capitolo 1 Gli insiemi e le relazioni. Elementi di logica Elementi di logica 1 Proposizioni e operazioni La logica insegna a ragionare in modo corretto ed è alla base di qualsiasi costruzione matematica. Essa infatti stabilisce le regole deduttive mediante le quali, partendo da premesse supposte vere, si perviene a conclusioni anch’esse vere. In questi primi paragrafi ci limitiamo a introdurre i concetti di proposizione, congiunzione, disgiunzione, implicazione, doppia implicazione. In logica, si dice proposizione un’affermazione che può essere riconosciuta come “vera” o “falsa”. sempi 1 a. “Tre moltiplicato quattro fa dodici” è una proposizione “vera”. b. “I triangoli hanno quattro lati” è una proposizione “falsa”. c. “Qual è il triplo di 5?” non è una proposizione: si tratta di una frase interrogativa, della quale non ha senso decidere la verità o la falsità. d. “Tutti gli italiani hanno letto i Promessi Sposi di A. Manzoni” è una proposizione, anche se non è facile riconoscerne la verità o la falsità: per decidere infatti bisognerebbe intervistare tutti gli italiani. Come si capisce, le proposizioni sono moltissime: si può dire che la nostra conoscenza è un enorme catalogo di proposizioni, accanto a ciascuna delle quali abbiamo prima o poi aggiunto la parola “vera” o “falsa”. L’attribuire l’etichetta di “vera” o “falsa” a una proposizione è spesso un lavoro impegnativo: in matematica è quello che si chiama dimostrazione. Se la proposizione p è vera associamo a essa il valore 1, mentre se è falsa associamo il valore 0. Detto V(p) il valore associato alla proposizione p, si ha: V(p) = 1 0 se p è vera se p è falsa sempi 2 La proposizione: p = “Tutti i numeri divisibili per 4 sono divisibili per 2” è vera, quindi V( p) = 1. 3 La proposizione: q = “Un triangolo ha quattro lati” è falsa, quindi V(q) = 0. Indichiamo con le lettere p, q, r alcune proposizioni e proviamo a costruirne altre mediante operazioni, comuni anche nel linguaggio ordinario. 1 © 2010 RCS Libri S.p.A., ETAS - L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni - Corso di Matematica - Edizione mista capitolo 1 Gli insiemi e le relazioni. Elementi di logica La negazione NOT A ogni proposizione possiamo far corrispondere la proposizione opposta. Per esempio, se consideriamo la proposizione p = “Mario possiede una automobile” la negazione di p è la proposizione q = “Mario non possiede l’automobile” Così alla proposizione p = “Tutti gli italiani parlano italiano” facciamo corrispondere la proposizione q = “Non tutti gli italiani parlano italiano” che può anche essere scritta come q = “Esiste almeno un italiano che non parla italiano” Si noti che negare p non significa sostenere che “Nessun italiano parla italiano” e nemmeno che “Tutti gli italiani non parlano italiano”. Analogamente, ricordato che un numero naturale si dice primo se è divisibile solo per se stesso e per 1, l’opposta della proposizione r = “Il numero x è primo” è “Il numero x non è primo” ovvero “Il numero x è divisibile per qualche numero naturale oltre se stesso e 1” L’opposta di una proposizione p si indica con p oppure NOT p oppure ¬p e si hanno le seguenti tabelle di verità, che esprimono il fatto evidente che se la proposizione p è “vera” la sua opposta è “falsa” e viceversa: p p V( p) V( p) vera falsa 1 0 falsa vera 0 1 sempio 4 Alla proposizione p = “Tutti i rettangoli hanno due diagonali” corrisponde la proposizione opposta p = “Non tutti i rettangoli hanno due diagonali” ovvero p = “Esiste almeno un rettangolo che non ha due diagonali” Ovviamente, p è vera, mentre p è falsa. 