Corso insegnanti ADO/UISP
Dr. Gian Luca Calanchi
Le arti marziali nascono come disciplina per
preparare i guerrieri a un combattimento rapido,
efficace e possibilmente mortale.
Da ciò deriva che nella pratica delle arti marziali gli
infortuni sono sempre in agguato.
Una conoscenza di base dei principi dell’anatomia e
della fisiologia del movimento aiuta a minimizzare il
rischio di incidenti.
ANATOMIA
Apparato Scheletrico
Cranio (neurocranio e splancnocranio
Tronco (colonna vertebrale, bacino, coste,
sterno)
Arti (inferiori e superiori)
CLASSIFICAZIONE DELLE OSSA
● Ossa lunghe (omero, femore, tibia, ulna, radio, ecc.)
● Ossa brevi (vertebre, ossa del carpo, ossa del tarso, ecc.)
● Ossa piatte (osso frontale, osso zigomatico, osso parietale,
ossa nasali, ecc.)
OSSA LUNGHE
▪ Diafisi
▪ Epifisi
* Superfici articolari  cartilagine
▪ Osso compatto
▪ Osso spongioso
▪ Periostio
▪ Midollo osseo
CARATTERISTICA DELLE OSSA
▪ Componenti inorganiche (matrice calcificata)
- rigidità durezza
▪ Componenti organiche (tessuto osseo non calcificato,
cartilagine)
- elasticità
- flessibilità
- resistenza alla trazione
▪ Le ossa dei bambini sono più ricche di cartilagine
▪ Da ciò deriva che sono più resistenti ai danni da
trazione, più elastiche
▪ Ma si rompono lo stesso, spesso in maniera più
subdola rispetto ad un osso adulto
▪ Inoltre si possono deformare più facilmente,
deformazioni che poi si stabilizzano nell’adulto
▪ Un osso deforme può essere sottoposto a un carico
abnorme da cui possono derivare patologie (artrosi ecc.)
IL CRANIO
▪ Neurocranio (contiene cervello, cervelletto e midollo
allungato)
▪ Splancnocranio (tutte le strutture ossee che
compongono lo scheletro facciale)
LA COLONNA VERTEBRALE
7 vertebre cervicali
12 vertebre toraciche
o dorsali
5 vertebre lombari
5 vertebre sacrali
(fuse nel sacro)
2-3 vertebre coccigee
IL TORACE
 Coste
 Sterno
ARTI SUPERIORI
 Coste
 Sterno
 Spalla
 Clavicola
 Scapola
 Omero
 Ulna
 Radio
 Carpo
 Metacarpo
 Falangi
ARTI INFERIORI
 Bacino
 Ileo
 Ischio
 Pube
 Femore
 Tibia
 Perone
 Tarso
 Metatarso
 Falangi
ARTICOLAZIONI
 Fisse – Semi mobili – Mobili
Articolazioni mobili:
1) Potenza – Fulcro – Resistenza
2) Potenza – Resistenza – Fulcro
3) Fulcro – Potenza - Resistenza
ANATOMIA
APPARATO MUSCOLARE
Muscoli striati (scheletrici, volontari)
Muscoli lisci (viscerali, involontari)
Muscolo cardiaco (striato. Involontario)
FIBRA MUSCOLARE
 Sarcolemma (la membrana cellulare)
 Sarcoplasma (la parte liquida endocellulare)
 Miofibrille (actina – miosina  concentrazione
 Fibre rosse (tipo I, lente)
 Fibre bianche (tipo II, veloci)
- A concentrazione rapida resistenti alla fatica
- A concentrazione rapida molto affaticabili
- A concentrazione rapida
MUSCOLI SCHELETRICI
 Più fibre muscolari riunite formano il
fascio muscolare
 Il tessuto connettivo che le riveste alle
estremità si organizza in strutture dette
tendini che collegano i fasci muscolari ai
capi di inserzione ossei
- Antagonisti (fasci muscolari le cui azioni si
contrastano reciprocamente)
- Sinergici (fasci muscolari che lavorano insieme per
realizzare un’azione, e il cui risultato è maggiore della
somma delle azioni dei muscoli singoli)
IL TONO MUSCOLARE
 A riposo, i muscoli nel vivente non sono mai
completamente rilassati; esiste una minima attività
nel fascio muscolare a riposo, detta tono
muscolare che è quell’attività che contribuisce al
mantenimento della postura.
