CARATTERISTICHE, ASSESSMENT E TRATTAMENTO DEI DISTURBI ALIMENTARI NELLE CONDIZIONI DELLO SPETTRO AUTISTICO Paola Zanini Silvana Maggi 1 Eleonora Gaetani Flavia Caretto Rimini, 14 Novembre 2014 CARATTERISTICHE DELL’ALIMENTAZIONE NELLO SPETTRO AUTISTICO Quando Kanner (1943) per primo descrisse i bambini con autismo, fece già riferimento ad alcuni problemi alimentari, legati in particolare alle restrizioni nella dieta La letteratura riporta una percentuale di bambini con disturbi dello spettro autistico che oscilla tra il 46% e l’89%, che mostra un’accettazione selettiva del cibo o il rifiuto a mangiare molti cibi senza però una spiegazione medica conosciuta 2 CARATTERISTICHE DELL’ALIMENTAZIONE NELLO SPETTRO AUTISTICO Il problema nutritivo dei bambini con una condizione dello spettro autistico maggiormente riportato dai ricercatori è la selettività alimentare (Williams e Seiverling, 2010) La selettività alimentare può riguardare vari elementi come: il tipo di cibo la temperatura la consistenza la marca il colore 3 DISTURBI ALIMENTARI NELLO SPETTRO AUTISTICO Altri problemi meno comunemente riportati in alcuni nei bambini con disturbo dello spettro autistico riguardano : evitamento dei liquidi packing (trattenere il cibo nella bocca per molto tempo) “rapid eating” (mangiare ad un ritmo che non permette un’appropriata masticazione e deglutizione). ingoiare senza masticare 4 DISTURBI ALIMENTARI NELLO SPETTRO AUTISTICO Le caratteristiche dei disturbi alimentari nell’autismo riguardano le particolarità sensoriali del cibo e le routine La severità dei problemi inerenti alla nutrizione in età pediatrica può variare da condizioni definite tenui fino a divenire severe Non esistono indicatori chiari per determinare quali problemi S.nno transitori e quali invece persistenti nel lungo termine e potrebbero avere conseguenze sulla salute del bambino 5 CARATTERISTICHE DELL’ALIMENTAZIONE NELLO SPETTRO AUTISTICO NON TUTTE LE DIFFICOLTÀ ALIMENTARI NELLO SPETTRO AUTISTICO DIVENTANO DISTURBI!! Si parla di disturbo alimentare in comorbidità con una condizione dello Spettro Autistico quando sono soddisfatti determinati criteri diagnostici 6 DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE NELLO SPETTRO AUTISTICO Il DSM-IV-TR descriveva il DISTURBO DELLA NUTRIZIONE DELL’INFANZIA O DELLA PRIMA FANCIULLEZZA ma: non includeva un gran numero di individui Non teneva conto della compromissione psicosociale Non teneva conto dell’aspetto sensoriale 7 DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE NELLO SPETTRO AUTISTICO A. B. C. D. Il DSM-IV-TR descriveva il DISTURBO DELLA NUTRIZIONE DELL’INFANZIA O DELLA PRIMA FANCIULLEZZA Anomalia della nutrizione che si manifesta attraverso una persistente incapacità di alimentarsi adeguatamente con significativa incapacità di aumentare di peso o significativa perdita di peso durante un periodo di almeno 1 mese L’anomalia non è dovuta ad una condizione gastrointestinale associata o ad un’altra condizione medica generale L’anomalia non è meglio attribuibile ad un altro disturbo mentale o mancata disponibilità di cibo L’esordio è prima dei 6 anni di età 8 DISTURBI ALIMENTARI NELLO SPETTRO AUTISTICO Il DSM-5 descrive il DISTURBO EVITANTE/RESTRITTIVO DELL’ASSUNZIONE DI CIBO 9 DSM 5: IL DISTURBO EVITANTE / RESTRITTIVO DELL’ASSUNZIONE DI CIBO A. Una anomalia dell’alimentazione e della nutrizione (ad es. assenza di interesse per l’alimentazione