RIFLESSIONI SUL DILEMMA FINiTOIINFINITO Francesco Speranza l. L'ANTIeHITA' In questo seminario non tcnterò di esporre sistematicamente il problema: mI limiterò ad alcune osservazioni che possono risultare stimolanti, potuto specialmemte seguuc strade quando fanno diverse nel intravvederc dare che avremmo al dilemma risposte finito/infinito. Quasi sicuramente furono modo tn il razionale i greci filosofi dilemma. La prtmi a conceplle 1 parola "infinito'" aveva, di fatto, significati diversi: al infinitamente numeroso, bl infinitamente esteso, cl illimitato, nel senso di "privo di confine''', d] infinitamente divisibile. Fra questi significati vi sono alcune ovvie implicazioni (per esempIo, se è vera bl, è vera anche aJ). Si osservi che il primo è invariante quindi per biiezioni. il per secondo UDa struttura metrica), il per terzo (e isometrie logiche (e richiede UDa struttura topologica). richiede trasformazioni Questo topo- spiega come mal• gli antichi abbiano avuto qualche CUriosa incertezza fra l'uno e l"altro significato: il pensare per strutture una è caratteri- stica della matematica di oggi. Si può attribuire a confusioni di questo tipo lo stupore suscitato nei principianti, ancora oggi - da constatazioni come queIJa dcll"cquipotenza di IN e di Questi più. significati filosofici che sfumano, matematici, conoscibile con completezza'" termine '" a1C&lpolT', del In alcuni pensatori, per esempio per è verso altri "'indeterminato"'" "'non 15): essi sono espreSSi dal ([12]. p. quale «). • DOI difficile valutare la porrata. Nei tempi "'l'infinito più. esiste'", antichi erano "'l'infinito presenti non entrambe le esiste"'. A concezioni: favore della • seconda sembra ·se mancasse Aristotele fisici dice Cl hanno l'argomento Secondo d'altra gli e quclli l'infinito Platone. che hanno principio canto discusso delle cose una sostanza l'infinito continua é perché D'altro che l'infinito è considerano non qualcosa mancherebbe·. "tutti considerato parte ma tutto che Pitagorici 1 sostanza. limite il limitato, l'Essere è stato Parmenide: Sia come I ••• una ••• contatto. per ••• Questa l'opinione di Anassagora e di Democrito" [lJ. I pitagorici, finito/infinito. ricorda Cl ponevano ancora Aristotele. quest'ultimo fra nella dicotomia entità le con connotazione negativa. iniziando così una lunga tradizione. "Fra paradossi 1 sull'infinito: la devi fare la di Zenone. "dicotomia" alcuni (se sono percorri tipicamente un tratto, metà, poi la metà della metà, centrati prima ne ... all'infinito); la "freccia" (una freccia in ogni istante occupa una certa posizione, quindi quell'istante 10 }'"Achille"; la infinitamente ferma: è dunque "pluralità" (se la realtà è piccola. perché sempre è ferma); molteplice. deve essere composta da indivisibili senza grandezza; ma anche infinitamente grande. perché fra due parti ce ne deve essere una terza. e cosi via all'infinito). Aristotele affronta il problema dell'infinito con il suo stile che ricorda un rullo compressore. Dopo avere rammentato cinque argomenti a esempio. una aumentati), favore della grandezza SI tesi o propone un di dell'esistenza dell'infinito numero possono sempre demolirla. con argomenti (per essere che assomigliano molto a quelli di Don Ferrante nei "Promessi Sposi" (ovviamente questi conosceva bene i testi di è l'argomentazione finale contro l'esistenza Aristotele). d'una • composta di infiniti corpi di grandezza finita: 10 Curiosa realtà infinita tal caso. dice Aristotele, avremmo infiniti luoghi senza un alto né un basso né alcun'altra eiementi, prova" direzione. che [1]. nonché sarebbero Insomma. un infinito iDconoscibili. sarebbe violato "del il numero che non principio di differenti c'è base alcuna della cosmologia aristotelica. un "cosmo" bene ordinato con un centro. e quindi con significato intrinseco per le parole lOaltolO e "basso H. La conclusione è un compromesso (fra le tesi dell'esistenza e della non esistenza) che possiamo dire geniale, e che deve