La civiltà greca Unità 5 Agli albori della civiltà greca: Cretesi e Micenei Unità 6 Il “medioevo” ellenico e l’inizio dell’età arcaica I confini spazio-temporali Lo spazio Il complesso delle regioni della Grecia conosciute ai tempi dei Micenei e poi da Omero occupava la parte terminale della penisola balcanica. Quando diciamo Ellade intendiamo l’unione delle regioni che avevano in comune cultura, civiltà e lingua,fatte salve le differenziazioni dialettali. Le regioni più settentrionali erano l’Acarnania, l’Etolia, la Tessaglia. Erano escluse l’Epiro, la Macedonia e la Tracia. Scendendo a Sud troviamo la Beozia e l’Attica e la grande isola dell’Eubea che si stende lungo le coste nord-orientali. All’estremo Sud ecco il Peloponneso, la grande penisola a forma di mano con quattro dita, con le regioni di Acaia, Elide, Arcadia, Argolide, Messenia e Laconia. L’Ellade continentale era poi integrata, come oggi la Grecia,da una miriade di isole. Sulla costa occidentale,vero ponte tra Grecia e penisola italica,sono sparse le isole ionie: Itaca, Zante, Cefalonia, Corfù e Leucade. A Sud del Peloponneso ecco Citera, al Centro dell’Egeo le isole Cicladi con Delo, Ceo, Amorgo e tante altre e a Est le Sporadi,disposte lungo le coste dell’Asia Minore, tra cui Lesbo, Rodi, Chio e Samo. A Sud la più grande delle isole, Creta, e a Est, nel Mediterraneo Orientale, Cipro. Tutto il territorio,sia quello continentale che il Peloponneso è occupato da grandi e impervie catene di montagne, che hanno sempre ostacolato le comunicazioni tra le varie regioni. Nella maggior parte della Grecia il suolo è poco fertile e anche dove si stendono pianure che favorirebbero l’agricoltura, le precipitazioni sono scarse. I fiumi sono per lo più a carattere torrentizio e i monti sono brulli. Solo al Nord si stendono le fertili pianure della Tessaglia. Questa struttura del territorio ha sempre costretto i Greci a una vita fatta di povere cose, basata su un’agricoltura stentata e sulla pastorizia. Gran parte della terra è stata adibita all’allevamento degli ovini, poco esigenti in fatto di pascolo, mentre l’allevamento dei bovini e degli equini è sempre stato ostacolato dalla mancanza di pianure fertili ed estese. Una simile situazione favorirà, da una parte, la tendenza dei Greci a isolarsi in comunità autonome e frazionate e, dall’altra, a dedicarsi alla navigazione e al commercio marittimo. Il tempo La civiltà cretese Fin dal terzo millennio troviamo a Creta una fiorente civiltà, le cui origini non hanno nulla in comune con la civiltà greca ma che tanta influenza ebbe su di essa. Nel 1884 l’italiano Federico Halbherr e subito dopo il tedesco E. Fabricius iniziarono esplorazioni e poi ricerche in tutta l’isola, ma solo nel 1893, con la campagna di scavi dell’inglese sir Arthur Evans, a Cnosso, vennero alla luce le fondamenta di giganteschi palazzi, gioielli di squisita fattura e le testimonianze di una grande e originale civiltà. Dopo questi studiosi venne una schiera di archeologi americani, francesi, inglesi e greci che esplorarono con successo varie zone dell’isola. L’età storica di Creta viene divisa, basandosi sull’evoluzione degli stili della ceramica, in questo modo : – Antico Minoico 3000-2000 a.C. – Medio Minoico 2000-1570 a.C. – Tardo o Recente Minoico 1570-1050 a.C. Ogni periodo viene poi diviso in tre sottoperiodi. Alcuni studiosi, riferendosi alle vicende dei grandi palazzi reali dell’isola,hanno diviso la storia di Creta in: - Periodo prepalaziale - Periodo protopalaziale - Periodo neopalaziale 3000-2000 a.C. 2000-1700 a.C. (tutti i palazzi sono distrutti) 1700-1370 a.C. (tutti i palazzi sono di nuovo distrutti) La civiltà Micenea Attorno al secondo millennio a.C., quando la potenza dei sovrani cretesi stava per arrivare al culmine, parecchie tribù provenienti dal centro e dell’Europa e dall’Asia Minore cominciarono a infiltrarsi nel sud della penisola balcanica e poi sulle isole egee, spostandosi anche verso