CAPITOLO QUARTO GLI ENTI FONDAMENTALI DELLA GEOMETRIA Carla Alberti Il problema della definizione e della dimostrazione in geometria La qualifica di «fondamentali» per alcuni enti di una geometria, in questo contesto la geometria piana euclidea, è relativa al fatto che tali enti sono quelli a cui tutti gli altri sono riconducibili, cioè stanno «a fondamento» della definizione di ogni altro «oggetto» della geometria. In quanto tali, essi non possono avere una definizione esplicita, per non dare luogo a catene infinite di definizioni oppure a circoli viziosi, come quello secondo cui una retta è un insieme di punti allineati in una stessa direzione e una direzione è individuata da una retta. I termini che designano gli enti fondamentali sono, pertanto, assunti come primitivi, nel senso che non viene formulata una definizione del loro significato, del tipo «un punto è …», ma vengono elencate la proprietà che regolano il loro comportamento reciproco e che sono assunte come punti di partenza, ipotesi di lavoro, senza alcuna necessità di dimostrazione. Queste «regole», come già detto nel Capitolo terzo, sono dette assiomi o postulati e qualificano la geometria come sistema assiomatico ipotetico deduttivo. Nel corso dei secoli che separano la stesura del primo trattato geometrico di carattere scientifico, gli Elementi di Euclide (IV sec. a.C.), e la sistematizzazione della geometria euclidea, ad opera di David Hilbert (1862-1943) in Grundlagen der Geometrie, seguita alla crisi dei fondamenti matematici (XIX sec.), è cambiato il modo di concepire sia gli enti primitivi sia gli assiomi, come si legge nelle pagine di Manara (1970, pp. XII-XIII): [...] gli Elementi di Euclide iniziano con la famosa frase: «Il punto è ciò che non ha parte». […] Molti sono coloro che hanno considerato questa frase come una definizione del punto, in linea con il canone classico che voleva che si definisse all’inizio di una teoria l’oggetto della teoria stessa. La trattazione di D. Hilbert inizia con […] la «spiegazione» che dice: «Consideriamo tre sistemi di oggetti: chiamiamo punti gli oggetti del primo sistema […], chiamiamo rette gli oggetti del secondo sistema, chiamiamo piani gli oggetti del terzo sistema. È evidente che in questa impostazione si rinuncia del tutto a precisare la natura delle cose che si prendono in considerazione […] all’inizio del discorso; essa viene precisata, ma non univocamente, dagli assiomi che Gli enti fondamentali della geometria 33 vengono enunciati e non dai nomi che vengono dati alle cose né da un richiamo alla esperienza ed alla realtà esteriore. […] Gli assiomi si accettano come assiomi geometrici in quanto suggeriti dalle osservazioni che noi facciamo nell’universo che [ci] circonda. Tuttavia non si accettano tali assiomi come imposti dalla realtà con una sua «evidenza» [come è, invece, nell’opera di Euclide], né si pretende con le proposizioni enunciate di esaurire tutta la possibile conoscenza della realtà fisica. I termini della geometria non relativi a relazioni o a enti primitivi vanno, invece, definiti esplicitamente, nel senso che, con termini di cui è già noto il significato, devono essere espresse le condizioni (proprietà, operazioni in senso generale, ecc.) necessarie e sufficienti per individuare gli oggetti geometrici da essi designati. La «minimalità» nella scelta dei concetti primitivi, degli assiomi e nella formulazione delle definizioni è una questione importante dal punto di vista matematico; in particolare, la riduzione al minimo degli elementi necessari per caratterizzare univocamente un ente geometrico è ciò che distingue una definizione da una generica descrizione. Per esempio, dicendo che un parallelogramma è un quadrilatero con i lati opposti paralleli e congruenti si formula una definizione sovrabbondante, quindi una descrizione della figura, in quanto è sufficiente richiedere che un quadrilatero abbia le coppie di lati opposti paralleli per dedurre che tali coppie sono anche congruenti. Analogamente a quanto detto per i termini, le proprietà geometriche non assunte come assiomi sono teoremi, quindi vanno dimostrate tramite processi logici deduttivi fondati sugli assiomi o su teoremi già dimostrati. Dal punto di vista didattico, alla scuola elementare non è proponibile agli alunni un approccio assiomatico alla geometria; tuttavia, l’insegnante deve operare scelte consapevoli che siano coerenti con un’assiomatica di riferimento, per non cadere in circoli viziosi, trascurare precedenze logiche, ignorare passaggi, concetti, relazioni, pretendere di definire tutto, ecc. In particolare, gli enti e le proprietà lasciati a livello intuitivo, con rimando diretto all’esperienza, sono quelli assunti, rispettivamente, come enti primitivi e assiomi nel processo di razionalizzazione del rapporto degli alunni con lo spazio circostante. Gli enti fondamentali della geometria euclidea piana Alla fine del XIX sec. il matematico Hilbert pubblicò l’opera Grundlagen der Geometrie, nella quale viene esposta la geometria euclidea in forma di sistema assiomatico ipotetico deduttivo, secondo l’accezione moderna del termine. Hilbert assume come concetti primitivi quelli relativi agli enti indicati dai termini «punto», «retta» e «piano» e alle relazioni di «appartenere», «stare fra» e «essere congruente». Gli assiomi che specificano il comportamento reciproco dei concetti primitivi sono divisi in cinque gruppi, dei quali si considerano solo le implicazioni per la geometria piana: 1. Assiomi di appartenenza: in base ad essi la retta viene univocamente individuata da due punti distinti, per cui due rette distinte nel piano o 34 NEL MONDO DELLA GEOMETRIA 2. 