aver soddisfatto Aristotele in quanto si inquadrava in una generale. L'infinito non esiste /fin atto/f, ma /fin sua teoria potenza/f, nel senso che. per esempio, dato un numero ve n'è sempre uno che lo supera (·una cosa viene da un'altra senza fine, e ciascuna di esse finita, è ma ve ne sono sempre di nuove"). Per le grandezze. invece, ce n'è (per ogni specie) una massima (il cosmo è (mito), ma abbiamo un infinito per divisione (dato un segmento e una sua suddivisione, se ne può trovare una più fine). fisica La di Aristotele ha dunque influenza sulla sua matematica. Ma al organico tempo e di Aristotele autonomo indirette, ma l'infinità dello la sappiamo spazio si era matematica: che il dicendo: già ne sviluppata abbiamo matematico Harrivato solo Archita al limite modo 1D notizie sosteneva della sfera delle stelle fisse, posso spingere oltre una mano? E' assurdo che non lo possa fare, e se lo posso. al di fuori ci deve essere un corpo o lo spazio ..... [6]. Ma per Aristotele fuori del cosmo non c'è alcunché. neppure lo spazio vuoto. perché (come non c'è materia senza estensione) non c'è estensione senza materia. L'obiezione di Archita suonava un po', a parer mIO, come il trucco degli scrittori di fantascienza cbe, per superare distanze interstellari, fanno uscire le astronavi neU'iperspazio. In Euclide SI può notare un democriteo-platonica e sempre vale a· dire II'terminata·. quella aristotelica. prolungabile (postulato 2). Anzi, dire /findefinitamente prolungata compromesso H è VI un Una fra la .rettall' segmento, ma è sono OCCaSl0nl in cui (come nella parallele, e più esplicitamente nel postulato 5). maI della totalità dei punti d'una retta, definizione posizione è quasi sempre 81 deve di rette Euclide non parla e tanto meno dice cbe essa ha infiniti punti: si potrebbe dire cbe i punti appanengono a UDa retta "potenzialmente" punti), ma non II'in atto·. (su una retta si possono prendere dei Si osservi che il SO libro degli Elemcmi di Euclide contiene la teoria, attribuita Di fatto essa è punto di (come a Eudosso, proporZIonI fra grandezze. equivalente alta teoria dei numeri reali: vista sintattico essa sono delle le classi evita di di parlare di Dedekind), anche ma dal classi se infinite si fanno quantificazioni su IN. L'impostazione matematica della dalla SCIenza fisica: la la seconda astrazioni che per l'armonia pitagorico-platonica greca pnma poteva SI non fra tendeva avevano mondo a separare permettere senso. ideale e Si la delle spezzava mondo fisico: Aristotele arrivava ad affermare che "Ia matematica non è lo stile delle scienze delta natura". 11 problema si presenta anche Oggi, e la filosofia della scienza ha. dovuto escogitare nuove spiegazioni. 2. RINASCIMENTO ED ETA' MODERNA Durante il Medioevo prevalse la concezione di un cosmo "finito, chiuso e gerarchicamente espresso dalle ordinato" il (12), qualitative caratteristiche significato CUI dci luoghi che è lo compongono. rivoluzione Una fu compiuta Nicolas da Krebs, detto Nicola Cusano, vescovo di Bressanone. L'universo non ha limiti (e quindi resterà inconoscibile sempre è principale). Qualunque punto può non la vi sono distinguere moto che l"universo luoghi e quiete è più titolo della per sua VIa opera esserne considerato il centro, e o meno assoluti. sostanzialmente interezza sua ignoranza", razionale: quindi "dotta nella nobili, Giordano omogeneo, né Bruno popolato si possono sostenne poi da infiniti astri, probabilmente centri di sistemi planetari. A differenza di Cusano e di Bruno, i petrol scienziati novatori non lo furono sul tcma delI'infinità dello spazio. Copernico fu un rivoluzionariO' molto prudentc: non abbandonò il principio che i movimcnti degli astri fossero composizioni di movimcnti circ"olari. Pcr lui l'universo ha la forma d'una sfera, anchc se al di fuori di essa c'è pur sempre spazio. Per quanto astronomiche, sappiamo che Aristarco conccrne lc misure aveva escogitato dci mctodi (concettualmente considerazione 