Esperimento di Franck e Hertz scopo L’esperimento fisico condotto da Franck e Hertz ha l’obbiettivo di verificare il modello atomico introdotto da Bohr, attraverso la misura della quantizzazione dei livelli energetici in un atomo di un materiale in forma gassosa per mezzo di elettroni accelerati da una differenza di potenziale. Richiami teorici Bohr fu il primo fisico in grado di dedurre lo schema dei livelli elettronici di un atomo, ed a introdurre il concetto di orbite stazionarie, dimostrò appunto che l’energia di un elettrone atomico è quantizzata e formulò i tre seguenti e fondamentali postulati: 1. nell’atomo esistono orbite stabili in cui si muove l’elettrone e che possono essere scritte mediante la fisica classica. Assumendo come fatto empirico il modello planetario dell’atomo di Rutherford 2. La transazione dell’elettrone da un’orbita con E1 a un’orbita con energia E2 avviene solo per assorbimento o emissione di quanto di energia hf=| E1 - E2 |. Per semplicità si consideravano orbite circolari. E la stessa energia dell’elettrone dipendeva dall’orbita in cui si trovava. Questa rimaneva costante fino a che un elettrone passava da un’orbita a un’altra emettendo o assorbendo energia 3. Il momento angolare dell’elettrone può essere solo un multiplo intero di h|(2 𝜋) Le serie spettrali dimostrano che un atomo emette solo e assorbe solo fotoni con energie discrete . E questo lo convinse di una discretizzazione dei livelli energetici di un atomo apparato sperimentale 1. 2. Tubo di Frank-Hertz con al suo interno il gas neon Alimentatore d.d.p’’ d.d.p’ 3. Oscilloscopio d.d.p’’’ catodo anodo Griglia di controllo Griglia acceleratrice Il catodo una volta riscaldato libererà elettroni. La griglia di controllo ha il compito di calcolare la quantità di elettroni che passa tra il catodo e la griglia acceleratrice (I). L’accelerazione subita dagli elettroni la possiamo controllare tramite una tensione variabile ( Ua max ). Un elettrometro posto dopo la seconda griglia misurerà la quantità degli elettroni che arrivano all’anodo di minimo 1eV. svolgimento 1. Osservazione quantitativa delle emissioni luminose nel tubo - Accensione dell’alimentatore e conseguente rilascio degli elettroni dal catodo riscaldato - Aumentando la tensione di accelerazione all’interno delle due griglie si fornisce energia cinetica agli elettroni Si creano delle zone luminose. Perché? Gli elettroni trasferiscono la loro Ecin agli atomi di neon che hanno scontrato eccitandoli. Gli elettroni dell’atomo eccitato, tornato al loro stato iniziale rilasciano radiazioni luminose Abbiamo successivamente osservato che aumentando lentamente la tensione di accelerazione (d.d.p), inizialmente la zona luminosa si abbassa (avvicinandosi sempre più al catodo) e successivamente il crearsi di altre zone luminose Questo accade perché l’elettrone acquista più velocemente una certa quantità di Ecin da trasferire all’atomo di neon. Inoltre poiché essendo sottoposto a una grande differenza di potenziale lo stesso elettrone è in grado di acquistare nuovamente Ecin da trasmettere. 2. Misure con oscilloscopio -lo scopo di utilizzare questo strumento è quello di misurare l’andamento della corrente in funzione della tensione di accelerazione degli elettroni. -Otteniamo un grafico di questo genere: Quantità di elettroni mA Momento in cui avviene l’urto Da questo grafico possiamo notare che aumentando la tensione acceleratrice anche la corrente aumenta, fino a che l’elettrone emesso da catodo raggiunge una certa energia che trasmette all’atomo colpito, iniziando così una caduta nel grafico. Successivamente la corrente aumenta nuovamente per poi esserci un’altra ricaduta. I picchi sono tutti posti a una distanza uguale. eV Questo corrisponde al 1° livello energetico dell’atomo Eccitazione atomo risultato • • • i picchi sono posti tutti alla stessa distanza perché un atomo può assorbire determinate quantità di energia Le cadute di corrente sono causate dall’urto anelastico dell’elettrone che perdendo tutta la sua energia non riesce a oltrepassare la seconda griglia Le emissioni di luce hanno esattamente la stessa energia che l’elettrone cede all’atomo Quindi un atomo risulta essere capace di assorbire una certa quantità di energia per poi liberare un fotone con la stessa energia