Università degli studi di Brescia Dipartimento Scienze Biomediche e Biotecnologie Sezione di Fisiologia Dottorato di ricerca in Neuroscienze Coordinatore Prof PierFranco Spano XXII Ciclo Relazione annuale – Anno accademico 2009/2010 Dottoranda: De Stefani Elisa Tutor: prof. Claudio Maioli VARIAZIONI DI ECCITABILITÀ DEL SISTEMA CORTICO-SPINALE (SCS) DELL’ARTO A RIPOSO DOVUTI ALL’ESECUZIONE DI MOVIMENTI SACCADICI Introduzione I movimenti oculari offrono un eccellente modello per studiare l’abilità del nostro cervello ad adattarsi al mondo che ci circonda e selezionare di volta in volta gli stimoli di interesse ignorandone altri. Una caratteristica fondamentale del comportamento umano è la capacità di rispondere in modo flessibile agli stimoli ambientali specie in situazioni in cui l’uomo mette in atto azioni che prevedono una stretta coordinazione tra lo spostamento dello sguardo e i gesti della mano. In un’azione finalizzata, come l’afferrare un oggetto o il seguire uno stimolo che compare nel nostro capo visivo, si ottiene un’esecuzione più accurata se i movimenti degli occhi sono associati a movimenti della mano nella stessa direzione (Prablanc et al., 1979; Mather and Lackner, 1980; Koken and Erkelens, 1992; Vercher et al., 1994; Neggers and Bekkering, 1999; van Donkelaar and Staub, 2000; Miall and Reckess, 2002; Engel and Soechting, 2003) In uno studio precedentemente condotto nel nostro laboratorio è stato dimostrato che, stimolando la corteccia motoria sinistra con un singolo impulso di stimolazione magnetica transcranica (TMS) in uno di tre possibili ritardi rispetto all’inizio del movimento oculare (60, 300 e 540ms), sono state misurante le variazioni di ampiezza dei potenziali evocati motori (PEM) di due muscoli distali (first dorsal interosseus FDI e abduttor digiti minimi ADM) e del muscolo estensore radiale del carpo (extensor carpi radialis ECR), in funzione della direzione verso cui il soggetto eseguiva la saccade richiesta (esperimento SACCADE). I dati ottenuti hanno portato alla conclusione che l’esecuzione di una saccade induce cambiamenti di eccitabilità dell’SCS del braccio a riposo compatibili con l’esistenza di un piano motorio sotto soglia dell’arto superiore, specifico per il puntamento. In particolare: 2 - la modulazione specifica dei PEM, osservata nei muscoli FDI ed ECR, risulta essere maggiore subito dopo l’inizio della saccade per poi decrescere nel tempo fino a tornare ad una condizione di riposo circa 540ms dopo; - i cambiamenti di eccitabilità riscontrati dipendono dal lato verso cui la saccade viene eseguita e risentono dell’ampiezza del movimento. L’attivazione del SCS del braccio a riposo sembra, perciò, essere strettamente legata all’esecuzione della saccade in una specifica direzione. Tuttavia, rimane non chiara quale relazione temporale esista tra l’aumento di eccitabilità di SCS ed il movimento saccadico e, in modo particolare, se è necessaria la presenza dello stimolo visivo affinché si verifichi l’accoppiamento occhio-mano descritto. A questo scopo, è stata condotta una prima sessione sperimentale utilizzando un compito di discriminazione a scelta multipla (esperimento GO/NOGO), in cui il soggetto doveva eseguire una saccade verso uno stimolo periferico (compito di GO) di un determinato colore (blu o giallo) concordato precedentemente o, in alternativa, rimanere con lo sguardo fisso al centro dello schermo (compito di NOGO). I risultati hanno dimostrato che, solo durante la condizione GO, è presente una modulazione specifica dei PEM che è differente a seconda del muscolo registrato e del lato verso cui l’occhio muove. Considerando il fatto che il muscolo FDI è un abduttore del dito indice e che il suo effettivo reclutamento nel puntamento di un oggetto avviene quando lo stimolo compare a sinistra, la maggiore ampiezza dei