LA FIBRILLAZIONE ATRIALE La fibrillazione atriale (FA) è l’aritmia più frequente ed è caratterizzata da palpitazioni, irregolarità del battito cardiaco, fatica di respiro, ridotta tolleranza anche a piccoli sforzi. Non raramente però questa aritmia è silente e quindi non è possibile sapere la sua epoca d’insorgenza. Nei casi più gravi l’aritmia esordisce con un accidente cerebrale (ICTUS CEREBRALE). Più di 500.000 di italiani soffrono di Fibrillazione Atriale; in Italia si registrano 40.000 nuovi casi all’anno. Il 9% della popolazione oltre gli 80 anni ne è afflitta. La FA è rara nelle persone giovani. Solitamente non è pericolosa per la vita se adeguatamente trattata; può essere responsabile di Ictus cerebrale tromboembolico e scompenso cardiaco e quindi essere correlata con un’importante morbilità e mortalità. Fattori di Rischio per Fibrillazione Atriale Età Il rischio di sviluppare FA aumenta con l’età. Con l’età cambiano infatti le proprietà elettriche e la struttura dell’atrio. Questo fenomeno può portare alla perdita del normale ritmo cardiaco. Malattie cardiache Tutti i soggetti affetti da cardiopatia, incluso disfunzioni valvolari, storia di angina, chirurgia cardiaca, scompenso di cuore hanno un rischio aumentato di sviluppare una fibrillazione atriale. La Sindrome Coronarica Acuta può scatenare una FA ma in altri casi l’aritmia ad alta frequenza può essere il trigger per l’ischemia acuta (a volte come si dice “non si sa se nasca prima l’uovo o la gallina”). Altre malattie croniche Pazienti con patologia tiroidea, ipertensione arteriosa, apnee notturne, obesità ed altre malattie croniche hanno un rischio maggior di sviluppare FA. Uso di alcoolici L’uso di alcool, soprattutto superalcoolici, può scatenare crisi di fibrillazione atriale. Familiarità Alcune famiglie hanno un maggior rischio di sviluppare FA. In alcuni di questi casi sono stati identificati specifici geni che possono favorire lo sviluppo dell’aritmia. Fibrillazione Atriale: esami diagnostici Elettrocardiogramma (ECG) Permette di fare la diagnosi dell’aritmia se quest’ultima è presente al momento della registrazione. L’Ecg da sforzo può essere indicato, se si ha un buon controllo della frequenza cardiaca, per la ricerca di ischemia miocardica e quindi decidere l’eventuale terapia con betabloccante o farmaci antiaritmici del gruppo IC. In altri casi il test è necessario per valutare la correlazione tra sforzo ed insorgenza dell’aritmia. Holter monitor Permette il monitoraggio del ritmo cardiaco e la frequenza cardiaca per 24 o 48 ore attraverso un registratore collegato al torace con degli elettrodi. E’ utile per identificare la diagnosi quando i sintomi sono frequenti e di breve durata o per la ricerca dell’aritmia nei pazienti asintomatici. Event recorder E’ simile ad un registratore holter ma viene attivato dal paziente solo in presenza dei sintomi. La durata della registrazione può pertanto essere maggiore (anche un mese). E’ indicato quanto i sintomi sono poco frequenti. Ecocardiogramma E’ un esame che ricostruisce un’immagine anatomica e funzionale del cuore. E’ utile per evidenziare eventuali anomalie strutturali cardiache (dimensioni e volume atrio sinistro, contrattilità e Frazione d’Eiezione del ventricolo sinistro). Test ematici Aiutano nella diagnosi di malattia tiroidea o a rilevare quelle alterazioni che possono favorire la comparsa di fibrillazione atriale (squilibri elettrolitici) Stratificazione del Rischio Tromboembolico Esistono dati controversi per l’indicazione alla terapia anticoagulante specialmente per i pazienti a rischio intermedio di tromboembolismo. Attualmente i fattori di rischio che predicono un evento trombo embolico sono: un pregresso stroke o un TIA, quadro clinico di Scompenso cardiaco o severa disfunzione ventricolare sinistra, ipertensione arteriosa, età di almeno 75 anni e diabete mellito. Le nuove Linee Guida della Società Europea di Cardiologia, pubblicate a settembre 2010, suggeriscono di modificare l’acronimo CHADS2 a CHA2DS2-VASc attribuendo a ciascuno 1 punto (C= Scompenso Cardiaco 1 punto; H= Ipertensione Arteriosa 1 punto; A2: età 65-75 anni 1punto e oltre75 anni 1 punto; D= diabete 1 punto e S2= pregresso Ictus 2 punti e VASc 1 punto). Per VASc si comprendono una patologia vascolare, un pregresso infarto