SAPIENZA, Università di Roma
Seconda Facoltà di Medicina e Chirurgia
Scuola di Specializzazione in Ginecologia e Ostetricia
Direttore: Prof. Massimo Moscarini
Gravidanza, parto e puerperio fisiologico
Prof. Roberto Corosu
“Il ruolo della proteina placentare 13 (PP13) nella determinazione del rischio di sviluppo di
preeclampsia.”
La proteina placentare 13 (PP13) è un membro della famiglia delle cosiddette “pregnancy-related
protein” (o proteine specifiche della gravidanza), di cui fanno parte 56 proteine diverse tra loro per
struttura e funzione, e caratterizzate da una aumentata espressione a livello della placenta e di alcuni
tessuti materni e fetali durante la gravidanza (milza, reni, vescica); tale espressione viene soppressa
dopo il parto, ma può essere riattivata in alcuni tessuti in caso di trasformazione tumorale
(epatocarcinoma, melanoma, tumori del sistema nervoso).
PP13 è stata isolata nel 1983 da Bohon et al..Si tratta di una proteina dimerica con peso molecolare
pari a circa 30 kDa, composta da due subunità identiche di 16 kDa, unite tra loro da ponti disolfuro
(S-S). La sua struttura primaria mostra il 69% di omologia con la galectina-10, proteina umana
presente nei cristalli di Charcot-Leyden prodotti dagli eosinofili, appartenente alla famiglia delle βgalattosidasi binding-protein, e con altre diverse galectine.
PP13 è prodotta dal trofoblasto, e una volta secreta trasporta residui zuccherini di molecole di
matrice extracellulare, creando ponti molecolari necessari all’impianto placentare nell’endometrio.
Inoltre il suo ruolo cruciale nella placentazione è dato dall’attività di stimolazione sulla liberazione
di prostaglandine e prostacicline, attraverso il quale si determina un rimodellamento vascolare del
trofoblasto che stimola lo sviluppo delle arterie spirali, e dal trasporto di proteine di adesione
(actina) che permettono la migrazione del trofoblasto verso il letto placentare. Allo stesso tempo,
grazie alla sua debole attività lisofosfolipasica, provoca la liberazione di acidi grassi plasmatici
legati alle membrane cellulari, contribuendo al normale impianto dell’ovulo fecondato.
E’ stato recentemente ipotizzato che la PP13 abbia infine la capacità di richiamare cellule del
sistema immunitario materno (linfociti T, neutrofili, macrofagi) attraverso la formazione di
aggregati che si vanno a disporre intorno ai vasi della decidua basale. Tale processo sembrerebbe
facilitare l’invasione del trofoblasto e la modificazione delle arteriole spirali materne.
I livelli di PP13 in gravidanza aumentano moderatamente tra primo e secondo-terzo trimestre.
In alcuni studi, tali livelli sono stati trovati inferiori al normale nel siero di donne in gravidanza nel
corso del primo trimestre; tale condizione è stata associata al rischio di sviluppo di preeclampsia.
L’associazione di livelli di PP13 e indice di pulsatilità delle arterie uterine rilevato ecograficamente
nel primo trimestre ha mostrato una DR (detection rate) per preeclampsia del 90% con una
percentuale di falsi positivi del 6%. Lo studio dei casi patologici ha permesso di rilevare inoltre un
aumento della PP13 dal primo al secondo trimestre non presente nelle donne a basso rischio di
preeclampsia, con una ulteriore riduzione dei falsi positivi. E’ stato inoltre osservato come durante
il terzo trimestre i livelli di PP13 siano invece superiori rispetto alla norma in caso di preeclampsia.
Dagli studi finora condotti si può dunque concludere che: il dosaggio sierico materno della PP13
potrebbe avere un ruolo come test di screening nelle donne a rischio di preeclampsia precoce (4-6%
delle gravidanze fisiologiche); successivi controlli consentirebbero un miglior monitoraggio delle
pazienti a rischio e dell’efficacia e appropriatezza delle terapie.
Dott.ssa Marta Vitali
Dott.ssa Giulietta Bruno
Dott.ssa Daniela Colicchio
Dott.ssa Liliana Corosu