o per il cibo; evitamento basato sulle caratteristiche sensoriali del cibo) che si manifesta attraverso una persistente incapacità di assumere un adeguato apporto nutrizionale e/o energetico associata con una o più delle seguenti: 1. Significativa perdita di peso o nei bambini incapacità a raggiungere il peso relativo alla crescita 2. Significativa carenza nutrizionale 3. Dipendenza dalla nutrizione enterale o da supplementi nutrizionali orali 4. Marcata interferenza col funzionamento psicosociale 10 DSM 5: IL DISTURBO EVITANTE / RESTRITTIVO DELL’ASSUNZIONE DI CIBO B. Il disturbo non è connesso con la mancanza di cibo o associato a pratiche culturali. C. Il disturbo non si manifesta esclusivamente nel corso di anoressia o bulimia nervosa e non vi è evidenza di anomalia nel modo in cui è percepito il peso e la forma del proprio corpo. D. L’anomalia non è meglio attribuibile a una condizione medica o ad un altro disturbo mentale Il Disturbo dello Spettro Autistico è considerato un fattore di rischio per il D.E./R. dell’A.C. 11 SIMILITUDINI FRA AUTISMO E ANORESSIA NERVOSA Studi recenti (Coombs et al, 2011) hanno trovato similitudini tra l’anoressia nervosa e le condizioni dello spettro autistico: particolari caratteristiche cognitive (pianificazione e flessibilità) difficoltà comunicative difficoltà nelle abilità di interazione sociale 12 SIMILITUDINI FRA SPETTRO AUTISTICO E ANORESSIA NERVOSA Sia AN che ASD sembrano associate a: PROFILI COGNITIVI SPECIFICI attribuzione peculiare di significato sociale difficoltà di generalizzazione (set shifting). DIFFICOLTÀ NELLA COGNIZIONE SOCIALE “compromissione nella teoria della mente” evitamento dello sguardo risposte anomale alla ricompensa sociale (social reward) 13 (Oldershaw, A., et al., 2011) DIFFERENZE TRA ANORESSIA NERVOSA E DISTURBO EVITANTE RESTRITTIVO ANORESSIA NERVOSA Vs Paura di aumentare di peso Comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso (con “eliminazione”: uso di lassativi, vomito procurato, sport esagerato, o “restrizione”: controllo quantità e porzioni, etc..) Disturbi specifici della percezione relativamente al peso e alla forma del proprio corpo DISTURBO EVITANTE RESTRITTIVO Assenza di interesse per il cibo Evitamento del cibo basato su caratteristiche sensoriali degli alimenti Mancata crescita, perdita di peso o 14 basso peso (senza preoccupazione specifica) ASSESSMENT Primo colloquio con i genitori Diario alimentare Repertorio alimentare The parent mealtime action scale (P-MAS) Osservazione diretta del bambino (o video) Analisi funzionale del momento dei pasti 15 INTERVENTO BAMBINO Spostamento dei momenti dei pasti in ambiente neutro (situazione affettivamente positiva e priva di ansia) Proposta di cibi in sequenza prima/dopo Desensibilizzazione / Avvicinamento progressivo Schema visualizzato delle attività FAMIGLIA Parent training Videomodeling Apprendimento in situazione (a casa) Generalizzazione del lavoro da un ambiente neutro a casa 16 ESEMPI: TABELLA RIASSUNTIVA Nome Anno / Età Inizio Interv. S. 2010 5 anni C. Nov. 2010 6 anni Apr. 2011 6 anni ½ 1 (Lieve) 2012 4 anni e 4 mesi 2013 5 anni e 4 mesi 3 Molto significativo 2013 3 anni e 8 mesi 2014 4 anni e 1 mese M. D. Anno / Età fine Interv. Livello di Gravità / Bisogno di Supporto Problema specifico Prevenzione ricadute 1 (Lieve) Selettività relativa a tipologia, consistenza, aspetto e temperatura del cibo 9 anni