2000 in validi) per piuttosto raggi valutarne e era arrivati SI approssimativa terrestri alcune, l'ordine di con grandezza qualche a stimare dell'universo. Copernico si trovò di fronte a un'obiezione. Nell'ambito copernicana sistema del sono modelli le solare, teorie cinematica mente e tolemaica equivalenti, nel senso che sono traducibili l'uno nell'altro. Ci si può tuttavia chiedere . . . .. . \ •• • . , • •• • ... f .......................................................... _c.: TZ Che cosa vedrebbe un osservatore posto su una stella (così telescopio Galileo vide Oio-..,). Secondo' i1'" ;sistema vedere al Terra, dalla dell'orbita (1a differenza è poteva fosse pensasse, m di •• SI • che portato così di volte modo che più non m punti opposti sulla volta celeste trova diverse POSIZ10Dl l'obiezione egli fu migliaia questa la cosiddetta parallasse). muovere osservata: l/pianeti medicei>l ruotare intorno a •• • una stella SI dovrebbe ellocentnco, l quando terrestre, come Ebbene, a Copernico si nessuna parallasse era stata a dover ammettere che il cosmo grande SI di quanto osservavano effetti, la prima fu riscontrata solo nel normalmente SI parallassi (in le 1838, ed era inferiore a l"). Galileo, e sull'infinità metodologicamente dell'universo, corretta: provato che il mondo è altro in passo, dopo favore dell'una finito ha l'Né ... VOi una né posIzione alcun dell'altra ha o infinito ... l' (12), e aver riconosciuto che vi sono e altro prudente tesi, dichiara di 10 mal un "argute ragioni" propendere per l'infinitezza proprio a ragione della sua incomprensibilità. Ma veniamo ad alcune di queste "ragionil' . Vediamo quelle di Keplero. Egli osserva che (11) 30 al maggiori Le grandezze apparenti delle stelle .sono dell'ordine di l' (noi vediamo secondo ampiezze angolari!) bl VI .sono coppie di tali stelle che distano apparentemente di circa 83'. Un osservatore posto nelle VICinanze d'una di esse vedrebbe l'altra circa 80 volte più grandi di quanto le vediamo noi, cioè con un visto diametro dalle apparente altre stelle, triplo di quello del Sole. apparirebbe quindi popolato Il cielo, da stelle molto più grandi di quelle che vediamo noi. Il sistema solare si trova quindi, per cosi dire, entro una cavità vuota di stelle. e c'è un buon motivo per ritenere cbe si trovi proprio al centro. Quella che i Greci dicevano ·via Lattea· e i medioevali ·via di San Giacomo· (collegandola ai pellegrinaggi a San Giacomo de Compostela) appare più o meno la stessa in tutte le direzioni. Alle argomentazioni delJe stelle di "'grandi'" KepJero SI potrebbe poteva essere obiettare molto che più una distante dell'altra che vista da noi Je sembra vlcma. Ma allora dovrebbe essere molto più ci sarebbero quindi grande anche nella realtà: stelle sempre più grandi via via che allontaniamo. e il luogo CI del sistema solare sarebbe sempre Hspeciale·. Purtroppo telescopi aumentare (e la per Keplero, la premessa poi anche quelli più grandezza apparente al è sbagliata: potenti) delle non stelJe, I prmu hanno perciò fatto qualunque valutazione di questa è inattendibile. Keplero si pone anche due domande: • Non potrebbe qualcuna delle stelle visibili distare da nOI di un intervallo infinito?· La risposta stella negativa è dovrebbe essere abbastanza infinito, e semplice: questo il è diametro impossibile della per ragioni di principio. La domanda stessa è retta è distanza illimitata, infinita! sorprendente: quando nOi diciamo che una non La intendiamo nostra dire illimitatezza che è, esistano rispetto punti a a quella sottintesa dalla domanda di KepJero, potenziale, anche se va oltre queUa di Euclide. 