2 © 2010 RCS Libri S.p.A., ETAS - L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni - Corso di Matematica - Edizione mista capitolo 1 Gli insiemi e le relazioni. Elementi di logica La congiunzione AND La seconda operazione è quella detta di congiunzione: così, dalle due proposizioni vere p = “La rosa è un fiore” q = “La rosa profuma” tutti riconosciamo la verità della proposizione r = “La rosa è un fiore e profuma” In termini più formali, la proposizione congiunzione di p e q si indica con p∧q ovvero p AND q e le si attribuisce l’etichetta “vera” se p e q sono entrambe vere mentre le si attribuisce l’etichetta “falsa” se almeno una delle due è falsa; si hanno le seguenti tabelle di verità: p q p∧q V( p) V(q) V( p ∧ q) vera vera vera 1 1 1 vera falsa falsa 1 0 0 falsa vera falsa 0 1 0 falsa falsa falsa 0 0 0 sempi 5 Dalle due proposizioni entrambe vere p = “Il quadrato ha quattro angoli retti” q = “Il quadrato ha due diagonali uguali” si ricava mediante la congiunzione la proposizione p ∧ q = “Il quadrato ha quattro angoli retti e le diagonali uguali” anch’essa vera. 6 Siano: si ha: p = “3 è un divisore di 12” q = “4 è un divisore di 16” r = “3 è un divisore di 14” s = “5 è un divisore di 16” p ∧ q vera, perché p e q sono entrambe vere p ∧ r falsa, perché p è vera e r è falsa r ∧ s falsa, perché r e s sono entrambe false La disgiunzione inclusiva OR La terza operazione fondamentale è quella di disgiunzione inclusiva: così dalle due proposizioni, poste per esempio all’ingresso di un circolo sportivo p = “Possono entrare gli iscritti al circolo” q = “Possono entrare gli atleti che partecipano a una gara” segue, per disgiunzione la proposizione “Può entrare chiunque sia iscritto al circolo o partecipi a una gara” 3 © 2010 RCS Libri S.p.A., ETAS - L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni - Corso di Matematica - Edizione mista capitolo 1 Gli insiemi e le relazioni. Elementi di logica La proposizione ottenuta per disgiunzione tra p e q si indica con: p∨q ovvero p OR q e le si attribuisce l’etichetta “vera” se almeno una delle due è vera, mentre le si attribuisce l’etichetta “falsa” se p e q sono entrambe false. Le tabelle di verità di p ∨ q sono quindi: p q p∨q V( p) V(q) V( p ∨ q) vera vera vera 1 1 1 vera falsa vera 1 0 1 falsa vera vera 0 1 1 falsa falsa falsa 0 0 0 sempio 7 Siano: p q r s = “8 è un numero pari” = “7 è un numero primo” = “4 è un numero dispari” = “4 è multiplo di 3” Le proposizioni p ∨ q = “8 è un numero pari o 7 è un numero primo” p ∨ r = “8 è un numero pari o 4 è un numero dispari” q ∨ r = “7 è un numero primo o 4 è un numero dispari” sono vere, in quanto almeno una delle due proposizioni è vera, mentre la proposizione r ∨ s = “4 è un numero dispari o è multiplo di 3” è falsa, perché entrambe le proposizioni sono false. La disgiunzione esclusiva XOR La quarta operazione fondamentale è quella detta di disgiunzione esclusiva. Siano p e q le proposizioni p = “p è positivo” q = “q è positivo” La proposizione r = “Il prodotto p · q è negativo” è vera se p è falsa e q è vera ovvero se p è vera e q è falsa, e corrisponde alla disgiunzione esclusiva di p e q. La disgiunzione esclusiva tra due proposizioni p e q viene indicata con . p ∨q ovvero p XOR q e le viene attribuita l’etichetta “vera” se p è falsa e q è vera ovvero se p è vera e q è falsa, mentre le viene attribuita l’etichetta “falsa” se p e q sono entrambe vere o entrambe false. 