SEZIONE SCIENTIFICA - Patologia in pillole PATOLOGIA IN PILLOLE Nr. 33 Storia clinica Una paziente 53enne, nota per schizofrenia, carcinoma mammario stabile sotto ormonoterapia, per interstiziopatia polmonare e per polmoniti recidivanti viene portata in pronto soccorso dall’ambulanza in stato confusionale. La paziente è in shock con pressione arteriosa di 75/40 mmHg, frequenza cardiaca di 95/minuto e periferia calda; presenta inoltre acidosi mista su insufficienza respiratoria globale e rialzo del lattato a 6.9 mmol/L. La temperatura timpanica è 37.6°C. La paziente è soporosa con GCS di 10/15 ma non presenta deficit neurologici focali. Gli esami del sangue mostrano elevazione dei parametri infiammatori (leucociti 21.5 G/L, PCR 192 mg/L, PCT 4.16 µg/L), insufficienza renale acuta (creatinina 206 µmol/L) e massiccio rialzo delle transaminasi (ALAT 2’191 U/L, ASAT 3’186 U/L, LDH 7992 U/L) con lieve insufficienza epatica (ammoniaca 63.8 µmol/L, albumina 23 g/L, Quick 52%, bilirubina 14.5 µmol/L). La radiografia del torace antero-posteriore evidenzia infiltrato broncopneumonico basale destro. L’ecocardiografia mostra ipertensione polmonare importante (PAPs 48 mmHg, PVC ca. 15 mmHg) con moderata disfunzione ventricolare destra e lieve-moderata insufficienza tricuspidale, mentre il ventricolo sinistro è normofunzionante. L’angio-Tac non può escludere embolie polmonari, mentre a livello addominale si evidenzia la pervietà dei rami epatici arteriosi, della vena porta e delle vene sovrepatiche; unico franco reperto patologico è un’epatomegalia con alterazione diffusa della struttura epatica (figura 1A). Le indagini atte a chiarire la natura dell’epatopatia rendono improbabile una natura infettiva (sierologie e PCR per virus epatotropi negative) e un’intossicazione da funghi (alfa-amanitina nelle urine negativa). Un’intossicazione da paracetamolo, visto il contesto, non può venir esclusa a priori, per cui la paziente riceve un trattamento con Nacetilcisteina secondo protocollo. Vista la gravità del quadro, l’ulteriore peggioramento al laboratorio (ALAT massime a 5'412 U/L, ASAT 10'399 U/L, LDH 19'976 U/L) e l’aggravarsi della funzione epatica malgrado risoluzione dell’instabilità emodinamica, viene eseguita una biopsia epatica che evidenzia necrosi centrolobulare (figura 1B-C con al centro vena centrolobulare) senza alterazioni dei campi portali (non visibili nelle figure). In diagnosi differenziale una delle ipotesi più probabili rimane un danno tossico-farmacologico, in modo particolare legato alla recente terapia con moxifloxacina o un danno ischemico nell’ambito dello shock settico riscontrato all’entrata. A B C Indica la diagnosi corretta: a Fegato da stasi ematica cronica secondaria a insufficienza cardiaca b Sindrome di Budd-Chiari c Epatite virale acuta d Necrosi centrolobulare da ipoperfusione secondaria a shock settico e Necrosi centrolobulare di origine farmacologica P. Cippà, M. Previsdomini, S. Crippa 73 DICEMBRE 2008 TRIBUNA MEDICA TICINESE 559 SEZIONE SCIENTIFICA - Patologia in pillole Diagnosi Necrosi centrolobulare da ipoperfusione secondaria a shock settico Commento La necrosi epatica centrolobulare (NEC) è rappresentata dalla morte di epatociti nella zona centrale del lobulo epatico (zona 3 di Rappaport), intorno alla vena centrolobulare. La NEC costituisce una lesione istologica di non frequente riscontro nella pratica quotidiana, benché si possa associare a situazioni relativamente frequenti in ambito clinico; inoltre è bene puntualizzare che l’anatomopatologo che valuta una biopsia epatica può trovarsi di fronte solo a lesioni iniziali di NEC (es. congestione o necrosi parcellare degli epatociti) e ciò può complicare e ampliare il ventaglio delle diagnosi differenziali. Per questi motivi si impone la necessità che la biopsia venga corredata da accurate informazioni cliniche del paziente (anamnesi, obiettività, farmaci, esami di laboratorio ecc). Ciò premesso, di fronte al quadro istologico di necrosi confluente di epatociti nella zona centrolobulare, l’anatomo-patologo è portato a considerare le seguenti diagnosi differenziali: - danno da disfunzioni vascolari (diminuzione/ostruzione del ritorno venoso o ipoperfusione arteriosa del fegato); - danno indotto da farmaci (es. paracetamolo, cocaina ecc) - epatite virale di tipo particolare (febbre gialla, herpes virus, adenovirus, ecc.) Questi quadri clinici ammettono zone grigie anche dal punto di vista istopatologico e risulta essenziale pertanto valutare i differenti segni istologici nel loro insieme. Tuttavia, caratteristica comune di questi quadri, è il prevalente interessamento della zona centrolobulare rispetto agli spazi portali, i quali non dovrebbero mostrare segni di infiammazione significativa. 