24-25_ifom_2_SCI_dic15b.qxd 29-10-2013 15:30 Pagina 24 IFOM - ISTITUTO FIRC DI ONCOLOGIA MOLECOLARE Genetica dei tumori Un nuovo gene nel cancro al seno familiare Una ricerca che vede la collaborazione di IFOM e dell’Istituto nazionale tumori svela l’esistenza di un altro gene, oltre ai più noti BRCA 1 e 2, che predispone alla malattia. Aiuterà le donne con tanti casi in famiglia a capire se davvero sono a rischio 24-25_ifom_2_SCI_dic15b.qxd 29-10-2013 In questo articolo: genetica cancro al seno ereditarietà O a cura della REDAZIONE ltre ai ben noti BRCA 1 e 2, i ricercatori di IFOM, in collaborazione con quelli dell’Istituto nazionale tumori di Milano (INT), hanno identificato un altro gene legato alla predisposizione a sviluppare un cancro del seno. Si tratta del gene FANCM, le cui caratteristiche sono state descritte sulla rivista Human Molecular Genetics da Paolo Peterlongo di IFOM e da Paolo Radice dell’INT. Una mutazione di questo gene, già noto per il ruolo che svolge nell'anemia di Fanconi, una malattia ereditaria, consente infatti di identificare un nuovo gruppo di donne a rischio di carcinoma mammario. La scoperta contribuisce a chiarire che esistono altri geni che, oltre a BRCA 1 e BRCA 2, possono aumentare le probabilità di sviluppare un cancro del seno. I fattori genetici che sono stati scoperti fino a oggi spiegano circa la metà di tutti i casi di familiarità e i ricercatori proseguono in questa direzione per identificare le cause del restante 50 per cento dei casi con familiarità per la malattia. Le donne che risultano negative a uno dei test genetici possono invece risultare positive all'altro, con un'effettiva estensione della capacità di prevedere il rischio futuro. Pagina 25 una proteina non funzionante. Inoltre i dati ottenuti confrontando più di 8.600 donne affette da carcinoma mammario e 6.600 donne sane da vari Paesi europei suggeriscono che le donne portatrici della mutazione presentano un rischio di sviluppare il carcinoma mammario più elevato rispetto a quello della popolazione generale. L'esempio più noto di mutazione genetica che aumenta il rischio di ammalarsi è quello dei geni BRCA 1 e BRCA 2 che, se mutati, determinano una probabilità di sviluppare un cancro del seno nel corso della vita di circa il 60-80 per cento. Le mutazioni di questi geni sono relativamente frequenti e vengono identificate nel 10-20 per cento di tutte le donne colpite dalla malattia che si sottopongono al test genetico. L'identificazione di una mutazione BRCA consente di individuare i parenti a rischio aumentato (cercando la mutazione anche in loro) e quelli che hanno invece un rischio equivalente a quello della popolazione generale (ovvero coloro che non hanno la mutazione). Durante lo studio, i ricercatori hanno notato che proprio le donne negative al test BRCA possono essere portatrici del gene mutato FANCM. “Questo studio è stato realizzato grazie alla collaborazione di molti centri italiani e stranieri che hanno messo a disposizione dati ottenuti nell’ambito di diversi programmi di ricerca” spiega Paolo Peterlongo. “Per poter trasferire i risultati in ambito diagnostico saranno necessarie altre analisi per identificare ulteriori mutazioni nel gene, e nuovi dati Si scoprono nuovi fattori di rischio genetici DATI SU MIGLIAIA DI DONNE Lo studio, che è stato finanziato anche da AIRC, dimostra che una particolare mutazione del gene FANCM produce 15:30 IFOM, l’Istituto di oncologia molecolare che svolge attività scientifica d’avanguardia a beneficio dei pazienti oncologici è sostenuto dalla Fondazione italiana per la ricerca sul cancro-AIRC, attraverso lasciti testamentari (vedi p. 31). per determinare con più precisione il loro impatto sul rischio di sviluppare la malattia. In questo contesto risulta dunque importante che le persone che si sottopongono al test BRCA aderiscano ai programmi di ricerca dei maggiori centri oncologici nazionali che mirano all’identificazione di nuovi geni simili a quello identificato dal nostro gruppo di lavoro”. STRUMENTI INNOVATIVI La disponibilità di strumenti in grado di analizzare con grande rapidità e a basso costo l’intero assetto genetico di una persona aprono prospettive importanti anche sul piano della prevenzione e della diagnosi precoce, come spiega Paolo Radice. “Questa ricerca è un risultato importante della collaborazione che vede INT e IFOM impegnati insieme a studiare i fattori di rischio genetici nel cancro. I dati emersi aumentano le nostre conoscenze sui diversi geni che contribuiscono ad aumentare il rischio di sviluppare un carcinoma mammario. Senz'altro i geni BRCA 1 e BRCA 2 conferiscono la quota maggiore di rischio. È però possibile già oggi, grazie ai più recenti avanzamenti tecnologici, eseguire test che analizzano simultaneamente interi gruppi di geni di predisposizione al carcinoma della mammella, tra i quali in futuro potrebbe essere incluso FANCM. È importante sottolineare che, dal momento che il rischio dipende dal gene alterato e dalla mutazione identificata, è fondamentale che le persone che si sottopongono al test lo facciano esclusivamente previa consulenza genetica con uno specialista in grado di interpretarne i risultati”. DICEMBRE 2015 | FONDAMENTALE | 25