31 "'E se vi fossero stelle di grandezza finita sparse su spau infiniti e quindi da un certo punto in poi invisibili?'" Delle ragioni che Keplero dà per sostenere la risposta negativa, una è di carattere epistemologico: "se non si vedono, non riguardano la l'astronomia". tradizione limitata verso Un 'altra aristotelica: il " basso, se verso fa la (1a sentire come pesasse regione delle stelle cavità che contiene) ancora fisse il è nostro mondo, perché non dovrebbe essere limitata verso l'alto?" [11] "'L•"'alto'" e essenziale: il "basso.... aristotelici eppure Keplero è giocano ancora un ruolo stato il rivoluzionario che ha osato abbandonare il principio della circolarità dei movimenti celesti. terza ragione è La piuttosto singolare: tutte assieme, le stelle costituirebbero un corpo infinito (anche come materia): ma ciò che infinito manca di limite, e quindi anche di dimensioni (riceco è l'a1telpop!) 3. IL GRANDE MOMENTO DELLA "NUOVA SCIENZA" Come si in quanto fisica: vede. in quei "illimitato"'. Tuttavia. per secoJi e in Newton l'infinito interessava soprattutto particolare lo spazIo applicato il e tempo alla realtà "'veri '" sono quelli "'matematici'" e assoluti. Cartesio, Newton e Leibniz sono per un Universo infinitamente esteso. il metodo cartesiano. facendo corrispondere numeri e punti d'una retta. tende a far pensare insiemi. Leibniz particolare con la quello inoltre per sua teoria dichiara SI divisione, delle analoghi~ monadi: convinto esiste la e cioè infiniti. i loro in realtà che atto non l'inflDito. 10 (concordemente solo divisibile SUcceSSI graZie al all'infinito, ma è effettivamente divisa). Intorno al 1830. mentre l'astronomia mieteva metodi newtoniani, Wilhelm Olbers sviluppò un'argomentazione "'di plausibiJità'" nello stile di quella di Keplero. A fossero quell'epoca distribuite SI riteneva ragionevole abbastanza 32 supporre uniformemente che le stelle nell'universo. Oggi SI sa che "galassie" sono "stelle". a sferiche, di raggruppate raggio Immaginiamo R, 2R, 3R, volume compreso fra l' n-esima e .. 33 33 3 n [ (n + l) R - n R l In base galassie, In all'ipotesi 2 alloca successIOne sostituire di superfici con centro nella Terra. (n + l)-sima l' 3 n [3n di una ... , ... Cioè basta + superficie è 3 +l 3n uniformità ]R . della + il distribuzione, numero delle stelle comprese nello strato è proporzionale a 3n 3n il 2 + l, cioè, per o grande, approssimativamente al quadrato di n. Possiamo ammettere che in ogni strato sia e statisticamente la stessa, la luminosità delle stelle quindi che anch'essa Sia proporzionale al quadrato della distanza. Ma la luce che arriva a noi viene da quindi luce: ridotta ogm strato gli infinito proporzionalmente al strati calore). ci sono arriva infiniti, Per nostra e quadrato della distanza, a11'incirca la quindi arriva fortuna, ci quasto e stessa quantità di non infinita accade! luce (Ma (e che cosa avrebbe detto un novello Parmenide?) Dobbiamo cercare dell'uniforme di distribuzione ragloo che Sia luce ha velocità • Cl si luce lontani. anche che CI un "'principio al motivo Quella perché la Inoltre, già al tempo di Olbers nell'argomentazione SI ammette che ammette nascoste. appoggIare vede si uniforme. la ipotesi potrebbe 51 non sufficiente": distribuzione non sapeva eventuali arriVI finita, e SI poiché •• arnvi luce da ogni strato, da tempi arbitrariamente Basta supporre che l'universo esista da un tempo finito, per sciogliere il paradosso. Se l'universo fosse finito, il volume deI1'n-esimo strato non 2 sarebbe più proporzionale a n . anzi, da un certo livello in poi il volume dello strato diminuirebbe. Però la luce circolerebbe più volte nell'universo ... 4. QUALCHE PRECISAZIONE METODOLOGICA Abbiamo un 'ipotesi, visto una alcune tcoria argomentazioni, possono essere 33 basate sottoposte su a certe ipotesi. controllo: SI parla di "verifica" quando il risultato è tuttavia indurre speciali, non corretto in perché, possibile è parlare errore, di salvo controllarc falsificazione, positivo: perché situazioni in tutti I un la parola può casi. solo molto E' Invece caso· negativo dovrebbe confutare l'ipotesi. Ebbene, l'affermazione inverificabile, o che meglio che ci sono punti qualcosa incontrollabile. oltre ogni limite, infinitamente è Non esteso possiamo è constatate o che qualcosa può essere divisa al