4 © 2010 RCS Libri S.p.A., ETAS - L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni - Corso di Matematica - Edizione mista capitolo 1 Gli insiemi e le relazioni. Elementi di logica . Le tabelle di verità di p ∨ q sono quindi: p q p ∨· q V( p) V(q) V( p ∨· q) vera vera falsa 1 1 0 vera falsa vera 1 0 1 falsa vera vera 0 1 1 falsa falsa falsa 0 0 0 La disgiunzione XOR si traduce in o p o q, dove la o ha il significato di escludere una delle due preposizioni. sempio 8 Sia: p = “x è un numero intero minore di 10” q = “x è un numero intero multiplo di 15” Poiché le due eventualità si escludono a vicenda, la proposizione . p ∨ q = “x è un numero intero o minore di 10 o multiplo di 15” è falsa se sono entrambe false, vera se solo una delle due è vera. Osservazione 1 Il connettivo logico “o” può quindi assumere due forme: • la forma inclusiva, corrispondente all’operazione OR, quando si accetta che la proposizione p ∨ q sia vera anche quando entrambe le proposizioni p e q sono vere (per esempio nelle proposizioni “x è un numero intero maggiore di 10 o multiplo di 15” oppure “Mario indossa l’impermeabile o porta l’ombrello”); la forma esclusiva, corrispondente all’operazione XOR, quando si esclude che le • due proposizioni possano essere entrambe vere (per esempio nelle proposizioni “il recinto ha forma o circolare o rettangolare” oppure “A teatro sono seduto o nella platea o nella galleria”). In latino si usano due particelle diverse: vel per la forma inclusiva, aut per la forma esclusiva. Espressioni con i connettivi logici Le operazioni NOT, AND, OR, XOR possono essere usate per costruire proposizioni complesse a partire da due o più proposizioni semplici. Così si potrà per esempio considerare: p∨p o anche p∧p Facendo uso delle parentesi si potranno considerare espressioni quali: p ∧ (q ∨ r) p ∨ (q ∨ r) ecc. Per ciascuna di esse si potrà costruire la tabella di verità, composta da tante colonne quante sono le proposizioni che intervengono nell’espressione e da una colonna finale relativa alla espressione stessa. La tabella conterrà due sole righe se nell’espressione è coinvolta una sola proposizione, quattro se ne sono coinvolte due, otto se ne sono coinvolte tre e così via, raddoppiando. 5 © 2010 RCS Libri S.p.A., ETAS - L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni - Corso di Matematica - Edizione mista capitolo 1 Gli insiemi e le relazioni. Elementi di logica Per esempio, la tabella di verità per p ∧ (q ∨ r) è la seguente: p q r q∨ r p ∧ (q ∨ r) vera vera vera vera falsa falsa falsa falsa vera vera falsa falsa vera vera falsa falsa vera falsa vera falsa vera falsa vera falsa vera vera vera falsa vera vera vera falsa vera vera vera falsa falsa falsa falsa falsa È naturale dichiarare che due espressioni sono uguali se le tabelle di verità costruite su di esse sono uguali. Così l’espressione p e l’espressione p ∨ ( p ∧ p) sono uguali, come si vede dalla tabella: p p p∧ p p ∨ ( p ∧ p) vera falsa falsa vera falsa falsa vera falsa Si noti che, come nell’ordinario calcolo algebrico, l’uso delle parentesi è fondamentale nel senso che, trascurandole, si può incorrere in equivoci. Infatti se, in luogo di p ∨ ( p ∧ p) considerassimo ( p ∨ p) ∧ p avremmo la tabella di verità riportata a fianco, diversa dalla precedente, e quindi un’espressione diversa. La scrittura senza parentesi: p∨p∧p p p ( p ∨ p) ∧ p vera falsa falsa vera falsa falsa è un’espressione ambigua. Proprietà dei connettivi AND e OR Le operazioni AND e OR, di congiunzione e disgiunzione, godono di importanti proprietà, riassunte nella seguente tabella. Proprietà commutativa Proprietà associativa p∧q=q∧p p∨q=q∨p p ∧ (q ∧ r) = ( p ∧ q) ∧ r p ∨ (q ∨ r) = ( p ∨ q) ∨ r Proprietà distributiva Proprietà di idempotenza p ∧ (q ∨ r) = (p ∧ q) ∨ ( p ∧ r) p ∨ (q ∧ r) = (p ∨ q) ∧ (p ∨ r) p∧p=p p∨p=p Proprietà di assorbimento Leggi di De Morgan ––––– p∧q =p∨q ––––– p∨q =p∧q p ∧ (p ∨ q) = p p ∨ ( p ∧ q) = p 