Prof.ssa Servidei 24-10-2007 ore 8.30-9.30 LE MIOPATIE INFIAMMATORIE ( MIOSITI ) MALATTIE MUSCOLARI 1. Infiammatorie 2. Tossiche 3. Endocrine, dismetaboliche GENETICAMENTE ACQUISITE DETERMINATE (recessive, dominanti, X-linked) Tra le miopatie acquisite le forme infiammatorie sono le più importanti e vengono definite MIOSITI. Classificazione Miositi Polimiositi (PM) Dermatomiositi (DM) DM infantile Miositi paraneoplastiche Miositi a corpi inclusi (IBM) Epidemiologia miositi PM 1-7/100.000 abitanti Colpisce gli adulti DM 0,5-1/100.000 abitanti 2 picchi di incidenza: 14-16 aa e 45-65 aa M:F=1:2 solitamente (come tutte le malattie autoimmuni), mentre IBM colpisce soprattutto i maschi ed è rara sotto i 50 aa (80% >50aa). POLIMIOSITE (PM) La diagnosi di PM pone difficoltà perché occorre fare la diagnosi differenziale con tutte le altre miopatie, visto che si presenta con debolezza muscolare prossimale, soprattutto cingolare. L’EMG è miopatica, quindi non ci aiuta a discriminare la PM; gli enzimi muscolari sono aumentati (↑CK); la biopsia muscolare rivela uno stato infiammatorio. Ciò che aiuta nella diagnosi è l’esordio e l’evoluzione, che è subacuta (la maggior parte delle volte, ma può anche essere acuta) e non cronica progressiva come le forme distrofiche. Occorre escludere endocrinopatie (specie l’ipotiroidismo), difetti enzimatici e l’esposizione a tossine. La debolezza muscolare prossimale, ad età d’esordio variabile, è frequentemente subacuta; esistono tuttavia forme croniche, che durano 1-2 aa, che creano problemi di diagnosi differenziale. La debolezza muscolare è simmetrica e gli arti inferiori sono più compromessi dei superiori. Sono spesso colpiti i flessori e/o estensori del collo, fatto che fa ciondolare la testa del pz; nel 15-20% dei casi si ha disfagia, talora così importante da porre indicazione al posizionamento di un sondino naso-gastrico; anche i mm.respiratori possono essere interessati, ma raramente si ricorre alla ventilazione assistita. Raramente coinvolti i mm. mimici e mai gli oculomotori. Nelle forme ad esordio più acuto sono possibili episodi di rabdomiolisi con mioglobinuria (l’urina ha colore rosso scuro, non rosso vivo!), in questi casi è molto importante la protezione renale poiché le proteine muscolari sono molto grandi e possono danneggiare il rene, arrivandovi in grandi quantità, portando il pz all’ insufficienza renale. Esami di laboratorio CK↑ nell’85% casi (talvolta fino a 50 volte la norma) EMG: miopatica con presenza di attività spontanea nella maggior parte dei pz. Non è tanto diagnostica rispetto ad altre forme, mentre la presenza di fibrillazione (contrazione spontanea non controllata dal motoneurone) può suggerire la presenza di un processo infiammatorio. Uno stato infiammatorio focale interrompe la fibra, creando una denervazione intramuscolare: quindi le fibre a valle dell’interruzione si contrarranno in modo indipendente dal motoneurone, creando la fibrillazione. Biopsia muscolare: è sicuramente diagnostica. Fa vedere la necrosi, la rigenerazione, l’infiammazione con linfociti e macrofagi che circondano e invadono fibre non necrotiche (l’attacco alle fibre muscolari avviene infatti prima che queste diventino necrotiche) Criteri diagnostici PM La diagnosi non è facile a volte, poiché il decorso può anche essere molto subdolo, cronico, e quindi occorre fare una diagnosi differenziale con svariate patologie. Criteri: 1. debolezza muscolare 2. CK↑ 3. EMG miopatica 4. Biopsia muscolare Se sono presenti tutti e 4 i criteri Diagnosi di PM Se presenti 3 criteri Diagnosi probabile di PM Se presenti 2 criteri Diagnosi possibile di PM I criteri hanno diversa sensibilità: - la biopsia, per quanto diagnostica, può essere negativa nel 10% dei casi - CK normali nel 20% dei casi - EMG non diagnostica, negativa nel 30% dei casi. I criteri hanno diversa importanza: - la debolezza muscolare è un sintomo cardine - la biopsia, se tipica, è diagnostica - EMG è una tecnica che aiuta, ma non è diagnostica per sé. Diagnosi differenziale Nella PM devono essere escluse altre diagnosi, specie le forme tossiche e dismetaboliche. Forme tossiche da AZT, clorochina, colchicina, alcol Miositi a corpi inclusi Altre miopatie infiammatorie Distrofie muscolari Miopatie metaboliche da disturbo delle vie ossidative