 Da un punto di vista finalistico potremmo definire il
tono muscolare come quell’attività minima che
permette di contrastare la forza di gravità senza
affaticarsi.
LA CONTRAZIONE MUSCOLARE
- Isometrica ( il muscolo mantiene la stessa
lunghezza, aumenta il suo tono)
- Isotonica ( il muscolo varia la sua lunghezza,
mantenendo invariato il tono)
LA GRADUAZIONE DELLA
FORZA
- Reclutamento spaziale: maggiore è l’intensità
dello stimolo, maggiore è il numero delle fibre che
rispondono
- Reclutamento temporale : più lunga è la durata
nel tempo dello stimolo, maggiore è l’intensità della
risposta da parte delle fibre stimolate
MUSCOLI
APPARATO
CARDIOVASCOLARE
Sistema Arterioso
Sistema Venoso
Cuore
IL CICLO CARDIACO
 Diastole atriale
 Sistole atriale
 Diastole ventricolare
 Sistole ventricolare
 Diastole: il momento di massima distensione
 Sistole: il momento di massima concentrazione
LE VALVOLE CARDIACHE
● Tricuspide (tra atrio e ventricolo dx)
● Mitrale (tra atrio e ventricolo sx)
● Polmonare (tra ventricolo dx e art. polmonare)
● Aortica (tra ventricolo sx e aorta)
- E’ il movimento di apertura e chiusura delle
valvole che causa il battito cardiaco.
PARAMETRI CARDIACI
 Frequenza cardiaca (n° di battiti al
minuto)
 Gittata sistolica (il volume di sangue
spinto in avanti da una singola
contrazione ventricolare)
 Portata cardiaca (gittata sistolica x
frequenza cardiaca)
APPARATO
CARDIOVASCOLARE
 Cuore (una pompa che mette in
circolo un liquido)
 Sangue (il liquido messo in circolo
dalla pompa)
 Vasi (l’apparato attraverso cui viene
messo in circolo il sangue)
IL PICCOLO CIRCOLO
 Detto anche “circolo funzionale”
 Il sangue scorre all’interno dei polmoni
fino a giungere ai capillari degli
alveoli polmonari, dove avvengono gli
scambi gassosi tra il sangue e l’aria
all’interno degli alveoli stessi (che è
l’aria atmosferica)
 Il sangue libera CO2 e assorbe O2
 Successivamente , il sangue
riossigenato viene spinto alle cavità
cardiache di sinistra da dove viene
diretto ai vari organi.