l’Asia Minore. Queste tribù erano di origine indoeuropea. Si trattava di infiltrazioni progressive e continue di tribù che spesso si amalgavano pacificamente con le popolazioni del luogo o, comunque, trovavano un modus vivendi. Erano processi storici lunghissimi, al termine dei quali si creava una nuova civiltà, sintesi delle popolazioni che si erano fuse. Nel caso della Grecia in poche centinaia di anni il territorio continentale e insulare venne conquistato dalle tribù indoeuropee che si mescolarono con le popolazioni indigene presenti sul territorio fin dal sesto millennio a.C. Dopo la calata degli Indoeuropei nei territori della Grecia, verso il XVII secolo a.C. si era affermata nel Peloponneso una grande civiltà che oggi chiamiamo “Micenea” da Micene, il centro senz’altro più importante. Questa civiltà, come vedremo, verrà scoperta dall’archeologo tedesco Schliemann. La civiltà Micenea fino al 1953 era conosciuta solo attraverso alcuni racconti mitici (per esempio le figure dei re descritti da Omero), attraverso il testo dell’Iliade e dei frammenti del Ciclo Poetico Troiano (sono gli Achei che combattono contro Troia) e alcuni accenni che compaiono sulle tavolette hittite e i geroglici egiziani. Si parla in queste tavolette del potente popolo degli Ahijawa (siamo nel XIV secolo a.C.),il popolo che veniva dal mare ed era penetrato a fondo anche all’interno dell’Asia Minore. Verso il XV secolo i Micenei scesero a Sud, oltre il mare.e conquistarono Creta, approfittando anche delle divisioni politiche tra i vari sovrani dell’isola. La storia della civiltà micenea viene, in genere, divisa in: – MICENEO I – MICENEO II – MICENEO III dal 1580 al 1500 a.C.: l’età della formazione della civiltà micenea dal 1500 al 1425 a.C.: l’età dell’espansione micenea dal 1425 al 1100 a.C.: l’età del massimo sviluppo e del crollo Il “medioevo” ellenico, invece, dura circa 400 anni (dal 1200 all’800 a.C.) e prepara il passaggio all’età arcaica. Le fonti della narrazione storica Le fonti per lo studio della storia di Cretesi e Micenei Le fonti utili alla ricostruzione della storia dei Micenei e dei Cretesi sono sostanzialmente di tre tipi: Fonti archeologiche. Gli scavi in tutta la zona micenea hanno portato alla luce resti imponenti delle principali città-stato, oltre a corredi funerari, ornamenti, oggetti e utensili di uso comune. Per la storia di Creta la fonte archeologica fondamentale è costituita dalle imponenti rovine dei palazzi reali, vere e proprie cittadelle autosufficienti e quindi ricche di testimonianze di ogni genere. Le tavolette in lineare B. Già nel 1939 gli scavi a Pilo avevano messo in luce centinaia di tavolette d’argilla e a Cnosso ne sono state trovate circa 4000. Altre centinaia sono state rinvenute in vari palazzi micenei e cretesi. Queste tavolette costituivano senza dubbio l’archivio dei palazzi reali e, dopo la decifrazione del lineare B, ci hanno fornito una miriade di informazioni sull’amministrazione dei beni della città, sul lavoro, sulla struttura politicosociale delle comunità e sugli aspetti della vita di tutti i giorni dei Micenei, ma anche dei Cretesi. Purtroppo non si è riusciti ancora a decifrare completamente le tavolette in lineare A, tavolette che sicuramente contengono notizie interessanti sulla civiltà cretese. La tradizione letteraria. La fonte letteraria fondamentale per la storia dei Micenei è senza dubbio Omero (ammesso che sia mai esistito un poeta con questo nome) e le sue opere, in particolare l’Iliade. Questo poema è una fonte inesauribile di notizie di tipo geografico, militare, politico e sociale. Anche i Cretesi sono continuamente nominati, sia da Omero che da altri autori ma la loro fama era pessima e quindi le notizie appaiono viziate da un’evidente animosità. Fonti materiali I palazzi cretesi e micenei e le loro differenze strutturali [palazzi.pdf]. Fonti letterarie La monarchia micenea [monarchia. pdf] Lo scontro tra Achille e Agamennone come