PEM, registrati quando l’occhio muove a sinistra, conferma le conclusioni trattate nei dati pubblicati, avvalorando l’ipotesi dell’esistenza di un piano motorio sotto soglia del braccio a riposo, che si attiva in conseguenza al movimento degli occhi. Al contrario, nei compiti NOGO, non si riscontra una significativa differenza di lato nell’eccitabilità dell’SCS dell’arto superiore a riposo, e questo ci ha portato a supporre che l’effetto trovato nella condizione GO possa essere dovuto al movimento oculare eseguito e non in risposta alla semplice presentazione dello stimolo periferico. 3 Al fine di verificare se la modulazione di eccitabilità del SCS è strettamente associata all’esecuzione di un movimento saccadico, indipendentemente dalla direzione degli stimoli visivi, si è deciso di procedere con un ulteriore esperimento utilizzando un paradigma di scelta semplice che prevede l’esecuzione di 2 possibili movimenti saccadici: una saccade eseguita in direzione del cue (pro-saccade PS) e un movimento saccadico di identica ampiezza in direzione opposta al punto di comparsa dallo stimolo visivo (anti-saccadi AS). Questo paradigma sperimentale ci offre la possibilità di manipolare la congruenza tra lo stimolo e la risposta, in modo da disaccopiare il lato in cui si presenta lo stimolo visivo e la direzione del movimento oculare. Protocollo sperimentale Soggetti. Alla sessione sperimentale hanno partecipato 26 soggetti (13 femmine e 13 maschi con età media di 23 anni), destrimani (misurati utilizzando Edinburgh handedness inventory), sani e ignari rispetto allo scopo dell’esperimento. Le istruzioni date ai soggetti erano di mantenere lo sguardo fisso al centro dello schermo fino alla comparsa dello stimolo il cui colore avrebbe specificato il tipo di movimento da eseguire. Prima dell’inizio della sessione sperimentale veniva eseguito un blocco di prova della durata di 36 stimoli in modo tale che il soggetto diventasse pratico nell’eseguire il compito. Durante il blocco di prova i movimenti oculari venivano ugualmente registrati per consentire agli sperimentatori di fornire feedback al soggetto sulla sua performance. 4 soggetti dei 26 registrati sono stati scartati perché hanno eseguito in modo non accurato il compito. Nello specifico 2 soggetti scartati hanno commesso un numero troppo elevato di errori nei movimenti 4 oculari (più del 20% rispetto alla totalità delle prove); 2 soggetti tendevano a mantenere contratti i muscoli del braccio destro durante tutta la sessione sperimentale. Ai soggetti era chiesto di eseguire il compito oculare in modo accurato il più rapidamente possibile, ma avendo cura di eseguire il compito oculare solo dopo aver correttamente discriminato il colore dello stimolo. Inoltre, a ciascun soggetto veniva esplicitamente chiesto di mantenere le braccia completamente rilassate durante la sessione sperimentale. I soggetti sedevano ad un metro di distanza da uno schermo a retroproiezione (160 cm di larghezza e 120 cm di altezza) con il braccio destro orientato verso il centro (in posizione rilassata). La testa del soggetto era immobilizzata mediante una mentoniera e una base di appoggio per la fronte. Per la presentazione degli stimoli è stato utilizzato un programma in ambiente di sviluppo Presentation (Neurobehavioral Systems) (fig. 1) Fig. 1 Seduta del soggetto durante la sessione sperimentale 5 In ciascuna prova sperimentale, ai soggetti veniva chiesto di spostare lo sguardo in direzione del cue che poteva comparire in una di due possibili posizioni, ad un’eccentricità di 5° gradi a sinistra o destra del punto di fissazione centrale, lungo il meridiano orizzontale. Dall’inizio della prova fino a quando lo stimolo colorato compariva, trascorreva un periodo di tempo variabile compreso tra i 3 e 5 sec. Durante questo intervallo temporale, il soggetto