socio comunicazione - Digilander

annuncio pubblicitario
Malagoli Elisabetta
matricola n. 14
SCO
1 luglio 2002
Seminario di sociologia della comunicazione
Tesina
La memoria come cultura nella società moderna
Introduzione
Il libro " La memoria Sociale " di E. Esposito rappresenta il tentativo di elaborare una teoria della memoria
all'interno della teoria della società. Si propongono quattro forme di memoria: divinatoria, retorica, come cultura
e procedurale. Le metafore corrispondenti sono rispettivamente: il blocco di cera, il magazzino, l'archivio o
specchio, la rete.
Come argomento di questa tesina ho scelto il modello della memoria come cultura ( cap. 4 ) , ma ho preferito
dare un quadro più completo e articolato inserendovi anche il tema della riflessività della memoria ( cap. 1 ).
Partendo quindi da temi generali e basilari ( quali la società, la comunicazione e il concetto di memoria ) giungo
a valutare lo sviluppo della semantica, dovuto a uno scambio costante tra la struttura della società ( in questo
caso: la differenziazione funzionale ) e le tecnologie della comunicazione ( mass media ) . La memoria sociale è
di volta in volta il risultato di questa dinamica.
Lo schema di riferimento è il seguente (si procede a parole chiave ):
1. Società & comunicazioni
1.1 concetto di comunicazione
1.2 circolarità e ricorsività
2. Memoria
2.1 definizione di memoria
2.2 funzioni della memoria
3. Sviluppo della semantica
3.1 Struttura della società: 3.1.1 differenza funzionale
3.1.2 osservazione di secondo ordine e distinzione soggetto/ oggetto
3.2 Mass media: 3.2.1 forma di memoria sociale
3.2.2scrittura
3.2.3 stampa
3.2.4 realtà dei mass media
3.2.5concetto di informazione
3.2.6 codice e programmi
4. Memoria come cultura
4.1 archivio
4.2 cultura e confronto
1. Società e comunicazioni
N. Luhmann pone una netta distinzione fra il livello individuale ( sistemi psichici ) e quello sociale ( sistemi
sociali ) : gli uomini sono costituiti da pensieri, la società è invece fatta di comunicazioni. L'unica relazione
possibile fra i due sistemi è l'accoppiamento strutturale, inteso come coordinamento reciproco di due autonomie.
1
Dal punto di vista sociologico, per parlare di comunicazione, non basta avere una trasmissione di informazione,
ma è fondamentale comprendere l'intenzionalità, cioè l'emissione di alter ( qualcuno ci vuole dire qualcosa ) : si
parte dal ricevente. La comunicazione e' infatti l'unita' della differenza tra informazione,emissione e
comprensione. E' però anche vero che ogni comunicazione e' fraintendimento : essendo i sistemi psichici
autonomi e chiusi (anche se in modo autopoietico),non ci puo' mai essere trasferimento di pensiero. La
comunicazione contiene molto di piu' e molto di meno allo stesso tempo di cio' che gli individui pensano: molto di
piu' perche' ognuno puo' cogliere e comprendere cio' che vuole, in base a diverse interpretazioni ; molto di meno
perche' non si riesce mai ad esprimere tutto cio' che si pensa.
Una caratteristica evidente della comunicazione e' la circolarità e ricorsività , che si traduce nella sua
dipendenza da altre comunicazione , precedenti o future. Per comprendere infatti l'emissione di qualcuno sono
necessari i presupposti , le consuetudini e il linguaggio, che facevano comunque parte di situazioni anteriori;
ogni comunicazione poi e' seguita da altre , siano esse domande , rifiuto o accettazione . La ricorsivita' svolge
anche una funzione ordinatrice , in quanto genera forme relativamente stabili, chiamate anche strutture ,
identita', schemi o regole .Dopo un numero sufficiente di ripetizioni si ottengono "configurazioni che non mutano
e che ci permettono di riconoscere qualcosa come lo stesso in situazioni diverse" .
Ad esempio , le strutture fisse e stabili della grammatica ci permettono di comprendere e produrre frasi mai
sentite in precedenza .La stessa ricorsivita' costituisce un elemento fondamentale della memoria .
2. Memoria
La memoria e' cosi' definita : "un' espressione abbreviata per la ricorsivita' delle operazioni che consente di
fissare, al di la' del continuo fluire di operazioni diverse , qualcosa che si ripete e , in quanto tale , viene
ricordato, mentre il resto si abbandona alla dimenticanza " .
