AMBIENTE E ALIMENTAZIONE A KM.0 C la s s i 5 °A -B - C P R IMA R IA R E S A N A EARTH DAY 2016 Il 22 aprile è la Giornata Mondiale della Terra. I Paesi del mondo, a partire dai cittadini e dalle associazioni, si uniscono per riflettere sui problemi che stanno colpendo il nostro Pianeta e per trovare delle soluzioni. La Giornata della Terra fu celebrata per la prima volta il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali del Pianeta. Ad oggi l'Earth Day si propone di coinvolgere il maggior numero possibile di Paesi del mondo. Sono numerose le problematiche su cui riflettere in occasione dell'Earth Day, anno dopo anno: cambiamenti climatici, distruzione degli ecosistemi, inquinamento di acqua e suolo, specie animali e vegetali in via di estinzione, esaurimento delle risorse non rinnovabili Non solo in occasione della Giornata della Terra ma nel nostro quotidiano e tutto il resto dell'anno possiamo cambiare il nostro stile di vita in modo da ridurre il nostro impatto ambientale. Tra le soluzioni proposte negli anni dall'Earth Day per salvare il Pianeta troviamo la riduzione dei rifiuti, il riciclo dei materiali, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, lo stop alla deforestazione, il passaggio dalle fonti fossili alle rinnovabili e la protezione delle specie animali e vegetali minacciate MANCANZA DI OZONO: La terra si scotta La Terra è un po' come te: troppo Sole può scottarla. Fino a qualche anno fa a proteggerla dai raggi dannosi del Sole c'era uno strato di gas, l'ozono, che funzionava come una crema solare. Poi l'inquinamento cominciò ad attaccare lo strato di ozono, aprendovi dei buchi. Il primo buco fu avvistato sopra l'Antartide nel 1982. Era grande quanto gli Stati Uniti. Quattro anni più tardi si scoprì un buco più piccolo anche sull'Artide. Questi buchi, e altri assottigliamenti dello strato di ozono su altre parti del globo, lasciano passare dei raggi solari dannosi: possono causare il cancro alla pelle negli uomini, danneggiare gli animali marini che vivono vicino alla superficie e ridurre il raccolto di prodotti agricoli importantissimi, come grano, riso e mais. Ma cos'è che sta distruggendo lo strato di ozono? I clorofluorocarburi, ossia composti chimici che contengono fluoro e carbonio. Fino a poco tempo fa venivano usati negli spray, ma ora i governi di molti paesi, fra cui l'Italia, ne hanno proibito l'uso. Ma i clorofluorocarburi vengono ancora usati : nei frigoriferi, nei condizionatori d'aria e nei vassoietti di polietilene che spesso contengono i cibi (ad esempio la carne e la frutta). Puoi contribuire a proteggere lo strato di ozono boicottando i vassoietti di polietilene. Fai sapere a supermercati e ristoranti che non ti piacciono e perché. Chiedi loro se è possibile sostituirli con altro materiale. A casa cerca di riciclarli. Usali per conservarci qualcosa, come le figurine doppie. Nei vassoietti delle uova che hai già, pianta dei semi e la prossima volta compera quelle nel contenitore di cartone FEBBRE DA EFFETTO SERRA Che succede quando hai la febbre? La tua temperatura corporea sale e ti senti la fronte calda, giusto? Si potrebbe dire che anche alla Terra sta venendo un bel febbrone. Piano piano la sua temperatura si alza: la Terra sta diventando sempre p iù calda. Quali sono le cause di questa febbre? Se entri in una serra, noterai certo che dentro fa più caldo che fuori. Questo succede perché il calore del Sole viene intrappolato all'interno dal vetro. Lo stesso sta accadendo nel cielo. Soltanto che, invece del vetro, a intrappolare il calore del Sole sono i gas. Questi gas sono una forma d'inquinamento causata dalla combustione di carbone, petrolio e altri combustibili. Altri gas, come i clorofluorocarburi, rendono il problema ancora più grave. Un clima più caldo potrebbe sembrare fantastico. Potresti mettere via scarponi e giacche a vento, e passare più tempo all'aperto. Ma un clima più caldo anche solo di pochi gradi può: trasformare terre adatte alla coltivazione in sterili deserti sterminare specie animali causare siccità in alcune zone e piogge eccessive in altre cancellare le foreste di alcune aree far sciogliere il ghiaccio delle calotte polari innalzando il livello degli oceani e causando la sommersione di