I processi attentivi
L’attenzione selettiva o focale:
Attenzione uditiva selettiva
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Sommario
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z
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Definizione dell’attenzione focalizzata o selettiva
e dell’attenzione divisa
L’attenzione selettiva uditiva
L’ascolto dicotico e la tecnica dello shadowing
Le prime teorie sull’attenzione selettiva e su
come, quando e cosa viene selezionato
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Attenzione focalizzata o
selettiva: definizione
z
Capacità degli individui di dirigere l’attenzione
solamente su particolari posizioni, oggetti, informazioni
dell’ambiente rilevanti per la ns. sopravvivenza e/o per
gli scopi che perseguiamo, ignorando le altre
z
L’attenzione può focalizzarsi su stimoli presentati in
ognuna delle modalità sensoriali ma la prevalenza
degli studi:
z Modalità acustica e visiva
z
Si distingue tra:
z Attenzione uditiva selettiva
z Attenzione visiva selettiva
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Attenzione focalizzata
z
L’attenzione focalizzata si studia presentando
al soggetto due o più stimoli contemporanei e
chiedendogli di elaborare e rispondere ad
uno solo di essi
z
Lo studio dell’attenzione focalizzata ci può
dire:
z
z
cosa e quanto sia possibile selezionare
efficacemente alcuni stimoli piuttosto che altri
ci consente di studiare i meccanismi (e la natura)
del processo di selezione, ed il destino degli
stimoli trascurati
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Teorie sull’attenzione selettiva
z
Le teorie ed i modelli dell’attenzione selettiva cercano di
spiegare:
z come avviene la selezione
z come viene controllata e/o orientata l’attenzione
z il destino dell’informazione trascurata
z se l’attenzione è una componente unitaria o distribuita
z
Lo studio delle basi cerebrali e dei meccanismi neurali possono
essere componenti trasversali allo studio di tutte queste questioni
z
I fattori che controllano l’attenzione selettiva includono:
z Le istruzioni verbali
z La novità
z Il significato (= la nostra valutazione personale del significato di
ciò che stiamo percependo)
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Attenzione uditiva selettiva
z
Noi siamo capaci di udire e
comprendere la voce di una
persona, ignorando allo
stesso tempo le voci intorno
di persone che parlano
contemporaneamente
z
Il problema del “Cocktail
party”:
z
Che cos’è che ci permette
di seguire una solo
conversazione tra tante?
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Attenzione uditiva selettiva
z
Il problema del “Cocktail party”:
z
Colin Cherry (1953)
z
Questa abilità utilizza le
differenze fisiche dei vari
messaggi uditivi, in modo da
isolare quello che ci interessa
z
Queste differenze posso
includere differenze :
z
z
z
di sesso
di intensità della voce
di localizzazione di chi parla
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Attenzione uditiva selettiva
z
Quando Cherry faceva
sentire
contemporaneamente ai
due orecchi due messaggi
pronunciati dalla stessa
voce (eliminando le
differenze fisiche), chi
ascoltava trovava
veramente difficile
differenziare i due messaggi
unicamente sulla base del
loro significato
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Attenzione uditiva selettiva
z
Il problema del “Cocktail party” è stato
studiato in laboratorio da Cherry attraverso
z
z
Il paradigma dell’ascolto dicotico
La tecnica dello shadowing (ombreggiamento o
ripetizione ad alta voce)
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L’ascolto dicotico
z
Ascolto dicotico: Due canali audio (destro e sinistro). Il soggetto
deve ripetere un messaggio uditivo presentato in un dato canale
(nell’esempio l’orecchio destro) e ignorare un secondo messaggio
che veniva trasmesso contemporaneamente all’altro orecchio.
z
Compito di “Shadowing” = ripetere immediatamente ad alta voce
parola per parola il messaggio a cui si doveva prestare attenzione.
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L’ascolto dicotico
z
Risultati: non si percepisce quasi nulla di ciò che viene presentato nel
canale “ignorato”
z
Chi ascoltava raramente si rendeva conto quando:
z
z
z
il messaggio era pronunciato in una lingua straniera o
veniva letto al contrario
Non si percepiva il significato del messaggio né le singole parole che
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lo componevano
L’ascolto dicotico
z
Passa qualcosa attraverso il canale non selezionato?