di là di qualsiasi divisione già realizzata. Corrispettivamente, fatto (il livello) che la sono la finitezza materia sia infalsificabili. (all'estensione o alla dcII 'universo, divisibile Anche solo se non suddivisibilità), e fino a un certo trovato limiti ulteriore passo abbiamo con un l'atomismo potremmo toccare questi limiti. Fin qUI abbiamo parlato di ipotesi prese isolatamente. Di solito le troveremo inserite in una teoria più complessa, per CUI l'alternativa finito/infinito un'alternativa sottoponibili nella fra a teoria limitato se soglia, e controllo della la non dell'ipotesi, perché e relatività vIceversa. delle Ma una masse la . tipo delle due). lo fosse ottenuta un 'altra la esempIO, una certa conseguenza falsificazione nell'ambito ipotesi e risulterebbe a una automaticamente falsa Per spazio di in diverso, superIore falsificazione la conseguenza è essere di generale, comporta potrebbe rispecchiarsi possibilità (almeno somma dell'ipotesi teoria, due potrà di una implicita nella teoria. Non abbiamo accezione: come esperienza mai diretta dell'infinito, parliamo di infinito? in Si qualunque sua tratta di una estrapolazione, per usare un termine matematico. Ci accorgiamo che a uno degli insiemi che usiamo comunemente possiamo aggiungere un nuovo elemento; generalizziamo il fatto, e diciamo che un numero ha sempre un successivo. Vediamo che un segno sulla carta si può prolungare: idealizzando e generalizzando, diciamo che un segmento si può prolungare, anzi addirittura tutti questi prolungamenti, una retta. che esiste la "chiusura" di 5. L'INFINITO MATEMATICO Galileo si. interessò al problema dell'infinito da diversi punti di vista. Uno è ben noto: associamo a ogni numero naturale il suo quadrato, otteniamo una corrispondenza biunivoca fra l'insieme dei naturali e quallo dei abbiamo un esempio osserva che questa quadrati, di che "parte che difficoltà ne una è uguale è proviene al pane propna: tuttalt': Galileo dall'applicare aU'infinito gli stessi attributi dcI finito. Meno nota l'argomentazione è poligono regolare e una retta r delle "ruote". Prendiamo un che contiene uno dei suoi lati. immaginiamo' di farlo "rotolare" lungo la r. Prendiamo un poligono omotetico, con lo stesso centro, più piccolo, e sia s la retta del lato parallelo a r. Nel rotolamento, i lati del poligono minore si vanno tratti a N sovrapporre non tocchi N • diventano più ad alcuni piccoli questi SI8 concentriche, "che (affermazione impensabile nella greco punto intervallati da l'aveva fatta) che san quelli. poligoni tradizione accade una Prendiamo di lati euclidea, cosa due infinitii' anche inaspettata: se ogni s viene toccato dal rotolamento della circonferenza della mlDore. s, di Aumentando il numero dei lati del poligono. circonferenze qualche segmenti Noi spieghiamo questo fatto dicendo che questa slitta su s, vale a dire che il punto di contatto ha velocità istantanea non nulla: di neghiamo di fatto che qui si possa applicare il "principio continuità" (quello che accade per ogm valore n di deve accadere anche per n tendente all'infinito). Galileo, linea per passata pareggiata minore, io. ma salvdre dagl'infiniti lunghezza da. questi principio, il lati dalla con del linea fa un 'ardita cerchio passata ipotesi: grande dagl'infiniti l'interposizione d'altrettanti ... "la esser lati del vacui tra essi" [9]. Bonaventura Cavalieri, che si considerava discepolo di Galileo, basò il suo metodo degli indivisibili su· "tutte le sezioni" d'una 35 figura, ottenute con un sistema di rette o (se del caso) di pIan! paraIJeli. I critici tardarono a trovare possono si paradossi esempIO applicazioni IO ripartire Settecento è sull'infUlito. dei un non po' Tutto Come H due a a due (per area). pieno di veri e propri giochi dei matematici quali spregiudicatezza. "gioco". appena segmenti infiniti IO "uguali". e allora i triangoli sarebbero "uguali n GuIdino, per esempIO, due triangoli di uguale altezza e basi generalizzate: diverse per metodo, del esempIO non SI sa dipende, d'un se ammuare fondo, ID gioco CUI o deplorare dal ha successo arriso il la del successo. citiamo un'argomentazione di Eulero: o Sappiamo che sin se e solo se x è un multiplo intero 2 • x + -- X l - -- relativo di n . Si ha allora che ... - O (che 31 " •..'n.