molte zone costiere. GLI AMICI DELL’ORTO Nell'orto sono coltivati gli ortaggi, cioè le piante erbacee comunemente conosciute col nome di verdure. Di alcuni ortaggi si utilizza la radice come la barbabietola, la carota, la rapa e i ravanelli; di altri le foglie come il cavolo, i finocchi, il sedano, le bietole, le insalate; di altri ancora i fiori come il cavolfiore e il carciofo. Vengono utilizzati i frutti del peperone, del cetriolo, della zucca dello zucchino, del pomodoro e della melanzana; i semi del cece, della fava, del fagiolo e del pisello. Dalla patata utilizziamo il tubero che è un fusto sotterraneo. FRUTTI E VERDURE DI STAGIONE Frutta e verdura sono molto importanti sotto l'aspetto nutrizionale perché contengono tante vitamine, sali minerali e fibra. È opportuno scegliere sempre frutta e verdura di stagione perché è più saporiti e meno sottoposta a trattamenti chimici. Bisogna evitare di acquistare la frutta trattata con la cera anche se appare più bella e lucida; la cera, infatti, conserva i residui dei trattamenti chimici effettuati precedentemente. Ricorda che la frutta e la verdura vanno sempre accuratamente lavate. UNA BUONA ALIMENTAZIONE Devi mangiare tutto se vuoi stare benediceva spesso la mamma a Maria. E Maria non riusciva a capire perché. Poi suo fratello Enzo le aveva spiegato che era necessario alimentari sì con cibi diversi: carne, latte e formaggi, verdura e frutta, perché tutti servivano a dare forza e calore al corpo e anche a farlo crescere. Adesso sapeva che se faceva dieci salti, due capriole, andava in bicicletta o, semplicemente, muoveva un braccio, consumava "energia". Sapeva anche che l'energia poteva ottenerla solo man giando. Però mangiava più volentieri da quando la mamma permetteva a lei e a Enzo di cucinare. Erano diventati bravissimi a cuocere l'uovo al tegamino e una volta avevano fatto anche una buonissima torta al cioccolato. PER STARE BENE Per stare bene bisogna mangiare un po' di tutto: pane, pasta, pesce, carne, uova, frutta, verdura, dolci, ma bisogna anche rispettare alcune regole: — non mangiare in fretta; — masticare lentamente; — non bere acqua e bibite molto fredde; — non fare il bagno subito dopo aver mangiato. Dopo aver mangiato, per una buona digestione, non bisogna fare sforzi eccessivi o giochi violenti. CIBI AMBIENTE SALUTE I concimi chimici o fertilizzanti usati in agricoltura, producono vegetali voluminosi nei quali, però, è ridotta la presenza di vitamine. I pesticidi, invece, sono sostanze chimiche utilizzate per combattere parassiti, funghi, muffe e insetti. Esse sono considerate pericolose per la salute dell'uomo. Per un'agricoltura naturale e per ottenere cibi più genuini sta crescendo l'agricoltura biologica che sostituisce i concimi chimici con letame ben maturo, i pesticidi con succhi di piante medicinali e insetti killer che si nutrono dei parassiti OCCHIO ALLE SOSTANZE! Nei cibi che spesso consumiamo sono contenute sostanze tossiche per l'organismo. Gli additivi sono sostanze utilizzate largamente nelle bibite; gli antiossidanti sono prodotti per aumentare la conservabilità di quei cibi per i quali la natura ha predisposto un rapido consumo: succhi, verdure, carni; i coloranti sono sostanze utilizzate nelle caramelle, negli sciroppi di fragola, di ciliegia e di prugna; gli aromi artificiali sono sostanze prodotte in laboratorio che imitano alcune sostanze presenti in natura. Le alternative naturali esistono, infatti le piante aromatiche oltre a essere antiossidanti naturali sono anche ottimi antibatterici. I CIBI TRANGENICI Nei laboratori di tutto il mondo, da anni, gli scienziati studiano la possibilità di cambiare le caratteristiche di questo o di quel prodotto: la forma, il colore e il sapore e soprattutto la sua resistenza alle malattie. Il risultato sono i cosiddetti cibi transgenici quelli prodotti con gli OGM, gli organismi geneticamente modificati, piante oppure animali in cui si è sostituito o modificato uno o più geni, le particelle dei cromosomi da cui dipendono le caratteristiche di ogni essere vivente. Sull'uso dei cibi transgenici il dibattito è aperto. Gli scienziati si difendono spiegando l'utilità dei loro esperimenti. Punto di scontro è la pericolosità dei cibi. Finora la s c