FISIOPATOLOGIA E SEMEIOTICA DEL DOLORE Dott. Saltari Maria Rita Servizio di Terapia del Dolore e Cure Palliative Ospedale di Rovigo Che cos’è il dolore? Secondo la Iasp dolore = spiacevole esperienza sensoriale ed emozionale associata ad un danno tessutale reale o potenziale e descritta in termini di tale danno. Che cos’è il dolore? Dolore = complessa esperienza sensoriale cioè è un’emozione. Dolore è associato al concetto di danno tessutale attuale, potenziale, ipotetico. Non vi è un solo meccanismo patogenetico alla base del dolore. Cosa provoca lo stimolo doloroso? Stimolo nocicettivo determina attivazione dei nocicettori locali. Stimoli bassa intensità eccitano recettori connessi alle fibre Aß mentre gli stimoli di elevata intensità o nocicettivi eccitano i recettori corpuscolati delle fibre Aß e le terminazioni libere delle Aδ e C. Cosa determina l’intensità dello stimolo? Trasmissione dell’impulso doloroso Nocicettori Midollo spinale Riflesso segmentale Talamo Corteccia sensitiva Lobi limbico e frontale Meccanismi di modulazione del dolore Meccanismi discendenti di controllo del dolore Dolore acuto DOLORE ACUTO: di breve durata con rapporto causa/effetto. E’ fisiologico e si esaurisce quando cessa l’applicazione dello stimolo, ha una distribuzione topografica ben precisa. E’ il dolore postoperatorio o il dolore da trauma. Evoca: spasmo muscolare ed ipersimpaticotonia. Le funzioni del dolore Funzione protettiva del dolore. In 2 casi il dolore non è un sintomo ma una malattia: 1)quando persiste dopo aver segnalato un danno (paz neoplastico); 2)quando esprime l’alterato funzionamento del dispositivo di segnalazione (dolore neuropatico, nevralgia post-herpetica). Dolore cronico Dolore cronico: perdura dopo la risoluzione della causa. Dolore che dura oltre i 6 mesi. E’ uno stato di malattia. E’ sostenuto da una modificazione plastica dei circuiti neuronali centrali che facilita l’elaborazione di stimoli nocicettivi e non, in percezione di dolore. Si associa a modificazioni della personalità e dello stile di vita. Dolore cronico Dolore cronico provoca disturbi del sonno e dell’appetito (perdita dell’appetito), stipsi, disturbi dell’umore (depressione), rallentamento psicomotorio ed il medical shopping (ricerca continua di medici ed ospedali disponibili a terapie più efficaci e sempre più cruente. Classificazione del dolore In base alla sede della lesione algogena distinguiamo il dolore in tessutale, neuropatico, psicogeno. Dolore tessutale Dolore tessutale = dolore fisiologico provocato dalla stimolazione dei nocicettori tessutali da parte di stimoli esogeni meccanici, termici e chimici. Superficiale o profondo. Dolore tessutale superficiale Dolore tessutale superficiale = dolore da traumi su cute e mucose, da ustioni, da ulcere e gangrene ischemiche, da infiltrazione tumorale. Nell’ustione il dolore è dato da una flogosi locale sostenuta dalla liberazione di mediatori chimici come istamina, bradichinina, PGs che sensibilizzano i nocicettori (iperalgesia, allodinia) e dal danno delle terminazioni nervose. Dolore tessutale profondo somatico Dolore tessutale profondo somatico = dolore muscoloscheletrico (muscoli, ossa, articolazioni, vasi) e nerve trunk pain. Ad es. la S.miofasciale = dolore riferito a determinati gruppi muscolari sede dei trigger points. Questi sono circoscritte zone miofasciali in cui i nocicettori sono ipereccitabili. Sono attivi o latenti. Dolore miofasciale Trigger points = area muscolare che è dolente alla pressione,tipico è il segno del salto ed il dolore riferito alla target area. I trigger points più attivi sono nel trapezio, SCM, elevatore della scapola e quadrato dei lombi. I trigger points attivi provocano dolore, rigidità muscolare (soprattutto dopo periodo di immobilità del muscolo come la mattina al risveglio), quelli latenti danno debolezza muscolare e diminuzione dell’ampiezza del movimento. Dolore neuropatico Tipo di dolore molto frequente. Conseguenza di lesioni o disfunzione del SNC. Non nocicettivo ma da attivazione ectopica neuroni periferici. Persiste per mesi o anni dopo l’evento che ha prodotto la lesione nervosa. Dolore neuropatico Uniforme o parossistico Spontaneo o provocato Urente o disestesico Tipico della nevralgia post-herpetica e della nevralgia trigeminale Caratterizzato da disturbi della sensibilità: ipoestesia (minor sensibilità), iperalgesia (aumentata risposta a stimolo doloroso), allodinia (dolore dovuto a stimolo non doloroso) Nevralgia post-herpetica Replicazione del virus = radicolite (con danno neuronale) che interessa un metamero. Eruzione herpetica (vescicole). Dolore = sensazioni di bruciore, di spilli, di scarica elettrica scatenate dal contatto della cute. Il dolore neuropatico è sensibile alla morfina? Il dolore neuropatico è poco sensibile alla morfina. Quest’ultima contrasta invece il dolore nocicettivo ad eccezione del dolore incident. Dolore Incident E’ causato da treni di impulsi che massivamente raggiungono il corno dorsale del midollo per cui il filtro antinocicettivo midollare non è in grado di contrastare. In realtà ogni dolore ha una quota incident più o meno importante. > è la quota incident < è la sensibilità alla morfina. Dolore psicogeno E’ dovuto ad anomala interpretazione dei messaggi percettivi. Si distingue il dolore da tensione muscolare (tipico di uno stato d’ansia), il dolore da conversione (non sostenuto da cause organiche) ed il dolore allucinatorio (da malattie psichiatriche come la schizofrenia e la depressine grave). E’ diverso dal rinforzo psicologico del dolore, meccanismo di amplificazione della percezione dolorosa, forse alla base del fenomeno di cronicizzazione del dolore. Dolore sternale Impone la d.d. fra varie patologie viscerali (cardiaca, esofagea, aortica) ed alcune patologie articolari (articolazioni costosternali). Valutare da quanto tempo è esordito il dolore, la modalità di esordio, le sue irradiazioni (quella dorsale depone per un’origine esofagea), la durata, i fattori che lo modificano ( in rapporto con i pasti se di origine esofagea; in rapporto con l’attività fisica se di origine cardiaca). Valutare i caratteri qualitativi del dolore: gravativo se proviene dalle coronarie, urente dall’esofago. Dolore sternale irradiato all’arto superiore Cardiaco se dallo sterno s’irradia alla parte mediale del braccio, avambraccio e mano sinistra, al collo ed ai trapezi. Rara è l’irradiazione posteriore spinale toracica (frequente nel dolore esofageo). Il carattere urente è tipico del dolore esofageo. Il dolore cardiaco ha esordio recente, carattere continuo, gravativo, ed è provocato dalla fatica fisica. E’ confermato dalla positività dell’ECG, dalla ricerca degli enzimi cardiaci e dalla regressione del dolore con trinitrina sub-linguale. Dolore sternale Dolore delle regioni laterali del torace Se ha distribuzione locale, senza deficit neurologici, il dolore può essere: Da lesione algogena nelle coste. Da lesione in diverse strutture parietali del torace. Da lesione nella pleura, se c’è un dolore continuo, puntorio o a pugnalata, aggravato dall’ inspirazione, dalla tosse, dallo starnuto e dal movimento soprattutto se è associato ad un dolore nelle regioni mammaria, deltoidea o sovrascapolare. Dolore pleurico Dolore lombare Nel dolore lombare spinale con possibile irradiazione alla regione paraspinale e/o all’arto inferiore la lesione algogena può essere: nelle vertebre lombari (se vi è dolore a pugnalata, incident, con