Associazione Energia Ecologia Economia c/o Arci Pisanova Via V. Frascani 4, 56124 Pisa L’Associazione Energia Ecologia Economia, nell’interesse dei cittadini consumatori di elettricità, ritiene estremamente necessario il mantenimento del regime di maggior tutela nella fornitura di energia elettrica, a fronte delle seguenti considerazioni: 1. La “maggior tutela” è un istituto posto a garanzia dei piccoli consumatori di energia elettrica che, per un qualunque motivo, non hanno scelto un fornitore sul mercato libero. Hanno diritto al regime di protezione solo i consumatori considerati più “deboli”, come potere contrattuale e capacità cognitiva nella valutazione delle offerte, cioè i consumatori domestici e le imprese connesse in bassa tensione con meno di 50 dipendenti e un fatturato annuo non superiore ai 10 milioni di euro. Quando fu liberalizzato il mercato dell’energia elettrica (1° aprile 1999), non tutti i consumatori potevano accedere al mercato libero. Chi non aveva un contratto “libero” era un cliente “vincolato”. Fino al 2007 il regime alternativo al mercato libero era definito vincolato. Dal 1° luglio 2007, tutti i consumatori possono stipulare un contratto di acquisto di energia elettrica sul mercato libero. Se non esercitano questa scelta, restano nel regime “tutelato”. 2. Nel regime di tutela il costo dell’approvvigionamento dell’energia elettrica all’ingrosso è quello sostenuto dall’Acquirente Unico, la società pubblica preposta all’acquisto, sul mercato, dell’energia elettrica destinata ai consumatori tutelati. L’Acquirente Unico (AU) opera, come qualunque altro trader sui mercati all’ingrosso dell’energia elettrica, in Italia e all’estero, ovvero: acquista sul mercato spot regolamentato (MGP); acquista sul mercato a termine regolamentato (MTE); importa energia elettrica dall’estero; stipula contratti bilaterali a termine (fisici o finanziari) assegnati tramite aste competitive. Le aste sono gestite tramite un portale web a cui possono accedere, su base volontaria, tutti gli operatori del mercato elettrico nel rispetto dei criteri di trasparenza e non discriminazione. Dal 2012 è completamente estinto ogni residuo contratto a prezzo amministrato di cui ha beneficiato AU all’avvio dell’operatività e pertanto tutti gli acquisti sono frutto di ricorso al mercato. 3. In Italia il mercato libero dell’energia elettrica è molto sviluppato. Come si vede dalla fig. 1, oltre 192 TWh (il 76% del totale) sono venduti sul mercato libero e circa 57 TWh ( 22.5%) su quello vincolato. In termini di utenze servite invece le percentuali si invertono: su circa 37 milioni di utenze elettriche, 24 milioni (il 65%) sono in maggior tutela. 4. Il libero mercato deve configurarsi come una opportunità e non un obbligo. Come si è detto, già da molti anni ogni utente domestico o piccola azienda può, se lo desidera, stipulare un contratto con qualsiasi fornitore del mercato libero. Se non lo fa è perché non è in grado di valutare l’effettiva convenienza delle offerte (cosa in effetti piuttosto complessa, data la struttura dei prezzo dell’energia elettrica e il ginepraio delle clausole contrattuali) o perché non gli conviene. In effetti, come mostra la fig.2, negli ultimi anni si è manifestato un crescente divario tra i due mercati: il prezzo medio per gli utenti domestici sul mercato libero è stato sempre superiore a quello del mercato tutelato, e nel 2015 la differenza in più ha raggiunto i 45 €/MWh (50 %!). 5. Il disegno di legge sulla concorrenza (n. 2085), in discussione attualmente al Senato, prevede all’ art. 27 che “Fatto salvo quanto previsto dagli articoli 28,30,31, a far data dal 1 Luglio 2019 il comma 2 dell’ art 35 del decreto legislativo 1 Giugno 2011, n. 93, è abrogato”. Il comma abrogato è proprio quello che assicura la presenza della tutela (“I clienti finali civili e le imprese connesse in bassa tensione con meno di 50 dipendenti ed un fatturato annuo non superiore a 10 Milioni di euro che non scelgano un fornitore sul mercato libero, sono riforniti di energia elettrica nell’ambito del regime di tutela”). Dunque, se questo testo sarà approvato il regime di tutela sparirà. 6. Non vi è alcun buon motivo perché questo accada. L’ Acquirente Unico agisce sul libero mercato configurandosi come una sorta di grande gruppo di acquisto. Proprio in virtù delle sue dimensioni riesce a spuntare prezzi buoni e a calmierare il mercato, costituendo un costante riferimento di prezzo. Se il regime di tutela sparisce la conseguenza sarà che gli utenti domestici e le piccole imprese andranno a pagare il prezzo medio del mercato libero che, come abbiamo visto, è stato negli ultimi anni costantemente più alto di quello del mercato tutelato. Prendendo a riferimento i dati del 2015 il maggior costo sarebbe di oltre 2.5 miliardi di € ( 56.911.000 MWh x 45€/MWh), colpendo gravemente la parte più debole del nostro sistema produttivo e gravando di un costo ulteriore le famiglie. Ma c’è da temere che l’aumento di costo sarebbe maggiore; infatti venendo a mancare il riferimento di prezzo rappresentato dal mercato tutelato sarà facile per i venditori del mercato libero aumentare ulteriormente i prezzi. 7. E’ dunque necessario, per ragioni di equità e di competitività del nostro sistema produttivo, eliminare l’art.27 del ddl 2085 e mantenere il regime di maggior tutela nella fornitura dell’ energia elettrica. La cosa non contrasta in nessun modo con le normative europee. Infatti già ora il mercato dell’energia elettrica in Italia è completamente liberalizzato (qualunque utente che lo voglia può passare in qualunque momento sul mercato libero) e la normativa antitrust è rispettata perché il prezzo praticato agli utenti in maggior tutela non è un prezzo amministrato ma un prezzo che, tramite l’ AU, si forma sul libero mercato. L’Associazione Energia Ecologia Economia chiede alle forze politiche di farsi promotrici nelle sedi opportune delle posizioni espresse nel presente documento. Pisa, 2 maggio 2017 Il Presidente Franco Donatini Fig.1 - Ripartizione dei mercati (Fonte AEEG) Fig. 2 – Confronto dei prezzi sul mercato libero e sul mercato tutelato (Fonte AEEG)