QUESTIONI DI PRESCRIZIONE In questa rubrica si pubblica una sintesi dei giudizi sui farmaci di nuova o meno nuova introduzione in Italia, ripresi dalle riviste specializzate “INFORMAZIONI SUI FARMACI”, “DIALOGO SUI FARMACI”, “THE MEDICAL LETTER”, “PRESCRIRE”, “DRUGS AND THERAPEUTICS BULLETIN”, “TREATMENT GUIDELINES”. Nell’inserto di questo mese è riportata la valutazione di tre molecole. Prednisone a rilascio modificato, indicato come terapia da assumere la sera negli adulti con artrite reumatoide attiva di grado moderato o grave, in particolare se accompagnata da rigidità mattutina, è risultato un po’ più efficace del prednisone somministrato al mattino nel ridurre la durata della rigidità mattutina con analogo profilo di effetti indesiderati. Il modesto beneficio clinico e la non dimostrata superiorità su altre variabili della malattia non giustificano la sostituzione del prednisone che ha un costo molto più basso. Tocilizumab è indicato in associazione con metotrexato nel trattamento dell’artrite reumatoide attiva da moderata a grave in pazienti adulti che non abbiano risposto adeguatamente o siano intolleranti a precedente terapia con uno o più farmaci antireumatici modificanti la malattia (damrd) o antagonisti del fattore di necrosi tumorale (tnf). Non è però dimostrato che tocilizumab sia più efficace di rituximab e nemmeno che abbia un profilo migliore per quanto riguarda gli effetti indesiderati. Tocilizumab potrebbe avere un ruolo nei pazienti che non rispondono agli anti-TNF alfa e che hanno fattori prognostici negativi per mancata risposta o intolleranza a rituximab, rispetto al quale sarebbe comunque necessario uno studio comparativo. Roflumilast è indicato nella terapia di mantenimento nella broncopneumopatia cronica ostruttiva grave associata a bronchite cronica nei pazienti adulti con una storia di esacerbazioni frequenti come aggiunta al trattamento broncodilatatore. L’efficacia modesta sul miglioramento della funzionalità polmonare e sulla riduzione delle esacerbazioni a fronte di un profilo di sicurezza incerto, non permettono di raccomandare l’uso di roflumilast. Si attendono studi comparativi con corticosteroidi inalatori. Guido Giustetto PREDNISONE A RILASCIO MODIFICATO Lodotra® Mundipharma Pharmaceuticals 30 compresse 1 mg R.M. 30 compresse 2 mg R.M. 30 compresse 5 mg R.M. € 25,13 € 25,13 € 25,13 DA: INFORMAZIONE SUI FARMACI, 2011, N. 3 Lodotra è una nuova formulazione di prednisone a rilascio modificato (RM) registrata tramite procedura di mutuo riconoscimento nel trattamento dei pazienti con artrite reumatoide (AR) da moderata a grave. Il razionale dell’impiego dei corticosteroidi nell’AR risiede nel rapido controllo dei sintomi durante le fasi di riacutizzazione della malattia mediato dall’effetto antiinfiammatorio. Oltre al semplice miglioramento sintomatico, i corticosteroidi hanno dimostrato di rallentare la velocità di distruzione delle articolazioni alla stessa stregua dei farmaci che modificano il decorso della malattia (DMARD, Disease-Modifying Antirheumatic Drugs). Nelle attuali strategie di trattamento delle forme meno aggressive di AR, i corticosteroidi vengono spesso associati ad un DMARD (in genere il metotrexato che è meglio tollerato). Gli effetti indesiderati sistemici, anche a basse dosi, rappresentano il principale fattore limitante il loro impiego a lungo termine. Il prednisone, alla dose 33 Classe A del PTN Indicazioni registrate: trattamento negli adulti con artrite reumatoide attiva di grado moderato o grave, in particolare se accompagnata da rigidità mattutina. di 7,5 mg al giorno, è in grado di mantenere un buon controllo dei sintomi (che a questa dose dura solo 6-12 mesi) e di rallentare la progressione del danno articolare per un massimo di 2-4 anni senza problemi, dopodiché deve essere ridotto gradualmente e sospeso. Il prednisone, somministrato sottoforma di preparazione orale a rilascio immediato, viene assorbito rapidamente e in modo quasi completo; raggiunge le