Sbobinatura di Anatomia Patologica Prof. Fabio Vecchio 24/10/06 Problemi emergenti nella diagnostica istopatologica Fallibilità diagnostica ed errori:per procedure tecniche errate o informazioni cliniche non pertinenti. L’errore è legato alle conoscenze su quella malattia in quel periodo storico. La diagnosi differenziale tra tumore benigno e maligno può anche basarsi sulla presenza o assenza di una metastasi che non necessariamente è vista dall’anatomo-patologo che quindi fa una diagnosi di neoplasia benigna per quanto riguarda un tumore che invece è maligno. L’accanimento diagnostico Tendenza ad un accanimento terapeutico per mantenere il paziente in vita La diagnosi viene effettuata solo se esistono tutte le condizioni per farlo Integrazione della diagnosi istopatologica in un contesto clinico Se ad un quadro istopatologico di colite ulcerosa non corrisponde anche un quadro clinico sintomatologico non si può effettuare diagnosi La diagnosi finale si colloca lungo una diagonale ai cui versanti opposti troviamo il clinico e l’anatomo patologo, difatti il dato clinico dev’essere correlato con quello anatomo patologico altrimenti la diagnosi non è certa ma solo sospetta L’integrazione delle informazioni cliniche ed istopatologiche vengono effettuate dal clinico Citiamo le conclusioni di un famoso clinico: Osler: “così com’è la tua patologia così è la tua medicina”. L’anatomo patologo se non ha clinici validi difficilmente riesce a dare un significato anche clinico alle sue analisi Rapporti con i pazienti L’unico caso in cui l’anatomo patologo ha rapporti con il paziente è nella pratica dell’ago aspirato. Custodia materiale Tessuti: per quelli residui a seguito dell’inclusione è accettabile una custodia di 15 giorni dopo l’inoltro del referto, al fine di verificare la qualità del referto da parte del clinico. Inclusioni e vetrini: materiale su cui si lavora ed è obbligatoria dunque una custodia di circa 20 anni per problemi medico-legali per spiegare al paziente l’urgenza dell’eventule pratica chirurgica in considerazione del materiale istopatologico, qualora il paziente contestasse la decisione del clinico Preparati citologici conservati per 5 anni Problematiche legate alle nuove metodiche non sempre standardizzate La tecnica del prof. Veronesi sul linfonodo sentinella non ha una linea guida per indicazioni circa le sezioni e per l’immunoistochimica. Programma del corso di anatomia patologica 24/10: patologie dell’esofago 31/10: patologie gastriche 07/11: malattie infiammatorie e tumori intestinali 14/11: patologie endocrine 21/11: epatiti croniche e cirrosi epatica 28/11: tumori primitivi del fegato 05/12: argomento da definire Esofago Si suddivide in una porzione addominale ed in una toracica. I differenti tratti hanno un drenaggio linfonodale diverso quindi metastatizzeranno in differenti linfonodi. La mucosa esofageo è biancastra, più chiara di quella gastrica che è rosa salmone. L’epitelio è pavimentoso pluristratificato, si trovano ghiandole nella sottomucosa e si può ritrovare anche un infiltrato linfoide. Patologie dell’esofago Si possono classificare in: Anomalie dello sviluppo Varici Lacerazioni Esofagiti Tumori Patologie non neoplastiche dell’esofago: 1. Diverticoli da pulsione, da Zenker, da trazione 2. Fistole 3. Stenosi 4. Sclerodermia 5. Esofagiti (spesso per reflusso acido per scarsa tonicità dello sfintere esofageo inferiore) 6. Esofago da Barrett 7. Varici 8. Lacerazioni di Mellory-Weiss Malattie congenite (dello sviluppo esofageo) 1. Atresia 2. Stenosi 3. Cisti 4. Diverticoli 5. Anelli (per es. di Schatzki) 6. Per discinesia della muscolatura esofagea 7. Ernia iatale 8. Acalasia e conseguente dilatazione dell’esofago (megaesofago) per difetti nella trasmissione dell’impulso nervoso e dunque a seguito del tentativo di superamento delle alterazioni della contrazione 9. Fistole tracheoesofagee congenite: le più frequenti sono quelle associate ad atresia esofagea che presentano il moncone inferiore dell’esofago con fistole tracheale e il moncone superiore a fondo cieco; rare sono le fistole tracheali del moncone superiore dell’esofago; rarissime sono le fistole tracheoesofagee con esofago non atresico Varici esofagee: è una condizione legata ad un’ipertensione portale quasi sempre sintomatica; consistono in cordoncini bluastri visibili, in endoscopia, come piccoli palloncini protrudenti nel