Dr. Gian Luca Calanchi

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Corso insegnanti ADO/UISP
Dr. Gian Luca Calanchi
Le arti marziali nascono come disciplina per
preparare i guerrieri a un combattimento rapido,
efficace e possibilmente mortale.
Da ciò deriva che nella pratica delle arti marziali gli
infortuni sono sempre in agguato.
Una conoscenza di base dei principi dell’anatomia e
della fisiologia del movimento aiuta a minimizzare il
rischio di incidenti.
ANATOMIA
Apparato Scheletrico
Cranio (neurocranio e splancnocranio
Tronco (colonna vertebrale, bacino, coste,
sterno)
Arti (inferiori e superiori)
CLASSIFICAZIONE DELLE OSSA
● Ossa lunghe (omero, femore, tibia, ulna, radio, ecc.)
● Ossa brevi (vertebre, ossa del carpo, ossa del tarso, ecc.)
● Ossa piatte (osso frontale, osso zigomatico, osso parietale,
ossa nasali, ecc.)
OSSA LUNGHE
▪ Diafisi
▪ Epifisi
* Superfici articolari cartilagine
▪ Osso compatto
▪ Osso spongioso
▪ Periostio
▪ Midollo osseo
CARATTERISTICA DELLE
OSSA
▪ Componenti inorganiche (matrice calcificata)
- rigidità durezza
▪ Componenti organiche (tessuto osseo non calcificato,
cartilagine)
- elasticità
- flessibilità
- resistenza alla trazione
▪ Le ossa dei bambini sono più ricche di cartilagine
▪ Da ciò deriva che sono più resistenti ai danni da
trazione, più elastiche
▪ Ma si rompono lo stesso, spesso in maniera più
subdola rispetto ad un osso adulto
▪ Inoltre si possono deformare più facilmente,
deformazioni che poi si stabilizzano nell’adulto
▪ Un osso deforme può essere sottoposto a un carico
abnorme da cui possono derivare patologie (artrosi ecc.)
IL CRANIO
▪ Neurocranio (contiene cervello, cervelletto e midollo
allungato)
▪ Splancnocranio (tutte le strutture ossee che
compongono lo scheletro facciale)
LA COLONNA VERTEBRALE
7 vertebre cervicali
12 vertebre toraciche
o dorsali
5 vertebre lombari
5 vertebre sacrali
(fuse nel sacro)
2-3 vertebre coccigee
IL TORACE
Coste
Sterno
ARTI SUPERIORI
Coste
Sterno
Spalla
Clavicola
Scapola
Omero
Ulna
Radio
Carpo
Metacarpo
Falangi
ARTI INFERIORI
Bacino
Ileo
Ischio
Pube
Femore
Tibia
Perone
Tarso
Metatarso
Falangi
ARTICOLAZIONI
Fisse – Semi mobili – Mobili
Articolazioni mobili:
Potenza – Fulcro – Resistenza
2) Potenza – Resistenza – Fulcro
3) Fulcro – Potenza - Resistenza
1)
ANATOMIA
APPARATO MUSCOLARE
Muscoli striati (scheletrici, volontari)
Muscoli lisci (viscerali, involontari)
Muscolo cardiaco (striato. Involontario)
FIBRA MUSCOLARE
Sarcolemma (la membrana cellulare)
Sarcoplasma (la parte liquida endocellulare)
Miofibrille (actina – miosina concentrazione
Fibre rosse (tipo I, lente)
Fibre bianche (tipo II, veloci)
- A concentrazione rapida resistenti alla fatica
- A concentrazione rapida molto affaticabili
- A concentrazione rapida
MUSCOLI SCHELETRICI
Più fibre muscolari riunite formano il
fascio muscolare
Il tessuto connettivo che le riveste alle
estremità si organizza in strutture dette
tendini che collegano i fasci muscolari ai
capi di inserzione ossei
- Antagonisti (fasci muscolari le cui azioni si
contrastano reciprocamente)
- Sinergici (fasci muscolari che lavorano insieme per
realizzare un’azione, e il cui risultato è maggiore della
somma delle azioni dei muscoli singoli)
IL TONO MUSCOLARE
A riposo, i muscoli nel vivente non sono mai
completamente rilassati; esiste una minima attività
nel fascio muscolare a riposo, detta tono
muscolare che è quell’attività che contribuisce al
mantenimento della postura.