3. 4. 5. hanno un solo punto in comune, caso in cui si dicono rette incidenti, oppure non hanno alcun punto in comune. Due rette prive di punti in comune o coincidenti sono dette rette parallele. Assiomi di ordinamento: essi rendono possibile l’ordinamento dei punti di una retta in due modi (versi) tra loro opposti; tale ordinamento consente di caratterizzare l’illimitatezza di una retta e di dimostrare che essa ha infiniti punti; inoltre, assiomaticamente viene introdotto anche un ordinamento nel piano. Tenendo conto sia degli assiomi di ordinamento che di quelli di appartenenza, si definiscono i segmenti, le semirette, gli angoli, i semipiani, le spezzate, le poligonali e i poligoni. Assiomi di congruenza: essi caratterizzano come relazione di equivalenza la congruenza tra segmenti, fondante il concetto di lunghezza, la congruenza tra angoli, da cui deriva il concetto di ampiezza, e la congruenza tra poligoni, riconducibile a quella tra segmenti e tra angoli. In particolare, la congruenza tra angoli consente di definire l’angolo retto, come l’angolo congruente al proprio adiacente, e, quindi, la perpendicolarità tra rette incidenti. Inoltre, si possono dimostrare risultati notevoli relativi ai triangoli, come i criteri di congruenza e le relazioni tra i lati e gli angoli (per esempio, il fatto che in un triangolo il lato maggiore è opposto all’angolo maggiore). Assioma della parallela: l’esistenza di rette parallele a una retta data dipende dal primo gruppo di assiomi; l’unico assioma di cui è costituito il quarto gruppo è quello che garantisce l’unicità della parallela a una retta per un punto dato. Si tratta di un assioma importante che caratterizza la geometria euclidea e dal quale dipendono molte proprietà notevoli di tale geometria, come il fatto che la somma degli angoli interni di un triangolo è un angolo piatto. La negazione logica dell’assioma della parallela, quindi la proposizione secondo cui, data una retta r e un punto P, esistono almeno due rette parallele a r e passanti per P, è a sua volta un assioma di una particolare geometria non euclidea, la geometria iperbolica, nella quale si dimostra, per esempio, che la somma degli angoli interni di un triangolo non è costante, ma in ogni caso è minore di un angolo piatto. Un’altra geometria non euclidea è la geometria ellittica, nella quale si assume come assioma la non esistenza di rette parallele a una retta data; ne consegue, tra l’altro, che la somma degli angoli interni di un triangolo non è costante, ma è comunque maggiore di un angolo piatto. Un modello di geometria ellittica è quella che si ha sulla sfera, dove si denominano rette i meridiani. Assiomi di continuità: si tratta degli assiomi che formalizzano l’intuizione secondo cui una retta è priva di «buchi», può essere tracciata «senza staccare la matita dal foglio». Nella mappa concettuale seguente sono rappresentati alcuni nodi concettuali relativi alla geometria euclidea piana e i loro legami; il riferimento assiomatico è quello sinteticamente descritto nel presente paragrafo, per cui si considerano primitivi i concetti di punto, retta e piano. Gli enti fondamentali della geometria 35 M APPA CONCETTUALE DEGLI ENTI FONDAMENTALI DELLA GEOMETRIA EUCLIDEA PIANA relazioni possono essere direzione induce una relazioni di equivalenza relazioni d’ordine definisce a cui appartengono parallelismo con relazione di perpendicolarità formate da RETTE incidenza PUNTI PIANO su cui è definito su cui è definito caratterizzate da verso ordinamento induce induce continuità infinità di punti illimitatezza orientamento consente dà significato tra congruenza spezzate SEGMENTI partizione di una retta partizione di un piano in in regioni piane semirette in tra cui poligonali caratterizzati da caratterizzate da limitatezza definiscono tra illimitatezza in un solo verso POLIGONI hanno racchiuse da NEL MONDO DELLA GEOMETRIA semipiani definiscono ANGOLI tra 36 tra cui SCHEDA n. 23 Osserviamo e riflettiamo ANGOLO O NON ANGOLO? 