lume esofageo. Si tratta dunque di una dilatazione dei vasi dall’aspetto istologico tipico dell’ectasia venosa Esofagiti: patologie infiammatorie (in ordine decrescente di frequenza): Da reflusso * Alterazioni del reflusso esofageo dovute a: acalasia e ad ernia da scivolamento o paraesofagee nelle quali manca una corretta separazione tra cavità gastrica e cavità esofagea, dunque abbiamo una risalita del succo gastrico con un pH 1-2 che ha azione lesiva a livello della mucosa esofagea. * Esofagite da reflusso: è una patologia importante e affligge il 10% della popolazione. E’ caratterizzata dai seguenti parametri istopatologici diagnostici: - aumento dell’altezza delle papille (invaginazioni della lamina propria dello strato basale dell’epitelio) che supera il 50% dello spessore totale dell’apitelio esofageo - aumento dell’altezza dello strato basale che supera il 15% dello spessore totale dell’epitelio esofageo - alterazioni vascolari della lamina propria (dilatazioni, ecc.) - infiltrato intraepiteliale granulocitario (PMN e soprattutto eosinofili) - alterazioni della distanza tra i nuclei delle cellule epiteliali, che nella norma equivale al diametro cellulare Complicanze: stenosi, ulcere, esofago di Barrett Infettive (Candida, Herpes simplex, CMV, HIV, infezioni batteriche. I primi segni riscontrabili in un paziente che ha contratto infezione dell’HIV consistono in un elevato tasso infettivo delle prime vie digestive).Tutte queste condizioni denotano un quadro di immunosoppressione Infezione da Candida: si ha la formazione di placche bianche a livello della porzione distale dell’esofago e a livello della giunzione esofago-gastrica. Alla microscopia ottica sono evidenti all’interno dell’epitelio squamoso dei bastoncelli positivi alla reazione acido periodico-reattivo di Schiff che colora in rosa i MPS delle ife fungine. L’essudato infiammatorio non è abbondante. Infezione da Herpes simplex: lesioni iperemiche ulcerate dell’esofago e sanguinanti. Nell’esofagite da Herpes simplex sono evidenziabili nelle cellule epiteliali esofageedelle inclusioni nucleari chiare paracristalline. Esofagite da CMV: sono evidenti nelle cellule epiteliali dell’esofago delle inclusioni nucleari a occhio di civetta (con un alone chiaro attorno all’inclusione). Per le esofagiti infettive sopra citate il dato della microscopia ottica riguardante le inclusioni nucleari richiede una conferma immunoistochimica. Forme particolari: - esofagite eosinofila (asma esofageo) – esofagite associata ad ingestioni corrosive (accidentali, forme caustiche) – esofagiti comprese nel quadro clinico di patologie quali: uremia, pemfigo. Esofagite eosinofila: ipereosinofilia periferica. Spesso associata a colite e gastrite. Patologie non neoplastiche dell’esofago: 1. Sindrome di Plummer-Vinson: - Presenza di una membrana a livello della mucosa prossimale dell’esofago - Lesioni mucose della bocca e della faringe - Anemia sideropenica - Elevato rischio per un carcinoma del tratto cervicale-superiore dell’esofago 2. Sindrome di Mellory-Weiss da malnutrizione (alcolismo) - Lacerazioni della mucosa esofago-gastrica 3. Sindrome di Baerhoave: è una complicanza della sindrome di Mellory-Weiss per rottura dell’esofago a causa del vomito. Sclerodermia:è una collagenopatia con aumento del tessuto connettivo e rigidità della parete dell’esofago con conseguente difetto di funzione. Le lesioni esofagee consistono in una fibrosi della sottomucosa che si può presentare anche a livello gastrico Esofago di Barrett: è una metaplasia dell’epitelio squamoso dell’esofago le cui cellule si differenziano in un altro citotipo definito che è quello colonnare. La metaplasma avviene a 3 cm di distanza dalla linea Z anche se sono state evidenziate metaplasie a distanze inferiori di 3cm per le quali bisogna stare attenti a non confonderle con eventuali metaplasie gastriche. La metaplasma colonnare può essere di 3 tipi: 1. Cardiale 2. Fundica 3. Intestinale con cellule caliciformi (metaplasia enteroide) La mucosa nell’esofago di Barrett è rosso salmone e in endoscopia si nota una risalita a fiamma (rossa) dello stomaco La metaplasma enteroide risparmia lo stomaco Complicanze della metaplasia: - Displasia di alto e basso grado su ghiandole intestinalizzate. La displasia consiste in alterazioni che precedono lo sviluppo di una neoplasia oppure sono alterazioni che causano esse stesse