IL GRANDE CIRCOLO
 Detto anche “circolo sistemico”
 Il sangue scorre all’interno dei vasi
corporei fino a giungere ai capillari
periferici, dove avvengono gli scambi
gassosi tra il sangue e i tessuti
 Il sangue libera O2 e assorbe CO2
 Successivamente il sangue legato al
biossido di carbonio torna alle cavità
destre del cuore da dove viene inviato
al circolo polmonare
IL SANGUE
 Plasma (parte liquida)
 Parte corpuscolata
-> Globuli rossi (veicolano ossigeno)
->Globuli bianchi mediano le difese
immunitarie)
->Piastrine (contribuiscono al processo di
coagulazione)
-> Ematocrito (rapporto tra parte liquida e
parte corpuscolata , è circa il 40% nelle
persone normali)
PRESSIONE ARTERIOSA
 Sistolica (il valore più alto,
corrisponde alla pressione al
momento della contrazione
ventricolare sinistra)
 Diastolica (il valore più basso,
corrisponde alla pressione al momento
della diastole ventricolare sinistra)
 Ipertensione (quando i valori
pressori sono superiori a 140/80
mmHg)
APPARATO RESPIRATORIO
LA RESPIRAZIONE
 Ventilazione polmonare (scambi di gas
tra i polmoni e l’atmosfera)
 La diffusione (scambi di gas tra
l’atmosfera e il sangue attraverso i capillari
alveolari)
 Il trasporto (l’ossigeno legato ai globuli
rossi viene portato ai tessuti)
 La respirazione cellulare (l’ossigeno
viene metabolizzato a livello dei tessuti che
in cambio liberano anidride carbonica)
MECCANICA
RESPIRATORIA
 Inspirazione
->Diaframma
->Intercostali esterni
 Espirazione
->Addominali
->Intercostali interni
Inspirazione + Espirazione =
ATTO RESPIRATORIO
LA RESPIRAZIONE
 Volumi e capacità che descrivono la




ventilazione
La ventilazione si caratterizza per volumi e
capacità
Volume corrente – Volume di aria
inspirato ed espirato durante la normale
respirazione
Volume inspiratorio di riserva –
Volume di aria che può essere
ulteriormente introdotto dopo una normale
inspirazione
Volume espiratorio di riserva –
Volume di aria che può essere
ulteriormente espirato dopo una normale
espirazione
Volume residuo – Volume rimanente nei polmoni
dopo l'espirazione massima
Capacità vitale – Volume che può essere espirato
dopo un'inspirazione forzata (la somma di 1, 2 e 3)
Capacità inspiratoria – Volume che può essere
inspirato dopo un'espirazione normale (la somma
di 1 e 2)
Capacità funzionale residua – Volume di aria
rimanente nei polmoni al termine di un'espirazione
normale (la somma di 3 e 4)
Capacità polmonare totale – Volume massimo
che può essere contenuto nei polmoni dopo
un'inspirazione forzata (la somma di 1, 2, 3 e 4)
SISTEMA NERVOSO
IL NEURONE
-Soma (il corpo
della cellula che
contiene il nucleo)
-Assone o Neurite
(il prolungamento
del neurone, forma
le fibre nervose,
l’impulso nervoso
corre dal soma alla
periferia)
-Dendriti
(prolungamenti più
brevi, l’impulso
nervoso corre dalla
periferia al soma)
LE FIBRE NERVOSE
-Le fibre nervose si
riuniscono in fasci di
maggiori dimensioni
detti Nervi
-Le fibre possono avere
una copertura da parte
di una membrana
proteica detta Mielina,
o non averla (c.d. fibre
amieliniche)
-Nelle fibre mieliniche
la conduzione
dell’impulso elettrico
avviene più
rapidamente
-Sistema nervoso centrale ( SNC)
- Encefalo
-Midollo spinale
-Sistema Nervoso Periferico (SNP)
-Nervi cranici
-Nervi spinali
L’ ENCEFALO
- Cervello
-Diencefalo
-Talamo
-Ipotalamo
-Ipofisi
-Epifisi
- Cervelletto
- Tronco encefalico
-Mesencefalo
-Ponte
-Midollo allungato
IL CERVELLO
 Due emisferi
 Corpo calloso
 4 lobi per emisfero
-> Frontale
-> Temporale
-> Parietale
-> Occipitale
IL DIENCEFALO
 L’ipotalamo (responsabile di
importanti funzioni viscerali, quali il
controllo delle secrezioni ormonali, di
varie ghiandole endocrine)
 Il talamo (centro di raccolta e
integrazione di tutti i sistemi
sensoriali)
IL CERVELLETTO
 Il suo volume è circa 1/10 di
quello del cervello
 Coordinazione dei movimenti
 Postura
 Equilibrio
IL TRONCO ENCEFALICO
 Bulbo o Midollo allungato
(respirazione, sonno, frequenza
cardiaca, pressione arteriosa)
 Ponte (vie piramidali)
 Mesencefalo (regolazione delle
attività involontarie)
IL MIDOLLO SPINALE
 31 segmenti (metameri)
 2 coppie di radici per ogni metamero
 Sostanza bianca (esterna)
 Sostanza grigia (interna, a forma di H)
-> Corna anteriori motorie
-> Corna posteriori sensitive
SISTEMA NERVOSO
PERIFERICO
 S. nerv. somatico (nervi encefalici e
spinali: agisce sui muscoli volontari
scheletrici)
 S. nerv. Autonomo o
neurovegetativo
-> Ortosimpatico (principalmente inibitorio)
-> Parasimpatico (principalmente eccitatorio)
-> Enterico
SISTEMA NERVOSO E
MOVIMENTO
 La trasmissione dell’impulso nervoso
(potenziale d’azione) da una cellula
all’altra avviene tramite una struttura
anatomica che mette in relazione il
neurone della cellula a monte con uno
o più dendriti di una o più cellule a
valle, detta sinapsi
 Giunto al muscolo l’impulso viene
trasmesso tramite un
neurotrasmettitore (acetilcolina) in
una struttura.