tender area) (da osteoporosi, spondilite anchilosante, tumori); nei dischi intervertebrali (il dolore aumenta nella flessodeflessione del tronco,RMN); nei legamenti longitudinale posteriore, interspinoso, sovraspinoso (se si aggrava ad ogni movimento della colonna e si associa ad elevata rigidità) se all’anamnesi si evidenzia un recente sforzo fisico come il sollevamento di un peso. Dolore lombare Dolore lombare Da interessamento del legamento longitudinale anteriore nella spondilolistesi o instabilità vertebrale (se Rx della colonna evidenzia spondilolistesi è consigliabile una RMN per un’eventuale correzione chirurgica). Fisiopatologia del dolore discale Dolore lombare Origina da alcuni visceri se ha carattere profondo, più evidente nel clinostatismo. Il pancreas da un dolore persistente, l’aorta da un dolore acuto. Dolore paraspinale Se il dolore è paraspinale laterale la lesione algogena può essere nell’erector spinae o nelle articolazioni zigoapofisarie. Il dolore aumenta nell’estensione tronco, nella rotazione controlaterale, nell’ortostatismo, nella posizione seduta, si attenua a riposo. Dolore paraspinale Nel rene e nell’uretere se dalla regione lombare paraspinale il dolore si irradia ad inguine ed alla parte prossimale della regione mediale della coscia. Presenza di tender area nella regione lombare paraspinale evidenziabili con la manovra del Giordano. Dolore della coscia Dolore della coscia con distribuzione metamerica completa Se si associa ipoestesia nel territorio del dolore, iporeflessia rotulea (L3-L4), positività della manovra di Wasserman e provocabilità del dolore con la flessione anteriore del tronco la diagnosi è di radicolopatia lombosacrale L3. Dolore regione posteriore della gamba Da lacerazione di fibrocellule muscolari. Si evidenzia edema e versamento emorragico. Se l’ematoma progredisce si può avere la sindrome compartimentale della gamba. Quest’ultima compare anche per rottura di una cisti di Baker con reazione infiammatoria del polpaccio, associata a calore e rossore. Da ischemia per ostruzione del tratto popliteotibiale. Dolore regione posteriore della gamba Dolore,pallore e scomparsa dei polsi periferici aumentati nella deambulazione ed alleviati nella posizione seduta(ischemia transitoria). Se dolore alleviato dalla posizione declive (ischemia persistente) Meralgia parestesica Da dolore urente o formicolio nella regione laterale coscia, più intenso nella posizione eretta, nella deambulazione, nell’adduzione della coscia. Il dolore aumenta alla digitopressione sotto e medialmente la spina iliaca anterosuperiore poiché la lesione algogena è nel nervo cutaneo laterale della coscia. Radicolopatia lombare Dolore craniale associato a sintomi sospetti di lesione intracranica Dolore craniale da lesione neoplastica se associato a nausea, vomito a getto, turbe della coscienza, deficit neurologici,diplopia. Il dolore ha un esordio graduale, aumenta nel clinostatismo (specie nella seconda parte della notte). Dolore da patologia meningea se sono associati febbre e vomito. Da patologia vascolare (ESA, ematoma intracerebrale) se compare un dolore improvviso,violento,dopo trauma o sforzo fisico con sintomi neurologici. E’ indicata una TAC URGENTE e nel dubbio anche esame del liquor. Dolore craniale da lesione funzionale Emicrania: dolore regione temporale, frontale, orbitaria, spesso unilaterale, pulsante + nausea, vomito, fotofobia, preceduto o no dall’aura, aggravato da attività fisica, stimoli emotivi, particolari cibi e bevande. Cefalea muscolotensiva: dolore nelle regioni frontale, orbitaria ed occipitale. Ha carattere uniforme e gravativo. Cefalea a grappolo: più frequente negli uomini, dolore lancinante,solo unilaterale nelle regioni