Lentezza nell’assunzione del cibo Selettività relativa alla consistenza Difficoltà sensoriale marcata relativa al sentire le labbra bagnate Forte selettività per consistenza e colore Difficoltà di masticazione Attaccamento a routine rigide di nutrizione Riduzione progressiva del repertorio alimentare 2 Significativo Selettività per tipologia e temperatura17 Non mangia seduto a tavola LA STORIA DI S. CARATTERISTICHE forte difficoltà sensoriale rifiuto totale di mangiare e bere con rischio di alimentazione forzata ASSESSMENT Osservazione diretta Colloquio con i genitori Profilo sensoriale della bambina Analisi funzionale dei momenti del pasto Diario alimentare Repertorio alimentare 18 LA STORIA DI S. INTERVENTO Rivolto alla bambina: Esposizione graduale alla situazione alimentare in ambiente neutro Cornice affettivamente positiva e priva di ansia Proposta di cibi graditi in sequenza prima/dopo Ampliamento del repertorio alimentare attraverso un processo di desensibilizzazione Rivolto ai genitori: Videomodeling Spostamento del lavoro da un ambiente neutro a casa Parent training 19 ANALISI FUNZIONALE (ANNO 2010) A. Antecedente B. Comportamento C. Conseguenze del comportamento 1. S. è in salotto, sta guardando un cartone 2. S. inizia a lamentarsi, a dire che non ha 3. La mamma le dice, con poca assertività, animato in tv. La mamma la chiama per dirle fame, chiede di mangiare una merendina che ha cucinato la pasta 3. La mamma le dice, con poca assertività, 4. S. si lamenta ancora di più, si avvicina in 5. La mamma le dice che dovrà mangiare la che ha cucinato la pasta cucina e inizia a chiedere insistentemente pasta e prova a convincerla che è buona, che una merendina le farà bene … 5. La mamma le dice che dovrà mangiare la 6. S. inizia a piangere forte, urla alla mamma 7. La mamma si avvicina, prova a consolare pasta e prova a convincerla che è buona, che “tu non mi vuoi bene!” S., cerca di calmarla 7. La mamma si avvicina, prova a consolare 8. La bambina aumenta l’intensità del pianto 9. La mamma cerca di calmarla e le offre S., cerca di calmarla e urla che non vuole essere toccata una merendina da mangiare 9. La mamma cerca di calmarla e le offre 10. S. prende la merendina e torna in salotto 11. La mamma rimane sola (dirà poi che si una merendina da mangiare a mangiare sente “sconfitta” e incapace di fronteggiare che è pronto le farà bene … le crisi della bambina) 20 REPERTORIO ALIMENTARE PRE (ANNO 2010) Cibi graditi Cibi che S. a volte ha mangiato Cibi rifiutati Latte (solo nel biberon) Pasta in bianco (solo formati piccoli) Pasta al sugo Merendine al cioccolato Mela (solo se dolce e a spicchi Pasta al pesto sottilissimi) Succo di frutta alla pera Pane (solo la mollica) Tutti i tipi di carne Biscotti secchi Pizza bianca (alta e morbida) Tutti i tipi di verdura Cioccolato kinder (ovetto o barretta) Bastoncini di pesce (solo Findus) Pera Patatine Hamburger di prosciutto cotto Banana (Teneroni) Acqua liscia Crocchette di pollo (solo McNuggets Legumi McDonalds) Budino al cioccolato Acqua gasata (tipo Ferrarelle) Pesce Patatine fritte (solo McDonalds) Bibite gasate (tipo coca-cola, fanta) Tutti i succhi di frutta (tranne pera) 21 REPERTORIO ALIMENTARE POST (ANNO 2013) Cibi graditi Cibi che S. a volte ha mangiato Cibi rifiutati Latte (solo nel biberon) Pasta al sugo Succhi di frutta (tranne pera) Merendine al cioccolato Bistecca di manzo Bibite gasate (tipo