La ridondanza permette quindi di riconoscere qualcosa come gia' noto che proviene dal passato , senza cosi'
doversi confrontare ogni volta con un mondo completamente nuovo . E' un meccanismo che ci risparmia tempo ,
fatica e ulteriore impegno , portandoci a una situazione mai vista , ma riconducibile a qualcosa che abbiamo gia'
affrontato .
La ridondanza e' si' un modo di fissare scritture o identita’ , ma e' anche la condizione per individuare la varietà :
non sono due termini che si annullano a vicenda , sono direttamente proporzionali , tali che aumentano insieme.
Infatti, e' avendo schemi propri che si puo' cogliere una novita' ,essendo questa riconosciuta "diversa" solo se
confrontata con qualcosa di gia' noto .
Le funzioni della memoria sono dunque varie .Innanzi tutto , e' intesa come genesi di ridondanza e varieta',
cosicché non e' semplicemente un accumulo di ricordi e fatti passati , ma un meccanismo di selezione al fine di
organizzare l'accesso a nuove informazioni.La memoria non ha a che fare con il passato : non si ricorda cio' che
e stato, ma una ricostruzione presente e personale di cio' che era stato osservato in precedenza ; "il ricordo si
realizza nel presente" .Secondariamente , serve al sistema per garantire un certo controllo sugli eventi : la
ridondanza costituisce uno schermo protettivo nell'esposizione all'ambiente , mentre la varieta' assicura a
quest'ultimo una certa autonomia . Gli eventi , ricordati e anticipati , si susseguono in un certo ordine conferito
dalla memoria , che realizza una verifica di coerenza .
Un tempo , secondo la mnemotecnica tradizionale , da Simonide in poi , i ricordi erano fissati in base a un ordine
spaziale (la cosiddetta tecnica dei loci);ora invece si passa a un ordine temporale . Nelle societa' precedenti, il
modello del tempo era basato sulla differenza fra eternita' (tempo concepito da Dio , quindi contemporaneità di
passato , presente e futuro ) e tempo (visione illimitata e illusoria dell'uomo).Vari erano i tentativi di conoscere e
scoprire un futuro che comunque esisteva , programmato da Dio (es. divinazione).
Oggi invece, nelle societa' moderne, il tempo e' scandito da passato/futuro, dove per "passato" si intende un
momento già finito e per "futuro" una situazione non ancora avvenuta :passato e futuro restano quindi orizzonti ,
modificazioni dell'essere , che e' il presente , unico attimo in cui si puo' costruire l'avvenire. Non vi sono
possibilita' di conoscere il futuro perche' siamo noi stessi a determinarlo ("futuro aperto"); ciononostante , si
dispone di schemi (forme di ridondanza) per affrontarlo .
Infine la memoria è discriminazione fra ricordo e dimenticanza. Prima di tutto essa serve per dimenticare,
liberando delle capacità di elaborazione che gli consentono di riconoscere il nuovo e mantenerlo. Un ricordo è
infatti una dimenticanza mancata, nel senso che fra tutto ciò che è attraversato dall'oblio, solo qualcosa è
selezionato per essere trattenuto nella mente; ed è proprio perché molto si è dimenticato che molto si potrà
2
ricordare in seguito ( "l'aumento della memoria è in primo luogo un aumento della capacità di dimenticare" ).
Dimenticare significa generalizzare, prescindere da dettagli minimi e sollevarsi a un certo grado di astrazione,
per perdere l'aderenza all'immediatezza degli eventi e permettere di ricordare.
Una memoria sempre più astratta consente una maggiore possibilità di rammentare; ad esempio si può evitare
di studiare un libro memoria se si prendono in considerazione solo alcune parole chiave, alcuni rimandi o un
modo per catalogare le idee, cosicché, ricordando questi, si può ritrovare anche il resto!
3. Sviluppo della semantica
Lo sviluppo della semantica, l'evoluzione della società e la conseguente diversità tra le varie forme di memoria
dipendono da due fondamentali condizioni: la struttura della società e le relative tecnologie della comunicazione.