manteneva lo guardo sulla mira centrale. Alla comparsa dello stimolo visivo colorato (cue), il soggetto doveva discriminare il colore dello stimolo e decidere se eseguire la saccade verso il cue (PS) o spostare lo sguardo in direzione opposta (AS). Dopo l’esecuzione del movimento oculare richiesto il soggetto doveva mantenere lo sguardo su di esso per 2 sec e tornare a fissare la mira centrale dopo la scomparsa del cue (fig. 2.) Fig.2 Protocollo sperimentale Durante ogni prova era erogato un singolo impulso TMS sulla corteccia motoria sinistra ma in momenti diversi rispetto alla presentazione del cue. Prima della presentazione del cue la TMS poteva scaricare in due momenti distinti: all’inizio della prova, in corrispondenza di un segnale acustico che serviva per avvertire il soggetto che la nuova prova 6 era iniziata o circa 500ms prima della comparsa del cue per un totale di 20 stimoli nell’intera sessione sperimentale. I valori dei PEM registrati quando la TMS scaricava prima della comparsa del cue, sono stati utilizzati come riferimento (baseline) rispetto a cui calcolare il grado di eccitazione o inibizione del SCS del braccio a riposo. Dopo la comparsa del cue la TMS poteva scaricare in uno di 9 differenti momenti ad intervalli multipli di 120ms, durante i quali i soggetti eseguivano la saccade. Quindi, rispetto alla presentazione del cue, gli impulsi TMS potevano avvenire, in uno dei seguenti ritardi: 120, 240, 360, 480, 600, 720, 840, 960 o 1080ms dopo la comparsa dello stimolo visivo (fig.3). Fig.3 Durante ogni prova sperimentale, era erogato un singolo impulso di TMS. La TMS scaricava all’inizio della prova o 480 ms prima della comparsa dello stimolo visivo . In alternativa, l’impulso era erogato con uno di 9 possibili ritardi entro 1080 ms dalla comparsa dello stimolo visivo. Perciò, la TMS poteva scaricare casualmente prima o dopo il segnale acustico, oppure 120, 240, 360, 480, 600, 720, 840, 960 o 1040ms dopo la comparsa dello stimolo visivo 7 Per ciascuno dei 9 possibili ritardi TMS successivi alla comparsa del cue, erano effettuate 10 ripetizioni in ciascuna delle 4 combinazioni: posizione dello stimolo (destra o sinistra) e colore (giallo o blu) per un totale di 36 combinazioni. In ogni prova, la selezione del ritardo con cui la TMS scaricava rispetto all’onset dello stimolo visivo era casuale. Ciascuna sessione sperimentale prevedeva, perciò, 380 prove. Per limitare l’affaticamento dei soggetti, abbiamo suddiviso l’esperimento in 5 blocchi di 76 prove e tra un blocco e l’altro il soggetto era fatto riposare per alcuni minuti. Baseline I valori di “baseline” rispetto ai quali misurare le variazioni di eccitabilità del SCS dell’arto a riposo durante l’esecuzione del compito saccadico, corrispondono ai PEM registrati nei due diversi ritardi TMS prima della presentazione del cue, poiché, i valori dei PEM non sono risultati essere significativamente distinti (t-test=0.19: p=0.95). Se, in ogni soggetto, la media della baseline in un dato muscolo non superava i 140 μv, il muscolo in questione veniva escluso dalle analisi in quanto l’ampiezza di attivazione non veniva ritenuta sufficiente. Questo valore limite di 140μv si è dimostrato essere una valore soglia ottimale verso cui confrontare un’eventuale inibizione del SCS del braccio (Maioli et al, 2007). Elettrooculografia (EOG) ed elettromiogramma (EMG) I movimenti oculari orizzontali sono stati registrati tramite EOG mediante elettrodi Ag-AgCl posizionati ai lati esterni degli occhi (cutoff 0-200 Hz). 