coca-cola, fanta) Succo di frutta alla pera Prosciutto cotto Carne (tranne quella prima elencata) Biscotti secchi Pera Tutti i tipi di verdura Cioccolato kinder Banana Pasta al pesto Patatine Petto di pollo Legumi (tranne i piselli) Acqua liscia Piselli Pesce Acqua gasata (tipo Ferrarelle) Patatine fritte di diversi tipi Crocchette di pollo (solo McNuggets McDonalds) Hamburger di prosciutto cotto (Teneroni) di diverso formato Bastoncini di pesce (solo Findus) Mela (solo se dolce e a spicchi sottilissimi) Pasta in bianco (solo formati piccoli) Pane (solo la mollica) Pizza bianca o margherita 22 DIARIO ALIMENTARE PRE (ANNO 2010) LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM COLAZIONE Latte tiepido* Latte tiepido* Latte tiepido * Latte tiepido * Latte tiepido * Latte tiepido* Latte tiepido* MERENDA merendina merendina merendina merendina merendina cioccolata biscotti al cioccolato PRANZO Pasta in bianco Budino al (assaggio) cioccolato Merendina Biscotti Patatine Succo di frutta Merendina merendina Latte tiepido * alla pera + Biscotti al Succo di frutta cioccolato alla pera + merendina CENA --- Latte tiepido (assaggio) Patatine MERENDA Pasta in bianco Latte tiepido * Merendina Latte tiepido * Biscotti merendina Latte tiepido * Pasta in bianco (assaggio) * Solo dal biberon Latte tiepido * --- 23 DIARIO ALIMENTARE POST (ANNO 2013) LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM Latte tiepido * Latte tiepido * Latte tiepido * Latte tiepido * Latte tiepido * Latte tiepido * Latte tiepido * + 3 biscotti + 3 biscotti + 3 biscotti + 3 biscotti + 3 biscotti + 3 biscotti + 3 biscotti MERENDA Merendina Merendina Merendina Merendina Merendina Merendina Merendina PRANZO Pasta in bianco Pasta in bianco Pasta in bianco Pasta in bianco Pasta in bianco Pasta al sugo Pasta in bianco + 2 bastoncini di ** Bastoncini di (1/2) + + teneroni + Prosciutto pesce + piselli Pane pesce crocchette di piselli+ mela COLAZIONE cotto Mela pollo + succo di pera MERENDA Merendina Merendina Merendina Merendina Merendina Merendina Merendina CENA Crocchette di Teneroni + Prosciutto Bastoncini di Prosciutto Teneroni + Pizza con pollo + mela cotto + pesce + piselli cotto + piselli piselli pomodoro e patatine fritte patatine fritte (al forno) (al forno) mozzarella 24 * Solo dal biberon ** Pranzo a scuola LA STORIA DI S. RISULTATI (dal 2010 al 2014) Riduzione di comportamenti problematici legati al pasto (rifiuto, lamentele e contrattazione ecc…) Diminuzione dell’ansia legata al momento del pasto (sia per i genitori sia per la bambina) Diminuzione del numero di pasti saltati Ampliamento del repertorio alimentare Mantenimento del peso all’interno delle curve di crescita Maggiore senso di efficacia dei genitori PREVENZIONE DELLE RICADUTE Sono previsti incontri mensili con le educatrici che comprendono un pasto Continua il supporto ai genitori 25 LA STORIA DI C. Caratteristiche Il pasto ha una durata molto lunga: un’ora e più Non riesce a stare seduta “rilassata”: assume posture scomode, accusa mal di pancia e spesso va al bagno durante il pasto Mangia solo se imboccata, un cucchiaio alla volta Trattiene il cibo in bocca Se la pastina è troppo asciutta può rimettere, beve poco e a piccoli sorsi (da sola nel bicchiere). Non riesce a stare con la bocca sporca: se succede si dimena e urla. Mangia prevalentemente cibi frullati o merendine ridotte a molliche Assessment Primo colloquio con i genitori Parental Stress Index Diario alimentare Repertorio alimentare Video della cena Analisi funzionale 26 LA STORIA DI C. Intervento Parent training Prevedibilità del momento dei pasti attraverso lo schema della giornata Intervento sulle autonomie alimentari Token economy Costo della risposta (“lentezza”) Aumento graduale della consistenza dei cibi Storie sociali riguardo all’introduzione di nuovi alimenti. 