In un primo momento, i mass media sembrerebbero la causa del cambiamento nella struttura sociale; esempi
pratici sono evidenti: la scrittura alfabetica comporta la nascita delle arti greche, la diffusione della stampa
influenza la rivoluzione scientifica. Ma è anche vero che la stampa, pur essendo già stata inventata
precedentemente a Gutemberg (ad esempio era diffusa in Cina), non aveva apportato alcuna modifica nella
visione della società e nelle sue operazioni. Si può dedurre quindi che vi è una sorta di dipendenza reciproca fra
i due elementi: dalla struttura sociale dipende la complessità delle operazioni e quindi delle comunicazioni; i
media accelerano questo processo e contribuiscono a loro volta al passaggio a una diversa forma di
differenziazione. La memoria della società e dunque di volta in volta il risultato di questa dinamica (fra teoria dei
media e teoria della società).
3.1 Struttura della società
Per " struttura della società " si intende la forma della sua differenziazione, cioè come utilizza la differenza
sistema/ ambiente nelle sue operazioni . Luhmann ne distingue quattro forme, in base a una complessità
crescente (ordine cronologico): segmentaria, centro- periferia, stratificata, funzionale. Al passaggio alla
modernità corrisponde il cambiamento in quest'ultima differenziazione.
I sistemi parziali individuati all'interno della società non si distinguono più in base ad asimmetrie territoriali
(centro- periferia) o di rango (gerarchie nella stratificazione) , ma asimmetrie di ruolo, in rapporto alle diverse
funzioni svolte. Le ineguaglianze derivanti da una stratificazione gerarchica esistono ancora (ricchi/ poveri) ma
non costituiscono più la struttura primaria (infatti il postulato legittimo è l'uguaglianza!). Ogni sistema, che è
operativamente chiuso, compie la propria funzione valida esclusivamente al suo interno (indipendenza), ma può
farlo solo perché anche gli altri sistemi svolgono il proprio ruolo (interdipendenza). Si parla così di rinuncia alla
ridondanza: non vi sono più le forme polivalenti come la famiglia o il principe che concentravano su di sé il
potere politico, religioso, economico, educativo... Ora il sistema economico può sostenere la ricerca scientifica
tramite i finanziamenti, ma il denaro non si traduce direttamente nè necessariamente in scoperte scientifiche.
L'interdipendenza quindi non può valere in positivo (lì vige l'indipendenza) ma in negativo: al massimo
l'economia può ostacolare la scienza non donando finanziamenti
. Tutto questo è strettamente legato a concetti come "eterarchia" e "contingenza". I sistemi sono al tempo stesso
diversi e uguali fra loro: diversi perché svolgono la propria funzione in modo indipendente, ma uguali perché
hanno tutti la stessa importanza; nessuna operazione può prevalere. Crolla il concetto di ontologia (studio
dell'essere) come era concepito nell'antichità, cioè un unico essere che corrisponde all'unica verità possibile. La
frammentazione derivata dalla differenziazione funzionale non genera più una sola verità o descrizione della
realtà, ma una pluralità di queste. Non c'è più quindi un ordine unitario, una gerarchia, ma un' eterarchia, cioè
una molteplicità di ordini allo stesso tempo e allo stesso livello (il che non significa disordine!!). La massima
libertà che acquista ogni sistema si traduce in contingenza, cioè la possibilità di essere altrimenti; sono forme
che valgono solo per un tempo determinato e in forza di una decisione, ma, ciò nonostante, valgono finché non
vengono cambiate. Questa tesi di Luhmann risponde al nome di costruttivismo . Infatti la contingenza, essendo
appunto una sorta di casualità, dovrebbe portare all'arbitrarietà (il cosiddetto "anything goes"), ma il
costruttivismo considera le osservazioni anche operazioni che formano il sistema. Quindi le osservazioni sono
contingenti, ma sono anche operazioni legate all' autopoiesi del sistema che rimane così com'è.
Il problema è ora trovare l'istanza che validifica queste forme contingenti essendo una società priva di
un'autorità e di una gerarchia. Entra dunque in gioco l'osservazione (riferimento a qualcosa) di secondo ordine.
L'osservazione di primo ordine è semplicemente l'osservazione di oggetti; quella di secondo ordine è
3
l'osservazione di osservatori (soggetti che osservano). Essendo quindi possibili una pluralità di punti di vista
diversi, servono delle distinzioni che guidano l'osservazione con una tolleranza per la contingenza: immanenza/
trascendenza, soggetto/oggetto, osservatore/oggetto.
