cos`è il parto senza dolore e come richiederlo all`ospedale

U.O.C. di Anestesia e Rianimazione Ulss12
Ospedali di Mestre e di Venezia
Direttore Carlo Maggiolo
COME PARTORIRE SENZA DOLORE
Questo opuscolo Le fornirà alcune informazioni di base sul dolore del parto e sulla possibilità di ridurlo o abolirlo.
In particolare verrà illustrata la tecnica di analgesia epidurale (detta anche “peridurale continua”), compresi i
vantaggi e gli svantaggi derivanti dal suo utilizzo.
E’ nostra speranza che, anche grazie ad un buon controllo del dolore durante il travaglio, la nascita del suo bambino
possa rappresentare per Lei un’esperienza totalmente positiva.
Il corso di preparazione al parto
Va innanzitutto sottolineata l’importanza di frequentare i corsi di preparazione al parto tenuti dalle ostetriche di
questo ospedale. Le ostetriche Le insegneranno molto sulla gravidanza, sul travaglio e sulle cure da dedicare al
neonato. Le spiegheranno cosa succederà durante il ricovero, quali interventi potranno rendersi necessari e per
quali motivi.
Sapere ciò che può accadere durante il travaglio L’aiuterà a rilassarsi e a controllare meglio la situazione.
Ci sono diversi metodi che possono aiutarLa ad affrontare il dolore durante il travaglio. Il sostegno di un compagno
è prezioso, il rilassamento è importante, a volte anche tenersi in movimento è utile. Bagni caldi e massaggi alla
schiena, L’aiuteranno a rilassarsi e a ridurre il dolore.
È difficile conoscere in anticipo la tecnica più adatta al Suo caso. L’ostetrica che La seguirà durante il travaglio è la
persona più idonea per darLe i consigli del caso.
L’analgesia epidurale continua
L’analgesia epidurale continua è ritenuta oggi il metodo più sicuro ed efficace per controllare il dolore del
travaglio e del parto.
Con questa tecnica antalgica si ottiene in poco tempo una notevole attenuazione del dolore determinato dalle
contrazioni dell’utero che continueranno comunque ad essere percepite. Inoltre la capacità di eseguire gli sforzi
espulsivi verrà mantenuta.
Come si pratica
Per prima cosa è necessario posizionare una fleboclisi, cioè un’infusione di liquidi in una vena del braccio. La
fleboclisi è spesso necessaria nel corso del travaglio anche per altri mo vi.
In posizione seduta, la più impiegata nella nostra struttura, Le sarà chiesto di curvare la schiena che verrà poi
disinfettata. Le sarà quindi praticata una piccola iniezione di anestetico locale nella pelle: in questo modo non sentirà
dolore quando.verrà eseguita la puntura epidurale con uno specifico ago dedicato.
In quest’ultimo sarà quindi inserito un tubicino morbido (cateterino), che verrà spinto in vicinanza dei nervi che
trasportano il dolore proveniente dall’utero. Nel far ciò, l’anestesista avrà cura di non pungere la membrana che
avvolge il midollo spinale, perché in questo caso lei potrebbe avere mal di testa dopo il parto. È perciò
importante la sua collaborazione mentre si esegue l’epidurale; in seguito potrà invece muoversi liberamente.
Attraverso il cateterino sarà possibile iniettare farmaci antidolorifici quando necessario. Mentre l’epidurale comincerà
a fare effetto, l’ostetrica, oltre alla progressione del travaglio, controllerà ad intervalli regolari la pressione del sangue.
L’anestesista e l’ostetrica controlleranno anche il regolare funzionamento dell’epidurale: l’effetto si manifesta in circa
20 minuti.
Vantaggi e svantaggi dell’epidurale
L’analgesia epidurale eseguita in adeguate strutture e da anestesisti esperti è una tecnica sicura ed efficace, ma come
tutti gli atti medici invasivi comporta vantaggi, effetti collaterali, possibili complicanze, controindicazioni.
Per tale motivo Le verrà richiesto di sottoscrivere il modulo di consenso informato. Il consenso, indispensabile per
ottenere l’analgesia, non sarà comunque per Lei in alcun modo vincolante.
 Con l’epidurale è possibile alleviare il dolore senza provocare né perdita di sensibilità né di forza alle gambe. In
altre parole, Lei potrà muoversi e camminare anche con l’epidurale.
 L’epidurale diminuisce molto lo stress in travaglio, come anche la necessità, a volte avvertita dalla partoriente, di
“iperventilare”: gli effetti negativi correlati vengono così minimizzati e ciò costituisce un vantaggio per il
nascituro.
 L’allattamento al seno non è alterato; anzi a volte è avvantaggiato.
 L’epidurale può prolungare il secondo stadio del travaglio e diminuire il Suo bisogno di “spingere”, ma un po’ alla
volta l’utero spingerà comunque fuori il bambino.
 L’epidurale può determinare transitorio prurito al collo, al tronco e all’addome.
 La probabilità di cefalea dopo l’epidurale nel nostro ospedale è meno di un caso ogni 100. Se compare mal di
testa, ciò avviene nei giorni successivi al parto; la cefalea può essere curata e sarà lo stesso anestesista ad
adottare il trattamento terapeutico più adeguato.
 Il mal di schiena è comune durante la gravidanza e spesso continua anche dopo, quando la madre accudisce il
bambino. Oggi sappiamo che l’epidurale non provoca mal di schiena di lunga durata, anche se è possibile che
persista una dolore locale per uno o due giorni.
 Circa una madre su 2000 avverte pizzicore o formicolii lungo una gamba dopo aver avuto il bambino. Questi
problemi sono probabilmente dovuti al parto stesso, piuttosto che all’epidurale. Altri più seri problemi capitano
ancor più raramente.
Chi può sottoporsi all’analgesia epidurale
L’analgesia epidurale può essere ricevuta dalla grande maggioranza delle partorienti. Esistono solo poche reali
controindicazioni a questa procedura:
 gravi malattie emorragiche
 terapie anticoagulanti
 presenza di infezioni nel punto di posizionamento del cateterino
 mancanza di una Sua richiesta scritta di analgesia
Cosa succede se diventa necessario un intervento?
Se si rende necessario un intervento, come un parto cesareo, è spesso possibile evitare l’anestesia generale, dal
momento che può essere usata l’epidurale. Nel tubicino si possono iniettare un anestetico locale più forte o altri
farmaci antidolorifici, così da ottenere un’anestesia adeguata. Questa tecnica è più sicura per lei e per il bambino.
Che cos’è invece la “spinale”?
L’epidurale agisce piuttosto lentamente, soprattutto nella fase avanzata del travaglio. Se invece i farmaci
antidolorifici vengono iniettati direttamente nel liquido che circonda i nervi del midollo spinale, l’effetto è molto più
rapido. La tecnica anestesiologica che consente di fare ciò è chiamata “spinale”. Per la spinale si usa un ago molto
più sottile che per l’epidurale ed il rischio del mal di testa è modesto. Nel nostro ospedale la spinale, da sola o
insieme all’epidurale (cosiddetta “combinata”), viene usata per alleviare il dolore del parto.
L’anestesia spinale è inoltre la metodica più comunemente impiegata per il taglio cesareo. In tal caso la quantità di
anestetico iniettata attraverso l’ago è maggiore ed oltre alla sensibilità, viene transitoriamente persa anche la
capacità di muovere le gambe (cosiddetto “blocco motorio”).