8 Il segnale EMG viene registrato dai muscoli FDI, ADM e ECR. Il segnale EMG è stato amplificato 1000x, con ampiezza di banda tra 0.2 Hz e 1 kHz. I segnali EOG e EMG sono stati acquisiti su PC con una frequenza di campionamento di 4 khz (National Instrument PCI-MIO-16E-4) e analizzati off-line. Stimolazione magnatica transcranica (TMS) e raggruppamento dei dati per l’analisi statistica Un coil focale di 70 mm è stato posizionato tangenzialmente allo scalpo con il manico che puntava all’indietro con un angolo di 45° rispetto al piano sagittale, inducendo una corrente postero-anteriore. Il coil era connesso ad uno stimolatore magnetico MagStim Super Rapid (Mag-1450-00; MagStim, Whitland, UK). Per ogni soggetto veniva trovata la soglia nel muscolo FDI rilassato, definita come l’intensità di stimolazione in grado di evocare un PEM avente un’ampiezza picco-picco di almeno 100 μV in 5 su 10 stimoli consecutivi. Trovato il punto di stimolazione sullo scalpo che permette di evocare i PEM in tutti i muscoli di interesse cercando di minimizzare la soglia di stimolazione per il muscolo FDI, il coil era fissato grazie ad un braccio meccanico e mantenuto in posizione per tutta la durata dell’esperimento. Durante l’intero esperimento, è stata utilizzata un’intensità TMS pari al 120% dalla soglia motoria dell’FDI trovata per ciascun soggetto. Per aiutare il soggetto a riposizionare correttamente la testa rispetto alla posizione precedentemente assunta e, soprattutto, a riposizionare il coil rispetto al punto in cui è stata trovata la soglia per il muscolo FDI, è stato sviluppato un software dedicato, in grado di interfacciarsi con il sistema di neuronavigazione FASTRAK Polhemus e restituire la posizione e l’orientamento del capo e del coil. FASTRAK Polhemus è un sistema elettromagnetico che prevede l’utilizzo di sensori 3D di piccole dimensioni, che comunicano con un trasmettitore tramite campi magnetici. Mediante l’utilizzo di FASTRAK e del software dedicato è stato possibile registrare accuratamente la posizione (coordinate cartesiane X, Y, Z) e l’orientamento nello spazio della testa del soggetto e del coil. La ricostruzione 9 della posizione del capo avveniva posizionando i trasmettitori sulla testa del soggetto in tre punti craniometrici: i due punti pre-auricolari sinistro e destro e a livello del nasion del soggetto. Un quarto sensore era posizionato sul coil della TMS. Prima di iniziare l’esperimento erano acquisite le posizioni dei sensori e questi dati erano utilizzati per verificare che, durante l’esperimento, il soggetto mantenesse la testa ferma, così da poter concludere che la TMS era applicata ogni volta nel medesimo punto di stimolazione. Data l’ampia variabilità dei potenziali evocati motori (PEM) registrati nei muscoli FDI, ADM ed ECR, l’analisi statistica è stata svolta sull’attività normalizzata degli EMG per ciascun soggetto. I valori dei PEM sono stati analizzati seguendo due diversi criteri di allineamento dei dati: rispetto all’onset dello stimolo visivo e rispetto all’onset del movimento oculare (fig4). Nel primo caso il confronto è avvenuto raggruppando tra loro i dati registrati quando la TMS scaricava con lo stesso ritardo (D) rispetto alla comparsa dello stimolo visivo, cioè senza tenere conto della latenza con cui il soggetto inizia il movimento oculare. a b 10 Fig.4Raggruppamento dei dati (PEM) per l’analisi statistica in funzione dell’onset dello stimolo (distanza “D” ovvero il tempo che intercorre tra la comparsa dello stimolo e la scarica dell’impulso TMS e dell’onset della saccade (distanza “d” che rappresenta l’intervallo di tempo trascorso tra l’inizio della saccade e l’impulso TMS). Nel secondo caso i dati sono stati allineati in funzione dell’inizio della saccade. Calcolando l’intervallo di tempo entro cui l’occhio iniziava a muovere rispetto all’impulso di TMS (d), i dati sono stati raggruppati in intervalli (bin) di 120ms. Partendo dal bin 0 (fig5), in cui rientrano tutti i valori dei PEM registrati quando la TMS scaricava tra i 60ms prima dell’inizio della saccade e i 60 successivi all’inizio del movimento, i dati vengono suddivisi