o aneurisma. Il Rischio Tromboembolico annuale viene stimato dalla loro somma di questi punti: Proposta di Strategia Terapeutica nella Fibrillazione Atriale Persistente Obiettivi strategici: A) Controllare la frequenza ventricolare media senza perseguire l’obiettivo del ripristino del ritmo sinusale o del suo mantenimento B) Prevenzione del Tromboembolismo con la terapia antitrombotica C) Ripristino del ritmo sinusale Controllo della frequenza ventricolare Il controllo della frequenza ventricolare (valore medio compreso fra 60-80 battiti/minuto) si ottiene con beta-bloccanti, calcio-antagonisti (verapamile o diltiazem) e digossina impiegati singolarmente o in varie associazioni. In rari casi può essere indicato anche l’amiodarone per via orale. Nei pazienti (generalmente anziani) con frequenza ventricolare elevata, resistente a più farmaci, che genera una tachicardiomiopatia con scompenso cardiaco è indicata la radioablazione del nodo atrio-ventricolare ed impianto di pace-maker. La prevenzione delle complicanze tromboemboliche Per il basso rischio (CHA2DS2-VASc 0-1) è indicata la terapia antitrombotica con Aspirina con posologia variabile tra 81mg- 325 mg/die. Nei pazienti con rischio intermedio (CHA2DS2-VASc con punti 2) è già indicata la profilassi tromboembolica con dicoumarolici con un valore di INR compreso tra 2,03,0. Ovviamente nei pazienti con rischio elevato (CHA2DS2-VASc con punti 3-9) la terapia anticoagulante è indispensabile. E’ chiaro che chi ha nell’anamnesi un pregresso ictus (CHA2DS2-VASc= punti 2) ha una netta indicazione alla terapia anticoagulante. Il diagramma mostra che con valori di INR (International Normalized Ratio) compreso tra 2,0-3,0 il rischio tromboembolico da fibrillazione atriale è ridotto al minimo e contemporaneamente si ha la più bassa incidenza di complicanze emorragiche che invece aumenterebbero esponenzialmente con valori di INR superiori. I pazienti con Fibrillazione Atriale e con protesi valvolare devono avere un range terapeutico più alto e correlato al tipo di protesi (meccanica o biologica)e comunque un INR target almeno di 2,5. Lo stesso schema terapeutico anticoagulante va adottato anche nei pazienti con Flutter Atriale. Cardioversione Farmacologica della Fibrillazione Atriale Parossistica Il paziente con Fibrillazione Atriale Parossistica deve essere trattato al Pronto Soccorso (Cardiologico) e la Cardioversione Farmacologica può essere ottenuta con: FLECAINIDE o PROPAFENONE somministrati endovena. Nei pazienti con associato Scompenso Cardiaco va scelto l’Amiodarone endovena poiche’ gli antiaritmici di classe IC (Flecainide, Propafenone ed Ibutilide) sono controindicati per un rischio di effetto proaritmico. Una singola dose per via orale di Flecainide o Propafenone (pill in the pocket) va scelta solo in pazienti selezionati e che già in precedenza sono stati trattati con quell’antiaritmico in Ospedale e non hanno presentato effetti indesiderati. Terapia di mantenimento del Ritmo Sinusale La scelta dell’antiaritmico da impiegare nel lungo termine deve tener conto della cardiopatia di base, dei potenziali effetti indesiderati e dell’interazione con altri farmaci. 1) Amiodarone: dose giornaliera di 100-400 mg. E’ l’antiaritmico più efficace ma nel lungo periodo causa frequenti effetti collaterali dovuti al suo depositarsi nei tessuti (fotosensibilità, distiroidismo, fibrosi polmonare ed epatossicità). 2) Disopiramide: 400-750 mg /die. Effetti indesiderati: tachicardia ventricolaretorsione di punta, ritenzione urinaria, glaucoma, Scompenso Cardiaco, secchezza delle fauci. 3) Flecainide: 100-300 mg/die. Tachicardia ventricolare, conversione a flutter atriale ad alta frequenza di conduzione ( per questo è vantaggioso associare un betabloccante). 4) Propafenone: 450-900 mg/die. Gli stessi effetti indesiderati della Flecainide. 5) Sotalolo: 160-320 mg/die. Effetti collaterali: Torsioni di punta. Precipita Scompenso Cardiaco. Accentua il broncospasmo nei pazienti con BPCO. L’associazione di un basso dosaggio di Flecainide (50 mg x 2/die) con un betabloccante (metoprololo, bisoprololo o atenololo) può essere molto efficace minimizzando gli effetti indesiderati. La flecainide può essere dosata nel sangue e questo è utile per determinare qual è la minima dose efficace per ogni paziente. 