CENNI DI EDUCAZIONE
ALIMENTARE
ALIMENTI E NUTRIENTI
 Vengono dette Alimenti tutte le sostanze
che il nostro organismo può utilizzare per
l’accrescimento, il funzionamento e il
mantenimento delle proprie strutture.
 Ogni alimento è costituito da più Nutrienti;
dalle combinazioni dei vari nutrienti
derivano le caratteristiche proprie di ogni
alimento.
NUTRIENTI
MACRONUTRIENTI
MICRONUTRIENTI
-Zuccheri
-Sali Minerali
-Proteine
-Vitamine
-Grassi
-Acqua
COMPOSIZIONE IN % CORPO UMANO
TRAUMI
 ACUTI: la lesione si verifica a causa di un
unico evento violento o ad una
concomitanza di eventi poco distanti nel
tempo l’uno dall’altro
 CRONICI: la lesione si verifica a causa
della ripetizione di microeventi scarsamente
traumatici lungo un lasso di tempo
prolungato, e la cui azione si somma
 MAGGIORI: si verifica una grave
compromissione di uno o più organi, nei
casi più gravi possono comportare pericolo
per la vita del paziente; la gestione è
esclusivamente medica
 MINORI: si verifica una transitoria
impotenza funzionale di un arto o di
un’articolazione, senza che di questi si
verifichi una grave compromissione
SINTOMI
 LOCALI
 DOLORE
 TUMEFAZIONE
 COMPARSA DI EMATOMI
 ALTRO
● GENERALI
 perdita di coscienza
 Disorientamento spazio-temporale
 Midriasi e/o miosi
 Nausea e vomito
COME CI SI PONE
 Osservare attentamente la situazione
→ pallore cutaneo
→ respiro
→ polso
● Valutare lo stato di coscienza del
traumatizzato
→ orientamento spazio temporale
→ capacità di rispondere agli stimoli
→ capacità motoria
● In caso di dubbio di trauma maggiore
(sintomi generali) avvertire subito la
struttura sanitaria
● 113: Polizia di Stato
● 118: emergenza sanitaria
LESIONI TRAUMATICHE
ACUTE
 Muscolari
 Tendinee
 Capsulo-legamentose
 Ossee
LESIONI MUSCOLARI
• Senza lesione anatomica
→ crampo
→ miofascite
→ contrattura
• Con lesione anatomica
→ Causa entrinseca
→ Causa intrinseca
CRAMPO
 Contrazione intensa, brusca,
involontaria, parossistica, dolorosa,
transitoria che si accompagna a
postura segmentaria incontrollabile.
 Da sforzo
 A riposo
 Stretching
 Massoterapia
MIOFASCITE
 Sintomatologia dolorosa che si
manifesta 12-24 ore dopo l’attività
sportiva, dovuta all’accumulo di acido
lattico.
 Vengono coinvolti diversi gruppi
muscolari
 Idromassaggio
 Massoterapia
CONTRATTURA
 Contrazione involontaria, incosciente,
dolorosa, permanente localizzata ad
un muscolo
 Da sovrallenamento
 Di difesa
 Miorilassanti
 Antidolorifici
 Fisioterapia anche strumentale
LESIONI MUSCOLARI CON
LESIONE ANATOMICA
 Elongazione
 Distrazione
 Strappo
 ELONGAZIONE
 Dolore improvviso ma non localizzato
 Assenza di vallo
 Prognosi 10 gg.
