Potenzialità dell’analisi dei dati energetici degli edifici L’approccio inverso come strumento per l’analisi e il miglioramento della prestazione energetica Alfonso Capozzoli, Ricercatore, Politecnico di Torino, Dipartimento Energia, gruppo di ricerca TEBE Daniele Grassi, Borsista di ricerca, Politecnico di Torino, Dipartimento Energia Marco Savino Piscitelli, Borsista di ricerca, Politecnico di Torino, Dipartimento Energia INTRODUZIONE Oggigiorno, la sempre maggiore diffusione e accessibilità dei sistemi di monitoraggio e gestione delle prestazioni energetiche degli edifici offre l’opportunità di archiviare e collezionare una elevata mole di dati relativi ai sistemi edificio-impianto e alle condizioni al contorno che ne influenzano la prestazione energetica e ambientale. Ciò sta determinando una esponenziale crescita nella dimensione e complessità dei database a disposizione che non sempre è direttamente legata alla qualità e quantità di conoscenza estraibile dalle informazioni in essi contenute. L’estrazione di informazioni a partire da dati collezionati, infatti, deve essere strutturata attraverso un processo metodologico che prevede da una parte la conoscenza fisica del sistema oggetto di indagine e dall’altra l’applicazione di metodi analitici “intelligenti” più o meno complessi. L’esplorazione di tali dati attraverso opportune tecniche di analisi può rivelare relazioni e dipendenze nelle dinamiche energetiche dell’edificio durante il suo esercizio non sempre direttamente definibili e interpretabili, utili a direzionare misure di efficienza energetica su più livelli. Il grande potenziale della conoscenza estraibile attraverso il trattamento dei dati energetici degli edifici ha determinato inesorabilmente l’applicazione di tecniche intelligenti di analisi dati (data mining, machine learning) anche nel campo della fisica tecnica ambientale. La versatilità di tali tecniche, relative ad un approccio di tipo “data-driven”, rende possibile la loro applicazione per un gran numero di obiettivi purché l’analista sia in possesso di competenze in ambito energetico. L’esperto di dominio infatti, si rende necessario in tutte le fasi di analisi, dalla scelta delle variabili, dei metodi e delle metodologie, fino alla traduzione concreta delle informazioni estratte in misure di risparmio energetico. 1 LE POTENZIALITA’ DELL’ANALISI DATI Il processo di esplorazione e analisi dei dati energetici, consiste nell’utilizzare diverse tecniche statistiche, di “data mining”, “machine learning” e “pattern recognition”, al fine di estrarre informazioni, interrelazioni, associazioni da complessi database relativi ai sistemi edificio-impianto. Febbraio – 2016 1 Figura 1 – Differenti possibili applicazioni per l’efficienza energetica negli edifici. In Figura 1, vengono riassunte le più significative applicazioni di innovative tecniche di analisi dati nel settore dell’energetica degli edifici: stima o previsione dei consumi energetici di un edificio; individuazione di benchmark energetici; classificazione dei profili energetici di consumo; individuazione delle anomalie del sistema edificio-impianto e diagnostica delle cause connesse; caratterizzazione dell’occupante e influenza del suo comportamento sulla richiesta energetica. Nelle sezioni successive le menzionate possibili applicazioni sono brevemente discusse con l’obiettivo di chiarire come un processo conoscitivo, basato su un approccio “data-driven”, attraverso l’analisi di dati energetici, costituisce oggi una importante opportunità per guidare, direzionare e pianificare strategie di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. Febbraio – 2016 2 1.1 Stima e previsione dei consumi Una delle applicazioni maggiormente sviluppate e applicate, è la stima e la previsione del consumo di energia negli edifici attraverso tecniche di modellazione inversa. L’approccio classico adottato per l’analisi energetica del sistema edificio-impianto è basato sull’applicazione del bilancio energetico dell’edificio a partire dalla conoscenza delle proprietà che definiscono l’involucro, l’impianto e delle condizioni al contorno (clima, utenza). Un modello siffatto può essere più o meno complesso in funzione dell’accuratezza attesa dai risultati, del regime utilizzato (stazionario, quasi stazionario o dinamico) e del passo temporale adottato per la simulazione. Per un’analisi dettagliata l’approccio diretto richiede una conoscenza molto particolareggiata della modalità di gestione dell’edificio e di tutti i fenomeni fisici che influenzano la prestazione energetica (così come del loro peso relativo e della loro interazione). I codici di simulazione dinamica più noti, che basano il proprio principio di funzionamento su tale approccio sono ESP-r, BLAST, DOE-2 ed EnergyPlus. Un approccio differente per l’analisi energetica del sistema edificio-impianto, la cui applicazione è di più recente adozione, è basato sull’analisi inversa. In