Da un punto di vista finalistico potremmo definire il
tono muscolare come quell’attività minima che
permette di contrastare la forza di gravità senza
affaticarsi.
LA CONTRAZIONE MUSCOLARE
- Isometrica ( il muscolo mantiene la stessa
lunghezza, aumenta il suo tono)
- Isotonica ( il muscolo varia la sua lunghezza,
mantenendo invariato il tono)
LA GRADUAZIONE DELLA
FORZA
- Reclutamento spaziale: maggiore è l’intensità
dello stimolo, maggiore è il numero delle fibre che
rispondono
- Reclutamento temporale : più lunga è la durata
nel tempo dello stimolo, maggiore è l’intensità della
risposta da parte delle fibre stimolate
MUSCOLI
APPARATO
CARDIOVASCOLARE
Sistema Arterioso
Sistema Venoso
Cuore
IL CICLO CARDIACO
Diastole atriale
Sistole atriale
Diastole ventricolare
Sistole ventricolare
Diastole: il momento di massima distensione
Sistole: il momento di massima concentrazione
LE VALVOLE CARDIACHE
● Tricuspide (tra atrio e ventricolo dx)
● Mitrale (tra atrio e ventricolo sx)
● Polmonare (tra ventricolo dx e art. polmonare)
● Aortica (tra ventricolo sx e aorta)
- E’ il movimento di apertura e chiusura delle
valvole che causa il battito cardiaco.
PARAMETRI CARDIACI
Frequenza cardiaca (n° di battiti al
minuto)
Gittata sistolica (il volume di sangue
spinto in avanti da una singola
contrazione ventricolare)
Portata cardiaca (gittata sistolica x
frequenza cardiaca)
APPARATO
CARDIOVASCOLARE
Cuore (una pompa che mette in
circolo un liquido)
Sangue (il liquido messo in circolo
dalla pompa)
Vasi (l’apparato attraverso cui viene
messo in circolo il sangue)
IL PICCOLO CIRCOLO
Detto anche “circolo funzionale”
Il sangue scorre all’interno dei polmoni
fino a giungere ai capillari degli
alveoli polmonari, dove avvengono gli
scambi gassosi tra il sangue e l’aria
all’interno degli alveoli stessi (che è
l’aria atmosferica)
Il sangue libera CO2 e assorbe O2
Successivamente , il sangue
riossigenato viene spinto alle cavità
cardiache di sinistra da dove viene
diretto ai vari organi.
IL GRANDE CIRCOLO
Detto anche “circolo sistemico”
Il sangue scorre all’interno dei vasi
corporei fino a giungere ai capillari
periferici, dove avvengono gli scambi
gassosi tra il sangue e i tessuti
Il sangue libera O2 e assorbe CO2
Successivamente il sangue legato al
biossido di carbonio torna alle cavità
destre del cuore da dove viene inviato
al circolo polmonare
IL SANGUE
Plasma (parte liquida)
Parte corpuscolata
-> Globuli rossi (veicolano ossigeno)
->Globuli bianchi mediano le difese
immunitarie)
->Piastrine (contribuiscono al processo di
coagulazione)
-> Ematocrito (rapporto tra parte liquida e
parte corpuscolata , è circa il 40% nelle
persone normali)
PRESSIONE ARTERIOSA
Sistolica (il valore più alto,
corrisponde alla pressione al
momento della contrazione
ventricolare sinistra)
Diastolica (il valore più basso,
corrisponde alla pressione al momento
della diastole ventricolare sinistra)
Ipertensione (quando i valori
pressori sono superiori a 140/80
mmHg)
APPARATO RESPIRATORIO
LA RESPIRAZIONE
Ventilazione polmonare (scambi di gas
tra i polmoni e l’atmosfera)
La diffusione (scambi di gas tra
l’atmosfera e il sangue attraverso i capillari
alveolari)
Il trasporto (l’ossigeno legato ai globuli
rossi viene portato ai tessuti)
La respirazione cellulare (l’ossigeno
viene metabolizzato a livello dei tessuti che
in cambio liberano anidride carbonica)
MECCANICA
RESPIRATORIA
Inspirazione
->Diaframma
->Intercostali esterni