6 © 2010 RCS Libri S.p.A., ETAS - L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni - Corso di Matematica - Edizione mista capitolo 1 Gli insiemi e le relazioni. Elementi di logica sempio 9 Consideriamo le due proposizioni: p = “Il rombo è un triangolo” q = “L’area del rombo è il quadrato del lato” Si ha: ––––– p ∨ q = “Non è vero che il rombo sia un triangolo o che la sua area sia il quadrato del lato” che è equivalente alla proposizione: p ∧ q = “Il rombo non è un triangolo e la sua area non è il quadrato del lato” Per dimostrare le proprietà enunciate basta costruire le tavole di verità delle espressioni che si trovano nei due membri dell’uguaglianza e verificare che sono uguali. Verifichiamolo per una delle due proprietà di assorbimento (tabella a fianco). V( p ∧ q) V( p ∨ ( p ∧ q)) V( p) V(q) 1 1 1 1 1 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 Si osserva subito che le due colonne corrispondenti alle proposizioni p e p ∨ (p ∧ q) sono uguali. 2 L’algebra dei sottoinsiemi Siano X un insieme e A, B, C, … alcuni suoi sottoinsiemi. Esiste un’importante analogia tra le operazioni insiemistiche e quelle introdotte precedentemente nel cosiddetto “calcolo delle proposizioni”. Indicando con x un qualunque elemento di X, se chiamiamo p la proposizione “x appartiene all’insieme A” e q la proposizione “x appartiene all’insieme B”, cioè: p = “x ∈ A” q = “x ∈B” otteniamo: p = “x ∈ CA” = NOT p p ∧ q = “x ∈ A ∩ B” = p AND q p ∨ q = “x ∈ A ∪ B” = p OR q p ∨· q = “x ∈ A Δ B” = p XOR q avendo indicato la differenza simmetrica tra A e B con A Δ B = (A \ B) ∪ (B \ A). A ogni connettivo logico corrisponde un’operazione insiemistica.: NOT AND OR XOR ⇔ ⇔ ⇔ ⇔ C ∩ ∪ Δ (complementare) (intersezione) (unione) (differenza simmetrica) Se due espressioni del calcolo delle proposizioni sono uguali, tali risultano le corrispondenti espressioni relative all’algebra dei sottoinsiemi e viceversa. Per esempio, dalla formula: C (A ∩ B) = CA ∪ CB seguirà: ––––– (p ∧ q ) = p ∨ q 7 © 2010 RCS Libri S.p.A., ETAS - L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni - Corso di Matematica - Edizione mista capitolo 1 Gli insiemi e le relazioni. Elementi di logica Un ruolo particolare nella corrispondenza osservata meritano l’insieme X stesso e l’insieme vuoto ∅. La proposizione “x ∈ X” sarà la proposizione vera qualunque sia x, mentre la proposizione “x ∈ ∅” sarà una proposizione falsa qualunque sia x. Se indichiamo con 1 la proposizione “x ∈ X” e con 0 la proposizione “x ∈ ∅”, si possono osservare le seguenti relazioni, valide sia nel calcolo delle proposizioni sia nell’algebra degli insiemi contenuti in X. Proprietà commutativa p∧q=q∧p p∨q=q∨p A∩B=B∩A A∪B=B∪A Proprietà distributiva p ∧ (q ∨ r) = (p ∧ q) ∨ (p ∧ r) p ∨ (q ∧ r) = (p ∨ q) ∧ (p ∨ r) A ∩ (B ∪ C) = (A ∩ B) ∪ (A ∩ C) A ∪ (B ∩ C) = (A ∪ B) ∩ (A ∪ C) Elementi neutri p∨0=p p∧1=p p∨p=1 p∧p=0 3 A∪∅=A A∩X=A A ∪ CA = X A ∩ CA = ∅ Implicazione. Doppia implicazione Implicazione materiale Consideriamo la frase: “Se x è un numero primo compreso tra 3 e 10, allora x non è divisibile per 2” In essa possiamo distinguere due parti: • una prima proposizione, che chiameremo antecedente: p: “x è un numero primo compreso tra 3 e 10” • e una seconda, che chiameremo conseguente: q: “x non è divisibile per 2” legate dal connettivo: se … allora Si chiama implicazione di due proposizioni p e q la nuova proposizione che indichiamo con p → q DEFINIZIONE La proposizione p → q si legge “se p allora q” ed è definita dalla tabella a fianco. 