z
Sì, solo le modifiche fisiche:
z
z
z
z
un grande cambiamento di volume
l’inserimento di un tono puro
un cambiamento di voce uomo/donna
Conclusioni: le informazioni uditive trascurate non vengono elaborate senza
l’intervento dell’attenzione che filtrerebbe l’info sulla base delle
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caratteristiche fisiche
L’ascolto dicotico
z
Inoltre, Moray (1959) trovò anche che non si
forma memoria per le parole del messaggio
trascurato, anche quando queste parole sono
state presentate 35 volte ciascuna
z
Tuttavia, 1/3 dei partecipanti riportò di aver sentito il
proprio nome
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La teoria di Broadbent (1958)
z
Broadbent (1958): Test di memoria in cui tre coppie
di stimoli erano presentate dicoticamente:
z
Tre numeri erano uditi uno dopo l’altro da un orecchio,
mentre tre numeri differenti erano presentati all’altro
orecchio
z
Risultati: I soggetti ricordavano i numeri orecchio per
orecchio, piuttosto che coppia per coppia
NO
2,4,6,5,1,7
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La teoria di Broadbent (1958)
z
Due stimoli o messaggi presentati contemporaneamente accedono
in parallelo (cioè insieme) ad un registro sensoriale
z
Ad uno degli stimoli è consentito passare attraverso un filtro sulla
base delle sue caratteristiche fisiche (es. localizzazione della fonte)
z
z
Il filtro è necessario per prevenire il sovraccarico del meccansimo a
capacità limitata
Gli stimoli che dal registro sensoriale passano attraverso il filtro selettivo
sono elaborati ulteriormente (es. in termini di significato)
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La teoria di Broadbent (1958)
z
La teoria di Broadbent (o t. del filtro) spiega bene i risultati
ottenuti da Cherry:
z
z
Il messaggio trascurato è scartato precocemente dal filtro e riceve
un’elaborazione minima
La teoria di Broadbent spiega bene anche gli altri risultati
ottenuti con l’ascolto dicotico:
z
Il filtro selezione un input alla volta sulla base delle caratteristiche
fisiche più salienti che differenziano i due input (cioè l’orecchio di
arrivo)
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Limiti della teoria Broadbent
(1958)
z
Questa teoria però presuppone che il
messaggio trascurato sia scartato sempre e
in una fase precoce di elaborazione
z
Gli esperimenti avevano però usato soggetti
con poca o nessuna esperienza nella tecnica
dello shadowing
z
Soggetti con inesperienza riportarono solo 8 %
dell’info del messaggio ignorato mentre soggetti
esperti ne riportano il 67% (Underwood, 1974)
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Limiti della teoria Broadbent
(1958)
z
I messaggi poi erano spesso molto simili tra
loro (entrambi messaggi verbali presentati
uditivamente) – grado di somiglianza
z
Quando lo shadowing di brani presentati
uditivamente era associato alla presentazione di
immagini il ricordo di quest’ultime era del 90%
(Allport et al., 1972)
z
Se i due stimoli sono diversi tra loro, è spesso
possibile elaborare entrambi in più modo
completo
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Limiti della teoria Broadbent
(1958)
z
Von Wright, Anderson & Stenman (1975): il
significato delle parole disattese e non percepite
può essere elaborato.
z
Condizionarono i partecipanti ad associare alcune parole
con una debole scossa elettrica
z
Presentazione di due liste di parole, le parole
precedentemente associate con la scossa e presentate
all’orecchio disatteso producevano ugualmente una
risposta galvanica cutanea. Lo stesso valeva anche per
parole simili o per significato o per suono
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Limiti della teoria Broadbent
(1958)
z
Broadbent ha proposto un sistema di attenzione selettiva
estremamente rigido che non può spiegare perché alcuni individui
rilevano il proprio nome (Moray, 1959)
z Le persone con uno span di memoria ridotto sono meno capaci di
controllare il proprio fuoco attenzionale e rilevano più
frequentemente quando il proprio nome è presentato nell’orecchio
disatteso (Conway, Cowan, and Bunting, 2001)
z
Gray & Wedderburn (1960)
z L’ordine preferenziale di ripetizione era determianto dal significato
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Teorie alternative: Anne Triesman
(1960)- Evidenze sperimentali
z
Usando la tecnica dello shadowing ha mostrato che a volte i
soggetti ripetevano una parola che era stata presentata nel canale
trascurato – (breakthrough – intrusione)
z
Questo si verificava maggiormente quando la parola “intrusa” era
plausibile nel contesto del messaggio a cui si prestava attenzione
ed era anche più appropriate rispetto alle corrispondenti parole nel
canale cui veniva prestata attenzione.
z Canale atteso:… HO VISTO LA RAGAZZA / del merlo
SUGGERISCE………
z Canale trascurato: a me il fischio / SALTARE nella strada
z
z
(Le parole maiuscole sono quelle ripetute dal soggetto).
Anche in questa condizione però le intrusioni si presentava solo il
6% dei casi
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Triesman (1960)
z
Se il filtro bloccasse completamente l’accesso
all’informazione, com’è possibile che i soggetti ripetano
parole presentate nel canale disatteso?
z
Treisman propone che il filtro non blocca completamente
l’accesso all’informazione ma attenua, cioè diminuisce
la probabilità che le parole vengano sentite. In che
modo?…
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La teoria del filtro attenuato
(Triesman, 1964)
z
Il filtro è posto subito dopo il registro sensoriale ma è più flessibile
di quanto proposto da Broadbent
z
z
Esso distingue i messaggi in base alle caratteristiche fisiche: tono,
intensità, direzione, ecc. e procede con l’analisi secondo un ordine
gerarchico (es. caratteristiche fisiche, percettive, semantiche)
Se non ci sono sufficienti risorse per analizzare tutta l’info, l’analisi
dell’info non rilevante non raggiunge i vertici dell’elaborazione e
solo gli stimoli che raggiungono la soglia minima stabilita dal filtro
vengono analizzate per intero.