concentrazioni plasmatiche massime dopo circa 2 ore. Più dell’80% del prednisone viene convertito nel metabolita attivo prednisolone mediante metabolismo di primo passaggio epatico. Dopo nuova metabolizzazione epatica, il prednisolone viene trasformato in metaboliti inattivi che vengono eliminati principalmente per via renale. L’emivita del prednisolone è di circa 3 ore. Il profilo delle concentrazioni plasmatiche di prednisone RM risulta molto simile a quello di prednisone a rilascio immediato (alla stessa dose) con la differenza di un tempo al raggiungimento dei livelli di picco ritardato di circa 4 ore. Le com- giugno 12 QUESTIONI DI PRESCRIZIONE presse di prednisone RM devono essere assunte intere verso le 22, non al mattino come succede attualmente con le preparazioni tradizionali. Se sono trascorse più di 2-3 ore dal pasto serale, l’RCP consiglia di assumerle dopo uno spuntino (es. una fetta di pane con prosciutto o formaggio); la somministrazione a digiuno può ridurne la biodisponibilità. La scelta dell’assunzione serale e del rilascio modificato del principio attivo derivano da due osservazioni. La prima è che nei pazienti con AR, le citochine proinfiammatorie, come le interleuchine IL-1 e IL-6 e il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-alfa), seguono un ritmo circadiano e raggiungono livelli plasmatici massimi nelle prime ore del mattino. La seconda osservazione è che basse dosi di prednisone, somministrate alle 2 di notte, anziché alle 7,30 del mattino, sono più efficaci nel ridurre la rigidità mattutina. Efficacia clinica In uno studio controllato, in doppio cieco, 288 pazienti con AR in fase attiva e una rigidità mattutina di durata ≥ 45 minuti, in trattamento con una dose stabile di prednisone (2-10 mg al giorno), sono stati randomizzati a proseguire il prednisone a rilascio immediato somministrato al mattino o a prednisone RM (alla stessa dose) somministrato la sera prima di andare a letto. Dopo 3 mesi, la differenza nella durata della rigidità mattutina tra i due gruppi (misura di esito principale) era di 29 minuti a favore del prednisone RM. I pazienti trattati con prednisone RM hanno mostrato una riduzione media del 22,7%, mentre nel gruppo di controllo la durata della rigidità mattutina è rimasta pressoché invariata (- 0,4%). 34 Effetti indesiderati Nello studio di confronto della durata di 3 mesi, non sono emerse differenze tra prednisone a rilascio immediato e prednisone RM nel profilo di sicurezza. Costo Il costo mensile di un trattamento con Lodotra alla dose di 5 mg al giorno è 25,13 euro, quasi 5 volte superiore a quello del prednisone a rilascio immediato (Deltacortene). Conclusioni Lodotra è una preparazione di prednisone a rilascio modificato da assumere la sera. In un piccolo studio condotto in pazienti con artrite reumatoide è risultata un po’ più efficace del prednisone somministrato al mattino nel ridurre la durata della rigidità mattutina con analogo profilo di effetti indesiderati. Il modesto beneficio clinico e la non dimostrata superiorità su altre variabili della malattia non giustificano la sostituzione del prednisone che ha un costo molto più basso. DA: DIALOGO SUI FARMACI, 2011, N. 5 È entrato in commercio prednisone in compresse a rilascio modificato (RM), che va ad affiancarsi alle compresse a rilascio immediato (IR) per il trattamento di pazienti con artrite reumatoide. È stato condotto uno studio di 12 settimane, randomizzato, controllato e double dummy, su 288 pazienti affetti da artrite reumatoide, in trattamento con una dose stabile di prednisone da almeno 3 mesi. I pazienti sono stati randomizzati a prednisone RM assunto alla sera vs prednisone IR In una fase successiva di estensione in aperto, 249 assunto alla mattina, somministrati in un range di pazienti (144 del gruppo prednisone RM e 105 paaprile marzo 09 09da 3 a 10 mg/die, a seconda della dose asdosi zienti precedentemente trattati con la formulaziosunta nel periodo precedente lo studio. Endpoint ne tradizionale) hanno assunto prednisone RM (2primario dello studio era il miglioramento della 10 mg/die la sera) per altri 9 mesi. Dopo 12 mesi di rigidità mattutina delle articolazioni rispetto al batrattamento, la durata della rigidità mattutina si è sale, misurato in termini di riduzione media della ridotta del 45% nei pazienti passati da prednisone rigidità dopo il risveglio, rilevata attraverso un diaa rilascio immediato a prednisone RM serale e del rio del paziente. 