 Terapia: riposo, bendaggio elastico,
miorilassanti, massoterapia, stretching
 DISTRAZIONE
 Dolore improvviso localizzato
 Vallo palpabile
 Prognosi 20-30 gg.
 Terapia: riposo, crioterapia, bendaggio
elastico, scarico per 15 giorni,
miorilassanti, massoterapia, stretching
ROTTURA
● Dolore improvviso localizzato
● Vallo
visibile
● Impotenza
● Prognosi:
● Terapia:
funzionale
90 gg.
riposo, bendaggio rigido 20 gg.,
miorilassanti, eventuale intervento
chirurgico, massoterapia.
LESIONI MUSCOLARI CON
LESIONI ANATOMICA
Da causa entrinseca:
 Contusione
 COMPLICANZE
 Retrazione fibrosa
 Incarceramento di rami nervosi
 Pseudocisti muscolari
 Metaplasia ossea
PATOLOGIA TENDINEA
(Class. Di Lanzetta)
 Tendinopatie inserzionali
(microrotture tendineo-periostee
senza reazione vascolare)
 Tendinosi
 Tendiniti
 PATOLOGIA TENDINEA
(Class. Di Blanzina)
 Stadio 1: dolore dopo lo sport
 Stadio 2: dolore permanente che riduce l’attività
 Stadio3: dolore che impone l’arresto dell’attività
 Stadio 4: rottura del tendine
ROTTURE TENDINEE
 T. achilleo
 T. del capo lungo del bicipite
 T. rotuleo
 Cuffia dei rotatori
LESIONI CAPSULOLEGAMENTOSE
 Possono coinvolgere tutte le
articolazioni
 Frequenti in:
→ spalla
→ ginocchio
→ caviglia
●Acute
→ contusione
→ distorsione
→ sublussazione e lussazione
● Croniche artrosi
LESIONI CAPSULOLEGAMENTOSE
 Il sistema capsulo-legamentoso
che contiene le articolazioni
maggiori è composto da multipli
legamenti
 Questi legamenti possono
lesionarsi anche in presenza di
traumi che comportino una
perdita della continuità dei capi
articolari
 Tali lesioni causano comunque
un deterioramento della
funzionalità articolare
 Diagnosticare una lesione
capsulo-legamentosa è
 Lesioni trascurate possono
residuare in un'instabilità
articolare (tendenza alla recidiva
con traumi ingravescenti e
progressiva riduzione della
funzionalità).
 Il carico articolare abnorme
dovuto alle lesioni trascurate può
portare precocemente all'artrosi.
 Quando la lesione traumatica è
grave da provocare la perdita
della continuità articolare e il
disassamento delle due limitanti
articolari contrapposte si ha il
quadro della LUSSAZIONE
 La lussazione va trattata il prima
possibile da parte del personale
ARTROSI
•
Caratterizzata dala distruzione
della cartilagine articolare che
conduce a dolore, deformità e
limitazione della funzionalità
dell'articolazione stessa
• E' la manifestazione comune
di un gruppo di affezioni simili
aventi causa differente.
► dolore articolare spontaneo o
provocato
► tumefazione articolare e/o
ossea
► impaccio dopo esercizio fisico
► ridotto range del movimento e/o
della funzionalità
► crepitii /scrosci articolari
► aumento del calore e/o
versamento articolare
► deformazione e/o instabilità
• la gravità del dolore varia tra i
diversi pazienti e nello stesso
individuo nel corso del tempo.