27 OBIETTI DI INTERVENTO CON LA BAMBINA 28 DIARIO ALIMENTARE C. 29 * beve il latte sempre in una tazza da thè e solo con la cannuccia ** il più delle volte si lamenta e non la fa REPERTORIO ALIMENTARE PRE 30 LA STORIA DI C. Risultati (6 mesi dopo l’inizio dell’intervento) Lo stress parentale si è abbassato notevolmente La madre evita di sollecitare continuamente e fare costantemente riferimento al cibo È aumentata l’autonomia: la bambina mangia da sola utilizzando adeguatamente la forchetta e il cucchiaio È aumentata la velocità dei pasti (ma in particolar modo in presenza dell’educatrice) e la bambina non trattiene più il cibo in bocca È aumentata la tolleranza ad una maggiore consistenza: la bambina accetta di mangiare la pasta al sugo in diversi formati, sia a casa sia in altri contesti come il ristorante. Follow-up I risultati si mantengono (ottobre 2014) 31 LA STORIA DI M. Caratteristiche È selettivo: mangia pochi alimenti e principalmente cremosi e bianchi (yogurt, panna) È molto legato a routine: beve il latte solo dal biberon, solo se è in braccio alla mamma ed in una determinata posizione (smette di mangiare se qualcuno si avvicina) A volte tiene in mano i biscotti, li appoggia sulle labbra e fa finta di mangiare, tenendoli poi in mano a lungo In passato, è stato forzato a mangiare da una terapista: ha cominciato poi ad irrigidirsi davanti al cibo, ha ulteriormente diminuito il repertorio alimentare, ed ha iniziato a piangere alla sola vista del centro di riabilitazione in cui veniva forzato Assessment Primo colloquio Osservazione diretta Diario alimentare 32 LA STORIA DI M. Intervento Parent training e intervento a scuola (mediato dai genitori) Adozione della sequenza prima/dopo Insegnamento dell’uso del cucchiaio Aumento graduale della consistenza del cibo Avvicinamento progressivo alla presenza di altre persone durante i pasti a casa e modifica graduale delle routine 33 LA STORIA DI M. Risultati (1 anno dopo l’inizio dell’intervento) Lo stress parentale si è abbassato Sono stati introdotti elementi di novità nelle routine: il bambino accetta la presenza del padre durante il pasto, ma non di essere aiutato da lui Ha ampliato il repertorio alimentare: accetta di mangiare la pastina a casa e a scuola, mangia frutta frullata, cracker, altri biscotti, omogeneizzato di carne Continua a non mangiare: verdura e carne a pezzi Follow-up (ottobre 2014) Con il ritorno di una insegnante di sostegno che lo ha forzato, M. non mangia più a scuola con lei, ma continua a mangiare a scuola con la sua AEC Ha introdotto anche la pasta corta in formato usuale 34 LA STORIA DI D. Caratteristiche In seguito ad un episodio di gastrite, il bambino rifiuta quello che prima mangiava abitualmente (come la pastina e il formaggino) Durante la cena, il bambino può prendere il piatto contenente il cibo e può provare a metterlo a posto Può anche trattenere il cibo in bocca e poi sputarlo È selettivo: può mangiare solo patatine surgelate al forno (rotonde e