questo caso le variabili di ingresso e di uscita sono note e l’obiettivo diventa la stima dei parametri e l’identificazione del modello matematico che definisce il loro legame. Per mezzo dell’analisi inversa è possibile operare diagnosi energetiche su edifici esistenti (la valutazione del modello è condotta sulla base di dati misurati) ottenendo spesso una più accurata stima/previsione del consumo di energia atteso per un edificio. Questa opportunità gioca un ruolo significativo nella valutazione della prestazione di un edificio, nella sua ottimizzazione a livello gestionale, nella definizione di eventuali strategie di “demand side management” (DSM) e analisi delle anomalie. D’altro canto l’elevata complessità di impianti multienergia, l’eterogeneità dei carichi interni e l’aleatorietà legata ai profili di occupazione rendono l’edificio un sistema complesso, per il quale si rende necessaria l’acquisizione di dati legati ai fattori che direttamente o indirettamente ne influenzano i consumi (dati climatici, parametri termo-fisici dell’edificio, dati operazionali di impianto, dati di occupazione). Una volta collezionati i dati, attraverso l’utilizzo di modelli inversi più o meno raffinati e/o complessi, lineari o non lineari (regressioni lineari multiple, alberi di classificazione, reti neurali, macchine a supporto vettoriale, etc.), è possibile effettuare analisi di previsione/stima a breve termine (su base oraria/giornaliera), medio termine (su base settimanale/mensile) e lungo termine (su base annuale). Le diverse categorie sono caratterizzate da differenti orizzonti temporali ai quali sono associati per necessità dati acquisiti con una differente frequenza temporale. La granulometria dei dati può quindi oscillare da frequenze di acquisizione che vanno dal suborario all’annuale. Poiché gli edifici stanno diventando intensivi sia dal punto di vista energetico ma anche dal punto di vista delle informazioni che si possono raccogliere grazie ai sistemi di monitoraggio, l’opportunità di effettuare previsioni a breve termine desta maggiore interesse in quanto strettamente collegata alla possibilità di impostare strategie di efficienza operazionale su base giornaliera (strategie di gestione della domanda, ottimizzazione della produzione energetica, etc.). Inoltre la previsione energetica di picco o del profilo di carico giornaliero attraverso modelli inversi, offre importanti opportunità di ottimizzazione gestionale della richiesta energetica. Questa opportunità diventa fondamentale nel bilancio Febbraio – 2016 3 energetico ed economico di un edificio, al fine di ridurre sensibilmente il costo dei sistemi in esercizio. 1.2 Benchmarking Il principale obiettivo delle analisi di “benchmark” è quello di individuare edifici di riferimento (archetipi) o valori di riferimento della prestazione energetica, rispetto ai quali valutare la divergenza del consumo di energia rispetto all’edificio o agli edifici in analisi. Data la crescente disponibilità di dati di consumo misurati anche in riferimento ad interi parchi edilizi (monitoraggi, diagnosi energetiche, bollette di consumo) le analisi di “benchmark” stanno facendo affidamento sempre di più ad un approccio di tipo inverso. In generale questo processo fornisce linee guida utili per i pianificatori energetici al fine di caratterizzare un parco edilizio (scuole, ospedali, uffici, etc.) e individuare al suo interno edifici che richiedono prioritari interventi di riqualificazione energetica. La scelta della strategia più adeguata per lo sviluppo di processi di “benchmark” è sempre strettamente legata alla disponibilità e alla qualità di informazioni a disposizione. Quando i dati disponibili sono esclusivamente esplicativi del consumo di energia (consumo energetico totale, riscaldamento, raffrescamento, illuminazione), note le caratteristiche geometriche degli edifici in analisi, uno dei metodi maggiormente utilizzati per definire un valore di riferimento è quello della normalizzazione semplice (kWh/m2, kWh/m3). La ricerca di un valore di riferimento ha come fase prodromica l’individuazione delle caratteristiche o condizioni che potrebbero generare disomogeneità in un gruppo di edifici e rispetto alle quali è necessario operare una normalizzazione, come ad esempio: condizioni climatiche anomale, differenti caratteristiche dimensionali e termofisiche dell’edificio, differenti destinazioni d’uso e differenti modalità di fruizione da parte dell’utente. In particolare si può fare affidamento anche a modelli multi-criteria di benchmark considerando contemporaneamente più di una variabile influenzante il consumo di energia (regressioni lineari multiple, alberi di classificazione, reti neurali, macchine a supporto vettoriale, alberi decisionali). Questi modelli di stima sono in grado di fornire, rispetto ad una certa combinazione delle variabili di input, un valore di output atteso (kWh, kWh/m2, kWh/m3, etc.), rispetto al