Espirazione
->Addominali
->Intercostali interni
Inspirazione + Espirazione =
ATTO RESPIRATORIO
LA RESPIRAZIONE
Volumi e capacità che descrivono la
ventilazione
La ventilazione si caratterizza per volumi e
capacità
Volume corrente – Volume di aria
inspirato ed espirato durante la normale
respirazione
Volume inspiratorio di riserva –
Volume di aria che può essere
ulteriormente introdotto dopo una normale
inspirazione
Volume espiratorio di riserva –
Volume di aria che può essere
ulteriormente espirato dopo una normale
espirazione
Volume residuo – Volume rimanente nei polmoni
dopo l'espirazione massima
Capacità vitale – Volume che può essere espirato
dopo un'inspirazione forzata (la somma di 1, 2 e 3)
Capacità inspiratoria – Volume che può essere
inspirato dopo un'espirazione normale (la somma
di 1 e 2)
Capacità funzionale residua – Volume di aria
rimanente nei polmoni al termine di un'espirazione
normale (la somma di 3 e 4)
Capacità polmonare totale – Volume massimo
che può essere contenuto nei polmoni dopo
un'inspirazione forzata (la somma di 1, 2, 3 e 4)
SISTEMA NERVOSO
IL NEURONE
-Soma (il corpo
della cellula che
contiene il nucleo)
-Assone o Neurite
(il prolungamento
del neurone, forma
le fibre nervose,
l’impulso nervoso
corre dal soma alla
periferia)
-Dendriti
(prolungamenti più
brevi, l’impulso
nervoso corre dalla
periferia al soma)
LE FIBRE NERVOSE
-Le fibre nervose si
riuniscono in fasci di
maggiori dimensioni
detti Nervi
-Le fibre possono avere
una copertura da parte
di una membrana
proteica detta Mielina,
o non averla (c.d. fibre
amieliniche)
-Nelle fibre mieliniche
la conduzione
dell’impulso elettrico
avviene più
rapidamente
-Sistema nervoso centrale ( SNC)
- Encefalo
-Midollo spinale
-Sistema Nervoso Periferico (SNP)
-Nervi cranici
-Nervi spinali
L’ ENCEFALO
- Cervello
-Diencefalo
-Talamo
-Ipotalamo
-Ipofisi
-Epifisi
- Cervelletto
- Tronco encefalico
-Mesencefalo
-Ponte
-Midollo allungato
IL CERVELLO
Due emisferi
Corpo calloso
4 lobi per emisfero
-> Frontale
-> Temporale
-> Parietale
-> Occipitale
IL DIENCEFALO
L’ipotalamo (responsabile di
importanti funzioni viscerali, quali il
controllo delle secrezioni ormonali, di
varie ghiandole endocrine)
Il talamo (centro di raccolta e
integrazione di tutti i sistemi
sensoriali)
IL CERVELLETTO
Il suo volume è circa 1/10 di
quello del cervello
Coordinazione dei movimenti
Postura
Equilibrio
IL TRONCO ENCEFALICO
Bulbo o Midollo allungato
(respirazione, sonno, frequenza
cardiaca, pressione arteriosa)
Ponte (vie piramidali)
Mesencefalo (regolazione delle
attività involontarie)
IL MIDOLLO SPINALE
31 segmenti (metameri)
2 coppie di radici per ogni metamero
Sostanza bianca (esterna)
Sostanza grigia (interna, a forma di H)
-> Corna anteriori motorie
-> Corna posteriori sensitive
SISTEMA NERVOSO
PERIFERICO
S. nerv. somatico (nervi encefalici e
spinali: agisce sui muscoli volontari
scheletrici)
S. nerv. Autonomo o
neurovegetativo
-> Ortosimpatico (principalmente inibitorio)
-> Parasimpatico (principalmente eccitatorio)
-> Enterico
SISTEMA NERVOSO E
MOVIMENTO
La trasmissione dell’impulso nervoso
(potenziale d’azione) da una cellula
all’altra avviene tramite una struttura
anatomica che mette in relazione il
neurone della cellula a monte con uno
o più dendriti di una o più cellule a
valle, detta sinapsi
Giunto al muscolo l’impulso viene
trasmesso tramite un
neurotrasmettitore (acetilcolina) in
una struttura.