DERMATOMIOSITE (DM) Non è una polimiosite con manifestazioni cutanee. La PM e la DM sono entrambe patologie infiammatorie del muscolo, ma hanno meccanismi patogenetici diversi. La DM è più frequentemente acuta ed associata a malattie sistemiche autoimmuni e tumori, quindi può essere una sindrome paraneoplastica. CK↑ o normali EMG miopatica Spesso presenti Ac anti-JO1, anti-MI2 Biopsia muscolare è alquanto specifica, in quanto mostra aspetti tipici della DM e non della PM: mentre nella PM i focolai infiammatori infiltrano anche fibre apparentemente normali, nella DM non vengono mai attaccate fibre normali. È caratteristica della DM l’atrofia perifascicolare, che purtroppo troviamo solo nel 50% dei pz. Le fibre che soffrono di più sono le fibre disposte alla periferia del fascicolo, che difatti appaiono più piccole, mentre le fibre che stanno all’interno del fascicolo si conservano abbastanza bene. L’atrofia perifascicolare è diagnostica di DM. Il ridotto apporto vascolare, conseguenza dell’occlusione dei vasellini per meccanismi patogenetici umorali vascolari, produce naturalmente una maggiore sofferenza delle fibre più periferiche. Manifestazioni cutanee Dermatite eritematosa che interessa particolarmente le aree fotoesposte: il collo, la parte superiore del tronco, la superficie estensoria delle articolazioni interfalangee, gomiti e ginocchia Papule di Gottron Discolorazione eliotropa delle palpebre (Sono tutte lesioni che si accentuano con l’esposizione solare) Alcune forme possono esprimersi più a livello cutaneo che muscolare, ma occorrono entrambe le manifestazioni per fare diagnosi di DM. La DM infantile è caratterizzata dai seguenti segni e sintomi clinici - - - - rialzo febbrile (quasi mai nell’adulto), malessere, irritabilità disturbi gastrointestinali (ulcere), per processi vasculitici sistemici calcinosi (non presente in tutti, ma se c’è può dare problemi articolari importanti) vasculiti Manifestazioni extramuscolari (pesenti soprattutto nelle DM, ma possibili anche nelle PM) - CUORE : difetti della conduzione atrio-ventricolare, tachiaritmia, cardiopatia dilatativa (non secondaria a terapia cortisonica, perché si è visto che può precedere la terapia steroidea) - POLMONE : interstiziopatia nel 10% dei pz (l’interstiziopatia risponde scarsamente alla terapia, quindi si associa a peggiore prognosi: può essere la causa di morte in questi pz. L’interstiziopatia è spesso associata al riscontro di Ac anti-JO1.) Possibili associazioni (in DM>>PM): - Malattie del collageno (CREST, AR, sclerodermia…) - Tumori nel 20-30% dei casi degli adulti . Età media di esordio di forme paraneoplastiche:50aa. Gli organi colpiti dai tumori sono: mammella, ovaio, polmone (microcitomi polmonari) e prostata. Le DM sono in genere simmetriche, ma esistono anche forme asimmetriche. DM vs PM: caratteri fisiopatologici e clinici DM Infiltrati perifascicolari o perivascolari Atrofia perifascicolare (90%bimbi e 50%adulti) Miofibre affette raggruppate (microinfarti) Target: VASI Patogenesi vascolare immuno-mediata con meccanismi prevalentemente umorali Immunopatogenesi: umorale e citotossica, CD8< CD4 ,macrofagi, linfociti B ↑ Infiltrati perivascolari/endomisiali Rash cutaneo Rischio tumore e collagenopatie maggiore PM Infiltrati endomisiali No atrofia perifascicolare (tipica della DM) Fibre necrotiche sparse nel fascicolo muscolare Target: MIOFIBRE Patogenesi cellulare, attacco miocitotrofico Immunopatogenesi: cellulo-mediata, citotossica, CD8> CD4, macrofagi, linfociti B rari Infiltrati endomisiali No rash cutaneo Rischio minore Terapia Il farmaco di scelta è il cortisone, da usare in dosi molto elevate, superiori alle dosi usate generalmente in altre malattie autoimmuni. Ha un’azione anti-infiammatotia rapida ed anche immunosoppressoria. È la terapia di prima scelta; è un trattamento a lungo termine(aa) e rapida risposta(2-8 settimane, picco ai 3-6mesi).Si può usare anche in gravidanza. Si somministra una singola dose (1,5-2mg/Kg/die) al mattino per os, per un periodo di 6-8 settimane, e poi si riduce la dose a 5 mg ogni 2 settimane. Nelle malattie neurologiche si deve sempre cercare di portare la somministrazione del cortisone a gg alterni. Purtroppo molti di questi pz (50%), non appena arrivano alla dose critica, recidivano. Effetti