55% nei pazienti sempre trattati con prednisone La formulazione RM ha mostrato un miglioramenRM. In entrambi i gruppi di pazienti si è osservata to della rigidità mattutina del 22,7% vs 0,4% con una diminuzione di oltre il 50% dei livelli di IL-6. Il la formulazione IR (p=0,045), con una riduzione 35% dei 219 pazienti che hanno completato i 12 della durata della rigidità di 44 minuti con la formesi di trattamento ha raggiunto un miglioramenmulazione RM rispetto ai 23 con la formulazione to ACR 20. IR. Considerando gli end point secondario, ossia intensità del dolore, qualità del sonno e qualità di vita, le due formulazioni sono risultate sovrapponibili. giugno12 34 QUESTIONI DI Dai PRESCRIZIONE La ricerca in Provincia congressi di Renzo Agricola TOCILIZUMAB RoActemra® Roche Fiala 4 ml 20 mg/ml 141,79 € Fiala 10 ml 20 mg/ml 354,46 € Fiala 20 ml 20 mg/ml 708,93 € 4 fiale 4 ml 20 mg/ml 567,15 € 4 fiale 10 ml 20 mg/ml 1.417,87€ 4 fiale 20 ml 20 mg/ml 2.835,87 € (prezzi ex factory) Classe H del PTN DA: DIALOGO SUI FARMACI, 2010, N. 3 Tocilizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato in grado di legarsi in modo selettivo a entrambe le forme del recettore di interleuchina 6 (IL-6), neutralizzando in tal modo l’attività pro-infiammatoria della citochina. In particolare, IL-6 sembra essere di rilievo nel processo di cronicizzazione dell’infiammazione, in quanto media il passaggio dallo stadio acuto a quello cronico della malattia reumatica. Gli studi condotti su tocilizumab dimostrano che il farmaco risulta efficace nel trattamento di pazienti con AR moderata-grave, compresi quelli con risposta inadeguata ai DMARD o agli anti-TNF alfa. Associato a metotressato (MTX), tocilizumab è apparso abbastanza efficace nei non responder agli anti-TNF alfa, mentre in monoterapia è risultato superiore a MTX in soggetti MTX naive oppure in trattamento positivo con MTX da almeno sei mesi. 35 Indicazioni registrate: In associazione con metotrexato (MTX) nel trattamento dell’artrite reumatoide attiva da moderata a grave in pazienti adulti che non abbiano risposto adeguatamente o siano intolleranti a precedente terapia con uno o più farmaci antireumatici modificanti la malattia (DAMRD) o antagonisti del fattore di necrosi tumorale (TNF). In questi pazienti RoActemra può essere dato in monoterapia in caso di intolleranza a MTX o quando sia inappropriato continuare un trattamento con MTX. indesiderati per un trattamento a lungo termine, in particolare il rischio di neoplasie. Costo Il costo di una terapia di 1 anno con tocilizumab, per un paziente di 65 kg, è pari a € 12.386,4. Questo trattamento risulta più costoso di rituximab (€ 5.274,3), infliximab (€ 7.459,98) e adalimumab (€ 12.113,24), mentre è più economico di etanercept (€ 12.448,48) ed abatacept (€14.179). Il nostro giudizio Si osserva una discrepanza tra la popolazione studiata con tocilizumab e le indicazione approvate dall’EMA. Tocilizumab potrebbe avere un ruolo nei pazienti che non rispondono agli anti-TNF alfa e che hanno fattori prognostici negativi per mancata risposta o intolleranza a rituximab, rispetto al quale sarebbe comunque necessario uno studio comparativo. La monotorapia non è raccomandata. L’indicazione autorizzata dall’autorità regolatoria europea per tocilizumab è, in associazione a MTX, per paaprile 09 marzo 09 zienti con AR che non abbiano risposto adeguatamente DA: INFORMAZIONI SUI FARMACI, 2010, N. 4 a una precedente terapia con uno o più DMARD o con Tocilizumab è un nuovo farmaco