stick) Mangia distrattamente perché impegnato con qualche giocattolo mentre la tv è accesa Assessment Primo colloquio con i genitori Diario alimentare Repertorio alimentare Osservazione diretta a casa e analisi funzionale (pasto) Questionario sul comportamento dei genitori durante i pasti (P-MAS) 35 LA STORIA DI D. Intervento Parent training e intervento con i nonni Prevedibilità del momento dei pasti attraverso lo schema della giornata Adozione della sequenza prima/dopo per l’ampliamento del repertorio alimentare Coinvolgimento della scuola (educazione alimentare, assaggio cibi nuovi in piccolo gruppo) 36 ANALISI FUNZIONALE A. Antecedente B. Comportamento C. Conseguenze D. è in piedi. La madre è in piedi, il padre è in piedi e poi si siede. I genitori dicono “dai D. vieni a tavola!” D. si siede al suo posto, poi sposta il piatto con la pastina. La mamma dice: “vuoi le patatine rotonde, allora?” La mamma dice: “vuoi le patatine rotonde, allora?” D. dice: “no: bastoncini” La mamma risponde: “non le vuoi? Dai mamma ti prende quelle rotonde!” La mamma risponde: “non le vuoi? Dai mamma ti prende quelle rotonde!” D. ascolta La mamma dice sottovoce “in realtà vuole quelle a bastoncino” prende le patatine dal forno, gli mette nel piatto le patatine. La mamma dice sottovoce “in realtà vuole quelle a bastoncino” prende le patatine dal forno, gli mette nel piatto le patatine. D. mette la testa sotto al tavolo Papà dice: “ti cambio canale su!, esci fuori” poi dice “non gli piace questo cartone” Papà dice: “ti cambio canale su!, esci fuori” poi dice “non gli piace questo cartone” D. si alza dal tavolo. Il papà dice: “D. prendi una patatina” Il papà dice: “D. prendi una patatina” D. prende la patatina, va sul divano. Il papà dice: “Dai prendi un’altra patatina!” Il papà dice: “Dai prendi un’altra patatina!” D. dice: “a tavolo no!” I genitori non rispondono 37 TABELLA ISTRUZIONI SEQUENZA “PRIMA-DOPO” 38 LA STORIA DI D. RISULTATI (6 mesi dopo l’inizio dell’intervento) Il lavoro ha un immediato esito positivo a casa, in presenza delle educatrici, ma non si mantiene in loro assenza per una difficoltà dei familiari a mantenere una risposta coerente Il bambino rimane seduto a tavola durante il pasto Appare interessato ad assaggiare nuovi cibi, come la frutta I genitori non proseguono il parent training, benché si dimostrino interessati al lavoro Alla chiusura dell’anno scolastico 2013-14, si era ampliato il repertorio di alimenti a scuola (panino con la nutella; mela) FOLLOW UP (ottobre 2014) Sono stati introdotti nuovi cibi fuori casa (durante gli incontri con la psicomotricista) ma l’abilità non si generalizza a casa 39 CONCLUSIONI FATTORI FACILITANTI Coinvolgimento della famiglia e della scuola Assessment specifico Cornice affettivamente positiva e priva di ansia Supporto diretto e indiretto costante alla famiglia e alla scuola LIMITI Necessità di costante vigilanza per la prevenzione delle ricadute Difficoltà emotive della famiglia Mancanza di condivisione del significato dei comportamenti alimentari 40 “… Per me mangiare è come lavarmi i denti: ho capito che devo farlo, ma non potete chiedermi anche che mi piaccia…” Miriam, 14 anni 41 GRAZIE PER L’ATTENZIONE! 42 [email protected] Paola Zanini, Eleonora Gaetani, Silvana Maggi, Flavia Caretto Con la collaborazione di Doriana Caporilli, Valentina Carone, Cristina Becca, Anna Giaquinto GRAZIE ai bambini e alle famiglie