Il triangolo aureo nel DNA e nel dodecaedro Gruppo “B. Riemann” Francesco Di Noto, Michele Nardelli Abstract In this paper we show some connections between DNA and the golden triangle, and so on Riassunto In questo lavoro descriveremo brevemente la connessione tra il DNA e il triangolo aureo, e quindi con la sezione aurea, onnipresente in ambito geometrico (dodecaedro) e naturale Il triangolo aureo è un triangolo i cui angoli sono due di 36 gradi e l’altro di 72 gradi, e connessi alla sezione aurea. Dopo la descrizione parziale da Wikipedia, lo ritroviamo più o meno direttamente/indirettamente nel DNA ed in altri fenomeni naturali Da Wikipedia: Triangolo aureo [modifica] Il triangolo aureo è un triangolo isoscele avente i due lati uguali in rapporto aureo con il terzo lato, φ:1 (1,618:1) e angoli di 36°, 72° e 72°. Viene utilizzato per dimostrare che la diagonale del pentagono è in rapporto aureo col lato, e con l'aggiunta di altri due triangoli aurei, gli gnomoni aurei, ne completa la figura; inoltre si pensa che potrebbe essere perfino stato uno dei modi per la dimostrazione dell'incommensurabilità. [1] Costruzione [modifica] Vi sono molti modi per costruire geometricamente un triangolo aureo, diversi di questi passano per la costruzione del pentagono regolare, ma sono piuttosto scomodi per via dell'oggettiva maggiore complicatezza che richiede la costruzione preliminare del pentagono stesso. I sistemi più diretti e semplici si basano su procedimenti derivati dalla costruzione del rettangolo aureo e proprio in esso trovano la giustificazione algebrica. Per costruire un triangolo aureo su un segmento dato AB, si può procedere nel seguente modo: 1. Tracciare una perpendicolare passante per uno dei due estremi, in questo caso A, e riportarvi il punto C a una distanza pari alla metà di AB; 1 2. Con centro in C, si riporta la distanza da questo all'altro estremo del segmento, CB, individuando il punto D; 3. Con centro in A si riporta la lunghezza totale trovata, AD, sulla mediana del segmento o la si fa incrociare con l'omologa dall'estremo opposto, designando il terzo punto della terna triangolare. La spiegazione è rapida; innanzitutto si tratta di trovare un lato che sia in rapporto aureo con la base data e si riporta una metà di questa ½, a cui si aggiunge l'ipotenusa del triangolo CAB, calcolabile per mezzo del teorema di Pitagora: Ovviamente il rettangolo ABDD' è il rettangolo aureo. Particolarità geometriche [modifica] Il triangolo aureo ha molte proprietà in comune con quelle che sono più note come attribuite al rettangolo aureo. Per la sua caratteristica di avere gli angoli alla base di ampiezza doppia (72°) rispetto l'angolo al vertice (36°), è possibile, bisecando uno di questi, ricavare una successione infinita di triangoli aurei minori. Contestualmente alla successione di triangoli omologhi, viene anche prodotta una successione di gnomoni aurei di completamento, grazie ai quali è possibile tracciare una "spirale di Fibonacci", ovvero una spirale che approssima la spirale aurea autentica, tracciando in contiguità una successione archi di 108° di ampiezza, ovvero l'angolo al vertice dello gnomone. La "spirale di Fibonacci" in questione,[2], come la spirale aurea vera, non ha mai fine, ma si "arrotola" attorno ad un punto asintotico, un sito all'incontro della mediana degli angoli alla base opposti rispetto quello verso cui punta il primo triangolo che possiamo trovare nella serie. Anche in questo punto si può registrare un parallelismo col rettangolo aureo, dove il punto asintotico si registra invece all'incrocio delle diagonale della successione di triangoli. …“ Notiamo che, in merito alla spirale di Fibonacci , appaiono archi di 108° gradi