collaterali cortisone: diabete, osteoporosi (negli ultracinquantenni), necrosi ossea asettica (rara), ipertensione, glaucoma, infezioni, ulcera gastroduodenale, aumento di peso, miopatia steroidea (dato incerto). Usualmente è ben tollerato con le opportune precauzioni: dose unica la mattina (alle 8), per unirlo al picco di cortisone endogeno. Spesso il cortisone non basta a controllare la malattia, quindi occorre associare altri farmaci immunosoppressori (associarli in caso di mancanza di significativi miglioramenti dopo terapia con steroidi ad alte dosi per ben 2-3 mesi, oppure in caso di recidive ricorrenti): - Azatioprina : nelle persone anziane è bene associala subito per evitare dosi eccessive di cortisone, però questa ha un tempo di latenza molto lungo (3 mesi), quindi non può essere utilizzata come primo farmaco. L’azatioprina può dare purtroppo degli effetti collaterali che fortunatamente regrediscono alla sospensione del farmaco: reazione idiosincrasia a livello epatico (↑ ALT e AST) o ematologico (leucopenia), teratogenicità. - Ciclosporina: immunomodulatore, inibisce la produzione di IL-2 blocco produzione linfociti Th e quindi della citotossicità Terapia a lungo termine e rapida risposta (2-12 settimane, picco: 3-6 mesi); dose: 2-3mg/Kg/die; si controlla il range terapeutico nel sangue. Effetti collaterali: ipertensione e insufficienza renale (quindi monitorizzare soprattutto creatinina ed elettroliti), teratogenicità. - Metotrexate : antimetabolita che inibisce la reduttasi dell’ac. diidrofolico; interferisce con la sintesi e la riparazione del DNA e con la replicazione cellulare. Si usa in altre malattie autoimmuni. Dose: 0,2-0,7 mg/Kg/settimana (1 volta a settimana). Spesso in associazione al cortisone, quasi mai da solo. Effetti collaterali: depressione midollare, epatotossicità, stomatite, polmoniti, ulcere buccali, teratogenicità. - Ig ad alte dosi - Micofenolato : efficacia immunosoppressiva simile all’azatioprina - Tacrolimus : meccanismo d’azione simile all’azatioprina - Agenti anti-TNF (infliximab) (trials in corso su DM resistenti dell’adulto) - Ac monoclinali anti-B (rituximab) (studi pilota nelle DM infantili e dell’adulto) - Le plasmaferesi e la ciclofosfamide non si sono rivelate soddisfacenti. In sintesi, l’approccio al pz è il seguente: 1. cortisone ad alte dosi 2. poi si aggiunge l’azatioprina 3. terzo farmaco di scelta è la ciclosporina, da associare al cortisone. Poi vengono tutti gli altri. MIOSITE A CORPI INCLUSI (IBM) In realtà è una patologia a cavallo tra le forme degenerative e quelle infiammatorie. È la più frequente malattia muscolare acquisita nella popolazione ultracinquantenne. Mimano forme neurogene, tipo malattia del motoneurone. Sviluppo insidioso di debolezza muscolare spesso asimmetrica ed ipotrofia della muscolatura distale. Lentamente progressiva, per la scarsa reponsività ai trattamenti immunosoppressivi, con caratteristico assottigliamento della muscolatura. CK↑(12-15 volte la norma) In rari casi ci sono reperti indicativi di patologie autoimmuni associate(LES, S.Sjögren, trombocitopenie). Immunopatogenesi simile a PM (attacco miocitotrofico), ma esistono anche aspetti peculiari, come le fibre vacuolate (vacuoli di ?????) e inclusioni tubulo-filamentose da accumulo di β-amiloide, simili a quelle presenti nell’Alzheimer. Biopsia muscolare: infiltrati endomisiali di cellule infiammatorie mononucleate, fibre muscolari vacuolate. Scarsa e transitoria risposta agli immunosoppressori. Diagnosi differenziale con: MIOPATIA IPOTIROIDEA (molto difficile da differenziare perché spesso l’ipotiroidismo è sconosciuto in questi pz). Alla biopsia muscolare non si riscontrano alterazioni importanti. Il pz è rallentato. F>M. Mialgie; crampi; rigidità; fatica; debolezza muscolare lieve, prossimale, lentamente progressiva; possibile ptosi palpebrale; difficoltà alla decontrazione muscolare. MIOPATIA DA STATINE Problema che coinvolge molte specialità. L’esordio del disturbo muscolare è molto variabile, da 2 a 3 mesi dopo l’inizio del trattamento. Regredisce con la sospensione del trattamento; il recupero avviene dopo gg o mesi dalla sospensione. 1-10/100.000persone trattate CK↑ , mialgie (nelle forme più gravi arriva a mioglobinuria), debolezza muscolare. Mariaelena Occhipinti