Il ginocchio osteopatico N.S.O. Nuova Scuola di Osteopatia Denominazione della disfunzione osteopatica: • La disfunzione viene definita nel senso della facilitazione del movimento ossia nel senso della maggior mobilità • La disfunzione viene definita dalla posizione di un segmento in riferimento ad un altro. Il ginocchio: Il ginocchio è un articolazione trocleare che mette in relazione femore, tibia e rotula (oltre ai menischi), caratterizzata da tre gradi di libertà: 1. flesso-estensione (macromovimento in relazione alla posizione dell’anca), Il ginocchio: 2. Rotazione ( consentito solo quando l’articolazione non è in completa estensione), Il ginocchio: 3. Traslazioni anteroposteriori, laterali o miste (movimenti accessori di piccola ampiezza che servono a garantire la macromobilità: non dimentichiamo che l’importanza della limitazione di un movimento non ha un valore assoluto ma va valutata in relazione all’entità del movimento completo), 4. Adduzione-Abduzione, 5. Decoattazione. la rotula: • osso sesamoide, costituisce una puleggia con un braccio di leva aumentato in grado di accrescere le prestazioni del quadricipite. Può scivolare nella gola interconiloidea in alto ed in basso, ha la possibilità di scivolare lateralmente e si comporta come lo scafo di una nave che galleggia nel liquido sinoviale. • Integrato nell’apparato estensorio della gamba la rotula è un osso di spessore variabile tra i 2 e i 3 cm rivestito sul versante articolare da cartilagine articolare che può raggiungere anche i 5mm di spessore a livello della sua linea mediana. La superficie articolare occupa i ¾ postero superiori dell’osso ed è costituita da una cresta verticale sporgente e smussata che si colloca nella doccia trocleare, da una faccetta laterale che si appoggia al condilo esterno e da una faccetta mediale a sua volta divisa in due per il condilo mediale con la parte più mediale che si articola sono in massima flessione. il quarto inferiore della rotula è extra-articolare ed è inglobato nel tendine o “legamento sottorotuleo”. i condili: • i condili femorali separati dalla gola intercondiloidea divergono posteriormente tra loro, ed hanno entrambi una forma convessa in tutti i sensi. In oltre il condilo laterale ha un raggio di curvatura maggiore e costituisce con la sua cresta un muretto di contenimento per la rotula. un corretto allineamento rotuleo è un buon presupposto per una cartillagine non sofferente. i menischi • altri due importanti elementi articolari sono i menischi, che, parzialmente mobili garantiscono una maggior congruenza tra la superficie piana del piatto tibiale e quella semisferica dei condili femorali. • il menisco ha una forma a mezza luna che termina con con un corno anteriore ed uno posteriore saldamente inseriti rispettivamente alla superficie prespinale e retrospinale del piatto tibiale. Presenta una faccia superiore trasversalmente concava che accoglie il condilo femorale, una faccia inferiore quasi piatta che poggia sul piatto tibiale, una faccia periferica che costituisce il muro meniscale aderente al piano capsulare ed un margine interno concavo, sottile e libero. punti fissi meniscali: • legamento jugale o coronale: teso trasversalmente sul davanti a collegare i corni anteriori • legamenti menisco-tibiali di collegamento tra le corna meniscali ed il piatto tibiale nella zona prespinale e retrospinale • legamenti menisco rotulei interno ed esterno, dal muro meniscale attraverso un inspessimento capsulare verso la rotula infero-lateralmente. il menisco mediale • ha forma a “C” con il corno anteriore più esile e piccolo del posteriore, il suo muretto esterno aderisce alla capsula e al LCM, il corno posteriore è collegato al tendine del muscolo semimembranoso il menisco laterale • ha forma a “O” (in realtà è una C molto chiusa) con il corno anteriore simile a quello posteriore, il suo muretto esterno aderisce alla capsula quasi completamente tranne dove si incrocia a livello del corno posteriore con il tendine del muscolo popliteo al quale è collegato, il corno posteriore è in oltre unito al LCP con una o due digitazioni che passano anteriormente e/o posteriormente al LCP costituendo i legamenti meniscofemorali. apparato legamentoso del ginocchio: • componente legamentosa centrale (LCA e LCP) • componente legamentosa peiferica (LCM e LCL) legamenti crociati, intracapsulari ma extra-articolari: • il legamento crociato anteriore è più esile del posteriore, parte dalla spina tibiale anteriore in continuità con le fibre che lo collegano al corno anteriore del menisco mediale e sale verso l’alto, in fuori ed in dietro fino ad inserirsi sulla faccia interna del condilo femorale esterno. • il legamento crociato posteriore parte dalla superficie retrospinale e sale verso l’alto, avanti e in dentro fino ad inserirsi sulla faccia esterna del condilo femorale mediale, rinforzato dai fascicoli accessori dei legamenti menisco femorali che provengono dal corno posteriore del menisco laterale. legamenti collaterali • legamento collaterale esterno: nasce superiormente dalla faccia esterna del condilo femorale laterale, ben palpabile scende a ponte sopra il muretto esterno del menisco laterale ed il tendine del muscolo Popliteo verso il basso e in dietro fino ad inserirsi sulla testa del perone all’interno del tendine terminale del bicipite femorale che lo avvolge. • il legamento collaterale mediale: nasce dal tubercolo condiloideo interno del condilo femorale mediale e scende in basso ed in avanti fino ad inserirsi sulla parte anterosuperiore della faccia interna della tibia posizionandosi dietro i tendini della zampa d’oca diviso da questi da una borsa sierosa. a differenza del LCL, questo legamento è legato al muretto esterno del menisco mediale. vista mediale Vista laterale muscoli che stabilizzano il ginocchio • comparto anteriore: quadricipite • comparto postero inferiore: gemelli e plantare lungo • comparto postero mediale superiore: semitendinoso, semimembranoso, gracile sartorio, popliteo • comparto postero laterale superiore: tensore della fascia lata, bicipite femorale disfunzioni osteopatiche del ginocchio • • • • • disfunzione in ABDuzione/scivolamenti interno disfunzione in ADDuzione/scivolamento esterno disunzione in rotazione disfunzione di tibia anteriore (rispetto al femore) disfunzione di tibia posteriore (rispetto al femore) preparazione della parte muscolare prima delle tecniche sull’articolazione • tecniche di normalizzazione di: gemelli, popliteo, ischiocrurali.