di ampiezza, e 108= 3*36, quindi abbiamo la serie 36, 72= 2*36 , 108=3*36 . E infine anche l’angolo aureo 137,51 ≈ 3,81 *36, possibilmente connesso con l’inverso della costante di struttura fine Dove e è la carica elettrica dell’elettrone (da non confondersi con il numero e = 2,718) (Per l’immagine sull’angolo aureo vedi NOTA finale) 2 Ma vediamo anzitutto la connessione con il DNA, la ben nota struttura elicoidale molecolare tridimensionale . Dal sito zed8.tripod.com/genoma.htm, riportiamo Cap.VIII c) Il genoma § 1. I giornali di martedì 27 giugno 2000 hanno un titolo assolutamente dominante in prima pagina: riguarda l'annuncio dato il giorno prima da Clinton della avvenuta "mappatura del genoma umano" ad opera di due gruppi di specialisti: uno pubblico e uno privato. La fisica unigravitazionale mostrerà ancora una volta, in questo capitolo, l'immensa differenza che intercorre tra la sua potenzialità ai fini di un progresso decisivo della conoscenza in campo teorico e pratico e il procedere empirico, si potrebbe dire "a tentoni", della scienza accademica, nonostante i grandi risultati tecnici della ricerca. Si presuppongono noti gli elementi cognitivi essenziali, sotto tale profilo, del problema che trattiamo. § 2. Diamo, innanzitutto, subito la prova che il DNA obbedisce nella sua formazione e struttura alla nostra "equazione cosmologica", di cui è strumento il programma Olopoiema, offerto in uso ad ogni lettore. Osserviamo preliminarmente ciò che abbiamo sempre rilevato a proposito del carattere quasi soltanto descrittivo ed enumerativo delle dottrine ufficiali nei vari campi del sapere. La mappa dei geni, priva di una reale conoscenza delle loro intime leggi operative - salvo sporadiche acquisizioni di pura ingegneria genetica - è del tutto analoga alle carte della geografia medievale, che al centro di terre sconosciute poneva l'avvertenza Hic sunt leones ("qui ci sono i leoni"). Parimenti, il "sequenziamento" ottenuto dei segmenti genici nel genoma umano è simile al complesso di lettere e parole di una lingua come quella etrusca, che in assenza di una grammatica solo molto raramente sono interpretabili in un contesto significativo. In effetti, il computer usato tradizionalmente ha bensì potuto "vedere" e "descrivere" come in fig.1 la struttura del DNA sia in sezione trasversale (a sinistra), come un poligono stellato, sia in sezione longitudinale (a destra), come doppia elica, ma ne ignora assolutamente la "ragione naturale". 3 Fig.1 Al contrario, l' "equazione cosmologica", oltre a riconoscere subito come basilarmente proprio il rapporto di sezione aurea tra lato e raggio del decagono regolare, costruisce invece di vedere soltanto - la sezione trasversale del DNA con assoluta, sbalorditiva fedeltà di copia rispetto alla forma naturale (fig.2: valori di Olopoiema "Strutture Raggiate" in fig.3). 4 Fig.2 5 Fig.3 § 3. Il "rosone" di fig.2 ci dà la sola spiegazione - quella unigravitazionale, appunto della struttura del DNA, che la scienza accademica si limita a descrivere. I vertici dei dieci "petali" sono, come si vede, i punti di incrocio di linee di forza spirali di venti propagazioni, dieci orarie e dieci antiorarie. Essi non sono complanari allo schermo, come sembra dalla sezione trasversale della doppia elica, bensì sono i vertici di dieci pentagoni sovrapposti su altrettanti piani e ruotati di 36 gradi ognuno rispetto al successivo, così da formare in sezione trasversale una figura decagonale: poniamo che siano tutti al di sotto dello schermo. I due filamenti paralleli della doppia elica sono costituiti ciascuno da una catena alterna di residui di desossiribosio (uno zucchero) e di gruppi fosfato: lo zucchero si aggancia