Lezione 9 Prerequisiti: Radici dell’unità. Polinomi ciclotomici. Ricordiamo che, per ogni intero n ≥ 2 , le radici primitive n-esime dell’unità in un campo K sono le radici n-esime dell’unità che non sono radici m-esime per 1 ≤ m < n . Nel campo complesso C esse sono i generatori del gruppo ciclico Rn delle radici n-esime dell’unità, e il loro numero è φ (n ) , dove φ è la funzione di Eulero. Definizione 9.1 Per ogni intero n ≥ 2 si dice n-esimo polinomio ciclotomico il polinomio φ (n) Φ n ( x) = ∏ ( x − ω i (n) ) , i =1 (n) (n) essendo ω 1 ,..., ω ϕ ( n ) , le radici primitive n-esime dell’unità. Si pone, inoltre, per convenzione, Φ 1 ( x ) = x − 1 (si considera 1 come radice “prima” dell’unità). Φ n (x ) è un polinomio di grado φ ( n ) che divide xn – 1. Notiamo, inoltre, che ogni radice n-esima dell’unità è una radice primitiva d-esima, essendo d il suo periodo. Si ha allora, per il Teorema di Lagrange (Algebra 2, Teorema 4.2), che d | n . Viceversa, dato un intero positivo d tale che d | n , ogni radice d-esima dell’unità è certamente una radice n-esima dell’unità. Abbiamo così provato: Proposizione 9.2 Per ogni intero n ≥ 1 , x n − 1 = ∏ Φ d ( x) . d |n Esempio 9.3 Calcoliamo i primi polinomi ciclotomici. Per cominciare si ha, banalmente: Φ 2 ( x) = x + 1, essendo – 1 l’unica radice primitiva quadrata dell’unità. Le radici cubiche dell’unità sono 1, e due radici primitive. Quindi, in base alla Definizione 9.1, Φ 3 ( x) = x3 − 1 = x2 + x + 1. x −1 Le radici primitive quarte sono i e –i, e pertanto Φ 4 ( x) = x 2 + 1 . Le radici quinte dell’unità sono tutte primitive, tranne 1. Dunque Φ 5 ( x) = x5 − 1 = x4 + x3 + x2 + x + 1. x −1 Per calcolare il sesto polinomio ciclotomico utilizziamo esplicitamente la Proposizione 9.2: Φ 6 ( x) = x6 − 1 = x2 − x + 1 Φ 1 ( x )Φ 2 ( x )Φ 3 ( x ) Se p>0 è un numero primo, allora ogni radice p-esima diversa da 1 è primitiva. Dalla Proposizione 9.2 si deduce allora facilmente: Corollario 9.4 Per ogni numero primo p>0, Φ p ( x) = x p − 1 p −1 i = ∑x . x − 1 i =0 La Proposizione 9.2 permette anche di provare, con un facile ragionamento induttivo: Proposizione 9.5 Per ogni intero positivo n, il polinomio Φ n (x ) è monico a coefficienti interi. Ben più complessa è invece la dimostrazione del prossimo enunciato. Per semplicità, lo dimostriamo solo in un caso particolare. **Proposizione 9.6 Per ogni intero positivo n, il polinomio Φ n (x ) è irriducibile in Q[x ] . In particolare, è il polinomio minimo su Q di ogni radice primitiva n-esima dell’unità. Dimostrazione: Proviamo l’enunciato solo nel caso in cui n = p è un numero primo. Consideriamo l’applicazione υ : Q[ x ] → Q[ x ] f ( x ) f ( x + 1) Questa è, evidentemente, un isomorfismo di anelli. Quindi Φ p (x ) è irriducibile se lo è υ (Φ p ( x )) = Φ p ( x + 1) = ( x + 1) p − 1 p p i −1 p −1 p i = ∑ x = ∑ x x i =1 i i = 0 i + 1 Questo è un polinomio monico a coefficienti interi, i cui termini diversi da quello di grado massimo hanno tutti coefficienti divisibili per p. Il termine noto è p. Allora υ (Φ p ( x )) è irriducibile per il Criterio di Eisenstein. Per la dimostrazione completa vedi [Mo], Theorem 7.7. Utilizzando i polinomi ciclotomici è possibile provare il seguente **Teorema 9.7 (Wedderburn) Ogni corpo finito è un campo. Dimostrazione: [PC], Teorema 6.4.1.