6 ) Da pochi mesi abbiamo a disposizione un nuovo farmaco per prevenire la Fibrillazione Atriale: è il DRONEDARONE (nome commerciale MULTAQ). Questo farmaco ha alcune proprietà simili all ‘Amiodarone ma ha il vantaggio di non contenere IODIO che è la causa della tossicità tiroidea del vecchio farmaco. Il Dronedarone negli studi controllati è risultato meno efficace dell’amiodarone nel prevenire le recidive di Fibrillazione Atriale però ha dato risultati clinici positivi riducendo la mortalità totale. Al momento il MULTAQ è indicato nei pazienti che hanno manifestato danni tiroidei da Amiodarone o hanno disfunzioni tiroidee. Questo farmaco deve essere assunto 2 volte al giorno e dopo il ripristino del ritmo sinusale con Cardioversione elettrica o farmacologica. Gli eventuali effetti collaterali di questo nuovo farmaco andranno attentamente valutati con particolare attenzione alla funzionalità del fegato. Il Multaq viene dispensato con Piano Terapeutico formulato dal Cardiologo. Fibrillazione Atriale secondaria ad Ipertiroidismo Il trattamento di prima scelta è il beta-bloccante con l’obiettivo di controllare la frequenza cardiaca. In alternativa va impiegato un calcio-antagonista come verapamile o diltiazem. E’ sempre necessaria la profilassi tromboembolica con dicoumarolico con INR tra 2,0-3,0. Quando la funzione tiroidea torna normale la profilassi trombo embolica è la stessa dei pazienti senza ipertiroidismo. Fibrillazione Atriale in Gravidanza La digossina, i beta bloccanti e i calcio-antagonisti non-diidropiridinici sono indicati per il controllo della frequenza cardiaca della fibrillazione atriale durante la gravidanza. La terapia anticoagulante è raccomandata per la profilassi trombo embolica ma occorre tener conto dei vari trimestri della gravidanza per l’effetto teratogeno ed embriopatico dei dicoumarolici che dovranno essere sostituiti dall’eparina a basso peso molecolare. Fibrillazione Atriale e Miocardiopatia Ipertrofica I pazienti con cardiomiopatia ipertrofica che si complica con la Fibrillazione Atriale devono essere sottoposti a terapia anticoagulante orale con target dell’INR tra 2,0-3,0. La terapia-profilassi antiaritmica delle recidive può risultare efficace con l’associazione diisopiramide e beta-bloccante o verapamile /diltiazem oppure l’amiodarone da solo. Fibrillazione Atriale e BPCO Nei pazienti che presentano un evento polmonare acuto o una riacutizzazione di una BPCO è opportuno correggere l’ipossiemia acuta e l’acidosi. La frequenza cardiaca andrà controllata con il verapamile o diltiazem. I beta-bloccanti, il sotalolo, il propafenone e l’adenosina non sono indicati. Radioablazione della Fibrillazione Atriale L’ablazione della fibrillazione atriale mediante l’erogazione diretta di energia a radiofrequenza è una tecnica terapeutica promettente che può trovare applicazione clinica nei pazienti resistenti alla terapia farmacologica o alla cardioversione elettrica. I risultati però non sempre convincenti sia per quanto riguarda la percentuale di successo immediato, le frequenti recidive con necessità di ripetere la procedura 1-2 volte, continuando la terapia-profilassi con 1-2 antiaritmici. Inoltre rimane aperto il problema se continuare o no la terapia anticoagulante. Al momento le Linee Guida della Società Europea di Cardiologia suggeriscono di riservare questa procedura ai pazienti molto sintomatici e resistenti ai vari trattamenti. Presento alcune domande che vari pazienti mi hanno inviato relativi alla Fibrillazione Atriale; sintomi, diagnosi e terapie. Fibrillazione atriale e terapia con il cordarone segnalo di aver avuto due recidive di fap a distanza di tre anni una dall' altra, prima di allora ero in terapia con tenormin 100mg/g,vitoryn 10/20, ziloric 300mg,dal secondo episodio di fap cardioversione con almaritm per endovena. in ospedale mi e' stato tolto il tenormin e dato cordarone e micardis plus12/40, non contento sopratutto dopo essermi documentato degli effetti collaterali del cordarone, dopo consulto altro cardiologo, mi dice di sospendere il cordarone e prendere al momento del bisogno una compressa e mezzo di almaritm 100 mg associato ad una puntura di ARIXTRA 2.5MG/0.5ML e se la crisi non passa dopo qualche ora recarsi al pronto soccorso. le terapie per pressione e