongiuntivite e dacrioadenite, con elevate concentrazioni di Brucella spp. a livello delle ghiandole lacrimali (3). Nel cane Brucella canis è stata isolata dall’occhio e riconosciuta responsabile di uveite ed endoftalmite (4), mentre nel cavallo Brucella abortus viene ritenuta potenziale agente di uveite ricorrente da immunocomplessi (5); diversamente dalle rare segnalazioni riportate in letteratura relativamente alle lesioni oculari da Brucella spp. nel cane e nel cavallo, nella specie ovina i riferimenti bibliografici sono carenti. Scopo del nostro lavoro è stato quello di valutare tramite la real-time PCR la possibile diffusione della cellula batterica nei diversi tessuti oculari, al fine di evidenziarne la capacità di determinare lesioni oculari. La diagnosi della malattia con i metodi di routine è abbastanza controversa in quanto sia la siero agglutinazione rapida che la fissazione del complemento danno luogo a reattività crociate; l’esame colturale, sebbene specifico, è abbastanza indaginoso. L’uso di test biomolecolari, nel nostro caso della Real-Time PCR (PCR quantitativa), consente una diagnosi certa e rapida, confermando uno stato di infezione prima ancora che si verifichi la siero conversione nel soggetto. Inoltre essendo un’analisi quantitativa, permette di conoscere la carica batterica del microrganismo e di valutare meglio i potenziali danni creati dallo stesso. MATERIALI E METODI Il nostro studio è stato effettuato su n°18 pecore adulte, di razze diverse, tutte femmine, risultate positive ai test di routine (SAR e FC) previsti dal piano nazionale di eradicazione della brucellosi ovi-caprina. Prima della macellazione, che si è svolta presso il mattatoio di Messina, tutti i soggetti, previa contenzione manuale, sono stati sottoposti ad esame oftalmologico ed al prelievo del secreto lacrimale tramite pipette Eppendorf munite di puntale, dalla porzione mediale del fornice congiuntivale inferiore. Subito dopo l’abbattimento si è proceduto all’enucleazione del globo oculare ed al prelievo, tramite centesi, dell’humor acqueo e dell’humor vitreo. I liquidi biologici prelevati sono stati sottoposti a real-time PCR per Brucella spp., con limite di rilevabilità di 1 equivalente genomico/ml. Il sistema di PCR in real-time è stato sviluppato su Light Cycler (Roche), sfruttando la chimica TaqMan che prevede l’uso di una coppia di primers e di una sonda marcata, scelte omologhe ad una porzione del gene 16S. I test sono stati effettuati sulla base di una curva di taratura, ottenuta saggiando diluizioni successive in base 10, di una soluzione di DNA di Brucella equivalente a 106 batteri per ml. Secondo tale schema, sono stati ottenuti 6 punti per curva, in un intervallo compreso tra 106 e 101 equivalenti genomici per ml di campione estratto. La miscela di reazione per il test è stata sviluppata come segue: FastStart DNA Master Hybridization Probes (Roche)1x, 1pmol/ l per ciascun primer, 0,125pmol/ l di sonda marcata, 5 l di estratto di DNA e H2O fino al completamento del volume di reazione (20 l ). Per quanto riguarda il programma di analisi, in seguito ad una iniziale denaturazione di 3 min a 95°C, si sono realizzati i seguenti cicli di reazione con 45 ripetizioni: 95°C per 5 sec, 60°C per 8 sec, 72°C per 10 sec. Il test biomolecolare è stato eseguito su n°18 campioni di lacrime e su n° 36 campioni rispettivamente di umore acqueo e vitreo. La specificità e la sensibilità del sistema sono state infine calcolate rispettivamente su campioni sicuramente negativi e sicuramente positivi. RISULTATI Il DNA di Brucella spp. è stato evidenziato in tutti i campioni di secreto lacrimale (100% di positività), in n° 29 campioni di umore acqueo (80,55% di positività) e in n°23 campioni di corpo vitreo (63,89% di positività). In tabella 1 vengono riportati i dati relativi alla realtime PCR effettuata sui fluidi oculari, suddivisi in diverse classi, in relazione al numero di equivalente genomico della cellula batterica presente in 1 ml di campione. In tabella sono riportate inoltre le percentuali di positività rispetto al numero totale dei campioni. Tabella 1 Liquido biologico Eq. Gen/ml 1-100 Eq. Gen/ml 101-1000 Eq. Gen/ml Totale positivi > 1001 Lacrime Humor acqueo Humor vitreo 2 (11,11%) 15 (83,33%) 1 (5,56%) 21 (58,33%) 8 (22,22%) 0 (0%) 21 (58,33%) 2 (5,56%) 0 (0%) 18 (100%) 29 (80,55%) 23 (63,89%) Le prove di ripetibilità hanno sempre confermato l’assenza di falsi positivi su campioni veri negativi, (Specificità 100%) e l’assenza di falsi negativi su