attribuendo ai valori negativi i PEM registrati prima dell’inizio della saccade e ai valori positivi quelli successivi. Valori dei PEM normalizzati Variazioni di ampiezza dei PEM rispetto all’onset della saccade onset saccade Bin Fig.5 Valori medi dei PEM ottenuti per ogni singolo bin. 11 Risultati Latenze delle risposte saccadiche Le latenze considerate per l’analisi statistica sono quelle incluse tra 200-600 ms per le prove in cui la TMS scaricava dopo la comparsa dello stimolo. In fig.6 è possibile osservare la distribuzione delle latenze delle saccadi e delle antisaccadi senza distinguere per le varie condizioni (lato e delay della TMS). In entrambe le distribuzioni si può osservare un certo numero di osservazioni in cui i movimenti oculari hanno latenze molto brevi (<200ms) che, data la complessità del compito in cui i soggetti dovevano prima discriminare il colore dello stimolo e successivamente eseguire il movimento oculare ad esso associato, sono state considerate risposte anticipatorie. Inoltre, sono state escluse le prove in cui la risposta oculare avveniva con un ritardo superiore ai 600ms rispetto alla comparsa dello stimolo, in quanto ciò è stato considerato indice di un basso livello attentivo da parte del soggetto. 12 Fig.6 Distribuzione delle latenze nel compito PS (azzurro) e AS (rosso) Le latenze delle saccadi e delle antisaccadi differiscono significativamente di circa 30 ms. La media della latenza delle saccadi è di 387 ms mentre quella delle antisaccadi è di 420 ms. Non risulta esserci una differenza significativa (t-test=1.47; p=0.14) tra la risposta saccadica go dell’esperimento GO/NOGO (latenza media di 387ms) e la risposta PS dell’esperimento ANTISACCADE (latenza media di 390ms) 13 Generale inibizione del SCS dell’arto a riposo in risposta alla comparsa dello stimolo visivo. I dati rappresentati in fig.7 sono le medie dei PEM di tutti i soggetti, registrati sul muscolo FDI, ADM ed ECR durante la risposta PS (a) e la risposta AS (b). Ciascun tracciato rappresenta la media dei valori acquisiti in un preciso momento dell’esecuzione saccadica rispetto all’onset dello stimolo (vedi pag.9, cap 1.1.3). Nell’asse delle ascisse, infatti, si trovano i 9 ritardi con cui la TMS scaricava dopo la comparsa del cue visivo e ogni punto rappresenta una media dei valori registrati tra la comparsa dello stimolo e lo specifico ritardo con cui veniva dato l’impulso TMS. Abbiamo applicato un t-test che permettesse di verificare, innanzitutto, un’eventuale differenza tra la condizione baseline e il lato verso cui il soggetto sposta lo sguardo (destra-sinistra). Osservando l’ampiezza dei PEM dei tre muscoli, si nota, nel compito PS (fig.7a), una graduale riduzione di eccitabilità dell’SCS del braccio a risposo, che risulta essere significativamente diversa rispetto alla baseline dopo circa 300 ms dalla comparsa dello stimolo visivo e che tende a mantenersi nel tempo. Inoltre, osservando l’ampiezza dei PEM nel muscolo ADM si nota un aumento di eccitabilità del SCS del braccio entro i primi 240ms dall’onset dello stimolo (l’ampiezza dei PEM è maggiore quando il soggetto esegue il movimento oculare rispetto alla condizione di riposo), mentre, dopo 400ms dalla comparsa del cue, il SCS del braccio a riposo viene inibito in concomitanza con l’inizio del movimento oculare che, ricordiamo avere, nella risposta PS, il una latenza media di 390ms. Nel compito AS, invece, non si osserva nei muscoli registrati questo fenomeno di inibizione generalizzata dei PEM rispetto alla baseline (fig.7b). 