col +ur sono rimaste le stesse, non riscontrate patologie cardiache o altre, solo in stato dismetabolico, colesterolo ed acido urico alti, consiglia visita gastroenterologo con gastroscopia, non ho nessun sintomo che possa pensare a problemi gastrici. il vostro consiglio su quale terapia e' piu' adeguata o debbo fare altri consulti? grazie per il vs interessamento Risposta Il rischio più importante in presenza di fibrillazione atriale è quello legato alla possibilità di ictus cerebrale. Dal momento che non viene da lei menzionata terapia per la profilassi di tale evenienza, in base alle Sue caratteristiche cliniche è consigliabile almeno terapia con CARDIOASPIRINA una cp al giorno.Se però lei ha più di 65 anni e visto che l’ipertensione arteriosa ha un punteggio CHA2DS2-VASc di almeno 2 punti e quindi sarebbe indicata la terapia anticoagulante cn Coumadin (ne par.li con il suo Medico) Per quanto riguarda la profilassi degli episodi di fibrillazione atriale, visto il basso numero di recidive aritmiche NON appare consigliabile terapia con amiodarone (Cordarone), farmaco efficace ma gravato da pesanti effetti collaterali. Concordo sulla possibilità di assumere un farmaco antiaritmico alla comparsa dell'aritmia, ma questa strategia deve essere dapprima testata in ambiente protetto, cioè in ospedale, perchè potrebbero verificarsi effetti collaterali anche gravi. Pertanto, in caso di episodio aritmico prolungato, le consiglio di recarsi al PS e successivamente valutare con il cardiologo di fiducia la necessità di un trattamento antiaritmico profilattico a lungo termine. Mantenga i valori di pressione arteriosa al di sotto di 140/90 mmHg e i valori di colesterolo LDL al di sotto di 100 mg/dl. Cordiali saluti. Fibrillazione atriale - per quanto tempo si deve prender anticoagulante Sono una Signora tedesca di 67 anni, vivo a Roma. Alla fine di Settembre 2010 ho avuto per la prima volta Fibrillazione atriale. Prendo da Settembre Coumadin 5 MG. La mia domanda: Per quanto tempo devo prendere ancora Coumadin? Cortesi saluti MM. Risposta Il farmaco che lei sta facendo serve a prevenire la possibilità di formazione di coaguli all'interno del suo cuore che potrebbero andare in circolo e causare danni alla circolazione arteriosa (in particolare è temibile l'ictus). Questo accade più facilmente quando gli atri si contraggono in maniera irregolare come accade durante una fibrillazione atriale. Questa è la motivazione per cui le è stato consigliato il farmaco. E' facilmente comprensibile che debba essere mantenuto in maniera indeterminata, perchè crisi di fibrillazione atriale potrebbero ripetersi in futuro e il rischio di trombo embolie aumenta con il crescere dell’età del paziente. Fibrillazione Atriale Salve, sono un uomo di 39 anni, ho avuto da circa un mese un episodio di fibrillazione atriale (questo è il secondo in sette anni) rientrata dopo tre giorni con i farmaci. Ho fatto un ecocolordoppler cardiaco da cui risulta una moderata dilatazione dell'atrio sinistro e ho fatto anche l'Holter in cui sono stati riscontrati isolati battiti ectopici sopraventricolari e rarissimi battiti ectopici ventricolari di due morfologie; l' ECG risulta normale, il medico dice che non mi devo preoccupare. A tutt'oggi comunque assumo il COUMADIN. Preciso che a volte ho delle fitte al petto nei pressi del capezzolo sinistro, come se me lo strizzassero forte, mi gira contemporaneamente la testa e a volte mi viene il mal di stomaco..Mi hanno consigliato una gastroscopia. Premetto anche che sono un poco iperteso e che assumo il KARVEA giornalmente. Vorrei sapere a cosa vado incontro e se devo preoccuparmi. Vorrei anche sapere se posso viaggiare in aereo visto che assumo gli anticoagulanti oppure se è sconsigliato, premetto che il viaggio è della durata di circa un ora e mezza, GRAZIE. Risposta Mi sembra che il quadro che lei descrive non debba suscitarle particolari preoccupazioni. Le "fitte" che lei descrive non sembrano in relazione con l'aritmia che ha avuto e, in generale, non sembrano di natura cardiaca. Mi sembra che la terapia antiipertensiva che assume, se efficace nel controllo della pressione arteriosa, sia razionale. Non mi risulta che ci siano controindicazioni ai viaggi in aereo. Se ha avuto due soli episodi di fibrillazione atriale in sette