L`idealismo - Piccabulla

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Il periodo
• Dalla rivoluzione francese al 1830 passando
attraverso una disillusione post-rivoluzione
causata da: 1) periodo del terrore 2) le
guerre napoleoniche
• Perché la rivalutazione del medioevo ? In
opposizione a Napoleone il medioevo
rappresenta il formarsi delle prime
fisionomie nazionali anche attraverso la
lingua, la religione
Da dove parte l’idealismo
• A partire da Kant ci si muove per interpretare il
problema del noumeno e della “cosa in sé”
• Come superano il problema ? Eliminando il
problema della cosa in sé
• Fichte: tutta la realtà diventa atto o
rappresentazione del soggetto (idealismo
soggettivo)
• Schelling: vi è un’unità indifferenziata tra soggetto
e natura ovvero l’Assoluto (idealismo oggettivo)
• Hegel: perfetta identità tra ragione e realtà
(idealismo assoluto)
L'idealismo
Kant aprì il tema tra fenomeni e cose in sé
Il concetto di “cosa in sé” o “essenza” ha una
contraddizione: a) la cosa in sé non è
pensabile perché non può cadere sotto la
nostra esperienza ma d'altro canto dobbiamo
ammetterne l'esistenza come fonte o causa
dei dati materiali che l'intelletto deve ordinare
b) ogni tentativo di pensarla vuol dire ridurla
alle categorie dell'intelletto, cioè alla forma
dei fenomeni dai quali vogliamo invece
distinguerle
Il superamento della contraddizione
Nell'idealismo si propone di considerare la
COSA IN SE' come limite verso cui deve
tendere la conoscenza, uno stimolo al suo
raggiungimento: è un'idea non una realtà, è
il fine ideale. Un limite mai raggiungibile ma
che rappresenta una meta, uno scopo
C'è invece chi propone proprio l'abolizione
del concetto di COSA IN SE': un oggetto
esterno alla coscienza è una contraddizione
in termini per cui, invece, ogni oggetto è un
prodotto della coscienza
L’abolizione del noumeno
• Tutta la realtà è prodotta dal soggetto
• L’io puro è PRINCIPIO FONDAMENTALE
DELLA CONOSCENZA, un’autocoscienza
che rende possibile il conoscere, non è una
“sostanza” infinita ma un’attività infinita
non si afferma l’”essere” ma l’attività
• Tesi: l’io pone sé stesso (l’io afferma “io
sono”)
• Antitesi: l’io pone il non-io (la natura e
anche gli altri esseri), il non-io è necessità
• Sintesi: (si arriva alla situazione concreta
del mondo) l’io empirico
L’io empirico
• L’io empirico è ciò che è in contatto col
mondo esterno
• Al suo interno convivono l’io e il non-io, in
contraddizione uno con l’altro e in continuo
divenire
il non-io limita la libertà
• Il non-io limita l’io dal punto di vista
conoscitivo
• Sul piano pratico l’io limita il non-io perché si
contrappone alla realtà e la modifica
• C’è un primato dell’io pratico, dell’attività
morale su quella conoscitiva
Fede e sentimento
 Le analisi della filosofia critica (è una critica a Kant)
uccidono la concretezza della vita che la fede religiosa, il
sentimento insito nei costumi, nel linguaggio, nella poesia
popolare sono in grado di manifestare fedelmente
 Solo l'intuizione immediata rivela all'uomo la realtà delle
cose; i concetti, essendo degli “intermediari” inaridiscono il
contatto diretto con l'esperienza, riducendola a genericità e
astrazione
 Fede, intuizione, sentimento sono le uniche vie di
conoscenza che è invece inibita all'origine dall'intelletto:
permettono una comprensione immediata e soprasensibile
(la ragione critica di Kant ne aveva negato la possibilità)
I romantici
- la poesia coglie quelle verità assolute che filosofia e
scienza non possono cogliere
- si recuperano le culture nazionali, le tradizioni popolari in
ANTITESI al COSMOPOLITISMO e universalistico
dell'illuminismo
- il passato viene visto in modo “nostalgico” possibilmente
per riviverlo e non per giudicarlo: anche il medioevo
viene rivalutato !