8 p q p → q vera vera vera vera falsa falsa falsa vera vera falsa falsa vera © 2010 RCS Libri S.p.A., ETAS - L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni - Corso di Matematica - Edizione mista capitolo 1 Gli insiemi e le relazioni. Elementi di logica Poiché l’unica possibilità per la proposizione p → q di essere falsa è nella seconda riga della tabella, cioè quando p vera e q falsa, per riconoscere la verità dell’implicazione p → q occorre poter riconoscere che quando p è vera anche q è, necessariamente, vera. Verifichiamo che, nel caso delle due proposizioni p e q indicate all’inizio di questo paragrafo, l’implicazione p → q sia vera: 1. gli x per i quali p è vera sono 3, 5, 7. Per tali x anche q è evidentemente vera; 2. quindi, nel caso delle p e q indicate sopra, l’implicazione è vera. Come abbiamo già osservato a proposito degli altri connettivi logici, il calcolo delle proposizioni prescinde dal significato della proposizione composta ed essa è vera o falsa a seconda di che cosa stabilisce la sua definizione data mediante la tavola di verità. sempi 10 Siano: p: “Francesco ha un fratello” q: “Il Sole è un pianeta” Poiché q è sempre falsa, la proposizione p → q è vera se e solo se p è falsa, cioè se Francesco non ha un fratello, mentre è falsa se p è vera. 11 Siano: p: “x è un intero divisibile per 5” q: “4 è un numero pari” La proposizione p → q è vera qualunque sia p in quanto q è sempre vera. Doppia implicazione. Equivalenza DEFINIZIONE Date due proposizioni p e q, si chiama doppia implicazione o equivalenza la proposizione ottenuta dalla congiunzione delle due applicazioni, l’una inversa dell’altra: (p → q) ∧ (q → p) che indichiamo con p ↔ q. La proposizione p ↔ q si legge “p se e solo se q” ed è definita dalla tabella a fianco. p q p ↔ q vera vera vera vera falsa falsa falsa vera falsa falsa falsa vera sempio 12 Siano: p: “il numero n è divisibile per 15” q: “il numero n è divisibile per 3 e per 5” La proposizione p ↔ q è vera: infatti se è vera p è vera anche q, e viceversa. Osservazione 2 Si osservi che per gli ultimi due connettivi logici abbiamo usato i simboli → e ↔ con lo scopo di differenziarli dai simboli ⇒ e ⇔ che useremo per l’implicazione e la doppia implicazione nei teoremi matematici. 9 © 2010 RCS Libri S.p.A., ETAS - L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni - Corso di Matematica - Edizione mista capitolo 1 Gli insiemi e le relazioni. Elementi di logica 4 Enunciati aperti. Quantificatori DEFINIZIONE Un enunciato aperto è una proposizione P(x, y, ...) che coinvolge una o più variabili x, y, … Gli enunciati aperti in matematica sono anche detti formule. sempi 13 La proposizione “x + 1 è un numero pari” dove x varia nell’insieme dei naturali, è un enunciato aperto, che acquista il valore “vero” se x è un numero dispari, “falso” se x è pari o è uguale a zero. 14 L’equazione x+4=0 è un enunciato aperto nella variabile reale x, che è “vero” se x = – 4, “falso” negli altri casi. 15 L’enunciato aperto “2n è dispari” dove n è un numero naturale, è “falso” qualunque sia n. L’insieme dei valori delle variabili rispetto ai quali un enunciato aperto è vero può essere: • molto ampio, come nel caso dell’esempio 51; • costituito da un solo valore, come nel caso dell’esempio 52; • addirittura vuoto, come nel caso dell’esempio 53. Si dicono quantificatori due simboli usati frequentemente nel selezionare i valori di una variabile che rendono vero un enunciato aperto P(x): il quantificatore per ogni, detto quantificatore universale, indicato con il simbolo di A rovesciata; così ∀x ∈E P(x) significa: per ogni x dell’insieme E P(x) è vero il quantificatore esiste almeno uno, detto quantificatore esistenziale, indicato con il simbolo di E (iniziale di esistere) rovesciata; così ∃ x ∈ AP(x) significa: esiste almeno un valore di x dell’insieme A per il quale P(x) è vero I due simboli ∀ e ∃ prendono il nome di “quantificatori” perché si riferiscono alla quantità di elementi x che rendono vera una certa formula. 