gravitazionalmente mediante un atomo di ossigeno al vertice di un petalo, che lo tiene in equilibrio tra le direzioni attrattive del sistema, e quindi al vertice del pentagono terzo successivo ruotato di 72 gradi, e così via; il gruppo fosfato, lungo lo stesso filamento, lega tra loro i residui di zucchero consecutivi. L'altro filamento presenta la stessa catena spostata di un piano e di 36 gradi rispetto al primo filamento. E' fondamentale il fatto che le due catene presentano polarità opposta: sono, cioè, antiparallele. Questa, come sappiamo dal primo degli articoli della sez.V, è la condizione ottimale per l'aggancio gravitazionale tra due sistemi. I quali, infatti, si lanciano su ciascun piano, per via di composizione ondulatoria (cap.IV), i ponti costituiti dalle quattro basi, appaiate due a due: timina e adenina, citosina e guanina. § 4. La nostra esposizione contiene, naturalmente, gli stessi dati offerti da una trattazione accademica dell'argomento. Li si potrà confrontare, per esempio, con quelli, molto più analitici, dell'articolo "Il DNA" di Gary Felsenfeld sul n.208 - peraltro esaurito - di LE 6 SCIENZE (dicembre 1985). Si constaterà che la differenza è enorme: solo la fisica unigravitazionale dà la motivazione eziologica di quei dati, in aggiunta alla descrizione empirica della scienza corrente, facendola derivare da una equazione cosmologica, che abbraccia tutte le strutture dell'universo fisico. § 5. Abbiamo finora semplificato, per chiarezza, la geometria di base del DNA. Precisiamo adesso che i pentagoni costruttivi della doppia elica, di cui si è prima detto, devono riguardarsi in realtà, nello spazio tridimensionale, come la faccia superiore di ideali dodecaedri (solido a dodici facce pentagonali), non sovrapposti ma incastrati l'uno nell'altro. Infatti il fenomeno di formazione è teoricamente onnidirezionale, come appunto le facce pentagonali del dodecaedro, ma si sviluppa in una direzione prevalente a causa di una traslazione assiale del baricentro del sistema (cap.VII). Concludiamo con una notazione interessante. Il primo oggetto lanciato dall'uomo sulla Luna aveva forma di semplice dodecaedro: ciò fu ad opera dell'Unione Sovietica. Uno strano destino ha voluto che il simbolo più astratto ma anche il più idealmente significativo dell'attività della mente umana sia stato inviato al di là dei confini della Terra da una società programmaticamente materialistica. Al contrario, il messaggio conoscitivo della nostra civiltà verso probabili civiltà extraterrestri venne affidato figurativamente alla coppia uomo-donna della targa del Pioneer 10, in mezzo a un mucchio di strafalcioni (le presunte posizioni delle inesistenti pulsar), da una società, quella americana, che si proclama idealistica: In God we trust. In Dio confidiamo. E nella pena di morte. E, giacché ci siamo col genoma, anche nello scempio degli embrioni umani. Questa pagina confluisce nella sez.XII: Uso di Olopoiema. “ Le parole evidenziate in rosso si riferiscono agli angoli del triangolo aureo: 36°, 36° e 72° Il che dimostra la relazione tra la geometria del DNA e il triangolo aureo, e quindi con la sezione aurea di Fibonacci: “Il triangolo aureo è un triangolo isoscele avente i due lati uguali in rapporto aureo con il terzo lato, φ:1 (1,618:1) e angoli di 36°, 72° e 72°.” Come dalla definizione stessa di triangolo aureo riportata all’inizio. Nel DNA, tale triangolo aureo è connesso al decagono regolare, come dal suddetto articolo sul genoma. Al contrario, l' "equazione cosmologica", oltre a riconoscere subito come basilarmente proprio il rapporto di sezione aurea tra lato e raggio del decagono regolare, costruisce invece di vedere soltanto - la sezione trasversale del DNA