biologico per uso enanti-TNF alfa. Rituximab, altro agente biologico autodovenoso che inibisce la citochina pro-infiammatoria rizzato per i pazienti che hanno avuto una precedente interleukina-6. Associato al metotrexato si è dimostrato risposta inadeguata, o intolleranza ad un anti-TNF alfa, a più efficace del metotrexato da solo in pazienti adulti differenza di tocilizumab, ha dimostrato di essere costocon artrite reumatoide che non avevano risposto o eraefficace. no intolleranti ad una precedente terapia con uno o più Anche se il confronto tra studi diversi è sempre molto DAMRD o un antagonista del TNF. Gli anti-TNF vengono difficile a causa delle differenze esistenti tra disegni speattualmente considerati i farmaci di riferimento nei parimentali e popolazioni arruolate, i risultati osservati nelzienti nei quali la malattia non viene controllata adeguale indagini maggiori su tocilizumab mostrano di essere tamente dal metotrexato. In caso di insuccesso, le opziosimili a quelli ottenuti in recenti sperimentazioni di altre ni terapeutiche sono rappresentate dal tentativo con un terapie biologiche nell’AR, ad es. con rituximab nel DANsecondo anti-TNF o da rituximab, abatacept o tocilizuCER o certolizumab pegol nel RAPID 2. mab che richiedono la somministrazione endovenosa in In caso di intolleranza a MTX o quando sia inappropriato regime di day-hospital. Per questi farmaci mancano studi continuare un trattamento con MTX, tolicizumab può comparativi diretti e non sono disponibili dati di sicurezessere somministrato in monoterapia, anche se nello stuza sul lungo periodo che possano orientare la scelta. dio AMBITION (tocilizumab vs MTX, entrambi in monoDA: LA REVUE PRESCRIRE, 2009, N. 307 terapia), era stata arruolata una popolazione differente da quella da cui è conseguita l’indicazione autorizzata, essendo pazienti naive al MTX o che avevano sospeso tale farmaco per ragioni diverse dall’intolleranza o mancanza di efficacia. Anche per tale impiego, vi è una carenza di dati di costo-efficacia. Secondo un metodo comparativo indiretto, non è dimostrato che tocilizumab associato a MTX sia più efficace di rituximab nel trattamento di pazienti affetti da AR nel caso di precedente inefficacia dei farmaci detti “ad azione lenta” e degli anti alfa-TNF. Gli effetti indesiderati emersi dagli studi condotti sono infezioni (anche gravi), disturbi ematologici (neutropenia, trombocitopenia), emorragie digestive, disturbi epatici, reazioni locali e generali durante l’infusione e nelle 24 ore successive. Non si conosce il profilo degli effetti Non è nemmeno assodato che tocilizumab abbia un profilo migliore per quanto riguarda gli effetti indesiderati. 35 Pare pertanto ancora consigliabile l’utilizzo di rituximab per il quale sono disponibili un maggior numero di dati. giugno 12 QUESTIONI DI PRESCRIZIONE ROFLUMILAST di Renzo Agricola Daxas® Nycomed Gmb H 30 compresse 500 mg € 62,56 Classe A. PT/PHT. Prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti (pneumologo, geriatra, internista, allergologo). E’ inserito nel Registro AIFA dei farmaci per malattie respiratorie. La prima prescrizione è vincolata ad un Piano Terapeutico di 3 mesi, la successiva ad un Piano Terapeutico di 9 mesi DA: DIALOGO SUI FARMACI, 2011, N. 6 Roflumilast è il capostipite di una nuova classe, quella degli inibitori della fosfodiesterasi-4 (PDE4) autorizzato per il trattamento della BPCO grave, in pazienti con bronchite cronica e con frequenti esarcebazioni. Il piano di sviluppo del farmaco consta di 6 studi di fase III, in cui è stata valutata l’efficacia sul miglioramento della funzionalità polmonare (misurata come FEV1) e sulla riduzione del numero delle esacerbazioni. Nessuno studio ha confrontato il farmaco con corticosteroidi inalatori. Considerando i 4 studi di confronto con placebo, si è registrato un miglioramento medio della funzionalità polmonare di +54 ml (pari ad un miglioramento del FEV1 del 3-5%), statisticamente significativo ma clinicamente