CENNI DI EDUCAZIONE
ALIMENTARE
ALIMENTI E NUTRIENTI
Vengono dette Alimenti tutte le sostanze
che il nostro organismo può utilizzare per
l’accrescimento, il funzionamento e il
mantenimento delle proprie strutture.
Ogni alimento è costituito da più Nutrienti;
dalle combinazioni dei vari nutrienti
derivano le caratteristiche proprie di ogni
alimento.
NUTRIENTI
MACRONUTRIENTI
MICRONUTRIENTI
-Zuccheri
-Sali Minerali
-Proteine
-Vitamine
-Grassi
-Acqua
COMPOSIZIONE IN % CORPO UMANO
TRAUMI
ACUTI: la lesione si verifica a causa di un
unico evento violento o ad una
concomitanza di eventi poco distanti nel
tempo l’uno dall’altro
CRONICI: la lesione si verifica a causa
della ripetizione di microeventi scarsamente
traumatici lungo un lasso di tempo
prolungato, e la cui azione si somma
MAGGIORI: si verifica una grave
compromissione di uno o più organi, nei
casi più gravi possono comportare pericolo
per la vita del paziente; la gestione è
esclusivamente medica
MINORI: si verifica una transitoria
impotenza funzionale di un arto o di
un’articolazione, senza che di questi si
verifichi una grave compromissione
SINTOMI
LOCALI
DOLORE
TUMEFAZIONE
COMPARSA DI EMATOMI
ALTRO
● GENERALI
perdita di coscienza
Disorientamento spazio-temporale
Midriasi e/o miosi
Nausea e vomito
COME CI SI PONE
Osservare attentamente la situazione
→ pallore cutaneo
→ respiro
→ polso
● Valutare lo stato di coscienza del
traumatizzato
→ orientamento spazio temporale
→ capacità di rispondere agli stimoli
→ capacità motoria
● In caso di dubbio di trauma maggiore
(sintomi generali) avvertire subito la
struttura sanitaria
● 113: Polizia di Stato
● 118: emergenza sanitaria
LESIONI TRAUMATICHE
ACUTE
Muscolari
Tendinee
Capsulo-legamentose
Ossee
LESIONI MUSCOLARI
• Senza lesione anatomica
→ crampo
→ miofascite
→ contrattura
• Con lesione anatomica
→ Causa entrinseca
→ Causa intrinseca
CRAMPO
Contrazione intensa, brusca,
involontaria, parossistica, dolorosa,
transitoria che si accompagna a
postura segmentaria incontrollabile.
Da sforzo
A riposo
Stretching
Massoterapia
MIOFASCITE
Sintomatologia dolorosa che si
manifesta 12-24 ore dopo l’attività
sportiva, dovuta all’accumulo di acido
lattico.
Vengono coinvolti diversi gruppi
muscolari
Idromassaggio
Massoterapia
CONTRATTURA
Contrazione involontaria, incosciente,
dolorosa, permanente localizzata ad
un muscolo
Da sovrallenamento
Di difesa
Miorilassanti
Antidolorifici
Fisioterapia anche strumentale
LESIONI MUSCOLARI CON
LESIONE ANATOMICA
Elongazione
Distrazione
Strappo
ELONGAZIONE
Dolore improvviso ma non localizzato
Assenza di vallo
Prognosi 10 gg.
Terapia: riposo, bendaggio elastico,
miorilassanti, massoterapia, stretching
DISTRAZIONE
Dolore improvviso localizzato
Vallo palpabile
Prognosi 20-30 gg.
Terapia: riposo, crioterapia, bendaggio
elastico, scarico per 15 giorni,
miorilassanti, massoterapia, stretching
ROTTURA
● Dolore improvviso localizzato
● Vallo
visibile
● Impotenza
● Prognosi:
● Terapia:
funzionale
90 gg.
riposo, bendaggio rigido 20 gg.,
miorilassanti, eventuale intervento
chirurgico, massoterapia.
