sedi dello stesso organismo. Pertanto il blocco di queste sostanze (che nei pazienti con malattie reumatiche vengono prodotte in grande quantità) è essenziale per bloccare l’infiammazione. I pazienti trattati con questi farmaci generalmente avvertono un rapido miglioramento dei sintomi legati alla malattia quali il dolore e il gonfiore articolare. somministrazione sottocutanea giornaliera e il Tocilizumab (Roactemra) che blocca l’IL-6 a somministrazione endovenosa mensile; 3) quelli che bloccano quelle cellule (Linfociti T e B) coinvolte nel processo infiammatorio quali l’Abatacept (Orencia) e il Rituximab (Mabthera), entrambi a somministrazione endovenosa (mensile l’abatacept, semestrale il rituximab). QUALI SONO I FARMACI BIOLOGICI ATUALMENTE IN USO? EFFETTI COLLATERALI La prescrizione e la somministrazione di questi farmaci è attualmente riservata a strutture ospedaliere o ambulatoriali specializzate, autorizzate dalla Regione Puglia. Esistono farmaci che possono essere iniettati per via endovenosa sotto controllo medico e farmaci che possono essere somministrati con iniezioni sottocute dallo stesso paziente al proprio domicilio. Possono essere classificati in tre gruppi: 1) quelli che bloccano l’attività del TNF-alfa quali: Infliximab (Remicade), Etanercept (Enbrel), Adalimumab (Humira), Golimumab (Simponi) Certolizumab pegol (Cimzia); possono essere somministrati con modalità diverse: endovenosa per l’infliximab (ogni 2 mesi) e sottocutanea per tutti gli altri con periodicità diverse (settimanale per Etanercept, bisettimanale per Adalimumab e Certolizumab pegol, mensile per Golimumab); 2) quelli che bloccano le citochine infiammatorie (cosiddette Interleuchine o IL) quali l’Anakinra (Kineret) che blocca l’IL-1 a I più comuni effetti collaterali dei farmaci biologici a somministrazione sottocutanea sono le reazioni nel sito d’iniezione: rossore, bruciore e prurito nella sede di iniezione. I farmaci a somministrazione endovenosa (infliximab, rituximab, abatacept, tocilizumab) possono determinare reazioni allergiche durante l’infusione in fleboclisi: comparsa di macchie e bolle sulla pelle, alterazioni della pressione e affanno. Queste reazioni possono, tuttavia, essere curate o prevenute con l’ausilio di altri farmaci. I più importanti effetti collaterali riguardano l’aumento del rischio di infezioni di ogni di ogni tipo: in particolare, questi farmaci possono determinare la riattivazione di una tubercolosi sottostante. Per questa ragione, prima di somministrare un farmaco di questo tipo, tutti i pazienti devono essere sottoposti a dei test in grado di evidenziare il contatto con il bacillo tubercolare quali la Radiografia del torace e la Reazione di Mantoux che si effettua iniettando un derivato del bacillo della tubercolosi sotto la pelle. In caso di infezione attiva, febbre o somministrazione di antibiotici, questi farmaci, a seconda dei casi, devono essere interrotti, temporaneamente o in modo definitivo. E’ possibile, anche se molto raramente, che possano verificarsi complicanze neurologiche, come malattie demielinizzanti, motivo per cui questi farmaci sono controindicati nei pazienti con tali malattie, come ad esempio la sclerosi multipla. Poiché i farmaci biologici inibiscono parzialmente l’attività del sistema immunitario, che è importante nel combattere lo sviluppo dei tumori, è teoricamente possibile che l’uso di tali farmaci, in particolare per periodi prolungati e ad alte dosi, possa causare un aumento della frequenza dei tumori. Tuttavia, i dati finora disponibili, sembrano indicare che tale effetto sia molto raro. Un’altra controindicazione è la presenza di una grave insufficienza cardiaca perché possono aggravare tale malattia, anche se non sembrano causare una insufficienza cardiaca in soggetti sani. Inoltre è sempre consigliabile controllare nel corso della terapia la funzionalità epatica, l’emocromo e la funzionalità renale come si fa anche con altri farmaci di fondo.