segno della debolezza del Wanax [wanax. pdf] L’assemblea del popolo miceneo [assemblea. pdf] Le fonti per la studio del “medioevo” ellenico Le fonti più importanti per conoscere le caratteristiche di questo periodo non sono archeologiche, dal momento che per quattro secoli non si produsse nulla di significativo nell’arte e nell’architettura. Anche la scrittura era scomparsa e vigeva solo la tradizione orale. Ecco allora che le fonti più importanti sono di carattere letterario e si incarnano in due poeti, completamente diversi tra di loro per ispirazione e visione della vita. Questi poeti sono Omero ed Esiodo. Per quanto riguarda Omero, non possiamo neppure dire se sia veramente vissuto, dal momento che esistono prove del tutto contraddittorie sulla sua esistenza. Dovrebbe essere originario dell’Asia Minore, visto il dialetto che usa, e l’epoca più probabile della sua vita dovrebbe essere l’VIII secolo a.C. A lui vengono attribuiti due grandi capolavori, l’Iliade e l’Odissea, oltre che altri poemi minori. L’Iliade è la narrazione epica della parte finale della guerra di Troia, mentre l’Odissea racconta il tormentato ritorno a casa di Odisseo (l’Ulisse romano) e la sua vendetta contro i principi che avevano insidiato la sua bella moglie Penelope. Il mondo cantato da Omero è quello degli eroi micenei, è una società aristocratica che ai suoi tempi ormai non esisteva più. Le fonti per lo studio della religione della Grecia primitiva Le fonti che ci permettono di ricostruire le caratteristiche della religione greca del periodo arcaico sono sostanzialmente di tre tipi: le opere storico-letterarie, le iscrizioni e i reperti archeologici. Dalle opere letterarie esce spesso un'immagine della religione greca piuttosto confusa e quasi mai rispondente alla realtà. Per i Greci, infatti, non sono mai esistiti dogmi da rispettare e l'autonomia delle città-stato ha prodotto continue leggende sempre diverse tra di loro e legate a specifiche situazioni locali. Per questi motivi ogni autore si è sempre sentito autorizzato a dare versioni personali dei miti religiosi e anche delle caratteristiche delle singole divinità. Molto più interessante è, invece, lo studio delle descrizioni dei riti, che ci presentano direttamente il comportamento religioso dei Greci. Su questo piano le fonti sono numerose. Innanzitutto Omero: l'Iliade e nell'Odissea contengono numerose e precise descrizioni di preghiere e di sacrifici. Tra gli storici citiamo soprattutto Erodoto di Alicarnasso del V secolo a.C. (Le Istorie) e Plutarco del II secolo d.C. (Le vite parallele e Opere Morali). Le loro opere abbondano di citazioni sulla religione greca che da loro fu sempre considerata una componente fondamentale della civiltà. La fonte letteraria fondamentale, però, per la ricostruzione dei caratteri della religione greca arcaica è senz'altro Pausania, vissuto nel II secolo d.C., che scrisse un'opera dal titolo Periegèsis (Giro della Grecia). Pausania fu un instancabile viaggiatore e riporta con minuziosa precisione anche riti locali che senza di lui sarebbero rimasti sempre sconosciuti. La sua opera è una miniera inesauribile di informazioni che riguardano non solo i riti ma anche i templi che oggi non esistono più. Le iscrizioni che riguardano la religione sono numerosissime: abbiamo trovato leggi sacre, preghiere, dediche agli dei, responsi di oracoli, calendari di riti e altro. Sono iscrizioni pubbliche e private che danno un'informazione diretta su tradizioni e riti e per questo sono estremamente importanti. I reperti archeologici più importanti sono senz’altro i templi, ma significativa è anche la statuaria e la ceramica. L’organizzazione politica oligarchica sei secoli bui [organizzazione. pdf] Il diritto omerico [diritto. pdf] La vendetta per onore [vendetta. pdf] La figura e l’opera di Esiodo, il poeta del quotidiano soffrire [esiodo. pdf] L’Aldilà [aldilà. pdf] Alcune figure tipiche del “medioevo” ellenico [figure.doc]