560 TRIBUNA MEDICA TICINESE Danno da disfunzioni vascolari Tra le disfunzioni vascolari che si manifestano come diminuzione/ostruzione del ritorno venoso ci sono la congestione venosa secondaria a insufficienza cardiaca, la sindrome di Budd-Chiari e la malattia veno-occlusiva. L’insufficienza cardiaca destra comporta progressivo rallentamento del ritorno venoso con conseguente danno epatico rappresentato da marcata congestione sinusoidale nella zona perivenulare associata, nelle forme acute severe, a emorragie perivenulari e a necrosi epatocitaria che si estende anche alla zona 2; a tale danno, con il tempo, segue deposizione di collagene perisinusoidale. La sindrome di Budd-Chiari, essendo una vera e propria ostruzione del ritorno venoso epatico, è correlata a manifestazioni nella zona centrolobulare ancora maggiori rispetto al quadro di cui sopra; in particolare si osservano morte cellulare e imponenti stravasi di eritrociti negli spazi di Disse; quest’ultimo fenomeno è assente nel caso di insufficienza cardiaca destra. La malattia veno-occlusiva è rappresentata da obliterazione delle venule epatiche terminali da parte di piccoli trombi di fibrina che condizionano dapprima la formazione di edema e stravasi ematici negli spazi di Disse in zona 3. È un’entità rara soprattutto alle nostre latitudini e appare più frequente in Jamaica, in parte dell’Africa, in Medio-Oriente e in India, probabilmente dovuta a ingestione di bevande contenenti alcaloidi tossici. Tra le disfunzioni vascolari che si manifestano come diminuzione della perfusione arteriosa del fegato ricordiamo l’anossia secondaria a ipotensione/ipoperfusione e lo scompenso cardiaco sinistro senza ipotensione. L’anossia secondaria a ipotensione si manifesta con necrosi ischemica coagulativa degli epatociti prevalen- 73 DICEMBRE 2008 temente in zona 3 con conseguente collasso delle trabecole. In accompagnamento si osservano macrofagi contenenti pigmento lipofuscinico a seguito della fagocitosi di epatociti necrotici. Gli spazi portali non mostrano alterazioni significative in senso infiammatorio. Lo scompenso cardiaco sinistro senza ipotensione produce dilatazione dei sinusoidi e stravasi di eritrociti nella zona perivenulare come conseguenza del danno anossico; pertanto viene a riprodursi una lesione istologica già vista nella sindrome di BuddChiari, ma ciò che cambia è il meccanismo fisiopatologico. Danno indotto da farmaci Paracetamolo e cocaina sono certamente le molecole maggiormente coinvolte nel danno epatico della zona centrolobulare senza infiammazione significativa che possa pertanto mimare il danno anossico. In particolare il paracetamolo può determinare necrosi ischemica di epatociti perivenulari associata a collasso delle trabecole. Il danno, che si manifesta 6-10 giorni dopo l’ingestione ad alte dosi (es. 10g), può essere aggravato dalla contemporanea assunzione di alcool, il quale può ridurre la dose tossica anche a meno di 2g. Epatite virale di tipo particolare Alcuni tipi di epatite virale possono provocare apoptosi di gruppi di epatociti in grado di mimare la necrosi coagulativa vista nell’anossia; tuttavia la necrosi è meno specificamente in zona 3 e si associa anche a infiammazione portale e lobulare. Nel caso di herpes-virus o adenovirus sono usualmente presenti anche le tipiche inclusioni nucleari. Facendo riferimento al caso della nostra paziente possiamo affermare che le ipotesi cliniche poste in diagnosi differenziale trovano un valido SEZIONE SCIENTIFICA - Patologia in pillole riscontro nel quadro istopatologico. La valutazione istologica della biopsia evidenzia infatti un danno prevalentemente a carico della zona centrolobulare, caratterizzato da necrosi confluente in almeno il 30% del lobulo con focale collasso delle trabecole; si evidenzia anche lieve steatosi. Gli spazi portali mostrano focalmente alcuni neutrofili e non evidenziano proliferazioni duttulari o fibrosi. Non si osservano neanche ectasie sinusoidali, stravasi di eritrociti, microtrombi o fibrosi perivenulare centrolobulare. L’anatomo-patologo pertanto ha potuto confermare la corrispondenza del quadro istopatologico con le ipotesi cliniche favorendo un danno da ipoperfusione nell’ambito dello shock e rimandando all’anamnesi del paziente la totale esclusione dell’ipotesi di abuso di paracetamolo. Durante il ricovero, lo shock si conferma di natura settica, verosimilmente su una nuova polmonite che si delinea durante l’ospedalizzazzione e che evolve favorevolmente sotto terapia mirata. Le transaminasi calano in modo repentino due giorni dopo la risoluzione dello shock e la funzione epatica recupera completamente. La paziente viene dimessa in ristabilite condizioni generali dopo alcune settimane. P. Cippà1, M. Previsdomini1, S. Crippa2 1 Cure Intense - EOC-OSG, Bellinzona 2 Istituto Cantonale di Patologia, Locarno Bibliografia Cogger VC, Fraser R, Le Couterur DG. Liver dysfunction and heart failure. Am J Cardiol 2003; 91:1399. Bromer MQ, Black M. Acetaminophen hepatotoxicity. Clinics Liv Dis 2003; 7:351-367. 73 DICEMBRE 2008 TRIBUNA MEDICA TICINESE 561