campioni veri positivi (Sensibilità 100%). In tal senso è anche stata dimostrata la scarsa influenza che la matrice di partenza può avere sul test. CONSIDERAZIONI E CONCLUSIÓN Da quanto riportato in tabella si evince che la Brucella spp. è presente in tutti i fluidi esaminati, con maggiore incidenza nelle lacrime, nelle quali si riscontra una positività del 100%. La maggiore concentrazione del batterio nel secreto lacrimale supporta l’ipotesi di una possibile penetrazione della brucella nell’organismo attraverso la via congiuntivale anche nell’animale (1), così come riportato nell’uomo, dove sono state descritte più frequentemente forme di dacrioadenite (2). Il rilevamento del DNA batterico a livello dell’apparato oculare conferma la possibilità di localizzazione del batterio in queste strutture anche nella specie ovina, in analogia con quanto riscontrato nell’uomo (6), e depone per una diffusione per via ematica del microorganismo. Il mancato riscontro di lesioni macroscopiche a carico dei tessuti oculari, nelle pecore oggetto di studio, può essere rapportato ad uno stadio acuto della malattia; nell’uomo, infatti, viene riportato che le uveiti in corso di brucellosi si instaurano nella fase cronica, quale esito di una reazione immunitaria (7). In assenza di lesioni, la RT-PCR positiva viene considerata nell’uomo una tecnica importante per diagnosticare l’infezione in fase precoce, al fine di evitare l’instaurarsi di lesioni alquanto gravi, quali forme di endoftalmite con conseguente perdita di funzionalità dell’organo (8). Sulla base di quanto riscontrato è auspicabile, nell’ambito dell’oftalmologia comparata, l’impiego di campioni lacrimali per la diagnosi di brucellosi oculare nell’uomo, considerata la non invasività della tecnica di prelievo. La presenza del batterio a livello di humor acqueo e vitreo in discrete quantità, esorta l’applicazione della real-time PCR anche su questi fluidi. La Real-time PCR risulta così essere un importante strumento di diagnosi e ricerca sia in medicina umana che in medicina veterinaria, in quanto rappresenta un metodo rapido, specifico (100%) e sensibile (100%) per la diagnosi e la quantificazione del patogeno. Tramite la RT-PCR, viene valutata la carica batterica totale e non quella infettante. Questa tecnica però non consente di effettuare un distinguo tra batterio vivo e morto, per cui risulta opportuno associare a suddetta tecnica la semina su terreni di coltura oppure valutare la presenza del genoma batterico al tempo “t0” nel campione, seminarlo in brodo e sempre con lo stesso metodo, valutare la crescita esponenziale del genoma al tempo “t1”. Se da un lato la RT PCR non riesce a discriminare tra batterio vivo o morto, dall’altro considerata l’elevata diffusione della brucellosi tra la popolazione, in particolare tra le categorie a rischio, non si puo´escludere che i fluidi oculari possano rappresentare un veicolo di trasmissione anche per l’uomo, coem viene riportato per gli animali.. A tal proposito sono ancora in itinere le ricerche riguardanti l’esame colturale dei campioni oculari, al fine di accertare la possibilita` di crescita e moltiplicazione del batterio sul materiale organico e il conseguente potere patogeno dello stesso. In considerazione degli scarsi riferimenti bibliografici, riteniamo opportuno sottolineare il carattere innovativo dell’applicazione della Real-time PCR, nella diagnosi della brucellosi oculare nelle pecore, nonché la possibilità di quantificare, con tale metodica, la presenza del patogeno nelle strutture oculari. Riteniamo anche che il presente studio sia da considerare un importante contributo alle ricerche scientifiche condotte nell’ambito dell’oftalmologia comparata. BIBLIOGRAFIA 1) Farina R (1998) Brucella. In: Farina R e Scatozza F “Trattato di Malattie Infettive degli Animali” II ed., UTET, Torino, pp. 155-179. 2) Güngör K, Bekir NA, Namiduru M (2001), Acta Ophthalmol Scand, 79, 76-78. 3) Bekir NA, Güngör K, Namiduru M (2000), Eur J Ophthalmol, 10 (3), 259-61. 4) Martin C.L. (1999) Ocular Manifestations of Systemic Disease. In: Gelatt K.N. “Veterinary Ophthalmology” III ed. Lippincott Williams & Wilkins, USA, 1409-1411. 5) Moore C.P. (1990) Disease of the Eye. In: Smith B.P. “Large Animal Internal Medicine” ed. The C.V. Mosby Company, USA pp 1216, 1233. 6) Bourcier T, Cassoux N, Karmochkine M, Lehoang P (1998), J Fr Ophtalmol, 21 (2), 126-7. 7) Walker J, Sharma OP, Rao NA (1992), Am J Ophthalmol, 75, 374-5. 8) Van Rooyen MM, (1981), S Afr Med J. 60 (5), 206-7.