GUERRE PERSIANE

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LE GUERRE PERSIANE
Nel VI sec. quattro grandi regni orientali (Lidia, Media, Babilonia ed Egitto) vengono abbattuti e
inglobati in un nuovo grande impero: l’impero persiano.
I protagonisti di questa vicenda furono i sovrani della dinastia achemenide: Ciro il Grande (559530) e suo figlio Cambise (annessione dell’Egitto). Fondamentale l’opera di Dario I (521-486) nel
consolidamento delle conquiste.
I persiani dimostrarono grande capacità di approntare un’amministrazione delle province efficiente:
l’impero fu diviso in satrapie dotate di larghissima autonomia.
L’unità dell’impero venne garantita dall’ unificazione di pesi, misure e monete, dall’adozione di
una lingua internazionale (l’aramaico) e dalla costruzione di numerose strade.
I greci entrano in contatto con i persiani quando questi si impadronirono del regno di Lidia, in Asia
Minore (546).
In un primo tempo i rapporti tra greci e persiani furono abbastanza pacifici: i persiani si allearono
alle aristocrazie delle poleis favorendo l’ascesa di famiglie greche di fiducia, ma senza occuparsi
degli affari interni.
La rivolta delle poleis ioniche e la prima guerra persiana
Con la riorganizzazione dell’impero avviata da Dario, i persiani cominciano ad esigere pesanti
tributi riscossi con regolarità.
Matura in questo modo la rivolta delle poleis ioniche1 (499).
Questa rivolta contro l’impero persiano fu guidata dalla polis di Mileto che, chiesto inutilmente
l’aiuto di Sparta, ottenne invece l’alleanza con Atene e Eretria., tanto che i greci giunsero ad
incendiare la città di Sardi, capitale della satrapia di Lidia.
La reazione persiana fu durissima.
Dopo aver sbaragliato la flotta greca, Mileto fu rasa al suolo e gli abitanti uccisi o deporati.
Anni dopo, nel 490, i persiani decisero di organizzare una spedizione punitiva contro Atene ed
Eretria, colpevoli di essersi alleate alle poleis ioniche ribelli.
Eretria fu rasa al suolo; successivamente la flotta persiana sbarcò nella pianura di Maratona2. Circa
10.000 ateniesi, sostenuti solo da piccolo contingente di opliti inviati dalla polis di Platea, decisero
di affrontare persiani (circa il doppio) in battaglia campale, senza attendere gli aiuti che Sparta
aveva inviato. Guidati da Miliziade ottennero una schiacciante vittoria e la ritirata persiana.
Intanto moriva Dario I e gli succedeva sul trono persiano il figlio Serse (486)
Ad Atene Temistocle, un importante uomo politico, riesce a convincere i concittadini ad allestire
una grande flotta da guerra per prepararsi ad affrontare un nuovo attacco persiano.
La seconda guerra persiana
Nel 481, infatti, Serse organizzò un’imponente spedizione militare: un grande esercito persiano si
mise grande esercito persiano si mise in marcia per raggiungere la Grecia ed ottenerne la completa
sottomissione.
1
Le poleis ioniche sono quelle città-stato fondate sulle coste dell’Asia Minore dagli Ioni fuggiti dalla penisola greca in
seguito al’invasione dei Dori (XII sec. a.C.)
2
La distanza della gara atletica della maratona (42,195 km) ricalca idealmente quella coperta correndo dal soldato
greco Filippide, che annunciò la vittoria degli ateniesi sui persiani nella battaglia di Maratona (490 a.C.) per poi morire
per la massacrante fatica compiuta.
Di fronte a questo esercito imponente molte poleis greche decisero di riconoscere l’autorità persiana
senza combattere. Tebe fu la più importante di esse.
Altre poleis formano invece un’alleanza antipersiana: a Sparta venne affidata la guida dell’esercito.
La linea difensiva fu stabilita alle Termopili e al capo Artemisio (a nord dell’isola di Eubea).
Al passo delle Termopili un piccolo contingente di 300 spartiati e 700 tespiesi guidati dal re
spartano Leonida tenne testa per tre giorni a 10.000 persiani; al terzo giorno, grazie ai suggerimenti
di un disertore greco, Efialte, l’esercito persiano riuscì ad aggirare l’esercito greco e a prenderlo alle
spalle. I difensori delle Termopili morirono tutti in battaglia e l’esercito persiano dilagò nell’Attica.
Gli ateniesi abbandonarono la loro città che fu presa e distrutta dai persiani.
Questa sconfitta viene bilanciata dalla vittoria navale greca presso l’isola di Salamina, di fronte ad
Atene. Temistocle riesce a provocare lo scontro navale presso l’isola di Salamina . Con uno
stratagemma Temistocle riuscì ad attirare la flotta persiana in uno stretto braccio di mare dove perse
200 navi contro le 40 degli ateniesi.
La flotta persiana e lo stesso Serse furono costretti a tornare in Asia.
Rimaneva in Grecia l’esercito di terra, comandato da Mardonio, genero di Serse.
Trascorso l’inverno esso riprende le ostilità devastando nuovamente l’Attica.
Battaglia decisiva avvenne presso Platea (479). Si affrontarono 60.000 greci circa e almeno
altrettanti tra persiani e alleati greci. La battaglia fu vinta dai greci guidati dallo spartano Pausania;
lo stesso Mardonio morì in battaglia. A questo disastro per i persiani se ne aggiunse un altro: la
distruzione della flotta sorpresa in secca presso capo Micale (di fronte a Mileto).
Seguì una nuova rivolta delle poleis ioniche che si liberarono dalla sottomissione ai persiani.
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