Chimica di Coordinazione Esercitazioni 1 Campo debole dn Config. d1 t2g1 d2 2 t2g d3 t2g d4 t2g3eg1 t2g3eg2 t2g4eg2 t2g5eg2 t2g6eg2 t2g6eg3 t2g6eg4 d5 d6 d7 d8 d9 d10 3 Campo forte Unpaired electrons CFSE Config. 1 -4Dq t2g1 1 -4Dq -8Dq 2 2 -8Dq 3 3 -12Dq 4 2 3 -12Dq t2g t2g Unpaired CFSE electrons 4 -6Dq t2g 2 -16Dq+P 5 0Dq t2g5 1 -20Dq+2P 4 -4Dq t2g6 0 -24Dq+2P 3 -8Dq 1 -18Dq+P 2 -12Dq 2 -12Dq 1 -6Dq 1 -6Dq 0 0Dq t2g6eg1 t2g6eg2 t2g6eg3 t2g6eg4 0 0Dq Nota: le energie di appaiamento P non sono espresse in base al numero assoluto di elettroni appaiati ma dalla variazione nell’appaiamento passando dalla situazione di campo debole a quella di campo forte. 2 Misure di magnetismo 3 Correlazioni tra il parametro 10Dq e i dati sperimentali Il parametro 10Dq serve a correlare le proprietà magnetiche, spettroscopiche e termodinamiche dei complessi. Calcoli di energia reticolare su alogenuri mostrano discrepanze per effetto della CFSE. Da CaII a ZnII ci si aspetta una graduale crescita derivante dalla diminuzione del raggio ionico. In realtà, mentre per gli ioni CaII (d0), MnII (d5 campo debole) e ZnII (d10) l’andamento è quasi rettilineo poiché non subiscono stabilizzazione ad opera del campo cristallino (CFSE = 0), per gli altri ioni vi sono deviazioni che sono massime nell’intorno di VII (d3) e di NiII (d8) (CFSE = -12Dq, curva a doppio massimo). 4 Spettroscopia di fotoelettroni 5 6 7 Correlazione tra termini: in un campo ottaedrico i termini di un atomo isolato si separano e vengono etichettati in base alla loro simmetria 8 9 Fattori che influenzano il parametro 10Dq: serie spettrochimica dei leganti Combinando le informazioni da diversi complessi con diversi metalli si possono disporre i leganti nell’ordine: I- < Br- < S2- < SCN- < Cl- < NO3- < F- < OH< ox2- < H2O < NCS- < CH3CN < NH3 < en < bipy < phen < NO2- < CN- < CO (ox = ossalato, en = etilendiammina, bipy = 2,2’-bipiridina, phen = o-fenantrolina) La serie spettrochimica non si può razionalizzare con il modello elettrostatico della teoria del campo cristallino. Es: OH- (anione) < H2O (molecola neutra) H2O (più polare) < NH3 (meno polare) 10 11 Fattori che influenzano il parametro 10Dq: serie spettrochimica dei leganti Sperimentalmente si osserva quanto segue: Colore assorbito Lunghezza d’onda assorbita giallo violetto 430 nm [Co(NH3)5 arancio blu-verde 470 nm [Co(NH3)5H2O]3+ rosso verde-blu 500 nm porpora giallo-verde 530 nm verde rosso 680 nm Complesso Colore osservato [Co(NH3)6]3+ NCS]2+ Cl]2+ [Co(NH3)5 ]+ trans-[Co(NH3)4Cl2 Si deduce che il valore di 10Dq diminuisce nell’ordine: NH3 > NCS- > H2O > Cl(Ovvero, più piccolo è il valore 10Dq, maggiore è la lunghezza d’onda della luce assorbita) 12 Fattori che influenzano il parametro 10Dq: serie spettrochimica dei metalli Stato di ossidazione dello ione metallico. La carica ionica del metallo ha una diretta influenza su 10Dq. Ciò deriva dalla natura stessa del modello elettrostatico del campo cristallino. Maggior carica ionica implica attrazione maggiore dei leganti e quindi maggior effetto di perturbazione sugli orbitali d. Natura dello ione metallico. All’interno di una serie di transizione le differenze non sono molto grandi, mentre notevoli variazioni si hanno passando alle serie successive 3d → 4d → 5d. Nel passaggio Cr → Mo o Co → Rh il valore di 10Dq cresce di ~50%. I valori per i complessi di Ir sono ~25% maggiori che per il Rh. Questo andamento si può attribuire al più forte legame metallo-legante con gli orbitali più espansi 4d e 5d rispetto ai più compatti 3d. Come conseguenza principale i complessi 4d e 5d sono quasi esclusivamente a basso spin. 13 Fattori che influenzano il parametro 10Dq: serie spettrochimica dei metalli In definitiva: 1. 10Dq cresce al crescere del numero di ossidazione 2. 10Dq cresce scendendo lungo un gruppo. Approssimativamente: MnII < NiII < CoII < FeII < VII < FeIII < CoIII < MnIV < MoIII < RhIII < RuIII < PdIV < IrIII < PtIV 14 Complessi distorti tetragonalmente: effetto Jahn-Teller Campo debole (alto spin) Campo forte (basso spin) Il numero diverso di elettroni in orbitali degeneri richiede che venga rimossa la degenerazione. Il singolo elettrone può trovarsi 1) nel dz2: i legami tra il metallo e i due leganti lungo z saranno indeboliti rispetto agli altri quattro (2 lunghi e 4 corti); 2) nel dx2-y2: i legami tra il metallo e i quattro leganti nel piano xy saranno indeboliti rispetto agli altri due (4 lunghi e 2 corti). 15 Il termine fondamentale Solitamente tutto ciò che si vuole conoscere è l’identità del termine fondamentale. In questo caso il procedimento può essere semplificato: 1. Individuare il microstato con valore massimo di MS. 2. Individuare il valore massimo permesso di ML per la molteplicità massima. 16 17 18 Serie nefelauxetica: le repulsioni elettrone-elettrone sono minori nei complessi che negli ioni liberi a causa della maggiore delocalizzazione elettronica Il parametro nefelauxetico è I valori di β dipendono dalla natura dello ione metallico e del legante. Un valore piccolo di β indica carattere covalente del legame. Più il legante è soft e più il parametro β è piccolo. 19 Transizioni LMCT Cadono nella regione visibile dello spettro (responsabili del colore intenso di molti complessi). In genere: 1. Il metallo ha orbitali vuoti o scarsamente popolati di bassa energia e quindi alto numero di ossidazione (Es: MnO4-) 2. I leganti possiedono coppie solitarie di energia relativamente alta (Es: S, Se) 3. La posizione delle bande può essere parametrizzata in termini di elettronegatività ottiche. Se la transizione finisce in un orbitale eg si aggiunge ΔO e se comporta il popolamento di un orbitale che già contiene un elettrone si aggiunge l’energia di appaiamento. 20 21 22 23 24 25 5 26 27 Stabilità dei cluster La stabilità dei composti e l’entità delle costanti di forza indicano che c’è un aumento della forza del legame M-M spostandosi verso il basso in un gruppo, forse a causa della maggiore estensione degli orbitali d nelle serie 4d e 5d. Il contrario avviene nel blocco p. 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 250 nm 43