con assoluta, sbalorditiva fedeltà di copia rispetto alla forma naturale (fig.2: valori di Olopoiema "Strutture Raggiate" in fig.3). Ma anche alle facce pentagonali del dodecaedro: 7 .” Abbiamo finora semplificato, per chiarezza, la geometria di base del DNA. Precisiamo adesso che i pentagoni costruttivi della doppia elica, di cui si è prima detto, devono riguardarsi in realtà, nello spazio tridimensionale, come la faccia superiore di ideali dodecaedri (solido a dodici facce pentagonali) Ma i dodecaedri sono legati ai numeri di Lie 13, 21,e 31 (in questo caso facce, spigoli e vertici, +1): 12+1=13 ; 13 +1 = 14 = G2; 13 *4= 52 = F4 ; 13*6 = 78 = E6 20+1=21 30+1=31 ; 31*8 = 248 = E8 , alle basi delle simmetrie dei cinque gruppi eccezionali di Lie, in particolare E8 (Rif.1) , importanti nel modello Standard della fisica quantistica. Infatti: Parzialmente, da Wikipedia: “Dodecaedro Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Dodecaedro Tipo Solido platonico Facce Pentagoni Elementi: · Facce · Spigoli · Vertici 12 30 20 Valenze vertici 3 Gruppo di simmetria Duale Icosaedro Proprietà non chirale In geometria solida il dodecaedro è un poliedro con dodici facce. Generalmente con questo termine si intende però il dodecaedro regolare: nel dodecaedro regolare le facce sono pentagoni regolari che si incontrano in ogni vertice a gruppi di tre…. 8 Solido platonico [modifica] Il dodecaedro regolare è uno dei cinque solidi platonici. Ha quindi un grande numero di simmetrie. Ha 20 vertici e 30 spigoli. Il suo poliedro duale è l'icosaedro, anch'esso solido platonico. Area e volume [modifica] L'area e il volume di un dodecaedro il cui spigolo ha lunghezza a sono date rispettivamente da: oppure: V = 7,663s3 La costruzione di Euclide [modifica] Fig. 1: costruzione di un pentagono la cui diagonale AD coincide con lo spigolo di un cubo 9 Fig. 2: applicazione dei dodici pentagoni sugli spigoli del cubo Nel libro XIII dei suoi Elementi, Euclide descrive il metodo per inscrivere un dodecaedro regolare in una sfera di diametro dato. La costruzione si basa sul fatto che, scelti opportunamente 8 dei 20 vertici di un dodecaedro regolare, questi sono anche i vertici di un cubo inscritto nella stessa sfera. La costruzione di Euclide è la seguente: Si inscriva un cubo nella sfera data e si considerino due facce adiacenti, ABCD e ADEF, di tale cubo (vedi Fig. 1). Siano poi T, G, L, W ed M i punti medi di EF, AD, BC, AB e CD rispettivamente e R e J i punti medi di GT e GL. Infine, si tracci il cerchio di raggio KM e centro K, determinando così il punto H. Con raggio HJ e centro in J si determinano i punti P e N sul segmento MW. Sia poi H il più vicino a G tra i due punti di intersezione tra la circonferenza e GL; si può verificare che H divide GJ in "media ed estrema ragione", ovvero è tale che il rapporto tra HJ e GJ è la sezione aurea. Infine, sia S il punto di GT tale che GS = GH. Si tracci le semiretta uscente da S e perpendicolare alla faccia ADEF e si determini il punto della semiretta X di distanza JH (=SR) da S. Si faccia lo stesso dai punti P ed N (stavolta rispetto alla faccia ABCD), determinando i punti Y e Z. I punti A, D, X, Y, Z andranno a formare i vertici di una faccia del pentagono. A seguito delle istruzioni per la costruzione suddetta, Euclide dimostra con un lungo ragionamento che i punti X, Y e Z, assieme ai punti A e D, sono i vertici di uno dei pentagoni regolari che costituiscono il dodecaedro (i cui lati sono disegnati in rosso). Eccone alcuni accenni: Per prima cosa occorre dimostrare che i cinque punti indicati sono complanari, cosa che si verifica facilmente guardando la proiezione laterale che compare in basso a destra nella figura 1. In tale