i e n z a h a d e t t o c h e n o n fanno male, anche se manca una certezza matematica. I contrari ai cibi transgenici sostengono invece che i danni si vedranno in futuro. Da troppo p oco tempo, sostengono, se ne fa uso. Nuove malattie, allergie oppure squilibri pericolosi dell'ecosistema potrebbero svilupparsi più tardi. E a sostegno delle loro paure ricordano alcuni esperimenti risultati dannosi ad animali di laboratorio. Come spesso succede davanti alle novità, comunque, la gente si fida poco. Dopo aver saputo che, l'ottanta per cento dei suoi clienti non li voleva, una nota catena di supermercati italiani ha deciso di togliere i cibi geneticamente modificati dai suoi scaffali. ALIMENTI A KM ZERO: ecosostenibili, economici, equilibrati. L'espressione "prodotti alimentari a km zero-, mutuata dall'anglosassone "food miles", definisce quella categoria di alimenti per la quale si accorcia o elimina la distanza tra agricoltore e consumatore. Con riduzione della produzione di anidride carbonica (CO2) e del costo finale. Tra la campagna e la nostra tavola, gli alimenti subiscono, infatti, numerosissimi passaggi di lavorazione (raccolta, lavaggio, pulitura, primo stoccaggio), confezionamento (spesso dispendioso, a seconda della destinazione finale) e infine, accesso alla Gdo (Grande distribuzione organizzata) che opera attraverso numerosi altri intermediari fino allo scaffale del supermercato. Ciò detto non deve stupire se si stima che, prima di giungere al consumatore. Un pasto medio percorre 1.900 km! È forse per la percezione di quest'assurdo che una parte d'italiani più attenti ha speso nel 2009, secondo Coldiretti, più di 3 miliardi di curo nell'acquisto di alimenti a km zero (anche detti, in contrasto con i numerosi passaggi appena descritti, prodotti a filiera corta). Non deve quindi stupire che secondo un rapporto dell'Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) relativo alla filiera lunga, solo 20 centesimi ogni curo di spesa alimentare vanno effettivamente all'azienda agricola. Vi sono varie ragioni per preferire i prodotti a filiera corta, tra cui quelle di natura: 1. ambientale: la riduzione del CO2 prodotta grazie all'abbattimento dei trasporti (prevalentemente su gomma), il risparmio in acqua ed energia dei processi di lavaggio e confezionamento e l'eliminazione degli imballaggi di plastica e cartone rendono questi prodotti realmente ecosostenibili; 2. nutrizionale: sono prodotti di stagione e del territorio e stante il breve trasporto e stoccaggio mantengono intatte tutte le caratteristiche organolettiche e i principi nutritivi (per esempio, le vitamine); 3. di sicurezza alimentare: nella filiera lunga sono molti i prodotti che vengono importati da paesi lontani con normative meno rigorose di quelle italiane in termini di controlli igienico-sanitari con conseguente maggiore rischio per la salute, 4. economica: l'eliminazione delle intermediazioni e dei trasporti abbatte il costo al consumatore in misura del 30%: 5. di controllo sul prodotto: grazie al rapporto diretto con il produttore agricolo è possibile attuare un acquisto più consapevole e trasparente. Sebbene quindi vi siano numerosi aspetti a beneficio della scelta della filiera corta, in effetti, l'applicabilità di questa modalità d'acquisto prevede un grande impegno del legislatore e delle realtà locali nell'ambito di un progetto strutturato. Questo in altri Paesi europei, come la Gran Bretagna e la Germania, sta già avvenendo, mentre in Italia vi sono grandi differenze regionali in termini attuativi. La prima regione a sposare, promuovere e sostenere il km zero è stata il Veneto che dal 2008, attraverso una legge regionale ad hoc, ha incentivato l'utilizzo dei prodotti locali nelle attività ristorative affidate agli enti pubblici (come le mense scolastiche, ospedali e caserme) e incrementato una rete di vendita di prodotti stagionali sul territorio. Questa scoperta della tipicità e del territorio e si pone in grande contrasto con la tendenza globalizzante degli ultimi lustri e la logica di mercato sostenuta delle grandi industrie. Non a caso la stessa volontà di ridurre le emissioni di gas a effetto serra a livello mondiale, sancita dal Protocollo di Kyoto nel 1997 (ratificato