SINTESI DELL’INTERVENTO DEL DOTT. FRANCO VALLANA Sorin Group è la più grande multinazionale europea nel settore delle tecnologie medicali ed è l’unica italiana. Ha da sempre fondato la sua ragion d’essere nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie. Il fatto di aver iniziato dal nucleare conferisce al suo “DNA” caratteristiche peculiari: profonda conoscenza dei processi evolutivi di ricerca e sviluppo di una tecnologia; necessità di realizzare processi tecnologici di estrema affidabilità; capacità di produrre autonomamente i materiali impiegati nelle tecnologie che sviluppa e, quindi, conoscenza profonda delle loro performance, anche nel lungo periodo. Questa è la cultura che permea la realtà di Sorin Group e che le permette un’applicazione puntuale e consapevole della scienza allo sviluppo della tecnologia. Conoscere e sviluppare direttamente i processi di sintesi dei materiali di cui è costituita una valvola cardiaca artificiale è il fondamento del record di zero danni strutturali su un milione di valvole impiantate in trenta anni. Questa è anche la cultura che ha permesso a Sorin di integrare tutti gli aspetti multidisciplinari indispensabili per sviluppare i propri prodotti. Grazie a questa attitudine, spesso Sorin è arrivata prima nel mondo con innovazioni che hanno profondamente modificato prassi cliniche consolidate. Ad esempio, siamo stati i primi ad individuare nell’uso del pericardio bovino per realizzare valvole biologiche la soluzione ideale per ottenere valvole virtualmente identiche a quelle native, in alternativa alla prassi di usare valvole prelevate da maiali; siamo stati i primi a sviluppare la stimolazione cardiaca biventricolare per il trattamento dello scompenso cardiaco, terapia oggi molto diffusa. Prima ancora abbiamo capito che il Carbonio pirolitico, il materiale sviluppato da Sorin in ricerca nucleare, aveva potenzialità eccezionali di applicazione nel campo medico per le sue caratteristiche fisiche e di biocompatibilità. Ha la durezza del diamante, la resistenza dell’acciaio, ma è fatto di atomi di carbonio, quindi molto leggero; è assolutamente inerte e, in particolare, il sangue non lo percepisce e quindi non reagisce “contro” di lui. L’insieme di queste proprietà lo rende perfettamente idoneo a realizzare un dispositivo come la valvola cardiaca che è il più critico di tutti i dispositivi impiantabili. Oggi noi vantiamo moltissimi prodotti innovativi, capaci di riprodurre la funzionalità fisiologica degli organi, ovvero dispositivi impiantabili e non impiantabili ispirati al principio di realizzare condizioni di massima affidabilità a breve e lungo termine. Nel settore cardiochirurgico abbiamo appena lanciato una macchina cuore polmone di concezione avanzata (Stöckert S5), che gestisce la circolazione extracorporea nelle operazioni a cuore aperto. La macchina è un concentrato di soluzioni innovative: dalle dimensioni ridotte, ai sistemi di allarme, al fatto che impiega solo 3 secondi dall’accensione per essere pienamente operativa, caratteristica fondamentale in casi di emergenza. Ancora, in cardiochirurgia, abbiamo sviluppato il Memo 3D, l’unico anello per annuloplastica progettato per riprodurre la mobilità fisiologica tridimensionale dell’anello mitrale nativo grazie ad una struttura metallica in lega super elastica posta all’interno che permette di assumere la forma anatomica “a sella” e di mantenerne la “memoria”, con lo scopo di ripristinare la forma e la funzione nativa valvolare. L’anima metallica del Memo3D deriva direttamente dalla tecnologia da noi sviluppata per gli stent coronarici. Nell’ambito della stimolazione cardiaca abbiamo appena introdotto in uso clinico il defibrillatore impiantabile più piccolo al mondo, concepito con criteri di elevatissima sensibilità per eliminare gli shock inappropriati, sempre dolorosi per il paziente, e per ripristinare il ritmo fisiologico del cuore. Anche la nostra pipeline è ispirata agli stessi principi. Stiamo sviluppando una valvola percutanea che rappresenterà una rivoluzione nell’ambito della cardiochirurgia. Sarà, infatti, inserita nel paziente senza aprire il torace, senza fermare il cuore e, ovviamente, senza sutura chirurgica. La valvola utilizzata per questa innovazione è una valvola biologica impiegata con successo sin dai primi anni ’90 e che quindi può vantare un’affidabilità eccellente (l’“età” di una valvola è un elemento fondamentale in cardiochirurgia). Un catetere la posizionerà in situ attraverso un accesso vascolare oppure attraverso un accesso mininvasivo dal torace. Una volta posizionato, il dispositivo si espande come una molla e si ancora automaticamente alle pareti della radice aortica, e da lì non si sposta più grazie al suo particolare disegno e ai materiali superelastici che lo compongono. Sarà utilizzabile anche in procedure di cardiochirurgia convenzionali, permettendo tuttavia di risparmiare il tempo della sutura e, quindi, abbattendo la durata della circolazione extracorporea e i relativi eventi avversi (rischio operatorio e complicanze postoperatorie). Un’altra importante innovazione è costituita dal nuovo sistema integrato di circolazione extracorporea che combina macchina cuore polmone ed ossigenatore in dimensioni ridotte, collocato a ridosso del paziente in modo da ridurre il volume di liquidi estranei al paziente. In altre parole, questo sistema abbatterà drasticamente l’impatto del sangue con superfici estranee, quali pompe, cannule e tubi. La conseguente riduzione del trauma pressorio e biologico, che il sangue subisce in una normale circolazione extracorporea, si traduce nella minimizzazione del rischio di complicazioni anche a lungo termine, quali alterazioni del sistema immunitario, eventi cerebro-vascolari e insufficienza renale. Per concludere, il futuro sta nell’integrazione delle tecnologie e dei processi: da device a terapia, da tecnologia singola a sistema, da patologia a paziente. E’ su questa convinzione che abbiamo riorganizzato ora la nostra ricerca e sviluppo, creando una struttura trasversale a tutte le nostre aree terapeutiche che partendo dall'analisi delle esigenze cliniche sviluppa la risposta terapeutica facendo leva sull'intero patrimonio di know how e tecnologie aziendali. La nostra ricerca, quindi, poggia su una rete di centri d'eccellenza tecnologica sia interni che esterni, sotto la guida di advisory board internazionali e multidisciplinari. Questi centri possono realizzare sinergie tra tecnologie contigue e che grazie ad idee innovative potrebbero svilupparsi in molteplici aree terapeutiche.