figura sono riportati solo i punti appartenenti al piano che passa per le linee TG e GL (il punto U è il punto medio del lato YZ del pentagono). I segmenti di lunghezza a e b sono stati ottenuti come sezione aurea del segmento a+b (metà dello spigolo del cubo); tenendo presente la definizione classica di sezione aurea a : b = b : a+b, è immediato che i triangoli GSX e GJU sono simili, quindi sono uguali fra loro gli angoli ε. Di conseguenza, i segmenti XG e GU sono allineati su un'unica retta, e quindi i cinque punti del pentagono giacciono su un unico piano. Il fatto che i cinque lati del pentagono sono uguali fra loro si può verificare applicando il teorema di Pitagora; a questo proposito, basta verificare che YZ è uguale a uno qualunque degli altri lati, che sono per forza uguali fra loro: infatti ciascuno dei lati ZD, DX, XA e AY risulta essere diagonale di 10 un parallelepipedo i cui spigoli sono a, b e a+b (relativamente al lato ZD: gli spigoli del parallelepipedo di cui è diagonale sono a=MN, b=NZ e a+b=DM). Occorre infine verificare che gli angoli interni del pentagono siano uguali fra loro e questo può essere dimostrato per via indiretta, sempre grazie al teorema di Pitagora. Si può verificare infatti che le distanze di ciascun vertice dal punto centrale Q della sfera (nonché del cubo e del dodecaedro) sono tutte uguali fra loro, e da questo segue che i vertici del pentagono si trovano su una circonferenza il cui centro è la proiezione del punto Q sul piano del pentagono AYZBX: quindi il pentagono stesso, avendo i lati uguali e i vertici che stanno su una circonferenza, è regolare. Ma il fatto che le distanze dei vertici del pentagono dal centro Q della sfera sono tutti uguali dimostra anche che i vertici del pentagono stanno sulla superficie della sfera in cui si deve inscrivere il dodecaedro. A questo punto, per ottenere il dodecaedro basta ripetere la stessa costruzione per le 11 facce rimanenti, come mostrato in figura 2… … Simmetrie [modifica] Il dodecaedro possiede 120 simmetrie. Il gruppo di simmetria dell'icosaedro è quindi fatto di 120 elementi: è isomorfo al prodotto del gruppo alternante A5 di ordine 5! gruppo ciclico di ordine 2. Le 60 rotazioni formano il sottogruppo / 2 = 60 e del , isomorfo ad A5. Le 60 rotazioni sono di vario tipo: 1. Rotazione di 360/5 = 72° (cioè 2π / 5 radianti) intorno ad un asse che unisce i centri di due facce opposte; 2. Rotazione di 360/3 = 120° (cioè 2π / 3 radianti) intorno ad un asse che unisce due vertici opposti; 3. Rotazione di 360/2 = 180° (cioè π radianti) intorno ad un asse che unisce i punti medi di due spigoli opposti. Oltre a queste, vi sono anche le rotazioni ottenute componendo più volte una rotazione lungo lo stesso asse: in questo modo è possibile ad esempio ottenere gli angoli 72°, 144°, 216° e 288° in una rotazione del primo tipo. Quindi vi sono rotazioni del primo tipo (4 angoli possibili per ognuna delle 6 coppie di facce opposte), rotazioni del secondo tipo (2 angoli 120° e 240° per ognuna delle 12 coppie di vertici opposti) e 15 rotazioni del terzo tipo. In totale, 24 + 20 + 15 = 59, cui va aggiuntà l'identità per ottenere un totale di 60. 