- esempio in architettura: il neo-gotico
- oltre al medioevo si recupera la Grecia: civiltà equilibrata
in cui l'uomo ha un buon equilibrio e sereno rapporto con
la natura
Il ruolo dell'arte
Ricomporre l'armonia interiore
ed esteriore dell'uomo perduta
dopo l'età greca
Oggi l'umanità è alienata,
scissa tra dovere e piacere,
lavoro e creatività, vita privata e
pubblica
Da Kant all’idealismo
• Si cerca di risolvere il problema della cosa in
sé e del noumeno e del dualismo Kantiano
semplicemente “eliminando” il concetto di
cosa in sé
• Tutta la realtà è atto o rappresentazione del
soggetto (idealismo soggettivo) per
Schelling l’assoluto è dato dall’unione tra
soggetto e natura (id. oggettivo), in Hegel
c’è l’identità tra ragione e realtà (i.assoluto)
JOHANN FICHTE (1762-1814)
- Cerca di superare il concetto di “cosa in sé”
(in realtà per superare il dogmatismo di chi
crede ci possa essere un principio estraneo
alla nostra coscienza/pensiero, materiale e
non, gli atomi di Epicuro o il dio di Agostino)
- chi rifiuta le “cose in sé” è sulla via
dell'idealismo
- Vuole anche evitare lo scetticismo: credere
che vi possa essere un fatto originario, per
definizione inspiegabile può portare a questa
conseguenza
L'idealismo di Fichte
- rifiutando l'”idea in sé”, ovvero accettando il fatto
della coscienza empirica, gli oggetti e le
rappresentazioni, si pone l'obbiettivo di risalire all'
ATTO ORIGINARIO che determina ogni fatto
- la vera scienza è quindi il cammino che si attua per
risalire all'atto originario e dedurne poi ogni fatto
successivo: la ricostruzione della genesi della
coscienza (e della coscienza comune)
- la coscienza empirica, per quanto limitata e
condizionata dagli oggetti ha una propria
spontaneità e libertà
Libertà
- Gli oggetti non ci sarebbero senza la nostra capacità di pensarli
(sviluppando ciò che già diceva Kant che però ammetteva l'esistenza
del noumeno): sono il nostro prodotto, il prodotto di un essere
pensante
- L’io che propone F. è assoluto, senza limiti quindi è per questo che la
cosa in sé va eliminata perché è pur sempre un limite
- l'idealismo supera quindi il realismo (da res = “cosa”) secondo cui gli
oggetti esistono indipendentemente dal soggetto
- Questa libertà, non derivante dagli oggetti, testimonia un'attività più
originaria, libera e autosufficiente, un atto originario chiamato:
IO PURO
- UN'ATTIVITA' SPONTANEA, INCOSCIENTE, UN PURO VOLERE CHE
VUOLE SE' STESSO
- - Discorsi alla nazione tedesca: il risveglio dell'anima tedesca, il primato della
Germania
L'IO PURO
- L'io puro è il superamento dell' IO PENSO kantiano in senso
trascendentale ovvero la possibilità non solo di sapere ma anche di
essere, essere infinito fondamentalmente libero: non è però un “io”
creatore ma solo il principio-cardine del conoscere, non una sostanza
infinita ma un’attività infinita
- non c'è più un uomo passivo che “subisce” la realtà esterna anche
perché non esiste un essere posto al di fuori del soggetto: questa
ipotesi limiterebbe la libertà dell'uomo
- L'io penso kantiano diventa un io che prima di tutto intuisce se
stesso come (auto-) coscienza pensante e afferma “io sono”
- Ponendosi, l' IO PURO si realizza, si concretizza in un POSTO e in un
prodotto e quindi pone anche l'opposto cioè il NON-IO (antitesi)
significa che la realtà esterna si fonda su un’attività soggettiva,
indipendente dal mondo esterno
… l'io puro (2)
- Invece dell’”ESSERE” c’è un’”ATTIVITA’”
- gli oggetti non ci sarebbero senza la nostra
capacità di pensarli (in questo prosegue il
discorso di Kant)
- questa libertà e spontaneità ci indica che esiste
un'attività originaria, libera e autosufficiente: l’io
che pone il non-io (la natura, la materialità che è
invece l’elemento “necessario”)
- Ponendo il non-io l’io si autolimita ma acquista
coscienza del mondo (io empirico)
Io e non-io
- si pongono in antitesi, uno l'opposto dell'altro e così si
delimitano reciprocamente: ognuno dà un senso all'altro e l'io
che “pone sé stesso” ponendo anche il suo opposto, raggiunge
l'obiettivo della sua libertà in quanto è solo con questo limite e il
suo superamento che questa si raggiunge
- Il non-io è sia l’oggetto della conoscenza sia il limite alla nostra
libertà: nel processo conoscitivo il non-io è un limite per l’IO, sul
piano pratico l’IO è un limite per il non-io (la contrapposizione