10 © 2010 RCS Libri S.p.A., ETAS - L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni - Corso di Matematica - Edizione mista capitolo 1 Gli insiemi e le relazioni. Elementi di logica sempi 16 L’enunciato aperto ∀x ∈ x 2 ≥ 0 vero per ogni x intero, si legge: “per ogni x intero, il quadrato di x è sempre maggiore o uguale di zero” 17 L’esistenza di una soluzione intera dell’equazione x + 4 = 0 si esprime mediante il quantificatore esistenziale: ∃x ∈ x + 4 = 0 Osservazione 3 Le negazioni di formule scritte servendosi dei due quantificatori ∀ o ∃ scambiano uno dei due simboli con l’altro. Verifichiamo con esempi. 1. Siano: A l’insieme dei quadrilateri e P(x): “x ha quattro lati uguali”. La proposizione: “non è vero che ogni quadrilatero ha i quattro lati uguali” simbolicamente indicata con NOT {∀x ∈ AP(x)} equivale alla proposizione “esiste almeno un quadrilatero che non ha i quattro lati uguali” che simbolicamente si scrive: ∃ x ∈ ANOT [P(x)] Pertanto NOT {∀x ∈ AP(x)} equivale a ∃ x ∈ ANOT [P(x)] 2. Siano: A l’insieme dei triangoli rettangoli e P(x): “x ha un angolo ottuso”. La proposizione: “non è vero che esiste almeno un triangolo rettangolo che ha un angolo ottuso” simbolicamente indicata con NOT {∃ x ∈ AP(x)} equivale alla proposizione “tutti i triangoli rettangoli non hanno un angolo ottuso” che simbolicamente si scrive: ∀x ∈ ANOT [P(x)] Pertanto NOT {∃ x ∈ AP(x)} 11 equivale a ∀x ∈ ANOT [P(x)] © 2010 RCS Libri S.p.A., ETAS - L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni - Corso di Matematica - Edizione mista capitolo 1 Gli insiemi e le relazioni. Elementi di logica sempi 18 La negazione della formula dell’esempio 54: ∀x ∈ x 2 ≥ 0 sempre vera è la formula: NOT {∀x ∈ x 2 ≥ 0} ed equivale a 19 ∃x ∈ x 2 < 0 sempre falsa La negazione della formula vera: è la formula falsa: ∃x ∈ x + 4 = 0 ∀x ∈ x + 4 ≠ 0 Osservazione 4 Alcune proposizioni possono rivelarsi vere in un certo contesto, false in un altro. Per esempio, l’enunciato ∃xx + 4 = 0 può essere vero o falso. Tutto dipende dall’universo in cui ci si pone. Nel nostro caso, la proposizione è vera se l’universo è l’insieme degli interi relativi o qualunque altro insieme che contenga il valore x = – 4, falsa se l’insieme è . 5 Sistemi ipotetico-deduttivi Un sistema ipotetico-deduttivo si costruisce a partire da: concetti primitivi, cioè enti che a priori non vengono definiti, quali il punto, la retta e il piano nella geometria euclidea o il numero nell’aritmetica secondo G. Peano; postulati (dal latino postulatum, “ciò che è richiesto”) (o assiomi) che sono proposizioni ammesse vere, inerenti agli enti primitivi e che esprimono delle proprietà degli enti stessi e le loro relazioni. L’insieme dei postulati deve verificare le seguenti condizioni: a) la coerenza, nel senso che non devono essere contraddittori e deve valere il principio di non contraddizione, ossia dai postulati non si deve poter dedurre sia la proposizione p sia contemporaneamente la sua negazione p; b) l’indipendenza, ossia nessun postulato è deducibile logicamente dagli altri. definizioni: le definizioni sono proposizioni che si ammettono vere e che servono a dare nuovi concetti non primitivi. Per esempio, si definiscono i numeri razionali, i numeri relativi, i segmenti, gli angoli...; teoremi: i teoremi sono proposizioni che sono dedotte: a) direttamente dagli assiomi e dalle definizioni; b) sia dagli assiomi e dalle definizioni