11 Uno sviluppo del dodecaedro L'icosaedro ha lo stesso gruppo di simmetrie. Altri solidi hanno questo gruppo di simmetria: tra questi, l'icosaedro troncato, che modellizza il pallone da calcio…” I numeri e le parole evidenziate in rosso indicano le connessioni con il triangolo aureo e con la sezione aurea. Il numero 144 di 144° è un numero di Fibonacci, mentre 72 è la media aritmetica tra i due numeri di Fibonacci 55 e 89, poiché (55+89)/2= 72, oltre che ad essere anche 72 = 144/2. Quindi, c’è già abbastanza matematica sulle connessioni tra geometria del DNA e sezione aurea. Ma anche tra corpo umano e sezione aurea ci sono connessioni matematiche (Rif. 2, al quale rimandiamo); per non parlare di molti altri fenomeni naturali, regolati dal fenomeno della ricorsività matematica, che comprende anche i numeri di Fibonacci, oltre che i numeri di Lie (simmetrie) e le partizioni di numeri, tutti presenti in Natura (Rif. 3, 4 e 5 ) Conclusioni Possiamo concludere dicendo che tra i tanti fenomeni naturali regolati dai numeri di Fibonacci e quindi dalla sezione aurea, possiamo includere ora anche la geometria del DNA, per le stesse ragioni matematiche indicate nei vari riferimenti finali. Riferimenti 1) “L’equazione preferita dalla natura” (aggiornamento)” sul sito http://nardelli.xoom.it/virgiliowizard/ 2) Numero 01: La Sezione Aurea nel Corpo Umano. Sul sito www.atuttoportale.it, sezione “Didattica” rubrica Oltre la Botanica” (con altri articoli sulla sezione aurea): OLTRE LA BOTANICA La Sezione Aurea dagli Atomi alle Stelle 12 Francesco Di Noto Eugenio Amitrano L’articolo “Botanica Aurea” ci ha fatto venire in mente l’idea di questa nuova rubrica. Per esporre con vari articoli la presenza della sezione aurea nelle sue forme più svariate (Numeri di Fibonacci, Spirale Aurea, …) in moltissime altre discipline scientifiche, a cominciare proprio da quella che ci riguarda più da vicino, e cioè “Il corpo umano”. Seguiranno inizialmente come discipline primarie la matematica, la fisica e la chimica che avranno la precedenza assoluta, seguite poi da altre come astronomia, musica, crittografia, finanza, elettronica e informatica, ed eventuali altre. Il nostro obiettivo è quello di portare un contributo importante alle righe già presenti su altri siti che trattano le relazioni tra i numeri di Fibonacci e tali discipline. Scarica i numeri qui di seguito: 22/11/2010 06/12/2010 05/01/2011 16/02/2011 15/09/2011 Numero 01: La Sezione Aurea nel Corpo Umano Numero 02: La Sezione Aurea in Matematica Numero 03: La Sezione Aurea in Fisica Numero 04: La Sezione Aurea in Astronomia Numero 05: La Sezione Aurea in Chimica Ai quali rimandiamo. 3) “Ricorsività (o ricorrenza) nelle somme di numeri particolari successivi (caso generale a, b) casi particolari a=b=1 (numeri di Fibonacci, F, e a=b=2 (le dimensioni coinvolte nelle teorie di stringa, 2F)” Francesco Di Noto, Michele Nardelli, su entrambi i siti di cui sopra. 4) “ La Botanica Aurea” Relazioni fisico-matematiche tra Botanica e Sezione Aurea. Francesco Di Noto Eugenio Amitrano, sul sito www.attuttoportale.it 5) “Scoperto il legame tra la sezione aurea e la simmetria”, di Michele Nardelli, sul sito http://nardelli.xoom.it/virgiliowizard/ NOTA 1 Un piccolo esempio di applicazione naturale dell’angolo aureo nei fiori: dal sito www.uebarena.com/scienze/136556-l-angolo-aureo.html, riportiamo parzialmente: 13 “Come potete notare, il girasole forma spirali diverse, ma con angolo aureo, ovvero di una pendenza di circa 137,5°. in questo modo c'è la possibilità di accumulare più semi in meno spazio.” I due valori , dell’inverso della costante di struttura fine e dell’angolo aureo (137,053 e 137, 50) sono molto vicini tra loro, e il sospetto che ci sia una relazione tra loro, è molto forte. 