dell’IO con la sua azione morale modifica la realtà esterna)
- L'ambito in cui avviene questo rappresenta la coscienza empirica
stessa in cui alla spontaneità dell'IO si oppone sempre la
passività del NON-io: il contenuto della conoscenza non è più
un dato indipendente dalla spontaneità del soggetto (come per
Kant) ma è riferito ai molteplici IO EMPIRICI, cioè ai singoli
individui
L'io empirico
- l'io empirico è l'individuo singolo: solo superando i limiti
afferma il suo essere morale, la sua libertà (come nel
discorso su cos'é la creatività …)
- di superamento in superamento, di limiti - limiti finiti che si
trovano nel mondo - si attua un infinito movimento
dialettico
- l'io empirico, l'uomo, deve tendere all'infinito perché solo
in questo continuo superamento si attua la sua libertà:
questo approssimarsi all'infinito lo si fa con la CULTURA:
è LA MISSIONE DEL “DOTTO”
- OBIETTIVO DELL'UOMO è SOTTOMETTERE TUTTO
CIO' CHE E' IRRAGIONEVOLE ALLA RAGIONE
Idealismo VS dogmatismo
- Il dogmatismo assume il dato come punto di
partenza e presupposto non giustificato, cioè
le cose come esistenti indipendentemente dal
soggetto ma in questo modo vi resta legato,
non riesce a risalire allo spirito (delle cose)
•
È quindi materialistico e fatalistico
- L'idealismo invece riesce a dare conto tanto
dello spirito (l'io assoluto, “ab solutus” cioè
libero) tanto (grazie ad esso) delle cose
Il processo conoscitivo
- Fichte riprende e amplia (da Kant) il concetto di
immaginazione produttiva: creazione inconscia da parte
dell'Io degli oggetti (che per Kant erano però dei NOUMENI,
cose altre da sé)
- Fichte spiega come la coscienza si riappropria di questo
materiale:
» Sensazione
» l'intuizione sensibile
» L'intelletto
» il giudizio
» le idee
- l'Io passa da un minimo di passività (la semplice
sensazione), ad un massimo di attività (l'autocoscienza)
Risvolti sociali e filosofia politica
- si afferma il primato della ragion pratica (iniziato da
Kant) e quindi sul piano sociale il primato del lavoro
che trasforma il mondo
- molto funzionale alla borghesia nascente
- giusnaturalismo e contrattualismo sono alla base del
suo pensiero
- forme di Stato: a) lo stato di polizia, nasce come
frutto di una volontà generale e consiste in 3 poteri,
di polizia (per impedire la violazione della legge),
giudiziario (delibera se c'è stata o non violazione),
penale (sanzionatorio). Su tutti c'è il controllo di
un'assemblea e il fondamento è il contratto sociale
Il contratto sociale
- lo stato deve garantire che ognuno possa vivere del
proprio lavoro: se non ci riesce il contratto può essere
spezzato
- Lo STATO COMMERCIALE CHIUSO: è lo stato
autosufficiente economicamente che interviene contro il
“laissez faire”.
- le 3 classi: a) produttori (agricoltori) il cui numero è
determinato naturalmente dalla quantità di terra da
coltivare b) artigiani e c) commercianti (che lavorano il
prodotto grezzo e commercializzano il prodotto finito) il
cui numero deve essere determinato dallo Stato
- a questo punto ci si può chiudere agli altri Stati ed
eliminare il proprio interno la divisione in classi
Come raggiungere lo stato
commerciale chiuso ?
- produrre in modo autosufficiente
tutto ciò che serve al proprio interno
- distogliere i cittadini dai beni che
non può produrre ....
- raggiungere i propri confini naturali
(per cui la guerra si può giustificare)
Il concetto di libertà
- la libertà non è solo individuale perchè altrimenti sarebbe
disgregatrice
- la libertà è quella dell'individuo ma come parte di una
comunità cui partecipa come cittadino superando la
propria individualità
- ogni uomo ha una propria missione: vincere le proprie
limitatezze dovute alla sua natura sensibile, trovare un
accordo con sé stessi anche sapendo di non riuscire a
raggiungere l'obiettivo
- il DOTTO ha la visione complessiva per cui può capire
qual'è il vero progresso dell'umanità, indicare la via
Verso la Nazione tedesca
- La filosofia rappresenta una “fenomenologia”
dell'Assoluto (Dio); Dio si pone al di sopra del
sapere (anche se ne è l'origine) e il sapere è
originato dalla dualità di SOGGETTOOGGETTO quindi non può che essere
manifestazione esteriore di DIO, sul piano
dell'esistenza: la storia è lo sviluppo del
sapere
- la Germania ritrovando la coscienza di sé si
rende conto di essere il popolo eletto
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