sia dai teoremi precedenti. I teoremi sono dunque proposizioni che si dimostrano: se dalla verità di una proposizione p, detta ipotesi, si deduce mediante un ragionamento la verità di una proposizione q, detta tesi, si dice che il teorema p ⇒ q è stato dimostrato. Il teorema p ⇒ q (p implica q) può essere così espresso: • se p allora q; • p è condizione sufficiente per q; • q è condizione necessaria per p. 12 © 2010 RCS Libri S.p.A., ETAS - L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni - Corso di Matematica - Edizione mista capitolo 1 Gli insiemi e le relazioni. Elementi di logica sempi 20 IPOTESI p = “Q è un quadrato” q = “Q ha le diagonali uguali” TESI Il teorema p ⇒ q si enuncia: “Se Q è un quadrato allora Q ha le diagonali uguali” oppure “Condizione sufficiente perché Q abbia le diagonali uguali è che sia un quadrato” oppure “Avere le diagonali uguali è condizione necessaria per un quadrato” 21 Il teorema “Le bisettrici di due angoli adiacenti sono perpendicolari” (fig. 1) può essere espresso in vari modi tra loro equivalenti: s b2 b1 • “Se due angoli sono adiacenti allora le loro bisettrici sono perpendicolari” • “Essere adiacenti è condizione sufficiente perché le bisettrici siano perpendicolari” • “Avere le bisettrici perpendicolari è condizione necessaria affinché due angoli siano adiacenti” t A r Figura 1 Se valgono entrambi i teoremi: p ⇒ q e q ⇒ p allora si dice che le due proposizioni p e q sono equivalenti e si scrive: p ⇔ q (p implica q e q implica p) Il teorema può essere così espresso: l’ipotesi p è condizione necessaria e sufficiente per la tesi q; la tesi q si realizza se e solo se vale l’ipotesi p. sempio 22 Le proposizioni p : “Il triangolo T è equilatero” e q: “Il triangolo T è equiangolo” sono equivalenti. Tale equivalenza può essere enunciata anche con il Teorema: “Il triangolo T è equiangolo se e solo se è equilatero”. ovvero: Teorema: “In un triangolo l’essere equilatero è condizione necessaria e sufficiente a essere equiangolo”. 13 © 2010 RCS Libri S.p.A., ETAS - L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni - Corso di Matematica - Edizione mista capitolo 1 Gli insiemi e le relazioni. Elementi di logica Osservazione 5 Riconoscere che due proposizioni p e q sono equivalenti corrisponde a provare la verità dei due teoremi: p ⇒ q e q ⇒ p In altri termini, ogni teorema che contenga nel suo enunciato un se e solo se richiede due dimostrazioni: la prima è che dall’ipotesi segua la tesi, la seconda è che dalla tesi segua l’ipotesi. Tra i teoremi distinguiamo: i lemmi, che sono teoremi preliminari ad altri ritenuti particolarmente importanti; i corollari, che sono teoremi dedotti immediatamente da teoremi importanti. La dimostrazione è l’insieme dei passaggi logici che permettono di arrivare dalla ipotesi alla tesi. Ci sono vari metodi di dimostrazione, di cui diamo solo un cenno, in quanto potranno essere meglio approfonditi nella trattazione della geometria euclidea. 6 Alcuni metodi di dimostrazione Illustriamo ora brevemente alcuni metodi di ragionamento che servono a dimostrare un teorema. Metodo diretto Se prendendo p come ipotesi si dimostra tramite passaggi logici che “da p segue q” allora se p è vera è vera anche q. In definitiva, dalla verità dell’implicazione p ⇒ q si deduce che la tesi q è vera ogni qual volta sia vera l’ipotesi p. Questa tecnica di dimostrazione è la più utilizzata e si sviluppa tenendo conto dell’ipotesi, degli assiomi e, se occorre, dei teoremi precedentemente dimostrati. Si giunge così, attraverso passaggi logici, ad affermare la verità dell’implicazione e quindi della tesi. sempio 23 Dimostrare che il quadrato di un numero dispari è anch’esso dispari. IPOTESI n è dispari n 2 è dispari TESI Infatti, se n è dispari non contiene tra i suoi divisori il numero 2, e quindi neppure il suo quadrato è divisibile per 2. 