temporale,frontale ed orbitaria. Si associa a lacrimazione, miosi, ptosi palpebrale. Ha decorso periodico : periodi sintomatici (2-12 settimane) e periodi asintomatici (6-18 mesi). Lesione algogena nella radice trigeminale Se il dolore ha distribuzione metamerica sul territorio della I, II,o III branca trigeminale la lesione algogena va cercata nel ganglio di Gasser o in una delle 3 branche. Lesione algogena nella radice trigeminale Nella nevralgia del trigemino il dolore è parossistico, a scossa elettrica, monolaterale nel 95% dei casi, scatenato dal lieve toccamento delle trigger areas, dal masticare, e dall’esposizione al freddo, SENZA DEFICIT SENSITIVI. Nevralgia trigeminale atipica Se si evidenzia marcata riduzione della sensibilità, alterazione del riflesso corneale sospettare nevralgia trigeminale secondaria a lesioni del sistema nervoso centrale. Indicata la TAC o RMN specificando lo studio della fossa cranica media ed angolo ponto-cerebellare. DOLORE COLLO-ARTO SUPERIORE TENDINITE del SOVRASPINATO. Dolore con distribuzione locale, profondo, continuo, senza deficit neurologici. In regione acromiale irradiato a regione deltoidea e parte prossimale della regione posteriore del braccio. Il dolore aumenta nell’abduzione e nell’ extrarotazione del braccio. Possibile la rottura tendinea con s. da lacerazione della cuffia dei rotatori. S. TUNNEL CARPALE S. tunnel carpale : dolore alla metà laterale del palmo della mano, al pollice, indice, medio ed alla metà laterale dell’ anulare, irradiato alla regione anteriore dell’avambraccio. Aumenta nella notte e si associa ad intense parestesie. S. TUNNEL CUBITALE S. tunnel cubitale : dolore alla porzione mediale della regione anteriore del gomito ed alla parte ulnare della regione anteriore dell’avambraccio, all’anulare ed al mignolo, con parestesie. Da intrappolamento del nervo ulnare nel tunnel che chiude il solco trocleare. RADICOLOPATIA CERVICOBRACHIALE Le cause + frequenti sono : ernia del disco cervicale (aumento del dolore nel clinostatismo, nella torsione, nella flesso-estensione del rachide cervicale, in presenza di tosse e starnuti ), herpes zoster, s. sbocco toracico, s.tumore di Pancoast. RADICOLOPATIA CERVICOBRACHIALE C6: dolore e disturbi sensitivi in regione deltoidea, ant del braccio, lat avambraccio e mano. Deficit bicipitale. C7: dolore e disturbi sensitivi nella regione posteriore braccio, avambraccio, dorso mano e II-III-IV dito con deficit estensione avambraccio sul braccio e deficit estensione mano. C8: dolore e disturbi sensitivi nelle regioni posteromediali braccio, mediale avambraccio e mano, IV e V dito. Difficoltà ad intraruotare avambraccio ed a flettere la mano. Sindrome stretto toracico Dolore al polso, mano, avambraccio nel territorio del n.ulnare o più raramente n. radiale, PAROSSISTICO. Dolore urente, che cresce d’intensità e si mantiene x ore con gonfiore, calore, pallore della mano. Nelle stesse zone del primo ma con carattere vascolare ed ACROPARESTESIE NOTTURNE. Dolore gravativo, continuo sul bicipite, tricipite, trapezio e pettorale. Per danno nervoso nello spazio compreso tra triangolo interscalenico e strettoia tra I costa e clavicola da meccanismo compressivo (megaapofisi trasversa, costa cervicale) Sindrome stretto toracico S. TUMORE di PANCOAST Da tumore primitivo o metastatico (mammella, polmone, linfomi) in corrispondenza dell’apice polmonare. E’ il 5% delle neoplasie polmonari, ha prognosi infausta ed importante sintomatologia dolorosa. Spesso confuso con dolore da artrosi o tendinite sovraspinato!! IL DOLORE PERSISTENTE IN REGIONE SCAPOLARE, CERVICOBRACHIALE C7-T1 RICHIEDE APPROFONDIMENTI!!! La S. di Horner si incontra precocemente solo nel 50% dei casi!! S. di Pancoast 1^ fase : dolore sordo, profondo nella parte superiore del torace (scapola, regione pettorale alta ). Raro in questa fase il dolore nella parte mediale arto superiore. Attenzione al dolore SCAPOLARE insistente!! 