PROVA SCRITTA DI ELETTROTECNICA (21 FEBBRAIO 2017) Prof. Luigi Verolino Cognome: Nome: Matricola: ο‘ è l’ultima cifra non nulla della matricola: Esercizio 1 Si consideri la rete elettrica mostrata in figura. A) Si determini l’andamento temporale della corrente π(π‘), sapendo che π½=πΌ, π = 1 , πΆ = πΌ ππΉ , π(π‘) = πΈu(π‘) , πΈ = 1 . πΌ B) Dopo aver calcolato l’energia immagazzinata nel condensatore, la si riporti in un grafico. Esercizio 2 Si verifichi che 1 + π è una radice del polinomio π§ 4 − 5π§ 3 + 10π§ 2 − 10π§ + 4 e si calcolino poi tutte le altre radici. Valutazione della prova scritta Esercizio 1 Esercizio 2 Complessivo Valutazione della prova orale Domanda 1 Domanda 2 Domanda 3 Voto finale Esercizio 1 A) Per π‘ < 0, la rete è a regime ed il condensatore si comporta come un circuito aperto, per cui π(π‘) = π½ = πΌ , π£πΆ (π‘) = −π π½ = −1 . Discende allora il valore della condizione iniziale π£πΆ (0) = −π π½ = −1 . Per π‘ > 0, la rete è descritta dalle tre equazioni π ππΆ + π π + π£πΆ = π , ππ£ { ππΆ = πΆ πΆ , ππ‘ π = π½ + ππΆ . Eliminando le due correnti, che non sono variabili di stato, si ottiene l’unica equazione differenziale ππ£πΆ π£πΆ πΈu(π‘) − π π½ + = , ππ‘ π π in cui è stata utilizzata la costante di tempo π = 2π πΆ = 2 ππ . Dal momento in ogni istante di tempo π‘ > 0 risulta πΈu(π‘) − π π½ = 0 , è possibile scrivere il seguente problema di Cauchy ππ£πΆ π£πΆ + =0, { ππ‘ π π£πΆ (0) = −π π½ = −1 , la cui soluzione è immediata π£πΆ (π‘) = −π π½ e−π‘/π = −e−π‘/π . Pertanto, la corrente π(π‘) risulta pari a π(π‘) = π½ + πΆ ππ£πΆ π½ πΌ = π½ + e−π‘/π = πΌ + e−π‘/π . ππ‘ 3 2 In definitiva, la corrente richiesta vale πΌ, π‘ <0, πΌ π(π‘) = { πΌ + e−π‘/π , π‘ > 0 . 2 Vale la pena notare che, non essendo variabile di stato, questa corrente non è continua in π‘ = 0. B) L’energia immagazzinata nel condensatore è pari a 1 π(π‘) = πΆπ£πΆ2 (π‘) = π0 e−2π‘/π , 2 in cui, per brevità, si è posto 1 πΌ π0 = πΆπ 2 π½2 = ππ½ . 2 2 L’andamento di questa energia, in ogni istante di tempo, è riportato nella figura che segue. Esercizio 2 Introdotta la funzione polinomiale π(π§) = π§ 4 − 5π§ 3 + 10π§ 2 − 10π§ + 4 , se il numero complesso 1 + π è una radice, allora deve essere π(1 + π) = 0 . Pertanto, posto π§ = 1 + π = √2 eππ/4 , sostituendo nella funzione polinomiale, si può scrivere π(1 + π) = 4 eππ − 10√2 e3ππ/4 + 20 eππ/2 − 10√2 eππ/4 + 4 . Ebbene, dal momento che eππ = −1 , √2 e3ππ/4 = −1 + π , eππ/2 = π , √2 eππ/4 = 1 + π , l’espressione precedente diventa π(1 + π) = −4 − 10(−1 + π) + 20π − 10(1 + π) + 4 = 0 , cioè la tesi desiderata, per cui 1 + π è radice del polinomio assegnato. Orbene, essendo il polinomio a coefficienti reali, discende che anche 1 − π è una radice, sicché il trinomio π·(π§) = (π§ − 1 − π)(π§ − 1 + π) = (π§ − 1)2 + 1 = π§ 2 − 2π§ + 2 risulta divisore del polinomio π(π§). Eseguendo la divisione, si ottiene π(π§) π§ 4 − 5π§ 3 + 10π§ 2 − 10π§ + 4 = = π§ 2 − 3π§ + 2 , 2 π·(π§) π§ − 2π§ + 2 per cui le rimanenti due radici si ottengono risolvendo l’equazione quadratica π§ 2 − 3π§ + 2 = 0 → π§1,2 = 1, 2 . Riepilogando, si può affermare che, in forza del Teorema Fondamentale dell’Algebra, il polinomio assegnato, essendo di quarto grado, presenta quattro radici. Precisamente, due di queste radici sono reali e distinte e valgono π§1,2 = 1, 2 , le altre due sono complesse e coniugate e pari a π§3,4 = 1 ± π . Per maggiore chiarezza, la figura che segue rappresenta le quattro radici nel piano complesso di Argand-Gauss. Jean-Robert Argand è stato un matematico svizzero non professionista. Nel 1806, mentre era il gestore di una libreria a Parigi, pubblicò a proprie spese un libro in cui veniva esposta l’idea dell’interpretazione geometrica dei numeri complessi. Grazie a questo studio, a lui ed a Carl Friedrich Gauss è stato intitolato il piano complesso, un grafico che rappresenta in ascissa la parte reale del numero complesso ed in ordinata la parte immaginaria, trasformando in questo modo un numero complesso in un vettore. Il concetto del piano complesso consente una interpretazione geometrica dei numeri complessi: questi si sommano come vettori, mentre la loro moltiplicazione può essere geometricamente espressa usando le coordinate polari, dove il modulo del prodotto è il prodotto dei moduli dei fattori e l’argomento del prodotto, cioè l’angolo rispetto all’asse reale, è la somma degli angoli dei fattori. I diagrammi nel piano complesso sono frequentemente usati per mostrare la posizione dei poli o di zeri di una funzione nel piano complesso. Jean-Robert Argand Ginevra, 18 luglio 1768 – Parigi, 13 agosto 1822 Tra i suoi contributi occorre anche ricordare una dimostrazione, non completamente corretta, del Teorema Fondamentale dell’Algebra. Argand sembra essere stato il primo a trattare il caso in cui i coefficienti possono anche essere numeri complessi.