quale confrontare il valore di consumo reale misurato dell’edificio in analisi. In questo caso si ha a che fare con un modello di benchmark, in grado di effettuare una stima del consumo di un edificio purché esso, rispetto alle variabili di input (e.g. dimensione, trasmittanza, rendimento, potenza generatore), sia coerente con il campione utilizzato per allenare il modello di stima stesso. Una volta definito il valore di consumo atteso è possibile, ad esempio, effettuare un confronto con il valore reale, utilizzando come metrica di efficienza/inefficienza energetica la differenza tra consumo reale e consumo stimato o il loro rapporto (reale/stimato). Nel caso in cui le analisi di benchmark siano incentrate su di un singolo edificio, il riferimento della prestazione energetica è da ricercarsi internamente all’edificio stesso attraverso l’analisi del suo consumo storico. Anche in questo caso è possibile sviluppare modelli di previsione/stima che, allenati su dati storici, sono in grado di fornire per l’edificio il suo consumo atteso nel tempo. In questo tipo di applicazione, il modello comunemente utilizzato per la stima dei consumi energetici di un singolo edificio, data la sua semplicità di elaborazione, elevata accuratezza e facile interpretabilità, è la regressione lineare multipla. Febbraio – 2016 4 Questo modello empirico correla linearmente i consumi energetici o indicatori energetici (variabile dipendente) con le variabili influenzanti (temperatura esterna, gradi giorno, ore di occupazione, irradianza solare, condizioni termoigrometriche interne, etc.). In molte applicazioni pratiche di analisi di benchmark interno, questo modello viene utilizzato per correlare lo storico dei consumi energetici di un edificio con la sola variabile climatica (temperatura esterna media giornaliera, media settimanale), così da ottenere la cosiddetta “energy signature”. Questa consente di estrarre informazioni riguardo eventuali insolite richieste energetiche da parte dell’utente (processo diagnostico), individuare eventuali malfunzionamenti impiantistici, oppure valutare il comportamento del sistema edificioimpianto nel tempo nel caso in cui si confrontino le “energy signature” pre e post intervento di riqualificazione. 1.3 Caratterizzazione dei profili energetici di consumo L’analisi di profili temporali di consumo energetico degli edifici ha come scopo quello di individuare un cosiddetto profilo di carico tipico, che sia in grado di essere rappresentativo per destinazione d’uso, per stagione di riferimento, periodo di occupazione e per vettore energetico, di un edificio o gruppo di edifici. Tali analisi, basate su tecniche analitiche di classificazione automatica vedono come principali fruitori gli “energy managers”. Ad esempio per quanto concerne le compagnie di distribuzione di energia, l’individuazione di profili di carico tipici degli utenti consente di settare in modo automatico regole di classificazione per nuovi clienti. Ciò può portare svariati vantaggi a livello di piano tariffario energetico applicabile. Per un fornitore energetico, infatti, spesso la destinazione d’uso dell’utenza da servire non è sinonimo di rappresentatività del profilo energetico. É quindi possibile per il distributore e il consumatore adeguarsi alle attuali condizioni di liberalizzazione del mercato energetico. Allo stesso tempo la possibilità di individuare profili di carico tipici porta con sé la complementarità della individuazione di profili anomali. In questo tipo di applicazione l’individuazione di anomalie non è da intendersi a scala puntuale (e.g. consumo anomalo istantaneo) ma a livello di “trend” energetico. L’individuazione di un “trend” anomalo può rivelarsi un utile strumento diagnostico in quanto l’assenza di anomalie istantanee non prescinde la possibilità di registrare anomalie su basi temporali più elevate, spesso conseguenti a comportamenti errati da parte dell’occupante. 1.4 Individuazione di anomalie energetiche e diagnostica La diagnostica degli edifici è un processo finalizzato all’individuazione delle anomalie e alla relativa ricerca delle cause ad esse associate. Il processo diagnostico pertanto può essere suddiviso in due diversi livelli: quello di individuazione dell’anomalia e quello della sua diagnostica. Il processo consiste nell’individuazione delle dinamiche anomale che caratterizzano il sistema edificio-impianto durante il suo esercizio. Questo scopo può essere perseguito attraverso: comparazione della prestazione energetica o ambientale dell’edificio misurata durante un certo periodo temporale con quella attesa/prevista relativa a un opportuno modello previsionale di riferimento; Febbraio – 2016 5 monitoraggio delle principali grandezze ambientali ed energetiche e applicazione di opportune metodologie (data mining, machine learning), al fine di verificare in continuo malfunzionamenti, anomalie e in generale prestazioni ritenute “non normali”. Il