2^ fase : compressione primi 3 nn. intercostali (dolore scapola, regione pettorale alta, e/o versante mediale braccio ed avambraccio). 3^ fase : dolore arto superiore fino alla regione ulnare della mano, violento, incident, ribelle a terapia (chemio, radio, morfina). Utile la cordotomia. Evidente la s. di Horner e la compressione del n. laringeo (raucedine). Possibile la compressione epidurale del midollo con gravi disturbi motori. Sindrome di Pancoast Dolore viscerale vero Evocato dalla distensione della parete viscerale, dalla contrazione muscolare, dalla distensione rapida della capsula, dall’ischemia, dalla trazione sui legamenti viscerali. La nocicezione in fase iniziale da il dolore viscerale vero. Esso è mal localizzato, profondo rispetto alla sede del viscere, con fenomeni neurovegetativi come: nausea, vomito, sudorazione, tachicardia, pallore. Tali sintomi sono tipici del dolore viscerale vero. Dolore viscerale riferito Dolore viscerale riferito: si manifesta quando il dolore viscerale vero dura da tempo. Può diventare il dolore prevalente e mascherare quello vero. Il dolore pancreatico vero è in sede epigastrica, quello riferito in sede lombare alta. Nel dolore riferito non vi sono distorsioni della sensibilità. Dolore viscerale riflesso Dolore parietale, ben localizzato, avvertito sulle strutture muscolo-scheletriche o sulla cute nelle aree metamericamente correlate col viscere sofferente. Si associa ad iperalgesia primaria, allodinia superficiale e profonda. E’ dato dall’impegno dei nocicettori viscerali, muscoloscheletrici e superficiali. DOLORE ADDOMINALE-PELVICO DOLORE ADDOMINALE-PELVICO DOLORE ADDOMINALE-PELVICO DOLORE ADDOMINALE-PELVICO Lesioni algogene nocicettive Distrofia simpatico riflessa Recentemente ridefinita come Complex Regional Pain Syndrome di tipo I e la causalgia Complex Pain Syndrome di tipo II. Compare nella mano o nel piede dopo trauma lieve o periodo di immobilità 1 fase calda per >vascolarizzazione 2 fase: vasocostrizione, ipotermia, ipersudorazione, edema mano o piede, perdita degli annessi cutanei, dolore mano o piede sproporzionato rispetto alla causa (ad es frattura che è già in via di guarigione), urente, incident (aggravato dal movimento) Distrofia simpatico-riflessa Spettacolare risoluzione con il blocco del simpatico locoregionale. Se non riconosciuto evoluzione nella fase conclusiva atrofica : edema si organizza in tessuto fibroso, retrazioni capsulari, limitazione all’ampiezza dei movimenti articolari. Ipotesi patogenetica: danno tessutale produce eccitazione dei nocicettori con liberazione di neurotrasmettitori che sensibilizzano i terminali delle fibre C. Reazione a catena con estensione del danno e del dolore. Dolore da amputazione E’ il dolore più sconcertante. Non vi è ancora un’unica interpretazione patogenetica. Nei distubi d’amputazione si distinguono: la phantom sensation, lo stump pain e il phantom pain. Disturbi d’amputazione Phantom sensation :sensazione di possedere ancora l’arto amputato per la conservazione del proprio schema corporeo. Generalmente svanisce nel giro di settimane ma può restare anche tutta la vita. Dolore del moncone, si ha sul moncone ed è evocabile con la palpazione. Phantom pain: dolore urente, senso di tensione dolorosa. Aumentato dalla protesi o dai movimenti del moncone. Forse da ipereccitabilità centrale per input anomalo del moncone. Dolore ginocchio Segno del cassetto anteriore e posteriore per ricercare la lesione nei legamenti collaterali anteriore, posteriore, mediale