7.1.1 L’angolo come coppia di semirette con l’origine in comune Osserva le coppie di semirette disegnate e completa la tabella. Ogni semiretta ha origine nel punto contrassegnato da una lettera. Sono lati di un angolo? Semirette S G F T H C • Hai sempre risposto in modo affermativo alla domanda? ..................... Se no, per quale motivo? .......................................................................................................................................................................................................................................................... • Una coppia di semirette con l’...................................................... in comune forma un ...................................................... © 2003, C. Colombo Bozzolo e A. Costa (a cura di), Nel mondo della geometria – volume 2, Trento, Erickson 137 SCHEDA n. 24 Osserviamo e riflettiamo GIOCHI IN CORTILE 7.1.1 L’angolo come coppia di semirette con l’origine in comune In una scuola materna si devono organizzare dei giochi per la festa di fine anno. Si decide di suddividere lo spazio del cortile in alcune zone a partire dalla quercia çQ). Ogni zona verrà assegnata a una delle squadre che parteciperà ai giochi. Ecco il progetto. 2 1 Q 4 3 La zona indicata con il numero 1 è stata assegnata ai LEPROTTI, la zona con il numero 2 agli SCOIATTOLI, la zona con il numero 3 alle FARFALLE e la zona con il numero 4 alle TARTARUGHE. Ritaglia i simboli delle squadre riportati a lato del progetto e collocali nelle zone ad essi corrispondenti. Osserva la zona numero 4: essa rappresenta un angolo formato da una coppia di ........................................................................ con l’origine nel punto .....................; il simbolo della squadra è collocato nella regione ................................................... Puoi dire la stessa cosa per ognuna delle altre zone? ..................... 138 © 2003, C. Colombo Bozzolo e A. Costa (a cura di), Nel mondo della geometria – volume 2, Trento, Erickson SCHEDA n. 25 a Osserviamo e riflettiamo 7.1.2 L’angolo come rotazione di una semiretta intorno alla sua origine LA FORTUNA NELLA RUOTA Piero è entusiasta di un gioco televisivo e vuole predisporne uno simile per divertirsi con gli amici. Il gioco consiste nel lanciare un dado e far ruotare la lancetta in modo da raggiungere lo «spicchio» indicato dalla faccia del dado. Ad ogni spicchio corrisponde un premio. Daniele ha ottenuto il punteggio 5 e Piero 2. 2 3 6 1 5 4 Indica con una freccia gialla una possibile rotazione effettuata dalla lancetta per entrare nello «spicchio» 5 e con una rossa quella per entrare nello «spicchio» 2. Confronta il tuo lavoro con quello di un tuo compagno. Cosa noti? ........................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................................. © 2003, C. Colombo Bozzolo e A. Costa (a cura di), Nel mondo della geometria – volume 2, Trento, Erickson 139 SCHEDA n. 2 5b Osserviamo e riflettiamo 7.1.2 L’angolo come rotazione di una semiretta intorno alla sua origine LA FORTUNA NELLA RUOTA Aldo e Giorgio hanno totalizzato entrambi il punteggio 5. Ecco rappresentato come ognuno di loro ha proceduto per entrare nello «spicchio» 5. Rotazione effettuata da Aldo Rotazione effettuata da Giorgio 2 3 6 1 5 4 Aldo e Giorgio hanno proceduto entrambi correttamente? ..................... Discutine con i compagni e con l’insegnante. 140 © 2003, C. Colombo Bozzolo e A. Costa (a cura di), Nel mondo della geometria – volume 2, Trento, Erickson Osserviamo, riflettiamo e rappresentiamo SCHEDA n. 26 7.1.2 L’angolo come rotazione di una semiretta intorno alla sua origine ANGOLI E REGIONI ANGOLARI Osserva nei due riquadri le regioni angolari evidenziate e completa le frasi. G G F A V F A C B V E C B E D D I punti ............................................................................ sono INTERNI alla regione angolare. I punti ............................................................................ sono INTERNI alla regione angolare. I punti ............................................................................ sono ESTERNI alla regione angolare. I punti ............................................................................ sono ESTERNI alla regione angolare. Che cosa noti? ....................................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................................................. • Disegna un angolo. • Evidenziane la regione angolare. • Colloca almeno tre punti interni e due punti esterni alla regione da te indicata. © 2003, C. Colombo Bozzolo e A. Costa (a cura di), Nel mondo della geometria – volume 2, Trento, Erickson 141 SCHEDA n. 27 Osserviamo e riflettiamo 7.1.3 L’angolo come cambiamento di direzione LA PASSEGGIATA DI ANDREA Quello che vedi sotto rappresentato è il percorso compiuto da Andrea per recarsi al parco giochi. B D E A C Quanti cambiamenti di direzione ha effettuato Andrea? ..................... In B vedi messo in evidenza il primo cambio di direzione e l’angolo da esso determinato. Ora procedi tu allo stesso modo evidenziando gli angoli che si formano ad ogni cambio di direzione. 142 © 2003, C. Colombo Bozzolo e A. Costa (a cura di), Nel mondo della geometria – volume 2, Trento, Erickson