dall'Italia ormai nel 2002) di cui il "progetto km zero" fa parte, trova grandi difficoltà attuative un po' in tutti i Paesi del inondo, non ultimo l'Italia. Come sempre accade però, anche le scelte del singolo possono, gradualmente e molto pazientemente, spostare certe tendenze. Iniziamo quindi con acquisti più accorti, scegliamo prodotti di stagione, magari facendo riferimento a realtà di vendita diretta o ai molti prodotti locali che possiamo reperire facilmente. Oggi, anche nella stessa grande distribuzione. PRODUZIONE A KM 0 La filiera corta Cosa sono gli alimenti a km zero e a filiera corta? E perché preferirli? I prodotti "a Km zero" sono tutti quei prodotti, per lo più generi alimentari, che vengono venduti e consumati vicino nel raggio di pochi chilometri dal luogo di produzione; sono anche chiamati prodotti a filiera corta poiché spesso, accorciando le distanze fisiche che separano produttore da consumatore, si accorcia anche la filiera, non essendoci la necessità di intermediari del trasporto, grossisti o mercati generali che poi ridistribuiscono a dettaglianti. Molte volte addirittura, se un prodotto è km O, viene anche venduto direttamente dal produttore al consumatore: è ciò che succede nei farmers' market. Perché preferire alimenti e prodotti a chilometri zero rispetto a quelli disponibili nella GDO? Spesso la GDO (Grande Distribuzione Organizzata) rende disponibili per tutto l'anno frutta e verdura fuori stagione o esotica, o ancora carne straniera: prima di finire nelle nostre tavole questi prodotti hanno percorso migliaia di chilometri e sono stati responsabili di tonnellate di energia prodotta. Tutto il petrolio, la co2 emessa, l'energia sprecata per il trasporto di merce che potremmo reperire nelle campagne circostanti scegliendo la stagione giusta o rimodellando le nostre scelte, contribuisce in modo significativo all'inquinamento e al riscaldamento globale. Scegliere prodotti a km O, significa in primo luogo contribuire alla causa ambientale. Ma non solo. Quali sono i vantaggi dei prodotti a km O? - I prodotti a km zero, che sono anche di stagione, costano meno a causa dell'abbattimento dei costi di trasporto, ma anche perché spesso la filiera si accorcia (ed il vantaggio ricado quindi anche sul piccolo produttore piuttosto che sulla grande distribuzione organizzata!). - Un prodotto a km zero è per definizione un prodotto nostrano, con tutti i vantaggi del caso in termini di salute e sicurezza: pensiamo ad esempio ai diversi regimi di controllo sull'imballaggio e il confezionamento e la perdita delle caratteristiche organolettiche determinata da un lungo viaggio. - I prodotti a km zero ci permettono di riscoprire il piacere del buon cibo di stagione, e degli alimenti nostrani, tipici del nostro territorio, oltre a contribuire alla riscoperta delle differenze biologiche tra varietà di frutta e verdura. - ovviamente scegliendo prodotti a km zero non saremmo responsabili dell'inquinamento atmosferico! CONSUMO SOSTENIBILE Prodotti a KM zero Con semplici accorgimenti nella spesa e nel consumo degli alimenti ogni famiglia italiana può quindi contribuire a ridurre i consumi di petrolio e le emissioni di gas ad effetto serra dell'equivalente di duemila chilogrammi di CO2 all'anno per contribuire personalmente a raggiungere gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto e a fermare gli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici. F. quanto afferma la Coldiretti che in occasione dell'Earth Day ha presentato "Clima: istruzioni per l'uso", il primo decalogo Made in Italy per consumi sostenibili dal punto di vista climatico ed ambientale: Preferire l'acquisto di prodotti locali che non devono subire lunghi trasporti con mezzi inquinanti; Scegliere frutta e verdura di stagione che non consumano energia per la conservazione: Ridurre le intermediazioni fino a fare acquisti direttamente dal produttore per evitare passaggi di mano del prodotto che spesso significano inutili trasporti; Privilegiare i prodotti sfusi che non consumano imballaggi; Acquistare confezioni formato famiglia rispetto a quelle monodose per ridurre il consumo di imballaggi per quantità di cibo consumato; Fare acquisti di gruppo (anche in condominio) per ridurre i consumi