e laterale. Corso Aziendale Ospedale e Territorio Senza Dolore CENNI DI FARMACOLOGIA DEL DOLORE DOLORE “esperienza spiacevole, sensoriale ed emotiva, associata ad un danno attuale o potenziale dell’organismo” (Associazione internazionale per lo studio del dolore) TERAPIA DEL DOLORE ¾ Cura della malattia ¾ Farmaci analgesici ¾ Interruzione di vie nervose I FARMACI ANALGESICI z Analgesici-antipiretici (paracetamolo, FANS) z Oppioidi ( “deboli” e “forti” ) z Adiuvanti Scala OMS per il Dolore Cronico Libertà dal dolore Oppioidi per dolore dolore moderato - severo ± Non oppioidi ± Adiuvanti 3 Dolore che persiste o cresce Oppioidi per dolore lieve - moderato ± Non oppioidi ± Adiuvanti 2 Dolore che persiste o cresce Non oppioidi ± Adiuvanti 1 Le terapie mediche rimangono il fondamento per la gestione del Dolore The World Health Organization Ladder for Chronic Cancer Pain Management Gli Analgesici - Antipiretici z Dolore lieve-medio, infiammatorio, osseo z FANS (inibitori COX1 e COX2) z z gastrolesività, diminuzione della filtrazione glomerulare, inibizione piastrine PARACETAMOLO z z epatotossicità per sovradosaggio (evitare di superare 3-4 g/die) FANS • Presentano un meccanismo centrale, a livello del sistema nervoso (azione analgesica centrale) ed uno periferico a livello del tessuto lesionato (azione antinfiammatoria) • Tutti questi farmaci hanno un effetto tetto • Agiscono sul dolore interferendo sulla produzione di PGs (ciclooxygenase 1 and 2 inhibitors - COX-1 and COX-2) • L’azione inibitoria sulla COX-1 sembra anche responsabile di molti degli effetti collaterali di tali farmaci compresa l’ulcera gastrica. FANS: linee guida • Indicati nel dolore moderato prima dell’uso di oppioidi • Indicati anche nel dolore di elevata intensità in quanto in grado di abolire parte del dolore (è stato evidenziato un sinergismo tra FANS e oppioidi) • Nel dolore in cui è richiesto l’impiego di oppioidi può quindi essere utile associare un farmaco antinfiammatorio considerando che i meccanismi di azione sono differenti FANS: linee guida ¾ Associazione FANS + paracetamolo – Accettabile (maggiore analgesia senza aumento di effetti collaterali) ¾ Associazione FANS + FANS – Non raccommandabile (il risultato antalgico è minimo e il rischio di sommazione degli effetti collaterali è considerevole) ¾ Associazione FANS + Corticosteroidi – Attenzione (aumento del rischio di ulcera gastrica e di altri effetti collaterali) Epidemiologia del Dolore in Geriatria Fenomeno con prevalenza del 25%-80% in rapporto all’età, setting assistenziale, popolazione studiata. z Un anziano su quattro riferisce dolore incompatibile con lo svolgimento delle attività quotidiane. z Polipatologia, aumentata prevalenza del deficit cognitivo sensoriale, depressione, sono fattori che possono sottostimare la sintomatologia dolorosa. z Analgesici – Antipiretici -Paziente AnzianoAttenzione alla tachifilassi ( dosi = effetti collaterali) z Possono provocare ritenzione idrica, stato confusionale, diarrea, IRA o IRC: (attenzione con estrogeni, benzodiazepine, ACEinibitori. z Attenzione ad associare con induttori del Cit P450 (rifampicina, fenitoina, carbamazepina, fenobarbitale) o inibitori del Cit P450 (cimetidina, fluvoxamina). z Ketorolac – Piroxicam: sconsigliati per aumentato rischio di ulcera gastroduodenale, emorragia e perforazione. z FARMACI IN PTO z M01 Farmaci antiinfiammatori ed antireumatici z M01AB - derivati dell’acido acetico e sostanze correlate z z z z M01AE – derivati dell’acido propionico z z z z Diclofenac Indometacina Ketorolac Ibuprofene Ketoprofene Naprossene sodico N02B Altri analgesici ed antipiretici z z z z Acido acetilsalicilico Lisina acetilsalicilato Paracetamolo Paracetamolo/codeina