•x.) seesoosex l è un multiplo non nullo di n. vae I x Per analogia con un'equazione algebrica di cui si conoscono le radici sin X ----X e, x + = (l - . )(1 ~ )(1 ' " ' " trasformando il prodotto infinito • - -- + -X l 2 X 31 SI - ••• = l + Uguagliando termine a termine, IO X 2 X - 2'" -- X -2'" + )(1 ) ••• , una sene. (- , --- - ... l --2 ) + .' " ' " la pnma uguaglianza dà l 9 + ... 2 • •• (risultato corretto I) Come esempio di gioco senza successo possiamo citare la "serie di Grandi" l - 1 + 1 - 1 + .... : se S è la sua somma, allora si può (l) scrivere S - Cl - l) + (l - l) + ... = O , ma anche + S = l (-l + l) + (-l + l) + ... ~ l , o ancora S = l - (l - l Oggi Invece. è + l - ...) = l - S , da cui S - fin troppo facile bisogna rifarsi alto influenzata dalla sorridere spirito filosofia .platonica, di non per 1 2 queste speculazioni: formalista CUI S "deve dell'epoca, esistere". in qualche modo, e allora si tratterebbe solamente di trovare un modo per calcolarla; ma ... Nell'Ottocento, dell'analisi, allora, qualcosa che è era programma il ripresenta SI l'''infinito'' concepi il con uno oltre ogni problema solo (come limite?): di rigorizzazione dell'infinito. Fino si aumentare potrebbe Bernhard ad Bolzano per primo l'idea di infiniti far loro diversi, senza però (almeno, a quanto ci risulta) riuscire a indicarli. Si potrebbe dire che fino a Bolzano guardarono a1l'infinito stando nel finito, scorribande: Oeorg attuale. che Infatti cardinali pose a lui e dominio il deve SI ordinali }'equipotenza di ~ filosofi ma fu là del limite, della il e o facendo al più rapide Bolzano pose le tende al di Cantar matematici matematica riconoscimento transfiniti, sull'infinito dei diversi stabilendo ~ e di V, e la non equipotenza di anzitutto e di IR. Per la maggior parte dei matematici, i numeri transfiniti sono indiscussi teorie). "abitanti" Non del cosi "mondo per gli 3" poppenano intuizionisti, che mondo (il non delle riconoscono la legittimità di un discorso che coinvolga totalità che vanno oltre quelle numerabili. per esempio, In considerazione definire in solo modo quei esplicito ritengono che sia lecito prendere numerI (per irrazionali esempio, che E' e). possono SI noto che la cardinalità dell'insieme di questi numen non può superare quella di con U'-l(cardinalità alfabeto finito); resterà sempre deIle frasi quindi "la inesprimibile possibili maggIOr con 1 un parte" mezzI linguaggio dei usuali numeri ad reali (alcuni hanno sulle gustose fatti propn voluto considerare paradossale questo fatto). Non ci stranezze soffermeremo che SI (poiché hanno sono ben generalizzando note) all'infinito del finito, come per esempio l'''alhergo di Hilbert" [14]. 6. BELLEZZA DEL FINITO In sul delle quest'ultimo paragrafo "finito" vane distinguono, nel significato definizioni fra gli mi limiterò a], possibili. insiemi senza ad entrare Osservo finiti, alcune consideraz.ioni quelli anzI nella che "molto problematica a volte grandi", SI così grandi che a essi in pratica può convemre applicare metodologie dell'infinito cosi che (per esempio, configurazioni si può considerate finite giustificare daJla fatto il Fisica che e dalla Chimica - per esempio, gli atomi contenuti in un oggetto fisico -vengano studiate esempIo la con strumenti geometria di euclidea quanto la distinzione può Matematica o l'analisi infinitaria, per infinitesimale). Per avere senso, si parlerò qui del finito "piccolo" . La Matematica "liberazione" ~, ~, affrontare che in primi spazi delle esplicitamente assiomi a che geometria, estranea allo precedente studia insiemi geometrie classiche, ... ), problema dell'infinito.. il geometria elementare si retta (o lo