Se un tempo si distinguevano due realtà diverse (realtà delle cose e realtà delle idee), oggi sorge l'esigenza di
una nuova modalità di raddoppiamento della realtà : la realtà data è una, ma con la modernità subentra la
duplicazione in prospettive diverse (i due lati della distinzione). In ambito religioso quindi si considera
"immanente il mondo visto dall'interno, e trascendente lo stesso mondo visto da una prospettiva esterna: in
primo luogo quella di Dio".Non si distinguono categorie di oggetti ma primariamente dei modi di osservare gli
oggetti. Ciò si traduce negli altri ambiti della società come la differenza cartesiana soggetto/oggetto, dove il
soggetto riflette su se stesso (autoreferenza --> cogito ergo sum), ma non sulla propria riflessione, mantenendo
quindi una distinzione netta fra soggetto e oggetto. Con la modernità la distinzione su cui si basa il
raddoppiamento della realtà è fra oggetti/ osservatori, per parlare di osservazione di secondo ordine. Ad
esempio, due conseguenze di questa modalità sono il nuovo metodo scientifico e la nascita della romanzo. Nel
primo caso, non ci si basa più sulle rivelazioni o sulle interpretazioni, ma si svolgono procedimenti fondati
sull'evidenza e sulla pratica dell'esperimento, ricavando le conoscenze da un ragionamento causale. Nel
secondo esempio, mentre il "romance " (forme romanze e poemi cavallereschi) portava al coinvolgimento e
all'identificazione, in modo tale da non riuscire a distinguere fra realtà e finzione, il "novel " ( romanzo) si rivolge
a un osservatore di secondo ordine, capace di avere distanza critica (il lettore osserva l'osservazione
dell'autore).
3.2 Mass media
Un tempo, la retorica e l'ars memoriae offrivano le strutture per mettere in opera la memoria delle società
moderne, attraverso la gestione della ridondanza. Ma, finché ci si basa sull'oralità, la memoria dipende
strettamente dai sistemi psichici che partecipano alla comunicazione. Col passare del tempo e in seguito a
modifiche nelle strutture della società, le forme di memoria sociali indipendenti dalle coscienze individuali
divengono le tecnologie della comunicazione, i cosiddetti Mass media o mezzi di diffusione, proprio perché le
loro funzione primaria è la gestione della ridondanza sociale (cioè appunto la memoria).
Con la scrittura, i temi della comunicazione (cioè gli schemi fissi della società) devono prescindere da un
contesto o da conoscenze condivise perché non si è più in un ambito di interazione (presenza fisica dei
partecipanti). La memoria è quindi più astratta, dimentica enormemente di più. Si può parlare di un numero
maggiore di cose diverse (varietà) grazie al fatto che la scrittura serve inizialmente come aide-mémoire: i testi
conservano ciò che prima si immagazzinava nella mente (ridondanza).
Il passaggio fondamentale è un cambiamento nell'uso della scrittura: non serve più a sostenere la memoria
(in questo caso prevaleva infatti oralità), ma diviene una forma di comunicazione propria, al fine di comunicare a
distanza, nello spazio e del tempo. Questo avviene grazie alla diffusione della stampa. Emittente e ricevente
sono intrasparenti l'uno per l'altro: chi comunica non può orientarsi in base alle aspettative e reazioni del
ricevente; allo stesso modo, quest'ultimo non può rispondere alla comunicazione o fare domande. Siamo in una
situazione di anonimità e asimmetria che caratterizza tutto l'ambito dei Mass media. Platone osservò: " lo scritto
rimane muto di fronte alle richieste di chiarimento, o semmai ripete sempre la stessa cosa ".
Inizialmente, la stampa era considerata solo come un altro modo di scrittura (artificialiter scribere), non molto
differente dai manoscritti copiati nel medioevo degli scriptoria; in seguito, con una perfezione sempre maggiore,
si evidenziano parecchie differenze. I manoscritti erano riprodotti a partire da una dettatura ad alta voce (quindi
corali) e anche la lettura di questi era pubblica di fronte a un uditorio. La stampa invece non ha più nulla a che
fare con la concretezza e l'immediatezza della comunicazione (tipica dell'interazione), ma c'è un certo distacco
che permette anche una correzione e una revisione dei testi .I libri copiati a mano risultavano sempre più corrotti
(accumulo di errori), ma diversi l'uno dall'altro, quindi non si potevano individuare gli sbagli e riprodurre poi
un'edizione corretta. Con la stampa invece è possibile perché nasce il testo standardizzato, identico in ogni
copia.