processo di diagnostica dell’anomalia consiste nella classificazione e contestualizzazione del guasto o inefficienza rilevata. Sulla base della conoscenza dei sistemi energetici sotto osservazione acquisibile attraverso un confronto diretto con gli “esperti di sistema” è possibile classificare le tipologie di inefficienze energetiche da eventuali difformità di rilevazione o instabilità. L’ approccio per diagnosticare una grande varietà di problemi che possono interessare l’edificio dal punto di vista energetico e per valutare i potenziali risparmi derivanti da una loro risoluzione, si può basare sia sull’utilizzo di modelli inversi sia su metodi grafici risultanti da opportune rappresentazioni della serie di dati. La maggior parte di questi metodi sono applicati a dati con frequenza temporale oraria o giornaliera. Ad esempio, un processo di identificazione automatica di anomalie può essere effettuata utilizzando grafici box-plot o algoritmi di “pattern recognition”. Quest’ultimi sono in grado di classificare automaticamente i profili di consumo energetici degli edifici e rilevare anomalie. La fase preliminare per analisi di questo genere prevede ad esempio la classificazione dei dati prima del rilevamento dei valori anomali basata sull’individuazione di giorni tipo (profilo giornaliero di carico tipologico per forma e intensità). Si stabilisce quindi se il consumo energetico misurato è significativamente diverso dal consumo energetico del giorno di riferimento attraverso un metodo di individuazione dei valori statisticamente anomali. 1.5 Comportamento dell’occupante Rispetto alla gestione dell’occupante l’approccio “data-driven” permette di estrarre importanti informazioni riguardo gli schemi reali comportamentali che possono caratterizzare un edificio dal punto di vista energetico. Il comportamento dell’occupante è una delle variabili più aleatorie che influenza il consumo energetico e riuscirne a gestire gli aspetti può implicare ampi margini di risparmio. Algoritmi di classificazione, “clustering” o regole di associazione possono essere particolarmente utili a individuare e comprendere schemi occupazionali caratteristici in modo da ottimizzare dal punto di vista gestionale la prestazione energetica dell’edificio. Ad esempio in edifici per uffici per i quali l’occupante non sia vincolato ad una postazione di lavoro fissa è possibile applicare strategie di riempimento dei locali lavorativi in modo tale che i lavoratori con profili di occupazione simili lavorino nelle stesse zone termiche. Questo omogeneizzerebbe per ogni singola zona controllata riempimento e svuotamento della stessa con un conseguente controllo dell’impianto più adeguato. Ad applicazioni di questo tipo si affianca inoltre l’opportunità di sfruttare queste informazioni anche in caso di approccio diretto di modellazione energetica dell’edificio. I profili occupazionali associati ad una comprensione del comportamento e all’interazione degli occupanti con le variabili al contorno, in condizioni reali e non standard, consentono di stimare meglio l’influenza dell’occupante sul consumo di energia dell’edificio. L’uso di tecniche di “data mining” e “machine learning” rendono possibile l’estrazione di informazioni, ad esempio, relative all’apertura e chiusura finestre o di utilizzo di specifici dispositivi elettrici (e.g. lavatrice) in funzione di condizioni al contorno di tipo fisico, sociologiche, psicologiche, fisiologiche e sociali. Comprendere le interconnessioni tra occupante e consumo dell’edificio Febbraio – 2016 6 resta il modo più efficace per sormontare e interpretare il divario tra consumi di energia misurati e consumi calcolati. CONCLUSIONI Nel presente articolo sono state brevemente evidenziate le potenzialità applicative connesse all’utilizzo di strumenti analitici per l’elaborazione dei dati associati all’efficienza energetica degli edifici. L’opportunità che l’approccio inverso oggi offre nell’energetica edilizia è tanto più importante se si pensa che la disponibilità di dati e informazioni relativi alla prestazione energetica dei sistemi edificio–impianto è sempre maggiore, cosi come l’utilizzo di sistemi di automazione e gestione energetica. L’estrazione della conoscenza a partire da dati collezionati diventa possibile attraverso un processo metodologico che presuppone la conoscenza della fisica delle dinamiche energetiche oggetto di indagine. Questa conoscenza è necessaria sia per la scelta degli strumenti analitici da utilizzare, sia per la corretta interpretazione dei risultati delle analisi e alla loro traduzione in azioni pratiche finalizzate all’incremento dell’efficienza energetica. Un sistema (edificio, quartiere, città) diventa “smart” proprio attraverso “il dato misurato”, che può assumere valore economico, sociale e ambientale soltanto attraverso la sua opportuna elaborazione e conseguente interpretazione. 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