COMUNICATO STAMPA
Corporate Art
L’azienda come oggetto d’arte
26 giugno – 11 ottobre 2015
Inaugurazione giovedì 25 giugno, ore 18.00
Galleria nazionale di arte moderna e contemporanea
viale delle Belle Arti, 131 – Roma
“Il buon business è l’arte migliore”
Andy Warhol
La Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, in collaborazione con pptArt, prima piattaforma di
crowdsourcing di arte, e con LUISS Creative Business Center, ha lanciato un invito ad artisti e aziende per
un’esposizione sul tema Corporate Art volta a valorizzare la relazione tra il mondo del business e la creatività
artistica.
L’obiettivo dell’esposizione è quello di recuperare la tradizione di collaborazione e interazione tra i due mondi,
valorizzando i segnali recenti di una riscoperta delle potenzialità artistiche all’interno dei processi di marketing,
responsabilità sociale e comunicazione aziendale.
Molte aziende hanno risposto all’appello selezionando una o più collaborazioni con il mondo dell’arte aventi
per oggetto la Mission o la Corporate Image aziendale. La Galleria, in collaborazione con pptArt, ha
selezionato le proposte in base al valore artistico e alla rispondenza dell’opera d’arte con il DNA dell’impresa,
escludendo opere commissionate in un’ottica di mecenatismo che non hanno legami con l’immagine aziendale.
Tra le proposte selezionate segnaliamo le seguenti:
artisti storici italiani:
- L’immagine aziendale di Esso nelle opere di Afro Basaldella, Paolucci, Santomaso, Vespignani
- Le opere realizzate da Guttuso, Mafai, Paladino, Guzzi per arredare il caffè Strega di Via Veneto dove
nacque il Premio Strega
- Bacardi Martini con due cartelloni pubblicitari di Cappiello e Riccobaldi
artisti contemporanei internazionali
- Tre opere realizzate dall’artista neo-pop americano Romero Britto per Absolut Vodka
- Due gift card realizzate da Peter Max per American Express
- “The Turbine” del Corporate Artist inglese David Harber
artisti contemporanei italiani
- Una Vespa personalizzata dall’artista torinese Ugo Nespolo, realizzata in occasione della mostra “La Vespa
e il Cinema” organizzata dalla Fondazione Piaggio
- American Express con un’opera di Gianluigi Colin
- Cappelli di Borsalino dipinti a mano dall’artista Willow
- Una scultura luminosa di Marco Lodola per Fabbri
- Una Vespa dell’artista neo-pop Marcello Reboani, ideatore del concetto dei Must-Have
Tra le aziende partecipanti: American Express, Bacardi-Martini, Banca Ifis, Caffarel, ESSO, Perfetti,
Piaggio, Poste Italiane, Sisal, Strega, Telecom Italia.
Arte e business: un rapporto di amore-odio lungo un secolo
Nel pieno del fermento artistico degli anni 60, all’apice di un rapido sviluppo economico che aveva portato gli
Stati Uniti a diventare la prima potenza mondiale, Andy Warhol esprimeva la sua critica della società dei consumi
riproducendo in serie scatole di zuppa e confezioni di Corn Flakes. Avendo costruito il suo successo personale
sui meccanismi dei mass-media, Warhol sapeva apprezzare e riconoscere la complessità del mondo aziendale
tanto da affermare di aver iniziato la carriera come uno dei tanti “commercial artist” e di averla finita come
“business artist” di successo.
Prima della Pop Art, già all’inizio degli anni 20, in un contesto pervaso dall’entusiasmo per la nascente società dei
consumi e dalla ventata di creatività che la comunicazione aziendale stava introducendo nel mondo dell’arte, il
manifesto dada di Tristan Tzara affermava provocatoriamente che “anche la pubblicità e gli affari sono elementi
poetici”.
Una parabola, quindi, che si apre con l’entusiasmo dada e futurista per il mondo della pubblicità e si chiude,
mezzo secolo più tardi, con la Pop Art e la sua feroce critica della massificazione e del livellamento sociale.
Spenti ormai i fuochi e le passioni intorno alla società dei consumi e al sistema produttivo, oggi l’impresa è
tornata ad essere una scatola fredda e impersonale, relegata al ruolo di mecenate passivo di eventi culturali. Si è
andata progressivamente ampliando la contrapposizione tra l’arte, tempio indiscusso della libertà e della
creatività, e il mondo aziendale, arido tentativo della mente umana di introdurre un ordine razionale nel caos dei
mercati e dei desideri umani. Raramente si considera il business come una fonte di complessità e bellezza in
grado di fornire nuovi spunti all’arte stessa.
Il mondo dell’arte, nel rifiutare a priori questo confronto, si è privato di un interessante campo di esplorazione.
Press contacts
Chiara Stefani e Laura Campanelli
con Maria Elena Croci
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