Il distacco dalla fisicità dell'originale comporta una distinzione fra il libro inteso come oggetto materiale e il testo
trasmesso, riprodotto dalla stampa. Essa riproduce diverse forme di sperimentazione: nascono i caratteri, in
titoli, le note, gli indici, la numerazione delle pagine (sistema arabo), i paragrafi e capoversi, e l'immagine a
scopo comunicativo (spiegare meglio e in modo completo attraverso un'informazione polivalente).
È proprio in una situazione di asimmetria e anonimità che bisogna trarre la coerenza della comunicazione dalla
comunicazione stessa e non più del contesto interattivo. Ciò che si trasmette va quindi curato e si cerca di farlo
in relazione all'interlocutore, in base all'osservazione di secondo ordine: l'autore si costruisce un modello di
lettore osservando se stesso; l’interlocutore dovrà comprendere lo scrittore interpretando i suoi testi. Inoltre, il
4
lettore acquisisce una libertà assoluta nei confronti del libro: la lettura diviene una scoperta ,una sorta di
"rewriting ", perché può essere personalizzata (soffermarsi su alcuni punti, rileggere delle pagine...). Da una
lettura intensiva fondata sulla ripetizione (unico testo disponibile pubblicamente) si passa a una lettura
estensiva, in cui si cerca il confronto con altri testi e informazioni nuove: è questo il concetto di cultura.
Del sistema dei Mass media fanno parte anche la radio, il cinema, la televisione. Le loro funzione è creare
una seconda realtà condivisa da tutti, un sapere di fondo che può essere dato per scontato (ad esempio, se si
parla dei Mondiali di calcio 2002, tutti sappiamo a cosa ci riferiamo!). Questi presupposti sono necessari per
produrre nuove comunicazioni senza dover ricominciare daccapo: sono cioè i contenuti della memoria sociale.
La loro costruzione della realtà deriva dall'osservazione di secondo ordine in quanto " osservando i Mass media
si osserva cosa osservano gli altri ". Non è però una realtà che vincola al consenso: riguarda solo cosa è
osservato, non in che modo (anche secondo l'ipotesi dell'agenda setting i media forniscono una lista di temi
lasciando libere le opinioni degli uomini).
Nella comunicazione un elemento fondamentale è l'emissione, cioè l'attribuzione a qualcuno di ciò che viene
detto: il sospetto di manipolazione che incombe sui media è quindi inevitabile perché la comunicazione è da
riferire ai mezzi di diffusione;Luhmann parla di " realtà dei Mass media ".
Mentre con la retorica si costruivano identità che valevano come riferimenti comuni perché uguali per tutti (es.
eroi, valori), con l'anonimità dei Mass media si deve tener conto delle differenze ,e quindi si osserva in base a
distinzioni. Nella dimensione sociale, i conflitti (si tende a preferire le discontinuità) sono regolati dalla distinzione
pro/contro; nella dimensione materiale, la quantità risponde alla distinzione più/meno; nella dimensione
temporale, le novità si basano su prima/dopo. Uno dei criteri di notiziabilità al fine di trasformare un evento in
notizia è la novità (il termine "news” ce lo ricorda!), sia che essa sia vera o falsa (l'ossessione per il tempo è
evidente nelle scelte delle testate giornalistiche : " il Tempo", "Times ").
Un altro concetto che entra in gioco è l'informazione; solo con il distacco dall'interazione è possibile
concentrarsi più sull'informazione (cosa) che sull'emissione (come viene detto). L'informazione è sorpresa, nel
senso che una notizia ripetuta non ha più valore informativo, ma è sorpresa solo per un determinato sistema:
secondo Bateson " l'informazione è una differenza che fa una differenza " (bisogna vedere per chi è veramente
una differenza!).
Il codice (= distinzione) dei Mass media è proprio informazione/ non-informazione e questo rende evidente
la loro funzione di memoria sociale: " stabiliscono ciò che è stato e le aspettative per ciò che sarà, cosa si deve
dimenticare e cosa si deve ricordare ". Il codice, essendo una distinzione, presenta due lati: non solo perché le
non-informazioni fungono da sfondo di riferimento se si prendono in considerazione le informazioni, ma anche
perché paradossalmente un'informazione, una volta trasmessa, è trasformata in non- informazione. I Mass
media, orientati alla novità, fanno invecchiare il sistema! L'instabilità che ne deriva è comunque equilibrata dalla
continuità e dalla serialità con cui si producono regolarmente le osservazioni sul mondo.