14 NOTA 2 Da sito areeweb.polito.it/didattica/polymath/htmlS/Studenti/Tesine/SpiraleLogaritmicaDeFusco.pdf ,”La spirale meravigliosa -Esame di Stato 2007/2008 Classe V sez. C – Tesina di maturità” DE FUSCO LUCIO - ” , riportiamo parzialmente” “…Tuker chiedendosi come mai il falco nel piombare su una preda non scegliesse una traiettoria rettilinea, più breve e più veloce, nel 2000 ha dimostrato che l’animale in picchiata segue una … Poiché gli occhi del falcone guardano lateralmente l’uccello dovrebbe ruotare la testa per vedere la preda, tale assetto peggiorerebbe la sua aerodinamica: l’animale tiene la testa dritta seguendo una spirale mirabile in modo da non perdere di vista la preda e al tempo stesso massimizzare la velocità. Anche per mammiferi la crescita delle corna (per famiglia dei caprini, ad esempio l’ariete), delle zanne (ad esempio degli elefanti), degli artigli e delle code di alcune specie, segue lo stesso principio di crescita delle conchiglie dei gasteropodi. Le code più sorprendenti sono quelle del camaleonte e del cavalluccio marino (fig. 19). Per quanto riguarda l’uomo, mentre è poco significativo assimilare l’orecchio esterno ad una spirale, nell’apparato uditivo la chiocciola o coclea (dal latino di chiocciola) ha questa forma. … NOTA 3 Dalla voce “Sezione aurea di Wikipedia riportiamo qualche brano sul pentagono con inscritto il triangolo aureo ( connesso alla geometria del DNA) e sulla spirale logaritmica, presente in diversi fenomeni naturali, tipo la tecnica visiva del falco pellegrino per piombare sulle prede. Immagine del pentagono con evidenziato il "triangolo aureo". … Geometria [modifica] 15 La sezione aurea ricorre abbastanza frequentemente in geometria, particolarmente nelle figure a geometria pentagonale. Nel pentagono regolare e nel pentagramma emerge naturalmente, e per questo, come abbiamo già detto, venne scoperto dai greci, nel rapporto fra la diagonale e il lato o, nel secondo caso, fra il pentagono interno e il lato della punta stellata; ma la si ritrova pure nel decagono come rapporto fra la misura del raggio della circonferenza circoscritta e del lato, o ancora, trasferendoci nella geometria solida, perfino nel dodecaedro, un poligono a dodici pentagoni, e nell'icosaedro, entrambi solidi platonici. Esistono inoltre dei poligoni definibili aurei, poiché presentano in alcune delle loro parti il rapporto aureo; il caso più emblematico è senz'altro il rettangolo aureo, seguito dal triangolo aureo : Nel rettangolo il rapporto è rintracciabile fra il lato corto e quello lungo, mentre nel triangolo fra la base e i lati uguali; inoltre in entrambe le figure si può notare che sono ricavabili una successione di figure simili sempre più piccole con fattore ϕ di rimpicciolimento rispetto a quella più esterna; nel rettangolo aureo inoltre è possibile verificare che la sequenza "converge" verso un punto di fuga che non raggiungerà mai[21], denominato dal matematico Clifford A. Pickover l'occhio di Dio, probabilmente rifacendosi alla definizione di "divina" data alla proporzione da Pacioli 16 Lavorando sulle successioni inoltre è possibile ricavare una sorta di spirale, spesso confusa con la spirale aurea, anch'essa legata all'omonima sezione, ma di cui questa rappresenta soltanto una buona approssimazione formata da quarti di cerchio; così come avviene nel caso rettangolo, dove in questo caso la spirale approssimante , si avvicina a quella aurea, a volte tangendola e altre sovrapponendosi[22] ed entrambe tendendo verso un polo asintotico coincidente con lo stesso «occhio di Dio». Sempre in ambito geometrico la sezione aurea trova un ruolo importante anche nella composizione di alcuni frattali, ove adottandolo come coefficiente di omotetia sarebbe in grado di assicurare la massima frattalizzazione della figura prima che le sue parti inizino a sovrapporsi. Nel caso dei frattali che riescono a simulare forme naturali, come un albero, per esempio, che rappresenta il grado di ottimalità massima per ottenere la maggiore superficie di chioma senza sovrapposizione; a tal proposito prende proprio il nome di albero aureo[23], una particolare forma di albero di Barnsley con valore pari a Φ[24]. FINE 17