14 © 2010 RCS Libri S.p.A., ETAS - L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni - Corso di Matematica - Edizione mista capitolo 1 Gli insiemi e le relazioni. Elementi di logica Metodo indiretto Se è vera p ⇒ q allora è vera anche NOT(q) ⇒ NOT(p) detta implicazione controinversa, e viceversa. L’implicazione controinversa si ottiene scambiando le proposizioni p e q e negandole entrambe. sempio 24 Indichiamo con ABCD un quadrilatero e siano p e q le seguenti proposizioni: p: “ABCD è un quadrato” q: “ABCD è un parallelogramma” L’implicazione p ⇒ q è ovviamente vera, cioè: “Se ABCD è un quadrato allora ABCD è un parallelogramma” Del resto se q è falsa, cioè se è vera NOT(q), ABCD non essendo un parallelogramma non può neanche essere un quadrato, cioè NOT(q) ⇒ NOT(p). L’equivalenza delle due implicazioni: p ⇒ q ⇔ NOT(q) ⇒ NOT(p) permette di trasformare le dimostrazioni matematiche dirette in dimostrazioni matematiche indirette. sempio 25 Il teorema p ⇒ q con p: “x è divisibile per 9” q: “x è divisibile per 3” che si enuncia: “Se x è divisibile per 9 allora x è divisibile per 3” è equivalente al teorema: NOT(q) ⇒ NOT(p) che si enuncia: “Se x non è divisibile per 3 allora x non è divisibile per 9” La dimostrazione di questo teorema è immediata: infatti se x non è divisibile per 3, scomposto in fattori primi, esso non contiene il fattore 3, pertanto, a maggior ragione, non contiene 9 = 32, e quindi non è divisibile per 9. 15 © 2010 RCS Libri S.p.A., ETAS - L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni - Corso di Matematica - Edizione mista capitolo 1 Gli insiemi e le relazioni. Elementi di logica Metodo per assurdo Supponiamo che si voglia dimostrare il teorema p ⇒ q La dimostrazione per assurdo consiste nel negare il teorema e arrivare con il ragionamento o alla negazione dell’ipotesi o alla negazione di una proposizione già conosciuta come vera. Poiché la teoria non può essere contraddittoria, si conclude che la negazione del teorema è falsa e quindi che l’enunciato p ⇒ q è vero. La contraddizione può consistere nella negazione di un assioma o di uno dei teoremi precedentemente dimostrati o della stessa ipotesi p. sempio 26 Dimostrare che se il quadrato di un numero naturale è pari allora anche il numero è pari. IPOTESI n 2 è pari (n ∈ 0) n è pari TESI Supponiamo per assurdo che il teorema non sia vero, cioè che n sia dispari, ma allora per il teorema dimostrato nell’esempio precedente sarebbe n 2 dispari, il che contraddice l’ipotesi fatta. Pertanto n è pari. Metodo del controesempio Questo metodo serve a dimostrare la falsità di un teorema. Infatti basta fare un esempio che ne provi la falsità per dimostrare che il teorema non sussiste. sempio 27 Consideriamo l’implicazione “Se il quadrato di un numero reale x è maggiore di x allora il numero x è maggiore di 1” che si può anche scrivere: x2 > x ⇒ x > 1 Per dimostrare che l’implicazione è falsa, basta trovare almeno un valore di x non maggiore di 1 il cui quadrato sia maggiore di x. Per x = –5 risulta: (–5) 2 = 25 > – 5 pertanto la proposizione è falsa. Si riconosce facilmente che la falsità può essere provata attribuendo a x qualsiasi valore negativo. Nel corso degli studi faremo uso di queste tecniche dimostrative e anche di altre, per esempio il metodo per ricorrenza, basato sul principio di induzione. 16 © 2010 RCS Libri S.p.A., ETAS - L. Lamberti, L. Mereu, A. Nanni - Corso di Matematica - Edizione mista