anni, se l'Holter ha dimostrato ritmo sinusale stabile e se non ha più avvertito palpitazioni, dopo 4 settimane di anticoagulazione, discuterei col suo cardiologo la possibilità di sospendere il Coumadi e continuando solo la Cardioaspirina.. fibrillazione atriale quali sono le cause della fibrillazione atriale? Risposta Sono molte e non tutte conosciute. Una fibrillazione atriale si rileva in corso di malattie degenerative dell'atrio sinistro che si accompagnano anche alla semplice vecchiaia, valvulopatie, alterazioni del funzionamento della tiroide, malattia coronarica, malattie del pericardio, etc. Tutte queste cause facilitano-causano la fibrillazione atriale favorendo una attività elettrica incoordinata a livello dell'atrio con conseguente disturbo del ritmo. La fibrillazione atriale riduce il “rendimento” del cuore ,come pompa, di circa il 25% e per questo il paziente può avvertire stanchezza o minor resistenza allo sforzo. Fibrillazione atriale e cardioversione elettrica Sono un soggetto maschio di anni 52 alto 180 cm ca. per una massa corporea di 125 Kg ca. affetto dal 2002 da fibrillazione atriale. Si parlava, in questi giorni, con il cardiologo, di tentare una cardioversione elettrica. Quali rischi comporta tale intervento? Esiste solo la cardioversione elettrica oppure vi è qualche altro metodo per intervenire? Grazie Risposta La cardioversione consiste nell’erogare una scossa elettrica attraverso un’apposita apparecchiatura appoggiata sul torace; poiché la procedura è dolorosa, richiede una breve anestesia generaleLa La cardioversione ha un largo margine di successo se viene eseguita nel primo mese e se la fibrillazione non è cronica come mi pare di capire nel suo caso (dal 2002?). Suppongo che lei sia scoagulato cioè faccia uso di farmaci anticoagulanti con INR tra 2.0-3-0, altrimenti la procedura è controindicata. Forse essendo cronica sarebbe più idonea l'ablazione , procedura che consiste nell'eliminazione di una minuta fetta di tessuto cardiaco, ritenuta responsabile dell’innesco dell’aritmia, è però una metodica invasiva I rischi di una cardioversione elettrica per una fibrillazione atriale. Quali sono i rischi per un paziente sottoposto a cardioversione per fibrillazioni atriali? Risposta Sono molto modesti, legati in parte ai farmaci usati per la sedazione e solo minimamente agli effetti della corrente usata per la cardioversione. In caso di assunzione di farmaci bradicardizzanti per controllare la frequenza della fibrillazione sono possibili pause o bradicardie marcate, ma transitorie. Il contesto organizzativo è comunque sempre predisposto a far fronte a queste eventualità e di fronte alla possibilità di ripristinare il ritmo sinusale i rischi della procedura sono trascurabili. La condizione indispensabile è che il paziente sia in terapia anticoagulante e da almeno 3-4 settimane consecutive il Valore di INR deve sempre essere >2,0. Gli studi hanno dimostrato che con valore di 2,2-2,3 non si sono mai registrate trombo embolie dopo la Cardioversione. fibrillazione atriale Persona di anni settantotto. l'ultima fibrillazione atriale nel 2005. confindo di non avere più fibrillazioni. vivevo sereno e tranquillo ma ahi me la mattina di domenica 20 settembre 2010 alle ore sei mi è crollato il mondo addosso con una nuova fibrillazione. non mi fido dei farmaci... posso fare l'ablazione? Risposta La farmacologia attuale per la fibrillazione atriale da risultati soddisfacenti, e per un caso come il suo, ovvero un unico episodio in 5 anni, sarebbe al momento indicata. Di recente è uscito sul mercato un nuovo e promettente antiaritmico, si chiama Dronedarone, che potrebbe esserle utile in un prossimo futuro qualora ci fossero altre recidive. L'ablazione è di solito una seconda scelta dopo che il farmaco ha fallito. In alcuni casi si può proporre l'ablazione anche come prima scelta se il paziente è molto motivato, ma non certo dopo un unica crisi dopo lungo benessere come nel suo caso. Occorre considerare che la Radioablazione deve essere ripetuta almeno nel 30-40% dei casi (e non raramente anche tre volte) ed inoltre non permette di sospendere la profilassi trombo embolica con anticoagulanti (Coumadin o Sintrom) o Cardioaspirina. Dott. Giancarlo Piovaccari Direttore Dipartimento Malattie Cardiovascolari- Rimini