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La teoria del filtro attenuato
(Triesman, 1964)
z
Alcune soglie possono essere molto basse (il proprio
nome) e altre molto alte;
z
Le soglie sono abbassate non solo per effetto del
compito, ma anche in base al contesto (come per
“saltare” sentendo il messaggio “ho visto la ragazza”)
o alle aspettative. Ciò spiegherebbe le “intrusioni”
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La teoria del filtro attenuato
(Triesman, 1964)
z
Il modello propone che le parole dei messaggi che
arrivano ai due canali vengano tutte riconosciute, ma
anche dimenticate immediatamente a meno che non
siano importanti o rilevanti.
z
Nel canale da ripetere le parole sono tutte importanti
perché il soggetto ha la consegna di ripeterle.
z
Nel canale disatteso le parole sono poco importanti e
verranno immediatamente dimenticate a meno che
non abbiano importanza particolare (es. contesto).
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Deutsch e Deutsch (1963)
z
Tutti gli stimoli in arrivo sono analizzati completamente, ma
uno solo di questi determina la quale risposta dare sulla base
della sua importanza e rilevanza nella situazione in atto
z
Esiste una strettoia (collo di bottiglia) nell’elaborazione
dell’informazione ma questa è localizzata molto più avanti nel
processo di elaborazione e si colloca al momento della
selezione della risposta
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A che livello avviene la
selezione?
Input ambientali
Broadbent, 1958; Triesman, 1960
Registri
Sensoriali
Memoria di
lavoro
Visivo
Uditivo
.
.
Tattile
Le
informazioni
non ripetute
vanno perdute
rapidamente
Output o
Risposta
MLT
o
Magazzino
permanente
Deutsch e Deutsch (1963)
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Limiti della teoria di Deutsch e
Deutsch (1963)
z
Treisman e Riley (1969): tecnica dello shadowing
solo su un messaggio ignorando l’altro
z
z
z
Compito: Interrompere lo shadowing e premere un
pulsante quando sentivano una parola bersaglio in uno
qualsiasi dei due messaggi
Predizioni:
z A. Il messaggio trascurato viene comunque parzialmente
analizzato, quindi si sarebbero rilevate parole bersaglio nel
canale trascurato anche se in numero minore (Treisman,
1960)
z B. Nessuna differenza nel rilevamento tra i due canali
(Deutsch e Deutsch, 1963)
Risultati: Rilevazione delle parole target nell’87% dei casi
nel canale atteso, e nell’8% dei casi in quello trascurato
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Limiti della teoria di Deutsch e
Deutsch (1963) – Studi ERPs
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Coch et al (2004): ascolto dicotico in cui i soggetti
dovevano prestare attenzione ad uno dei due
messaggi
Compito era di rilevare e riconoscere la presenza di
uno stimolo probe
Il probe poteva essere presentato in uno delle due
orecchie
Risultati: ERPs 100 ms dopo la presentazione del
probe erano maggiori se presentati all’orecchio a cui
si prestava attenzione, elab maggiore per stimoli
presentati all’orecchio atteso
Concl: la t. di Deutsch e Deutsch non è supportata, la
selezione avviene fin dai primi stadi di elaborazione
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La teoria dello “slippage” (Lachter
et al., 2004)- il ritorno di Broadbent
z
z
Secondo Broadbent:
z Gli stimoli presentati nel canale ignorato non sono veramente
“inattesi” sono stimoli su cui è stata spostata l’attenzione. Poiché
però l’attenzione si sposta da un canale all’altro lentamente
impiegando ~500 ms molto di quello che viene presentato nel
canale trascurato viene perso
Negli anni che seguirono si dimostrò che:
z L’attenzione può spostarsi in modo involontario molto più
rapidamente (~50 ms)
z Lachter et al., 2004 – compito di decisione lessicale e
presentazione di un prime 55 ms 110 ms o 165 ms prima della
parola nel canale trascurato
z Si verificò un effetto priming a 110 ms e a 165 ms
z Ciò a favore della teoria di Broadbent e contrariamente alle
Treisman
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Riassumendo…
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z
L’attenzione selettiva fa si che solo gli stimoli selezionati e sotto
diretto controllo dell’attenzione ricevono ulteriori analisi
permettendo la selezione della risposta
Gli stimoli o l’informazione non rilevante non è ulteriormente
elaborata e decade progressivamente (Broadbent, 1958).
L’analisi degli stimoli uditivi ai quali non si presta attenzione può
essere più consistente di quanto non si ritenesse prima
(Triesman, 1960; Deutch e Deutch, 1963)
Tuttavia la teoria dell’analisi completa (Deutch e Deutch, 1963)
dà adito ad alcuni dubbi
Ad oggi, grazie anche all’utilizzo degli ERPs si ritiene che la
selezione comincia ai primi stadi dell’elaborazione sensoriale e
continui fino alla selezione della risposta
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