LESIONI MUSCOLARI CON
LESIONI ANATOMICA
Da causa entrinseca:
Contusione
COMPLICANZE
Retrazione fibrosa
Incarceramento di rami nervosi
Pseudocisti muscolari
Metaplasia ossea
PATOLOGIA TENDINEA
(Class. Di Lanzetta)
Tendinopatie inserzionali
(microrotture tendineo-periostee
senza reazione vascolare)
Tendinosi
Tendiniti
PATOLOGIA TENDINEA
(Class. Di Blanzina)
Stadio 1: dolore dopo lo sport
Stadio 2: dolore permanente che riduce l’attività
Stadio3: dolore che impone l’arresto dell’attività
Stadio 4: rottura del tendine
ROTTURE TENDINEE
T. achilleo
T. del capo lungo del bicipite
T. rotuleo
Cuffia dei rotatori
LESIONI CAPSULOLEGAMENTOSE
Possono coinvolgere tutte le
articolazioni
Frequenti in:
→ spalla
→ ginocchio
→ caviglia
●Acute
→ contusione
→ distorsione
→ sublussazione e lussazione
● Croniche artrosi
LESIONI CAPSULOLEGAMENTOSE
Il sistema capsulo-legamentoso che
contiene le articolazioni maggiori è
composto da multipli legamenti
Questi legamenti possono lesionarsi
anche in presenza di traumi che
comportino una perdita della
continuità dei capi articolari
Tali lesioni causano comunque un
deterioramento della funzionalità
articolare
Diagnosticare una lesione capsulolegamentosa è estremamente
importante, specie a carico di
un'articolazione maggiore.
Lesioni trascurate possono residuare in
un'instabilità articolare (tendenza alla
recidiva con traumi ingravescenti e
progressiva riduzione della
funzionalità).
Il carico articolare abnorme dovuto alle
lesioni trascurate può portare
precocemente all'artrosi.
Quando la lesione traumatica è grave
da provocare la perdita della continuità
articolare e il disassamento delle due
limitanti articolari contrapposte si ha il
quadro della LUSSAZIONE
La lussazione va trattata il prima
possibile da parte del personale
sanitario addestrato
E' assolutamente sconsigliabile
“rimettere a posto” la lussazione se non
si sa bene quael che si fa.
ARTROSI
Caratterizzata dala distruzione della
cartilagine articolare che conduce a
dolore, deformità e limitazione della
funzionalità dell'articolazione stessa
•
E' la manifestazione comune di un
gruppo di affezioni simili aventi
causa differente.
► dolore articolare spontaneo o
provocato
► tumefazione articolare e/o ossea
► impaccio dopo esercizio fisico
► rigidità mattutina
► infiammazione
► impegno muscolare e/o astenia
•
► ridotto range del movimento e/o della
funzionalità
► crepitii /scrosci articolari
► aumento del calore e/o versamento
articolare
► deformazione e/o instabilità
•
la gravità del dolore varia tra i
diversi pazienti e nello stesso
individuo nel corso del tempo.