di energia nei trasporti per fare la spesa; Riutilizzare le borse per la spesa e servirsi di quelle fatte con materiali biodegradabili di origine agricola nazionale o di tela invece di quelle in plastica; Ottimizzare l'energia consumata nella preparazione e conservazione dei cibi con pentole e frigoriferi a basso impatto; Evitare di utilizzare piatti e bicchieri di plastica che consumano energia e inquinano l'ambiente; Fare la raccolta differenziata per consentire il recupero di energia dai rifiuti prodotti. IL CIBO CHE SCEGLI FA BENE A TE AL PIANETA Gli studi scientifici hanno dimostrato che gli obiettivi di salute e i vincoli per salvaguardare gli ecosistemi convergono. E la doppia piramide alimentare e ambientale è un modo semplice per spiegare a tutti come trasformare ogni pasto in un aiuto concreto alla propria salute e a quella del pianeta. "Mangiare senza eccessi, ridurre il consumo di carne e latticini e aumentare quello di frutta e verdura apporta non solo benefici alle persone, ma anche all'ambiente in cui viviamo" afferma Timothy Lang, esperto di politiche alimentari al City University London's Centre for Food Policy. Da qui è nata l'idea di creare una piramide doppia - costituita di una parte "alimentare" e una "ambientale" - che illustra senza troppi tecnicismi ma con solide basi scientifiche quali sono gli alimenti che fanno bene alla salute dei singoli individui e quelli che arrecano meno danno al nostro pianeta. I gradini della salute Negli anni Settanta lo "Studio dei sette paesi" di Angel Keys ha messo in luce l'importanza della cosiddetta "dieta mediterranea" per la salute e da allora gli studi sull'argomento si sono moltiplicati, dimostrando associazioni forti tra questo regime alimentare e la riduzione dell'incidenza di numerose malattie. La prima piramide alimentare nasce però solo nel 1992 su iniziativa Dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti (USDA), che l'ha ideata come strumento di informazione ed educazione alimentare per spiegare in modo immediato come nutrirsi correttamente. Alla base della piramide ci sono i cibi che dovrebbero comparire con maggior frequenza sulla tavola: frutta e ortaggi ricchi di fibre, acqua e vitamine, poi pasta, riso, patate e pane (meglio se integrali). Risalendo si incontrano cibi che vanno mangiati in sempre minore quantità, fino ad arrivare in cima alla piramide dove svettano i dolci e le carni rosse. Nel corso degli anni il modello si è evoluto, adattando le informazioni scientifiche a ogni specifico pubblico per educare a un unico principio: il mangiar sano. L'impronta del cibo sull'ambiente Le scelte alimentari che ogni giorno compiamo hanno un impatto molto forte sull'ambiente anche se spesso non ce ne rendiamo conto. La piramide ambientale è stata introdotta nel 2009 proprio per comunicare in modo semplice ed efficace questo concetto: gli alimenti (o le categorie di alimenti) sono rappresentati nella piramide in base alla loro "impronta" sul pianeta. Ogni alimento che portiamo in tavola lascia infatti una serie di tracce (nella produzione di anidride carbonica, nel consumo d'acqua o nell'impatto ecologico) che ci permettono di seguirlo dalla produzione fino allo smaltimento finale. Ciò che emerge dai calcoli degli esperti è che i cibi che sono alla base della piramide alimentare ovvero quelli che devono essere consumati in misura maggiore per vivere a lungo e in salute - sono gli stessi che lasciano meno tracce sull'ambiente e occupano quindi la punta della piramide ambientale: frutta e ortaggi di stagione, riso e altri cereali (pane e pasta) Scegliere bene per fare la differenza Modificare la propria alimentazione seguendo le indicazioni illustrate nella doppia piramide può fare la differenza sia dal punto di vista della salute sia da quello ambientale. Da un lato, una dieta basata soprattutto su alimenti di origine vegetale è un'arma potente contro numerose malattie, dai disturbi cardiovascolari, ai tumori, alle malattie tipiche dell'invecchiamento. Dall'altro, se si confronta un pasto vegetariano con uno con proteine animali che fornisce approssimativamente le stesse calorie e le stesse quantità di macronutrienti (proteine, carboidrati e grassi) si nota che il menù verde ha un impatto