irrilevante Tale valore di FEV1 è tuttavia confrontabile con quanto si ottiene con l’uso di fluticasone (+47 ml vs placebo), di salmeterolo (+42 ml) o della loro associazione (+92 ml). Nei 2 studi di confronto tra roflumilast+salmeterolo o roflumilast+tiotropio con le monoterapie di salmeterolo o tiotropio, il miglioramento della FEV1 è stato rispettivamente di +49 ml e +80 ml, anche in questo caso statisticamente ma non clinicamente significativo. Nella popolazione con BPCO grave e affetta da bronchite cronica (popolazione candidata al trattamento), la riduzione del numero di esacerbazioni è risultata statisticamente significativa rispetto a placebo (RR=0,83). Tale risultato è stato registrato anche nei pazienti con BPCO da moderata a grave affetti da bronchite, che ricevevano roflumilast associato a salmeterolo (RR=0,63). Nella popolazione con BPCO grave senza complicazioni respiratorie invece non si è registrata alcuna differenza tra i gruppi, nemmeno quando roflumilast viene associato a tiotropio. A livello di sicurezza sono emerse 3 aree di rischio importanti che richiedono un’attenta valutazione postmarketing: la perdita di peso (10,3% con roflumilast vs 2,8% con placebo), gli eventi avversi psichiatrici (7% vs 3,5%) e il rischio di insorgenza di carcinoma prostatico (0,21% vs 0,13%), polmonare (0,5% vs 0,31%) e colorettale (0,14% vs 0,04%). L’efficacia moderata sul miglioramento della funzionalità polmonare e sulla riduzione delle esacerba- Indicazioni registrate: terapia di mantenimento nella broncopneumopatia cronica ostruttiva grave (BPCO) (FEV1 post-broncodilatatore meno del 50% del teorico) associata a bronchite cronica nei pazienti adulti con una storia di esacerbazioni frequenti come aggiunta al trattamento broncodilatatore. zioni a fronte di un profilo di sicurezza incerto, non permettono di raccomandare l’uso di roflumilast. Si attendono studi comparativi con corticosteroidi inalatori. DA: INFORMAZIONI SUI FARMACI, 201, n. 6 Roflumilast è il primo inibitore selettivo della fosfodiesterasi-4 proposto come terapia di mantenimento orale nei pazienti con BPCO grave che già utilizzano un broncodilatatore a lunga durata d’azione. Negli studi, roflumilast ha prodotto un miglioramento della funzionalità polmonare statisticamente significativo, ma clinicamente irrilevante,e un effetto variabile sulle riacutizzazioni della malattia. Il farmaco causa perdita di peso e disturbi psichiatrici anche gravi. L’efficacia modesta e il profilo di sicurezza incerto non consentono di prefigurarne al momento un possibile ruolo nella terapia del BPCO. DA: LA REVUE PRESCRIRE, 2012, N. 343 Finora il roflumilast non è stato paragonato ai corticosteroidi inalatori nella terapia della BPCO severa. La valutazione di questo farmaco è basata soprattutto su otto studi randomizzati in doppio cieco versus placebo, di durata compresa tra 24 e 52 settimane su circa 9000 pazienti. Secondo questi studi la frequenza annuale per paziente delle riacutizzazioni è diminuita di circa 0.2 episodi. Anche negli studi più faverovoli il roflumilast non ha diminuito la frequenza di ospedalizzazione per riacutizzazione. Secondo 6 studi (compresi i 4 precedenti) roflumilast ha statisticamente aumentato il VEMS di ca 50 ml in media. Questo miglioramento è statisticamente significativo ma di dubbio valore clinico. In conclusione nei pazienti affetti da BPCO severa con frequenti episodi di riacutizzazione roflumilast non ha dimostrato una tangibile efficacia clinica mentre gli effetti sfavorevoli sono frequenti e, qualche volta, gravi. Inoltre il suo potenziale di interazione con altri farmaci è elevato. Meglio ancora preferire l’utilizzo dei corticosteroidi inalatori. A cura di Guido Giustetto................................................................................. Medico di Famiglia Renzo Agricola.................................................................................... Medico Ospedaliero gennaio settembre marzo giugno 09 12 1209 36