HA ORIGINE MULTIFATTORIALE:
•
Fattori biomeccanici
•
Metabolici
•
Endocrini
•
Infiammatori
L'importanza di queste cause può essere
modificata per effetto dell' ETA',
SESSO, IMPRONTA GENETICA
DANNO FUNZIONALE
•
•
•
•
Ridotta mobilità
Difficoltà nell'esecuzione delle
attività quotidiane
Isolamento sociale
Depressione
INVALIDITA'
PREVENZIONE
•
•
•
•
Evitare il sovrappeso
Eseguire regolarmente esercizi fisici
Indossare calzature adeguate,
particolarmente le calzature sportive
Evitare traumi e/o attività stressanti
ripetitive
FRATTURE
•
Si ha la frattura quando, a causa
dell'evento traumatico, si verifica
una “soluzione di continuità” della
struttura ossea
Incidenti (stradali,
•
sportivi,lavorativi)
Cadute accidentali
•
FATTORI PREDISPONENTI
► Cisti ossee
► Tumori ossei (benigni e maligni)
► Osteoporosi (età avanzata,
avitaminosi ed altre patologie)
•
Chiuse
•
Esposte (quando a causa del
trauma uno o più dei monconi di
frattura lacerano i tessuti e
attraverso la ferita vengono esposti
all'aria)
•
Fratture-lussazioni (quando a causa
del trauma non solo si verifica la
soluzione di continuo del tessuto
osseo, ma questa si associa con la
perdita di continuità di
un'articolazione adiacente; è
frequente nell'anca e nella spalla)
TRATTAMENTO
•
•
•
Riduzione (riallineamento dei
monconi)
Immobilizzazione (tramite gesso,
viti o altri tutori)
Recupero funzionale (articolarità,
mobilità, tono trofismo. Forza
muscolare, recupero sportivo)
GUARIGIONE DELLE FRATTURE
•
•
•
•
Organizzazione dell'ematoma
Callo provvisorio
Callo definitivo
Rimodellamento del callo
SEGNI CLINICI
•
•
•
•
•
•
•
•
Dolore spontaneo provocato
Tumefazione della parte
Limitazione ed impotenza
funzionale
Ecchimosi, abrasioni, escoriazioni
Eventuale deformità
MECCANISMO TRAUMATICO
Diretto
Indiretto
Da avulsione
CONTUSIONE
Lesione traumatica provocata da
urto diretto, generalmente senza
lesione dei tessuti superficiali
- ecchimosi
- ematoma muscolare
- emartro (versamento emorragico
all'interno di una cavità articolare)
•
Immediata applicazione di ghiaccio
per provocare vasocostrizione
•
Riposo
•
Applicazione di pomate apariniche
dopo 3-4 giorni per facilitare il
riassorbimento dell'ematoma
•
FERITA
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Punta (sanguina poco ma si infetta
facilmente)
Taglio (margini netti, spesso
profonda, pericolo per vasi, nervi e
tendini)
Lacero contusa (margini irregolari,
spesso ecchimotici)
Escoriazione (lesione dei tessuti
cutanei, non grave)
Pulire la ferita con soluzione
fisiologica sterile
Disinfettare i tessuti circostanti
Se il sanguinamento è abbondante
applicare una medicazione
compressiva
Coprire con garza
Portare al PS per antitetanica
PERDITA DEI SENSI
•
•
Dovuta a un calo di pressione
arteriosa (caldo, emozione ecc.) che
provoca un ridotto apporto di
sangue al cervello
Può avvenire gradualmente
(capogiro, pallore cutaneo, perdita
momentanea della vista, sudorazione,
confusione) e viene detta
•
LIPOTIMIA , oppure improvvisa
perdita di coscienza con brusca
caduta a terra (svenimento)
Porre il paziente in posizione
antishock (decubito supino con la testa
appoggiata a terra e le gambe sollevate
di 30-40° in modo che i piedi si trovino
a una quota superiore rispetto a quella
della testa) per favorire il ritorno
•
venoso e la riossigenazione cerebrale
Mantenere la posizioneper alcuni
minuti anche dopo il ritorno della
ARRESTO CARDIACO
•
•
L'intervento deve essere immediato
Se si è soli, la prima cosa da fare
dopo avere valutato il paziente è
chiamare immediatamente
soccorso (118) mantenendo la
calma e fornendo ai soccorritori
tutte le informazioni riguardanti
la condizione del paziente e il
luogo in cui ci si trova, per
favorire l'arrivo il più rapido
possibile.