Oltre al codice, che è unico, esistono i programmi, sistemi di regole per valutare quale dei due valori
(informazione/ non-informazione) assegnare; essi sono suddivisi in tre ambiti: notizie, intrattenimento e
pubblicità. Le notizie si riferiscono alla realtà reale, perciò ci presentano la loro osservazione di secondo ordine.
L’intrattenimento riproduce la realtà di finzione costruita appositamente dall'osservazione altrui e a cui lo
spettatore può abbandonarsi per distrarsi. Dunque,per entrambi questi ambiti è inevitabile il sospetto di
manipolazione, considerato il " peccato originale " dei Mass media, che però è assunto apertamente dalla
pubblicità. Questa infatti dichiara esplicitamente la sua intenzione manipolatoria, al fine di catturare l'attenzione e
può essere ripetuta, andando contro le regole dell'informazione.
4. Memoria come cultura
Dopo questi ragionamenti si può affermare che " i Mass media nella società moderna prendono il posto
della retorica nel guidare la genesi e l'uso della ridondanza della comunicazione ", cioè assumono la
funzione della memoria sociale, intesa come cultura.
Furono soprattutto due uomini del Rinascimento,P. Ramo e G. Camillo, i precursori del superamento della
priorità della retorica. " Memorizzare " non significa ormai più immagazzinare, ma selezionare e comprendere.
La metafora corrispondente a tale modello di memoria è l'archivio: una raccolta in cui non è importante la
quantità del materiale, ma la disponibilità di un sistema di catalogazione ed organizzazione del materiale (es.
ordine alfabetico), in modo da privilegiare la dimenticanza al ricordo, grazie ai rimandi (ridondanze artificiali).
Non serve più una mappa mentale che raccoglie le informazioni (memoria come magazzino), ma una selezione
5
al fine di rintracciarle. Da una "semantica mnemonica" si passa a una "semantica documentaria", cioè procedure
che consentono di generare i dati. I libri diventano una memoria artificiale o secondaria che permettono di
alleggerire la mente facilitando la dimenticanza: le loro funzione non è più quindi la genesi della ridondanza, ma
la produzione di sorpresa e di informazione (varietà); ed è tale varietà che apre nuove possibilità di combinazioni
e di confronti.
Infatti, " tutte le distinzioni che guidano l'osservazione della società moderna realizzano una forma di
duplicazione, cioè consentono di osservare l'unico mondo in due modi diversi ". La cultura è l'istanza che
raccoglie queste possibilità di duplicazione, perché essa vale come un doppio che apre al confronto. Una stessa
cosa può essere vista come semplice operazione (primo ordine) o come fenomeno culturale (secondo ordine):
ad esempio, la danza della pioggia, rito delle tribù indiane, è considerato un gesto normale e ordinario dalle tribù
stesse, ma è visto come facente parte della loro cultura da un osservatore estraneo ad esse, perché ha operato
un confronto con la propria differente cultura!
Infine, il concetto di cultura prevede una componente auto riflessiva: " osservando qualcosa come cultura, si
osserva l'osservatore che la descrive come tale " (ad esempio, un filosofo che ci presenta la sua descrizione di
realtà).
Se un tempo il passato ci tramandava delle identità considerate exempla, carichi di saggezza e validi per il
presente e il futuro, oggi non ci si rifà più né al passato, né al futuro (inconoscibile), ma al presente. È qui che le
osservazioni generano quel distacco sufficiente a creare differenze (non più identità), offerte dalla cultura grazie
alla possibilità di realizzare confronti. Comunque, l'orientamento non è più alla continuità, ma alla novità,valutata
positivamente come dinamicità e progresso,cioè verso un avvenire che sarà diverso dal presente conosciuto
(archivio futurocentrico).Che il futuro sia già cominciato…?!!
- Retorica --> ripetizione --> identità (passato)
- Mass media (cultura) --> confronto --> differenze (osservazione nel presente)
Conclusioni
E’ interessante vedere come ogni singolo aspetto che ci circonda o che ci ha preceduto sia così
strettamente legato ad altri.Un sistema come quello dei mass media, che può sembrare qualcosa di
distante e autonomo, si rivela essere l’istanza generatrice della memoria della società, memoria di cui
noi siamo parte.
Bibliografia
E.,Esposito,”La Memoria Sociale” (riferimenti specifici ai capitoli 1 e 4)
N.,Luhmann,”La Realtà dei Mass Media”,Angeli (MI) ,2000
6
Scarica