14 a b Fig.7 I tracciati rappresentano i cambiamenti di eccitabilità del SCS raggruppati in funzione della comparsa dello stimolo visivo in ciascuno dei nove ritardi con cui la TMS scaricava. I simboli riempiti sono stati utilizzati per indicare quando la media dei PEM di tutti i soggetti, in una specifica condizione, risulta essere significativamente diverse rispetto alla baseline. L’effetto lato significativo (t-test tra i PEM registrati quando il soggetto esegue una saccade verso uno stimolo comparso a sinistra piuttosto che a destra) è rappresentato da un doppio asterisco. La fig7a rappresenta la risposta pro-saccade (nei tre muscoli FDI, ADM ed ECR), mentre la fig7b rappresenta la risposta anti-saccade. Modulazione dell’SCS dell’arto a riposo in funzione dell’onset dello stimolo visivo. 15 Sempre in fig.7a è possibile osservare un effetto lato (cioè una differenza significativa tra i PEM registrati quando il soggetto esegue una saccade verso uno stimolo comparso a sinistra piuttosto che a destra), solo nel muscolo FDI, circa 360ms dopo la comparsa del cue. In questa specifica finestra temporale i PEM registrati quando l’occhio muove a sinistra sono significativamente diversi rispetto allo stesso movimento eseguito a destra (t-test=8.69; p=0.03) Nel compito AS, in cui il movimento oculare e la posizione dello stimolo sono disgiunti non si osserva nessuna differenza di lato significativa (fig7b) Le analisi finora condotte non tengono conto della latenza con cui il soggetto inizia il movimento oculare. Perciò ci siamo chiesti se, tra le latenze raggruppate assieme, non vi fossero due popolazioni di dati: una costituita dalle prove in cui i soggetti rispondevano prontamente al compito e altre in cui la latenza del movimento oculare era più lenta. Per questo motivo abbiamo suddiviso i dati in due gruppi in funzione della mediana: un primo gruppo che comprende le latenze tra i 200 e i 380ms ed un secondo che comprende le latenze maggiori di 380ms. In fig.8 si può notare che l’effetto lato riscontrato nel muscolo FDI si mantiene anche suddividendo le latenze in precoci e tardive (t-test=1.34, p=0.047; t-test=0.97, p=0.01). Tuttavia l’effetto di inibizione generalizzata a partire dai 360ms dalla comparsa dello stimolo è presente solo nel raggruppamento precoce. 16 Fig.8 Dati suddivisi in due gruppi di latenze, il primo gruppo comprende i valori dei PEM registrati durante saccadi con latenza comprese tra i 200 ed i 380ms mentre il secondo tra i 381 ed 600ms. Modulazione dell’SCS dell’arto a riposo in funzione dell’inizio del movimento oculare. Nei risultati riportati in fig.9a un t-test è stato eseguito tra i valori medi dei PEM normalizzati dei muscoli FDI ADM ed ECR, registrati durante la condizione di riposo e quelli registrati durante le diverse condizioni sperimentali. I dati dei soggetti sono stati allineati in funzione dell’onset del movimento saccadico. Osservando l’andamento dei dati in tutti e tre i muscoli, si nota che, quando l’occhio inizia a muoversi, si verifica un’inibizione del SCS del braccio a riposo rispetto alla baseline. Questa inibizione si mantiene per circa 400ms al termine dei quali, nei muscoli FDI ed ECR, circa 480ms dall’inizio del movimento oculare, si osserva un chiaro aumento di eccitabilità’ del SCS quando il soggetto esegue una saccade verso sinistra (FDI: t-test=3.998; p=0.02 e ECR: t-test=4.355; p=0.03). L’effetto lato è presente solo nelle risposte PS ma non in quelle AS (fig9b). 17 a b Fig.9 Ogni punto rappresenta la media dei PEM calcolati suddividendo i valori in funzione dell’inizio del movimento oculare che nell’asse delle ascisse è indicato con 0. Sempre nell’asse delle ascisse, i valori negativi identificano i PEM registrati prima che i soggetti iniziassero a muovere l’occhio, mentre i valori successivi allo 0 le registrazioni effettuate in vari momenti dell’esecuzione saccadica. Discussione Le saccadi sono movimenti degli occhi rapidi e frequenti il cui scopo è portare l’informazione visiva nella parte di retina (fovea) dove l’acuità visiva è migliore. Esistono due tipi di saccadi; quelle conosciute come