•
•
•
•
Perdita di coscienza
Mancanza di risposta agli stimoli
Polso non palpabile
Respiro assente
RESPIRAZIONE
ARTIFICIALE
•
•
•
•
Bocca-Bocca
Bocca-Naso (se l'infortunato
presenta ferite attorno alla bocca)
Bocca-Bocca-Naso (da adulto a
bambino)
Con maschera respiratoria (dovrebbe
essere presente in tutte le palestre)
•
•
•
Ci si pone a lato dell'infortunato
Appoggiando una mano sulla fronte
si iperestende la testa
Con la mano opposta si liberano le vie
aeree (apparecchi ortodontici, protesi
dentarie, caramelle)
•
Tenendo la testa iperestesa con una
mano si tappa il naso e con l'altra si
tiene aperta la bocca appoggiandola
sul mento
•
•
•
•
Si inspira profondamente
Si appoggia la bocca a quella
dell'infortunato e si insuffla con
forza l'aria guardando in direzione
del torace dell'infortunato, per
verificare che il torace si espanda
Successivamente si stacca la bocca
per permettere lìespirazione
Si ripete la manovra
MASSAGGIO CARDIACO
•
•
•
•
•
•
•
Porre il paziente su un piano rigido
Scoprire il torace
Porre la mano all'incirca due dita al
di sopra della parte inferiore dello
sterno, appoggiando il palmo
Appoggiare l'altra mano sopra la
prima
Comprimere con forza il torace per
15 volte e ventilare 2 volte
La forza si deve scaricare dalle
spalle sui palmi delle mani
atteraverso le braccia tese
Dopo ogni compressione bisogna
permettere al torace di riespandersi
senza mai staccare le mani
dallo sterno
DOPING
● Uso di sostanze o metodi che sono
nocivi alla salute e/o possono
migliorare la prestazione fisica:
doping è anche la presenza di sostanze
proibite nel corpo di uno sportivo o la
conferma del loro uso di metodi
proibiti.
(Movimento olimpico – Codice
antidoping 1° gennaio 2000)
• Indica l’uso di farmaci o di sostanze
farmacologicamente attive, non
giustificato da esigenze di malattia
• E’ un atto sportivo illecito:
- vantaggio acquisito slealmente
- porta a danni organici rilevanti
• La mentalità del doping è molto
diffusa tra atleti, allenatori, sostenitori
nello sport professionistico, dove
l’atleta viene visto non come un essere
umano ma come un investimento che
deve fruttare
• La sua diffusione aumenta in modo
preoccupante anche tra gli atleti più
giovani.
SOSTANZE VIETATE
•
•
•
•
•
Stimolanti
Narcotici e analgesici
Steroidi anabolizzanti
Diuretici
Ormoni
STIMOLANTI
• Aumento della concentrazione e
dell’attenzione
• Riduzione della sensazione di fatica
• Aumento dell’aggressività
• Disturbi cardiovascolari
• Disturbi neurologici
• Disturbi psichiatrici
NARCOTICI E ANALGESICI
Azione calmante e rilassante sul SNC
Aumento della resistenza al dolore
Euforia
Assuefazione e dipendenza
Diminuzione della capacità di
concentrazione
• Disturbi respiratori, gastrointestinali,
vertigini, sonnolenza
•
•
•
•
•
STEROIDI
ANABOLIZZANTI
• Aumento della massa muscolare
• Aumento dell’aggressività
• Massimizzazione del consumo di
ossigeno
• Sterilità
• Virilizzazione delle donne
• Tumori (fegato, testicoli)
• Rotture tendinee
• Disturbi psichiatrici
• Rischio cardiovascolare
DIURETICI
•
•
•
•
•
Perdita di peso rapida
Mascheramento di altre sostanze
Disidratazione
Insufficienza renale
Aritmie cardiache
ORMONI
• GH (Growing Hormone, Ormone
della crescita):
- E’ l’ormone responsabile
dell’accrescimento delle ossa; agevola il
trasporto di amminoacidi nei tessuti;
aumenta il numero di globuli rossi;
ottimizza la funzionalità cardiaca
• EPO (Eritropoietina)
- Aumento del trasporto di ossigeno;
massimizzazione del consumo di ossigeno;
Ipertensione arteriosa; infarto del
miocardio; ictus cerebri
• ACTH (Ormone
AdrenoCorticoTropo)
- aumento transitorio del GH circolante
con conseguente azione anabolizzante;
ipertensione; iperglicemia; disturbi della
fertilità
PRATICHE VIETATE
• Doping ematico
- aumento della quota di globuli rossi;
effetti simili all’EPO; ipertensione
arteriosa; infarto del miocardio; ictus
cerebri
• Somministrazione di
trasportatori artificiali di
ossigeno o di sostituti del
plasma
• Manipolazioni famacologiche
e/o chimiche
SOSTANZE VIETATE IN
DETERMINATE
CONDIZIONI:
alcol
cannabinoidi
Anestetici locali
Corticosteroidi
betabloccanti
MEDICINA DELLO SPORT
FINE LEZIONE
GRAZIE PER
L’ATTENZIONE
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