HA ORIGINE MULTIFATTORIALE:
• Fattori biomeccanici
• Metabolici
• Endocrini
• Infiammatori
L'importanza di queste cause può
essere modificata per effetto
DANNO FUNZIONALE
•
•
•
•
Ridotta mobilità
Difficoltà nell'esecuzione delle
attività quotidiane
Isolamento sociale
Depressione
INVALIDITA'
PREVENZIONE
•
•
•
•
Evitare il sovrappeso
Eseguire regolarmente
esercizi fisici
Indossare calzature adeguate,
particolarmente le calzature
sportive
Evitare traumi e/o attività
stressanti ripetitive
FRATTURE
•
Si ha la frattura quando, a
causa dell'evento traumatico,
si verifica una “soluzione di
continuità” della struttura
FATTORI
PREDISPONENTI
► Cisti ossee
► Tumori ossei (benigni e
maligni)
► Osteoporosi (età avanzata,
avitaminosi ed altre patologie)
• Chiuse
• Esposte (quando a causa del
trauma uno o più dei monconi
di frattura lacerano i tessuti e
attraverso la ferita vengono
esposti all'aria)
• Fratture-lussazioni (quando a
causa del trauma non solo si
verifica la soluzione di
TRATTAMENTO
•
•
•
Riduzione (riallineamento dei
monconi)
Immobilizzazione (tramite
gesso, viti o altri tutori)
Recupero funzionale
(articolarità, mobilità, tono
trofismo. Forza muscolare,
recupero sportivo)
GUARIGIONE DELLE FRATTURE
•
•
•
Organizzazione dell'ematoma
Callo provvisorio
Callo definitivo
SEGNI CLINICI
•
•
•
•
•
•
•
•
Dolore spontaneo provocato
Tumefazione della parte
Limitazione ed impotenza
funzionale
Ecchimosi, abrasioni,
escoriazioni
Eventuale deformità
MECCANISMO TRAUMATICO
Diretto
Indiretto
Da avulsione
CONTUSIONE
•
Lesione traumatica provocata
da urto diretto, generalmente
senza lesione dei tessuti
superficiali
- ecchimosi
- ematoma muscolare
- emartro (versamento emorragico
all'interno di una cavità
articolare)
• Immediata applicazione di
ghiaccio per provocare
vasocostrizione
• Riposo
•
•
•
•
•
•
•
FERITA
Punta (sanguina
poco ma si
infetta facilmente)
Taglio (margini netti, spesso
profonda, pericolo per vasi,
nervi e tendini)
Lacero contusa (margini
irregolari, spesso ecchimotici)
Escoriazione (lesione dei
tessuti cutanei, non grave)
Pulire la ferita con soluzione
fisiologica sterile
Disinfettare i tessuti circostanti
Se il sanguinamento è
abbondante applicare una
medicazione compressiva
PERDITA DEI SENSI
•
•
Dovuta a un calo di pressione
arteriosa (caldo, emozione ecc.)
che provoca un ridotto apporto
di sangue al cervello
Può avvenire gradualmente
(capogiro, pallore cutaneo, perdita
momentanea della vista,
sudorazione, confusione) e viene
•
detta LIPOTIMIA , oppure
improvvisa perdita di coscienza
con brusca caduta a terra
(svenimento)
Porre il paziente in posizione
antishock (decubito supino con la
testa appoggiata a terra e le
gambe sollevate di 30-40° in modo
ARRESTO CARDIACO
•
•
L'intervento deve essere
immediato
Se si è soli, la prima cosa da
fare dopo avere valutato il
paziente è chiamare
immediatamente soccorso (118)
mantenendo la calma e
fornendo ai soccorritori tutte le
informazioni riguardanti la
condizione del paziente e il
luogo in cui ci si trova, per
favorire l'arrivo il più rapido
possibile.