saccade riflesse sono generate da indicazioni esterne (stimoli) e richiedono per la loro implementazione la semplice e diretta trasformazione sensorimotoria. Un secondo tipo di saccadi sono 18 quelle volitive che richiedono processi di controllo più complessi quali un maggiore dispiegamento delle risorse attentive, l’inibizione della saccade riflessa, l’uso della memoria spaziale e l'analisi di indicazioni contestuali. La risposta AS utilizzata in questo studio è un tipo di movimento oculare volontario in cui gli spostamenti effettuati sono in direzione opposta a quella in cui lo stimolo visivo è presentato. Abbiamo deciso di utilizzare questo paradigma allo scopo di verificare se le variazioni di eccitabilità del SCS del braccio a riposo siano indotte dalla semplice presentazione dello stimolo visivo presentato o se, invece, dipendano dall’effettiva esecuzione della saccade. L’alternare risposte PS con risposte AS costringe i soggetti ad inibire la risposta saccadica riflessa indotta dalla comparsa dello stimolo ed eseguire una saccade volitiva. La richiesta attentiva in entrambe le risposte è simile: discriminare il colore del cue periferico mantenendo lo sguardo centrale (spostamento covert dell’attenzione) e successivamente eseguire il movimento oculare corretto. Nel compito PS notiamo, in tutti e tre i muscoli registrati (FDI, ADM, ECR), una graduale riduzione di eccitabilità del SCS dell’arto mantenuto a riposo che inizia circa 300 ms dopo l’onset dello stimolo periferico che si mantiene nel tempo. Tuttavia, dopo circa 360ms dalla comparsa dello stimolo visivo da analizzare, si osserva una modulazione specifica dell’ampiezza dei PEM del muscolo FDI quando il soggetto esegue una saccade a sinistra rispetto a quando la esegue verso destra. Il muscolo FDI è un abduttore del dito indice, il cui reclutamento è previsto nel puntamento di un oggetto che compare a sinistra. Perciò, la maggiore eccitabilità dell’SCS del braccio a riposo durante una saccade a sinistra, avvalora l’ipotesi dell’esistenza di un piano motorio sotto soglia per il puntamento, che si attiva in conseguenza al movimento saccadico. Lo scopo principale per cui abbiamo condotto l’esperimento ANTISACCADE era quello di chiarire se, affinché si verifichi l’accoppiamento occhio-mano, fosse necessaria la presenza dello stimolo visivo verso cui dirigere lo sguardo o se fosse sufficiente l’esecuzione di un movimento oculare in una direzione compatibile con un’eventuale azione di 19 puntamento del braccio. I risultati ottenuti nel precedentemente esperimento GO/NOGO avevano dimostrato che, solo durante la risposta saccadica, era presente una modulazione specifica dei PEM differente a seconda del muscolo registrato e del lato verso cui l’occhio muoveva. Al contrario, in assenza di movimento oculare, non si riscontrava alcuna differenza significativa di lato nell’eccitabilità dell’SCS dell’arto superiore a riposo. Questo fece supporre che l’effetto trovato fosse dovuto all’effettiva esecuzione del movimento oculare. Tuttavia, sembra che quando ai soggetti viene richiesto di discriminare, in base ad una caratteristica del cue visivo, tra una risposta PS ed una risposta AS, lo stimolo codificato mandi in modo parallelo un segnale motorio agli occhi ed alla mano. Questo scambio di informazioni tra i due sistemi visuomotori avverrebbe, però, solamente nella risposta PS, quando cioè lo stimolo visivo è in una posizione compatibile con la direzione della saccade ma non nella risposta AS in cui la posizione dello stimolo visivo e la direzione del movimento oculare sono disgiunti. Eppure, se fosse la codifica dello stimolo a generare lo scambio di informazioni necessarie affinché si verifichi l’accoppiamento occhio-mano, ci saremmo dovuti aspettare, nel compito AS, una modulazione specifica dei PEM registrati in