universitari ho chiesto "una studenti quella concreti) riferimenti molte trattazioni di (quando della dai gli (diciamo, classica spesso spirito mI della spazio) di indicato hanno geometria ha infmiti pur senza curioso E' metta fra infiniti dirmi e i punti" un questo): euclidea alla assioma affermazione inutile per. la dimostrazione degli usuali teoremi. La "Matematica caricare subito moderna" le cerca trattazioni pretendono di essere) invece, con solitamente, sistemi di lasciando quindi completi, di non assiomi (che la possibilità di specie di ·strutture più ampie, IO quanto vincòlate da un sistema di SI ottengono assiomi affini più finiti, modulari, ridotto. gli • topologici spazI eccetera. applicazioni Cosi alcuni casi In •, concrete le finiti. queste vorrei gli spazi proiettivi e strutture qui fare aritmetiche hanno trovato l'elogio di tutte, anche di quelle che (per ora) non l'hanno tr:ovate. Quando un modello di assiomi ammette un modello finito, coerenza è assicurata. coerenza di molte lo teorie (per esempIO, le geometrie teoria dei gruppi, configurazione finita questo modo assicuriamo della della Matematica moderna significative - ci la proieuiva o affine - grafiche, la la tapologia generale). Comunque, una. s, può analizzare pezzo per pezzo, si possono fare su di essa affermazioni Sicure: queste possono essere congetture relative teoria stessa. alla possibilità 38 di dimostrare teoremi nella Prendiamo per esempio la geometria affine plana. Si ammettono gli aSSiomI "Dati due esiste punti. una sola retta alla quale essI appartengono" " Dati una retta e un punto P che non le appartiene, esiste T una sola retta cui P appartiene e disgiunta da Si constata appartenenti che alla altrettanto si può dalle rispettive formata configurazione la stessa rl>. retta modello un è di questi singoletto. Per evitare • • aSSIOmI. allin~ati dite di quella formata da n punti rette punti n da questi modelli, e si può introdurre un altro aSSIoma "Esistono almeno tre punti non allineati". Ecco due modelli di questi assiomi / " - -- , " \ \ 0· • , 0.. ---------,.0 • • • • .' •• '. .' •• , / / - , •• '. / , •• 0-------.,0 ...... '. ..... .' ......... .. .. ' .. ......... ' / / • •• .: . , .. , , _. _. '-"'. ....._. ,., .' .' .. '. .' '. ~ .' • - " " ...".......... , . • • ''P . .- -. -. circoletti sono 1 "punti" • ( I • _. • • • •• •• • •• • • •• • • • Ci I I .:...... .' una linea congiungente • • • • ••• più circoletti è una "'rettaI> alla quale quei "punti'" appartengono). In questi "mondi possibiJi M sono vere le affermazioni: I>due rette hanno lo stesso numero di punti" "se una retta ha n punti. il piano ne ha n 2 " "presi due punti, esiste una trasIazione che porta il pnmo nel secondo" (una traslazione è ,• una biiezione che trasforma una retta in sé o in una paraBela, e tale che le rette congiungenti punti corrispondenti sono paraBele). Le prime due congetture sono dimostrabili neUa teoria, mentre la terza non lo è ( come si prova esibendo un modello che non la soddisfa). Le per configurazioni capIre la finite distinzione tra fra teoria e metateoria. contatto fra sono il dunque fase sintattica e fase semantica, quasi-empirismo (secondo In veste formale di aUe e il quale una teoria una teoria informale, e trovare la sua significatività in questa (13» originario "utili'" Sono anche significative per stabilire un formale deve avere la sua base senso particolarmente e il formalismo (inteso nel Hilbert: programma teorie matematiche, che si per propone di dare fondarle in modo coerente). BmLIOGRAFIA [1] H.G. APOSTLE, Aristotlc's Philosophy of Mathcmatics, University of Chicago Press, Chicago 1952 [2] O.ARRIGO, B.D'AMORE, Infiniti, in corso di pubbl. [3] F. ARZARELLO, Matematica dell'infinito, CLU, Torino 1980 [4] B. BOLZANO, Paradoxien des Unendlichen, Elbert, Leipzig 1851 [5] G. CANTaR, Abhandlungen mathematischen und pbilosophischen Inhalts, Berlin 1932 [6] F.M. 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