sull'ambiente pari a circa la metà di quello del menù non vegetariano. L’IMPRONTA ECOLOGICA COS'E'? Corrisponde alla quantità di terra e acqua necessarie per rigenerare le risorse impiegate lungo il ciclo di vita di un prodotto, dalla sua coltivazione fino allo smaltimento. Gettare via il cibo significa produrre emissioni e consumare preziose risorse naturali a vuoto, mentre la Terra racimola le ultime energie per provare a sfamare i suoi 7 miliardi (per ora) di abitanti. La produzione alimentare occupa il 25% della terra abitabile ed è responsabile dell'80% della deforestazione, del 30% delle emissioni di gas serra e del 70% dei consumi d'acqua. L’IMPRONTA DELLE ATTIVITA’ UMANE Dalle coltivazioni ai pascoli, al territorio per abitare e produrre tutte le attività umane lasciano un’impronta. PIRAMIDE ALIMENTARE La Piramide Alimentare è la rappresentazione grafica della "dieta mediterranea'' ed è uno strumento ideato per educare la popolazione a scelte alimentari corrette. Graficamente troviamo una suddivisione per livelli e settori, in ognuno dei quali sono riportati i gruppi dei diversi alimenti e le relative porzioni raccomandabili È importante scegliere tra tutti i gruppi di alimenti, alternandoli nei pasti della giornata così da garantire il giusto apporto di tutti i nutrienti necessari all'organismo per il mantenimento di un buon stato di salute Non esiste l'alimento completo o ideale, che contiene tutte le sostanze necessarie, nella giusta quantità e che è in grado di soddisfare da solo le nostre esigenze nutrizionali Per garantire, in misura adeguata, l'apporto di tutte le sostanze nutrienti indispensabili, bisogna imparare a variare il più possibile le scelte e di combinare opportunamente i diversi alimenti LA DOPPIA PIRAMIDE ALIMENTARE Negli ultimi tempi si è andato affermando il modello della cosiddetta doppia piramide alimentare e ambientale, che associa allo schema nutrizionale tradizionale una seconda piramide che si basa su tre principali 1. consumo di territorio 2. generazione di gas a effetto serra, 3. consumo di risorse idriche. Classificando gli alimenti sulla base della loro ECOLOGICA FOOTPRINT, il modello della doppia piramide mostra come i cibi più sani per la salute, sono anche quelli che determinano gli impatti ambientali minori. PIRAMIDE ALIMENTARE E AMBIENTALE Piramide ambientale Nasce studiando e misurando l’impatto sull’ambiente dei cibi presenti nella piramide alimentare e disponendoli lungo una piramide capovolta, in cui gli alimenti posizionati più in basso hanno anche minor impatto ambientale. Accostando la piramide alimentare a quella ambientale è possibile notare come i cibi per i quali è consigliato un consumo maggiore sono anche quelli che hanno un minor impatto sull’ambiente. LE DUE PIRAMIDI E LA NOSTRA SALUTE I nostri cibi DOPPIA PIRAMIDE PER BAMBINI C'è una grande diffusione tra i bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni di abitudini alimentari che non favoriscono una crescita armonica, predisponendoli all'aumento di peso. È stato infatti osservato come solo n% dei bambini possieda abitudini alimentari in linea con quanto raccomandato da una corretta piramide nutrizionale; l'introito calorico giornaliero della maggioranza dei bambini osservati in età scolare è non solo superiore alle loro esigenze, ma anche principalmente orientato al consumo di grassi e zuccheri (soprattutto nei bambini caratterizzati da una tendenza all'obesità), a scapito di frutta e verdura. ALIMENTAZIONE DEI BAMBINI Come nel caso degli adulti, anche l'alimentazione dei bambini e degli adolescenti dovrebbe essere basata prevalentemente su alimenti di origine vegetale, in particolare i diversi cereali, soprattutto integrali, molto importanti per il contenuto di fibra e componenti protettivi, frutta e verdura. A salire progressivamente troviamo i legumi, il latte e i suoi derivati, le uova (preferibilmente nelle versioni magre) così come le carni e il pesce, fino poi ad arrivare a prodotti con più alto contenuto di grassi e zuccheri, per i quali si consiglia una frequenza relativa di consumo ridotta. La necessaria assunzione di grassi insaturi andrebbe coperta da pesce e frutta secca, utilizzando olio extravergine di oliva per i condimenti.