direzione dello stimolo. Nello specifico, per i muscoli FDI ed ECR una differenza significativa di lato quando lo stimolo compare a sinistra, anche se il movimento richiesto è a destra. Il motivo per cui nella risposta AS non si osserva alcun effetto potrebbe essere il fatto che in natura questo movimento oculare volitivo non è naturale. E’ da ricordare che vari studi hanno dimostrato una stretta coordinazione dei movimenti del braccio e degli occhi in compiti “naturali” di raggiungimento o puntamento di un oggetto in modo accurato (Prablanc et al., 1979; Mather and Lackner, 1980; Koken and Erkelens, 1992; van Donkelaar and Staub, 2000; Miall and Reckess, 2002; Engel et al., 2003) L’inversione richiesta nel compito AS non è naturale come compito e quindi probabilmente non è prevista una coordinazione tra i due sistemi motori. Per questo motivo, nel compito AS non si osserva alcuna differente modulazione dei PEM né rispetto alla condizione di 20 riposo, né rispetto al lato di comparsa dello stimolo visivo contenente l’informazione sul compito da eseguire. Allo scopo di verificare se la modulazione di eccitabilità del SCS del braccio a riposo fosse associata all’esecuzione di un movimento saccadico, i dati sono stati allineati rispetto all’onset del movimento oculare. A differenza di quanto osservato nell’esperimento GO/NOGO in cui l’accoppiamento occhiomano avveniva in concomitanza con l’inizio della saccade, nell’esperimento ANTISACCADE si è osservata una specifica modulazione dell’ampiezza dei PEM dei muscoli FDI ed ECR circa 480ms dall’inizio della saccade. La modulazione di eccitabilità trovata nei muscoli FDI ed ECR è presente solamente nel compito PS ma non in quello AS. Una possibile spiegazione al perchè al compito PS l’accoppiamento occhio-mano si verifica 480ms dopo l’inizio del movimento oculare, potrebbe essere che il compito AS è notevolmente complesso da richiedere una maggiore elaborazione cognitiva dell’informazione da trasformare in piano motorio anche nel compito PS. I soggetti potrebbero essere portati a prestare maggiore attenzione al cue ritardando così l’eventuale programmazione motoria della mano. In letteratura, vari studi hanno dimostrato come, in un compito che richiede un cambio nella programmazione motoria tra anti e prosaccade (Everling & Munoz, 1999; 2000; Matthews et al. 2002), vi sia un più alto livello di attivazione di attività preparatoria nelle aree frontali e parietali. In modo particolare, gli autori suggeriscono che nel compito anti-saccadico, oltre ad un’attivazione frontale che riflette l’inibizione della saccade riflessa, vi sia un’attivazione parietale e centrale ad indicare una trasformazione delle informazioni sensoriali in motorie necessarie affinché avvenga la generazione dell’antisaccade (Matthews et al. 2002). In conclusione possiamo affermare che il discriminare tra una risposta PS ed una risposta AS risulta essere un compito complesso ed inibitorio che da un lato determina, nella risposta PS, un ritardo nei cambiamenti di eccitabilità del SCS del braccio a riposo rispetto all’onset della saccade; dall’altro non permette, nella risposta AS, l’accoppiamento occhio-mano osservato nei precedenti esperimenti. 21 Inoltre, in un compito così articolato, il comando motorio per l’occhio e per la mano, nella risposta PS, non dipende strettamente dall’esecuzione saccadica ma anche dalla codifica sensoriale dello stimolo quando questo si trova in una posizione compatibile con la direzione del movimento oculare. Bibliografia 1. Prablanc C, Echallier JE, Jeannerod M, Komilis E. Optimal response of eye and hand motor systems in pointing at a visual cue. II. Static and dynamic visual cues in the control of hand movement. Biol Cybern. 1979 35(3):183-7. 2. Mather JA, Lackner JR. 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