•
•
Perdita di coscienza
Mancanza di risposta agli
•
•
•
•
RESPIRAZIONE
ARTIFICIALE
Bocca-Bocca
Bocca-Naso (se l'infortunato
presenta ferite attorno alla
bocca)
Bocca-Bocca-Naso (da adulto
a bambino)
Con maschera respiratoria
(dovrebbe essere presente in tutte
le palestre)
•
•
•
Ci si pone a lato dell'infortunato
Appoggiando una mano sulla
fronte si iperestende la testa
Con la mano opposta si
liberano le vie aeree (apparecchi
ortodontici, protesi dentarie,
•
•
•
•
Si inspira profondamente
Si appoggia la bocca a quella
dell'infortunato e si insuffla
con forza l'aria guardando in
direzione del torace
dell'infortunato, per verificare
che il torace si espanda
Successivamente si stacca la
bocca per permettere
lìespirazione
Si ripete la manovra
•
•
•
•
•
•
MASSAGGIO
CARDIACO
Porre il paziente su un piano
rigido
Scoprire il torace
Porre la mano all'incirca due
dita al di sopra della parte
inferiore dello sterno,
appoggiando il palmo
Appoggiare l'altra mano sopra
la prima
Comprimere con forza il
torace per 15 volte e ventilare
2 volte
La forza si deve scaricare
dalle spalle sui palmi delle
mani atteraverso le braccia
DOPING
● Uso di sostanze o metodi che
sono nocivi alla salute e/o
possono migliorare la
prestazione fisica: doping è
anche la presenza di sostanze
proibite nel corpo di uno sportivo
o la conferma del loro uso di
metodi proibiti.
(Movimento olimpico – Codice
antidoping 1° gennaio 2000)
• Indica l’uso di farmaci o di
sostanze farmacologicamente
attive, non giustificato da
esigenze di malattia
• E’ un atto sportivo illecito:
- vantaggio acquisito
slealmente
- porta a danni organici rilevanti
• La mentalità del doping è molto
diffusa tra atleti, allenatori,
sostenitori nello sport
professionistico, dove l’atleta
viene visto non come un essere
umano ma come un
investimento che deve fruttare
SOSTANZE
VIETATE
•
•
•
•
•
Stimolanti
Narcotici e analgesici
Steroidi anabolizzanti
Diuretici
Ormoni
STIMOLANTI
• Aumento della concentrazione e
dell’attenzione
• Riduzione della sensazione di
fatica
• Aumento dell’aggressività
• Disturbi cardiovascolari
• Disturbi neurologici
• Disturbi psichiatrici
NARCOTICI E
ANALGESICI
• Azione calmante e rilassante
sul SNC
• Aumento della resistenza al
dolore
• Euforia
• Assuefazione e dipendenza
• Diminuzione della capacità di
concentrazione
• Disturbi respiratori,
gastrointestinali, vertigini,
sonnolenza
STEROIDI
ANABOLIZZANTI
• Aumento della massa
muscolare
• Aumento dell’aggressività
• Massimizzazione del consumo
di ossigeno
• Sterilità
• Virilizzazione delle donne
• Tumori (fegato, testicoli)
• Rotture tendinee
• Disturbi psichiatrici
• Rischio cardiovascolare
DIURETICI
• Perdita di peso rapida
• Mascheramento di altre
sostanze
• Disidratazione
• Insufficienza renale
• Aritmie cardiache
ORMONI
• GH (Growing Hormone,
Ormone della crescita):
- E’ l’ormone responsabile
dell’accrescimento delle ossa;
agevola il trasporto di amminoacidi
nei tessuti; aumenta il numero di
globuli rossi; ottimizza la funzionalità
cardiaca
• EPO (Eritropoietina)
- Aumento del trasporto di
ossigeno; massimizzazione del
consumo di ossigeno; Ipertensione
arteriosa; infarto del miocardio; ictus
cerebri
• ACTH (Ormone
AdrenoCorticoTropo)
PRATICHE VIETATE
• Doping ematico
- aumento della quota di globuli
rossi; effetti simili all’EPO;
ipertensione arteriosa; infarto del
miocardio; ictus cerebri
• Somministrazione di
trasportatori artificiali di
ossigeno o di sostituti del
plasma
• Manipolazioni famacologiche
e/o chimiche
SOSTANZE VIETATE IN
DETERMINATE CONDIZIONI:
 alcol
 cannabinoidi
 Anestetici locali
 Corticosteroidi
 betabloccanti
MEDICINA DELLO SPORT
FINE LEZIONE
GRAZIE PER
L’ATTENZIONE