neoplasie. Può essere di basso grado con prevalenza delle alterazioni citologiche consistenti in nuclei ipercromici fusiformi con alto rapporto nucleo-citosol. Può essere di alto grado (mutazione di p53) con alterazioni oltre che citologiche anche architetturali in quanto l’epitelio pluristratificato presenta nuclei anche a livello delle cellule superficiali con perdita della polarità maturativi. Nel 90% dei casi la neoplasia che si sviluppa sull’esofago di Barrett è un adenocarcinoma, dunque non è squamoso (l’adenocarcinoma e il carcinoma squamo-cellulare hanno comunque lo stesso comportamento biologico) - Adenocarcinoma nel 15% dei casi e rappresenta il 10% dei carcinomi esofagei - Il rischio di avere un carcinoma esofageo negli individui affetti da esofago di Barrett è 40 volte superiore rispetto a quello della popolazione geneticamente sana Patologie neoplastiche dell’esofago: Si suddividono in benigne (papilloma di origine epiteliale squamoso; resezione endoscopica. Leiomiomi: tumore a cellule granulose che ritroviamo anche a livello della lingua e che esprimono la proteina basica della mielina dunque derivano delle cellule di Schwann. Neurofibromi. Emangioma. Acantosi glicogenica: è un accumulo di glicogeno nella mucosa dell’esofago, è dunque un’alterazione degenerativa) e maligne (carcinomi, sarcomi, melanoma la cui sede esofagea come tumore primitivo è la seconda per frequenza dopo il canale anale, raramente linfomi e leucemie). Carcinoma esofageo:sesto cancro per frequenza. Ogni anno 412000 nuovi casi. Nel 2000 337000 decessi per un totale di 2,6 milioni di decessi per cancro. Sedi: terzo medio e terzo inferiore nell’80% dei casi; terzo superiore meno frequente con predilezione del sesso femminile. Le forme di carcinoma a livello del terzo medio sono quelle peggiori per problemi nella ristabilizzazione della canalizzazione e richiedono interventi complessi e non sempre ne vale la pena perché sono tumori in fase avanzata. Forma macroscopica: - ulcerata con bordi rilevati - polipoide: questa lesione da sintomi precoci essendo l’esofago un canale ristretto - stenosante con una sintomatologia simile a quella di un’esofagite da reflusso (dolori, bruciori retrosternali), quindi facilmente confondibile dal paziente che si presenta dal medico quando ormai è troppo tardi Tipi istologici: cellule squamose 90%, adenocarcinoma 10%, cellule piccole indifferenziate simili a quelle del microcitoma polmonare e cellule a doppia componente maligna (carcinoma adenosquamoso) rare Diffusione: - diretta nella sottomucosa - attraverso i linfatici con metastasi linfonodali - caratterizzata da infiltrazioni in segmenti a distanza dalla lesione macroscopica evidenziata Sopravvivenza: a 5 anni inferiore al 5%. Assieme ai tumori pancreatici è uno dei tumori più aggressivi Stadiazione (TNM 2002) Tumore primitivo: Tis: carcinoma in situ intraepiteliale T1: invasione della lamina propria e della sottomucosa (può dare metastasi linfonodali, mentre nel colon l’invasione della sola lamina propria non da metastasi) T2: invasione della muscolare propria T3 :invasione avventizia T4: invasione delle strutture adiacenti Linfonodi regionali: N0: nessuna metastasi N1: metastasi Metastasi: M0: no M1: metastasi a distanza Stadiazione: I: IIa: IIb: III: IV: T1 N0 M0 T2 o T3 N0 M0 T1 o T2 N1 M0 T3 N1 M0 o T4 ogni N ed M0 ogniT ogni N M1 Sopravvivenza 80-90% 30-40% 25-40% 15-20% inferiore al 5% Referto per tumore esofageo: 1. Tipo istologico 2. Grado 3. Dimensione massa 4. Profondità e invasione 5. Sito antomico 6. Invasione vascolare e linfatica 7. Invasione perineurale 8. Coinvolgimento dei margini prossimali, distali o radiali di resezione chirurgica per valutare la loro indennità dalla malattia in seguito dell’escissione della massa neoplastica 9. Coinvolgimento linfonodale: confronto tra i linfonodi metastatici e i linfonodi totali esaminati 10. Altre caratteristiche (esofagiti, Barrett, displasia, specifici tipi di infezione) Ida P.S. Mi scuso con tutti per la sbobinatura di patologia che mi avevano assegnato ma della quale purtroppo non ero a conoscenza…..buon inizio a tutti Saluti a Simona, Roberto, Flora, Annarosa e coniuge, Paolo, Caterina, Antonio Grazie mille a Sergio per il supporto tecnico e soprattutto per la sua pazienza. Un saluto particolare a Irmù (questa volta qualcun altro ha preso il tuo posto ma comunque mi sei mancata)